sabato 22 luglio 2017

ZANOTELLI, ZITTO E VERGOGNATI - Prima lui poi Netaniahu


Interrompo il mio impegno monotematico sul nuovo documentario “O la Troika, o la vita”, che mi sta tenendo lontano da blog, facebook, youtube e un sacco di amici e interlocutori, perché sopraffatto dall’indignazione rispetto al solito energumeno delle distrazioni di massa e disinformazioni imperialiste che si fa, e vien fatto, passare per modello di pacifismo e solidarietà per gli oppressi e sfruttati.

Occuparsi del prete Zanotelli, quando quello che Israele sta facendo da settant’anni e di nuovo oggi ai palestinesi rende il massacro nazista di Varsavia, o la strage Usa di civili vietnamiti a My Lai, o le carneficine dei decapitatori wahabiti, Isis o sauditi, in Siria, Iraq o Yemen,  delle sporadiche intemperanze, parrebbe spaesante, quasi depistante, certo sproporzionato. Gli è che delle nefandezze del post-nazista  Netaniahu, delle sue SS travestite da coloni, della sua corte mediatica e spionistica talmudista, grazie ai nuovi massacri compiuti intorno ad Al Aqsa e alla spianata delle moschee, dove gli invasori talmudisti vorrebbero ricostruire uno storicamente fantasmatico Tempio di Salomone, se ne stanno occupando già in tanti.

Tutti con i palestinesi, finchè non si muovono.
Dato che da qualche anno il popolo, la resistenza palestinesi dalla simbiosi Autorità Palestinese-regime necrofago israeliano sono stati fatti a brandelli, con le sinistre emasculate, disintegrate eticamente e politicamente dalla scelta anti-Assad e Hamas ridotto a meri schiamazzi dalla connivenza talmudisti-Fratelli Musulmani di Qatar e Turchia, la “causa palestinese” ha sempre raccolto più sostenitori, più apologeti, più prefiche che quella dell’altro riscatto arabo negato, in Iraq, Libia, Siria, Yemen. Le cause innocuizzate, ridotte a istanze di poveretti, di vittime inoffensive, sono compatibili, non turbano nessuno, vi si può dispiegare per intero la propria autocoscienza e compiere rigeneranti lavacri della propria ipocrisia.


Aspettate che, magari, stavolta, grazie all’innesco  dell’Oberstummbannfuehrer, con i suoi provocatori ostacoli alla frequentazione dei palestinesi musulmani di ciò che è loro, come a suo tempo il boia di Sabra e Shatila, Sharon, quando trascinò il suo apparato psicofisico, tanto lardoso quanto corrotto, per la Spianata delle Moschee, i palestinesi rispondano a tono. Magari con quella violenza che l’ONU e il diritto internazionale legittimano contro nazifascismi e occupazioni. E vedrete come si assottiglieranno le file dei corifei devoti della non-violenza. Difficile, mi pare, oggi come oggi, che si vada oltre alla sacrosanta esplosione di rabbia e alle davidiane fionde e pietre. Prima i vari Abu Mazen e sue mafie andrebbero processate per altro tradimento. Non c’è chi dirige, coordina, organizza. C’è solo chi rinnega, tradisce e colpisce alle spalle. Quelli giusti stanno nelle celle della Gestapo sionista.

I santi apripista di Cortez e della Compagnia delle Indie


Si parlava di Alex Zanotelli. Missionario  e guru del pacifismo da due lire al chilo. L’uomo che già per essere un missionario, cioè un militante degli storici squadroni di apripista dei colonialismi e genocidi attraverso l’alienazione coatta delle menti dei colonizzandi, sollecitata dal ricatto  “sanità, istruzione e paradiso”, mi risultava sospetto. Ma poi missionario addirittura comboniano, cioè di quel ramo dei facilitatori dell’eurocentrismo militare, economico e culturale cristiano, che deteneva il controllo totale sull’evoluzione della società del più grande stato africano, il Sudan. Ne gestivano in monopolio privato scuole, università e ospedali fino a quando, negli anni ’70, il nasseriano presidente Nimeiry non completò l’indipendenza della nazione e li espropriò e nazionalizzò ogni cosa.

