In carovana, con i
Tuareg, sui bombardamenti USA-Nato in Siria e Iraq
Parliamo di Nato, guerre, basi, poligoni. Ma prima un'esperienza istruttiva.
In più di un anno di incursioni, la cosiddetta Coalizione
Anti-Isis, che comprende i maggiori paesi Nato e suoi associati e alleati, non
ha minimamente intaccato la forza e l’espansione dell’Isis in Siria e Iraq. Al
più ha bombardato siti e infrastrutture delle forze governative di Baghdad e
Damasco e si è fatta scoprire mentre dagli aerei lanciava rifornimenti di armi
e viveri proprio alle forze del Califfato e il pilastro Nato Turchia inviava a
ripetizione colonne d i mezzi, con miliziani e approvvigionamenti, attraverso
la sua frontiera in Siria.
Recentemente ho avuto l’occasione di trascorrere alcuni giorni tra i Tuareg. Albe folgoranti, tramonti che trascolorano fiammeggiando in notti nelle quali, a chi arrovescia il capo, arrivano in risposta più stelle che in qualsiasi altra parte del mondo. Spazi abbaglianti di monotonia nell’estensione verso orizzonti sempre inafferrabili, ma di stimoli minuti visivi: dallo scorpione che si arrovella nella sabbia, alla gazzella che graffia l’orizzonte, dal cespuglio che s’intreccia alla serpe, all’acacia del ristoro ombroso vagheggiato per miglia e, intorno alla palma, sul wadi (rivo) ora a secco, il semicerchio di case millenarie di fango e filigrana di paglia imbrunita, quale integra, quale sbriciolata dal connubio con vento, sole e pioggia, nessuna priva di un qualche ornamento che ridisegni i contorni di rupi e nuvole ed esprima desiderio di bellezza. Parole rade e solide che trascorrono tra i cammelli, di gobba in gobba, turbanti e fluide vesti, quasi sempre azzurre, forse a invocare il cielo e le sue benedizioni.Il sonno, nel gelido controcanto della notte alla canicola del giorno, lo zaino per cuscino, la magra coperta sullo spazio sabbioso strappato alla pietraia. Un mondo in cui il tuo di dentro si rispecchia e fonde in quello di fuori. E viceversa.
I Tuareg sono la popolazione che si estende dal Marocco alla Nigeria, al Mali, al Niger e alla Libia e che da decenni rivendica l’indipendenza dello Stato Tuareg dell’Azawad. Per bloccarne l’avanzata è intervenuta nel gennaio del 2013 la Francia, utilizzando il pretesto di una presenza di terroristi Al Qaida. Tuttora la Francia, appoggiandosi a un governo fantoccio, occupa gran parte del Mali, ma non è riuscita ad avere la meglio sulla guerriglia dei Tuareg.