venerdì 27 gennaio 2023

SPACCHIAMO TUTTO --- Puntata XIII di Mondocane

 

 SPACCHIAMO TUTTO

Puntata XIII di Mondocane

 



Diciamo subito che Zelensky a Sanremo fa vomitare tutti noi e fa vomitare la stessa anima della nazione e che Chiara Ferragni sullo stesso palco costituisce, col burattino nefasto, una fenomenale sintesi dei valori euroccidentali per i quali vale la pena correre il rischio della deflagrazione planetaria finale..  

Rimosso l’ascesso, amici benevolenti e indulgenti, ma anche non amici e perfino malevolenti, alla vostra occhiuta e perspicace attenzione segnalo la puntata XIII di MONDOCANE E ECOMONDOCANE, su Byoblu in onda domenica 29 alle 21.00 e poi in replica lunedì alle 12.30, martedì alle 08.00 e, per sfinirvi, giovedì alle 14.30.

In oggetto gli squilibrati psicopatici delle classi dirigenti, politico-economico-mediatiche europee e occidentali di obbedienza anglosassone che stanno soffiando venti avvelenati nelle vele del battello su cui tutti viaggiamo, per farci precipitare nell’abisso in fondo al quale non c’è che un oceano di sangue e di morte.

Tutto questo in bruciante corto circuito con la simultanea celebrazione del Giorno della Memoria, dedicato a quanto è accaduto nei campi di concentramento hitleriani, con una tragica e demenziale coazione a ripetere. Perfino nell’ambito dei portavoce delle vittime. Queste, a loro volta, hanno innescato un corto circuito da far saltare le lampadine di mezzo mondo.

Hanno massacrato a Jenin, Palestina, 13 cittadini palestinesi, tra cui un’anziana signora. E sono 170 i palestinesi uccisi nel 2022, tra cui almeno 30 bambini, e già 29 in questo gennaio. Solo in Cisgiordania, che, secondo gli Accordi di Oslo, dovrebbe essere Palestina, e senza calcolare Gaza, dove si va nelle migliaia di vittime (ne ho fatto un docufilm: “Araba fenice, il tuo nome è Gaza”).  Avete notato con quanto discrezione e rispetto per la privacy delle forze di sicurezza israeliane i nostri media hanno trattato la cosa? Comprensibile, vuoi mettere come c’è da sguazzare nel mare di balle sull’Iran!

Il governo collaborazionista dell’ANP di Abu Mazen, vecchio trombone screditato e presidente abusivo, ha finalmente deciso di interrompere la vergognosa collaborazione con i servizi di repressione dell’occupante. Robetta. Poi riprende.

Nella puntata abbiamo descritto con stupefatto sconcerto come siano eminentemente donne a far roteare la spada dell’armageddon sulle teste degli esseri umani, a diniego di quanto si afferma sulla distanza ontologica tra donne aliene alla violenza e uomini che vi sono interamente dediti. C’è qualche femminista disposta a pronunciarsi?

Qui abbiamo Ursula von der Leyen, la baronessa della caccia al lupo, Annalena Baerbock, ministra degli esteri tedesca, verde (!), Sanna Marin, premier verdissima della Finlandia. Tre virago, scaturite dagli allevamenti di Klaus Schwab che, come un uomo solo (precisamente), hanno dichiarato guerra alla Russia e auspicato ulteriori slavine di armi pesantissime perché l’ucranazi Zelensky possa finalmente innescare la Terza Guerra Mondiale.

E intanto servire da modello per tutti quei regimi dello schieramento democratico e anti-autocratico che stanno lavorando all’eliminazione del Potere Legislativo (Parlamento, da noi è cosa fatta) e all’addomesticamento cartabian-nordiano di quello giudiziario (sull’esempio dell’irreprensibile Netaniahu e della sua legge a protezione delle proprie malefatte, nonché dei suoi ministri ladri, con cui si vogliono azzerare i poteri della Corte Suprema). Lo Zeitgeist, lo Spirito Santo che piove da Davos, esige la modernità, come anticipata negli anni Trenta, del Potere Unico e indiscutibile. Di Poteri è fico indossarne solo uno, quello esecutivo.

Tre poteri, tuttavia ci rimangono, ma a livello planetario: Quello legislativo, con le direttive emanate dal Forum Economico Mondiale, sotto dittatura dell’israeliano transumano  Yuval Noah Harari, per il governo del mondo; l’esecutivo, che sarà ulteriormente perfezionato nell’OMS della coppia Bill Gates-Tedros Ghebrejesus  attraverso il nuovo trattato del “Tutto il potere all’OMS” (non solo salute, ma cibo, clima, migrazioni e quant’altro), da sottoporre all’Assemblea Mondiale della Salute a maggio; e il giudiziario, affidato agli strumenti giudicanti, coercitivi e punitivi di chi, se non della NATO?

Tre Poteri restano, a tranquillizzare Montesquieu. Cosa vogliamo di più?

Tutto questo, raccontiamo nella puntata, insieme a molto altro, succede sotto la guida di un vecchio bacucco rincitrullito, ma anche delinquente con tanto di prole equipollente, che s’è portato in tutte le sue case, garage e sgabuzzini compresi, i documenti segreti della sua presidenza e di quelle precedenti, onde, chissà, farne arma di ricatto contro eventuali dissidenti o divergenti. Intanto dobbiamo rassegnarci al dato che ne risulta: i governi governano in segreto. E Julian Assange vada a farsi fottere.

