venerdì 26 agosto 2022

FUORI UNO! --- Lo zar vaccinale Fauci in fuga dalla catastrofe pandemica. Ora tocca agli altri sicari del Grande Reset

 


https://www.youtube.com/watch?v=8bYIfgEXBsI

Forum di VISIONE TV  condotto da Francesco Toscano e Francesco Capo, con gli interventi di Silvana De Mari,  medico e giornalista, dell’economista  Giovanni Zibordi e del sottoscritto

 

Te li là, tutti quanti, belli cartonati a fingere il contrario di ciò che sono. Tutti fieramente atlanticisti, pandemisti, vaccinisti, greenpassisti, bellicisti, ucrainisti,, granderesettisti, tutti insieme sul palco per domani azzuffarsi sull’altra scena, quella dei gonzi, che credono che questi ragazzi e ragazze coccodè facciano sul serio. Se non quando rubano.

Tra palco e platea, a Rimini, è tutto un trasvolare di amorosi sensi, è la grande intesa a fottere quei milioni di italiani che stanno fuori a guardano a bocca aperta (dal terrore di quanto li aspetta). A chi l’applauso trionfale, a chi le più lunghe standing ovations? Ci fosse stato Formigoni, o qualcun altro di quelli qui celebrati e poi finiti dietro le sbarre (quanto meno della gabbia dell’imputato), sarebbe toccato a questi. In mancanza, hanno trionfato Lupi, a titolo di apericena, e poi, incommensurabile, Draghi, il piatto fortissimo in cui tutti questi sanno di poter affondare la forchetta. Democristiani 2.0,

Una platea di faccendieri e di spicciafaccende, sorretti dal sacro soffio curiale, armate del.privato all’assalto dello Stato con il pugnale tra i denti e il teschio con le ossa incrociate sull’elmetto a tiara.

 



Dunque, a 81 anni, dopo almeno mezzo secolo di malversazioni, conflitti d’interesse indecenti, abusi della credulità popolare, intossicazioni collettive, Anthony Fauci si è dimesso. Nel forum di Visione TV, la strepitosa Silvana de Mari e l’ultracompetente Zibordi hanno fatto la festa a colui che, per gli Stati Uniti e la parte del mondo che vi si sdraia sotto a zerbino, è stato una specie di Golem, di Leviatano della dittatura e conseguente mattanza biologica, economica, sociale e culturale, del verbo vaccinale. Insufficientemente contrastato dalla variabile di sistema impazzita, Donald Trump (peraltro guarito dal virus ingegnerizzato grazie agli anticorpi monoclonali), Anthony Fauci ha potuto spargere il veleno della menzogna e del siero di là e di qua dell’Atlantico, agevolando grandi passi verso l’obiettivo esplicitato dal Gran Maestro, Klaus Schwab e dal suo visir, Bill Gates.

Nel forum, io ho provato ad allargare il discorso del Fauci in fuga dallo tsunami degli effetti avversi delle sue malefatte, all’intera costellazione di buchi neri che hanno operato per portarci all’orlo dell’abisso e un pochino anche oltre. E qui l’uomo che, da trent’anni, da quando, sul panfilo della regina della massoneria, ha promesso alla cupola criminale di spezzare le reni all’Italia (oltre che alla Grecia), non poteva non avere un ruolo di risalto.

E allora eccoli i trionfi del sicario Goldman Sachs, celebratigli nell’arena dei gladiatori del business whatever it takes (costi quel che costi, anche una nazione intera)

 

COMUNIONE E FATTURAZIONE (copyright Travaglio) E IL SUO CARO STATICIDA



Sempre eccellenze, qui, sul palco CL Meritevoli di massime attenzioni giudiziarie – Formigoni, Andreotti, Sbardella, Tanzi, Fassino, Cuffaro, Boschi, Ciarrapico – o degne di formidabili riconoscimenti politici e sociali: Monti, Prodi, De Michelis, Forlani, Martelli, D’Alema, Cossiga, Mastella, Guidi, Dini, Romiti, Bersani, Turco, Renzi: La créme de la créme, spurgata dai bassifondi morali di questo paese infelice grazie alle sostanze tossiche inoculategli dagli USA, già da molto prima del vaccino.

