Libia: tutti contro l'Egitto
In Libia siamo all’intervento,
presuntamente e falsamente contro l’ISIS (che si toglierebbe dai piedi non
appena i suoi mandanti in Usa, Israele, Qatar, Turchia e Arabia Saudita, glielo
ordinassero, o gli facessero mancare rifornimenti e guiderdone), delle forze
speciali Nato, con tanto di italiani spediti a uccidere e farsi uccidere col
pretesto di combattere il terrorismo e con lo scopo di favorire la spartizione
della Libia e delle sue risorse tra i paesi colonialisti aggressori. Le strumentali
e calunniose polemiche contro l’Egitto e contro l’ENI, che con il Cairo collabora
nell’interesse dei nostri rifornimenti energetici (per una volta sottratti al
controllo Usa), sono motivate unicamente dal tentativo di escludere l’Egitto,
arabo e laico, da una soluzione unitaria e inter-araba del conflitto che
elimini l’esercito surrogato dei Fratelli Musulmani.. L’operazione Regeni,
sfruttata a fondo da tutta la stampa filo-imperialista e sostenitrice della quinta
colonna coloniale dei Fratelli Musulmani, come i ripetuti attacchi all’Eni e la
spaventosa guerra terroristica condotta dalla Fratellanza in Egitto, si
inseriscono in questo quadro, Nella strategia occidentale e dei petrosatrapi
del Golfo le milizie di Misurata, fanteria Nato, resesi note durante il conflitto
con torture, stupri, assassinii di prigionieri e civili, e nell’immediato
dopo-Gheddafi per le orrende atrocità compiute sui membri della precedente
amministrazione, come sui libici di colore nero (genocidio a Tawarga, cittadina
a maggioranza nera), sono di nuovo l’esercito degli aggressori e del loro
burattino, privo di qualsiasi legittimazione democratica, Fayez al Serraj. Il
loro compito non è tanto quello dell’eliminazione della presenza dell’Isis in
Sirte, per la quale hanno già clamorosamente fallito e che ora parrebbe
rilanciata con il sostegno dei criminali bombardamenti Usa da Sigonella, - anche
questi finti-antiterrorismo – quanto quello di neutralizzare l’unica forza
nazionale legittima in campo, comprensiva della maggioranza delle tribù e degli
orientamenti politici antimperialisti: il parlamento di Tobruq, l’unico eletto
dal popolo libico, e la sua forza armata comandata dal generale Khalifa Haftar.
Sul
vergognoso servilismo del regime italiano, immediatamente messosi a
disposizione con basi e reparti, del signore della guerra Usa, facendo oltretutto
del nostro paese bersaglio di rappresaglie fatte passare per attuate dall’Isis,
il Comitato No Nato fa circolare il documento in calce.
Aleppo
o morte
Dall’altro estremo della regione araba, i
clamori preoccupati e anche indignati di tutto l’arco mediatico e politico
filo-imperialista e cripto-imperialista per il flirt tra il sultano turco e lo “zar”
Putin, descritto come osceno connubio tra due autocrati, tendono a oscurare il
dato del rovesciamento strategico della guerra, con in prospettiva la vittoria
di Baghdad e Damasco e il fallimento dell’opzione USraeliana e wahabita della frantumazione
di questi Stati (ai quali collaborano, oltre all’Isis, i curdi, diventati
fanteria della Nato). L’alluvione di menzogne e deformazioni che cercano di
occultare questa situazione in particolare relativa ad Aleppo, dove la
sconfitta finale dei terroristi (in parte riciclatisi su ordine Nato in “moderati”)
era imminente, si accompagna al frenetico invio dalla Turchia di rifornimenti e
combattenti (altro che crisi Erdogan-Usa-Nato), al rinnovato voto del sultano
di spazzare via Assad (conferma dell’alleanza Nato-Riad-Isis) e al disperato intervento
dell’ONU con la proposta di una tregua finalizzata unicamente a consentire ai
terroristi di evitare la disfatta e riprendere fiato.
