“E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
/ ove fia santo e lagrimato il sangue / per la patria versato e finché il Sole
/ risplenderà su le sciagure umane”. (Ugo Foscolo, “I Sepolcri”)
Parliamo,
col dolore e l’incommensurabile indignazione di Ugo Foscolo per il destino di
Ettore, del suo fratello libico Saif Al Islam. La sua condanna a morte è
l’ultima scelleratezza Sion-Nato-Fratelli Musulmani a Tripoli, dopo il
linciaggio del padre a Sirte, l’assassinio di Milosevic in carcere e il martirio
di Saddam a Baghdad. Oscenità fiancheggiata dai commenti mercenari della cosca
politico-mediatica e, in particolare, di Ennio Remondino, giornalista che, fin
dalle guerre Nato alla Jugoslavia, diffonde cerchiobottismi, finto-equilibrati,
pseudo-controcorrente, che sostengono, col classico venenum in cauda, la disinformazione imperialista. La condanna a
morte di Saif-al Islam Gheddafi, secondogenito ed erede di Muammar, a seconda che si guardi all’infamia o al grottesco, può essere considerato un agghiacciante crimine
contro l’umanità, o una carnascialesca esibizione di trogloditismo morale e
giudiziario. Un terrorismo finto giuridico, in ogni caso, che ben si appaia al
terrorismo fisico, ontologicamente praticato in Medioriente, Asia e Africa, al
servizio di interessi imperialisti e reazionari (Usa, UE, satrapie del Golfo,
Israele), dalla Fratellanza e dalle sue emanazioni operative, Isis, Al Qaida,
Boko Haram e varie.