Così, alla rinfusa, senza mai farsi mancare nessun potenziale committente. Fino a incoronare uno che non pochi vedrebbero volentieri davanti a un Corte Marziale, con l’imputazione di alto tradimento.

Il bravo Mario Giordano, su La Verità, sintetizza il suo discorso alla conventicola della sussidarietà: “ Agito con prontezza… superato difficoltà insuperabili… ho mostrato coraggio e responsabilità, indipendenza di giudizio… unità d’intenti, coesione sociale…alta credibilità interna, credibilità internazionale… serietà istituzionale…” Bravo! Bis! Sette più” E giù peana e ola.

Il mediocre figuro, scaturito da un’inseminazione artificialissima dentro a una cassetta di sicurezza, all’interno del caveau di Goldman Sachs, e spedito a distruggere quei pezzi di Europa di troppo che davano fastidio in mezzo al Mediterraneo, ha definito in questi termini l’esecuzione del suo compito. Che era quello di prendere l’Italia per i capelli, sbatterla ripetutamente contro il muro perché si svuoti di zavorre come il parlamento, la giusta giustizia, la libera stampa, i rimasugli di pubblico e, ridottala in stracci, usarla per lucidare scarponi chiodati oltre oceano e giugulari di vampiro a Bruxelles.

Anche per garantire cannoni, genocidi e lunga vita nazista all’Ucraina, Draghi ha assicurato il buio e il freddo a 60 milioni di italiani, esclusa qualche dozzina di corifei e ragazzi di bottega dal condizionatore a manetta. Ha assicurato povertà e 25 giorni di dieta su 30 a 11 milioni di italiani. Uno su quattro, ma, passando a dati veri, facciamo anche uno su tre e, in prospettiva, uno su uno (escluse sempre quelle dozzine tra le quali coloro che fingono giornalismo sotto Elkann, Cairo, Caltagirone, o prelati. Quelli che si sono ritrovati a salivare l’omuncolo alla Stampa Estera in una cena dai picciotti offerta al boss, in cui i primi si sono sentiti accarezzare la zampa così: ”Vi auguro di continuare a lavorare in questo modo, tra un cappuccino al sole e un aperitivo in piazza).

Questo robotino da Caveau, di suo ha soltanto un algoritmo: Quello che gli consente di ripetere quanto ha udito. Nel caso della cena alla Stampa Estera, il fervorino indirizzato da David Rockefeller ai direttori delle maggiori testate statunitensi, tra cui New York Times e Washington Post: “Vi sono infinitamente grato che, dopo anni di nostri comuni convegni a porte chiuse, non abbiate mai rivelato nulla dei nostri propositi. Senza la vostra discrezione il nostro progetto del mondo guidato da una élite di intellettuali, anziché da governi democratici, sarebbe fallito sul nascere”.

Italia lazzaretto a cui, in previsione della pandemia annunciata e poi fabbricata, l’ominicchio ha tagliato i fondi alla sanità; ha regalato miliardi in armi a Gestapo e SS, made in Ucraina dalla NATO; ha aumentato i fondi al ministero dell’Offesa e ai suoi clienti; ha totalmente devastato la scuola e i suoi frequentatori radendo al suolo un corpo di insegnanti e alienando una generazione intera; ha facilitato lo sradicamento di intere popolazioni dai loro luoghi d’origine, di storia, affetti, identità e risorse, per farne tratta di schiavi e delinquenza in un’altra società da scardinare. Ha condotto guerra stracciona a chi ci era partner benefico per import ed export e, grazie a energia facile, prossima e a basso prezzo, garanzia di vita tra benessere e, quanto meno, sopravvivenza. Oltrechè riferimento certo per un mondo sottratto ai taumaturghi della distopia postumana.

E, per dire il peggio del peggio, ciò per cui si deve parlare di corte marziale, agli italiani ha fatto il contrario di quello che sarebbe loro servito, che avrebbero voluto e che gli sarebbe dovuto. Ne ha cercato e operato il nocumento dal primo all’ultimo giorno della sua sciagurata esistenza pubblica. Riuscendo a togliere a tanti di loro perfino il bene dell’intendere e volere libero e a tanti altri, grazie all’opera dei suoi sicofanti, quello della vita.



