domenica 30 aprile 2023

IPOCRISIA--- --- Ventcinqueaprilisti, pacifisti, ecologisti, golaprofondisti…

 


IPOCRISIA

VentIcinqueaprilisti, pacifisti, ecologisti, golaprofondisti…




 BYOBLU-MONDOCANE XXII

Rischiando di farmi dare del soggettone, ho iniziato il mio intervento, nella bella festa del 25 aprile al Teatro Flavio di Roma, stonando una canzone partigiana in sostituzione di “Bella Ciao”, ormai inutilizzabile per eccesso d’abuso di non titolati. E’ quella che fa “Forza, che è giunta l’ora, infuria la battaglia / per conquistar la pace, per liberare l’Italia…”. Una modesta, ma volenterosa risposta a chi del 25 aprile ha fatto scempio quanto della detta canzone, scrivendosi addosso la massima di Francois de La Rochefoucauld:

“L’ipocrisia è il tributo che il vizio paga alla virtù”.

Essendo la virtù quanto avvenne il 25 aprile 1945, il vizio tutti coloro che sotto quella data hanno fatto germogliare la propria doppiezza, corruzione, impostura, vertici dello Stato compresi. Ed essendo l’ipocrisia la ciambella che li tiene a galla.

La Cina fa scoppiare la pace in Medioriente e prova a ventilarla in Ucraina, l’Occidente politico fa scoppiare guerre in un’Africa che promette di prendere il largo dal neoclonialismo.

Un presunto whistleblower di documenti CIA segretissimi, copre un disperato tentativo di rimettere in riga le forze.

Il Dalai Lama, stipendiato CIA, con la sua linguaccia da far succhiare ai bambini, rivela di che pasta fosse fatta la tanto celebrata, quanto feroce tirannia feudale pedofila dei monaci buddisti in Tibet.

E’ la segretaria ecologista, pacifista del partito della sinistra e dei lavoratori? Quante sorprese! Inceneritore sì, armi al fantoccio despota di Kiev sì, assassinio di un’orsa-mamma e dei suoi tre cuccioli sì. In compenso vanta un’addetta al suo abbigliamento a 150 euro l’ora e al suo shopping a 300 euro all’ora. E così che si porta avanti la causa dei disoccupati, dei precari, dei 15 milioni di poveri tra assoluti e quasi.

E dopo aver squartato e avvelenato la Sardegna a forza di poligoni ed esplosioni, non vogliamo farla partecipe dalla transizione ecologica? 700 pale eoliche in terra e in mare, alte fino a 300 metri, a occupare una distesa pari a 10.000 campi di calcio. Fa bene agli umani, ai tonni, agli uccelli di passo, al turismo.

E molto altro.

In onda domenica 30 aprile alle 20.30, poi lunedì alle 12.30, martedì alle 14.30, mercoledì alle 12.30, giovedì alle 14.30, venerdì alle 18.30 e sabato alle 08.00.

LA GENESI - BECCATA DEL PICCHIO XIII - GUERRA INFINITA

 

LA GENESI - BECCATA DEL PICCHIO XIII,



https://rumble.com/v2l2gei-beccata-del-picchio-puntata-13-verso-la-guerra-infinita.html

 

Fulvio Grimaldi, il picchio, dedica le beccate di questa puntata alle variazioni abusive che si sono viste delle celebrazioni del 25 aprile, nelle quali si è esibito chi da decenni non fa altro che sotterrare i valori originari ricordati in quella data, accettando e promuovendo nuove occupazioni straniere, nuove sottrazioni di sovranità, nuovi totalitarismi, nuove guerre agli strati popolari e ad altre nazioni.

Altra fortissima beccata arriva all’anticultura della militarizzazione di società, politica, comunicazione, geopolitica come si esprime, oltre che nelle guerre guerreggiate, in una prospettiva di guerra eterna, come risulta implicita nello spaventoso incremento delle spese militari in tutto l’Occidente politico. Chi è massimo protagonista e traino di questa corsa alle armi sono da sempre gli Stati Uniti, la cui spesa militare è pari a quella dei dieci paesi successivi messi insieme. Se il bilancio del Pentagono arriva a quasi mille miliardi e quello della NATO a 1 trilione e 232 miliardi, l’Orso russo, cui i nostri falsari mediatici attribuiscono ogni aggressività, impegna nel militare appena 86,4 miliardi.

