Ricevo da Budapest questo articolo. Utile, perchè
in genere di quel paese, bersaglio di demonizzazioni di ogni genere dagli
atlantosionisti, sappiamo poco.Sicuramente io ne so meno dell’amico
che scrive, ma avanzerei qualche riserva sulla drasticità del giudizio su Orban
e sulla descrizione eufemistica della CEU di Soros. Soros non sarà la fonte di
ogni male, ma di moltissimi e decisivi lo è, in tutto il mondo. La CEU non è
altro che uno dei mille nodi della sua rete di ragno velenoso mirata a
diffondere una cultura turbocapitalista e genocida, travestita da progressismo
e diritti civili. Uno dei massimi criminali del nostro tempo. Ultima
manifestazione, le Ong che trafficano carne umana insieme ai negrieri africani,
sotto lo sguardo compiaciuto dei maltusiani alla Soros impegnati a svuotare
delle proprie migliori energie i paesi da depredare e distruggere, a fornire
manovalanza schiavista per il dumping sociale dalle nostre parti e a mettere in
ginocchio l’Europa. Per fortuna, in questo caso ci sono un procuratore e i 5
Stelle a raccontarcela giusta.
Fulvio
Caro Fulvio,
ringraziandoti
molto per la possibilità che mi dai di esprimermi in merito a fatti che mi
riguardano e mi toccano personalmente, ti presento qui un mio contributo, che
scrivo sotto forma di lettera scritta a te. Il mio scopo è quello di dare un
contributo per fare capire meglio certe dinamiche che stanno succedendo qui in
Ungheria, soprattutto per quanto riguarda la chiusura della Ceu.
Dopo che è stata
annunciata la chiusura della Ceu, le proteste hanno preso un po’ una deriva
russofoba. Cosa forse non tanto strana perché in questo paese c’è tanta idiozia
e slogan tipo “russi a casa” sono già stati urlati in contesti dove non
c’entravano niente. Ora, facciamo un’analisi di questo slogan. Urlare “russi a
casa” in una manifestazione contro la chiusura di un’università come minimo non
c’entra niente, come massimo è uno slogan stupido, razzista e xenofobo che
prende in blocco un intero popolo colpevole di vivere sotto Putin. E ho trovato
molto grave che certe persone alla Ceu abbiano giustificato questi slogan.
Evidentemente non sanno che paese è l’Ungheria. È un paese-mondezzaio
ideologico, dove tante varie forme di incitazione all’odio sono mescolate le
une con le altre, e non si capisce dove inizia una e dove finisce l’altra. Come
minimo, uno che non capisce questo e avvalla certi modi di dire non ha capito
niente di questo paese, e sta rimestando feccia nel ginepraio.
Ma questa
giustificazione di certi slogan russofobi va spiegata meglio, nel contesto
dell’ideologia che la scusa, cioè il “liberalismo” di “sinistra”, “europeista”
e atlantista. Quante chiacchiere, quante belle parole alla Ceu su diversità,
rispetto per tutti, “società aperta” ecc., e poi si avvallano slogan razzisti.
E questo in uno di quei posti che portano il “politicamente corretto” a estremi
ridicoli, tipo: togliamo la parola “obeso” dal dizionario perché è offensiva. Il
bello è che talvolta, in quel circo equestre che per certi versi è la Ceu, si
sfiora davvero il ridicolo. Un esempio? Ecco uno slogan per aiutare le donne
senza casa: “Rendere la mestruazione un’esperienza di dignità per le donne
senza casa”. Incredibile. Nella mia ignoranza, pensavo che il miglior modo per
aiutare le donne e gli uomini che vivono per strada fosse dar loro una casa,
risolvendo il problema alla radice. Forse sarebbe meglio che fare pietose
campagne per raccogliere assorbenti.
Detto questo, devo
fare una precisazione. Conoscendo la Ceu, posso dire che non tutti quelli che
ci studiano e ci lavorano sono dei decerebrati servi della finanza
internazionale. Ci sono diverse persone, molte indifferenti, molte ingenuamente
convinte di slogan vuoti e ipocriti, altri critici e che, nonostante tutto, non
si fanno abbindolare, e sono costretti a mantenere un basso profilo. Non
sarebbe giusto accusarli perché studiano o lavorano lì. Sarebbe come accusare
un operaio colombiano di una fabbrica Coca Cola di essere un imperialista.
Ma insomma, che
cos’è la Ceu? Un ottimo contributo per rispondere a questa domanda è in un buon
articolo di Nicolas Guilhot sul “filantropismo di sinistra” e su che origini e
obbiettivi ha (consultabile qui: http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1163/156916307X188988 ). Certamente è stato un progetto di cooptazione ideologica e per il
raggiungimento dell’egemonia culturale dopo la fine del socialismo reale.
Guilhot spiega bene come questo “filantropismo”, che ha radici antiche e
precedenti illustri, dai Rockfeller, London School of Economics ecc., ha
intenzione di irreggimentare le istanze di cambiamento sociale, incanalandole
verso soluzioni “moderate”, “riformiste” e controllabili dallo status quo. In parole povere, ma questo
veniva fatto già nell’800 da alcuni capitalisti, si cerca di controllare e
castrare la lotta di classe e le vere istanze di cambiamento sociale con
scartoffie, libri, soluzioni moderate e riformiste ecc. ecc. La cosa non ci è
nuova neanche in Italia: quante volte abbiamo sentito parlare di “buon
padrone”, paternalismo industriale ecc.? Secondo me così devono essere
interpretati la storia e il ruolo della Ceu. Non bisogna farsi abbindolare da
parole d’ordine che suonano bene, ma neanche lasciarsi andare al complottismo e
pensare che adesso la Ceu e Soros siano la causa di tutti i mali del mondo.
