Per il 24 settembre a Roma è prevista una manifestazione a sostegno dei curdi cui partecipa una vasta consorteria di amici del giaguaro e di utili idioti e contro la quale ci pronunciamo come Comitato No Nato, anche per avvertire tante persone che indubbiamente in buonafede vorranno partecipare all'iniziativa. Sotto la copertura della sacrosanta solidarietà alla popolazione curda che subisce la feroce repressione del despota Erdogan in Turchia, si vuole contrabbandare il sostegno al PYD, partito dei curdi siriani che, con la loro formazione armata YPG, mascherata da Forze Democratiche Siriane, è in queste settimane impegnato, con l'appoggio di terra e di aria delle Forze Speciali Usa, a occupare territori siriani arabi che curdi non sono e a praticarvi una cinica pulizia etnica (come denunciata dall'appello qui sotto dell'arcivescovo di una città siriana invasa dai curdi, Hasakah). I curdi siriani, aprendo il territorio di Royava all'ingresso delle truppe americane, consentendogli di costruire una base aerea in territorio siriano, violando la sovranità della Siria, si sono prestati, in parallelo con l'Isis, a diventare forza mercenaria degli Usa nell'invasione della Siria.
Per coprire questa sciagurata collaborazione con chi da sempre punta alla distruzione dello Stato laico, democratico, multietnico e multiconfessionale della Siria, si attribuiscono ai curdi siriani caratteri del tutto ingiustificati di socialismo, partecipazione democratica, ecologismo, emancipazione delle donne, che sono invece da decenni i caratteri costitutivi dello Stato siriano.
All'evidente collaborazionismo con l'imperialismo e le sue guerre d'aggressione e i suoi ascari jihadisti, che contrassegna la manifestazione romana, aderiscono, oltre alle solite Ong pacifinte, Cgil, Fiom, USB, la micro-Rete dei Comunisti, confraternite cattoliche varie, Arci, Un Ponte per, e altri che troverete nel sito della Rete per il Kurdistan. I responsabili della mattanza inflitta al popolo siriano (e a quelli afghano, iracheno, libico, yemenita, somalo) se la ridono e applaudono.
Homs liberata dall'Esercito Arabo SirianoComunicato della Lista Comitato No Guerra No Nato e della Rete No War Roma
PERCHE' NON ADERIAMO ALL'APPELLO ED ALLA MANIFESTAZIONE DEL 24 SETTEMBREPur avendo sostenuto per anni la lotta del popolo curdo, siamo molto preoccupati delle scelte che una parte della sua dirigenza ha imposto in Siria. Queste scelte e le loro conseguenze non sono assolutamente messe in discussione dall’appello per il 24 settembre:
1) Non viene minimamente condannato il fatto che l'esercito turco ha invaso uno stato indipendente, la Siria, in cui gli stessi Curdi vivono, violandone platealmente la sovranità.
2) Non viene chiarito che gli stessi Curdi della Siria, ed i loro alleati delle "forze democratiche siriane" (spezzoni di vecchie formazioni jihadiste facenti capo al sedicente Esercito Libero Siriano), hanno per primi essi stessi violato la sovranità del loro paese consegnando nelle mani dell'alleato esercito statunitense una serie di basi su suolo siriano.
3) Viene taciuto che gli stessi statunitensi si servono di queste basi per attaccare e minacciare l'esercito nazionale siriano che difende l'unità, l'indipendenza e la sovranità del paese, mentre contemporaneamente l'esercito nazionale viene bombardato anche da Israele, che cura anche i feriti di Fateh al-Sham (ex al-Nusra) e dell'ISIS nei propri ospedali..
L'ultimo deliberato bombardamento dell'esercito USA sulle posizioni dell'esercito siriano a Deir Es Zor, città assediata dalle bande dell'ISIS, che ha causato decine di morti, favorendo così gli attacchi dell'ISIS, dovrebbe far riflettere sulle reali intenzioni degli USA. Gli Statunitensi stanno anche sabotando la tregua umanitaria concordata con la Russia, non onorando l'impegno preso di costringere le formazioni armate da loro controllate a cessare il fuoco ed a distaccarsi dai terroristi estremisti dell’ex al-Nusra ed ISIS.
