giovedì 25 giugno 2020

Stati Generali: fuffa al veleno --- COLAO AND FRIENDS: GOVERNO E PARLAMENTO SOSTITUITI DA MICROSOFT E VODAFONE --- Col digitale verso la transumanità



La sicurezza del Potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini(Leonardo Sciascia)
Cari amici e interlocutori, stavolta vado davvero per le lunghe. Più del solito. Ma fate finta che sia un livre de chevet, libro da comodino, come li chiamava Montaigne, da prendere a pizzichi e bocconi. Come cinque pezzi corti. Anche perché per un mese e passa non ce ne saranno altri. Non busserò a casa vostra. Sto in montagna, a rompere le palle alle marmotte.

Stati Generali per corona(virusa)re il nostro futuro
Negli Usa ormai si manifesta con crescente spudoratezza quel governo parallelo, chiamato “Deep State”, nella cui militanza confluiscono i falchi repubblicani e, ben più guerrafondai, quelli democratici. Stato profondo ben rappresentato nella serie “Saw”, formato da elementi non eletti ma più potenti degli eletti e che tiene sulla graticola, ultimamente con le sommosse, l’eterodosso Donald Trump, sebbene pure lui prodotto dallo (s)fascio statunitense. Dal momento che l’Italia, da sempre, è l’apprendista stregone minore su cui sperimentare il peggio del colonialcapitalismo, anche qui abbiamo un governicchio in vetrina, parzialmente eletto, e un Deep State per niente eletto, (in)visibile nelle varie task forces, dietro al banco. Ora questo insieme metastatico deve essere davvero bravo per fare avere ragione a gente come l’opposizione che oggi completa il nostro degrado. Eppure ci riesce quando a una conventicola formatasi alle fonti del Po, nel mausoleo di Predappio e nel ventre di Cosa Nostra ha potuto legittimamente dire “non c’è più democrazia”, o “sul Coronavirus ci marciate”, o “è tornata la Troika”.
Con quella celebrazione del suo ego espanso e del “servo encomio” ai rapinatori UE e neoliberisti in genere, la banda del Conte Pippo ha per il quinto mese fatto come se il Parlamento non esistesse e ha sgovernato agli ordini di una combriccola di non eletti che stanno al Deep State come l’Isis sta ai Fratelli Musulmani, o come il Gatto e la Volpe stanno al pescecane che inghiotte Pinocchio e babbo Geppetto (posso dire che il tonno che li salva mi fa pensare a Sara Cunial e ai suoi?).
Per i non decerebrati dalla paura, la risposta alla domanda “a chi conviene il circo dell’orrore Covid-19” è stata facilissima dal primo contagio, a Wuhan come in tutto il mondo. Mancavano i numeri. Che, secondo gli alti sacerdoti del sinedrio, sarebbero, al 22 giugno 2020, complessivamente 469.122 morrti, tutti ovviamente da questo virus, su 9.003.042 contagiati, magari presunti giacchè asintomatici. Magari morti per mancanza di cure perchè ristretti in casa. Magari e perlopiù morti di altro. E ci sarebbe andata pure bene, se pensiamo al pronostico di Bill Gates, nella sua precisissima simulazione-previsione dell’ottobre 2019: 20 milioni di decessi. E bene c’è pure andata, se pensiamo che nell’influenza 2017-2018 ci sono state decine di migliaia di morti in più (si chiamava influenza e basta e nessuno veniva rinchiuso e vessato da misure Gestapo). Per avere un’idea non manipolata ai fini della dittatura digital-sanitaria, vedere i diagrammi statistici fornitimi da un attento amico.

 
 1) Morti in Svezia senza lockdown. Curva in alto, previsioni dell’Imperial College di Londra, portavoce dell’OMS, in caso di mancata chiusura. Curva bassa, con chiusura moderata. Curva quasi piatta, morti effettivi.
2) Epidemie e relative vittime, dalla “Peste di Antonino il Pio (165-180) al covid-19.
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_epidemics (il server non consente la pubblicazione qui)
Su questi numeri di morti, quelli effettivi e quelli inventati, si sono sviluppate altre cifre, stavolta tutte veritiere. Dieci miliardari transnazionali, in prima linea quelli di sanità e digitale, i più ricchi del mondo, hanno guadagnato insieme più di 7 miliardi di dollari da quando l’OMS ha dichiarato la pandemia. E molti di più gliene verranno dal post-virus. Capifila dei numeri, ovviamente, gli USA. Nei 23 giorni dall’inizio della pandemia l’élite finanziaria ha guadagnato 282 miliardi di dollari, con un’economia che, nel primo trimestre, si è contratta del 40%. Dal 2080 al 2020 il contributo fiscale di questi paperoni è calato del 79% e la loro ricchezza è cresciuta di oltre il 1.100%. In piena epidemia, Jeff Bezos di Amazon, uomo più ricco del mondo e Bill Gates, della Fondazione Gates per i vaccini, sono arrivati ad avere un patrimonio netto pari a quello della metà della popolazione statunitense. La cui aspettativa di vita, nel frattempo è precipitata come succede solo in fasi di guerre e carestie. Anche perchè i dipendenti di Amazon, per potersi nutrire, devono ricorrere ai buoni cibo elargiti dallo Stato ai poverissimi.
Come è possibile che questi cannibali ci vengano presentati a volte come filantropi, a volte come portatori di sviluppo e progresso? Ci vuole poco (dal punto di vista dei miliardari). “Mint Press” ha scoperto che Bill Gates ha “donato” 9 milioni al liberal “Guardian” (fratello maggiore del “manifesto”), 3 milioni alla tv NBC-Universal, 4,5 a NPR, 1 milione ad Al Jazeera e ben 49 milioni alla BBC. Quanto a Bezos, i media preferisce comprarseli direttamente. E’ la stampa, bellezza.
Il Conte-re, gli Stati Generali, il 17 gennaio 1793