Non per nulla quei deliri di Rimini. Non per nulla arriva a supporto dei suoi propositi, sottobraccio a una veneranda senatrice con squadre di picchiatori anti-fake news, un marchio pluriaziendale travestito da donna e con milioni di followers.


Tutta l’opera di questo sicario extra-umano degli USA e della Cupola e tutto il suo discorso alla kermesse dei plaudenti corifei di Rimini sono centrati sull’assassinio della sovranità commissionatogli a Washington. Sovranità del popolo, della nazione e dell’essere umano. Allora, ditemi voi, faccio bene o no a candidarmi alle elezioni con una formazione che ha nel nome, e dunque nel cuore, proprio il popolo e la sovranità: Italia Sovrana e Popolare? Quanto meno, gli faccio un dispetto a quello lì…




 

 

 

mercoledì 17 agosto 2022

IL COLLE D’AVORIO


Inoltro questo comunicato di Liberiamo l’Italia-Fronte del Dissenso con il programma della Tre Giorni allestita ad Assisi, sulla falsariga di quello che parecchi anni fa era il Campo Antimperialista, al quale detti volentieri i miei contributi.

Questa volta no. Stavolta auguro ai partecipanti all’indubbiamente vitale e ricca mobilitazione ogni successo sia per i temi trattati, che per gli obiettivi fissati.

Grande è il merito di molti dei protagonisti di questa iniziativa nel promuovere conoscenza, coscienza e combattività attraverso importanti manifestazioni di piazza in tante parti d’Italia. 


Non so se questo sia esattamente il tempo per convegni in cima a un colle umbro, dato che la risonanza mediatica, come l’attenzione dell’opinione pubblica, sembrano fortemente indirizzati su quanto va succedendo in politica relativamente allo scontro elettorale. Anche se non dubito che per i partecipanti possa voler dire arricchimento di contatti umani e di conoscenze.


Ciò che dispiace e che respingo nettamente nella presentazione che precede il programma, è il tono inutilmente e, questo si, solipsisticamente, denigratorio nei confronti di coloro che hanno ritenuto di non perdere l’occasione di portare la lotta anche sul piano elettorale, per quanto difficili e ostative fossero le condizioni fissate dal regime e dal suo vertice.

 

Ai personaggi più in vista del movimento popolare di opposizione è stato ripetutamente offerto dalla Lista ITALIA SOVRANA E POPOLARE di dare adesione e portare il proprio contributo di idee e volontà alla battaglia che il regime ci ha voluto imporre. Il rifiuto è stato ripetuto e tanto netto, quanto fallimentare, sterile e onanistica è stata la scelta, non solo del movimento del dissenso, di optare per l’astensione.

 

L’illusione di recare più danno al potere attraverso l’assenza e il silenzio, in questa fase di uno scontro che deciderà della sopravvivenza di una resistenza costituzionale e di contrasto al regime oligarchico e tecnocratico, nel momento della partecipazione a guerre e dell’assunzione di una strategia di devastazione dei diritti fondamentali, non può che rappresentare per i suoi fautori, nolenti e volenti, una diserzione. 

 

La prova sta nella campagna di odio e nei tentativi di infiltrazione e sabotaggio praticati dal Sistema nei confronti delle formazioni che si sono impegnate nella battaglia elettorale, a confronto con l’assoluta indifferenza nei confronti di un movimento, che racchiusosi nei suoi ambiti, oggi si è autoeliminato dalla contesa. Assumendosi una responsabilità politica rilevante, di cui gli sarà chiesto di rendere conto. 