Complessivamente il mondo è arrivato a una spesa globale di 2.240 miliardi, più 3,7% rispetto a solo un anno prima.

Altra beccata, alla luce dei recenti attentati al gasdotto Nord Stream, alla figlia del filosofo russo Alexander Dugin, Daria, al blogger russo Tatarsky, all’Istituto di Cultura russo a Cipro e ricordando l’uso terroristico di bande di mercenari, jihadiste o naziste, punta a coloro che, a partire dall’attentato dell’11 settembre, fanno sistematico ricorso al terrorismo in quella che chiamano “guerra al terrorismo”.

Immancabile e doverosa anche la beccata alla Corte di Cassazione che, con l’assoluzione definitiva dei responsabili, ha voluto affermare, contro ogni evidenza storica, che “non è mai esistita la trattativa” che ha reso esponenti dello Stato partecipi della cogestione con la mafia delle sorti di questo paese. Tragedie incluse. Addio Terzo Potere.

 

 

lunedì 24 aprile 2023

A MILANO CONTRO LE GUERRE --- BECCATA DEL PICCHIO XII, OCCHIO ALLE DISTRAZIONI DI MASS

 

A MILANO CONTRO LE GUERRE

https://youtu.be/caucPXR9Vpw

 



 

BECCATA DEL PICCHIO XII, OCCHIO ALLE DISTRAZIONI DI MASSA

https://rumble.com/v2jljie-beccata-del-picchio-puntata-11.html

 


MILANO

Nei miei giri di promozione del referendum L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA (portavoce del Comitato, Enzo Pennetta) che opera in coordinamento con il Comitato “Generazioni future”, ho avuto la bella opportunità di intervenire alla riuscitissima manifestazione di “Miracolo a Milano”, condotta da Alessio Gasperini, nel capoluogo lombardo.

Come vedrà chi avrà il tempo e la disponibilità di guardare il video, l’intervento prova a riunire puntini rappresentanti diverse e variegate operazioni belliche contro di noi, non necessariamente tutte impieganti armi esplosive. Si va dalla patologia necrofila dei manovratori delle guerre Nato, che si succedono ininterrotte da decenni, alla strategia di depopolazione perseguita dai poteri della transumanità che utilizzano strumenti sanitari, manipolazioni gender, processi di disgregazione delle identità individuali, collettive e nazionali, l’azzeramento culturale attraverso la rimozione della memoria, l’annichilimento dell’intelligenza naturale mediante l’universale applicazione di quella artificiale.

E non mancano i nomi degli autocrati finanzcapitalisti responsabili dei crimini contro l’umanità che oggi i prosseneti mediatici ci accreditano quali operativi della reggenza democratica globale.

 

PICCHIO

Cosa c’è di vero e cosa di finto – e ipocrita – nella rissa sulla “sostituzione etnica”. Chi c’è davvero dietro alle migrazioni di massa e cosa se ne vuole ottenere. Che siano gli stessi delle guerre, della truffa climatica, degli inceneritori, degli omogenitoriali con uteri in affitto, degli occhi strizzati a mafie e speculatori, dell’assalto al Terzo Potere dello Stato, quello giudiziario?

Perché (non) andare a Pesaro nel giorno mondiale della festa del lavoro e dei lavoratori? Cosa preme di più? Un ipotetico Centro di Ricerca pubblico, per ora garantitoci analogo più al nostro centro d’eccellenza Lazzaro Spallanzani che a uno dei biolaboratori installati dagli USA di Biden in Ucraina? O opporci a chi trascina noi e il mondo di guerra in guerra? O impedire all’OMS di conferire un potere assoluto sulle nostre vite a un malfattore al servizio dei Grandi Poteri? O bloccare un governo vendipatria che vuole smembrare la nazione riducendola in piccoli frammenti?

La scelta è tra danno in atto e pericolo incombente, e ipotetico rischio futuro.

Dove una scelta non si dà è in Trentino, dove un autonominato giustiziere arriva addirittura ad assassinare una creatura catturata, un prigioniero impossibilitato a nuocere, colpevole di avere difeso la sua prole, piccoli ora incapaci di provvedere a se stessi e abbandonati a morte sicura. Maurizio Fugatti, spari su innocenti. E quella dell’orsa, costretta in un territorio che tu, uomo, hai sottratto ad altri viventi e colonizzato, vale la vita tua, mia, di qualunque essere vivente. Essendo la vita di una vittima, vale anche di più. Come quella di un qualsiasi palestinese. Se siamo contro Biden, siamo contro Fugatti. A fianco della madre del ragazzo ucciso.

