lunedì 28 giugno 2021

PALESTINA E DINTORNI: LA TRAVE NELL'OCCHIO DELL'AGGRESSORE E DEI SUOI CORIFEI --- A LEVANTE NIENTE ARCOBALENI Algeria, Ungheria, Iran, Myanmar, Afghanistan

https://playmastermovie.com/crimini-di-guerra-e-ingiustizia-mediatica-fulvio-grimaldi 

In questa mia intervista ad Alessandro Amori per "Playmastermovie" si osserva l'evoluzione della vicenda palestinese alla luce delle recenti acutizzazioni, del quadro mediorientale segnato da immense sofferenze, ma anche dai flop degli aggressori e di un apparato medatico che è degenerato in pura propaganda. Segue qui un racconto di quanto succede lontano dall'arcobaleno.

A LEVANTE NIENTE ARCOBALENI

Algeria, Ungheria, Iran, Myanmar, Afghanistan


Roma - I padrini dell'ISIS contro l'ISIS?

Il Segretario di Stato USA Blinken e il ministro degli Esteri israeliano Lapid

A Roma amoroso incontro tra il segretario di Stato Blinken, un falco di guerra da quando ha fatto la cresima, il suo equipollente israeliano,Yair Lapid, del plotone di esecuzione di civili palestinesi, preferibilmente bambini, e Mario Draghi dell'Anonima Sequestri di beni e cittadini. Per aver capito Blinken quando ha chiesto "drink", serve il rinfresco Di Maio. Alla sera hanno stappato il Moet Chandon alla notizia inaugurale e augurale che bombardieri USA, illegalmente stazionati in Iraq,  hanno polverizzato civili alla frontiera Iraq-Siria, dicendo di aver "mirato con precisione, in funzione difensiva", a milizie filoiraniane. Che sono quelle irachene che hanno sconfitto lo Stato Islamico. La vendetta di Biden-Al Baghdadi. 

A integrazione del video. Dal mondo arabo in resistenza e dalla Palestina che lotta, a dispetto degli sterminii e dei tradimenti dei suoi capi felloni e corrotti, ad altri mondi dove l'arcobaleno è solo quello dello sposalizio tra sole e pioggia. Mondi che vanno puniti perchè guardano a levante e non votano come dettano a ponente. 

Abu Mazen meglio di Netaniahu

In Palestina è atto finale tra una dirigenza di venduti peggio di Quisling, Badoglio, Laval o Eltsin e gli eredi di una resistenza rifiorita nella Seconda Intifada di Marwan Barghuti, oggi in carcere con cinque ergastoli, ma candidato alla presidenza palestinese con la lista "Libertà". L'aguzzino vendipatria Abu Mazen e la sua cricca di spie al soldo di UE,.USA e Israele, hanno fatto ammazzare a botte e torture il candidato di "Libertà" alle legislative (peraltro ancora una volta negate dal regime vassallo), Nizar Banat, amato e sostenuto da tutto il popolo. L'ultima goccia. E' in atto una rivolta. Si vedrà e si incrociano le dita.

Siria, Iraq, Libia, Egitto: è stato l'errore epocale - e per loro letale - delle organizzazioni palestinesi quando hanno assunto il paradigma imperial-globalista, interamente strumentale e falso, dei "diritti umani" e della "democrazia" con cui liberare i popoli dai rispettivi "dittatori" arabi. Pugnalando alle spalle Siria, Iraq, Libia,  hanno perso ogni opzione altermativa alla supremazia dei colonialisti di ritorno anglo-franco-americani. Incancellabile la vergogna di parteggiare contro chi li aveva difesi, sostenuti in armi, politica, assistenza materiale durante i 70 anni di ininterrotta Nakba. Inevitabile la vergogna di finire nell'abbraccio mortale delle tirannie tribalfeudali del Golfo e del Nordafrica.

 Mi viene da piangere a sentire, mentre sulla Siria imperversano Nato, USA, Daesh, curdi e turchi, un responsabile del FPLP a Cagliari dire, come meglio non avrebbe potuto un neocon qualsiasi: "Ma Assad è un dittatore". L'ha detto a me che, quando stavo con i Fedayin, mangiavamo e agivamo grazie al sostegno dei "dittatori" Assad, Saddam, Nasser, Gheddafi.

 

Tutta quanta, è questo l'obiettivo?

Passiamo al Levante. Lasciamoci alle spalle chi sotto arcobaleni artificiali, fatti di chimica, guerre, menzogne e tagliati col bisturi del gender," (chiedere a Siria, Iraq, Libia, ai paesi sotto sanzioni), fa dei migranti, neri, terroristi, le donne, i presunti virus e i presunti farmaci, i gradini della sua scalata al potere. E contemporaneamente si fa largo tra i popoli liberi a forza di bombe, sanzioni e ISIS.

Algeria, fallisce la rivoluzione colorata

Paese arabo tuttora stabile e saldo, libero e sovrano, a dispetto di un assalto islamista (Fratelli Musulmani, tentacolo del colonialismo europeo) e, negli ultimi due anni, della solita "primavera araba" detta "Hiraq", sostenuta dalla panoplia dei colonialisti di ritorno politico-mediatici nel nome degli inevitabili "diritti umani": Soros, Amnesty, Cia, Pentagono, Ong, neocon e, ovviamente, dal "manifesto" vessillo ideologico (sovvenzionato) della "sinistra" imperialista. Tre volte il voto, poi risultato impeccabilmente corretto, è stato rifiutato dai "colorati" dell' "Hiraq", consapevoli del proprio scarso seguito, per quanto strumento conclamato di "democrazia". 


 L'Hiraq non vuole votare, gli algerini sì.

Così alle presidenziali, al referendum per una nuova costituzione e ora alle legislative, hanno vinto i garanti di una politica indipendente e sovrana. Battute le formazioni politiche dei berberi della Kabila, da sempre quinta colonna del revanscismo francese, le finte sinistre, le ONG delle classi fighette. La maggioranza resta al Fronte di Liberazione Nazionle, artefice della prima, più dolorosa e bella liberazione dal colonialismo. La sua colpa? Non aver seguito l'impero  e i suoi clienti e cortigiani nelle guerre ai fratelli arabi. E, come l'Egitto di oggi, rivendicare laicità e autodeterminazione negli affari interni e nelle scelte internazionali.

Ungheria invitta e de-arcobalenizzata

A Levante, dove sorge il sole, libera da falsi arcobaleni, incontriamo per prima l'Ungheria del "tiranno fascista" Viktor Orban. Io ci sono stato e non ho visto nessuna tirannia. Un "tiranno fascista" che difende e promuove l'integrità sociale, culturale, del suo popolo e perciò ha un consenso più alto di qualsiasi governante UE, che vince elezioni al cui confronto quelle condizionate, se non altro dai media, di molti paesi occidentali sprofondano nella vergogna. Su Orban si è abbattuto l'odio del Mefistofele smascherato, dell'imperatore nudo, dell'Europa carolingia e bio-tecno-totalitaria. Carlo Magno, nel nome della Croce, riuscì ad affogare i sassoni pagani in un oceano di sangue. I suoi succedanei ricorrono al gender.

Da "il manifesto"


Orban e gli ungheresi hanno rifiutato di vendere la propria identità all'operazione sradicamento, spostamento e anonimizzazione dei popoli; hanno tagliato le unghie al neoliberismo in termini di equità sociale; hanno sottratto alla presa privata materie come la sanità, l'interruzione della gravidanza e l'inseminazione artificiale; hanno cacciato ONG al servizio pagato di interessi stranieri; hanno mostrato la porta all'istituto accademico del killer di Stati  e pirata finanziario George Soros (compare di Draghi, ricordate?). E già questo bastava per gli anatemi di Lilli Gruber, Gad Lerner, Furio Colombo, Von der Leyen e tutto il cucuzzaro che canta la messa al bio-tecno-farmaco-fascismo dal quale è gratificato. 

