venerdì 30 settembre 2016

A LA GUERRE COMME A LA GUERRE in Siria, Africa, Italia. E per l’11/9 s’inventano piloti sauditi. Ma il 2 ottobre contro MUOS, guerre, scempi, tutti a Niscemi!


Impressionante la sinergia delle varie articolazioni di distruzione della libera manifestazione del pensiero e dell’azione quando si tratta di infilare granelli o chiavi inglesi negli ingranaggi dell’imperialismo e dei suoi sicari locali.

Terroristi su Aleppo, pubblici ministeri su Valsusa
Lo squarcio della verità, della democrazia, dei diritti umani, della natura e della comunità, inflitto ai siriani, in queste ore soprattutto ad Aleppo, ha il suo riflesso in quello che subisce, agevolato da un sempre più feroce accanimento giudiziario-poliziesco, il popolo della Valsusa. Nicoletta Dosio, attivista quasi settantenne e anima internazionalista dei No Tav, viene perseguitata dalla solita Procura di Torino dove imperversano due dioscuri allevati dal indimenticabile e imperdonabile Procuratore Giancarlo Caselli, ora felicemente in pensione. Prima obbligo di firma per le solite imputazioni farlocche che aleggiano su tutti gli abitanti della Valle, purchè partecipanti a cortei contro il mostro ferroviario, o trovati in possesso di arnese atto a causare danni, tipo martello, o cesoie. Obbligo vessatorio che Nicoletta naturalmente ha ignorato. Ora arresti domiciliari, dato che, se a piede libero, l’anziana signora potrebbe far saltare per aria il cantiere dal quale si stupra la montagna.

giovedì 29 settembre 2016

DELINQUENTI NEGAZIONISTI! Dall'olocausto ai vaccini, dalla Siria a Shimon Peres. Intanto "il manifesto" cambia pelle, ma non verso.


Simon Peres, sparisce un assassino di massa Dal quotidiano liberal israeliano: www.haaretz.som/hasen/spages/458044.html . Si intitola "100.000 Radiations". ”Con il pretesto di combattere la tricofitosi (micosi della pelle) nella testa dei bambini sefarditi immigrati, per lo più dal Marocco, o rapiti dallo Yemen, il Ministero della Sanità israeliano, sotto la supervisione di Shimon Peres, acquistò nel 1951 negli Stati Uniti sette macchine di Raggi X e li adoperò per un esperimento nucleare di massa su un'intera generazione di cavie umane sefardite. A 100.000 bambini sefarditi vennero sparate in testa e sul corpo (non coperto da protezioni) dosi 35.000 volte superiori alla soglia massima di raggi gamma. Tali da friggergli il cervello.
Per avergli risparmiato gli esperimenti, a quel punto ufficialmente proibiti, sui propri detenuti, o malati mentali, il governo USA versò a quello israeliano 300 milioni di sterline israeliane all'anno, per una somma che oggi varrebbe miliardi di dollari. 6000 bambini morirono subito, gli altri svilupparono tumori che hanno continuato a uccidere e uccidono anche oggi. In vita, le vittime hanno sofferto e soffrono di epilessia, amnesia, Alzheimer, psicosi, emicranie croniche. Essendo stato esposto l'intero corpo, i bambini svilupparono difetti genetici. La generazione che sopravvisse diventò in perpetuo la classe più povera, malata ed emarginata del paese. Uno storico spiega nel documentario che l'operazione era parte di un programma eugenetico mirato a eliminare le componenti deboli o difettose della società. Mengele.

lunedì 26 settembre 2016

CURDI, RIBELLI MODERATI, ELMETTI BIANCHI, CORIFEI IN PIAZZA: NELLA MATRIX DELLA GUERRA MONDIALE



All’amico Piero devo queste puntualissime citazioni:
Nacque così il socialismo feudale, metà lamentazione, metà libello; metà eco del passato, metà incombere del futuro; colpiva la borghesia al cuore con giudizi amari e spiritosamente laceranti, ma con un effetto curioso, derivante dalla totale incapacità di capire il corso della storia moderna. A mò di bandiera questi signori inalberavano la bisaccia del mendicante, per attrarre il popolo; ma quando il popolo li ha seguiti, ha visto i loro sederi ornati dei vecchi blasoni feudali e si è disperso con fragorose e irriverenti risate”. (K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista).

Temo non rimanga che tirare un frego sopra tutte le nostre massime morali. La gente è troppo occupata a cercare di salvarsi la pelle. Le buone intenzioni la portano sull’orlo dell’abisso, e le opere buone ve la precipitano dentro”. (Bertold Brecht, L’anima buona del Sezuan)

Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico”.
(ancora Bertold Brecht).

Vergogne e Matrix d’Italia

Il 24 settembre scorso su Roma, come ho scritto nell’ultimo articolo, s’è rovesciata una piccola colata di putride vergogne. Era la chiassata pro-curdi e anti-Siria (con la foglia di fico di dare addosso all’orco Erdogan) di quella consorteria di orripilanti ipocriti su cui i sopracitati Marx, Engels e Brecht hanno ai loro tempi già pronunciato verdetti definitivi. Hanno manifestato contro il despota turco con l’evidente effetto collaterale (casuale come quello delle bombe a grappolo Usa lanciate dai sauditi sui civili yemeniti, dai nazisionisti sugli abitanti di Gaza, o del fosforo su Falluja), con l’intento di colpire il legittimo presidente siriano per interposti curdi amerikkkani. Sono esattamente gli stessi – dall’Arci alla Cgil, dal PRC ai trotzkisti, dalle Ong sorosiane alla cupola della disinformazione di regime, fino alla Rete dei Comunisti che vaneggia della nascita di qualcosa di nuovo e bello a Kobane – che lanciano in giro per l’Europa anatemi agli indirizzi dei cosiddetti “populisti, xenofobi, ultradestri”, rappresentando essi stessi la vera, autentica, ultradestra che si sia vista in Europa dopo la caduta del nazifascismo, ma forse anche da prima. Siamo in piena Matrix.

Stanno con l’UE, con la Nato, con i “valori della civiltà occidentale”, con i razzismi dell’eurocentrismo, dai trascorsi e futuri genocidii in chiave colonialista. Stanno con gli interventi umanitari che spazzano via paesi, civiltà, culture e popoli cui si imputa il demerito di farsi governare da “dittatori” cui devono una serenità e dignità che non gli spetta. Stanno con le Olimpiadi. Hanno per House Organ quasi tutta la stampa italiana: dal Corriere al manifesto. Giornaletto, quest’ultimo, cui si consente di incoronare taumaturghi della sinistra i muselidi che via via sbucano dai tombini, o di sparare qualche mortaretto in favore di manifestanti operai, purchè sulle cose che contano, sulle strategie imperiali, da Regeni-Egitto ad Assad-Putin, dal Dalai Lama alle Olimpiadi, si mantengano fedeli alla linea.
Danno degli ultradestri, antipolitici, xenofobi agli altri, mentre fanno passare i curdi per rivoluzionari e gli scuoiatori jihadisti per moderati, cioè esattamente coloro che si vendono da mercenari e masskiller agli interessi e alle operazioni genocide del tecno-nazismo imperiale. Gli reggonola coda, violando ogni briciola residua di deontologia, di ruolo super partes e di guardiani del potere, gli organismi – Federazione della Stampa, Articolo 21 – preposti alla buona gestione della professione giornalistica, tramutandosi così in botoli ringhianti al guinzaglio dei loro domatori. Ne è simbolo supremo una presidente Rai, Monica Maggioni, disinformatrice cronica dai tempi dell’assassinio dell’Iraq., frequentatrice Bilderberg, ora responsabile della Trilateral per il nostro paese: massima autorità del servizio pubblico rappresenta tutti questi presstituti formicolanti nel postribolo dove i grandi papponi complottano per l’avvio del 99% al patibolo in fondo alla via.