Europa delenda est è il titolo con cui trattiamo le simpatie che il nostro massimo alleato ci riserva quando si adopera ad affiancare, accanto allo strazio dell’Ucraina innocente e alla frantumazione della Russia, terribilmente colpevole di essere russa, l’obliterazione dell’Europa. Europa premiata della fedele sottomissione e rinuncia a qualsiasi ruolo nel mondo e nella Storia, con la sua de--industrializzazione, de-energizzazione e lo svuotamento del suo stock d’armi a favore di Zelensky e del riacquisto di armamenti USA. Quelli senza la produzione e vendita dei quali, quel paese canaglia sarebbe già tutto finito tra le distese di roulotte in cui milioni di cittadini USA sono costretti a rintanarsi, dopo essere stato estromessi dalle proprie città da affitti e costi divenuti inaccessibili.

Si chiama gentrificazione e quello che le città di roulottes si lasciano alle spalle sono le meraviglie delle smart cities.

Si disfa l’’Europa, perché non disfare l’Italia? E’ una vita che la Lega pensa di andarsene con il malloppo. Scemi quei fratelli Bandiera, quel Mameli, quel Mazzini, quel Garibaldi, perfino l’intelligentissimo Cavour, che volevano unire quanto sta molto meglio spaccato. Con la naturale divisione tra quelli che stanno in alto e quelli che stanno in basso. Geograficamente e non solo.

Per il resto del programma, date libero corso alla vostra curiosità. Se ve ne rimane.

Qui, o succede un Quarantotto, o si schianta sul pianeta un meteorite. Sennò non se ne esce. Diamoci da fare per il Quarantotto.

lunedì 23 gennaio 2023

Tre Poteri dello Stato, o uno solo? DA MESSINA DENARO A ZELENSKY, DA CARTABIA A NORDIO, COME TI STRAVOLGO LO STATO





Tutti a ride…

 

Paolo Arigotti, Rassegna di Attualità, Storia e Geopolitica. Intervista a Fulvio Grimaldi

https://youtu.be/Ocw-zvWI8ic

(156) 4 chiacchiere con Fulvio Grimaldi - YouTube

Messina Denaro, Zelensky, Cartabia, Nordio: quattro cavalli di razza, il primo un po’ malconcio, ma ricco di glorie raccolte da partner delle orde dei Gengis Khan di Davos (FEM) e di Ginevra (OMS) e rispettivi proconsoli romani.

Dei due quartier generali della guerra al mondo abbiamo abbondantemente detto in occasioni varie, offerteci da Visione TV e Byoblu.

Riduciamo il campo, stringiamo l’obiettivo ed eccoci  trasvolare dal grande mondo globale nel Paese dei Balocchi. Vi entriamo da bambini, ci fanno tanto divertire (vedi il carnevale Mafia-Stato di Palermo), ci danno da mangiare tanta biada e granturco OGM (grilli), ci mozzano tutto il CO2 per non farci fagocitare dalle piante che ne sono ghiotte.

Dopo un po’, dal Paese dei Balocchi, l’Omino di Burro ci fa uscire rinnovati, transumanizzati. Con tanto di orecchi da somaro che stringano tra sé pensierini da somaro (chiedo scusa al nobilissimo animale). Pronti per circhi, pescatori di uomini da far congiungere con intelligenze artificiali. Altri mercati, ancora, ci attendono. Non escluderei quello della carne umana, fresca o salata (solo per i frequentatori di Davos, per i sopravvissuti, grilli).

Non avremo niente, ma saremmo felici. Al punto da rimpiangere il mercato di schiavi che i nostri buoni accoglitori ONG favoleggiano si svolgerebbe in Libia. ***

Non mi dilungo, nel video c’è tutto.

Basta dire che siamo allo Scontro dei Mondi. Esagerando, da eterni provincialotti che guardano agli altri come il popolino imbucato, dietro alle siepi del cafè chantant, guardano i signori con cioccolata e panna. Abbiamo un nostro Huntington in sedicesimo (Samuel Huntington, Clash of Cvilizations, 1993). Da noi, oggi, in orbace sotto la maglietta McDonald e in stile memoriale di Predappio su cui svettano, però, le bandiere a stelle e strisce e azzurra con cerchietto di stelle.

Quelli che, da piccoli Huntington, con abbecedario FEM e OMS, stiamo abbattendo sono i simulacri di quanto, pre-paese dei balocchi, avevamo scritto in una Costituzione: Libertà, diritti umani e civili, convivenza, giustizia, se vogliamo democrazia, una casa che sta in piedi grazie ai tre pilastri che reggono un tetto sotto al quale stiamo sicuri e al caldo (un po’ meno senza il gas del vicino da obliterare).

LO STATO OBSOLETO E I SUOI TRE POTERI AVVIZZITI

Li abbiamo chiamati, su indicazione di Montesquieu, Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.

Montesquieu? Roba vecchissima, addirittura illuminista, il pozzo di ogni perversione pubblica, a detrimento di ogni nobiltà privata, a cavallo di tre secoli fa. E’ bastato poco per rimuovere la cariatide: qualche dinamico bancario, due, tre feldmarescialli,  un guitto raccattato in Ucraina. Se vuoi il Legislativo, fattelo dare dai russi, se ti infastidisce un Giudiziario, te lo toglie di mezzo un qualsiasi Partito Democratico. Lo trovi sotto ai lampioni. Per uccidere l’Ucraina, basta un Potere Esecutivo. Anche detto sicario.