 

martedì 18 aprile 2023

FREMITI NELLO STATO MAFIA: GILETTI, ORLANDI, PICCIOTTI VARI --- FREMITI NELLO STATO CANAGLIA: LA BUFALA DEI PENTAGON PAPERS

 

FREMITI NELLO STATO MAFIA: GILETTI, ORLANDI, PICCIOTTI VARI

Visione TV con Francesco Toscano, Salvatore Borsellino, Aaron Pettinari, Fulvio Grimaldi

https://youtu.be/P2Gt5q2f3aI

https://www.youtube.com/watch?v=P2Gt5q2f3aI

 

FREMITI NELLO STATO CANAGLIA: LA BUFALA DEI PENTAGON PAPERS

Intervista di Paolo Arigotti a Fulvio Grimaldi

(293) 4 chiacchiere con Fulvio Grimaldi - I pentagono papers - YouTube

https://youtu.be/bkFpE-AY7xk

 

Sembrerebbero argomenti vicinissimi a noi, ma distantissimi tra loro. Se però diamo retta alla maestra delle maestre, Maria Montessori e uniamo i puntini, troviamo il solito contesto nel quale, oltre ai burattini sulla scena, vediamo anche i burattinai e il loro copione.

Cosa c’entra, con Giletti, Boiardo, Pietro Orlandi, la bomba-petardo con cui si vorrebbe convincere i gonzi che una recluta ventunenne, fissata di videogiochi, avrebbe sparso al vento (chiamiamo così il New York Times, il Washington Post, la presunta agenzia investigativa Bellingcat, e altri tentacoli dei servizi anglosassoni) segretissimi segreti militari di Stato?

C’entra, perché quando si verifica un uragano tra cime tempestose, sbattono le foglie anche lontani cespuglietti. Del resto è la consuetudine che ce lo insegna: all’ombra del tumulto tra grandi, anche gli gnomi da giardino si agitano. Questione di risonanza.

L’equazione impostaci nel 1945 è sempre quella. Stato mafioso e mafia di Stato, dai tempi di Andreotti, condannato per mafia e poi prescritto (e nel contempo muoiono ammazzati Aldo Moro, Albino Luciani e lo sfrucugliatore di mafiastato e Vaticano Mino Pecorelli), ai tempi di Graviano-Delfino-Mori-Berlusconi (e nel contempo ci fanno le stragi e non si uccide, ma si fa saltare, un giornalista che ci mette il naso). Con in mezzo qualche variante, della quale si occupano Licio Gelli e Gladio.

Ma le scosse all’organismo partono da lontano. La centrale elettrica ha subito un terremoto. Che ha fatto saltare valvole e apparecchi di sicurezza. La globalizzazione è andata a sbattere contro una formazione geologica rocciosa la cui emersione dalle viscere della Storia è riverberata intorno al mondo, producendo effetti dirompenti ovunque. Dall’accoppiamento Putin-Xi Jinping a Mosca gran parte di un mondo sonnecchiante nella narcosi globalizzante, si è svegliato e ha prodotto per partenogenesi tanti BRICS. Che, per scambiarsi le cose hanno iniziato a buttare il biglietto verde e a utilizzare quelli neri, gialli, rossi.

Problema. Per gli altri. Era sulla barchetta di carta e cannoni, fatta con biglietti verdi, che veleggiava la globalizzazione con comandante, partenza e arrivo unici e prefissati.

E siamo ai pizzini partiti dal Centro di Comando della CIA (dal quale ovviamente nulla è mai trapelato, né può trapelare), fatti uscire dai videogiochi dell’aviere del Massachusetts. E prontamente gonfiati e fatti volare dalle pagine di Bellingcat (MI6) e dei fiduciari NYT e WP.

Uno ha rivelato che Zelensky e i suoi reparti SS sono messi maluccio, per cui urge rompere quel maledetto tabù e far arrivare i lungamente richiesti F-15 o F-16 USA, o i Mig 17 slovacchi e polacchi (già arrivati). Altri due sono finiti a Pechino e al Cairo con le parole “Guardate che sappiamo che state fornendo armi ai russi”. Un altro ancora l’ha ricevuto il serbo Vucic con l’avviso “Lo diciamo ai tuoi soci russi che stai mandando armi agli ucraini!”. Il socio ballerino NATO, Erdogan, è stato rimproverato per rifornire di armi i decapitatori della Wagner, il Sudcorea per non fornire abbastanza armi a Zelensky. La stessa Pechino, perché scoperta a rimpinzare Putin di “armi letali”. E via avvertendo e minacciando.