Ci si mettono anche i 5 Stelle

Viviamo nella matrix di un gigantesco menzognificio e nei luoghi e nelle fasi in cui il boia uccidentale e USraeliano si gioca alcune esecuzioni cruciali. Il raggiro, la truffa, l’inganno diventano l’aria che respiriamo. Ora proverò a mettermi la maschera antigas, ma prima un breve excursus verso i 5 Stelle, a costo di ricevere un altro sgrullone di dileggi. Ne ho apprezzato più cose di quante ne abbia criticate e ho sempre avuto qualche problema con chi, un bel po’ a priori, si sbilancia in processi alle intenzioni e arriva a definirli virgulti di chissà quale tenebroso potere cosmico anglosionista, da Bilderberg a Goldman Sachs. I presstituti del giro Bilderberg, comandati dalla Maggioni e Giulietti (segretario FNSI), si vede come trattano i 5Stelle e io qui voglio esprimere tutta la mia solidarietà a coloro che questa canizza di allupati di sangue pentastellato a Palermo l’hanno presa a spintoni e le hanno dato dei “venduti”. Aggiungo il mio entusiasmo per l’incredibile coraggio e probità nella difesa della nostra comunità e dell’ambiente che hanno dimostrato opponendosi con il NO alle Olimpiadi a una delle greppie più ricche e putrescenti che la consorteria facente capo a Bilderberg, Trilateral e Goldman Sachs si era predisposta. In cambi gli consento anche qualche altra cantonata. In tanto una che non hanno commesso è che, tra sedicenti sinistri e sedicenti umanitaristi e sedicenti pacifisti impegnati in piazza a leccare piedi curdi in marcia con le SS americane, loro non c’erano.





Gli amici dei nemici dell’umanità

Per chi hanno manifestato coloro, tutti odiatori dei 5 Stelle, che, secondo Brecht, non sanno (ma lo sanno!) che alla loro testa marcia il nemico e che, ancora meglio, sempre secondo il grande drammaturgo tedesco, sono il nemico che parla del nemico? Per coloro che ai massacratori da quasi sei anni della libera, laica e ben governata Siria hanno concesso sette basi nel Nord della Siria da loro abitata, o recentemente occupata ed etnicamente pulita. L’ennesimo grido d’aiuto viene dall’ennesimo prelato siriano, stavolta l’Arcivescovo siro-cattolico Jacques Hindo, che denuncia – ovviamente al vento degli slogan pro-curdi dei nostri manifestanti – la caccia all’uomo non curdo e non musulmano che l’YPG – fratello del PKK curdo – sta attuando in tutte le aree arabe invase, fino ad Hasakah, ancora contesa tra curdi ed esercito di Damasco, ma dove da interi quartieri i cristiani e non curdi vengono espulsi.

Questa pulizia etnica, garantita dalla copertura militare degli Usa senza la quale l’YPG, nonostante il supporto dell’incenso tribolato dai fan occidentali, resterebbe dove gli spetta di stare, è l’altra faccia dello squartamento della Siria perseguito in termini militari dal terrorismo mercenario e, ora, dal bombardamento Usa diretto con strage di guarnigioni siriane. Grazie alle disponibilità di una comunità curda, a suo tempo cresciuta per l’ospitalità data dagli Assad ai curdi in fuga dalla repressione turca e allo stesso Ocalan, gli americani hanno ora ben sette basi nel Nord della Siria, su territorio curdo, o dai curdi strappato agli arabi.



La prima è più importante è quella di Abu Hajar, vicino a Rmeilan, provincia di Hasaka, dove i curdi hanno lasciato che un vecchio campo d’aviazione per aerei usati in agricoltura venisse trasformato, con una pista di 2,5 km, in possente base aerea dove ora è anche collocato il centro operativo delle FFAA Usa in Siria. Violazione della sovranità siriana, rottura del diritto internazionale, crimine di guerra. Grazie ai curdi. Presidi di Forze Speciali Usa e Nato, ormai migliaia, sono stati costituiti a Mabrouka, nel centro di produzione di cemento Lafarge tra Kobane e Ain Issa (nord-est), ad Ain Issa stessa, a Kobane (oltre 300 militari Usa), a Tel Byder, vicino ad Hasaka, con un eliporto, a Tal Abyadh, dove sono concentrate le truppe corazzate e i loro mezzi. Tutto questo, più la menzionata pulizia etnica, costituisce secondo “Contropiano”, rivista del clan Rete dei Comunisti, il tentativo curdo, “dopo decenni di oppressione di dare concretezza al proprio progetto nazionale e democratico” (sic). Alla faccia della sovranità del paese in cui vivono. Detto da chi un tempo valutava spinte nazionali o separatiste a seconda che fossero in sintonia (Kosovo) o in contrasto (Nord Irlanda) con l’imperialismo, l’affermazione rientra a pieno titolo nell’affascinante mondo di Matrix.
Con Soros: dai Berretti Bianchi in Serbia agli Elmetti Bianchi di Aleppo. Uno per tutti e tutti per Nato.



Nella quale Matrix si muovono e vanno fatti muovere e mostrati all’universo mondo, nel candore illibato dei loro caschi, gli Elmetti Bianchi di Aleppo e dintorni. Sono quei santi e martiri che recentemente, in simultanea con la necessità di distrarre dall’eccidio dell’US Airforce a Der Ezzor e di attrarre sdegno e commozione sull’agonia di Aleppo Est e dei suoi bambini, bambini, bambini, mentre le forze patriottiche stanno per liberare l’intera città, ci sono stati propinati a schermi ed edicole unificati.
Ovvio anche il sincronismo con lo tsunami scatenato da Usa, Regno Unito e Francia alle Nazioni Unite per ottenere una risoluzione che copra con l’OK del maggiordomo Ban Ki Moon quello scontro diretto con russi e siriani che era reso difficile dalla presunta comune lotta contro l’Isis, ma che ora è stato avviato col bombardamento della base siriana di Der Ezzor, proprio nel momento in cui l’Isis attaccava la guarnigione. Del resto la virago Samantha Power, ennesima femmina terrorista (dopo Albright, Susan Rice,Condoleezza Rice, Hillary e, nella cuccia, Pinotti e Mogherini) con le zanne, gli zoccoli e la coda, ambasciatrice Usa all’ONU, ha ieri dichiarato in forma solenne il suo appoggio a Isis e Al Nusra. Chiarezza è fatta anche per chi finora abboccava. Di sollievo per i siriani, in tali intemperie, è stata la rottura delle perenni esitazioni dei russi quando, da una loro nave, missili hanno polverizzato il segretissimo centro di comando degli aggressori ad Aleppo, eliminando dalla scena ben 30 tra elementi dell’intelligence israeliana, Usa, turca, saudita, britannica e qatariota. Plauso. Era ora di finirla con l’altra guancia.

Un primo episodio, rapidamente archiviato perché di una falsità oscena subito svelata, era quello del bimbo Omran ad Aleppo, calato da un buco, imbrattato di sangue e polvere (poi risultato indenne) e schiaffato sul sedile di un’ambulanza degli Elmetti Bianchi. Non per essere tempestivamente esaminato e curato, ma per essere fotografato, filmato per minuti e minuti e poi sparato addosso al mondo da un’efficienza comunicativa che quel centro operativo colpito dai russi probabilmente assicurava.



L’origine è sorosiana, come di tutte le furberie tese a spianare coscienze fragili e fargli passare sopra i tank e gli F16 della civiltà occidentale. Nel 1999, in pieno bombardamento di Belgrado, li vidi spuntare come “Berretti Bianchi” e fare comunella con quattro scalzacani dell’opposizione cara a Washington, Berlino, D’Alema e al Vaticano. Si qualificavano “forza di pace e di interposizione”. Sì, interposizione tra i fatti e chi li voleva conoscere. Tornati a casa, dalle parti di Pisa, balbettarono ancora qualche minchiata contro Milosevic e poi andarono underground. Erano un primo tentativo, abortito, di far credere che degli spioni e sguatteri dell’aggressore fossero eroici e disinteressati soccorritori e pacificatori sopra le parti.