A picconare il primo, che dovrebbe fare le leggi, ma da tempo non osa più, ci hanno pensato i gatekeeper  di Paperone e del suo deposito, un paio di sguatteri delle agenzie di sorveglianza, Draghi e Conte. Da allora il Legislativo, racchiuso nel Parlamento eletto, è stato fatto tacere a forza di compravendite al Mercato Scilipoti, e anche di spontanea sottomissione, pure favorita dall’accidia. Ne sono rimasti visibili, nell’emiciclo, i cartonati.

Al terzo, il Giudiziario, ci hanno pensato la Cartabia, prima (via i processi di chi se li può comprare a forza di Coppi, Ghedini, Bongiorno, o Previtii). E poi, ora, il Nordio melonizzato, o la Meloni nordizzatara. In una società diretta dalla sua fetida testa ittica a prosperare e morire nella palude squalosa del “do ut des”, di Pubblici Ministeri attenti agli sgarri dei reprobi non c’è il minimo bisogno. Hai visto mai che disturbino gli omini di burro.

E’ rimasto il secondo Potere, l’Esecutivo. Solo lui. Non ve n’eravate accorti?

Se vi sentite vedovi del Tripotere, guardate un po’ in là. Ce n’è un altro, moderno, progressista, globale, addirittura più solido: Biden-Schwab-Ghebrejesus. Accontentiamoci.

 

*** L’Italia ha due giganti che ci spiegano tutto: Dante Alighieri e Carlo Collodi. Se insistete, aggiungo Lucio Dalla.

 

 

 

  

domenica 22 gennaio 2023

UNIVERSAL SOLDIER

 


In assenza di prospettive meno avvincenti,

MONDOCANE XII, di Fulvio Grimaldi, su BYOBLU, vi trascina nei meandri dello scoppiettante mondo dell’UNIVERSAL SOLDIER.

E se all’ ultramondo del metaverso volete arrivare, per il sottomondo di un pianeta cosparso di cadaveri viventi dovrete passare

Byoblu: Domenica alle 21, Lunedì 12.30, Martedì 08.00, Giovedì 14.30

 

Non ricordate? Era il titolo di quel film con Van Damme in cui dei soldati caduti, morti stecchiti, venivano ricuperati, ricostruiti e rimandati in battaglia. Una roba alla Frankenstein: pezzoni di cadaveri per fare un nuovo energumeno, decelebrato, ancora più capace di uccidere e di altre efferatezze.

Come vi ho già raccontato, la leggenda di Frankenstein nasce nella fantasia di Mary Shelley nel 1816 e nello stesso paesino svizzero in cui, del tutto appropriatamente, Klaus Schwab ha collocato gli uffici del Forum Economico Mondiale, quell’organismo di degenerazione-depravazione etico-ideologico-politico-culturale che vorrebbe rovesciare mondo e umanità nella propria caricatura cartonata.

Oggi quel progetto si chiama Universal Soldier, soldato universale, vale a dire: tutti soldati, senza rimedio e senza alternativa. L’hanno ribadito a Davos, l’hanno sacralizzato a Ramstein con la Nato e Crosetto, gli forniscono gli strumenti sanitari totalitari quelli dell’OMS a Ginevra.

Tutto parte dalla fine di Bretton Woods, quando, nel 1944, il dollaro fu collegato all’oro, divenne l’imperatore del mondo e fece accumulare agli USA, tramite la vendita della propria superproduzione, la più grande ricchezza di una nazione dopo gli Incas e gli Aztechi dorati. Con Nixon, negli anni’70, esaurito l’oro nella guerra al Vietnam, gli USA si erano stancati di produrre e preferirono mettersi seduti, comprare dagli altri.

E che ci vuole. Sempre tramite dollaro, ma non più intriso d’oro, ma semplicemente stampato, a volontà, a delirio. Risultato 31 trilioni di debito pubblico, un default ambulante, un paese infrastrutturalmente e socialmente allo sfascio. Centinaia di trilionari e miliardari in alcuni settori mantenuti in vita– Armi, banche, farmaceutica, comunicazione - il resto del paese nei campi di roulotte ai margini delle città, con disperati cacciati di casa per affitti insostenibili.

Soluzione? Anni’90, Samuel Huntingon, la pietra filosofale dello “Scontro di civiltà” e, quindi, i Neocon, democratici e repubblicani, le Torri Gemelle come innesco, il Programma per un nuovo Secolo Americano (PNAC), con Pentagono e Complesso Militarindustriale a far da locomotiva. Formula vincente: o noi, o morte.

Da lì l’Universal Soldier. Non più Van Damme, ma tutti noi. A partire dalla guerra agli slavi, iniziando con la Serbia e arrivando alla Russia (controllo della massa terrestre e dell’energia) e a proseguire con la guerra agli arabi e all’Islam (controllo del petrolio e delle rotte economiche). Un rottame di Stato federale, con alle dipendenze gruppi criminali che gli amministrano colonie e protettorati e che si appende a distruzione e morte per potersi illudere ancora di essere padrone globale.