Dunque, altro che whistle blower, o gola profonda. Accuratamente improvvisata opera di disinformazione planetaria. Garantita, a dispetto della rozzezza di chi mena colpi alla disperata, dal concorso unanime dei media.

Segni che la situazione sta sfuggendo di mano a quelli dei pizzini dell’aviere Jack Teixeira. Una crisi di nervi che si ripercuote su di noi col tentativo di stabilizzare questo mattoncino Lego nella sua storica funzione di contribuire a tenere in piedi il palazzo, o Grande Carcere. E quando perfino un’altissima figura come il Capo dello Stato si precipita nel paese più istericamente guerrafondaio della costellazione a stelle e strisce, la Polonia, ad avallare la sceneggiatura holliwoodiana del Jack the Ripper russo che stermina bambini e decapita prigionieri, si capisce perché, anche qui da noi, i nanetti da giardino si agitino.

Il resto nelle trasmissioni. Con meno oscure e forzate metafore.

 

lunedì 17 aprile 2023

ASSANGE NON E’ PIU’ SOLO

 


https://www.byoblu.com/2023/04/12/julian-assange-4-anni-in-cella-senza-processo-ha-svelato-il-lato-criminale-del-potere/

 

La mobilitazione per la liberazione di Julian Assange, il giornalista che con il suo Wikileaks ha smascherato menzogne, occultamenti e delitti del cartello criminale imperiale, sta mettendo in crisi l’intero apparato dell’informazione manipolata e pilotata.

Nel quarto anniversario della sua cattura da parte della polizia inglese, che a forza lo ha estratto dall’ambasciata dell’Ecuador in cui era stato prima accolto e poi sequestrato e dopo quattro anni dio inumano trattamento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, diventano inarrestabili nel mondo.

Il muro dell’omertà e della viltà dell’informazione generalista si va sgretolando. L’enormità del sopruso inflitto a un giornalista che non ha fatto che il suo dovere, e il significato che tale sopruso comporta per la libertà di stampa nel mondo, occidentale, dominato dalle oligarchie dell’informazione, ha fatto breccia anche tra chi prima esitava a unire la sua voce alla protesta.

Da Roma a Milano, da Londra a New York, da Canberra a Berlino e Parigi, si succedono presidi, cortei, flashmob, convegni per esigere la liberazione di questo nostro martire della libertà.



Il proposito di estradarlo negli USA e farlo rinchiudere a vita, silenziando per sempre lui e tutte le voci libere nel mondo diventa, con ogni mobilitazione, un crimine sempre più difficile da realizzare, anche per la sedicente “patria della democrazia”.

lunedì 10 aprile 2023

 


Crolla la sistemazione imperialista del Medioriente

LA PAX CINESE CONTRO LE GUERRE ATLANTOSIONISTE

 

https://www.youtube.com/watch?v=-s5VZgnGD70

https://youtu.be/-s5VZgnGD70.

 Paolo Arigotti intervista Fulvio Grimaldi

 

Partiamo dal fatto, consolidato da Storia, cronaca, logica ed esperienza personale, che di quanto emana, anzi rigurgita, da CIA, MI6 (i servizi esteri britannici), Mossad e Shin Bet (il servizio interno israeliano) è sistematicamente inteso a prenderci per le chiappe. E’ falso 10 volte su 10 e, anche fosse vero, diventa falso per le intenzioni recondite che cela.

 

Poi ogni tanto inciampano. La pietra d’inciampo, l’altro giorno, è stato il povero nostro connazionale Alessandro Parini che, sulla sua pelle, ha fatto un’esperienza diretta dell’ospitalità israeliana.

 

Prima la polizia sparacchiona locale ammette che il ragazzo è stato colpito da un proiettile, che tale proiettile si trova conficcato nel corpo di Parini e precisamente nella gamba, anzi no, nella testa. Passano poche ore, arriva ad affrontare l’immane imbarazzo della verità, il più esperto servizio segreto domestico del mondo: “Non c’è nessuna pallottola, nè nella gamba, né nella testa, ma il giovane è stato ucciso dall’immancabile terrorista arabo, lanciatosi a velocità folle sul gruppo di turisti”.  