Stanno ad Al Baghdadi come Bertolaso stava a Berlusconi

In Siria sono maturati. Di questi giorni, coperti di polvere, con in braccio bambini presunti estratti dalle macerie provocate dall’orrido Assad e dal cattivissimo Putin (sono sempre gli unici che sparano), li vediamo corroborare la vulgata che Aleppo Est, ultima ridotta dei jihadisti, stia venendo crocefissa. Cioè coloro che, reclutati per ogni dove da Nato, Usa e Golfo, da 5 anni assediano e colpiscono i tre quarti della seconda città della Siria, sarebbero le vittime di un assedio che non è altro che il sacrosanto dovere del governo di liberare la sua città. Gli elmetti bianchi, autonominatisi anche “Difesa Civile Siriana”, neutrale e disarmata, per quanto attivi unicamente in zone sotto controllo jihadista, da noi sono definiti Ong dei Diritti Umani. Che poi video, non ritenuti degni dei nostri canali, li mostrino aggirarsi baldanzosi con armi a tracolla in mezzo alle peggiori bande di tagliagole, è dettaglio trascurabile.



Dietro? I soliti noti.

Come nel caso di altri elementi della matrix che ci accompagna con dolcezza alla riconquista del mondo da parte delle potenze coloniali, ex e contemporanee, magari passando per una guerra mondiale atomica, tipo Amnesty, Avaaz, HRW, USAID, gli Elmetti Bianchi si apprezzano meglio quando se ne conoscono fondatori e finanziatori. Esce fuori che sono nient’altro che il braccio umanitario del peggiore mercenariato della Nato e di Israele. Fondati a Istanbul nel 2013 da James Le Mesurier, ex-ufficiale britannico e poi mercenario dell’impresa privata di contractors Olive Group, attivo in Bosnia , Kosovo, Iraq, Libia e Palestina. Olive Group, si è poi fusa con la famigerata Blackwater formando la Constellis Holdings. I finanziamenti arrivano da George Soros attraverso una ditta di PR, la Purpose Inc, che lancia campagne internazionali per l’abbattimento di Assad. Fondatore della Purpose è tale Jeremy Helmans che ha pure confondato Avaaz, anch’essa finanziata dalla Open Society Foundation di Soros e diretta da elementi con retroterra Wall Street. Negli anni dell’infiltrazione in Siria, supporto logistico agli Elmetti Bianchi è stato fornito dalla Protezione Civile turca. Nel 2013 ricevono 13 milioni di dollari da Regno Unito, Stati Uniti e idal Consiglio Nazionale Siriano (“governo siriano” di cartapesta a stelle e strisce alloggiato a Istanbul).

Tra i maggiori “azionisti” della farlocca organizzazione di intervento di soccorso e pace è USAID, l’agenzia Usa per lo Sviluppo che è uno degli strumenti principali del Dipartimento di Stato per la destabilizzazione di paesi insofferenti al vassallaggio Usa, come ben sanno i latinoamericani. Una sua relazione del luglio 2015 ammette chiaramente di aver assistito gli Elmetti Bianchi con oltre 16 milioni di dollari. Sempre passando attraverso USAID, il Dipartimento di Stato gli ha versato 23 milioni nel 2016. Lo ha confermato alla stampa, il 27 aprile, Mark Tener, portavoce del ministero.


Umanitari per intervento diretto e No Fly Zone, come Erdogan, Nato, Israele, Golfo e Washington comandano.

Oltre a fare da Protezione Civile per il terrorismo jihadista ad Aleppo, gli EB si muovono anche sul piano politico, invocando costantemente interventi occidentali e, con particolare urgenza al Consiglio di Sicurezza, la famosa No Fly Zone perseguita dalla Turchia. Intervento prontamente realizzato a Der Ezzor, No Fly Zone all’ordine del giorno dell’ONU.

La bufala delle bombe-barile che Damasco rovescerebbe da anni su Aleppo (come se i russi non potrebbero fornire di meglio all’aviazione siriana) è stata diffusa da Raed Saleh, capo degli EB in Siria, spesso fotografato sottobraccio tra “ribelli” inneggianti su prigionieri giustiziati. Dalle bombe come dai gas di Assad, Saleh si vanta di aver salvato 40.823 persone. L’insistenza sui bambini di Aleppo, su cui si straccia le vesti Furio Colombo del “Fatto Quotidiano”, e non solo lui, un giorno sì e l’altro pure, è lavoro suo. Nell’aprile 2016 a Washington gli è stato conferito il “Premio per il contributo all’assistenza umanitaria”. Alla celebrazione, l’oratrice principale è stato Gayle Smith, amministratore di USAID.



Raed Saleh, gradito ospite al Consiglio Atlantico.

Interessante anche la matrice di altri dirigenti degli EB. Mosab Obeidad, il cui assistente è stato scoperto fornire armi per 2,2 milioni ai gruppi terroristi in Siria (Vedi “Al Akhbar”, giugno 2013), era vicedirettore della Croce Rossa del Qatar, il nemico arabo più virulento contro Assad e quartier generale dei Fratelli Musulmani (la cui gazzetta in Italia è il “manifesto”). Altri dirigenti erano, prima di scoprirsi umanitari, capi di gruppi “ribelli”, come Faruq al Habib a Homs.

Specialisti di Photoshop e bufale propagandistiche, gli EB si sono fatti valere, tra le altre occasioni, oltre che con la campagna Omran, di cui ho avuto modo di parlare in un precedente post, con la sequenza strappalacrime dell’Elmetto Bianco di Aleppo che tiene in braccio una bambina sanguinante e racconta di averla recuperata insieme a molti altri civili feriti. Twitter ha scoperto che la foto era un falso. Scattato altrove in altri tempi.

Ce ne sarebbe ancora. Ma quanto qui è esposto è stato ritenuto più che sufficiente perchè agli EB venisse assegnato dalla Fondazione svedese “Right Livelihood Award” quello che è conosciuto come “Premio Nobel Alternativo” e che comporta un assegno di 352.000 dollari. Il premio è stato condiviso con l’attivista femminista egiziana Mozna Hassan, con la russa Svetlana Gannushkina, ferocemente anti-Putin ma pro-migranti e, foglia di fico, con il quotidiano turco Cumhuriyet. Nulla di cui stupirsi. Non abbiamo un Premio Nobel della Pace che dirige ben sette guerre e insegna al mondo come la polizia deve trattare i diversi? Un Giulio Regeni, collaboratore di signori dello spionaggio e degli squadroni della morte, che prende a Napoli, postumo, il Premio Giancarlo Siani, giornalista assassinato dalla Camorra? Non siamo in Matrix? Ci sveglieremo solo quando all’orizzonte vedremo profilarsi un fungo atomico?. Ed è davvero il caso, stando come stanno le cose, di andare a sfrucugliare i Cinque Stelle, unici contro guerre e sanzioni e loro responsabili veri, perchè qua perché là, o di mettersi a contare i peli nel naso a Putin?

venerdì 23 settembre 2016

GIULIETTO E' MOBILE QUAL PIUMA AL VENTO - Sputnik rompe con Pandora Tv?




A questo link troverete una puntata di Pandora Tv, l’emittente web di Giulietto Chiesa, in cui il noto giornalista dice la sua, dall’aeroporto di Mosca, sulle recenti elezioni parlamentari alla Duma russa.

https://youtu.be/Yi-Fh20YJGs E poi guardatevi anche questa simpatica descrizione di Putin e della Russia.