L'abisso delle nequizie sarebbe, per l'UE, una legge, ovviamente sacrosanta, che vieta la promozione delle diversità di genere tra i bambini delle scuole. Niente a che fare, se non per i più fetidi malafedosi, con qualsiasi fobia di genere. Che in Ungheria è combattuta come nei paesi più civili e meno ipocriti. Una legge che, posso giurarlo, nessuno dei suoi denigratori ha letto. E', sì, il contrario della legge promozionale LGBTQI+ voluta dalla lobby della varietà dei generi, fatta passare per difesa da un inesistente nemico, mentre non è che propaganda e proselitismo, anche malthusiano I missionari alla Zanotelli, apripista della rovina dei popoli, chiamano questo metodo "evangelizzazione". Sotto l'operazione si nasconde dell'altro. L'Ungheria, che già è a levante, guarda dove non si deve neanche guardare: ancora più a levante. Lì ci deve essere solo il deserto dei tartari, sbarrato dal fortino UE, cioè Nato. Ecco perchè lo chiamano "tiranno fascista". Mentre noi abbiamo Draghi che comanda da solo e ha appena prorogato l'emergenza.

 

Budapest, 60.000, Portogallo fermato.

Di voi non so, dipende a chi date retta. Di me aggiungo cha vedere 60.000 smascherinati e coesi in festa allo stadio di Budapest che fermano i campioni portoghesi d'Europa e poi assistere ai prodigi di impegno patriottico, più che calcistico, della Nazionale di quel paese così bistrattato da cialtroni mentitori, ho goduto come una scimmia. E poi m'è venuto il magone.

Torna l'Iran resistente di Mahmud Ahmadinejad?

In Iran ha vinto le presidenziali Ibrahim Raisi, già capo della Magistratura e ayatollah vicino ai Guardiani della Rivoluzione e alle posizioni "intransigenti" della Guida Suprema, Ali Khamenei. La sedicente "comunità internazionale", in rappresentanza del 17% di popolazione mondiale peggio governata, si è strappata i capelli per il trionfo dell'"ultraconservatore". La prima mossa di Biden è stata quella di sequestrare il dominio di "PRESS-TV", emittente  iraniana in inglese di alto livello professionale, di cui ebbe l'occasione di intervistare il direttore. La legge mosaica dice: l'altro non ha voce.

Battuti i candidati "liberal-moderati"che, per continuare a subire sanzioni genocide USA-UE e la minaccia di olocausto israeliano, preceduto da attentati terroristici contro scienziati e civili, sarebbero stati disposti a starsene "buoni", più o meno come il predecessore "moderato" Rouhani.

Con Raisi, pronosticato anche successore di Khamenei, l'Iran dovrebbe riprendere un corso di fermezza, dignità e rifiuto di ogni cedimento e intimidazione. Nel suo programma il rafforzamento dell'asse con Russia e Cina, una politica di equità sociale che, dopo un esponente dell'alta borghesia iraniana come Rouhani, dovrebbe ridare voce e potere alle classi lavoratrici. Come avvenne sotto i due mandati del rimpianto Mahmud Ahmadinejad, presidente laico, amico di Ugo Chavez e grande aperturista sul piano del costume e della cultura. Rouhani e il suo moderatissimo ministro degli esteri Javad Zarif, sempre disposti a mediazioni al ribasso, avevano concluso il disastroso accordo sul nucleare (ICPOA), garantito da altre cinque potenze, ma disdetto da Trump. Un accordo che si pretendeva inteso a bloccare lo sviluppo militare del nucleare, mai nè programmato, nè realizzato, ma che aveva l'unico obiettivo, insieme a quarant'anni di sanzioni, di fermare il progresso tecnologico del paese. 

Sanzioni rese via via più sadiche, condivise dall'UE, e che sono arrivate a impedire che l'Iran potesse rifornirsi di medicinali per l'epidemia detta Covid19. L'ONU a stelle e strisce, dal canto suo ha sospeso il diritto di voto di Tehran, con il pretesto che non avrebbe pagato la sua ultima quota. Pagamento impossibile dato che i fondi dell'Iran sono bloccati in tutte le banche straniere!


 
Ora, con la nuova dirigenza, un'eventuale riattivazione del ICPOA sarà fatta dipendere dalla totale rimozione delle sanzioni e dal diritto di Tehran di completare il suo programma missilistico (l'aggressore israeliano vanta 200-400 bombe atomiche). Raisi ha anche negato all'agenzia atomica internazionale, AIEA, screditatasi con la sua faziosità filo-USA, di accedere a immagini e filmati delle centrali di ricerca nucleari iraniane. Il Fronte della Resistenza si rafforza. Quanto all'assistenza a Iraq e Siria, decisiva per la vittoria sullo strumento terrorista USA dell'ISIS, Raisi ne ha assicurato la continuità

Aung San Suu Kyi in Myanmar come Guaidò in Venezuela

Resta da dire del Myanmar, altro satana nell'asse del male de-arcobalenizzato che si è andato prolungando a levante, in direzione opposta a quella del tramonto. Liberatasi della spina statunitense nel fianco statunitense di Aung San Suu Kyi al momento in cui stava lanciando la solita "rivoluzione colorata", sempre attiva sul piano dei suggerimenti del Dipartimento di Stato, la dirigenza militare del paese vede ora soffiarsi addosso il fiele rovente della già menzionata "comunità internazionale". La Lega democratica, partito della "Lady" con quartier generale a Washington, ha poi provato a dare al suo tentativo di eversione una forma istituzionale formando un Governo Provvisorio. L'accusa occidentale di "colpo di Stato" al presidente Ming Aung Hlaing, non è stata condivisa nemmeno dall'Asean, alleanza dei paesi del Sudest asiatico. Nell'eseguire l'ordine del giorno di Washington del "divide et impera", questo "governo provvisorio" non ha avuto scrupoli ad allearsi con le varie guerriglie armate, su basi etniche e confessionali, da anni alimentate dai servizi occidentali.

 

Il presidente del Myanmar Ming Aung Hlaing

Il paese deve essere frantumato, come si è provato con la Siria, l'Iraq, la Libia e si è riusciti con la Jugoslavia. Il suo torto sono i legami con la Russia e, soprattutto, con la Cina, che qui trova per la sua Via della Seta un passaggio vitale verso l'oceano, evitando gli Stretti di Malacca presidiati dagli USA. Altro torto, che lo avvicina all'Egitto al pari criminalizzato con trucchi vari, è il possesso di un vasto giacimento di idrocarburi al largo delle sue coste. E dove appare il petrolio, i marines non sono lontani.

 


I pianti del "manifesto" per la liberazione dell'Afghanistan

 

Dal "manifesto"

C'è ancora un  anello in fieri nel levantino Asse del Male e noi ce ne compiaciamo. Siamo felici di leggere nel "manifesto", addolorato e incollerito peggio del Pentagono e della CIA, che il massacro di afghani da parte di USA e Nato stia per cessare (forse), che il governo fantoccio, caro agli inviati del "manifesto" Battiston e Giordana, crolli sulle sue fondamenta marce e che i Taliban stiano avanzando travolgendo ogni resistenza. Avrei preferito che, nell'Afghanistan liberato, ci fosse ancora il presidente laico e socialista Najibullah, ma come insegnano Marx e Lenin, conta la liberazione nazionale e la sconfitta dell'imperialismo. 

 

venerdì 25 giugno 2021

ACHTUNG BANDITEN ! Si sono rubati l'arcobaleno --- ACHTUNG BANDITEN ! Dal Re Sole al Re Iguana --- Dall'Ancien Regime al Regime Ancien

 ACHTUNG BANDITEN !

Si sono rubati l'arcobaleno

https://youtu.be/zwjJnlEGP_w   



Questo testo si aggiunge alla nostra discussione su "Visione TV" di Francesco Toscano, mercoledì sera, con Francesco Carraro, Aldo Maria Valli (già vaticanista con me al TG3) e Alessandro Meluzzi. Trasmissione centrata sulla questione ZAN-Vaticano-LGBTQI+++. Questione vista anche sotto la luce di un'operazione di potere articolata sul proprio vittimismo e sull'invenzione di un fantasmatico, ma feroce nemico. Un attacco che si affianca altre grandi campagne  di disgregazione sociale dei globalisti: Covid, migrazioni, antifa, terrorismo, diritti umani, ecc. Chissà come si sente l'arcobaleno, segno di pace e vita. Forse come "Bella Ciao", quando la cantano il PD o le Sardine.