 

C’è poi quel supertifoso del Tel Aviv, tale Stefano Piazza di “La Verità” (encomiabile giornale per quello che scrive contro il complotto Covid) che bonifica le bugie dello Shin Bet mettendoci il carico da 90: “E’ uscito dalla macchina e ha sparato all’impazzata”. Fa il paio con quanto, travolto dall’orgasmo sionista, aveva scritto sulla moschea di Al Aqsa, stuprata dai militari israeliani: “Nella moschea si erano asserragliati militanti armati fino ai denti”. E’ uno che non teme il ridicolo tombale, quello che con una risata seppellisce lo scribacchino.

 

Che non conosceva. Per lui avrebbe potuto anche essere fratelli arabi del Kuweit, o di Beirut. O magari suoi cugini. E non era nemmeno un terrorista, tantomeno un estremista. Pacifico negoziante di giocattoli, che con la moglie faceva anche le pulizie in scuole israeliane, arabo dei dintorni di Tel Aviv, da una vita in pacifica convivenza con gli israeliani ebrei, e pure cittadino israeliano.

 

Cosa raccontano i suoi parenti? Che, padre di sei figli, erano notti che non dormiva per qualche grossa preoccupazione finanziaria. Che non aveva mai fatto niente, né di politico, né di militante (e la polizia conferma), che deve aver sbandato e quindi fatto finire la macchina sul gruppo di turisti.

 

Sarò inguaribilmente fazioso, ma è da oltre sessant’anni che bazzico da quelle parti e mi risulta, personalmente e generalmente, che se vogliamo stabilire una relazione aritmetica, le verità israeliane stanno a quelle palestinesi nel rapporto di 1 a cento. Sulla falsariga del rapporto tra quanto dicono Zelensky o Biden e quanto dice Putin. Non sempre subito, ma dopo un po’ ci sono sempre le prove.

 

Nell’intervista, ricordato quanto hanno fatto Netaniahu e il camerata Ben Gvir ai palestinesi negli ultimi giorni (settimane, mesi, anni, decenni…) per distogliere gli occhi dei concittadini dalle malefatte loro e di tutto il regime (senza riuscirci, a quanto pare oggi), diamo un’occhiata geopolitica all’insieme della regione. Vedendo cose che ai Netaniahu e soci atlantici e atlanticisti devono essere andate di traverso come niente dai tempi delle botte date da Pancho Villa ai soldati yankee invasori.

 

Ed è anche per questo che la giunta di Tel Aviv ha scatenato, o minacciato, l’inferno su palestinesi, siriani, iraniani. Gesti mossi dall’ira, più che dal raziocinio. Già, perchè arrivano in ritardo sulla crepa apertasi nella regione e che minaccia di inghiottire sia la Grande Israele, sia tutte le basi americane: la pax cinese.

 

Dite quello che vi pare della Cina, ma qui Xi Jinping ha inflitto ai maniaci delle provocazioni e aggressioni, una lezione da farli restare in ginocchio sui fagioli per il resto dell’impero cadente. Il superamento del conflitto nelle varie aree del Medioriente, tenuto in vita per gestire l’ordine, anzi il disordine locale (e la vendita di armi), avvicinatosi con la stretta di mano, realizzata a Pechino, tra i due giganti della regione, Iran e Arabia Saudita (con al seguito monarchie e Stati laici soddisfattissimi), rischia di mettere fuori gioco sia l’imperialismo necolonialista euroamericano, sia il ruolo israeliano di pivot regionale (e oltre) per chi deve vivere e chi deve morire.

 

I dettagli nell’intervista.

 

domenica 9 aprile 2023

Colpi di coda contro la pace “cinese” in un Medioriente che cambia faccia… e la cambia al mondo

 

Colpi di coda contro la pace “cinese” in un Medioriente che cambia faccia… e la cambia al mondo

 



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 BECCATA DEL PICCHIO Puntata 9

 

Ostacolato nella manovra contro la magistratura, portata avanti nel quadro della lotta della comunità NATO per eliminare due dei tre Poteri, legislativo e giudiziario, isolato nella sua bellicosità dalla rimessa in questione, per mano della Cina, degli storici conflitti nella regione, il regime parafascista di Netaniahu e Ben Gvir, pratica il solito diversivo della guerra ai palestinesi e alla Siria, in atto, e di quella annunciata contro l’Iran.