Forte delle soddisfazioni cavate da una nazione debitamente sconquassata nei beni spirituali e materiali e dal fatto che è riuscito a prospettare ai suoi mandanti UE, Big Pharma e Silicon Valley, un paese pronto all’innovazione bio-tecno-fascista, popolato dall’“homo-machina”, Pippo Conte si è presentato agli Stati Generali con la (virus)corona in capo. Stati Generali, tra villa e parchi, paggi, ancelle e dame di compagnia, nell’intimità senza mascherine e distanze, a marcare l’ulteriore obliterazione del parlamento, degli eletti ed elettori, per consegnarsi ancora una volta agli stregoni che vanno sperimentando l’era post-democratica del vaccino e della connessione. Stati Generali delle teste autocoronate, come erano quelle di Filippo IV nel 1302 e di Luigi XVI nel fatidico 1789. Stati Generali dove il primo Stato erano i preti, il secondo i nobili e il terzo, che non contava una mazza perché gli altri due gli si alleavano contro, genti urbane e rurali. Venivano convocati quando alla nazione non andava troppo bene e si dovevano imporre tasse, vessazioni e restrizioni. Come vedete, Historia magistra vitae anche per il ben-titolato Conte Pippo. Cui potrebbe anche capitare, e noi non glielo auguriamo, il destino del re che degli Stati Generali convocò l’ultima edizione: 17 gennaio 1793.  

 Dagli Stati Generali, spunta il governo di coalizione Microsoft e Vodafone.
Potete immaginarvi Jack lo Squartatore che, dopo averle squarciato la gola, alla vittima tampona il sangue? O Obama che, dopo aver raso al suolo la Libia, corre a donarle i mezzi per ricostruirsi prospera e indipendente? Allora dovreste avere presente anche Conte Pippo e il socio Colao Vittorio che promettono cure all’Italia annichilita. Pensate alle le loro origini. Rispettivamente, da un megastudio di avvocati, organicamente legato all’Olimpo del finanzcapitalismo sovranazionale e da una delle più micidiali compagnie telefoniche pro-5G e digitalismo. Poi da alcune delle più grandi banche d’affari. Conviene anche che pensiate, sempre in parallelo con Jack e Obama, al retroterra giudiziario di Ursula von der Leyen e di Christine Lagarde, Entrambe distintesi, negli incarichi originali per corruzione, come dame di corte di Bill Gates e tagliagole di una Troika che ha fatto a pezzi, la Grecia. Come Jack, una per una, le allegre ragazze di Whitechapel.


Ciò che lega il fondatore e poi capo di Microsoft Bill Gates a Vittorio Colao e al valletto Conte, è uno dei più colossali conflitti d’interesse mai visti, cementati dalla finanza speculativa da cui tutti provengono, o dipendono (Colao da Morgan Stanley e McKinsey). Se non si viene dalla formazione al furto su scala mondiale, ce lo ricorda Goldman Sachs, non si va da nessuna parte. Per somma virtù anche bilderberghiani, si sono presentati al popolo, che si era scritto la nota costituzione, e a un parlamento, che la considera meno del diploma del nonno alla parete, con l’eleganza del noto marchese del Grillo. Protagonisti della telefonia e delle piattaforme, feldmarescialli dell’economia privata, bilderberghiani e davosiani di lusso (e dunque anche a Villa Pamphili, le cose avvenivano a porte chiuse), ecco che agli Stati Generali (Conte per il clero, Colao per l’aristocrazia) si sancisce che in Italia le cose pubbliche, come la vita e tutto il resto, passano alla mano, alla manona, del privato. Preferibilmente sanitario, digitale, protetta da quelli che hanno alla cintura le manette.
(Ri)lancio Italia 2010-2030, o lancio pandemia elettrosmog?


Quando uscì il Piano di 121 schede di Vittorio Colao, scritto con qualche commensale delle piattafome nel loft di Londra, poco se ne parlò da parte degli amici, molto si disse che trattavasi di fuffa, banalità, roba scritta sull’acqua, vuoto pneumatico. Gelosia dell’apprendista stregone, Conte, nei confronti dello stregone? Anche. Ma soprattutto depistaggio, fuffa per boccaloni. Una fuffa, comunque, che è tutta lievito velenoso, ultraliberista, destinato a crescere. Una visione del pubblico (devi da morì) e del privato (devi da vince’) di un bilderberghiano di peso, osannato dal reparto Risorse Umane Bilderberg, come Stefano Feltri, o Lilli Gruber, o Mario Monti, Draghi,.Elkann, Prodi, Letta, Bonino, Visco…
Quello di peso ci è stato inflitto da direttore del Tesoro, poi di Goldman Sachs e poi governatore di Banca d’Italia, fino a elargitore di miliardi alle banche da direttore di quella centrale europea. E’ il principio delle porte girevoli, felice giostra del capitalismo. Principio che mantiene in circolazione perfino uno il quale, per ciò che, nelle, e alle, nostre istituzioni, ha combinato (Codice Penale, articoli 241-274, Delitti contro la personalità dello Stato). avrebbe tutti i titoli di merito per stare come stava nella Torre della Muda il conte Ugolino (1220-1289)

Di costui, Mario Draghi (nomen omen), col nome che al plurale dell’archetipo che, da sempre, spaventa l’umanità e che ora ci si minaccia addirittura come incombente Supremo di qualcosa, governo o repubblica, o magari Nuovo Ordine Mondiale, non si dimentichi mai l’impresa del 1992. Pifferaio di Hamelin, con il suo programma di devastazione privata di ogni bene pubblico e relativa svendita ai compari esteri, perfezionato poi da Amato e Prodi. Sul panfilo della Regina, insieme ad altri della Banda del buco, banchieri, CEO, George Soros, la créme della massomafia, il ministro Andreatta, congiurò contro il patrimonio pubblico e contro gli italiani.
Grillo c’è!