Appare una Chiesa cattolica scissa nelle due correnti "progressista" e conservatrice, entrambe ovviamente presidiate dai multilaterali gesuiti.  Scontro che mirabilmente agita un parlamento, finora "zitto e buono" (Maneskin) sulle questioni che determinano il destino della nazione e ora deputato a indirizzare la società, a plandemia/pandemonia sospesa per l'estate, verso nuove contrapposizioni. A seguire qui qualche considerazione, non scollegata, sulla natura della nuova classe dirigente messa in campo dai Grossi Vecchi e sui suoi araldi mediatici più apprezzati e meno stimabili.


ACHTUNG BANDITEN ! 

Dal Re Sole al Re Iguana

Dall'Ancien Regime al Regime Ancien

La "Coppa Fake News" a  "Mentanelli" (grazie anche a Massimo Mazzucco https://fb.watch/6jmg8OgNMc/ )   


Draghi, il lecca lecca euroatlantico della categoria

 


Partiamo da un assunto di una solidità incrollabile e inconfutabile, scolpito nel marmo della Storia successiva alla classicità ed elevata a sistema globale indeffettibile e coercitivo nella fase genocida del capitalismo: tutto quello che ci viene dalle classi dirigenti da Washington a Kiev è frutto di  intento criminale, anti-umano, anti-vita, anti-libertà. Oltrechè stupido, volgare, patologico. Difficile accettarlo, vero? Tant'è che un gran pezzo della nostra specie, convinta da persuasori occulti e scoperti, comunque mercenari prezzolati, che chi ci governa e ci narra, lo fa perchè di noi rappresentante e, dunque, nel nostro interesse. Ciechi e sordi, non si avvedono neanche del tumulto che vede questi nostri rappresentanti correre all'impazzata per arrivare primi al boccone del PNRR, per quanto a debito, tanto sarà  la macina che schiaccerà negli abissi noi e poi le generazioni dopo. Quelle scampate al vaccino.

Palazzo Chigi  se la tira da Versailles

Si vedano i topini umani che si  sono ritirati nel guscio anti-virus e poi pro-vaccino. E non gli dice niente che all'omuncolo con chip e bit al posto delle vene siano venute col tempo e i veleni, come altrove narrato da Kafka, le fattezze di rettile. Ditemi se, quando ghigna, non pare un iguana. Partorito  dal caveau Goldman Sachs, piuttosto che da una palude. Ma fa lo stesso. Ditemi se il suo vanto maggiore, solennemente conclamato ogni due per tre, non sia quello di zerbino della Nato, steso sull'uscio del mattatoio che questa congerie allestisce in giro per il mondo nel suo impegno per l'ecologia. Se  la sua corte di lustrascarpe e consigliori non sia il fior fiore dei cravattari bocconiani che stanno all'interesse del cittadino come la Vandea sta ai bolscevismo. Se non sia stato incoronato, non sentiti, nè prima, nè dopo, nè i partiti, nè il parlamento, da chi trasmette investiture direttamente da dio.

Che la sua maestrina dalla penna rossa sia una bionda, ex.ministro della Difesa  ( inquisita per malversazioni, titolo d'onore), sia la fanciulla fiorita all'ombra di CIA e Pentagono e irrobustitasi col sangue di genti innocenti, versato dalle truppe da lei ordinate in Iraq o Afghanistan o Mali. 

Quanto al firmamento sopra questo utensile, hic sunt bisciones. Così l'Europa resta un appendice scodinzolante che sta agli USA come Pantelleria sta alla Scandinavia, quando Storia, Geografia e Logica l'avevano collocata a compimento naturale, complementare, sinergico, del grande e pacifico continente eurasiatico. 

Le cavallette di Draghi

 


Una classe dirigente cialtrona, composta da scappati di casa, trafficoni e traffichini, malviventi e imbroglioni, spie e venduti, magliari incompetenti.Tutti rinserrati nel triangolo con cazzola e grembiulino. Triangolo euro-atlantista-talmudista risciacquato in Cosa Nostra, con un proposito: togliere di mezzo popolo, sovranità, identità, ecologia. Triangolo che veleggia su un globo spianato (i terrapiattisti sono loro) grazie all’insipienza di masse passivizzate, infantilizzate e ridotte in fazioni contrapposte dal ricatto della paura e dal virus vero dell’ignoranza. Triangolo al momento impegnato con entusiasmo a sterminare o disabilitare bambini e ragazzi a forza di miocarditi, pericarditi, trombi e cellulari. E DL Zan.

Guardatelo bene Roberto Cingolani, uno che quanto va facendo all'Italia mette in ombra ciò che Jack lo Squartatore ha fatto e avrebbe voluto ancora fare alle prostitute di Whitechapel. E' uno stendardo, l'emblema, la quintessenza dello Spirito Verde ("Green" per i burini) del tempo. Non ha fatto in tempo a percorrere i due metricubi di valletti e stuoini tra l'ascensore e il suo ufficio con ficus e frigo, che già aveva cosparso Adriatico, Ionio e terre varie di trivelle patrolifere e inceneritori. Sentito l'ecologo Berlusconi e fattosi orecchio di Salini-Caltagirone-Coop, ha resuscitato il ponte sulle bocche di fuoco sotto lo Stretto, a portata di lancio di Polifemo. Poi, visto che, a dispetto dell'Operazione Giulio Regeni, Egitto ed ENI si tengono il giacimento più vasto del Mediterraneo, ha preferito riempire di tubi del fossile (gas) l'intera penisola. Mica per noi, quel gas va venduto ai nordeuropei. A noi l'onore del transito, privilegiando zone sismiche ed eliminando intralci archeo-naturali. Dopo quelli algerino, libico, azerbaijano, ecco, con Cingolani, quello israeliano: 1.900km di miccia esplosiva tra Tel Aviv, patria dei diritti umani (rispetto all'orrore arabo del Cairo), e Otranto. 

ILVA? E' bene che uccida


Stamane, il ministro della transizione ecologica, Cingolani, ha aperto quel suo frigo, si è seduto sulla poltrona di squame di orata dell'Adriatico e ha stappato lo sciampagnino. Aveva appena udito che il Consiglio di Stato ha fatto tabula rasa del sindaco di Taranto, del Tribunale di Taranto, del TAR di Lecce, del popolo ionico, che tutti avevano imposto all'ILVA la fine dell'eccidio di bambini tarantini. E dei rispettivi congiunti. Poi, al telefono, ha brindato con Nichi Vendola. Ma, scusate, il Consiglio di Stato, non è mica quell'organo super partes che, su ricorso del ministro della Sanità, Speranza, aveva reimposto il divieto delle terapie che, diversamente dal vaccino, guariscono dal Covid e ricomandato "Tachipirina, Vigile Attesa e Terapia Intensiva"? E allora, perchè tanto stupore?

Un presidente del consiglio, costituzionalmente primus inter pares, che si è autonominato, di fronte a lingue pendenti e tacchi sbattenti, il Kesselring solo al comando. Uno che non sa nulla di governo, società, democrazia, diritti, alberi, animali, pesi e contrappesi, umanità e libertà, ma dai manipoli nell'aula grigia e sorda è stato elevato ad apostolo dell'atlanto-europeismo, cioè di quell'organizzazione criminale che ci vuole tutti cerebralmente morti e, in numero sufficiente (per Cingolani "3 miliardi e non uno di più"), anche biologicamente. 

Tutto questo in virtù di una categoria che abusa del termine giornalismo nelle sue espressioni proprietarie, editoriali, redazionali. Che dà il meglio di sè e alle masse in salivamenti dei poteri, mistificazioni e rovesciamenti di dati, fatti, interpretazioni, propaganda commerciale, militarista, pandemista e plandemista, gendarmeria delatrice di quanto resta di liberi e pensanti e tribunale speciale contro i reati di libertà di stampa ed espressione.

