Rieleggere Obama sarebbe come se il Titanic facesse marcia indietro e
colpisse l’iceberg di nuovo.
Amici,
questo è lungo. Una specie di dossier. Ma se non volete farvi imbrogliare dai
media e politici unanimi da destra a sinistra, e conoscere quello che c’è sotto
la pelle nera del Menopeggio Obama, dei suoi mandanti e, quindi, cosa potrà
succedere al mondo e a noi nel prossimo futuro, leggete. Magari spargendo la
fatica su qualche giorno. Ciao.
Chi
si accontenta… muore (Morgan)
Evviva
Obama, che ha tentato, in modo timido ma vero,
di mettere in moto una logica capitalistica progressista.
(Pierluigi Sullo, il cantore del sub Marcos, quello della defunta rivista
Carta(ccia)
La
libera elezione di padroni non abolisce i padroni di schiavi,. (Herbert
Marcuse)
Quando
una società entra in decadenza, anche il linguaggio decade. Le parole sono
usate per mistificare, non per illuminare, azione è liberare una città distruggendola.
Le parole servono a confondere, in modo che alle elezioni il popolo voti
solennemente contro i propri interessi. (Gore Vidal)
Siamo
al bivio: una via conduce alla
disperazione e allo smarrimento. L’altra porta all’estinzione totale. Speriamo
di avere la saggezza di fare la scelta giusta. (Woody Allen)
Nulla
è così indegno di una nazione civile che permettere di essere “governata” senza
opposizione da una cricca irresponsabile che cede a istinti di base. E’ certo
che oggi ogni cittadino si vergogna del suo governo. Chi tra noi ha la minima
idea della dimensione della vergogna che cadrà addosso a noi e ai nostri figli
quando, un giorno, il velo ci sarà caduto dagli occhi e il più terribile dei
crimini - crimine che supera ogni
dimensione umana – uscirà alla luce del giorno?
(Società Rosa Bianca, resistenza tedesca antinazista)
Obama,
effetti collaterali
Nelle 48 ore dopo la rielezione del “meno peggio”
candidato alla presidenza degli Usa, cioè della vittoria di misura, ma
pianificata e controllata, del peggiore presidente degli Stati Uniti dallo
sbarco degli integralisti genocidi, alqaidisti ante litteram, della Mayflower, sono successe alcune cose
significative. In Argentina la ricca borghesia compradora, agraria e
redditiera, annichilita dalla rivolta dei Que
se vayan todos del 2001 (un’anticipazione latinoamericana di Grillo?) e poi
tenuta al guinzaglio corto dai due Kirchner, si è scatenata contro la
presidente Cristina. Motivo ufficiale, una ventilata modifica costituzionale
che autorizzerebbe un suo terzo, per l’Argentina auspicabile, mandato. E’ già
successo, per fortuna, in Venezuela, è malaugurata prassi in Europa, dove il
capo dell’esecutivo può anche caricarsi di 11 mandati successivi (Andreotti).
Motivo vero, le politiche sociali di Cristina, la sua indipendenza dagli Usa,
la sua museruola ad alcune multinazionali (non tutte purtroppo), la sua
amicizia con Chavez e gli altri progressisti del continente e, soprattutto, la
sua legge contro l’oligopolio dei mezzi d’informazione in mano al noto 1%.
Obama inaugura la conferma alla Casa Bianca con la solita rivoluzione colorata
contro uno Stato da destabilizzare. Ora c’è da vedere cosa s’inventa contro
Daniel Ortega, visto che in Nicaragua i sandinisti hanno trionfato nelle
elezioni amministrative e forniscono un pessimo esempio agli assoggettati, ma
non domi, Honduras, Guatemala, Salvador, Costarica.