Scuola e Agricoltura? Zero. Ci pensano i privati e il Terzo Settore, per l’una, Bayer/Monsanto per l’altra
Il copia e incolla dell’omologo Colao si arricchisce di un particolare che tutti i nostri affiliati alla Cupola, maggioranza e opposizione, hanno tenuto nell’ombra cianciando di “fuffa”, per quanto ne abbiano profittato. Beppe Grillo, veterano del cavallo giusto, l’ha invece subito individuato e ci si è fiondato sopra perorando la causa della banda velocissima, in altre parole la connessione di quinta generazione, il 5G, nel quadro della digitalizzazione dell’intera vita, di cui era stato precursore con l’abominio “Rousseau”. Il comico, finito lo spettacolo dei travestimenti vaffa, è così riapparso sul proscenio in borghese a prendersi gli applausi di quelli che fino a ieri lo avevano spernacchiato e a farci capire il solidissimo perno intorno al quale tutta la fuffa ruotava.
La fuffa, più che altro una dissolvenza, riguardava due settori precisi. La scuola, lasciata nelle laccate mani di una ministra dell’istruzione, delirante come un criceto nella ruota, impegnata a fare uscire di senno studenti, genitori, insegnanti, presidi ed edifici scolastici. Scuola da lei affidata alla nebulosa del Terzo Settore e quindi al “volontariato” (eccome!) delle Ong di Soros e dei manager di McDonald’s.
 

L’altro settore, tanto insignificante da non arrivare neanche alla fuffa, è l’agricoltura. Intanto perché se ne occupa eccellentemente la ministra Bellanova, per la soddisfazione di semi brevettati e fertilizzanti al glifosato di Monsanto/Bayer e soci. La quale Monsanto ha appena finito di pagare 10 miliardi di euro in risarcimenti per danni causati dal glifosato. E poi perché da quelle parti è giù tutto previsto: campi, campetti, orti, tutta l’agricoltura “di prossimità” che nutre noi, pronta a passare all’agrobusiness intensivo/esteso multinazionale degli OGM. Così il Covid-19 sarà servito anche a farci esportatori netti del cibo che nasce da noi e importatori netti del cibo-spazzatura che nasce altrove. E’ la globalizzazione, baby.
Decorporizzare ed elettromagnetizzare l’Italia
Il cuore del “manifesto” di Colao per il nostro futuro è un altro. Il virus, ovviamente “de paura” perché letale, anche per chi cade dal balcone, risponde al principio di Giambattista Vico. Nessuno ne sa una cippa (come giustamente dice la somma virologa eretica del “Sacco” di Miano, Maria Rita Gismondo), ma è certissimo che segua la legge dei “Corsi e ricorsi”. Dunque resteremo, o ritorneremo, mascherati, distanziati, menomati, carcerati. E salvati, sia dal vaccino ID2020 (programmino Gates-Rockefeller-Davos per l’identità digitale universale sottopelle dalla nascita), sia dalle piattaforme. Soccorritori, non per nulla capeggiati dai più ricchi del mondo, per migliorare l’individuo sottraendolo alle contaminazioni di ogni genere, non solo da virus fasulli e transeunti, soprattutto da colletivi e comunità.

Di 7,5 miliardi di persone, qualche miliardo, privo di strumenti digitali (un terzo di italiani), va messo alla macina. Gli altri avranno la vita facilitata grazie al telesesso (riduzione della sovrapopolazione là dove il Covid-19, sanzioni e guerre, non sono bastati) e tutte le altre attività che impiegavano i nostri arcaici sensi corporei: teleworking, telestudio, teleacquisti, telesport, telegiochi (già fatto), televiaggi, teleconfessioni, telepenitenze . Alle teleagonie e telemorti ci hanno già abituati, quando sottraevano i moribondi da presunto Covid-19 ai loro cari e viceversa. Vedrete come, a forza di tele, ci identificheremo sempre più con lo strumento, fino a diventarlo. Basta un dato: tra il 2019 e fine marzo 2020, i lavoratori italiani da remoto sono passati da 570mila a 8 milioni.  E alle start-up di questo business Colao ha fortemente alzato le detrazioni.
Bancomat, Visa, American Express, Go…. Una bella cresta e ci pensiamo noi
Finirà anche questa storia del contante, funesto veicolo del virus e dell’autodeterminazione. La determinazione passerà alle banche che, per un lieve pizzo, faranno da passadati a chi ci deve dire cosa fare e cosa avere per cui, se traligniamo, finisce che sul conto non ci troviamo più nulla. Serve a combattere le mafie che, come è noto, non hanno idea di come si usa l’elettronica. Intanto, detta Colao, riduciamo i possibili pagamenti in cash da 3000 a 2000. E tiriamo giù la serranda al commerciante che non usa il Pos. Ce n’est che un debut.