 

Dopo la ripetuta irruzione nella Moschea di Al Aqsa, terzo luogo sacro dell’Islam, in violazione di tutte le convenzioni, con pestaggi, ferimenti e arresti di centinaia di fedeli inermi in preghiera, l’esercito israeliano ha lanciato la sfida alle modeste risposte praticate da Hamas da Gaza e dal Libano, con alcune decine di razzi, sostanzialmente inoffensivi

 

Ha colpito i campi profughi palestinesi in Libano, campi della disperazione e dell’abbandono, da cui afferma siano partiti i razzi, ma ha evitato di lanciare missili sulle basi di Hezbollah, memore delle due sconfitte subite da queste milizie volontarie nelle due invasioni del 2000 e 2006. Ma ha raso al suolo l’inerme Gaza, polverizzando di nuovo edifici di abitazione, ospedali, una scuola, infrastrutture produttive e dei servizi basilari.

 

Questa feroce escalation non deve essere attribuita solo agli istinti razzisti e  al regime di apartheid che non possono non essere attribuiti al regime di Netaniahu e Ben Gvir. Segue a una progressiva intensificazione delle misure repressive (che vedono, tra le altre violazioni dei diritti umani, 1000 palestinesi detenuti da anni senza processo e senza accuse. Invasioni di abitati palestinesi, in particolare nel campo profughi di Jenin e nella città di Nablus, si sono succedute, provocando decine di morti e centinaia di feriti, Ovviamente, quel poco che, con mezzi praticamente inesistenti, i palestinesi riescono ad opporre agli assalti di uno degli eserciti più potenti del mondo, come anche le reazioni spontanee di popolazioni esasperate e senza speranza, meritano in Israele, come nella nostra sedicente Comunità Internazionale, la qualifica di terrorismo.

 

Tutto questo succede nella totale immunità dello Stato dei soli ebrei, come si definisce costituzionalmente Israele, in faccia a 7,5 milioni di palestinesi (tra cittadini di Israele e cittadini di niente), tollerato dallo stesso Occidente politico che riversa i beni, le armi, i soldi dei propri cittadini, per quanto malmessi, nella tirannia guerrafondaia di Kiev.

 

“Comunità internazionale” che, con ogni evidenza condivide la prospettiva del regime israeliano di uno Stato monocratico, vale a dire del solo potere esecutivo, affrancatosi dagli altri due. In Ucraina questo progetto è realizzato, da noi, in Francia, negli USA, in Israele, ci stanno lavorando. Sarebbe il Grande Reset. Per cui, piena comprensione a Netaniahu, Ben Gvir, all’esercito di occupazione e ai suoi paramilitari delle colonie, se con il diversivo dell’aggressione ai palestinesi, queste forze del Nuovo Ordine cercano di distogliere la popolazione ebraica dalle sue potenti proteste contro il governo.

 

Ma sicuramente l’escalation di Netaniahu è determinata anche da un altro movente. Il risolutivo – per una prospettiva di pace e stabilizzazione - intervento diplomatico della Cina in Medio Oriente ha profondamente alterato i fin qui consolidati equilibri geopolitici regionali. A netto scapito di chi vi agiva da manovratore dei fili, USA, Israele e, in misura, minore l’UE, e con grande vantaggio di chi si muoveva per superare tensioni e conflitti.

 

La ripresa dei rapporti diplomatici tra i due grandi protagonisti dell’annoso scontro strategico (ma fatto passare per religioso), Iran e Arabia Saudita, sancita a Pechino grazie alla mediazione di Xi Jinping, con annessi accordi per reciproci investimenti economici e un comune apparato di sicurezza per la regione, cambia le cose nel Medioriente, con effetti su tutta la geopolitica mondiale.

