“Così daremo questo grosso prestito. La
maggior parte tornerà ai creditori, mentre il paese rimarrà col debito, più una
montagna di interessi. Così diventeranno i nostri servi, i nostri schiavi. E’
un impero. Non ci sono alternative. E’ un grande impero, di grande successo”.
(John Perkins)
“Gli uomini, è stato detto, pensano in
greggi. Si vedrà che impazziranno in greggi e riguadagneranno la ragione
lentamente, uno per uno”. (Charles Mackay)
“Finchè l’inganno procedeva tranquillo e
consolatorio, tutti ci siamo fatti ingannare, avallando l’inganno per
incoscienza o, forse, per vigliaccheria”: (William Faulkner)
Come nel
caso di Cuba, dove ci si ridicolizza facendo passare il gigantesco passo
indietro delle privatizzazioni, della subordinazione alla Chiesa e della pacificazione
con gli Usa, per aggiornamento del socialismo alla vietnamita, le sedicenti
sinistre-sinistre, dal “manifesto” in giù, ora si divincolano nell’inguacchio
bersaniano della “non sconfitta” per mettere una toppa alla cazzata
sesquipedale della “rivoluzione “di Tsipras. “La strategia della farfalla ateniese”, titola il manifesto, ancora
a resa dichiarata, e “Ora sarà Atene a
scrivere le sue riforme”. Grottesco, patetico, conferma dell’inanità di
gentucola frustrata, ma irrimediabilmente vanesia che,annegando nel brodo dei
propri ininterrotti abbagli, non perde occasione per saltare sulla prima
carrettata di pugni chiusi che passi al largo. La questione sarebbe irrilevante
se costoro non riuscissero, comunque, a
seminare nebbia tossica in cervelli che, in mancanza di meglio e di una qualche
autonomia di pensiero, potrebbero individuare alternative credibili.