Confidiamo che coloro che, in massa, nel corso di questi tre anni di aggressione sociale, culturale, economica e politica, hanno lottato nelle piazze, nei luoghi del lavoro, dell’istruzione, della sanità, dell’ambiente, li incontreremo nelle nostre campagne elettorali e poi ai seggi. Sono anche certo che amici e compagni che oggi hanno optato per l’assenza, li ritroveremo domani e dopodomani nelle piazze di una lotta che non ci sarà consentito di non fare. Forse, però, con un grado minore di credibilità

 

Fulvio



Dal testo di presentazione dell’evento di Assisi


ASSISI 26-27-28 AGOSTO

(per informazioni: forumassisi@gmail.com – per prenotazioni: info@fontemaggio.it)

Una tornata elettorale tanto improvvisa, quanto non risolutiva, si avvicina ed impone riflessioni profonde ed adeguate alla gravità della situazione.

Molte tra le giovani forze del dissenso, nella loro articolazione più poliedrica e diversificata, hanno purtroppo ceduto alla seduzione solipsistica della frenesia elettorale, nella miope prospettiva che un tavolo da gioco così truccato possa sortire effetti diversi da quelli attesi.

All’azione eversiva del Governo, che tutto ha predisposto perché le voci del dissenso non trovassero spazio di espressione, si è combinata la cieca inadeguatezza  di molte delle nuove realtà di partito,  protesa più all’ascolto di singoli protagonismi, che all’attenta costruzione di un ampio movimento popolare, sociale e politico…...



sabato 13 agosto 2022

Panoramica sull’opposizione di popolo ---- LA VERA DISCRIMINANTE E’ LA GUERRA

 Mi dispiace, non riesco a girarla

https://youtu.be/xQSn_tll_ag


Il mio intervento su VISIONE TV a cui vi porta questo link prova a fare una panoramica delle forze politiche che fanno parte dell’opposizione al regime e sono impegnate nella gara elettorale.

Ignavi, pedine del nemico

Sfortunatamente non si è potuto arrivare a una lista nazionale unica, cosa che, per la componente di ignavi del nostro corpo elettorale, richiederebbe la rinuncia alla battaglia e giustificherebbe l’astensione. Posizione di chi pensa di influire su eventi e storia non essendoci e che contraddice sia la logica che la fisica. Posizione, di conseguenza, graditissima al regime oligarchico, che si sentirebbe legittimato, anzi agevolato, anche se la partecipazione al voto si riducesse ai minimi termini. Per i cinici e corrotti autocrati che ci troviamo in casa, non è mai stato un problema. Gli USA insegnano. 

Posizione, infine, narcisisticamente adottata da alcuni personaggi di vertice dei movimenti del dissenso, meritoriamente organizzati e presenti nelle piazze durante questi quasi tre anni di contrasto politico, sociale e culturale ai protagonisti della dittatura sanitaria e delle guerre d’aggressione. Ma posizione che non sembra condivisa  dal popolo manifestante, visto  il formidabile passaggio dei cittadini liberi e pensanti dalle piazze alla raccolta delle firme.

In questo volo d’uccello sulle tre numericamente più consistenti e politicamente più articolate liste, pur partendo da un mio evidente punto di vista, provo di evitare i toni aggressivamente critici e, in certi casi, scompostamente diffamatori, che si sono sentiti nel corso di questa competizione. Toni, diserzioni, ripensamenti, scoperte di improprietà mai constatate prima, che si sarebbero potuti e dovuti riservare ai giorni successivi al 25 settembre. Quando nella trincea opposta si piagnucola, ci si accapiglia, il nemico se la ride, concetto elementare che qualcuno non ha appreso.

Sopra tutto sovranisti

Essendone candidato in Liguria, non potevo non porre particolare attenzione alla lista “ITALIA SOVRANA E POPOLARE”, la cui denominazione, come viene spontaneo constatare, corrisponde al detto latino “nomen est consequentia rerum”. Più o meno “il nome è l’espressione dei contenuti”. Avendo molto rispetto per la figura apicale della lista “VITA”, Sara Cunial, della quale ho sostenuto anche alcune valide battaglie, ma con il cui seguito ho ideologicamente poco in comune, mi sono impegnato a illustrarne gli aspetti. Pur parte di un valido programma complessivo, non mi paiono significativi e, tanto meno, incisivi, nella lotta contro chi ci minaccia con il suo presente distruttivo e un futuro distopico.

