https://www.byoblu.com/2022/06/27/elettrificati-e-devastati-fulvio-grimaldi-in-o-green-o-verde/
Al Link l’ultima puntata della mia rubrica su Byoblu “O Green o Verde”, dedicata al futuro ventilato, minacciato, auspicato, sicuramente promosso, dell’auto elettrica e dell’elettrificazione totale, presunto pilastro della “transizione ecologica”.
Ricordate "Qualcuno volò sul nido del cuculo"? La kapò chbe neutralizzava libertà e rivolta annichilendo i cervelli con l'elettroshock. In senso figurativo, ma nanche tanto, si potrebbe pensare che quella sia diventata una pratica globale. Utile, appunto, alla globalizzazione.
Un’operazione di transizione dalle implicazioni economiche, sociali e culturali enormi, per gli uni salvifiche, per gli altri devastanti e catastrofiche.
In ogni caso, per chi si agita sul piano produttivo e propagandistico dell’elettrificazione l’interesse non è necessariamente indirizzato alla bonifica ambientale. I costi dell’ alimentazione del processo sono altissimi e si basano ancora sull’uso di energie fossili. L’acqua manca e minaccia tutti di sete, carestia e desertificazione? I fossili ci portano a una grigliata universale? Bene, nulla richiede più spreco di acqua, nulla brucia più idrocarburi, che l’estrazione e produzione di quanto occorre per l’elettrificazione.
L’eliminazione, bell’e decisa dall’UE, dell’eliminazione dell’automobile a motore endogeno entro il 2035, porta con sé, oltre alla disoccupazione di massa non recuperabile, una riduzione drastica della mobilità individuale, che resterà riservata solo a strati minoritari con disponibilità finanziarie superiori alla media. Gli altri? In mancanza di vetture a benzina, o diesel o gas, vadano a piedi, o in carrozza. Guarda un po’, quando si diceva “luddismo”.
Nessuno, pur conoscendole, fa riferimento alle gigantesche modifiche della crosta terrestre e di ciò che vi vive sopra che comporta l’estrazione delle materie prime – litio, coltan, cobalto, rame, tungsteno….. – indispensabili alla realizzazione delle batterie. Nessuno pone in rilievo l’enorme problema dello smaltimento di corpi tossici come queste batterie.
Del tutto trascurate restano le implicazioni geopolitiche della transizione, alla luce di quali Stati detengano i giacimenti più ricchi delle materie prime, Terre Rare e quindi possano condizionare sviluppi e rapporti di forza che potranno risultare del tutto alterati. Pensate alla Cina, alla Russia, all’America Latina, all’Afghanistan, paesi dalle enormi concentrazioni di litio e altri minerali. Nell’era del litio, per evitare una capacità di condizionamento, anche ricatto, planetario della Cina, toccherebbe scatenarle contro una NATO nucleare. Non è che questi psicopatici non ci abbiano pensato…Nel loro piccolo avevano già cominciato con il golpe nella Bolivia dei più vasti giacimenti sudamericani di litio.
Poi c’è la questione del clima, del surriscaldamento del pianeta per colpa degli esseri umani, tutti, come dice Greta. Ma a parte l’inesistente affidabilità morale e scientifica di un personaggio prodotto nei laboratori PR della Quarta Rivoluzione Industriale, come delle schiere di giovinetti di regime che le fanno da milizie, il sospetto su questa teoria del cambiamento climatico sorge impetuoso dal dato che i suoi padrini, sponsor e commessi viaggiatori, sono attivi anche su tutti gli altri fronti che puntano al Grande Reset. Non li ritroviamo, forse, nelle azioni e narrazioni della guerra alla Russia e a tutti i “dittatori”, nelle pandemie e nei vaccini obbligatori, nei terrorismi (tutti inizialmente autoprodotti), nelle migrazioni (cioè negli sradicamenti e spostamenti di popoli) da sostenere, promuovere, accogliere, nell’antisovranismo, per le minoranze che nessuno perseguita, ma che sono da difendere come la fortezza di Drogo dai tartari, e via campagnando perché lo Zeitgeist diventi la paura e la conseguente autocastrazione delle genti?
Che questo basti o non basti per alimentare il salutare dubbio che Socrate ha voluto instillare nell’umanità di ogni tempo, ci sono ora anche dati scientifici che nessuno può più addebitare a manigoldi accademici, fossili sostenitori dei fossili, al soldo di petroliferi e gassificatori vari. Anche perché sulle rinnovabili hanno incominciato a buttarsi con passione degna dei miliardi che sono in ballo gli stessi petrolieri e gasieri, tutti più green di una foglia d’alloro al suo primo spuntare.
Ne parliamo nella puntata. Vi anticipo solo che il grande trucco dei gretini e loro mallevadori pare sia smascherato da un dato incontestabile. Alle geremiadi che ogni nuovo giorno, ogni nuova settimana, ogni nuovo mese, ogni nuovo anno, ogni nuovo tutto, sarebbe più caldo di quelli precedenti, c’è una risposta intrigante, fornita da dati satellitari e dai palloni aerostatici meteo che si tendono a ignorare. Ed è che un po’ di riscaldamento c’è, sì, ma a terra e lì misurata, perlopiù nei centri urbani. Non esisterebbe nell’atmosfera. Come mai e con quali conseguenze? Vedere il video. Si chiama così apposta.
Fulvio