Da Report a Data Room, banditori del re



La camarilla politico-istituzionale di cui vi ho elencato virtù e fasti, non poteva non dotarsi di una conventicola di banditori alla sua altezza.

Coppia di cavalli di razza, al tiro del carro dell'Omino di burro (Urbano Cairo), sono Enrico Mentana e Milena Gabanelli. Cairo, grande mogol della comunicazione (non informazione) da Paese dei Balocchi; Mentana e Gabanelli, oggi morganicamente "Mentanelli" o, se preferite, "Gabatana", la coppia tracimante di sensi amorosi per il comune impegno a favore del vero, del buono e del giusto, se occorre, addirittura a costo dell'onore. 

Sono stato gratificato personalmente e trasversalmente delle attenzioni  dell’uno e dell’altra, ma se con Massimo Mazzucco, formidabile debunker di fake news e fake giornalisti, lo scontro si è concluso con gioco, set e partita a vantaggio del giornalista, io e i miei compagni di "Come Don Chisciotte/Sancho", ci accontentiamo a fare i raccattapalle, cioè raccattaballe, per agevolare i dritti e rovesci dei nostri "piccoli lettori". 

 


Urbano Cairo sa come si fa comunicazione nel tempo di Davos. Da Davos parte l'ordine di scuderia, da Cairo le pallottole per i  plotoni d'esecuzione. Di solito tre, quattro fucilatori e un giustiziato. Oltre a Mentana, Formigli, Floris, Gruber, Giletti, Tortora, Sardoni e, per ridere, la corte dei comici guidati da Zoro

Mazzucco nel video ci ha deliziato con l'evidenza dei trucchi, da banco in fondo alle elementari, con cui Gabanelli ha provato a sbertucciare Byoblu e Contro TV. Non so se l'imbiondata conduttrice ha suscitato qualche interesse nei probi viri dell'Ordine dei Giornalisti. Sono certo, invece, che l'omonimia con l'editore ha messo in forte imbarazzo la capitale d'Egitto. Ma nell'autodafè  della dama di Sdata Room, c'era anche un tizzone della pira  destinata a incenerire il sito "Come Don Chisciotte". Figurandovi nella rubrica "Sancho", ho il privilegio di poter offrire anch'io il petto ai dardi dei frombolieri di Cairo.  E, dal momento che la celebrata coppia di cui sopra canta di solito armonizzando, visto che chi vi scrive è già stato inchiodato da Mentana sulla sua colonna infame, sorosianamente chiamata "Open", mi illudo che la cavallina storna di Cairo nella filippica sul Corriere abbia pensato anche a me. Sarebbero soddisfazioni.

Sapete perchè a nessuno è consentito dubitare della buonafede e limpidezza deontologica dei due? Perchè, oltre a sparare bazookate di favole di servizio, quando gli vai contro con il tank dei fatti e dati, si dileguano. Così, elencata in un documentario la biografia di Giulio Regeni, tutta nel segno dell'Intelligence e della provocazioni, essendo impossibile il diniego, la risposta non è sul merito, bensì sulla "macchina del fango" di Grimaldi. Punto.

  


Report, c'è anche il loglio

L'ottimo Mazzucco si dispiace perchè la Gabanelli, oggi al Corriere e, prima del mio bravo collega al TG3, Sigfrido Ranucci, per vent'anni star del giornalismo investigativo a "Report", sia caduta così in basso. Non condivido. Gabanelli ieri e oggi, Ranucci, supervirusiano e supervaccinaro oggi, "Report" sempre, sono la più raffinata e cinica forma di manipolazione e disinformazione. Lo strumento è la dissimulazione: colpo al cerchio e colpo, decisivo, alla botte, dissimulato dal primo. Trasmetti un servizio-bomba sul malaffare di certi traffichini, o sui buchi nei controlli sanitari sulle merci alle frontiere e poi, a partire dalla credibilità che ti sei messo in tasca, spari la bomba tossica, o la narrazione commissionata dal "padrone".

Non solo una geopolitica letta sul "gobbo" di Washington, plasmata sulle grandi sceneggiate atlantiste, ma vere e proprie campagne globalreazionarie all'insegna dell'"Ordine del giorno imperiale". Così contro i magistrati, ma pro-pandemia e vaccino, contro il contante, ma pro digitale e le banche, contro l'ENI (poi assolta) e gli egiziani per via di Regeni, ma implicitamente pro Israele e le "sette sorelle", pro non autosufficienti, ma con ferocia inaudita contro i No Tav, le dubbie selezioni di Sanremo, i giochi d'azzardo, ma lo Sputnik V non va bene e la Cina è responsabile della pandemia, la Siria è colpa del "dittatore" Assad (scritto insieme a Loenzo Cremonesi, con me a Baghdad nel 1943, embedded nell crimine USA). Comunque, sempre contro Russia e Cina. Capite perchè a noi, piccolini sulla corsia di soccorso alla verità, ci diffamano e bannano e Report e Data Room veleggiano con il vento in poppa?

Un autista di autobus ha restituito 19.000 euro dimenticati nella borsa da un passeggero. E' un essere umano. C'è chi pensa che questa brigata di parvenue, politici del malaffare, malviventi della politica, scienziati di quarta fila, virologi con indice di qualità infimo, saltimbanchi televisivi, si rassegni a rinunciare all'immenso potere acquisito con la menzogna, l'inganno, la coercizione, il furto e la rapina e poi con l'immunità e impunità e a ritornare nei ranghi. Dimentica che questi non sono più esseri umani. La loro genìa non lo è mai stata, umana. Il trucco consiste nel farci credere che, in fondo in fondo, fregare gli altri è normale, siamo tutti così e  l'alieno è quel conducente di autobus.

Per liberarcene, la Storia ci ha insegnato i calci in culo.

lunedì 21 giugno 2021

Non ci salveremo nè con dio, nè da soli --- TOCCA AGLI ANIMALI

  


https://youtu.be/i_s9CYSisT4 

https://comedonchisciotte.org/sancho-20-fulvio-grimaldi-antropocene-luomo-segnera-la-sua-fine/ 

Questo è il link all’ultima puntata di “Sancho”, rubrica di “comedonchisciotte” che si pensa riprenderà dopo l’estate.

Puntata anomala, parrebbe, dato che esce di chilometri dal seminato nostro solito e finisce in un altro mondo. Un mondo grande, meraviglioso, decisamente fuori e alternativo rispetto a quello che ci stanno prospettando e provano a costruirci attorno a forza di cemento armato e colla cerebrale.

Ma puntata, a mio avviso, tutt’altro che anomala, tutt’altro che “altra” rispetto a quel seminato di informazione libera, incondizionata da dogmi, diktat, interessi più o meno chiari e, perciò, ostinatamente contraria all’esistente e prevalente.

Danza macabra per il day after



L’anti-mondo, l’anti-Terra, l’anti-umano che una manica di mediocri psicopatici, inevitabile – sembra – scoria del genere umano, hanno progettato e ora pensano sia arrivato il tempo per realizzarli, non ha ancora incontrato un valido ed efficace antidoto all’interno della nostra specie. Il lavorìo di lunghissima lena e di improvvisa travolgente accelerazione, grazie ai nuovi strumenti killer della tecno-farma-finanzocrazia, è riuscito a pervertire in propaganda truffaldina ogni forma di comunicazione mediatica, pubblicitaria, accademica, religiosa e spettacolare. Conta di essere avviato al trionfo. Il traguardo prossimo è la nostra riduzione numerica e qualitativa, tale da assicurare a questo spurgo degenerato dell’evoluzione conforti e domini assoluti e totalitari. Almeno per quel poco che rimane di un pianeta in tal modo manomesso e violentato.

 Perché “Sancho” ha scelto, per la sua sospensione stagionale, gli animali? Quella parte della vita che tuttavia ancora ci circonda e, spesso, ci circonfonde e penetra, per quanti olocausti, diniego di spazio, sterminii, estinzioni, inenarrabili sofferenze, umiliazioni, disconoscimenti gli sia stata inflitta nei secoli e millenni e mai come nei tempi della nostra vita presente.