Tutto diventerà velocissimo grazie alla banda ultralarga, il 5G. I suoi 30mila satelliti dallo spazio e i milioni di sue antenne, sotto e sopra casa, ci faranno comunicare in un nanosecondo con la zia e, nello stesso nanotempo, il gendarme di zona e quello a Forte Braschi comunicheranno a chi di dovere chi siamo, dove siamo, cosa facciamo, come lo facciamo, con chi e in quali condizioni di salute psicofisica, morale e finanziaria. Con la fine del contante, chi ha più bisogno dell’app “Immuni” per tracciarci? Anche perché tutto verrà agevolato dai vaccini. Insieme alla riduzione dei limiti ai livelli di elettromagnetismo, imposta dal telefonista Colao, saremo tracciabilissimi, perché fosforescenti come lampadine. Col plusvalore che, sterilizzati dalle radiazioni, contribuiremo alla così intensamente perseguita depopolazione.


Per tre mesi ci hanno ristretti. Ma gli alberi no. Forse è per questa irriverente anomalia che, durante quei giorni, si sono precipitati a tagliarli. Mica sarà stato perchè si intraponevano tra le antenne 5G e le nostre cellule cerebrali da scomporre?

lunedì 22 giugno 2020

Ribellione, Resistenza, Rinascita ----- A FIRENZE PIAZZA ZEPPA DI ASSEMBRATI “SCIAGURATI IRRESPONSABILI” ---- Amichevole Cunial vs Di Battista 3-1





Video di Adalberto Gianuario per Byoblu della manifestazione di Firenze, sabato 20 giugno

Dalla protesta alla proposta
Prima erano venuti i bravi incazzati, depistati verso il discredito dell’opposizione dal Generale dei Carabinieri e feldmaresciallo dei Forconi, Antonio Pappalardo, una via di mezzo tra un Masaniello rifatto da Ciccio (Franco Franchi) e il clown Fratellini. E aveva lasciato il tempo che trova. Poi abbiamo avuto i sediziosi napoletani da Coppa Italia, cugini lontani dei movidari in automatico “io so’ io e voi non siete un cazzo” di Brera e Trastevere. Più dignitoso il raduno a Piazza del Popolo, tra il lustro e il brusco, di alcuni spontaneisti, ahinoi senza capo né coda.  Tutti questi, pur nella loro evanescenza politica, per il circo dell’orrore di Pippo Conte & Co. avevano segnato un inizio di crisi di audience.
 Movida a Trastevere

Poi è arrivata la stoccata di Firenze in un 20 giugno tanto affollato quanto demascherinizzato e felicemente assembrato, dove i corpi, a detrimento dei virtualisti del digitale e dei farmaseparatori, sono tornati a incontrarsi e a guardarsi in faccia con le rispettive identità e un gran bel sentire collettivo. Merito di chi ha concepito, proposto e organizzato, con un coraggio impermeabile a qualsiasi intimidazione: il Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità); per l’implicità libertà di scelta, contro il TSO per tutti, voluto dai virus-congiurati).

Se cliccate sul link in alto, avrete la visione dell’evento e degli interventi. E avrete la gioia postuma che frullò per piazza Santa Croce e poi, al rientro, per le vie del centro. Sotto  la statua, stagliata in un cielo festante di blù, di Dante Alighieri, che, con il solo sguardo, inibiva ai virus-gendarmi di avvicinarsi, e dei Davide di Michelangelo e di Donatello. Quelli che, con la fionda, abbatterono il gigante Golia. E oggi hanno disperso nel nulla anche i 60mila miliziani “civili”, probabilmente virtuali, messi in campo, probabilmente virtuale, dal ministro, probabilmente virtuale, Francesco Boccia.



Alieni virusiani in difesa…
A questo spappolarsi del regime poliziesco-biotecnofascista e della relativa paura, indotta per imporsi definitivamente, sono accorsi trafelati, a opporre un argine, i principali branditori dell’”arma fine dell’umanità”. Dalla banderuola, fluttuante a seconda del prevaler dei venti, Tedros Ghebreyesus, direttore dell’OMS, ai portavoce mediatici dei virus-coronati, che in questo caso, per intensità di bile, indico nel mattinale del Conte Pippo, “Fatto Quotidiano”. Passando dal paradiso promesso di un virus debellato dal vaccino, concetto virtuale come quello del paradiso dei religiosi, al purgatorio in cui il virus, seppure attenuato, serpeggia, il capomastro della Virale Commedia è tornato precipitosamente all’inferno dei 150mila nuovi casi nel mondo, “il numero più alto in un solo giorno”. Che gli “sciagurati” di Santa Croce, se ne rendano conto e si ravvedano. Così, Ranieri Guerra, vice all’OMS dell’etiope Ghebreyesus. Quanto ai media, tutti concordi, scelgo a caso, per l’immacolato servizio a una causa degno di miglior causa, il Fatto Quotidiano. Tutti ridotti a rilanciare, contro la vita, la paura.

… e rasi al suolo in Piazza Santa Croce
Zero Protezioni, nessun distanziamento, il sindaco Nardella: “Massa di irresponsabili, proveniente da tutta Italia (vero!!), ha invaso Santa Croce in spregio a ogni regola di sicurezza, tutti stipati, senza protezioni, qualcuno ha addirittura messo in discussione la pandemia chiedendo ‘diteci la verità sul covid19’, con la deputata Sara Cunial, nota per il suo intervento complottista a Montecitorio… Le autorità si stanno già occupando del caso, è stato un insulto alla città, una brutta pagina che offende tutti i cittadini responsabili”. E poi giù riprovazione, deplorazione, anatema, in attesa che le teste virus-coronate concedano l’uso del lanciafiamme contro i reprobi. Ideona che sicuramente i danticausa di Pippo Conte, carta assorbente di qualsiasi cosa piova dall’alto.

