venerdì 20 luglio 2012

Borborigmi di morti viventi

 http://www.pclavoratori.it/files/index.php?c3:o2884 


Qui sopra un libello contro il sottoscritto e ciò che costoro chiamano “grimaldismo”, rendendomi un onore che non merito. C’è poco da aggiungere agli amari sghignazzi che vi verranno spontanei nel leggere i deliri razzisti, settari e, soprattutto, eurocentrici, di questi arroganti custodi dell’ortodossia comunista che, dalla loro piccolezza e irrilevanza, infliggono sentenze di non comunismo all’universo mondo. Sono quei quattro saprofiti rampicanti che allignavano sul tronco del PRC e poi, come favi di Tiglio, alla prima brezza, sono svolazzati di qua e di là, si sono frantumati, come ovunque nel mondo succede a queste mummie del pensiero unico a rovescio, in gruppetti rancorosi che azzannano chiunque muova passi verso benessere e giustizia sociale, sovranità.


Accusano le mie critiche al loro impotente onanismo (radicamento sociale zero, troppo impegnati a farsi le scarpe fra di loro) di “stalinismo”. Quello scritto è il migliore esempio di “stalinismo”, come raffigurato dal capitalismo, a dispetto del fatto che Stalin abbia fatto ammazzare quel Trotzky, che loro sconvolgono, e abbia annichilito Lenin, di cui, come di Trotzky, preferiscono non ricordare la definitiva e non perfettibile valutazione sul con chi stare quando si tratta di un conflitto tra imperialisti e piccoli e deboli, di qualunque classe o ideologia essi siano. Loro invece vanno a far chiassate all’ambasciata di Gheddafi, mica a quella di Obama, o a Palazzo Chigi!


Per la loro irrilevanza, questa aggressione ideologico-personale non meriterebbe risposta, anche per la caterva di ingiurie che spurgano (“la più aurea malafede”, io non c’ero arrivato) non fosse per quei quattro ingenui che da loro potrebbero essere trascinati tra le salmerie delle armate imperialiste e reazionarie. C’è in quel delirio solipsista un micidiale disprezzo, oltrechè per i rapporti di forza esistenti e cogenti, per le condizioni materiali della povera gente, dei proletari, degli aggrediti. Vedi come trattano Chavez, Fidel, gli altri che, in condizioni obiettive tremendamente difficili e rischiose, hanno portato avanti un progetto di liberazione e giustizia sociale. E questa depravazione del pensiero di Marx, Lenin, Trotzky, che li rende utili idioti dell’imperialismo, nei cui sottoscala spesso finiscono.


Quanto a me, ho capito cos’è il krusciovismo, il brezhnevismo, il gorbaciovismo, il togliattismo. Ma, tra collettivizzazioni forzate e forse necessarie, l’indispensabile ma ecologicamente catastrofico sviluppo industriale, la spartizione di Yalta a rovina di tutte le forze nazionali rivoluzionarie, la gestione controrivoluzionaria e collaborazionista dei partiti comunisti all’estero, gli efferati processi alla generazione rivoluzionaria, il patto con Ribbentrop, ma anche la costruzione dell’Armata Rossa e la vittoria sul nazifascismo, lo “stalinismo” non mi è mai stato chiaro, ondeggiante come è stato tra sciovinismo, realpolitik, e contenimento del mostro imperialista.




Quando la Siria sarà stata ridotta come Libia o Iraq, dove si è visto come non si sia visto neanche il fantasma, da loro vaneggiato, di una sollevazione di classe contro cosiddette dittature, a un popolo che difendeva la sua sovranità, dignità, benessere, quello possibile sotto ricatti della ”comunità internazionale” globalizzante, tutti noi avremo finalmente modo di denunciare questi guru della teoria unica e indefettibile, questi monoteisti di matrice giudaicocristiana, depositari di un verbo mai compreso e che, così, ha l’attualità delle “buone cose di pessimo gusto” di Nonna Speranza (Guido Gozzano), come i vermiciattoli che si sono sapientemente sacrificati lubrificando i cingoli del tank euro-Golfo-americani.


Ancora un pensierino per il “manifesto”, dato che qualcuno lo legge e potrebbe essere abbagliato dalla testata “quotidiano comunista”. In pieno marasma istituzionale e costituzionale in cui il capo dello Stato ha gettato il paese, tra golpe con Monti e assalto agli eredi di Falcone e Borsellino, con lo stesso glorificato padre della patria invischiato in torbidi scambi con un indagato per le stragi del 1992-93 e che, in strepitoso conflitto d’interessi, ricorre alla Corte Costituzionale dei suoi nominati, chi editorialeggia in prima pagina in difesa dell’intoccabile, dichiarandosi Corazziere del Presidente? Il troppo anziano Valentino Parlato che, peraltro, fin dall’adolescenza giornalistica, ha insospettito i più per smosciamenti vari e, in particolare, per le sue simpatie per Banca d’Italia e affiliati. Non sono passate 24 ore, che - a rimediare? a rafforzare? – se ne esce la direttora, Norma Rangeri, che, elencate le virtù celestiali attribuite a Napolitano, conclude col classico radikalchic né-né. Chissà cosa avrebbero detto di questo foglio normalizzato Luigi Pintor, o Stefano Chiarini. Noi, per quanto ci costi pensando all’orrenda pagina esteri Nato del giornale, preferiamo un giornale che mena, “IL Fatto”.