Degli ambientini in cui tutto questo germoglia tratta la puntata MONDOCANE XII.

Fulvio

sabato 21 gennaio 2023

Coppie criminali famose della Storia --- I GEMELLY KRAY, I GEMELLI FEM-OMS

 

                                                                                       

Visione TV, Davos 2023 (e OMS)

https://youtu.be/MZs1G5mcero

https://www.youtube.com/watch?v=MZs1G5mcero

Dove Francesco Toscano intervista Fulvio Grimaldi su recenti manifestazioni di criminalità organizzata (laddove non di Messina Denaro si tratta. Quello lo lasciamo ai gazzettieri dell’intrattenimento)

Premessa: Nella Londra degli anni’ 50 e ’60, da me vissuta come giornalista BBC, eravamo tutti affascinati dalle imprese ultracriminali e ultrasanguinarie degli imprendibili Fratelli Kray: omicidi a gogò, rapine, rapimenti, estorsioni, incendi. Per anni l’argomento nero del giorno, da soverchiare Jack lo Sventratore e, addirittura, Winston Churchill

Gemello 1

A Davos le 1.500 canaglie più ricche del mondo, ognuno con il suo staff di 40, ognuno con il suo jet privato che consuma più di 350mila automobili di lusso e gli costa 11.000 euro di noleggio all’ora. Ognuno, di quelli in età attiva, con la sua assegnazione di escort (volgo: puttane), tanto da aver esaurito le riserve delle tre agenzie-lupanare della prestigiosa località. Ognuno che paga la sua iscrizione al Forum con 19.000 euro per l’evento e 79.000 per l’anno, contribuendo al benessere del patron Klaus Schwab e del suo consigliere-confessore israeliano, Yuval Noah Hariri (quello della crasi uomo-intelligenza artificiale subito), con qualcosa tra i 213 milioni e il miliardo.

Tutti poi protetti da 5.000 armigeri dell’esercito svizzero, con tanto di avanzatissime difese corazzate e terra-aria e radar aggiuntivi (hai visto mai, un’incursione di grilli)

E ognuno, rigorosamente, con il suo nastrino verde su bavero e cuore. A prova di una granitica e indefessa dedizione alla transizione ecologica. Celebrata, nell’occasione, ma anche altrove, nel fondamentale settore del cibo, come rappresentato dai ristoranti 12 stelle di Davos, con bisteccone argentine, fegati di balena, gamberoni provenienti dalla Nuova Zelanda. Grilli fritti, con aggiunta di indigeribile chitina (non si può avere tutto!) e tartare di laboratorio, made in Gates, sono disponibili, scontati (“transizione ecologica”!), nei supermercati della cittadina.

Paese questo, la Nuova Zelanda, dell’anglosfera militante, retto a forza di lockdown e sieri genici dalla Young Global Leader Janicia Arden,.Sfortunatamente assente, costei, perché appena dimessa dall’incarico dalle espressioni di revulsione del suo popolo. Vuoto subito colmato dell’altra figona del pollaio schwabiano (5 anni di corso a Ginevra per promettenti stronzi, con garanzia di essere poi infiltrati nei governi di metà del mondo “civile” con impegno a farsi NATO). Questa essendo la schowgirl Sanna Marin, premier NATOfila di Finlandia, testè colta in trance rock-etilico e, dunque, vocalist della chiamata universale alle armi per i nazi ucraini, contro la Russia e, se va bene, per la fine del mondo.

Il papà dei gemelli

Davos chiude, Ramstein apre. Nella capitale USA-NATO della libera e sovrana Germania (noi andiamo meglio, ne abbiamo un centoventi, più venti segrete), il vertice NATO, cioè degli operativi transumani occidentali, ha ascoltato Davos, ha apprezzato, ribadito, esaltato, attuato. La parola più detta? Armi. Quella mai pronunciata? Pace.

E ci siamo tolto dai coglioni il fratello Kray numero uno.

Gemello 2

Il numero due, nella mia attualizzazione, lavorava di sponda al primo a Ginevra, solo qualche giorno prima. E se Kray 1, il globalista transumano e transumanizzante, dettava linee strategiche e obiettivi dell’oltremondo metaverso, il secondo, capo dell’OMS, si studiava di come fornirgli gli strumenti. Dopo tutto con la pandemia aveva già dato ottima prova di sé.

Sotto lo sguardo tigrino di Tedros Ghebrejesus, caporione dell’OMS, organismo privato fondato da Rockefeller nel 1948, assunto a dignità ONU per meriti politici e demeriti sanitari planetari, finanziato da coloro di cui dovrebbe impedire l’inclinazione al genocidio, nella prima settimana del mese si riuniva il Comitato per il Regolamento Sanitario dell’OMS. Il regolamento sanitario fa parte dell’accordo generale OMS con i 190 paesi membri.

Emendamenti a tale Regolamento erano già stati presentati all’Assemblea Sanitaria Mondiale nel novembre scorso. Una maggioranza molto minuta, ma inorridita, li aveva respinti. Ora ci riprovano.

Il nuovo regolamento Kray prevede l’abolizione, nelle sue direttive, dei principi, coerenti con la nostra Costituzione (artr.32), che riguardano il rispetto della dignità umana, dei diritti fondamentali dell’uomo, della sua libertà. Via, robaccia, cancellati. Al suo posto, termini chewing-gum: equità, inclusività, coerenza. Fuffa.