Sudan e Sud Sudan: i regali dei comboniani all’Africa
Da allora i comboniani, forze speciali del Vaticano come non mai, in stretta collaborazione con gli Usa e Israele e relative multinazionali del petrolio, del legno e di altre risorse, presero a brigare per impartire al Sudan statizzato e poi anche islamizzato una lezione  epocale: la secessione del sud a maggioranza nera e cattolica. L’hanno ottenuta e il Sud Sudan, interessante solo perché grande serbatoio di energia fossile, è da allora qualcosa rispetto alla quale la Libia post-Nato, dilaniata, come il Sud Sudan, dai conflitti interetnici e tribali, come sempre gestiti da opposti interessi nazional-multinazionali, è solo una partita un po’ dura di football americano. Un ininterrotto Niagara di sangue da quando comboniani e potenze coloniali se ne sono impadroniti nel 2011.

Per diffidare di Padre Zanotelli ce n’era. Diventato monumento sul piedistallo eretto sulle baracche del ghetto keniano di  Korogocho (come Saviano con Gomorra), si è assicurato un pulpito che, ahinoi, è ascoltato, oltreché dai compari amici del giaguaro, anche da una massa considerevole di utili idioti. E’ da questo pulpito che il monaco ha lanciato ai giornalisti  italiani (e, data la caratura del personaggio. del mondo) un appello tonitruante in favore della pace, contro la vendita di armi a Stati belligeranti e in perfetta linea con tutte le considerazioni con le quali l’attuale imperialismo necroforo va accompagnando e agevolando le sue operazioni d sterminio e predazione nel Sud del mondo. Linea che con l’imperialismo della menzogna, delle sanzioni e delle guerre già si sposava perfettamente nella rivista comboniana “Nigrizia” diretta dallo Zanotelli.


Spianata la strada a chierichetti, adepti, nonviolenti vari, con le geremiadi, per noi del tutto sorprendenti(!) sull’asservimento dei giornalisti che tengono famiglia ai potentati mediatici, il missionario, stavolta addentratosi tra rotative e telecamere, implora tali servi di sfidare rampogne e financo cacciate in strada (non è il martirio suprema virù cristiana?) “tentando di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire…”  Da capire soprattutto - il comboniano non smentisce le sue priorità - il Sud Sudan, dove ci ricorda che c’è una “paurosa guerra  civile” e, in coerenza con tutti coloro che ci mascherano da “guerre civili”, aggressioni, maneggi e complotti colonialisti e imperialisti, chiude nel silenzio della sua limpida coscienza  i mandanti del conflitto, che è tutto intorno al petrolio e che sono tutti gli stessi delle analoghe “guerre civili” in Congo, in Somalia, Libia, Siria, Iraq….

Sarkozy, Hollande, Macron, George Clooney e… Zanotelli
Con profondo rispetto per gli ordinamenti statali e sociali che si danno altri paesi, altre storie, altre culture, altre necessità, a preferenza sui modelli praticati a Roma o New York, o nella monarchia assoluta del Vaticano, Zanotelli unisce la sua voce al coro con cui l’imperialismo inneggia al rinnovato assalto all’Africa. E’ il coro che, dagli arnesi politici delle banche e multinazionali giù giù fino ai loro sguatteri mediatici a cui s’appella Zanotelli, rappresenta all’opinione pubblica i governi e i paesi da frantumare e derubare. Quello del Sudan, già bombardato da Clinton con la distruzione della più grande fabbrica farmaceutica dell’Africa (forse perché Bashir aveva cacciato il fidato Osama bin Laden) e relative 10mila vittime da mancanza di medicinali, non è un presidente, ma il solito “dittatore”, con sulla coscienza  i popoli martiri della Nubia e del Darfur (cari a George Clooney e ad altre spie assoldate da Hollywood e Amnesty International). Profonda analisi. Il dettaglio della desertificazione avanzante, che in quelle regioni ha contrapposto agricoltori sedentari ad allevatori nomadi, offrendo agli specialisti della destabilizzazione di nazioni l’occasione di soffiare sul fuoco santificando gli uni e demonizzando gli altri, è dettaglio che al prete non interessa.