Le violenze, gli stupri di corpo e psiche, i dolori, le frustrazioni, le stragi, spesso solo frutto di piaceri assassini, al di là di ogni necessità, negli inevitabili scambi di morte per vita tra le specie, tutti peraltro unidirezionali a favore dell’uomo, non sono riusciti a togliere agli animali ciò che hanno strappato all’umano: libertà dello spirito (inteso come anima: intelletto e sentimento), dignità, autodeterminazione (nella misura in cui non hanno prevalso i ceppi, le gabbie, il carcere fatto passare per bioparco, la ferocia dei laboratori, degli allevamenti e dei macelli), della caccia per il solo gusto della morte inflitta..



 

Bassotto, l’orizzontalità nel surreale

Il bassotto è una creatura surreale, futurista, dada, tra fantasia e funzionalità. E’ assurdamente lungo e assurdamente basso. Ma per acchiappare la lepre, o la volpe, nella sua tana, non ce n’è per nessuno quando vi penetra il bassotto. E, quando in squadra, non ce n’è neanche per il cinghiale, o l’orso. La presa arriva da sotto, sul vulnerabile. Non per nulla, uno dei più grandi futuristi, Giacomo Balla, ne ha tratto un capolavoro. 

Parto da Lumpi, bassotto tedesco fulvo di tre mesi, incontrato semiselvatico nella foresta germanica che vide la disfatta del console Varo per mano di Arminio. Era il 1945 e la fine di quel mondo sotto le bombe e le conseguenti macerie. Non ce n’era abbastanza per noi, da mangiare, ma per Lumpi noi tre ci si faceva in quattro, oltre al fatto che spesso lui s’arrangiava da solo tra lucertole, faine e uova di fagiano. Qualche preda ce la portava integra, non capivamo se per orgoglio, o per nutrirci. Condividemmo tutto, bombe, corse, fughe, latrati contro il nemico annunciato dalle sirene e poi dai rombi e gli schianti, paure, pianti, la zuppa alle stazioni ferroviarie negli spostamenti e nelle fughe.

Gli stolti, quelli della veduta della società in verticale, dicono del cane con sprezzo: è un servo, ama il padrone, anche se costui lo trascura o maltratta. E’ gente che oggi ama Draghi e ieri il Duce. Non sanno che quello del cane è un ordine sociale che preserva la specie e che l’amore può valere anche per quel poco in te che mi considera e fa parte di un concerto di vita. Eppoi, non è vero che il cane non si ribella. Te la fa pagare e come. Pensate a Melampo, cane in Pinocchio, ma anche primo cucciolo umano. Basta un’occhiata di Ernesto, quando ho sbagliato, per farmi arricciare lo stomaco.

 


 Costi quel che costi

Ci insegnò l’amore, costi quel che costi, senza ricompensa, quello vero, assoluto. Era drasticamente maschio, con quella sensibilità e tenerezza che si dice femminile: l’ideale del genere. Se qualcuno, lassù, mi sfotteva perché italiano, connazionale di Badoglio “traditore”, gli si avventava contro. La qualifica parentale? Fratello, figlio, a volte padre, a volte zio. Sempre compagno, amico. Più Castore e Polluce, che Argo e Ulisse.

Rambo, il capitan Fracassa, l’istrione, l’indomabile, me l’ha ammazzato a calci il medioevo. Il tempo di coloro che ancora obbedivano al comandamento di soggiogare ciò che vola, nuota e striscia sulla Terra. Non si sono mai estinti, ahinoi, ahiloro. E oggi, oltrechè squartare, scuoiare, soffocare in gabbia, sperimentare iniettando, sparare, intrappolare, ferire, perseguitare, bombardare, diffamare, affamare (le sanzioni a mezzo mondo risparmiano forse i viventi non umani?), incatenare, lasciare preda di malattie fabbricate, hanno spalancato alla nuova civiltà. Quella in cui gli altri, umani qualsiasi e animali qualsiasi non ci sono proprio. Non esistono perché non se ne tiene conto. Che spazio, che ruolo può avere una creatura teleconosciuta? L’antropocentrismo giudaico-cristiano è arrivato al delirio di vedere solo se stesso. All’ego-parossismo tra gli attori, ma con ricadute tossiche sugli spettatori e inservienti.

Satana, o l’ignoranza

 Mai sentito il papa dire, proclamare, raccomandare, ordinare, benedire, maledire in merito agli stramiliardi di creature che popolano il pianeta e dei loro diritti, sofferenze, guerre tutte subite? E’ troppo occupato a sottolinearci la moralità del vaccino. Gli animali hanno il torto di sapere che sono creatori di se stessi e padroni del proprio destino. Non devono niente a nessuno. Non temono punizioni, nè si aspettano indulgenze e premi. Niente paure o speranze di retribuzione da parte di un creatore-padrone. Esseri, persone, magari garanti della vita, ma solo su questa Terra. Non interessano. Neanche pagano l’8x1000 e non hanno mai nulla da confessare.  San Francesco è rimasto solo, a fare da foglia di fico.

La setta dei veri satanisti, intendendo per Satana, non il soggettone della bibbia col quale hanno voluto screditare il grande Pan, ma il vero male assoluto. Non l’anticristo, ma l’anti-uomo/donna/animale/vita. Non le macchiette pippaiole incappucciate che punzecchiano l’ostia e rovesciano la croce, ma quelli che allestiscono banchetti globali di carne e spirito umani, sull’Olimpo di Davos e anche, più su, invisibili dietro le nuvole. 

Animali? Non pervenuti



Il Covid non riguarda la volpe, il gabbiano, il merluzzo, la farfalla, la mucca, il cane. E neanche il tiglio, o l’abete. Questi riescono anche a scamparla dal vaccino metamorfico. A loro pensa un’altra forma di sterminio: lo sradicamento dalla nostra scienza e coscienza, dalla nostra vicinanza e parentalità. Non ce ne vestiremo, non li mangeremo neanche più, magari, come un tempo, dopo una vita serena e naturale. Non li considereremo proprio. La nostra casa non ha porte da cui si esce ed entra, non ha finestre da dove escono sguardi ed entrano immagini. Bill Gates ci apparecchia la tavola, il fornitore è Monsanto/Bayer. Ciò che è sopravvissuto, stentando, soffrendo, resistendo allo schiacciamento contro il muro, tipo Palestina (*), per riduzione di habitat, o per acqua, aria, suolo, alimenti avvelenati, scompare nell’inconsapevolezza. Se un adolescente di oggi conosce il nome dell’animale che fa le uova, è già molto.

(*) Com’è che si parla sempre di “Muro di Berlino”, eretto per impedire ciò che ancora si pratica nei paesi da distruggere e dei governi da sostituire, e nulla è detto mai sul muro più alto e lungo del mondo, costruito per prendere la terra a un popolo e poi togliere dalla vista il suo annientamento?

 


Questi delinquenti, spaventosamente minus habentes, stanno a una tavola, con le loro bistecche chimiche e i loro cavoli sintetici. Tavola che manca di gambe. Tenuta su da rotoli di giornali, sospesa da antenne. La biodiversità era il tessuto del cosmo vivo. Ci predavamo reciprocamente da vivi, poi, garantendoci a vicenda più vita, solo da morti. Lo scambio, l’equilibrio è durato milioni di anni. 

Oggi la biodiversità si riduce al dispositivo elettronico. Ernesto bassotto tiene sospesa nell’incertezza la coda a vedere persone di cui, dietro la mascherina, non individua espressione e, dalle mani igienizzate, non percepisce odore. Alexia che parla senza sangue tra i chip gli fa senso. Alexia cui ordini di ammazzare la zanzara e ricordarti il verso del fringuello. Sugli schermi scorrono ombre di altre vite. Curiosità della matrix. Paiono pitture rupestri di evi scomparsi. Ma ad Alexia puoi anche ordinare un film. Magari di quelli che ti rassicurano di essere, tu umano civilizzato, il migliore, minacciato dai peggiori. Quando abbiamo tentato di recuperare un po’ della famigliarità con i nostri coinquilini, ecologismo, animalismo, ci hanno pensato quelli tipo Spielberg a rimetterci in riga contro la natura. Ricordate “Lo Squalo” e tanti affini?

