I meglio fichi del bigoncio in soccorso al
carnefice
https://twitter.com/i/status/1230448143973732352
Colonna prima di russi e di turchi
pattuglia il confine turco-siriano. Notare la differenza tra come la popolazione
accoglie i russi e poi i turchi
Una novena per Al Qaida
Che il papa argentino (che in Argentina non mette piede),
connivente dei generali dei Desaparecidos e il suo Segretario di Stato Parolin,
motore della Chiesa antichavista venezuelana e ospite di Bilderberg, si inserissero,
anzi, prendessero la guida morale della campagna contro la Siria e in difesa
del terrorismo erdoganian-jihadista, non stupisce. Bergoglio si era già
qualificato con i suoi “appelli”, ispirati all’inversione zanotelliana della
verità, a denunciare le “violenze”, non del carnefice invasore e terrorista, ma
del difensore della pace, della civiltà, del diritto, Bashar el Assad. Niente
di sorprendente neanche qui, se si guarda al ruolo di protagonista assoluto che
la Chiesa globalizzante di quest’uomo assume nel promuovere lo sradicamento dei
popoli dal Sud del mondo, per fornire a lui pecorelle tramite tanto Caritas
quanto Ong e, ai suoi affini laici, materiale schiavistico per incrementare gli
utili.
Sapendo abbastanza della Chiesa Cattolica, cristiana tutta,
e dei suoi 2000 anni di collusione con i più brutali, sanguinari e manipolatori
sistemi di dominio sugli umani normali, non è tanto questo allineamento con gli
odiatori ontologici di vittime potenziali e effettive che sconvolge. E’quell’omino
incolto, disconoscente, di un’ambizione e una pretenziosità pari solo
all’incontrollato opportunismo, della cui continua esistenza politica e del cui
continuo, disastroso ruolo nel Movimento Cinque Stelle, mi scandalizzo. Avete
presente un guscio d’uovo vuoto, su cui qualcuno ha dipinto una faccia? Ecco Di
Maio.
Tra Di Maio e Di Battista….
Metto al confronto, che è di una abbagliante evidenza, con
la recente vergognosa uscita dell’omino Di Maio, i reportage che Alessandro Di
Battista ci ha fatto dall’America Latina, prima e, ora, dall’Iran. Dimostrano
studio, osservazione diretta, sensibilità umana, consapevolezza storica, conoscenza
dei termini del particolare e del generale, enorme rispetto per i giusti e
deboli e capacità di valutare chi è vittima e chi è aggressore, a dispetto
delle deformazioni di un sistema politico-mediatico odiosamente prostituito ai
distruttori di nazioni e popoli. E questo al netto della sua azione politica a
casa che, segnano la maturità politica del popolo 5Stelle, gli ha meritato, a
grande maggioranza, il primo posto nei favori del movimento.
Gli sguatteri dei padroni e i pifferai della menzogna si
sono precipitati ai ripari di quella che prometteva di essere la liberazione di
uno degli ultimi pezzi di terra strappato alla Siria dalla cospirazione
militare e terroristica Usa-Nato-Turchia-Golfo, la vera Coalizione del Male che
imperversa oggi sul Globo. Spicca tra i meglio fichi sopra nominati questo
geopolitico, perfettamente consapevole di chi è oppresso e chi sfruttato, cui
una congiunzione astrale nella galassia del Muselide, di quelle che capitano
ogni par di milioni d’anni, ha concesso la nomina di ministro degli esteri, non
del Lichtenstein, del paese crocevia nel Mediterraneo tra Nord e Sud, Est e
Ovest. ll diversamente anglofono che per virus dice "vairus".
Un appello per Erdogan e Al Qaida
L’appello della
vergogna (ingrandire), da assolutamente leggere e provando a non rimettere
Luigi Di Maio, di cui nessuno metterebbe in discussione la
potenzialità di ottimo sindaco di Pomigliano, brilluccica addirittura primo nella
lista dei 14 ministri degli esteri europei che hanno firmato un appello degno delle
loro divinità #MeToo agli Esteri, come Madeleine Albright (“500mila bambini
da noi uccisi in Iraq valgono la candela”), o Hillary Clinton (“Gheddafi
linciato, Libia massacrata, che ridere!”). L’ominicchio anticasta e
antisistema capeggia una fila di maitre del banchetto imperiale che
vanno a stracciarsi le vesti di sicari, insanguinate dalle vittime siriane,
perché a Idlib ci sarebbero stragi di civili, scuole, ospedali, donne, bambini
(ricordate Aleppo alla vigilia della liberazione?), addirittura le ampiamente
smentite armi chimiche, tutte ovviamente di Assad. Per cui, spapagallando
Pompeo, ci vorranno altre sanzioni a Damasco, se non la smette e si ritira. E
ha ragione Erdogan, quando rivendica il suo diritto di capo-tagliagole, a
impazzare con soldati e bruti mercenari in casa altrui e far fuori chi gli dice
di togliersi dai maroni. Un tempo il M5S chiedeva la fine delle sanzioni e
condannava la guerra alla Siria.