Fin dagli anni '90 i neocons USA nei loro documenti indicavano una serie di paesi da distruggere perché non compatibili con i loro sogni di domino mondiale, tra cui la Siria, la Jugoslavia, l'Iraq, l'Iran, la Libia e altri paesi. A partire dall'amministrazione di Bush jr le indicazioni dei neocons sono state adottate ufficialmente come strategia della politica estera statunitense. Di questo ci sono oltre che i fatti, varie testimonianze, a partire da una famosa intervista rilasciata nel 2008 dal generale Wesley Clark.
Come conseguenza, fin dal 2011 è stata formata una vasta alleanza filo-imperialista con l'intento di distruggere lo stato siriano laico e progressista, uscito dalle lotte anticoloniali, così come già è stato fatto per la Jugoslavia, Libia, Iraq, Ucraina, Somalia, Costa d'Avorio, Sudan.
Di questa alleanza fanno parte USA, UE, NATO, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, e bande di mercenari jihadisti terroristi che fanno capo all’ex al-Nusra, ISIS, e presunte formazioni "moderate" legate agli USA.
Il movimento curdo siriano, che dichiara di voler lottare per una Siria democratica, dovrebbe precisare se intende portare avanti le proprie rivendicazioni nell'ambito dello stato laico e progressista siriano, che ha assicurato pieni diritti alle donne, e alle numerose religioni ed etnie presenti nel paese, o cercare illusoriamente di realizzare le proprie aspirazioni a costo della distruzione della Siria, programmata da tempo dall'imperialismo, con la creazione di uno staterello fantoccio, stile Kosovo.
Altrettanta chiarezza richiediamo a tutte quelle organizzazioni sedicenti pacifiste e di sinistra, che non mancano occasione di attaccare e demonizzare il governo della Siria, e che oggi trovano un facile alibi nell'adesione all'ambigua manifestazione del 24.
Roma 19/9/2016 Lista Comitato No Guerra No Nato, Rete No War Roma
Per adesioni: comitatononato@gmail.com
APPELLO DELL'ARCIVESCOVO DI HASSAKAH, SIRIA, JACQUES BEHNAN HINDO, “Un grido di aiuto, in soccorso dei cristiani ” è stato lanciato da Mons. Jacques Behnan Hindo, Arcivescovo di Hassaké-Nisibi dei Siri. “Dopo l’annuncio della tregua tra esercito arabo-siriano e forze curde, che prevede la smilitarizzazione, fra l’altro, del quartiere cristiano di Hassaké, le barricate non sono state rimosse, anzi sono aumentate, così come è aumentato il numero delle strade chiuse. La circolazione è diventata molto difficile, se non addirittura impossibile.”. La responsabilità, precisa il presule, va attribuita al partito curdo e al suo braccio armato, che rappresentano solo il 18-20% dei curdi della regione.
“Sono stati occupati l’Ufficio Anagrafe e il Dipartimento Immigrazione e Passaporti, la Banca Commerciale Siriana, le facoltà universitarie dell’Eufrate e di Hassaké, i depositi di grano, gasolio, benzina e cotone, il cui contenuto è stato trasferito.”. La vita della popolazione cristiana diventa sempre più difficoltosa, perché, “i combattenti curdi, l’esercito e i suoi sostenitori hanno occupato decine di case nel quartiere cristiano, ma non è consentito ai residenti di ritornarci, tranne in quelle distrutte perché le forze curde vi si erano stanziate. I curdi appartenenti al braccio armato del partito si sono impossessati di molti mezzi del comune di Hassaké, e li utilizzano per servire soltanto i loro quartieri. Per proteggere gli altri abitanti dalle malattie ci siamo dovuti addossare la raccolta e il trasporto dei rifiuti fuori del paese, tramite veicoli privati il cui acquisto è a carico dell’arcidiocesi.”.
“In tutto questo – aggiunge Mons. Hindo, sono stati colpiti anche i curdi, assieme al resto dei componenti della provincia di Hassaké. Comprendiamo la grande preoccupazione e la tensione che vivono i cristiani e i curdi che non appartengono al partito curdo. Comprendiamo altresì la rabbia che aumenta ad Hassaké a causa del peggioramento delle condizioni di vita, della mancanza di generi alimentari e delle interruzioni quotidiane di elettricità, mentre a Malikieh, che è sotto il controllo dei curdi, non ci sono blackout, e tutte le esigenze vengono pienamente soddisfatte. Comprendiamo infine la rassegnazione dei cristiani che sono indotti ad emigrare.”.