Torno a occuparmi  di Giulietto Chiesa e potrebbe sembrare una fissa personale. Ma non lo è, o meglio, è la fissa di analizzare quelli che appaiono i cambiamenti di rotta di un comunicatore, conferenziere, analista geopolitico, corrispondente, di non trascurabile rilievo, con un indubbio seguito. Tutti conosciamo il classico e insidiosissimo fenomeno italiano del cambio di casacca, in gergo contemporaneo, “savianismo”. Non mi riferisco al rozzo voltagabbianismo di opportunisti mercenari alla Scilipoti o Razzi, o a quello altrettanto basico fino alla volgarità dei sostenitori appassionati della cancellazione delle Olimpiadi da parte del compare Monti, tramutati in feroci fustigatori dei 5 Stelle e della Raggi quando costoro, contro tutti i poteri forti (di cui qualcuno si ostina a dichiararli agenti), il devastante magna magna di Malagò e Caltagirone e annessi famigli politici lo hanno impedito. Ho invece in mente proprio le raffinatezze di un Saviano che ti educa il pupo costruendogli davanti prima l’abbagliante piedistallo del combattente anti-camorra (fatto perlopiù di marmi ritagliati da altri) e, poi da quel pulpito somministrandogli comunicazioni tossiche quali le martellate a Chavez o Putin e gli incensi turibolati ale democrazie di Usa e Israele. Il guaio funesto di questo metodo è che l’oro della prima epifania, abbagliandoti, ti copre la latta, se non lo sterco, della seconda.

Torri buttate giù dai sauditi
Ci ho pensato quando, stupefatto, ho letto su Il Fatto Quotidiano un testo che ripetutamente vi ho inoltrato: un documento di Giulietto Chiesa in cui, a seguito di un’iniziativa del governo Usa, si stravolgeva la fin qui asserita e documentata, da mille e anche da lui, responsabilità degli establishment statunitensi e israeliani nella confezione e attuazione degli attentati dell’11 settembre. Di colpo Washington e Giulietto asserivano che “era stato il governo saudita a tirare le fila degli attentati” e che l’esecuzione era stata affidata al gruppo di dirottatori sauditi assemblati da Sheikh Khaled. Un quindicennio di contestazioni scientifiche, tecniche, testimoniali sulla demolizione controllata delle torri e sul Pentagono bucato da un missile raso al suolo. Alle mie denunce e richieste di spiegazioni l’illustre giornalista rispose limitandosi a una gragnuola di termini da angiporto, oltre tutto ignaro di quanti danni economici simili manifestazioni di dolce stil novo gli avrebbero potuto arrecare, solo che io, contro ogni mio convincimento e pratica, impugnassi l’arma del ricorso a misure legali, quella di solito adoperata per intimidire e silenziare i giornalisti. Lungi!

Il problema si gonfia ora che GC si è voluto esprimere sulle recenti elezioni alla Duma. Guardate il video con la sua corrispondenza. Non vi sembrerà neanche la copia deformata del Giulietto tutto impegnato nella sacrosanta battaglia contro la strategia diffamatoria imperialista della russofobia, nella difesa delle buone ragioni della Russia nel governo delle proprie cose e di Putin nell’affrontare sul piano esterno il rodomontismo guerriero di Obama e dei suoi alleati e vassalli, dalla Siria all’intero mondo. Se non un’inversione a U, come nell’inconfutabile caso dei sauditi inventati autori degli attentati, si tratta di un tuffo carpiato con acrobatico avvitamento.

Russia brutta e cattiva
Questa sbalorditiva e davvero demolitrice presa di posizione sulla Russia di Putin e non solo sulle sue elezioni, avviene in contemporanea con l’affannata controffensiva Usa e Nato per rimediare al tonfo, divenuto di pubblico dominio, dell’attacco delle aviazioni Usa e Nato alla guarnigione dell’esercito di Damasco di Der Ezzor, nel preciso momento in cui gli assedianti (da tre anni) Isis e jihadisti connessi stavano attaccando quella base aerea lealista. E all’altro tonfo per cui satelliti russi e testimoni militari e civili dimostravano che la scellerata distruzione della colonna di aiuti della Mezzaluna Rossa araba diretta ad Aleppo era stata causata da un incendio appiccato dai terroristi sotto supervisione di droni Usa. Ci si sarebbe aspettati, nella circostanza, che non solo lo storico vindice delle posizioni russe in difesa del diritto internazionale, ma anche il suo apparato di comunicazione, si concentrassero con tutte le loro forze e con la ricchezza di documenti disponibili sulla denuncia di questi crimini della consorteria Usa-Nato-Israele-Isis, sulla dimostrazione incontrovertibile che il terrorismo jihadista in Siria, come in Iraq, continua ad essere alimentato e sostenuto assieme ai nuovi ascari curdi) da  coloro che l’hanno originata: Usa, tirannie del Golfo, Israele, Turchia.

Si trattava di un’occasione per dare addosso alla Russia negli stessi termini – e anche peggiori – degli house organ del Pentagono, del Dipartimento di Stato e di Israele, dal New York Times in giù, fino, in fondo, al “manifesto”? O piuttosto di un momento di eccezionale pericolo per la possibilità di una conflagrazione generale, dato che gli Usa e Israele e corifei vari avevano gettato la maschera, e quindi di impellente dovere di schierarsi e non andare in giro a sfrucugliare i russi per questioni largamente artificiose?


 Ecco cosa ho pubblicato a botta calda in Facebook.

Interessante intervento di Giulietto Chiesa sulle elezioni parlamentari russe. Interessante perchè, di nuovo, come sull'analisi degli attentati dell'11 settembre, quando è passato da una paternità USraeliana a quella - assurda, ma ben vista da Washington - saudita, GC ha fatto una drastica correzione di rotta. Da sostenitore convinto delle buone ragioni e del buon governo russo il nostro camaleontico collega è passato, in questo video, a una atteggiamento duramente critico, se non liquidatorio, addirittura più negativo della maggioranza dei media capitalisti e imperialisti occidentali, enfatizzando una a-democraticità presunta del sistema elettorale, sullo sfondo di una grave corruzione generalizzata, che finisce col dare un quadro fortemente preoccupante della Russia. Cose del tutto inusitate per Chiesa e sorprendenti per chi ne ha seguito il percorso degli ultimi anni. 

Qualcuno ha parlato di sputi nel piatto in cui si mangia. Qualcun altro ha ricordato le corrispondenze di GC per Radio Liberty. E non corregge il tiro il pistolotto finale in cui il giornalista diffida gli occidentali dal definire irregolari le elezioni (sparata a salve perchè nessuno lo ha potuto fare per l'evidenza dei fatti), da lui fin lì messe invece in forte dubbio di democraticità. Particolarmente tirata per i capelli mi pare la sua idea che l’alta quota di astenuti accosti la Russia ai paesi occidentali nel disamoramento degli elettori per la classe politica. Vero in Occidente, meno vero in un paese dove il presidente gode di un consenso di oltre l’80%. Ritengo più plausibile, davanti a sondaggi, anche delle più importanti società occidentali, che davano Russia Unita, il partito di Putin (di cui apoditticamente GC afferma che si sia allontanato dal suo fondatore) vincitore certo con la maggioranza assoluta, che molti elettori abbiano ritenuto superfluo andare alle urne.


A me pare, e chiedo l'opinione di chi vorrà esprimersi, perchè posso certamente sbagliarmi per le
turbe emotive che rischiano di inondarmi quando mi riferisco a questa persona, che in questo intervento Chiesa abbia ripreso diverse delle note e ormai stereotipate accuse mosse a Putin e al sistema russo dai media occidentali appassionati di una loro democrazia dirittoumanista. Si tratterebbe di un regalo a chi nutre perennemente malevoli retropensieri e ha per metodo la demonizzazione dell'avversario. La combinazione in Russia tra sistema proporzionale - da tutti i costituzionalisti veri ritenuto il più rispondente alla volontà degli elettori - e sistema uninominale è di certo più onesto di tutti i sistemi in vigore nel nostro emisfero. E allora perchè dargli giù?
Insomma si nota un certo soprassalto. Che si tratti dell'effetto del connubio con lo svenditore dell'URSS e pizzaiolo Michail Gorbaciov, recentemente rinnovato nella sede, ideale, della Fondazione Italiani Europei di Massimo D'Alema, il bombardiere della Serbia?