Espressioni di frustrazione dovuta a questa Santa Croce indomita, dopo che, per quattro mesi di reclusione e vessazioni, si era pensato di aver ridotto il popolo a gregge, castrato per non riprodursi neanche in spirito e per produrre più lana. Una rabbia, al momento impotente, per una disobbedienza che sta diventando movimento e “resistenza, rivoluzione, rinascita”. Parole a cui avevano disseccato ogni senso fin dal 1945, o anche solo dal ‘68-77, in qua, arrivando a sostituirle con parole false, gravide di senso opposto, tali da chiuderci dentro a un muro rispetto al quale quello di Berlino, o, peggio, quello in Palestina, sono prodromi perfezionabili.

Antonietta Gatti

Gatti e Montanari, medici liberi
Gli interventi delle persone citate nel video di Gianuario sono quelle che hanno suscitato l’entusiasmo e i cori dei manifestanti. Quanti? Per la virus-stampa tra i 3000 e i 4.500. Ovviamente manipolati al ribasso per quell’istinto che la fa manipolare verso l’alto, l’altissimo, i numeri dei casi e dei morti di “pandemia”. Ma se è accertato che 8000 persone hanno firmato per il Movimento 3V, in piazza accanto al palco; e che un serpentone, che si divincolava per tutta la piazza, è andato ad acquistare il libro del Dr. Stefano Montanari, scienziato delle nanoparticelle, grande combattente e grande perseguitato, è difficile che siano di meno dei 10.000-13.000 calcolati da chi riprendeva l’evento. Ha fatto vibrare la piazza l’intervento di Antonietta Gatti, moglie di Montanari, fisica, bioingegnere, docente universitaria e, fino alle sue denunce, consulente del nostro governo e dell’UE. E’ stato bello ritrovarla in trincea, dopo che l’avevo intervistata per il documentario “L’Italia al tempo della peste”, in merito alle sue scoperte sulle nanoparticelle che stanno decimando animali e umani nelle regioni sarde in cui imperversano le esercitazioni militari Nato e gli esperimenti delle fabbriche di esplosivi di mezzo mondo.

Sara Cunial a Firenze

Dal sito R2020 potete riascoltare gli interventi in difesa della Costituzione, dei nostri diritti, delle nostre libertà conculcate e contro gli abusi inflittici da governanti che non rendono più conto al popolo e neppure al parlamento, ma a mandanti nostri nemici Nemici che Sara Cunial definisce “criminali e assassini”, in quella piazza come nel più bell’intervento udito alla Camera da tanto tempo. Un discorso che ai responsabili dei nostri dolori e affanni non ha risparmiato niente, tanto da esseri sparso per il mondo come disvelamento delle oscene nudità del re. Ne hanno potenziato la voce le sintesi della folla: “No 5G, No vaccini, No banche, No Tav, Sovranità, Difesa del Lavoro, Scuola Pubblica, Verità sul Covid-19, Costituzione, Le mascherine in Arno…”
 Sara Cunial a Firenze

Sara c’è
Entusiasmo e condivisione hanno raggiunto l’apice all’intervento della parlamentare Sara Cunial, espulsa dai 5 Stelle, evidentemente “per onestà”, principio di un tempo, ma che, sparendo insieme al Movimento nel ventre capace ed irsuto del PD, da quelle parti ha perso ogni significato. Ha colpito il chiodo sulla testa e ha così allargato, insieme agli smascherinati in piazza, una prima crepa nel muro di cui si è detto sopra. Lo ha fatto anche riandando all’origine del muro circondariale, con capomastro “il pluripresidente della Repubblica”, a cui va riferito il clima in cui ha potuto imporsi uno “scientismo dogmatico”, cui si devono i veleni   che hanno fatto prosperare “TSO, deportazioni, reclusioni, riconoscimenti facciali, e intimidazioni”, tutti in violazioni dei nostri “diritti costituzionali e umani”.

Sara Cunial e il vostro cronista


Il messaggio trasmesso e in pieno accolto è quello di riprenderci la nostra sovranità. La nostra è una nazione che sembrava preda dell’Alzheimer, tanto da farsi guidare in direzioni mai scelte, verso qualsiasi umiliazione e privazione. L’epifania di Sara, di Davide Barillari, il consigliere regionale del Lazio dimessosi dai 5Stelle con un intervento memorabile, e ora la loro, e di tanti altri, presenza nelle piazze d’Italia e in rete, sono forse la luce in fondo al più tenebroso tunnel che questo popolo abbia mai dovuto attraversare.