L’inversione della colpa
Sull’attacco degli Alleati in Europa, carnefici di guerra
vincenti contro carnefici di guerra vinti, ma detto della “liberazione”, chi
oserebbe condannare i “liberatori” per le vittime che lo scontro ha comportato?
E, anche dopo, in Algeria, Vietnam, Cuba, Cina, si sono addossate ai liberatori
dai predatori colonialisti i caduti, i profughi, le distruzioni? Avevamo ancora
una minima capacità di individuare colpe e chi ne era colpito. Delle apparenti
500mila vittime del crimine antisiriano, di tutte indistintamente le
distruzioni, di ogni atrocità commessa da chiunque, tutta la responsabilità
risiede esclusivamente su chi ha aggredito. E’ scientifico.
Un grottesco concentrato d’odio per la Siria, in procinto
di ricuperare, a costo di oceani di sangue versato dai suoi eroici figli e
dalle sue figlie in armi, o sotto le bombe, una parte della sua terra amputata
dalle più orrende orde di subumani che impero abbia mai saputo mettere in
campo. Quelli che i mandanti e loro presstitute, e anche qualche testa di
minchia “democratica” che si ritiene pacifista, chiamano, strizzando l’occhio, “ribelli”,
o (“il manifesto”), “opposizione islamista”. Per Di Maio, che forse, spostando Pinochet
dal Cile al Venezuela, non sa di cosa parla, ci sarebbe da ridere. Solo che
quella voglia si disintegra a vedere attraverso la lettera, in trasparenza, le
centinaia di siriani morti e il grande paese fatto a pezzi. Non gliela perdono,
a Giggino.
Due M5S
A parte tutto il resto, come anche i punti di programma
ultimamente indicati da Alessandro Di Battista, basterebbe la voragine tra
questo Di Maio delle sanzioni a chi difende patria, diritto, civiltà, vita,
l’umanità intera, dalla cospirazione USA-NATO, e il Di Battista della penna
puntata sui misfatti di questa coppia di moloch, per rendere chiara
l’esistenza, ormai, di due movimenti 5Stelle. Quello della resa e
dell’inserimento nel sistema e quello della terza via, fuori dall’establishment,
dai suoi somari di razza e dalle sue turpitudini. A me paiono inconciliabili e
che una scelta si imponga a tutti, pena la fine. Oblio al primo, affogato nelle
polverose poltrone, lunga vita al secondo, nelle strade, piazze e case
d’Italia. Purchè ci si muova! Si fallirà, si verrà fatti secchi. Ma si andrà contenti di averci provato. E’ il
messaggio che si lascia, che conta.
Libertà come “disastro umanitario”
Da un paio di mesi, l’Esercito Arabo Siriano è alla
riconquista e liberazione della provincia di Idlib, a nordovest. Con il nord-est
petrolifero occupato dagli americani e dai loro ascari curdi, la zona di Afrin
al centronord, invasa dai turchi e una base americana nel Sud, ad al-Tanf, sono
gli ultimi territori della Siria che le forze armate del popolo, assistite da
russi, Hezbollah e iraniani, dopo vent’anni di guerra d’aggressione da parte di
mezzo mondo, con il corredo delle atrocità più terrificanti prodotte dalla
manipolazione degli esseri umani, non hanno ancora ricuperate.
Come al tempo della liberazione di Aleppo, la legittima,
sacrosanta, operazione che uno Stato conduce per ricuperare integrità e
sovranità e restituire al proprio popolo una società in pace, un cammino di
civiltà da riprendere, una ricostruzione da mettere in campo e una vita giusta,
libera e serena, dovrebbe suscitare approvazione, gioia, concorso. In Occidente
suscita collera e invocazioni a supporto dei carnefici. Sono politici della
stazza di Di Maio, guardioni di palazzo come tutti i nostri governanti, o
informatori venduti che si abbeverano alle fonti tossiche manovrate dagli
aguzzini, i famigerati “Elmetti Bianchi” creati e pagati dai servizi
britannici, o tale “Osservatorio dei Diritti Umani” installato dagli stessi
servizi e gestito da una spia siriana a Coventry sulla base di telefonate e
dispacci di amici.