Mi sarei anche aspettato da Pandora qualche insistito approfondimento sulla strage Nato di Der Ezzor e sull’ infame incendio della colonna di aiuti, entrambi tesi a far saltare la tregua faticosamente negoziata dal ministro degli esteri Lavrov  I materiali sono disponibili e meritano di essere evidenziati con grande enfasi, dato il significato di formidabile provocazione, ma anche di disvelamento delle vere intenzioni Usa, che hanno avuto questi episodi, gravidi di catastrofiche conseguenze.


Comunque mi aspetto, da chi vorrà correggermi, valutazioni meno “di parte” della mia. Così facciamo il punto e non se ne parla più. Magari anche dalla’ottima agenzia di notizie russa “Sputnik”, che mi si dice abbia rotto i rapporti con Pandora tv e abbia smesso di finanziarla. Il famoso sputo nel piatto in cui hai mangiato?

martedì 20 settembre 2016

24 SETTEMBRE - VERGOGNA SU ROMA




Per il 24 settembre a Roma è prevista una manifestazione a sostegno dei curdi cui partecipa una vasta consorteria di amici del giaguaro e di utili idioti e contro la quale ci pronunciamo come Comitato No Nato, anche per avvertire tante persone che indubbiamente in buonafede vorranno partecipare all'iniziativa. Sotto la copertura della sacrosanta solidarietà alla popolazione curda che subisce la feroce repressione del despota Erdogan in Turchia, si vuole contrabbandare il sostegno al PYD, partito dei curdi siriani che, con la loro formazione armata YPG, mascherata da Forze Democratiche Siriane, è in queste settimane impegnato, con l'appoggio di terra e di aria delle Forze Speciali Usa, a occupare territori siriani arabi che curdi non sono e a praticarvi una cinica pulizia etnica (come denunciata dall'appello qui sotto dell'arcivescovo di una città siriana invasa dai curdi, Hasakah). I curdi siriani, aprendo il territorio di Royava all'ingresso delle truppe americane, consentendogli di costruire una base aerea in territorio siriano, violando la sovranità della Siria, si sono prestati, in parallelo con l'Isis, a diventare forza mercenaria degli Usa nell'invasione della Siria.

Per coprire questa sciagurata collaborazione con chi da sempre punta alla distruzione dello Stato laico, democratico, multietnico e multiconfessionale della Siria, si attribuiscono ai curdi siriani caratteri del tutto ingiustificati di socialismo, partecipazione democratica, ecologismo, emancipazione delle donne, che sono invece da decenni i caratteri costitutivi dello Stato siriano.
All'evidente collaborazionismo con l'imperialismo e le sue guerre d'aggressione e i suoi ascari jihadisti, che contrassegna la manifestazione romana, aderiscono, oltre alle solite Ong pacifinte, Cgil, Fiom, USB, la micro-Rete dei Comunisti, confraternite cattoliche varie, Arci, Un Ponte per, e altri che troverete nel sito della Rete per il Kurdistan. I responsabili della mattanza inflitta al popolo siriano (e a quelli afghano, iracheno, libico, yemenita, somalo) se la ridono e applaudono.




Homs liberata dall'Esercito Arabo Siriano
Comunicato della Lista Comitato No Guerra No Nato e della Rete No War Roma

PERCHE' NON ADERIAMO ALL'APPELLO ED ALLA MANIFESTAZIONE DEL 24 SETTEMBRE

Pur avendo sostenuto per anni la lotta del popolo curdo, siamo molto preoccupati delle scelte che una parte della sua dirigenza ha imposto in Siria. Queste scelte e le loro conseguenze non sono assolutamente messe in discussione dall’appello per il 24 settembre:

1) Non viene minimamente condannato il fatto che l'esercito turco ha invaso uno stato indipendente, la Siria, in cui gli stessi Curdi vivono, violandone platealmente la sovranità.
2) Non viene chiarito che gli stessi Curdi della Siria, ed i loro alleati delle "forze democratiche siriane" (spezzoni di vecchie formazioni jihadiste facenti capo al sedicente Esercito Libero Siriano), hanno per primi essi stessi violato la sovranità del loro paese consegnando nelle mani dell'alleato esercito statunitense una serie di basi su suolo siriano.
3) Viene taciuto che gli stessi statunitensi si servono di queste basi per attaccare e minacciare l'esercito nazionale siriano che difende l'unità, l'indipendenza e la sovranità del paese, mentre contemporaneamente l'esercito nazionale viene bombardato anche da Israele, che cura anche i feriti di Fateh al-Sham (ex al-Nusra) e dell'ISIS nei propri ospedali..

L'ultimo deliberato bombardamento dell'esercito USA sulle posizioni dell'esercito siriano a Deir Es Zor, città assediata dalle bande dell'ISIS, che ha causato decine di morti, favorendo così gli attacchi dell'ISIS, dovrebbe far riflettere sulle reali intenzioni degli USA. Gli Statunitensi stanno anche sabotando la tregua umanitaria concordata con la Russia, non onorando l'impegno preso di costringere le formazioni armate da loro controllate a cessare il fuoco ed a distaccarsi dai terroristi estremisti dell’ex al-Nusra ed ISIS.
Fin dagli anni '90 i neocons USA nei loro documenti indicavano una serie di paesi da distruggere perché non compatibili con i loro sogni di domino mondiale, tra cui la Siria, la Jugoslavia, l'Iraq, l'Iran, la Libia e altri paesi. A partire dall'amministrazione di Bush jr le indicazioni dei neocons sono state adottate ufficialmente come strategia della politica estera statunitense. Di questo ci sono oltre che i fatti, varie testimonianze, a partire da una famosa intervista rilasciata nel 2008 dal generale Wesley Clark.
Come conseguenza, fin dal 2011 è stata formata una vasta alleanza filo-imperialista con l'intento di distruggere lo stato siriano laico e progressista, uscito dalle lotte anticoloniali, così come già è stato fatto per la Jugoslavia, Libia, Iraq, Ucraina, Somalia, Costa d'Avorio, Sudan.
Di questa alleanza fanno parte USA, UE, NATO, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, e bande di mercenari jihadisti terroristi che fanno capo all’ex al-Nusra, ISIS, e presunte formazioni "moderate" legate agli USA.
Il movimento curdo siriano, che dichiara di voler lottare per una Siria democratica, dovrebbe precisare se intende portare avanti le proprie rivendicazioni nell'ambito dello stato laico e progressista siriano, che ha assicurato pieni diritti alle donne, e alle numerose religioni ed etnie presenti nel paese, o cercare illusoriamente di realizzare le proprie aspirazioni a costo della distruzione della Siria, programmata da tempo dall'imperialismo, con la creazione di uno staterello fantoccio, stile Kosovo.
Altrettanta chiarezza richiediamo a tutte quelle organizzazioni sedicenti pacifiste e di sinistra, che non mancano occasione di attaccare e demonizzare il governo della Siria, e che oggi trovano un facile alibi nell'adesione all'ambigua manifestazione del 24.