 Davide Barillari, consigliere Regione Lazio

E Alessandro Di Battista?
Nella mia lettera aperta a Di Battista quando è ricomparso sulla scena politica chiedendo che finalmente il movimento fosse coinvolto nella sua interezza nella linea, ho rinunciato a scegliere tra le due ipotesi poste: rigenerare il Movimento dall’interno, o rompere e riprendere da capo. La risposta sembra avermela dato un leader che mi era sembrato, insieme ad altri e a gran parte della base, quanto restava di vivo e antagonista nei 5Stelle. Ed è la risposta che mi ha fatto stabilire nel titolo il punteggio di 3 a 1 nel confronto con Sara Cunial. Tre gol a Sara per la riaffermazione e il rilancio di tre principi fondanti: il respingimento della manovra liberticida e distruttiva sul piano economico, sociale, morale, democratico, di un governo appeso ai fili dei grandi manovratori farmaco-digitali-finanziari della transumanità; la ripresa di tutti i concetti strategici dei 5Stelle, a partire dalla sovranità popolare; l’opposizione netta e irrinunciabile al sistema di potere in atto.
Di Battista l’ho visto alla “Nove”, nel programma “Accordi e disaccordi” di Scanzi, Sommi e Travaglio. Il punto, o gol, che gli andrebbe assegnato, riguarda la pubblica conferma dei principi guida del primo Movimento, quelli che gli hanno dato la strepitosa maggioranza alle ultime elezioni. Ultime in senso temporale, ma, per come gira il vento, forse anche in senso assoluto. Le ha ribadite con forza nell’intervista. Poi, però, si è chiuso nella difesa dell’indifendibile. Cito a memoria: Il premier Conte ha gestito il problema del Coronavirus nel modo migliore. Appoggio e elogio a un personaggio venuto dall’alta finanza,.della quale si è messo al servizio totale per il progetto di una catastrofe umana feroce e disumana senza precedenti. Beppe Grillo resta un cardine, padre, fondatore, tiranno e traditore dei 5 Stelle.

Un Di Battista incompatibile con l’altro


Sono due affermazioni che fanno a cazzotti con tutto il resto e lo svuotano di significato. Conte è stato il manutengolo che a forza di bugie e imbrogli, per conto di profittatori cinici e senza scrupoli, ha messo in quarantena un popolo e i suoi diritti fondamentali. E la cosa peggiore mai successa a questo paese. Grillo, dato il suo ruolo e il suo ascendente, ha verticalizzato il movimento, lo ha uniformato alle sue scelte e ai suoi intrighi e lo ha fatto letteralmente ruminare e poi digerire dalla forza politica più di palazzo e più compromessa. con male pratiche mai vista. “L’amore” che Dibba dichiara al Movimento, è l’amore per una noce secca e frantumata. Farebbe bene a rivolgerlo al popolo tradito dai suoi vertici. E’ ancora in tempo.

Mi è sembrato, attraversando la folla di Santa Croce, di rivedere le facce dei felici, perché sacrosanti e salvifici, vaffa dì un tempo. Facendomi strada verso il palco tra le persone assiepate, anzi, “assembrate” al punto che dovevo urtare, pestare piedi, sgomitare, non  registravo fastidi, ma sorrisi, gentilezza, comprensione, gente che mi si apriva. Tra quelle persone, dalle facce scoperte e dai corpi vicini erano rinati i sensi rubati: la vista degli altri come sono, non travisati; il tatto della cortesia, della curiosità, dell’affetto, dell’erotismo; l’udito di parole, buone, belle e giuste, non camuffate da mascherine. Perfino l’olfatto che, nell’incipiente serata, percepiva il profumo del soffio leggero in arrivo dai colli. Un profumo che mi riporta all’infanzia tra gli ulivi e i pini di Fiesole e, molto dopo, alla Curva Fiesole, quando giocavano Julinho, o Antognoni, o Baggio. Miracolo di un nuovo inizio.



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venerdì 19 giugno 2020

Mentre le stelle (russe e cinesi) stanno a guardare ----- IL SULTANO SI RIPRENDE CiO’ CHE GLI ARABI GLI AVEVANO TOLTO ---- e, grazie a Giulio Regeni e ai suoi sponsor, anche di più





“Viva gli sciagurati (per lo sciagurato OMS) napoletani” (Anonimo fiorentino)

Le squadre in partita
Da una parte il subimpero del sultano ottomano neo-islamista, padrino di tutto il terroristame che imperversa in Medioriente e Africa, con alle spalle l’impero tenuto in piedi dal Deep State statunitense con il corredo dei “progressisti” imperiali di Soros, di nascosto Israele e, ultimo arrivato, paradossalmente, l’Iran del “moderato” Rouhani, suo rivale in Siria e Iraq.
Dall’altra l’Egitto, maggiore potenza araba, Arabia Saudita, Emirati, il pezzo più significativo del mondo arabo, Bengasi e gran parte della Libia liberata dai jihadisti, la Russia che traccheggia, la Cina che simpatizza da molto lontano. Queste le forze che si fronteggiano oggi nella regione. Il che è individuabile al semplice osservare le mosse dei due opposti schieramenti, ma mistificato e reso ingarbugliato dai servizi mediatici offerti ai soliti attori preferiti.
 L’Egitto come lo vorrebbero i suoi nemici


Regeni, la leva con cui sollevare il Medioriente

Si pensi al “manifesto”, arrivato a sostenere lo psicopatico guerrafondaio Bolton contro Trump, e al suo internazionalista “de sinistra” Alberto Negri. Antiamericano da vetrina, ma anche, all’uopo, antisaudita; detesta i turchi in quanto sterminatori di curdi (dichiarati “vincitori dell’Isis” al posto dei siriani, ed effettivi ascari antisiriani degli USA)), ma oggi come oggi, detesta di più al Sisi, da amico dei russi capovolto in “cocco di Trump”. Il suo condirettore, Tommaso Di Francesco, autonominatosi, nelle more dei giudici di Roma e del Cairo, PM, giudice e, domani, boia del presidente egiziano, dichiara Giulio Regeni  barbaramente fatto uccidere dai suoi servizi segreti”. Uno specialista di efficaci messaggi subliminati, questo Negri ex-Sole-24 Ore, come li definisce acutamente un mio amico. Del resto lo accredita nientemeno che Amnesty International. Chi oserebbe contraddire questa santa costola del Dipartimento di Stato?