E uno. E due: La proclamazione di un’emergenza derivante da un pericolo specifico alla salute si allargherà dallo specifico (il virus) al generale e generico: rischio sì, ma ipotetico, incombente, per la salute collettiva. Dal bacillo al clima, alla guerra, ai troppi no-Zelensky, al disturbo della pubblica quiete, al… Rave.

 

Sovranità. Che roba è?

Chi determinerà le misure di risposta, ovviamente restrittive? Non più un’autorità nazionale, tipo un borderline transumano alla Speranza, o sicari DPCM alla Conte-Draghi (altri gemelli…), bensì nientepopòdimeno che lo stesso Tedros. O chi per lui, quando il tigrino si sarà finalmente unito alle forze ribelli della sua provincia secessionista, che combattono il governo etiope perché disobbediente agli USA. Dittatore sanitario mondiale in funzione di transizione ecologica e disumana di Harari-Schwab.

E tutto? No è poco. Chi vorrà vivere, essere, muoversi, viaggiare, potrà farlo solo con il passaporto elargito ai bravi e succubi dallo stesso OMS. Del resto che viaggiamo a fare, noi pubblico bruto. Non bastano ad avvelenare terra, acqua e cielo i jet privati dell’élite? Tra passaporto riservato a chierichietti del transumano, diaconi, sacerdoti, cardinali e altri primati e terminali QCode che ci in catenano alle determinazioni e alle ruberie delle banche, non ci sarà lembo della nostra pelle, frammento di DNA, soffio d’anima non sottoposti a sorveglianza, controllo, possibilità di sopravvivenza o terminazione.

Così il Regolamento Sanitario dell’OMS come definito dai suoi “stakeholders” (portatori d’interessi) con Schwab e sotto Schwab, l’Alleanza dei Vaccini GAVI, Bill e Melinda Gates Foundation, Rockefeller, Sorso, i vari CDC nazionali, Big Pharma, Big Digital, Big Armi. Lo sottoporranno a maggio alla prossima Assemblea Sanitaria Mondiale. Se passa, preferiremmo la polverizzazione nucleare. Vi stupite. Ma se era già tutto scritto nell’    ID2030 di Davos 2020!

Sapete una cosa carina? La sede del FEM non è mica Davos. Lì ci si diverte. Dove si lavora è a qualche distanza, Cologny,  piccolo borgo, molto meno appariscente. Nel 1816 vi si rifugiarono grandi letterati: Mary Shelley e John Polidori. E vi scrissero, rispettivamente “Frankenstein” (il mostro costruito con pezzi di cadaveri) e “Il Vampiro” (gran signore che succhiava il sangue alle vittime). Vuoi che non ne abbia tratto ispirazione Jack the Ripper, Churchill e coloro di cui abbiamo parlato fin qui?  Poi dici che non ha ragione Giambattista Vico.

 

 

 

 

 

martedì 17 gennaio 2023

LA SCENEGGIATA


https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=8594552480615285

9mq TV  intervista a Fulvio Grimaldi di Marzia Di Sessa

Cattura di Messina Denaro, significati e retroscena, il secolare matrimonio tra criminalità di Stato e criminalità “organizzata”, il sistema mediatico da noi e nella “comunità internazionale”, guerre e colpi di Stato in corso. Stragi di Stato (Portella della Ginestra, Piazza Fontana e segg., Falcone-Borsellino, Roma-Firenze-Milano) e Stati in vendita.

 https://www.youtube.com/watch?v=SSCoUwIcvN4

Visione TV, forum sulla cattura di Messina Denaro, condotto da Francesco Toscano, con Antonio Ingroia, Fulvio Grimaldi, Ferruccio Pinotti e Giacomo Gabellini

Un giornalista e tre esperti di mafia e massoneria fanno a pezzi la vulgata mediatica “mainstream” dedicata alla “grande vittoria dello Stato sulla mafia”, che sarebbe sancita dalla “cattura dell’ultimo stragista”. Precedenti, analogie, ricorrenze di un rapporto Stato-mafie che attraversa indenne stagioni e personale politici, nazionali e internazionali.

 



Calma e gesso, ragazzi. Se hanno preso Messina Denaro, vuol dire che non contava più niente. Infatti, pare che sia un oncologico terminale, scovato in una nota clinica. Lo potevano prendere ogni giorno, da trent’anni a questa parte, esattamente come, a suo tempo, Riina e Provenzano. Se non l’hanno fatto prima, vuol dire che il patto di ferro, settantennale, tra mafia e classe politica istituzionale, non ne contemplava la sostituzione.

La scelta di prenderlo ora, dopo che risultava visibile e trovabile da decenni per le sue molteplici attività criminali e, soprattutto, legali, pienamente inserite nel tessuto economico ufficiale di Sicilia e società nazionale, è concordata. Come negli altri casi.

Scelta di opportunità politica. Per Cosa Nostra, disfarsi di un peso gravato da troppa notorietà e da una malattia che lo inefficientava; per il regime, superare, con questo “gran colpo” apparentemente anti-mafia, una pesantissima crisi di credibilità. Tonfo dopo tonfo, da dilettanti allo sbaraglio, determinati da una serie di “infortuni”, ridicolaggini, contraccolpi sociali e mediatici: le stronzate di Nordio e Cartabia, il decreto Rave, i voucher per far sopravvivere con un tozzo di pane, gli appalti liberalizzati a favore di malviventi, lo scandalo della consegna di sempre più armi al gaglioffo nazista di Kiev, sempre più costose e tecnologiche.

