mercoledì 21 ottobre 2015

Assassi-NATO - Dal genocidio di guerra nel mondo, ai poligoni del sociocidio-ecocidio a casa nostra



In carovana, con i Tuareg, sui bombardamenti USA-Nato in Siria e Iraq

Parliamo di Nato, guerre, basi, poligoni. Ma prima un'esperienza istruttiva.
In più di un anno di incursioni, la cosiddetta Coalizione Anti-Isis, che comprende i maggiori paesi Nato e suoi associati e alleati, non ha minimamente intaccato la forza e l’espansione dell’Isis in Siria e Iraq. Al più ha bombardato siti e infrastrutture delle forze governative di Baghdad e Damasco e si è fatta scoprire mentre dagli aerei lanciava rifornimenti di armi e viveri proprio alle forze del Califfato e il pilastro Nato Turchia inviava a ripetizione colonne d i mezzi, con miliziani e approvvigionamenti, attraverso la sua frontiera in Siria. 

Recentemente ho avuto l’occasione di trascorrere alcuni giorni tra i Tuareg. Albe folgoranti, tramonti che trascolorano fiammeggiando in notti nelle quali, a chi arrovescia il capo, arrivano in risposta più stelle che in qualsiasi altra parte del mondo. Spazi abbaglianti di monotonia nell’estensione verso orizzonti sempre inafferrabili, ma di stimoli minuti visivi: dallo scorpione che si arrovella nella sabbia, alla gazzella che graffia l’orizzonte, dal cespuglio che s’intreccia alla serpe, all’acacia del ristoro ombroso vagheggiato per miglia e, intorno alla palma, sul wadi (rivo) ora a secco, il semicerchio di case millenarie di fango e filigrana di paglia imbrunita, quale integra, quale sbriciolata dal connubio con vento, sole e pioggia, nessuna priva di un qualche ornamento che ridisegni i contorni di rupi e nuvole ed esprima desiderio di bellezza. Parole rade e solide che trascorrono tra i cammelli, di gobba in gobba, turbanti e fluide vesti, quasi sempre azzurre, forse a invocare il cielo e le sue benedizioni.Il sonno, nel gelido controcanto della notte alla canicola del giorno, lo zaino per cuscino, la magra coperta sullo spazio sabbioso strappato alla pietraia. Un mondo in cui il tuo di dentro si rispecchia e fonde in quello di fuori. E viceversa.

I Tuareg sono la popolazione che si estende dal Marocco alla Nigeria, al Mali, al Niger e alla Libia e che da decenni rivendica l’indipendenza dello Stato Tuareg dell’Azawad. Per bloccarne l’avanzata è intervenuta nel gennaio del 2013 la Francia, utilizzando il pretesto di una presenza di terroristi Al Qaida. Tuttora la Francia, appoggiandosi a un governo fantoccio, occupa gran parte del Mali, ma non è riuscita ad avere la meglio sulla guerriglia dei Tuareg.

martedì 13 ottobre 2015

INTIFADA FINO ALLA VITTORIA?



“Eppure continuiamo a essere convinti che libertà e dignità trionferanno e noi avremo la meglio. E che quella bandiera che abbiamo innalzato con orgoglio all’ONU sventolerà un giorno sulle mura della città vecchia di Gerusalemme. E non per un giorno, per sempre.” (Marwan Barghuti, Prigione di Hadarim, cella 28)

Guano di avvoltoio
In un parossismo di lucida e calcolata schizofrenia, l’addetto stampa di Netaniahu in Italia, Furio Colombo, che si autocelebra su “Il Fatto Quotidiano” commosso, sdegnato, incondizionatamente solidale e misericordioso a riguardo di tutti i profughi e di tutti i Rom, raggiunge un vertice sublime della sua sionpatologia nel pezzo scritto il 13 ottobre sulla “Terza Intifada”.

La lettera del sei volte ergastolano patriota palestinese, Marwan Barghuti, leader della Seconda Intifada, è la risposta definitiva all’apologeta dello Stato infanticida. Ma lasciatemi aggiungere qualcosa. Il quadro tracciato dal bifronte angelo custode mediatico, vuoi dei rifugiati, vuoi delle SS israeliane, rappresenta un branco di rottweiler addestrati alla ferocia che azzannano inermi e innocui passanti in uscita da un consultorio dell’ Assistenza Sociale. I rottweiler sarebbero gli accoltellatori palestinesi, gli innocui passanti sono  coloro che gli sparano in fronte.