Quell’Amnesty dei diritti umani sulla cui invenzione di una spia, Caesar, che attribuisce ad Assad qualcosa come 15mila assassinati in carcere (con foto di soldati siriani uccisi in combattimento!), Washington ha ora eretto la mannaia di ulteriori sanzioni genocide alla Siria, straziata da 9 anni, per impedire che mangino anche l’ultima pagnotta e ricevano anche solo il primo mattone per la ricostruzione. Poi, per la gioia dei nostri antifascisti con chiacchiera e distintivo, gli “Antifa” americani, nel quadro della rivolta fatta passare per antirazzista, ma coltivata dal Deep State, hanno creato a Seattle una “libera comune” intitolata a Idlib, quella degli invasori turco-terroristi, vista come avamposto dell’antifascista Erdogan.

L’iniziativa, grazie al poco pubblicizzato, ma evidente e decisivo sostegno diplomatico e jihadista del settore guerrafondaio USA (che, incidentalmente, come ovunque, coincide con quello coronavirale) è in mano al sultano della mezzaluna a stelle e strisce. Riempita la Libia di mercenari jihadisti e truppe corazzate, droni e aerei dell’esercito turco, è riuscito a mantenere in vita i presidi dei Fratelli Musulmani di Tripoli e Misurata, e a respingere l’Esercito Nazionale Libico, liberatore laico del resto della Libia.

Turchi ante portas

Presente con armi e bagagli in Yemen e Somalia, collaboratore dello sterminio di questi popoli a fianco dei regimi fantocci degli USA e a fianco, stavolta, dei sauditi nemici in Libia, ha poi invaso il nord dell’Iraq. Il pretesto, come per la Siria nordoccidentale, glielo hanno fornito i curdi. Incurante della sovranità di un paese che, grazie alle milizie popolari vincitrici dell’Isis, sta riguadagnando un minimo di autonomia e dignità, ovviamente col beneplacito degli occupanti USA, in difficoltà per i continui missili che i patrioti iracheni lanciano sulle loro basi.
Sul piano geopolitico, a queste offensive in terra e aria, ha aggiunto quelle sui mari, dove il nuovo subimpero ottomano si è assicurato, nell’attonita passività di tutti gli interessati, una striscia di mare tra Asia Minore e costa libica che vorrebbe in pratica porsi a difesa di tutto il petrolio e gas dell’immenso serbatoio mediterraneo.



Di fronte a questa davvero colossale operazione espansiva, a parte borbottii innocui di qualche cancelleria (pensate, noi abbiamo Di Maio!), non s’è mossa foglia mediatica, né sospiro dell’ONU, o della merkeliana UE. Neppure quando il turco s’è permesso di prendere a ceffoni l’Italia, cacciando con una nave da guerra dalle acque internazionali attorno a Cipro, il naviglio da ricerca dell’Eni. Neppure quando, il 18 giugno scorso, si è arrivati quasi allo scontro tra Turchia e Francia allorchè una fregata francese, in esercitazione Nato, è stata oggetto di una manovra al limite dell’aggressione da parte di una nave turca. Osservava l’operazione, con tranquilla indifferenza, una flottiglia civile turco-italiana, attiva sulle zone petrolifere.

Tutto questo configura una poderosa strategia offensiva del caposaldo Nato in Medioriente cui è ovviamente consentito dal capofila dell’Alleanza, dai suoi subordinati e dal finto opposto teocratico israeliano (da sempre cogestore del jihadismo terrorista e, anche per questo, intoccabile) di fare tutti i comodi suoi, purchè diretti contro chi anche all’Impero grande dà fastidio. In primis, l’Egitto.
Ma che, davvero l’Egitto…?

Ma che, davvero qualcuno pensava che si potesse lasciare l’Egitto, massima potenza storica, demografica, industriale, laica, della nazione araba, a costruirsi un futuro più influente, prospero e autonomo e a garantire tale condizione anche alla sorella Libia? E a fondare tale futuro prossimo sullo sfruttamento della ricchezza del più grande giacimento marino di idrocarburi del Mediterraneo, Zohr, davanti alle sue coste? Un giacimento affidato all’italiana ENI, alla faccia del branco di famelici pronti al balzo, proprio come Shell, BP, Exxon e le altre nel 1953, al tempo di Enrico Mattei e del nazionalizzatore del petrolio iraniano, Mohammed Mossadeq? Con quest’altro Mossadeq, Abdel Fattah al Sisi, portato alla presidenza da una sollevazione di popolo contro il Fratello Musulmano e amerikano Mohamed al Morsi e che poi, per stramisura, riesce ad aumentare gli introiti dello Stato raddoppiando in un anno il canale di Suez.

Cairo. Manifestazione contro Morsi

Visto questo scenario, come non chiedersi ciò che il buon Alberto Negri, campione di ambiguità geopolitica, e tutti i suoi affini non si chiedono? Se, cioè, questa realtà nel cuore del Mediterraneo, cuneo e transito tra Africa ed Europa, Asia e Atlantico non potesse destabilizzare l’egemonia, in corso di attuazione, dell’affidatario ottomano, in nome anche del suo ruolo di pilastro Nato numero uno nel mondo. Come non chiedersi la ragione di tanta passività, tanta tolleranza, di tutti gli altri interessati alla cornucopia mediterranea e come non rispondersi che, al di là dei rimbrotti politically correct, gli sta bene quello che Erdogan fa e ne sono tutti complici?