A dirla tutta, quanto a sapere di animali, siamo trogloditi, I monoteismi ci hanno separato per millenni. L’era delle creature antropomorfe, trionfo della parentela e della mescolanza, delle ninfe, dei fauni, dei centauri perfino del Minotauro, non ci ha lasciato memoria. Va recuperata. Il divino, l’eterno, la salvezza stanno lì. Il mio vicario in Terra è Ernesto.

 


Intelligere

Gli animali hanno un’intelligenza analoga e diversa. Per l’armonia del sistema e adattamento ai mutamenti, nettamente “superiore”. Che è quella di saper vivere, collaborare, selezionarsi, difendersi, preservare l’ambiente, l’ecologia (scienza della casa), riprodursi sessualmente in coppia e, in certi casi, anche da soli (batteri, unicellulari, amebe). E i cani, come i lupi, sono esseri sociali, vivono e si regolano in branco. Hanno avuto l’intelligenza e la generosità di permetterci di sostituirci, noi famiglia, al loro branco. Sanno che è la comunità a garantirne il benessere, la felicità, la continuità, come compito primordiale e ultimo di ogni vivente.  Vengono amati dai giusti e maltrattati dagli ingiusti proprio per questo. Come il mio irriducibile bassotto Rambo, prima minacciato da cacciatori, poi ucciso da pastori. 

Quelli di Davos, quelli che hanno espropriato un Olimpo dal quale ci discendeva l’insegnamento del divino in ogni cosai, i GKC (Grandi Killer Cretini) promuovono il contrario di questo. Non sono esseri senzienti, come lo siamo noi, al pari degli animali. Non sanno di amore in primis, da cui si diffondono rispetto, ammirazione, risentimento, offesa, gratitudine, gioco, recitazione, broncio, odio, attesa, fiducia, diffidenza, curiosità. 

Come il capriolo che spunta tra i pini, per allargarti gli occhi addosso. L’orsa che, per la libertà, supera quattro metri di reticolato elettrificato, lo scimpanzè che ti inchioda sulla domanda da dietro le sbarre, il gatto che ti si attorciglia sulle caviglie, il picchio percussore nell’orchestra del bosco. E il bassotto Ernesto, inflessibile scadenzario dei suoi e miei giorni e ordini del giorno. La creatura che ci insegna che il bello sta nel sociale, che è basso e lungo. Il bassotto gli altotti li prende dal basso.



 


sabato 12 giugno 2021

Globalizzazione e cancellazione delle sovranità --- Nell'intervista Playmasternews, il programma della piovra --- Nel testo, i suoi tentacoli all'opera ora


https://playmastermovie.com/globalizzazione-e-perdita-dellidentita-fulvio-grimaldi-2 

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Quod non fecit Virus, vaccinus fecit

IL VACCINO HA FATTO TROMBO

USA contro Europa: Pfizer contro Astrazeneca

A giugno 2021 gli stessi casi Covid del giugno 2020. Allora i vaccini?

G7: armiamoci e partite

In Cornovaglia, nel G7, si sono riuniti i tentacoli maggiori della Grande Piovra. Dalla photo opportunity davanti alle scogliere avete potuto ammirare  facce chè erano meglio gli omini monoculi dell'orrenda pubblicità Sky. Niente, rispetto a quanto questo convegno di soggettoni stregoni ha dichiarato di proporsi: i brevetti non si toccano (siamo qui perchè i vestiti ce li cuciono coloro che dai brevetti traggono ricchezze quanto nemmeno tutti gli Stati di noialtri); i fantastiliardari da vampiraggio sanitario-digitale-militare non si tassano e neanche le loro successioni; l'eurovaccino AZ fa schifo e va buttato, quelli che avanzano diamoli ai poveri, per tutti gli altri, vaccini USA.

Per il resto, che l'Europa parli a monosillabi (preferibilmente "Sissignore!",  o "Comandi!"), sull'attenti e pronta a partire contro Russia e Cina, prima in guerra sistemica,  poi si vedrà. Intanto si prepari con missili, jhadisti, contractors e mercenari vari. Quanto alla rappresaglia, pazienza, è sfiga.

Globalizzazione, fine o trionfo?

Libertà e Sicurezza

Sciocchi, boccaloni e infiltrati vanno sentenziando che la globalizzazione è stata ammazzata dal Covid, dato che ogni paese ha reagito per cazzi suoi. Per quanto tutte le globalizzazioni si siano sempre proposte di farla finita con gli esseri viventi normali, e mai prima con la potenza micidiale e gli strumenti raffinatissimi di oggi, quei quattro psicopatici che oggi la stanno conducendo, stavolta pensano di aver preso per la coda la vittoria finale. Combinando tecnologia, operazioni psicologiche, pressione militare, settori produttivi e finanziari dalla ricchezza inimmaginabile perfino per i più grandi Stati, con il supporto di religioni monoteistiche per quanto decrepite, quello 0,001 di serialkiller nella popolazione mondiale è vicina all’obiettivo. 

Altro che fine della globalizzazione, come si annuncia trionfalmente e ottusamente in bollettini di teste d’uovo rimaste al palo. Solo che a volte ci sono pietre d'inciampo. Quelle dove, per grazia di Giove, Atena, Apollo, culo, qualcosa gli va storto. Tipo il soggettone "Penna Bianca", di quelli che, scappati da Ragioneria, l'Italia rifila con particolare dovizia alle forze armate. Una macchietta nel paese di Arlecchino o Capitan Fracassa, dove eccelle chi è ridicolo o malfattore, che trascina greggi di agnelli bipedi a farsi tosare in uno dei suoi festosi, gloriosi - e micidiali -  "Open Day". Ma poi gli scappa il morto perchè s'era scordato (o no?) di precisare che quella pera di Astrazeneca va bene (boh!) solo agli ultrasessantenni. Quelli che a toglierli di mezzo ci aveva già pensato il lockdown. 



 Figliuolo. Ma carabinieri e pubblici ministeri che fanno?

E Figliuolo, lucido quanto disfunzionale fin dal mattino dopo l'alzabandiera: "Visto che il vaccino AZ fa male e visto che fa anche male la pillola anticoncezionale, anche perchè rende le femmine troppo calde, sparatevi questa terza dose". Più o meno così ha detto l'illustre ginecologo, endocrinologo, virologo che nessuno, pergiove, ha riformato alla visita di Leva. E nessun procuratore (Roma e Milano insegnano di che razzia siano) si è ancora deciso di mandargli all'alba i gendarmi in casa.

Pare, secondo i giudici di Brescia, che i bravi PM dell'ex Procura modello, laureata in  Giustizia Giusta, abbiano un tantino trascurato i documenti di testimoni che provavano falsa e infondata l'accusa all'ENI di aver tangentato il governo nigeriano. Un'accusa che forse si voleva vera e seria, per togliere di mezzo l'impiccio ENI dalla Nigeria. Un po' come la kermesse per Giulio Regeni prova a strappare all'ENI l'Egitto e il suo gas. A favore di chi? La risposta fatevela dare dalla buonanima di Enrico Mattei.

Ti fa fuori il vaccino? Tranquillo, tanti altri no 



Allora i covidioti ti arrivano addosso come tante prefiche urlanti rivelando che Camilla, la fanciulla in fiore all'ombra del vaccino, "dopotutto aveva già una patologia" (di cui l'inoculatore s'era bellamente fregato). Sventolano la legge mosaica, trucida e falsa come tutte quelle, che incide nella roccia la sentenza "nel rapporto rischi-benefici prevalgono i benefici". Siamo alle scommesse, tipo mandrakata, se ricordate. Con Camilla di Sestri Levante, hanno giocato alla roulette russa. Cioè, dichiarano rasserenati che, se crepi di vaccino, stai sereno perchè molti altri no. Sei solo finito su una pietra d'inciampo. Per cui ti rassegni: Tanto vale morire di Covid (o anche no,  perchè, se non ci mettono le mani loro, non ne muori). 