Roma 19/9/2016 Lista Comitato No Guerra No Nato, Rete No War Roma

Per adesioni: comitatononato@gmail.com


APPELLO DELL'ARCIVESCOVO DI HASSAKAH, SIRIA, JACQUES BEHNAN HINDO,
“Un grido di aiuto, in soccorso dei cristiani ” è stato lanciato da Mons. Jacques Behnan Hindo, Arcivescovo di Hassaké-Nisibi dei Siri. “Dopo l’annuncio della tregua tra esercito arabo-siriano e forze curde, che prevede la smilitarizzazione, fra l’altro, del quartiere cristiano di Hassaké, le barricate non sono state rimosse, anzi sono aumentate, così come è aumentato il numero delle strade chiuse. La circolazione è diventata molto difficile, se non addirittura impossibile.”. La responsabilità, precisa il presule, va attribuita al partito curdo e al suo braccio armato, che rappresentano solo il 18-20% dei curdi della regione.
“Sono stati occupati l’Ufficio Anagrafe e il Dipartimento Immigrazione e Passaporti, la Banca Commerciale Siriana, le facoltà universitarie dell’Eufrate e di Hassaké, i depositi di grano, gasolio, benzina e cotone, il cui contenuto è stato trasferito.”. La vita della popolazione cristiana diventa sempre più difficoltosa, perché, “i combattenti curdi, l’esercito e i suoi sostenitori hanno occupato decine di case nel quartiere cristiano, ma non è consentito ai residenti di ritornarci, tranne in quelle distrutte perché le forze curde vi si erano stanziate. I curdi appartenenti al braccio armato del partito si sono impossessati di molti mezzi del comune di Hassaké, e li utilizzano per servire soltanto i loro quartieri. Per proteggere gli altri abitanti dalle malattie ci siamo dovuti addossare la raccolta e il trasporto dei rifiuti fuori del paese, tramite veicoli privati il cui acquisto è a carico dell’arcidiocesi.”.
“In tutto questo – aggiunge Mons. Hindo, sono stati colpiti anche i curdi, assieme al resto dei componenti della provincia di Hassaké. Comprendiamo la grande preoccupazione e la tensione che vivono i cristiani e i curdi che non appartengono al partito curdo. Comprendiamo altresì la rabbia che aumenta ad Hassaké a causa del peggioramento delle condizioni di vita, della mancanza di generi alimentari e delle interruzioni quotidiane di elettricità, mentre a Malikieh, che è sotto il controllo dei curdi, non ci sono blackout, e tutte le esigenze vengono pienamente soddisfatte. Comprendiamo infine la rassegnazione dei cristiani che sono indotti ad emigrare.”.

domenica 18 settembre 2016

BOMBE USA -VASELLINA PACIFINTA. Filo rosso da Regeni a Misurata a Deir Ezzor alla tregua in Siria all'attentato di Manhattan a uno sporco 24/9 italiano pro-mercenari e anti-Siria


Selfie di Obama prima di entrare in sala trucco

Una tregua pro domo sua. Tanto per capire chi sta con chi.
Russi e Usa concordano una tregua, dalla Turchia partono camion di aiuti, subito rifiutati dai terroristi mescolati a presunti “moderati” per farsi passare per tali  e per martiri e godere dell’affetto Usa-UE. Gli Usa bombardano il ridotto di Deir Ezzor, nel Nord-Est siriano, dove un una guarnigione dell’Esercito Arabo Siriano difende eroicamente da tre anni  la sua base aerea dall’assedio Isis, uccidendo 80 militari lealisti e ferendone 100. Il bombardamento, per opera di 2 F-16 e 2 A-10, aveva permesso ai miliziani del califfato di occupare una posizione strategica che sarebbe stata utile a Damasco per la programmata offensiva su Raqqa. Offensiva  progettata anche da forze curde, però assolutamente inadeguate alla bisogna, per quanto supportate dagli Usa, ma bloccata, stavolta, dai turchi. Quindi priorità assoluta al blocco dei lealisti. Ma, ore dopo, l’esercito patriottico è riuscito a riprendersi il punto strategico. I russi hanno immediatamente denunciato la gravissima violazione della sovranità siriana e il manifesto intento di evitare la rotta dei jihadisti. Stessa denuncia fatta delle ripetute rotture della tregua ad Aleppo da parte dei mercenari ristretti in un ultimo quartiere a est della città.

Simultaneamente l’altro elemento del Duo dell’Apocalisse Usa-Israele, che il giorno prima aveva perso un caccia e un drone sotto i colpi della contraerea siriana, tornava ad attaccare posizioni siriane vicino a Quneitra, sul Golan occupato e annesso da Israele e dove la linea verde di separazione tra zona siriana e zona sequestrata è stata dai comandi israeliani affidata ai terroristi di Al Nusra (oggi Fatah el Sham per far dimenticare 5 anni di orrori su prigionieri e civili e farsi accreditare come alternativa ad Assad dai pacifinti, Assopace, Formigli e, ovviamente “la comunità internazionale”). L’intervento dei caccia israeliani avveniva a sostegno dei terroristi messi in difficoltà da un attacco lealista.

venerdì 16 settembre 2016

I DUE PESI E LE DUE MISURE DEI PACIFINTI: Regeni sì, Abdel Salam boh.





Riporto qui sotto un capitolo di una newsletter , "Pressenza" diretta da Oliveri Turquet, organo del Partito Umanista Italiano, agenzia e partito semiclandestini, ma vociferanti, pacifisti e nonviolenti, in prima fila nella diffusione dell'informazione o propaganda di operativi della Cia e del Dipartimento di Stato come Amnesty International, Human Rights Watch, Avaaz. Al direttore di Pressenza, Turquet, ho ripetutamente chiesto di esprimersi sul dato di fatto accertato di un Giulio Regeni al servizio di un gruppo di delinquenti, provocatori, spioni e masskiller angloamericani, dirigenti della "Oxford Analytica", potente società di spionaggio per la quale Regeni lavorava. Non ho mai avuto uno straccio di risposta. Forse perchè la risposta da dare sarebbe imbarazzante per chi è stato in prima fila da mesi nella diffamazione dell'Egitto e nella campagna "Verità per Giulio Regeni".

mercoledì 14 settembre 2016

OPERAZIONE IPPOCR...ITA - Fregole Nato di guerra: tregua finta in Siria, guerra vera alla Libia



Dalla diga che crolla a Tripoli bel suol d’amore
La signora Pinotti rincorre famelica e trafelata il suo modello ideale, Hillary Clinton. Anche a dispetto della progressiva caducità del modello, minato da un concorso di demenza sanguinaria ossessiva e conseguente disfacimento neurofisico. Stesse attenta, la Pinotti. Intanto, all’ombra di tanto vertice di potenza criminale, la muselide de noantri gira vorticosamente nella sua ruota impazzita, sparando alla rinfusa contro chi sa di risultare sgradevole ai suoi domatori oltremare, anche a scapito dei disastri socioeconomici e dei rischi geopolitici che in parallelo infligge al proprio paese. 500 armigeri spediti a far finta di proteggere una diga che si va sbriciolando a Mosul, ma che il direttore del circo USraeliano le ha intimato di tener pronti per sostenere, contro l’avanzata dell’esercito nazionale iracheno e relative milizie popolari, la presa della seconda città araba irachena da parte dei pretoriani peshmerga del narcoboss curdo Barzani.

Forze speciali – con garanzia di anonimato e oblio in caso ci rimettano la ghirba, in cambio di stipendio da magistrato di seconda classe – che si aggirano sottobraccio a quelle Usa, britanniche, francesi, nelle zone contese della Siria, per assicurarsi che non troppo male sia fatto agli ascari curdi di Rojava (assistiti, anzi, nella pulizia etnica di terre arabe da incorporare) e neppure ai terroristi ingentiliti dal cognome  “moderati” e, quando capita, anche per dare istruzioni e una mano a chi, con autobombe o kamikaze, rimedia alle batoste subite sul campo facendo saltare per aria aggregati di donne, uomini e bambini a Damasco.

E, ora, alle analoghe unità di teste di cuoio tipo Col. Moschin (volendo: “squadroni della morte”, come ci insegna l’inventore, John Negroponte, maestro e principale di Giulio Regeni), la mini-Gorgone italiota aggiunge in Libia 300 guerrieri di formazioni come la Folgore, specializzate nella riduzione in briciole di selvaggi e inopportuni, corredati di supporto aereo e navale, sanitati dai camici  candidi di qualche medico e qualche infermiere. Dove vanno? A Misurata. A cosa fare?  Dice: a medicare le centinaia di mercenari Nato che se ne tornano da Sirte con qualcosa di rotto, per rimetterli in sesto e rispedirli contro l’altra fanteria Nato, l’Isis, installata dai turchi Nato a Sirte e che da 4 mesi non se la danno per intesa che devono sloggiare. Paradosso? Tanto tutti Fratelli Musulmani sono. Come pure i nostri più cari e fidati amici, i Fratelli Musulmani di Tripoli, quelli che stanno lì dopo aver rovesciato il legittimo governo laico, ora riparato in Cirenaica, con un colpo di Stato attuato dai tagliagole allora al loro servizio, ma che adesso Tripoli e la Tripolitania se la curano da soli insieme al regimetto di Al Serraj, denominato pomposamente GNA, Governo dell’Accordo Nazionale. GNA inventato dall’ONU su commissione Usa, ma dalla nascita costretto a restarsene chiuso in hotel, visitato per il tè delle cinque e un pat-pat sulle spalle da qualche ambasciatore occidentale e dal mediatore ONU, si fa per dire, Martin Kobler.