Quell’Hulk di Crosetto che vende armi e fa il ministro della Difesa, a spudorata e provocatoria esemplificazione di un principio, il conflitto d’interessi, che fa marciare e marcire l’intera cosiddetta democrazia capitalista occidentale, l’impero anglosassone allo sfascio e le sue miserevoli appendici

Depauperamento degli arsenali e delle tasche dei contribuenti, scandalosamente sempre più a fronte di micidiali sprangate economiche alla gente comune, la raccapricciante dimostrazione, ora per ora, di una banda di spregiudicati pregiudicati, inquisiti, prescritti, sprovveduti e mediocri, all’assalto del nostro Stato e dei nostri beni. Oltre tutto al servizio di un predatore e masskiller storico.

L’arresto di un boss spento e destinato a morte, sollecita la consapevolezza che si  tratti solo della toppa peggiore del buco, come nel caso in cui altri regimi provavano a mettersi il rossetto sul muso di porco, chiudendo dietro le sbarre partner divenuti spendibili per tutti i soci del consorzio.

Nervi freddi, per piacere, ora che cercheranno di travolgere le nostre virtù analitiche e lucidità cognitive con un prolungato tsunami celebrativo dell’eroica impresa forza 7: onde altissime che offuschino l’orizzonte, schiuma e spruzzi che riducano la visibilità e opacizzino la trasparenza delle acque.

Qui se non ci danno notizia dell’arresto di Mario Draghi, George Soros, Klaus Schwab, Roberto Speranza e ratti al seguito in corteo, con il prelievo dalla clinica di Messina Denaro il popolo può continuare e dormire sonni… agitati

venerdì 13 gennaio 2023

SIAMO UOMINI O CAPORALI? --- Mediocri sfasciacarrozze


  

Cari Amici vicini e lontani, come diceva Nunzio Filogamo, il conduttore radiofonico dei primi Festival di Sanremo, quando voi tutti eravate ancora in grembo a Giove, se non avete proprio niente di meglio da fare che informarvi sulle cose del mando in direzione ostinata e contraria, eccovi la programmazione del mia nuova puntata di Mondocane ed EcoMondocane su Byoblu.

Domenica alle 21.00

Lunedì alle 12.30

Martedì alle 08.00

Giovedì’ alle 14.30.

Perversamente, abbiamo pensato a tutti gli orari della vita attiva, in modo da rompere oltre ogni decenza i vostri ritmi professionali e biologici.


Comunque ecco di cosa si tratta:

Con un occhio e un orecchio al novello regime Meloni, classica edizione di neofascismo 3.0, dopo quello 2.0 in camicia bruna di Draghi, ci intratteniamo sul fenomeno diffuso tra gli italiani deteriori del regime dei mediocri.

Regime che non si esprime solo nel governo, nella classe dirigente, nei ceti intellettuali, nel clero, ma che pervade, grazie al pesce che puzza dalla testa, un po’ tutta la nostra società postdemocristiana e neo-varie cose.

Il mediocre guadagna spazio e posizione grazie alla furbizia, suo salvagente per la mancanza di intelligenza e, spesso, cultura. Lo ritrovi nel condominio, nell’azienda, nell’ufficio, nel condominio, nel partito, in famiglia. Il mediocre, che è inevitabilmente anche incompetente, sopperisce alle sue strutturali carenze brigando, acchiappando poltrone e poltroncine di potere, dalle quali infierire sui competenti e intelligenti con gli strumenti della gerarchia a prescindere e della burocrazia. Come fa per arrivare a tanto? Adottando la posizione del ciclista (metafora, con tutto il rispetto per i ciclisti, categoria assolutamente benemerita della nazione): curvare la schiena verso l’alto e pestare con i piedi verso il basso.

E partendo da questa evidentissima categorizzazione che qui si prova a vedere cosa è successo e cosa potrebbe succedere nell’anno che è venuto.

Essendo ostinati e contrari, come insegna De Andrè, diamo poco spazio ai baccanali mediatici sui passeggiatori nella piazza dei Tre Poteri a Brasilia, tutti ovviamente ferocissimi golpisti fascisti, e preferiamo di darne di più all’ennesimo, autentico golpe USA in Perù. Paesello ambitissimo per il rame, dove, oscurati dal baccano su Brasilia, si copre – i soliti mediocri furbi – il bagno di sangue nel quale da un mese annega quel popolo perché osa opporsi ai golpisti e al loro esercito stragista.

Sempre camminando in senso ostinato e contrario, incontriamo una stampa di vera eccellenza per mediocre furbizia, visto come riesce a far sparire addirittura dalla carta geografica e dalla storia sei milioni di palestinesi, sottoposti a vessazioni, brutalità serialkilleraggio, tali che, a momenti, gli deve sembrare di aver di fronte oltre al noto Netaniahu, corredato del fascista Ben Gvyr, almeno un paio di battaglioni Azov. 220 palestinesi uccisi nel 2022, oltre 9000 feriti, 150 minori in prigione, alcune migliaia di adulti in carcerazione preventiva senza processo. E’ lo stile Guantanamo. Vale per chi pretende di fare l’essere umano.