Astrazeneca? Il meno peggio



 


E se ci fosse stato Trump, cui l'Europa, tutto sommato, era gradita quanto lo è a Sisifo il masso da spingere in su e che sempre gli ri-rotola giù, forse ora noi continueremmo a spararci il non-vaccino retrovirale dell'AZ. Già, perchè, a confronto con i prodotti dalle tre società USA con il curriculum criminale più discutibile di quello attribuito a Eichmann, risulterebbe meno letale. Il VAERS, l'organo di Stato USA, che registra morti ed altri effetti avversi dei farmaci, ma in difetto, visto che riceve segnalazioni volontari e non verificate di sanitari coraggiosi (quanti ne sono?), ci racconta che i danni causati dall'eurovaccino sono un colpo di culo rispetto a quanto vanno combinando Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson in America. Le segnalazioni di miocarditi, trombi, coaguli vari arrivano alle migliaia e gli effetti avversi nel primo quadrimestre superano quelli di tutti i vaccini dei precedenti vent'anni.

Allora, amici, cosa abbiamo, la guerra al virus, o la guerra al vaccino europeo? Senza neanche parlare di quell'incubo che è lo Sputnik V russo, efficace, senza accertati effetti collaterali (nonostante accurati test europei) e che, dunque, l'ex-lobbista di Pfizer e soci, Emer Cooke, per questi meriti assunta a direttrice dell'EMA (Agenzia UE che autorizza o no i farmaci), ovviamente ci nega. E tutti questi, pensate, sono ancora a piede libero.

Donde il virus? L'acqua nel mortaio

E' tornata d'attualità un acquetta che un anno fa era stata accanitamente pestata nel mortaio da tutti quanti. Sarà mica artificiale, anzichè naturale, da pipistrello, il Sars-Cov-2? L'avranno mica fabbricato apposta, per farne un'arma biologica? Magari gli sarà scappato?  Il che, giusta l'una o giusta l'altra, serve a togliere un po' lo sguardo dall'uso globale che dell'occasione vanno facendo e per quali fini.

Non mi sono mai appassionato al quesito. Anche perchè non credo che nessuno troverà mai un documento in cui chi scrive firma e confessa di averlo fatto e con quali propositi. Neanche per i campi di concentramento nazisti l'hanno trovato. Figurati per l'abbattimento delle Torri Gemelle a fini di guerre e Stati di Polizia globali.

Del resto la questione è secondaria. Stabilito, al di là di ogni dubbio, che il Covid 19 non è che l'ennesima variazione annuale dell'influenza, solo per certi scienziati a basso Indice H (quello che valuta il valore del ricercatore) più contagioso e virulento di altri, quale motivo c'era per inventarne uno nuovo? L'arma biologica c'era, bell'e pronta, ricorrente ogni cattiva stagione. Bastava pomparla e propagandarla in termini di Apocalisse finale. Lo sapeva benissimo Bill Gates, quando, tre mesi prima, ne faceva la simulazione. Bastava il terrore così suscitato per renderci tutti convinti degli UFO.

La questione primaria è un'altra: il vaccino, cosa ci deve fare e cosa deve rendere a chi lo fa, o lo ordina. Spacchiamoci la testa su questo. Potrebbe diventare la pietra d'inciampo dei globalizzatori. 





















giovedì 10 giugno 2021

Videointervista "Zan e gli altri, l'opposizione di sua maestà" --- TRUCCHI DI SINISTRA DELLA NUOVA DESTRA --- "il manifesto", il Deep State e i fascisti Antifa --- La tratta degli "inferiori" e la tratta dei "disperati" --- L'Egitto per Gaza


Saman, razzismo bilaterale ignorante e strumentale



256 resti di bambini indigeni trovati nel terreno della scuola cattolica canadese. 150.000 bambini indigeni fatti sparire in quelle scuole tra il 1890 e il 1970. 

Per iniziare questa integrazione alla videointervista di "Sancho" ("comedonchisciotte) sui trucchi di destra della "sinistra" al servizio del regime più reazionario e oppressivo mai visto in Italia, una considerazione relativa al caso Saman, la ragazza pachistana uccisa perchè si rifiutava a un matrimonio combinato. Ne hanno parlato e dato valutazioni e analisi di ogni genere. Nessuno però lo ha collegato al razzismo nostro, del nostro pensiero unico, questo sì fascista. Anzi, molto peggio. Un bio-tecno-totalitarismo che riorganizza la società delle classi in termini neofeudali: l'imperatore in  rappresentanza della ricchezza e, sotto, la plebe. In mezzo, solo il clero.

Le parti impegnate nel contrasto propagandistico all'immigrazione, elettoralistico, di tipo salviniano, prendono a pretesto questo orrore per scagliare  ondate di rigurgiti razzisti nel confronto dell'Islam, che non c'entra niente. In tal modo hanno una volta di più scoperto come nella loro opposizione ai migranti non vi sia niente del vantato interesse di porre fine alla tratta e alle morti connesse.

I buoni e caritatevoli dell'accoglienza, costi quel che costi, voltano lo sguardo dall'altra parte, sussurrano qualche riprovazione all'integralismo dei famigliari, o sorvolano. Così sistematicamente fanno nei confronti della terza mafia italiana, quella immigrata nigeriana (prostituzione e spaccio), o per il tasso del 35-45% sul totale dei delitti di violenza o violazione della proprietà attribuiti dal Ministero degli Interni alla comunità immigrata. Fenomeno ovviamente non dovuto a un'intrinseca disponibilità a delinquere del musulmano, ma a quella sussunta dallo sradicato allo sbando, inserito in una comunità estranea, privato di riferimenti sociali e culturali

Ideologie a sostegno dei traffici di schiavi

 


 


Appuntamenti ieri, oggi


Per gli uni, esponenti di un'ipocrisia di chiara marca clericale, le migrazioni  sono cosa buona e giusta e gli immigrati sono tutti da redimere da un destino di morte e disperazione (da cui si libererebbero in una cosiddetta "integrazione" fatta di schiavismo nei campi, nella malavita, nei servizi, nelle fabbriche, nei bivacchi alle stazioni, o nel pedotraffico). Uomini, donne, ragazzi "integrati" perchè deculturizzati, destoricizzati, defuturizzati. Omologati, globalizzati. Per gli altri è una contaminazione insopportabile dei superiori valori morali, intellettuali e civili di noi occidentali di razza caucasica. Il razzismo suprematista equivale al razzismo solidale di chi pretende di migliorare vite sradicandole e disidentificandole. Se la tratta dello schiavismo formale si reggeva sull'ideologia del "nero biologicamente inferiore", quella della manovolanza ONG attuale s'è data la copertura ideologica del "migrante in fuga dalla disperazione".

Religione? Il sussidiario  della tratta

E la religione, cari fustigatori dell'Islam? Non c'entra niente. Il corano, semmai, c'entra di striscio per chi lo interpreta come un Palamara interpreta la magistratura, al servizio del clan. Lo fanno tutti: "Gott mit uns", ricordate?  O l'investitura divina a USA ("In God we trust"), o Israele, popoli guida? E in ogni caso, storicamente catto-evangelica è certamente la più repressiva, ricattatoria e imbrogliona di tutte. C'entra invece antropologia e organizzazione sociale e come si configurano via via le comunità in nazione, tribù, clan, secondo il criterio adottato nelle date circostanze date, ambientali, storiche, di equilibrio, per la propria conservazione e riproduzione. 

I religiosi, non le religioni, possono dare una copertura ideologica, ma i matrimoni combinati sono esistiti ed esistono in società dalle credenze più diverse. Che tutte si pretendono le migliori, ma nessuna vanta il cursus honorum di quelle cristiane. Matrimoni imposti per secoli da noi patriarcali, dai patriarcali buddisti tuttora, dagli indigeni latinoamericani cattolici, evangelici, animisti, patriarcali anch'essi, qualunque cosa proclamino gli zapatisti. Qui la prima pietra è stata in mano a tutti.