martedì 13 settembre 2016

PERSEVERARE DIABOLICUM


L'11 settembre, due giorni fa, Giulietto Chiesa ha dato questa intervista a un'agenzia iraniana.
Dall'articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it  l'11 luglio e da me ripubblicato in "Giulietto Chiesa, l'iroso debunker" (www.fulviogrimaldicontroblog.info)  scompare l'affermazione
il governo saudita, alleato e amico dell’America, tirò le fila dell’attentato.
e scompare anche questo:
Dal “File 17” emergono, ad esempio, due nomi: Fahad Al-Thumairy e Omar Al-Bayoumi. Il primo era, a quel tempo, l’imam della moschea di Culver City, California, e ci sono documenti che attestano il suo ruolo di copertura di almeno due dei 19 terroristi. I due in questione, Nawaf Al-Hazmi e Khalid Al-Mihdhar, erano arrivati a San Diego fin dal febbraio 2000. L’indagine accertò che erano stati abbondantemente finanziati e aiutati dalla coppia Al-Thumairy e Al-Bayoumi. Il “File 17” indica “rapporti molto stretti con il governo saudita”. Di Al-Bayoumi si pensa che fosse un agente dei servizi segreti sauditi. Ma non fu mai interrogato (sebbene fosse sotto sorveglianza) e riuscì a uscire dagli Usa prima dell’attentato. Idem per Al-Thumairy".
E questo:
"riunione di Kuala Lumpur in cui Khaled Sheikh Mohammed aveva riunito il gruppo esecutivo dell’attentato del secolo.
Conclusione. Giulietto cerca di salvare capra e cavoli, dopo essere stato sbugiardato sulla sua inusitata teoria secondo cui fu il governo saudita, e non quello Usa, e nemmeno quello israeliano, a TIRARE LE FILA DELL'ATTENTATO. Non parla più di governo che tira le fila e neppure di sauditi che sotto il disgraziato incastrato Sheikh Khaled sarebbero stati il gruppo esecutivo. Di cosa? Della collocazione degli esplosivi nei sotterranei e in tutti i piani delle tre torri? Difficile per un manipolo saudita. Allora, di aver pilotato aerei che non sapevano pilotare contro le torri? Una delle due, Giulietto, deciditi. Entrambe una montatura che in questo momento fa comodo al regime Usa, tanto che questa Commissione del sen. democratico Graham ha lanciato il megadepistaggio sui sauditi quando ormai la versione ufficiale faceva acqua da tutte le parti. Sauditi antipatici, si muovono per conto loro, sostengono l'Egitto che sta conquistando la Libia con il generale Haftar, è ricchissimo di idrocarburi, flirta con Russia e Cina.
Ma Giulietto non si limita a prudentemente sottacere quanto prima dichiarato perentoriamente.
Tutta l'intervista insiste e potenzia il concetto che i sauditi sarebbero stati protagonisti e gli Usa attori non protagonisti, che "partecipano" a qualcosa che i sauditi in. prima persona fanno. Partecipano con "settori" della Cia, da noi per le stragi di Stato e la mafia si usa l'eufemismo depistante "servizi deviati". Meglio immaginare un confronto tra servizi sauditi, ottimi a livello Isis, e servizi israelo-americani, quelli della più collaudata e annosa esperienza di terrorismo e False Flag. I primi stanno ai secondi come l'apprendista sta allo stregone, la vipera al serpente a sonagli, il manovale all'ingegnere.  La sofisticazione e perfezione logistica, tecnologica, organizzativa di una roba come l'11 settembre a New York e al Pentagono, i nababbi del Golfo se le sognano.
Insomma siamo a uno sforzo imbarazzante di equilibrismo su una corda che perde una fibra dopo l'altra. Un tentativo affannoso e trafelato di attenuare la responsabilità criminale dei neocon.
Che tutto questo sia avvenuto in coincidenza con l'anniversario dell'11 settembre, quando si scatena lo tsunami dei disinformatori pro bono Usa e solo poche voci, ma le uniche autorevoli e documentate, dimostrano l'orrenda verità dell'autoattentato dell'imperialismo neocon, rende il comportamento ancora più grave.
Che GC abbia potuto dare retta a una evidentissima bufala di una gruppo di senatori, da sempre sostenitori della versione ufficiale e che ora parlano di desecretazione di un papello ridicolo, già noto da anni, apre a ogni possibile dubbio.
Resta una considerazione. Forse la più drammatica nel quadro di quanto GC ha scritto e detto negli ultimi due mesi: dove è finito Israele e il suo precedentemente argomentato e dimostrato ruolo centrale nell'11 settembre dei neocon sionisti e con doppia nazionalità.???

Sarebbe sciocco ripetermi che si tratta di una disputa personale

RUSSOFOBIA E NATO ALLA GUERRA CONTRO LA RUSSIA




Invio il link a una mia intervista all'agenzia "Sputnik" sul ruolo della Nato e dell'Italia nella Nato, nel quadro dell'accerchiamento Nato della Russia, delle sanzioni alla Russia e della minaccia, reiterata da Hillary Clinton, di un'aggressione alla Russia con conseguente certezza di una conflagrazione mondiale
  
Colgo l'occasione per  riferirmi a un'intervista segnalatami, senza coordinate, in cui Giulietto Chiesa affermerebbe ora che non ci sarebbero stati i 19 dirottatori sauditi l'11 settembre, ma che l'attentato sarebbe stato compiuto dai servizi segreti sauditi in combutta con quelli Usa. La toppa è peggio del buco che, come ricorderete, era un articolo di GC su ilfattoquotidiano.it, da me ripubblicato per intero in "Giulietto Chjiesa, l'iroso debunker" (www.fulviogrimaldicontroblog.info) in cui l'autore scriveva testualmente che erano stati i "sauditi a tirare le fila dell'11 settembre", attraverso l'uso di 19 piloti dirottatori sauditi che avrebbero così fatto crollare le torri. Ricorderete anche che tutta la precedente pubblicistica di GC affermava, in accordo con vastissimi e inconfutabili studi, che la distruzione era avvenuta per demolizione controllata per iniziativa interna all'establishment Usa.

La nuova versione cerca di attenuare l'assurdità della prima inversione a U, ma tiene il punto della fondamentale responsabilità saudita, con gli Usa in secondo piano e Israele, dimostrata partecipe dell'evento, del tutto esonerata. Ora, i servizi sauditi stanno a quelli Usa, collaudati in decenni di operazioni sporche e False Flag, come una vipera sta a un cobra, per cui anche il nuovo assunto è grottesco. Gravissima, poi, è la dimenticanza di Israele, di cui ricorderete l'arresto di agenti del Mossad che filmavano festanti l'attentato alle torri mentre accadeva (quindi ne erano informati) e sono stati trovati in possesso di un pullmino zeppo di tecnologia spionistica. Furono quasi subito rilasciati e fatti rientrare in Israele.

Se qualcuno ha il link per l'intervista che mi è stata indicata, gli sarei grato per farmelo avere.


Come vedete la questione Giulietto Chiesa non è personale.

domenica 11 settembre 2016

11/9 E AFFINI: DOMANDE CHE INCHIODANO, RISPOSTE CHE NON SCHIODANO - Dirottatori sauditi inventati da Washington e promossi da Giulietto Chiesa, Regeni, Madre Teresa, curdi...