E dai e dai e dai, arriviamo a EcoMondocane, dove si tratta di ecologia delle istituzioni.

Avviata la guerra ai poveri, accelerata quella all’ambiente, non poteva mancare tra le priorità melonian-nordian-giorgettian-berlusconiane (ma che bella compagnia, ragazzi!) la guerra alla Nazione. Siamo, o non siamo patrioti?  Come Mussolini, che stava a Hitler come Meloni sta a Biden.

Guerra alla Nazione mediante quella che l’autore del Porcellum (sistema elettorale dichiarato incostituzionale dopo tre legislature), uno che tempo fa celebrava matrimoni con le ampolle dell’acqua del Dio Po, ha lanciato tramite la “Legge Quadro sull’autonomia differenziata”.




Gli italiani si sono beccati a capo chino la modifica dell’articolo V della Costituzione, dando così ai presidenti delle regioni il rango di signori feudatari, vicerè delle marche, baroni ladroni. Ebbene, non è bastato. Col regime dei patrioti arriviamo alla spoliazione dello Stato di quelli che si chiamavano LEP, Livelli Essenziali di Prestazione. Vale a dire quanto lo Stato tratteneva a sé, rispetto a quanto concedeva alla regioni. Ora questi, che riguardano scuola, sanità e trasporti, negli intenti del patriota leghista e già secessionista, Calderoli Roberto, saranno tutti determinati dai governatori delle regioni.

Sanità, Scuola, trasporti compresi. Tutta roba loro. 21 sistemi scolastici, sanitari e di mobilità diversi. Con gli stanziamenti dello Stato che si vorrebbero in linea con la “spesa storica”. Che storicamente ha favorito i favoriti del Nord, tanto bravi a produrre. Perequazioni? Compensazioni per ridare finalmente un equilibrio nazionale compromesso fin dai tempi di Cavour? Volete scherzare?

Così il Nord prova di nuovo ad andarsene, portandosi via un’altra volta la ricchezza, in buona misura succhiata dalle vene del Sud. Avete visto cosa è riuscito a combinare il giochetto del Covid negli ospedali del Nord? Tra affarucci, affaroni, bare per strada…. Vogliamo davvero vedere cosa possano combinare nelle nostre scuole, ai nostri ragazzi, gli Zaja, i Fontana, i Giani toscani, i Bonaccini emilianoromagnoli, . Non ci basta la strage sociale e culturale del progetto telematico a cui lavorano in alto quelli del PNRR?

 

 

 

 

mercoledì 11 gennaio 2023

Quando i peggiori sostengono il migliore --- BRASILE, GOLPE O CARNEVALE?


 


Byoblu, intervista a Fulvio Grimaldi e Luca Marfè sull’invasione dei palazzi del potere a Brasilia

https://www.byoblu.com/2023/01/09/a-chi-giovano-gli-scontri-in-brasile-fulvio-grimaldi-luca-marfe/

 

Si ripropone il quesito, esattamente come per l’irruzione a Capitol Hill il 6 gennaio scorso, su chi l’abbia pensata, chi l’abbia consentita, a chi avesse dovuto giovare e chi avesse tirato le fila di quella che per alcuni sarebbe una formidabile False Flag intesa a rafforzare il candidato uscito vincitore da un conteggio elettorale estremamente discutibile.

Anche se in Brasile non sono per ora apparse prove di manipolazioni del voto, il margine quasi irrisorio, meno dell’1%, che ha diviso il vincente Lula da Bolsonaro e, più rilevante, il grande vantaggio conseguito nelle elezioni parlamentari, in contrasto netto con l’esito delle presidenziali, dalle forze politiche che sostengono il presidente uscente, riportano ai giorni in cui quasi metà dell’elettorato USA perse ogni fiducia nel processo elettorale.

Tutto il mondo che si riconosce nel fronte capeggiato dagli Stati Uniti e dall’Ordine costituito in Occidente, a partire da NATO e Unione Europea, ha unanimemente espresso il suo plauso, cui hanno dato vigorosa voce i media, a Lula e alla sua affermazione.

Dato che si presume che Ignazio Da Silva Lula rappresenti gli interessi e le aspirazioni delle classi povere, lavoratrici, escluse, risulta quanto meno straniante che al 77enne ex-sindacalista vada l’entusiastico appoggio dei circoli con cuore e mente a Wall Street. Ambienti che, più che ai Semterra, contadini senza terra del Brasile, o agli indigeni Yanomani, sono abituati a guardare a Davos, dove ogni anno per il “discorso alle nazioni”, del Forum Economico Mondiale, atterrano i circa 1.500 aerei privati del più grande concentrato di ricchezza mai visto sul Pianeta.

Il Brasile è spaccato nettamente in due, senza che i corifei mediatici di un giornalismo che non è tale lo raffigurino come uno scontro tra fascisti e democratici (sarebbe interessante vedere un paese di 220 milioni di abitanti la cui metà fosse composta da nazisti e fascisti. Non succede, in tale misura, neppure in Ucraina). Personalmente mi trovo in difficoltà a individuare la palingenesi brasiliana in un presidente riemerso da una bufera di scandali che ha travolto il partito, chi gli è succeduto e lui stesso, che ora si è messo a fianco un vice della più bell’acqua wallstreetiana e ultraliberista.