 

Le ricadute sono incalcolabili. Si ripercuotono beneficamente su tutti i conflitti che da anni e decenni divampano in Medioriente, con per protagonisti, diretti o dietro le quinte, questi due stati, Iran e Arabia Saudita, che si affrontavano per interposte milizie, armamenti e finanziamenti. In Siria gli aggressori, a parte i bombardamenti e l’occupazione curdo-statunitense del Nord Est e i jihadisti protetti dai turchi a Idlib, sono le bande terroriste addestrate e armate dagli USA e finanziate dai sauditi e dagli Emirati. In Yemen i sauditi e Abu Dhabi, guidati dai radar e dall’intelligence USA, bombardano da 8 anni (300.000 morti, quasi tutti civili, distruzioni inenarrabili, colera e fame) e Tehran sostiene la lotta di liberazione degli Houthi. In Libano i sauditi agiscono per interposte fazioni musulmane e cristiane per controllare il paese, già cassaforte della regione, ed eliminare dalla scena l’unica vera forza di difesa nazionale, gli Hezbollah, che se la devono vedere anche con Israele.

 

Preparata dalle aperture alla Siria di Assad, perno di tutta la conflittualità Mediorientale, da parte di Egitto, Oman, Lega Araba, e ora anche Emirati, la ripresa di rapporti normali tra Arabia Saudita e Iran, grandissimo merito della Cina (che, come per l’Ucraina e, più in generale, con la Via della seta, si muove lungo l’asse della multipolarità e della coesistenza, cambia le carte in tavola. Sottraendo quelle decisive per la “strategia del caos” a USA, Regno Unito, UE.

Potrebbe essere una rimodulazione in positivo delle sorti dei popoli di questa regione e dei loro rapporti reciproci. Netaniahu, con la sua arma di distrazione di massa, che si unisce a quella di distruzione di massa, praticata da 70 anni su palestinesi e popoli arabi vicini, per assicurare il dominio all’imperialismo, è contro questa prospettiva che ha scatenato le sue provocazioni contro i palestinesi, la Siria e l’Iran.

 

 

 

giovedì 6 aprile 2023

GANGS OF NEW YORK

 

GANGS OF NEW YORK

La corte distrettuale di Manhattan incrimina Donald Trump

 


https://youtu.be/LIIJNbM1yYU

Visione TV – Conduce Francesco Toscano. Partecipano Giammarco Landi e, dagli USA, Umberto Pascali

 

Fallite le operazioni Russiagate e Capitol Hill, rimanevano le elezioni truccate a favore di Biden. Fallito, con la sua candidatura alle presidenziali del 2024, per le quali risulta già il favorito, il tentativo di eliminarlo dalla scena politica, restava la via giudiziaria.

L’aspetto grottesco nel quale sprofonda l’intera operazione, è la natura ibrida e quindi compromessa in partenza, del sistema giudiziario USA, nel quale i magistrati sono esponenti di partito e, come nel caso del Procuratore di Manhattan, sono obbligati a fornire risposte a chi li ha fatti eleggere. E’ la clamorosa negazione del principio della divisione dei Poteri, alla base della democrazia.

Alvin Bragg, procuratore distrettuale di Manhattan, è iscritto al partito Democratico e, quindi, infeudato alle manovre dei famigli di Biden e dei suoi alleati Neocon per impedire a Trump di costituire un’alternativa, probabilmente vincente, alle prossime elezioni. Infatti, dopo l’incriminazione, i sondaggi indicano un’ulteriore impennata del sostegno all’ex-presidente.

La clamorosa disparità di trattamento di media e magistratura tra Trump e Biden, sommerso da infiniti scandali di corruzione insieme al figlio Hunter, dei cui misfatti, rivelati dal suo computer, autorità di polizia e giudiziarie impediscono la pubblicazione e l’incriminazione.

I risvolti interni e internazionali di un conflitto tra Trump e l’establishment al potere, sul piano delle politiche economiche (banche, farmaceutici, industria militare, delocalizzatori, contro industria manufatturiera nazionale), come sulle strategie geopolitiche (globalismo, unipolarismo contro multipolarismo e distensione).

Donald Trump non è un eroe dell’emancipazione dei popoli. Durante la sua presidenza ha subito condizionamenti anche pesanti e ha compiuto scelte dagli effetti negativi, a partire da Medioriente e America Latina. E’ da vedere se sono da attribuire a iniziativa autonoma, o a costrizioni che rimandano alla fine dei due Kennedy. Ma il ruolo assunto dalla Cina a fianco della Russia di Putin e i suoi clamorosi successi nella mediazione per la fine dei conflitti in Medioriente, insieme alla crescita del ruolo dei BRICS, potrebbero contribuire a creare un’ambiente favorevole agli obiettivi di pace che Trump ha annunciato di voler perseguire nel caso di una sua nuova presidenza.

Fulvio