Compresi gli apostoli del povero Giulio Regeni “santo subito”. Per la centesima volta – e chi non vuole intendere, intende benissimo - io e molti altri riassumiamo la storia, ostinatamente dimenticata, dello sventurato giovane “ricercatore”. Viene addestrato negli Usa da ambienti dell’Intelligence, collaboratore della multinazionale dello spionaggio “Oxford Analytica”, diretta da John Negroponte (squadroni della morte in Nicaragua e Iraq), Colin McColl (ex-capo del MI6 britannico), e David Young (gestore del caso Watergate), mandato da una docente di Cambridge, rimasta muta dal giorno del ritrovamento del corpo, a installarsi nel covo di spie che è l’American University del Cairo.

Prova a contattare sindacati di opposizione, incappa in un agente governativo, non se ne rende conto, gli offre 10mila dollari per un “progetto” che s’illude di contrasto al “regime”, in questo modo si scopre ed è bruciato. Viene ritrovato nel fosso, torturato, nel giorno in cui la ministra dello sviluppo italiano dovrebbe firmare con Al Sisi accordi commerciali, oltre a quelli con l’ENI, per, se ben ricordo, più di 4 miliardi di euro. L’incontro e gli accordi italo-egiziani saltano. Altri subentrano.

Il più bravo nell’intelligence, il più cretino dei regimi? O il nuovo amico dei russi?

L’operazione Regeni, che, su ovvii suggerimenti di ovvii suggeritori, viene sussunta dall’intero arco costituzionale italico e diffonde i suoi virus anche tra i governi alleati, per quattro anni e per tutto il futuro prevedibile, ne ignora i dati. Però accredita un regime idiota e tafazziano, per quanto dotato della più agguerrita intelligence della regione, che avrebbe eliminato una zanzara, facendola poi ritrovare torturata, con il dito puntato al palazzo presidenziale e rimettendoci accordi di enorme vantaggio. Su questa base il moscerino cocchiero Alberto Negri, suoi affini in tutti i media, i consanguinei Amnesty e HRW, fanno un respiro profondissimo, strapieno di proliferanti virus e, come succede con le nostre mascherine, lo espirano e sparano contro Al Sisi e il suo Egitto. Che diventa il dittatore più sanguinario, quello che non deve difendere il suo paese da un’ aggressione dei cari Fratelli musulmani, sotto forma di terrorismo Isis che decima civili e istituzioni, ma che incarcera e tortura 60mila oppositori. 60mila conosciuti (da chi?), perché altri, in massa, spariscono.

Putin, Al Sisi

Naturalmente Regeni è solo il vessillo dietro al quale marciano gli ottomani e i loro complici, i gelosi dell’ENI, Israele, gli intolleranti nei confronti di qualsiasi ruolo arabo non allineato con i satrapi del Golfo (che di tortura s’intendono molto meglio: vedi gli schiavi massacrati nei lavori per i Mondiali di calcio nel Qatar), i sostenitori di una Libia in mano ai tagliagole di Misurata e ai trafficanti di migranti di Tripoli. E, soprattutto, un Egitto che si allontana dal fare il sussidiario dei suoi ex-colonizzatori e che naviga verso Mosca.

Chi è storicamente il più pratico di assassinii mirati?



Restano due domande. Come mai il Cairo non esce dalla tenaglia Regeni e denuncia il complotto? Difficile la risposta, ma neanche tanto. Uno, forse non ci sarebbero le prove e si scatenerebbe un altro uragano di accuse, calunnie, boicottaggi. Due, se è vero, come sembra, che entrano in ballo elementi destabilizzatori stranieri, denunciarli, magari con molti dannanti indizi, significa entrare in un gioco pericoloso di ritorsioni che comprometterebbe la posizione dell’Egitto nei suoi complicati equilibri per preservare agibilità geopolitica, coesione interna, indipendenza e pace. Per non farsi saltare subito addosso i veri responsabili della tragedia Regeni.

Russia e Cina, amici, ma a ragion veduta

“Datti da fare, compagno”

L’altra domanda: e la Russia? Sempre lì che tentenna, subisce, prova a rimediare, irresoluta. Illudendosi di portare dalla sua parte chi è ontologicamente legato all’imperialismo. Subisce in Siria tregue con Erdogan, il quale sistematicamente ne approfitta per rafforzare la presenza sua e di un’inenarrabile feccia terrorista in Idlib e sabotare ogni sforzo di liberazione dell’esercito siriano. Tace sulle ininterrotte incursioni israeliane che aggravano terribilmente il costo siriano dell’aggressione. Soffre, ma subisce anche, l’iniziativa dei turchi in Libia, sempre nel vano tentativo di mantenere i piedi in due staffe. Politica della seduzione alla quale il supposto sedotto risponde a calci da quelle parti.
Del resto, Mosca delude anche i suoi sostenitori, mai quelli andati in fissa con Putin, allineandosi all’Occidente anche nel modo demenzial-criminale di affrontare l’operazione globalista del Covid.19. C’è dentro anche la Cina, si sa. Può darsi che, alla lunga, nessuna classe dirigente rinunci alla possibilità di conquistare un potere assoluto e definitivo sul proprio popolo. Anche a rischio di distruggerlo, come il 5G cinese prospetta.

Noi, che proviamo a essere “follower” di Cartesio, nel confronto-conflitto con l’Occidente, ci schieriamo senza remora e in misura incondizionata a fianco di questi due paesi. Occidente coloniale, imperialista, neocoloniale, strutturalmente sadico guerrafondaio, che, in base a calcoli matematici, prima ancora di quelli morali, sta al “male assoluto”, di cui si vuole portatore il nazismo, come la bomba atomica sta ai V2. Ciò non ci impedisce di obiettare ai lockdown e alle altre misure disumane e totalitarie per un pericolo che è il topolino partorito dalla montagna. O per un 5G, che è la cosa più genocida mai progettata contro l’uomo, gli animali, le piante.