Assistiamo
a un diluvio di umanitarismo che si fa forte delle bugie sulle vittime civili, tutte
arbitrariamente attribuite al “regime” (a dispetto delle inconfutabili e
autorevoli testimonianze dal posto), ma che era totalmente assente durante i 5
anni di assedio e devastazione della città da parte di Al Nusra e soci, con le
conseguenti atrocità contro la popolazione. Si ignora che i russi hanno aperto
tre corridoi umanitari nei quali si sono precipitati migliaia di cittadini inseguiti
dall’artiglieria di Al Nusra, si lamenta che 2 milioni di cittadini sarebbero a rischio di genocidio, mentre 1,5 milioni
sono nella zona controllata dal governo, in sicurezza alimentare, ma esposti ai
mortai e ai gas tossici dei terroristi, e circa 200mila sono trattenuti come
scudi umani nelle zone ancora occupate dai mercenari.
Si può essere sicuri della determinazione di
Damasco e ci si deve augurare che i russi, con la solita volontà di mostrarsi “ragionevoli”
o, magari, per coltivare l’illusione di un Erdogan convertito a un nuovo fronte
russo-turco, non cadano nella trappola, non si facciano tagliare le gambe dall’uragano
propagandistico occidentale, di Al Jazeera ed embedded vari (il manifesto,
sempre sul fronte). Ma smascherino l’ipocrisia
degli “umanitari” e dell’ONU, e insieme alle forze siriane portino a termine la
liberazione di Aleppo.
Comunicato
della Lista ComitatoNoNato
NO all'intervento militare in Libia
Dopo il bombardamento a sorpresa della città libica di Sirte da parte
dell'aviazione statunitense il 1 agosto e, nei giorni successivi, le
dichiarazioni di "approvazione" da parte dei ministri Gentiloni e
Pinotti, gli aderenti alla lista ComitatoNoNato hanno stilato il comunicato
stampa che segue.
6 agosto 2016 - Lista ComitatoNoNato (comitatononato@googlegroups.com)
Gli aderenti alla lista
ComitatoNoNato@googlegroups.com condannano nel modo più deciso la nuova
avventura militare scatenata dagli USA in Libia con l'appoggio diretto del
governo italiano e di altri governi occidentali aderenti alla NATO.
La ministra della Difesa italiana Pinotti ha assicurato che “l’ITALIA FARA’ LA
SUA PARTE” e ha preannunciato la concessione delle basi italiane per le
operazioni militari.
Questa operazione guerresca viola quindi nuovamente l'articolo
11 della costituzione italiana, già violato pesantemente con la precedente
aggressione alla Libia del 2011 che ha distrutto il paese più ricco e
sviluppato dell'Africa.
La nuova avventura bellica, scatenata con la motivazione
ufficiale della lotta all'ISIS, è in realtà una nuova operazione neocoloniale
che si propone tre obiettivi concreti:
Una nuova spartizione delle ingenti risorse libiche: gas,
petrolio, acqua sotterranea, e la definitiva rapina delle grandi risorse
finanziarie libiche depositate nei fondi di investimento internazionali e già
“sequestrate” nel 2011 dalle potenze occidentali;
Il rafforzamento del cosiddetto governo “unitario” della Libia guidato dal
fantoccio Serraj, sostenuto dalle milizie islamiche di Misurata e dalla
"Fratellanza Musulmana". Questo “governo”, imposto dall'esterno da un
gruppo di potenze occidentali con la copertura della solita ambigua risoluzione
del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, non è stato mai approvato ed eletto dai
Libici e non è riconosciuto dal Parlamento Libico e dal “governo” di Tobruk che
controlla tutta la parte orientale della Libia e che ha condannato recisamente
ogni intervento militare straniero, comunque motivato:
La riapertura di basi militari straniere in Libia che furono chiuse dal governo
Gheddafi dopo la proclamazione della repubblica in Libia.
Per eliminare l'ISIS/Daesh, non servono le bombe. ISIS va estirpato alla
radice, attraverso sanzioni severe contro i suoi mandanti. Il ricorso a bombe
straniere su Sirte, invece, non farà altro che favorire il reclutamento di
nuovi jihadisti e un conflitto senza fine, aumentando il caos già creato con la
guerra di aggressione del 2011 e moltiplicando il pericolo di attentati anche
in Italia.
Gli italiani contrari alla guerra e a nuove avventure
neocoloniali sono invitati a organizzare forme di protesta -- insieme a forme
di controinformazione su questi gravi fatti -- per dire al governo Renzi:
L'Italia si dissoci dai bombardamenti, NO all'uso di tutte le basi militari
poste sul territorio italiane e dello spazio aereo italiano.
Roma,
6-8-2016 Lista ComitatoNoNato