Se ne parla, in presenza, a Città di Castello e, con questi link, a Radio Onda d’Urto e Parallelo Palestina
Qualche domanda sullo stato attualmente più collaborativo, pacifico e
generosamente pietoso col resto del mondo* https://parallelopalestina.podbean.com/e/intervista-a-fulvio-grimaldi/
🎧 Podcast - https://parallelopalestina.podbean.com/e/notiziario-settimanale-dalla-palestina-dell-11-gennaio/
🎧 Radio Onda d'Urto
giovedì H 20.00 - https://www.radiondadurto.org/player.html
🎼 Musica per la Palestina
- https://soundcloud.com/alrafiq/life-goes-on-03
La Corte Internazionale di
Giustizia è cosa ONU. E’ diversa dal Tribunale Penale Internazionale, pure
questo all’Aja, che vuole arrestare e processare Putin per crimini contro
l’umanità. E non è neppure il Tribunale Internazionale dell’Aja per la
Jugoslavia. Bella trovata di Clinton, questo, da Washington pagata, giudici
compresi, onde non si finisse col dire che i furfanti erano gli euroamericani
distruttori della Jugoslavia, mica i serbi di Milosevic che la difendevano, che
Srebrenica era una balla e Sarajevo la prima delle grandi False Flag. Un
tribunale ossimoro, impegnato nella pulizia etnico-giuridica dei serbi e che,
non riuscendo a trovare appigli per una sentenza di condanna del presidente
jugoslavo, si è acconciato a far morire Slobodan Milosevic in carcere.
Li ho visti tutti i palazzoni
di questa presunta magistratura super gentes. Da fuori le mura
penitenziarie abbiamo urlato a Slobo il nostro affetto e il nostro impegno a
non perdonarla mai agli assassini suoi, della pace e dei popoli. Tanto mi aveva
chiesto, quando lo intervistai tre giorni prima che venisse sequestrato dalla
manovalanza della triplice USA-Germania-Vaticano.
Poi ci siamo spostati all’altro
palazzaccio-burletta, il Penale Internazionale, facendogli notare che stava
contravvenendo allo Zeitgeist del politically correct, avendo sempre e
solo incriminato “criminali” dalla pelle scura, comunque del Sud, perlopiù
invisi alla cupola bianca, mentre tutte le guerre e tutti i crimini furono e
sono commessi solo da facce bianchissime. Fino a Putin, con il quale, essendo
bianco-latte (seppure paurosamente slavo), abbiamo ricuperato il politically
correttissimo.
Ora a fare il procuratore che,
come i suoi predecessori, procuri soddisfazioni ai titolari della giustizia
vera, quella custodita da CIA, Mossad e Nordio, c’è Karim Khan, asiatico ma di
ottima scuola britannica. Si è subito messo in lista per la nomina di
magistrato come lo spirito del tempo lo richiede. Israele fa schifo e
repulsione a un mondo ingrato, che non ne riconosce più la qualità di eletto e
il diritto di fare quel che cazzo un libro sanguinolento come la Bibbia gli fa
fare? Karim Khan si precipita sul luogo. Gaza? Ma no, che avete capito, Tel
Aviv! Là dove può inalberare, nel conforto dei giusti, il vessillo della
Giustizia Giusta. Con tanto di Stella di Davide.
Si è appartato con i reduci e i
congiunti di chi era perito il 7 ottobre, nella fascia di Palestina in cui i
coloni hanno costruito i loro smaglianti Kibbutzim sulle macerie dei centri
palestinesi obsoleti, e ha preso accuratamente nota delle nefandezze inflitte
da incursori in moto e deltaplano. Un po’ meno, anzi per niente, del fuoco
amico che ha fatto fuori la quasi totalità delle vittime di quel giorno. E i
23.000 di Gaza più 10.000 sotto le macere? Diritto di difendersi.
Poi c’è, appunto, la Corte
Internazionale di Giustizia (ICJ), che è altra cosa in quanto non si occupa di
individui, politici, capi di Stato, soggetti sui quali l’Occidente ama
rivoltare la giustizia come un calzino. Accoglie invece le denunce a carico di
Stati. Pure di quelli abusivi, come la mala creatura in oggetto. Basta che
siano manifestamente, platealmente, strutturalmente criminali. E qui ci siamo.
L’accusa di genocidio in
Palestina è stata portata all’ ICJ dal Sudafrica. Paese in qualche modo
avanguardia dei BRICS, coalizione che tanto inquieta e destabilizza gli
imperial-globalisti disperati di prolungare questo pessimo inizio di millennio
in cui ci sono passati su anima, cuore e apparati riproduttivi con i cingoli di
decine di guerre, militari, chimico-farmaceutiche, sociali, climatiche, di
polizia.
Perché il Sudafrica è uno che
se ne intende di razzismo, pulizie etniche, genocidi e anche di come tenergli
testa e vincere. E non erano passate che poche ore dall’inoltro dell’accusa, che
in marcia con questo vessillifero dell’umanità si sono messi molti altri. occidentali?
Bianchi? Per ora, mentre scrivo, solo scuri, se si fa eccezione per la
temeraria vice premier del Belgio, Petra de Sutter. C’è ovviamente, l’Iran, poi
la Namibia, il Pakistan, le Maldive, Il Cile, il Venezuela, la Bolivia e altri
sono in arrivo e, a pieno titolo, partecipano ben 800 organizzazioni di tanti
paesi che hanno formato la Coalizione Internazionale per porre fine al genocidio
in Palestina (c’è anche, e da sempre, nella Cisgiordania a brandelli).
Non so se da questi organismi
giuridici, usciti dal laboratorio di scienziati in buona parte pazzi, ci sarà
da attendersi quello che l’ultimo pretore – onesto – di provincia saprebbe
scrivere a occhi chiusi. Il genocidio cronico, e ora acuto, di Israele ha
l’evidenza dei roghi con cui la Chiesa di Torquemada genocidava il popolo dei
liberi. C’è un filo rosso che risale a Caino, se vogliamo credere alle leggende
del librone che quelli là usano come clava contro il resto dell’umanità. Che ci
sia il verdetto, o che proveranno a circumnavigarlo, Israele, questo costrutto
abnorme della prevaricazione, sta comunque condannato e sanzionato.
La sentenza è scritta nella
Storia. E oggi anche nella volontà della maggioranza dell’umanità e dei suoi
governi. Fine dello Stato sionista, ritorno a casa nei mille loro territori d
vera origine storica, dei coloni fascisti e di tutti coloro che credono che si
possa partire e andare in giro e costruire la propria casa sulle macerie della
casa di chi se l’è costruita migliaia di anni fa. Gli altri, tutti i
palestinesi e gli ebrei che sono arrivati con buone intenzioni vivano insieme
in pace, in uno Stato chiamato Palestina.
Non ci riesce? Ah no? Aspettate
che i Netaniahu, i Ben Gvir, i Smotrich, i Biden e i Goldman Sachs facciano
qualche altro passo falso.
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