Avranno gli operai di San Paolo, i contadini tuttora senza terra, i derelitti del Nord Este, gli indigeni di cui per la verità non si era troppo curato nemmeno nel primo, glorioso mandato (2003-2007), la forza per tornare a fare imboccare a Lula la via della giustizia sociale, ma anche della sovranità e dei liberi rapporti internazionali? Ha bene iniziato, il neo-presidente, salutando Putin. La prossima prova saranno i rapporti con gli uni o con gli altri dei paesi latinoamericani. A partire da Cuba e dal Venezuela.                                                                                                          

martedì 10 gennaio 2023

LULA-BOLSONARO, CHI C’E’, CHI CI FA? --- Il gigante latinoamericano, i brasiliani, il mondo

 


Visione TV

https://youtu.be/OZf5J4XaSZY

 

Guidati, interrogati e stimolati da Francesco Toscano,  Gianmarco Landi, Romolo Lazzaretti e Fulvio Grimaldi, che ha visto il Brasile nel primo mandato presidenziale di Lula, per poi constatarne la crisi e la caduta, si confrontano con quanto sta succedendo, a partire dall’invasione di Brasilia da parte di sostenitori dell’ex-presidente Bolsonaro. Sostenitori che non accettano il verdetto delle elezioni presidenziali, vinte da Lula Da Silva.

Che giudizio dare dei due contendenti, a partire dal rispettivo retroterra sociale, dalle cose fatte, dalle posizioni assunte, dagli scandali attraversati, e dai riferimenti geopolitici.  Bolsonaro che diffida dall’operazione pandemia come viene consacrata negli USA, rafforza il gruppo dei BRICS, sottratto all’obbligo di impegnarsi nella globalizzazione voluta dall’Occidente. Ma Bolsonaro, anche, che sta alla punta di uno schieramento che include i militari, i latifondisti, le potentissime chiese evangeliche.

Poi Lula, forte del successo nel primo mandato, indebolito dalle realizzazioni mancate del secondo, travolto dalla corruzione che ha travolto il suo partito, la presidente che gli è succeduta e lui stesso, ma che ancora ha la fiducia dei settori popolari, dei contadini senza terra, dei milioni di poveri nel desolato Nord Est. Lula che vanta una stretta amicizia con Washington attraverso figure apicali come Bush e Obama, ma che rivolge i suoi primi saluti a Putin e disapprova il diluvio di armi e soldi sull’Ucraina

I media occidentali, nella loro consueta manipolazione-semplificazione, offrono compatti un quadro drasticamente manicheo della contrapposizione che oppone non solo i due politici, dove uno, Lula, è l’angelo, e l’altro, Bolsonaro è il demonio, ma l’intera popolazione del gigante latinoamericano. Ma le cose stanno davvero così?

Intanto la grancassa sull’invasione dei palazzi delle istituzioni a Brasilia, è servito ai media falsi e bugiardi ad occultare il colpo di Stato compiuto su solito mandato USA in Perù contro un presidente eletto democraticamente e che si era schierato per riforme a vantaggio delle classi escluse. Da due settimane è in corso una repressione sanguinaria contro un intero popolo che protesta contro il golpe, ma siccome parlarne imbarazzerebbe i burattinai del golpe, di tutti i golpe latinoamericani, compreso quello ancora non del tutto sventato in Bolivia, si schiamazza sui “fascisti” che attaccano le sedi della “democrazia” a Brasilia.

 

Su quello che potrà significare tutto questo per il popolo brasiliano, per gli altri paesi del subcontinente e per gli equilibri mondiali, al futuro domestico e geopolitico imboccato da Lula l’ardua sentenza. In ogni caso attenti ad accettare le cose come vi vengono presentate dai soliti “tifosi”

 

 

lunedì 2 gennaio 2023

ITALIA – UCRAINA – SERBIA - MONDO --- I TENTACOLI DEL MOSTRO

 


https://youtu.be/CI9K1b8OMzw

https://visionetv.it/fulvio-grimaldi-questo-governo-avalla-la-rivolta-dei-ricchi-contro-i-poveri/?feed_id=2398&_unique_id=63b33a893a979

 

Visione TV. 2 gennaio 2023. Francesco Toscano riserva la prima intervista dell’anno  al giornalista e inviato di guerra Fulvio Grimaldi

 

“Fulvio Grimaldi a tutto campo: dall’autonomia differenziala fino alla crisi nei Balcani passando per la guerra in Ucraina, tanti gli argomenti sviscerati in questa prima intervista del nuovo anno”.


Un largo sguardo sul mondo a noi più vicino, alla luce che si spegne dell’anno passato e a quella che si accende su quello nuovo. Una situazione interna e geopolitica che continua a essere in tumultuoso movimento e che le bacchette di autonominatisi direttori d’orchestra provano a indirizzare su spartiti da loro scritti.

Patologie sanitarie, belliche, economiche, sociali, psicologiche, che promettono di continuare a essere utilizzate contro la nostra nazione e contro l’intera umanità degli onesti e giusti.

Ma anche un moltiplicarsi e rafforzarsi degli anticorpi di una difesa immunitaria, individuale e collettiva, che sta crescendo a trasformandosi in offensiva immunitaria.

Nel nome del popolo e della sua sovranità..