Com’è che si chiamano le ingerenze colonialiste nel Terzo mondo? Guerre civili.
Il monaco insiste poi sulla via delle mistificazioni imperial-coloniali, lamentando i silenzi mediatici sulle solite guerre “civili” nel Sahel, Ciad, Centrafrica, Mali, e doverosamente oscurando gli abbaglianti lampi del ritorno di fiamma neocoloniale della Francia con Sarkozy, Hollande, Macron, cui i surrogati jihadisti trasferiti in loco servono da pretesto per spedizioni militari che garantiscano il controllo sui più grandi giacimenti di uranio del mondo. Per questo serve che le popolazioni si sbranino tra loro con l’immissione di un po’ di Isis. Sarà la Legione a sistemare tutto. Sono queste, per il monaco pacifista, analisi da complottisti.

Rincuorati i fedeli con la condanna del silenzio “sulla vendita di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi” (guerre mica innescate qua e là dagli occidentali che, tra Usa e Francia e Israele (ora anche la Germania), hanno basi o presidi militari in 52 paesi africani su 53. Mica per controllare l’obbedienza dei governi, o, nel caso, innescare turbolenze “civili” nel quadro della strategia del caos, utile alle depredazioni e disutile alla saldezza  e autonomia degli Stati! Macchè, è tutto fatto nel segno della reciproca sicurezza e dello sviluppo.


Eritrea? Satana! L’ha detto Obama, non lo può non ripetere Zanotelli
Qual è il 53° paese africano, l’unico, che non ospita basi americane e, per sovrappiù, non chiede crediti dal Fondo Monetario Internazionale , né accetta diktat dalla Banca Mondiale, da Bruxelles, o da Washington e, orrore! persegue con determinazione una politica di equa distribuzione della ricchezza, ha alfabetizzato tutto il suo popolo nei 10 anni dopo i 30 della guerra di liberazione condotta contro l’Etiopia, sicario prima degli Usa, poi dell’URSS e poi, di nuovo, degli Usa? Che assicura sanità e istruzione a tutta la popolazione? E inopportunamente sta seduto sul nodo geopolitico, geostrategico e geoeconomico cruciale tra sud e nord, est ed ovest, sullo stretto di Bab el Mandeb, tra Mar Rosso e Mare arabico, Golfo Persico e Oceano indiano? E’ da lì deve essere rimosso perché serve agli Usa?  E perciò ogni due per tre subisce l’attacco di un’Etiopia, vera tirannia che annega nel sangue le rivolte delle minoranze depredate, ma pro-occidentale e dunque sfuggita agli anatemi del missionari? Quale è il paese africano che, senza aver mai mosso un dito contro nessuno, ma deve spendere somme preziose per difendersi dal mandatario etiopico di Usa-UE-Israele,  è alle solite sanzioni Usa. Onu e UE che ne vogliono sabotare lo sviluppo?


Chi ha buona volontà di seguirmi, mi ha letto, ha sentito qualche mia conferenza, ha visto il mio documentario “ERITREA, UNA STELLA NELLA NOTTE DELL’AFRICA”,  sa di chi parlo. E capirà perchè a leggere l’appello del comboniano mi si è rivoltato lo stomaco.

Il Premio Nobel per la pace e per le sette guerre genocide condotte, Obama, aveva detto: ”I due regimi più criminali del mondo sono la Corea del Nord e l’Eritrea”. Alex Zanotelli, accomunandosi con robusta nettezza alle diffamazioni del caporione bellico imperialista e arrivando al diapason delle sua addolorata indignazione, scrive:”E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa”. Notate la perfetta sintonia, la meravigliosa armonizzazione, tra i due coristi della restaurazione colonialista in Africa (e ovunque)? 