Indecente, la vittima predestinata resiste
L’allarme è scattato quando l’esercito siriano e le forze
aeree russe si sono permesse di reagire a mesate e mesate di attacchi da parte
della feccia terroristica rastrellata da Nato, turchi e petrodespoti dal
Marocco alla Cecenia alla Bosnia e allo Xinjang. Incessanti bombardamenti e
incursioni nelle zone liberate di Aleppo e della stessa Idlib, perfino sulla
base aerea russa di Khmeimim. Il sultano che ha eletto il ricatto di tutti a
strumento del proprio imperialismo ottomano e fondamentalista, aveva finto di
concordare con i russi, a Sochi e ad Astana, la demilitarizzazione di Idlib ed
il disarmo e ritiro dei jihadisti di Al Qaida (poi al Nusra e Hayat Tahrir
al-Sharm, per mimetizzare la propria identità di crocifiggitori, stupratori,
scuoiatori, torturatori ed essere chiamati “opposizione” dai media). Ingolositi
dalla prospettiva di creare crepe tra Turchia, Usa e Nato, ovviamente a
vantaggio della Siria e del loro ruolo in Medioriente, ma dimentichi di quel
loro Sukhoi abbattuto nel 2015, da due F16 turco, a titolo di avvertimento, i
russi si sono fidati. E il loro ambasciatore, minacciato e vessato, ne sta
facendo le spese adesso.
E questa specie di terminator, il cui scopo è sempre stata
l’annessione di larga parte della Siria (a partire dalla zona “di sicurezza” lunga
100 km e larga 35, concessagli in Siria dai russi), e l’abbattimento della
repubblica laica di Assad, ne ha approfittato per riarmare, rimpinzare e
rafforzare con propri uomini e mezzi militari la provincia in cui la marmaglia
Al Qaida e Isis, cacciata dal resto, si era rintanata ed esercitava, insieme
alla Sharìa, il regime del terrore sulla popolazione. Da miserabile ladro, s’è
portato via anche tutti gli impianti industriali e idraulici dalle aree invase.
Ma è solo ora, quando i combattenti siriani,
accolti da popolazioni festanti che nessuno vi fa vedere, ha liberato decine di
città e paesi, centinaia di km quadrati e la strada strategica che collega
Damasco ad Aleppo, che l’Occidente responsabile di una della più terribili
tragedie del nostro tempo, su cui ultimamente taceva nella speranza che Erdogan
e tagliagole prevalessero, si sveglia e grida alla “tragedia umanitaria”, alla
fuga di “un milione di profughi” (alcune decine di migliaia di bruti
psicopatici, con la cui invasione l’energumeno Fratello Musulmano, la genìa
cara al “manifesto” e a Soros, ora ricatta gli europei). E berne fa la Grecia a
bloccare tutto. Sentirete gli strilli di papa e “manifesto”! Intanto il papa
pianta la sua bandiera accanto a quella di Al Qaida
Scontro finale?
Pompeo, Di Maio,
Salvini, Zingaretti, Renzi, Von der Leyen,….Ed è proprio il disastro umanitario,
quello vero, quello inflitto agli umani, cui, dopo 10 anni di indicibili
sofferenze e sacrifici, i siriani e i loro alleati stanno mettendo fine. Cosa
dirà di questa gente e dei loro carnefici la Storia se, stavolta, saranno le
gazzelle, e non i leoni, a scriverla?
Anche la Nato, fin lì in speranzosa attesa che Erdogan
rientrasse a pieno titolo nell’alveo (da cui aveva solo fatto finta di uscire,
benedetti russi!), ha colto l’occasione. Se Assad, se un popolo che ha voluto
restare libero, vincono anche qui, cambia qualcosa nella direzione del mondo. E
forse anche nella sua regia. E allora, visto che un paese Nato attaccato
(sic!”), seppure da liberatori della terra che ha occupato, comporta che la
Nato accorra in sua difesa, assisteremo a qualcosa che altro che “disastro
umanitario”. Sarà interessante, forse drammatico, vedere cosa succede dopo le
promesse di Pompeo di “soccorrere” il compare co-sbranatore di Siria e Libia.
Erdogan pensa di sapere su quale lato della sua fetta di pane sia spalmato il
burro. Quella di sempre. Quella di gente come lui. E Putin lo sa?
Il corollario paradigmatico che forniscono alla
nostra, così rinnovata, valutazione del bene e del male le invocazioni a
interventi “umanitari” contro la “tragedia umanitaria”, fatte dal papa e dai
vari nanetti da giardino imperiale, significa una cosa enorme. Che umani sono
solo quelli cari al papa e ai nanetti, anche se tagliano gole, o violentano nel
nome di un dio pervertito nel suo contrario. Implicitamente, disumani, anzi,
non umani, sono gli altri. Nella fattispecie, i siriani e i loro difensori. Un
giochino già fatto 75 anni fa, a Norimberga. Ce la sentiamo di vivere in un
mondo in cui il monopolio dell’umano ce l’hanno gli assassini?
Ne vedremo delle belle. Qui, a casa, la più bella sarebbe
il ritorno di Di Maio al San Paolo, lavoro degnissimo, senza rischi di
ignominia. Prima che quanto resta del MoVimento muoia. E che 14 ministri degli
Esteri, sfregiati dalla benedizione del papa, vadano a chiedere scusa a 17
milioni di siriani.
E ai quattro milioni e mezzo che non ci sono più, ammazzati,
o in fuga da coloro per i quali hanno scritto l’appello più schifoso dai tempi dell’editto
di Costantino, o, se mi volete al passo, dalle leggi razziali del ‘38).