Spero di essermi spiegato.
Tornando alla
critica degli slogan russofobi e di quelli alla Ceu che li giustificano, come
minimo questi sono degli ipocriti e delle anime belle “liberali” che hanno un
attaccamento religioso a certe parole d’ordine che suonano bene, ma non si
rendono contro dell’incoerenza che c’è dietro. Appunto, dopo tante chiacchiere
contro razzismo e intolleranza, si giustificano slogan xenofobi. Ma non è tutto
qui, c’è un’ipocrisia di fondo. Si protesta contro la chiusura di un’università
spalleggiati dal Dipartimento di Stato Usa e dalla finanza internazionale. Si dice
che Orban è un fascista e un dittatore, ma per esempio si sono sostenuti
moralmente – e forse non solo moralmente – i neonazisti ucraini, la cosiddetta
“rivoluzione” del Maidan e la junta nazista che si è instaurata dopo. Si dice
che manifestazioni di rabbia per un’offesa ai caduti sovietici sono
“incitazioni alla guerra civile”. Come se i “liberali” americani non avessero
sostenuto e fomentato guerre civili in Ucraina, Siria, Libia, e Afghanistan
solo per citarne alcune. E che dire del ruolo degli Stati Uniti nella nascita
dello Stato Islamico? E dell’alleanza con l’Arabia Saudita e le altre
petro-monarchie del Golfo? Evidentemente non c’è logica, ma forse è vano
cercare logica in atteggiamenti di tipo religioso. Certe persone, con scarsa o
nulla conoscenza della vita reale, preferiscono starsene rinchiusi in una
biblioteca col loro sapere ammuffito, per non essere toccati nella loro purezza
“liberale”. Vera metafora della “torre d’avorio” e del “ghetto d’oro”. Sembra
davvero che certe persone si possano far abbindolare da qualche fiorino di
borsa di studio. Ma non tutti, per fortuna.
In conclusione,
dico qualcosa sul ruolo di Orban. Dobbiamo capire chi è questa persona. Assurdo
sarebbe considerarlo un “antiimperialista” o rappresentante di una qualsivoglia
“alternativa”. Niente di tutto questo. Orban è un nazionalista ungherese che si
è costruito un piccolo satrapato orientale autoritario, e che strizza l’occhio
alla Russia. Ma attenzione, strizzare l’occhio non significa averci intrapreso
una relazione completa. Orban è in realtà un ottimo doppiogiochista, tanto che
sembra incredibile come riesce a prendere per il culo tanta gente (ma non
bisogna mai sottovalutare l’umana idiozia). Blatera di Russia, “aperture a Est”
ecc., retorica antieuropea e antiamericana, chiacchiere populiste contro il
capitale straniero. Ma sono tutte prese per il culo, e per capirlo basta
guardare la struttura politica ed economica, che è sotto gli occhi di tutti per
essere vista. L’Ungheria è membro UE e Nato. Non solo, ma è tra i paesi che
ricevono più soldi dall’UE per una miriade di progetti (basta che chiunque si
faccia una passeggiata per Budapest o per altre città ungheresi, non si vedono
altro che cantieri o altre cose finanziate con soldi comunitari). E non ho
sentito che voglia uscire dall’UE o dalla Nato. Quando mai?
Veniamo ora alla
retorica contro il capitale straniero. Quelli che dicono che qui c’è chissà
quale “influenza russa” evidentemente non hanno capito niente di questo paese.
Semmai, è un paese colonizzato dalle multinazionali americane e europee, ce ne
sono tantissime. Queste multinazionali sfruttano i lavoratori di qua come
limoni approfittando della mancanza di sindacati e del fatto che i lavoratori
ungheresi sono docili e disciplinati (preferiscono sempre prendersela con
l’ebreo-zingaro-frocio-comunista della situazione). Inoltre, queste
multinazionali occidentali fanno profitti miliardari perché questo è ancora un
Far West rispetto ad altri paesi dell’Europa Occidentale: condizioni peggiori,
meno diritti, meno garanzie, malattia e gravidanza non totalmente pagate,
liquidazione chissà che cosa sia, poi bisogna pagare di meno perché è un paese
povero. Queste multinazionali occidentali fanno profitti enormi anche perché
pagano pochissime tasse, e da poco hanno ricevuto
ulteriori sgravi. In alcuni casi, praticamente è stato il governo ungherese che
ha pagato delle multinazionali per venire qui e assumere qualche lavoratore
(solo che le multinazionali sloggiano dall’oggi al domani come li pare: “essere
competitivi” significa trasferirsi in continuazione verso il paese dove si può
fare maggiore macelleria sociale, che ogni tanto cambia). Conosco bene le
multinazionali di qui, perché ci ho lavorato.
Detto questo, spero
si chiaro che la retorica antiamericana, antieuropea e “anticapitalista” di
questo politico è una presa per il culo, solo che convince parecchia gente.
Orban è un maestro nel mungere due vacche, e sinora ci ha guadagnato
molto.