E a proposito della balla delle centinaia di migliaia di giovani in fuga (da un paese che vent’anni fa aveva 5 milioni di abitanti e oggi ne ha altrettanti!), particolarmente sporca è l’operazione del religioso cattolico che, da eccellenza della competenza africana, pretende di ignorare che un paese povero, sottoposto a sanzioni, isolato dagli scambi, possa avere problemi di occupazione (ma non di fame e miseria come tutti i vicini filo-occidentali). Pretende di non sapere che poderoso pull factor sia la concessione automatica dell’asilo politico a tutti i migranti eritrei e solo a loro (spopolare!), e quanti migranti dell’Etiopia, devastata dal land-grabbing e dalle dighe Impregilo, o dalla Somalia, affidata al caos perpetuo e ai bombardamenti Usa, si fanno passare per eritrei per rientrare nel privilegio. E si fa passare per voce del Signore. Bisogna vedere di quale signore.

L’appello del mentitore ai mentitori
Il missionario avrà fatto quel che ha fatto in Sudan e poi in Kenya, ma in Eritrea non ha mai messo piede e quindi, come sulle altre questioni su cui pontifica disinformando, il suo appello non è altro che un invito all’informazione come manipolata e spurgata dalle voci del padrone. Il missionario è anche giornalista. Per anni,su “Nigrizia”, organo catto-colonialista, come “il manifesto” è sinistro-imperialista, ha lastricato di cattive intenzioni e falsa informazione la via all’inferno neocolonialista. Viva la deontologia, Alex, viva le deformazioni della verità sui paesi che le malformazioni necrofile occidentali destinano al saccheggio e alla distruzione.

Accogliamoli tutti e svuotiamo l’Africa
Assicuratosi altri meriti imperialisti e la munifica benevolenza di George Soros con l’invocazione all’accoglienza universale dei migranti, come auspicano coloro che non vedono l’ora di succhiarsi l’Africa dopo averla spopolata delle sue migliori energie, per poi  destabilizzare l’Europa periferica e contribuire  con questi nuovi schiavi a radere al suolo i diritti di tutti i lavoratori, Zanotelli sollecita la Federazione Nazionale della Stampa a smuovere la Commissione di Vigilanza sulla RAI e le grandi testate nazionali.  Ha scelto quelli giusti. Quelli visti in piazza per Giulio Regeni, collaboratore in Inghilterra di spioni e macellai di popoli (“Oxford Analytica”), e per tutte le bufale e False Flag che l’Impero dissemina sul suo tragitto di morte.

Non potendo mancare il riferimento che gli assicura la simpatia della più potente delle lobby, il frate blatera di “un’altra Shoah (ma non era unica?) che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e che ci costringe tutti a darci da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa”.

Bravo, Padre Zanotelli, sembra quasi che queste parole siano dedicate all’AFRICOM, al comando centrale per l’Africa degli Usa che nei prossimi anni governerà la corsa dell’Occidente alla nuova rapina del continente delle grandi ricchezze. La shoah africana c’è già stata. Ne sono un bel pezzo i 20 milioni di vittime congolesi di Leopoldo II, benedetto dai missionari. O i 600mila libici fatti ammazzare dal nostro connazionale Mussolini.  O i 65mila ascari eritrei che i marescialli Graziani e Badoglio hanno mandato a morte per allargare l’Impero. Cittadini di un paese che occupammo, depredammo e che tu, senza vergogna,  continui a calpestare. E un’altra shoah africana è avviata, delle tante della storia dei padroni. Tu  hai fatto quanto serve.

Ora però l’Africa ti chiede un ultimo favore: il tuo di silenzio. Che noi, più pii di te, chiameremo benedetto.

Facciamo parlare questi: 






2 commenti:

rossoallosso ha detto...

Grazie Fulvio , una boccata d'ossigeno in questo Luglio torrido che ovviamente condivido parafrasando il pacifinto "tentando di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire"

roberto ha detto...

Caro Fulvio, ho trovato questa bella risposta di un eritreo alle fandonie di Zanotelli:
http://www.mediacomunitaeritrea.it/risposta-un-africano-alla-lettera-padre-alex-zanotelli-sullafrica/