Il razzismo de sinistra che agevola il colonialismo: preti e giornalisti

 


E a questo proprosito, mandiamo al diavolo i razzisti alla Giuliana Sgrena e i suoi confratelli/sorelle in euro-suprematismo. Nel solito "manifesto" i Battiston e i Giordana che rimpiangono vent'anni di occupazione genocida e narcotrafficante Nato, lacrimano sulla partenza degli occupanti dall'Afghanistan perchè lascerebbe scoperto uno pseudoregime vassallo, corrotto e rappresentativo di niente e abbandonerebbe le donne alla mercè dei Taliban. Scordandosi, intanto, che Biden col piffero che si ritira, visto che lascia sul posto i mercenari ISIS (che il tiro a tre del "manifesto" vorrebbe confondere con i Taliban) e migliaia di contractor con tana liberi tutti di assassinare, come i droni di Obama. 

Riprendiamoci un frammento di memoria artatamente cancellato pro domo eorum. Ho frequentato per decenni un mondo arabo musulmano e laico, nel quale le città, le persone e i comportamenti erano come a Parigi, o Berlino. Capelli sciolti, da sole per strada, minigonne, matrimoni misti e liberi. Così in Afghanistan col presidente comunista Najibulla (poi impiccato a un lampione per la gioia della civiltà occidentale), in Iraq con Saddam, in Siria con gli Assad, in Libia con Gheddafi, in Palestina, in Egitto. Chi ha spedito i tagliagole integralisti di Massud (per noi " il Leone del Panshir"!) in Afghanistan, i jihadisti che scannano, sposano a ore e poi buttano, bruciano e crocefiggono in Iraq, Siria, Libia, Egitto? Rossanda, inebriata di queste "brigate internazionali tipo Spagna", fremeva e incitava. Credete che fosse ignoranza, stupidità, della raffinata intellettuale comunista? O piuttosto razzismo eurocentrico?

L'Egitto malfamato è l'unico a correre in aiuto a Gaza. Che mascalzone! 


  Aiuti egiziani a Gaza

Preso in contropiede, in pieno sconcerto il "quotidiano comunista", che è anche di Biden, di Hillary e dei Fratelli Musulmani, dal presidente egiziano  Abdel Fattah Al Sisi. Che non se ne sta buono e zitto, a farsi dare dagli atlantisti dell'assassino della probabile spia Regeni, poi scoperta e rimossa dai suoi mandanti. Ma, dopo averne promosso la fine del massacro israeliano, corre in soccorso, primo e unico governo, di Gaza polverizzata. 

Questo governo egiziano che, grazie a una rivolta di popolo, succede al  regime integralista e repressivo del Fratello musulmano Morsi (2013), ha ridato al paese pace sociale, dignità, sviluppo, ruolo internazionale e un'insopportabile centralità geopolitica nella regione. Si è schierato contro l'aggressione alla Siria, ha impedito che il colonialismo tornasse a divorare la Libia, sempre con la Fratellanza Musulmana ad apparecchiare la tavola ai predatori occidentali. Fratellanza il cui braccio armato, ISIS, imperversa da anni nel Sinai egiziano, senza che per questa lotta si levi una sola voce di solidarietà contro il terrorismo. In compenso, un nuovo premier etiopico che, dal Tigray alla regione Oromo e al Sudan, fa la guerra a mezzo mondo, vorrebbe imporre all'Egitto, con il riempimento di una diga del tutto spropositata ai bisogni dell'Etiopia, la morte per sete e desertificazione. 

 


E' l'Egitto che si è adoperato, contro la complicità di tutti, per la fine delle stragi di Netaniahu a Gaza e in Palestina. E ora, mentre tutti si sono già lasciati alle spalle le macerie e i morti di due milioni di ingabbiati nella Striscia, o se ne stanno a braccia conserte in attesa di un'altra apocalisse israeliana, è l'Egitto, primo e unico governo della regione, a correre in aiuto dei palestinesi. Al Sisi ha aperto il valico di Rafah che Morsi teneva chiuso, ha accolto e curato negli ospedali egiziani feriti e traumatizzati. Ora stanzia 500 milioni di dollari per la Striscia e migliaia di camion, gru, ruspe sono entrati a Gaza per la ricostruzione. 

 

Ma cosa scrive, a labbra attorcigliate, Michele Giorgio sul "manifesto"? Pura operazione d'immagine, magari "per sostituirsi agli amici qatarioti di Hamas e non far lavorare le imprese e gli operai di Gaza". Ma si può?! Masticano amaro, con Giorgio, i fratelli musulmani, gli israeliani, gli imperialisti e la fanteria dei servizi giulioregenista.

Mladic, "Il manifesto" offre la corda al boia

E questo foglio locale del Deep State, da noi (non solo) foraggiato a nostra insaputa,.non ha mai smesso. Nel giorno in cui scrivo, tracima di melma pentagonale. Della cenere in capo per la fine dell'assalto all'Afghanistan s'è detto. Rimane da scrollarsi di dosso il giubilo osceno per la condanna di Radko Mladic, eroe della resistenza serba nell'assalto nazionicida dei bombardieri Nato con i soliti mercenari jihadisti. Tribunale-fogna per i "crimini di guerra in Jugoslavia", creato e pagato dagli USA a copertura dei loro (e nostri) crimini di guerra e contro l'umanità. Carcere a vita per il massacro di 8000 bosniaci a Srebrenica, del quale mille prove hanno documentato l'inesistenza e, semmai, il complotto del presidente fascista Izetbegovic. 

 

Radko Mladic alla sentenza: "Quanto vi hanno pagato?"

Sarà così un altro fetido ludibrio giuridico: la condanna di Radovan Karadzic, filosofo, scrittore, definito dai lacchè dell'Aja "responsabile politico della strage". Per quanto questa stampa di muselidi insista a parlare di condanna anche di Slobodan Milosevic, il presidente jugoslavo e serbo, non è mai stato provato colpevole. Per cui, non potendolo mandare libero, lo hanno fatto morire in carcere. Un tribunale tipo Torquemada che non è altro che  Il velo di Maja sulla distruzione euro-americana di una nazione europea. La vendetta dei nazisti con il placet della "sinistra" imperialista. Come, quella, tanto per fare un esempio, degli amatissimi Verdi tedeschi, la cui cofondatrice si è schierata al fronte Donbass, elmetto in testa, con i nazisti ucraini.

La "Verde" tedesca in Ucraina


Padellaro  e l'asino

Per chiudere mi viene in soccorso nientemeno che Antonio Padellaro, già "L'Unità", ora "Il Fatto quotidiano". Sono quei giornalisti il cui QI immancabilmente si manifesta a proprio detrimento ogni volta che azzardano una polemica. La loro specialità, in mancanza di immaginazione, è di provare ad emergenze grazie al furto dell'altrui inventiva, nella speranza che quella sia sfuggita ai propri lettori. Avete presentissimo il termine "covidiota" , usato su larghissima scala da chi nel tranello virusian-vaccinaro non è cascato e indirizzato ai masochisti che vi si arroventavano felici come tanti San Lorenzo sulla graticola. Un lettore tende la trappola all'illustre smorfiosone (nel senso che fa faccette storte a ogni interlocutore da cui dissente) di tutti i talk-show de La7: "No, no, covidioti sono quelli che non ci credono e mettono a rischio la salute di tutti".

Una pera di adrenalina per l'astuto Padellaro che, a QI manomesso, rilancia e dà del covidiota a qualche miliardo di esseri umani che del Lockdown, del tampone farlocco, del vaccino funesto che non è nemmeno un vaccino, della mascherina nullificante, dell'ignoto sparato nei ragazzini, hanno dato un'interpretazione divergente da coloro che ci hanno fatto i miliardi. Domani, il povero Antonio ci dirà anche che a preparare il Grande Reset è quel satanista del Dr. Mariano Amici. Travaglio lo impagina accanto al comico Luttazzi. Ma è lui a far ridere di più.