C’è, anche qui già racchiuso nel nome della lista, un profumo di New Age, una visione prepolitica dei rapporti di forza e delle condizioni obiettive, di ciò che al sistema fa male e di ciò con cui il sistema convive benissimo. L’idea di creare delle isole felici, separate dallo Stato, da tutto il contesto dal quale solo categorie minoritarie di chi se lo può permettere, possono pensare di fuggire, lasciando agli altri, senza i mezzi per crearsi i loro “ecovillaggi”, o le loro scuole parentali, l’urto, il rischio e il sacrificio dello scontro, è idea insieme aristocratica e illusoria. La Storia ne ha già dimostrato la fallacia nelle fasi epigonali delle grandi sollevazioni del secolo scorso 

Per aver dilagato su questo tema, ho superato i limiti di tempo concessi all’intervista e ho dovuto restringere i commenti a ITALEXIT di Gianluigi Paragone, terza forza suscettibile di arrivare a destinazione, anche in virtù di una maggiore visibilità che politica e media danno al collega giornalista e parlamentare.

Con i fasci?

In fondo, tuttavia, avrei avuto poco da aggiungere ai rilievi che, non solo da me, ma da una larga parte dell’opinione pubblica libera, sono mossi a questa lista. Anche perché di unitario ha eminentemente una contraddizione. Quella di un capo politico che per mesi ha proclamato la sua autosufficienza, con relative espressioni di sufficienza nei confronti di tutti gli altri, per poi, alla resa dei conti, anzi delle firme, aver prima guadagnato e poi perso l’alleanza con i parlamentari ex-grillini di “ALTERNATIVA”.

Causa dichiarata per la separazione, dagli amici di Pino Cabras, l’inclusione tra i capilista di elementi di Casa Pound, la forma esplicita di un’ideologia che nell’opposizione parlamentare del centrodestra rimane implicita. Alleanza non rinnegata da Paragone, ma che, anzi, vedrebbe un ulteriore rafforzamento nella vociferata candidatura per Italexit dell’ex-sindaco di Roma, Gianni Alemanno, pregiudicato (“Mondo di mezzo”), ma convinto assertore delle consociazioni di cui ora Paragone si è reso fautore. Sento odore di affinità sistemiche? E, con in squadra i camerati dei teppisti della sede della CGIL, fetore di servizi, di cui i fascisti sono l’eterna manovalanza.?

Sopra tutto contro la guerra e chi ne campa

Tra i motivi della mia scelta per ITALIA SOVRANA E POPOLARE e, al suo interno, per “ANCORA ITALIA”, forse il più decisivo è la specificità anti-guerre della lista e di quel partito. Nessuno dovrebbe fare fatica a constatare come ci si trovi in un mondo che, oltre a essere gestito da una conventicola di gangster ultramiliardari con il fine di ridurci a impotenza e miseria materiale, morale e culturale, meni avanti le sue operazioni con lo strumento della guerra, dei massacri finalizzati alla depopolazione, del caos. 

Non rendersi conto che da una parte abbiamo il vertice finanziario-militare di una minoranza delle nazioni e della popolazione mondiale, che si avvantaggia di una serie ininterrotta di colpi di Stato, manomissioni, destabilizzazioni e guerre in forma tradizionale (Ucraina, Iraq, Afghanistan), per interposti mercenariati statali, o terroristici (Libia, Siria, Yemen, Somalia, mezza Africa, Myanmar, America Latina, ecc.). Mentre dall’altra, contro la pretesa di costituire un Ordine Mondiale unipolare di dominio autocratico globale, da far nascere dal sangue delle “plebi”, si sono erte sempre più nazioni e sempre più popoli in difesa della sovranità dell’individuo, della comunità, della nazione. Per la cooperazione contro la competizione.

Traccheggiare, sorvolare, trascurare, come altre liste vanno facendo, quando invece si tratta di prendere posizioni nette, aperte, anche coraggiose, alla luce delle potenze manipolatorie e demonizzanti scatenate dagli aggressori globali, significa non solo non aver capito la posta in gioco, o subire la logora sindrome dei cavalli dei cosacchi alle fontane di San Pietro. Significa che qui casca l’asino. L’asino proprio.