C’era da aspettarsi, nel 15° anniversario del crimine di Stati che ha cambiato il corso del mondo, che sulle macerie della vulgata ufficiale sull’11 settembre, frantumate dalle verità emerse, si scatenasse l’uragano dei media e dei loro editori di riferimento e tentasse di ricostruire su quei cascami di menzogna lo screditato 11/9 virtuale. Un mattone di cartapesta per quella ricostruzione lo ha fornito il governo Usa con l’ennesimo, grottesco depistaggio: “Sono stati i dirottatori sauditi”, sciaguratamente rilanciato da chi avrebbe dovuto stare ai fatti e alla sua prima parola.

“Viviamo immersi in una grande finzione, con vari livelli: locale, nazionale e globale, in cui i media di massa per eccellenza si combinano e si appoggiano a vicenda per creare un mondo di teleirrealtà, in cui lo spirito delle persone viene sottomesso ad un bombardamento costante per lavarne il cervello. Se non siete prevenuti di fronte ai mass media, vi faranno amare l’oppressore ed odiare l’oppresso”.(Malcolm X)

“Non pensate sia assurdo che giornalisti ignoranti, corrotti e codardi, che mentono per denaro, ne sappiano di più di fisici, chimici, architetti di grattacieli, ingegneri strutturali i quali hanno chiesto al Congresso una vera e indipendente inchiesta sull’11 settembre? E che ne sappiano di più di vigili del fuoco, soccorritori sul luogo, piloti civili e militari ed ex-alti funzionari di Stato, che tutti hanno affermato l’impossibilità fisica della versione ufficiale? Che razza di ottuso ottenebrato deve essere una persona per credere che il governo degli Usa e i suoi media abbiano più ragione delle leggi della fisica?” (Paul Craig Roberts, ex-Sottosegretario al Tesoro Usa)

«Nella città di Dio ci sarà un grande tuono, / due fratelli verranno straziati dal caos. / Mentre la fortezza regge, i grandi capi soccomberanno. / La terza grande guerra inizierà mentre la città brucerà».(Nostradamus 1654.)

Io ti chiedo, tu mi sputi
Le ottimistiche previsioni del grande profeta rinascimentale che, secondo gli ingarbugliati di esoterismo, fanno riferimento agli attentati dell’11settembre (“Due fratelli” le torri gemelle, “la fortezza”, l’imperialismo Usa, “i grandi capi”, Bush e Co.). Manteniamoci sorridenti, ma perplessi, davanti alla “terza grande guerra” e attribuiamo il resto a eccessi etilici del vecchio veggente e dei suoi estimatori. E osserviamo che sui grandi tuoni, sul caos che strazia, su chi soccombe e chi fa soccombere,  si è instaurata ai nostri cupi tempi una costante: si pongono domande, si sollevano questioni, si formulano obiezioni, quante si vuole, ma le risposte latitano. A volte vengono sostituite da assiomi, da aporie, da bla bla bla, da spari al dito che punta alla luna, cioè alle esplosioni piano per piano delle Torri Gemelle, o al retroterra spionistico di Giulio Regeni, o al passo dell’oca dei curdi sotto comando delle SS americane, tanto da mozzare il dito e lasciare indisturbata la Luna. Più spesso si salta il fosso a forza di insulti. In onore di questi curdi, vendutisi a chiunque ne condividesse l’obiettivo di rubare terre altrui, praticanti pulizie etniche all’israeliana, ascari degli Usa nello squartamento della Siria, rumoreggerà in piazza la solita compagnia di vivandiere e assistenti sociali dell’Impero. Perché i curdi sono buoni e Assad e l’80% dei siriani che stanno con lui sono cattivi. A prescindere. Così detta l’ordine di servizio. Anche qui domanda inevasa: che ci fanno i pacifisti e i non violenti, presti, suore, sindacalisti a fianco di chi si arruola con Attila?

mercoledì 7 settembre 2016

ROMA-RAGGI-VERMINAIO : IL BUE CHE DA' DEL CORNUTO ALL'ASINO



Virginia Raggi qualche errore l'ha fatto (quelli prima di lei hanno commesso crimini), a partire da collaboratori come l'alemanniano Marra e, forse la Muraro, presi probabilmente perchè esperti della macchina amministrativa e, la Muiraro, al corrente di tutte le magagne dei banditi dei rifiuti. Ma sono fesserie, come è una fesseria quella dell'indagine non comunicata, cosa comprensibile dato che non c'era avviso di garanzia e non si sapeva se l'indagine riguardava un mozzicone gettato dalla finestra, o qualche impiccio con i rifiuti. Ci si inalbera su una cosiddetta bugia e lo si fa sotto l'ombrello dell'ipocrisia su cui si rovescia ogni secondo il nubifragio delle menzogne e delle truffe di Renzi e di tutto il cucuzzarto di regime.
La cosa davvero fetida è come la mafiosa marmaglia del PD e delle destre dichiarate si sono avventati su questa amministrazione, unicamente perchè è quella che gli impedisce di continuare a rubare, corrompere, devastare, distruggere, ultimamente con la mostruosità delle Olimpiadi. E quel rompicoglione e quinta colonna del Pizzarotti che non perde l'occasione per intingere il suo tossico biscotto nella merda della cosca renziana! Lo caccino finalmente, è uno sporco profittatore dei guai altrui. La classica fattispecie dello sciacallo che, tipo i curdi di Rojava, si lancia assieme ai leoni sulla carcassa della gazzella.

 Una foto che spiega molte cose. Il sindaco diParma Pizzarotti, venefico grillo parlante incistato nel M5S, in compagnia di funzionari del Dipartimento di Stato (quello di Killary, Kerry e l'Obama delle sette guerre genocide), durante uno dei suoi frequenti viaggi negli Usa.

Stiamo assistendo alla rivolta del verminaio e qualunque cosa abbiano sbagliato Raggi o il direttorio, sono da sostenere al 100%, anche contro gli utili idioti e boccaloni 5 Stelle in rete che si fanno decerebrare dalla slavina mediatica dei poteri criminali: mafia, massoneria, Vaticano, palazzinari, cooperative, servizi, Cia. Come Assad, o Gheddafi, o Saddam, o Putin, sono comunque mille volte meglio di qualsiasi governante occidentale, così tra Raggi e i suoi è il resto dello schieramento politico-economico-culturale italiota corre la differenza tra un giardino e una fogna.

sabato 3 settembre 2016

LA STREGA SANTA, IL PAPA, I NAZISIONISTI DI PARIGI, GLI AMMAZZA-SIRIA IN PIAZZA


 La Giudecca, girone dei traditori

Tra il 2 e il 4 settembre si verifica una serie di eventi che sono il segno, direbbe forse Roland Barthes, dell’abisso di degrado e turlupinatura in cui è precipitata la società occidentale a forza di direzioni religiose al diapason dell’ipocrisia e della superstizione, di amici del giaguaro che hanno totalmente inquinato lo spettro dell’azione e del pensiero sinistri, e di media corrotti fino all’ultima macchia di inchiostro e facinorosamente al servizio del potere che dovrebbero controllare e contenere. Parlo di papa Bergoglio, dei commandos nazisionisti di Charlie Hebdo, di Teresa di Calcutta Premio Nobel e ora pure santa, e dei rettili sorosiani che si fanno passare per pacifisti e scendono in piazza “per la Siria” su mandato di chi la vuole uccidere.

Da Je suis a Je ne suis pas
Virtuosi dei due pesi e due misure, sono arrivati a scrivere “Je ne suis pas Charlie” dopo che, appena l’anno scorso, urlando a tonnellate di piombo, rotative arroventate e lenzuolate di carta “Je suis Charlie”, erano arrivati a stracciarsi le vesti e a ripubblicare il delinquenziale fogliaccio nella propria testata. Eppure si trattava dello stesso Charlie Hebdo, della stessa rivista inventata, mantenuta in vita a dispetto della scarsa circolazione e rilanciata tramite False Flag stragista, dello stesso campione della satira contro i deboli e le vittime e a sostegno dei forti e prepotenti, che quindi satira non è per niente. “The chicken come home to roost” dicono in Inghilterra, colorita metafora traducibile con “le galline tornano al pollaio” che significa “i nodi vengono al pettine”. E Charlie-martire ti viene ricacciato in gola.