Ciao a tutti.




giovedì 19 luglio 2012

MEDAGLIA D'ORO OLIMPICA A SACCHEGGIO E DEVASTAZIONE - OLIMPIADI DEL TERRORE IN SIRIA E BULGARIA. TUTTO FA BRODO. Assalto finale del golpista vandeano. Altri galantuomini fascio-sionisti.

 Cari amici e interlocutori, me ne vado for dai bal per qualche tempo. Vi risparmierò queste tiritere fino a metà agosto. Ma leggero i vostri commenti e messaggi. Buona estate di controffensiva. 


 

Mi unisco al commento di Alex per esprimere anche la mia profonda preoccupazione, soprattutto per il modo in cui l'azione terroristica è stata salutata dai media internazionali. Le analisi ci trovano tutti d'accordo, Fulvio e commentatori attenti, come forse mai prima d'ora. Ma, adesso, che fare? Il senso di frustrazione che ho provato quando ho visto assassinare Saddam Hussein e Muammar al-Qaddhafi è stato violento e insopportabile. Non voglio rivivere, ora, la medesima e terrificante esperienza. Oggi ne faccio, mi si perdoni l'intimismo, una questione innanzitutto di morale personale, di psicologia individuale. I traumi iniziano a essere un po' troppi, mi pare di essere in un romanzo magnifico di Saramago, Cecità, dove tutti diventano ciechi tranne una donna, che, allibita, assiste alla follia collettiva che la circonda. Io la Siria la conosco bene, ci ho studiato arabo alla fine degli anni '90, quando Hafiz al-Asad era ancora vivo, gratuitamente e con maestri dedicati e bravissimi, che ricordo con grande affetto. Sapere di continui attentati e stragi - eterodiretti da Londra, da New York, da Doha, da Riyad - a Damasco e nelle altre dolcissime città di quel dolcissimo paese inizia a farmi molto male, nel profondo. E mi fa male soprattutto l'orrida ipocrisia dell'Europa e dell'Occidente, il ribaltamento spudorato e continuo della realtà, il sostegno ai peggiori gonzi islamisti, vera vergogna dell'Islam e puro prodotto del riflesso coloniale e orientalista. Confesso di essere scosso e di sentirmi impotente. Non per questo, comunque, ci si rassegna. Hasta la victoria, siempre! 
Stefano 

Sarò lungo, ma per alcune settimane avrete pace e quindi potreste leggere questo rotolone un po’ per volta. Aggiungo al commento qui sopra, giuntomi sul blog e che ritengo degno di diffusione (come tanti altri per i quali non c’è spazio), due parole su quanto successo in Siria e Bulgaria mercoledì 18, in perfetta e ovviamente voluta simmetria, dato che la paternità è degli stessi. 
A Damasco sono stati uccisi, da una bomba introdotta nella Sede della Sicurezza Nazionale, il ministro della difesa, Daud Rajha; il suo vice Assef Shawkat e il capo della Direzione per la Crisi, Hassan Turkmani. Imprecisato il numero dei feriti. A Burgas, in Bulgaria, è stato fatto saltare un autobus con a bordo giovani israeliani in vacanza, 7 morti e oltre 30 feriti. E’ l’apice di una campagna di terrore genocida condotta da 17 mesi contro la Siria e, in prospettiva, contro Hezbollah e l’Iran. A seguire il proprio impulso, uno riempirebbe pagine su pagine di collera senza fine: assassini, assassini, assassini, mostri, belve, feccia dell’umanità, subumani, stramaledetti che l’inferno vi inghiotta. Ma sono parole inadeguate, anche per gli squallidi e rapaci velinari di tutta la stampa che conta (e che conta meno), sulla cui penna sgocciola, indelebile, sangue dalle mani dei boia che tiranneggiano l’Occidente, da Washington a Tel Aviv, da Londra a Roma. 



domenica 15 luglio 2012

SUFFRAGIO UNIVERSALE KAPUTT. Messico, Libia, la Siria verso l'ora x.

 Apriamo il discorso con un omaggio fotografico ai minatori delle Asturie e a tutto il movimento spagnolo che, come i greci, insegnano il modo con cui si deve rispondere alla guerra di classe dei criminali maltusiani che puntano a genocidi biologici e sociali sotto una dittatura mondiale.  



Ci sono le condizioni, oggi più che mai,per l’offensiva internazional-socialista. Ci sono gli indignati, la gioventù di Francia, Grecia, Chicago, Cile. Gli indignados sono arrivati fino in Israele. Andiamo a a dare un saluto solidarista agli indignati di questo mondo e ai nuovi movimenti della gioventù che hanno lanciato una lotta contro i mille demoni, i mezzi di comunicazione, la repressione, lo sfruttamento. In questo senso il capo dello Stato (Hugo Chavez) ha dichiarato che i popoli del mondo “hanno dentro ciò che qualcuno chiamava pulsione eroica. Oggi, senza trionfalismo e con umiltà, possiamo dire che l’America Latina e i suoi governi progressisti sono l’avanguardia dell’umanità”. Alla chiusura del XVIII Foro di San Paulo (vertice dei partiti di sinistra latinoamericani), i partiti politici, i movimenti sociali e le organizzazioni della sinistra mondiale dichiarano concordemente il 24 luglio “Giorno della Solidarietà Mondiale con la Rivoluzione Bolivariana”. (Dichiarazione del XVIII Foro di San Paulo) 

A Genova, per il G8, assolto il capobanda degli aguzzini, ignorato il mandante dell’uccisione degli ultimi brandelli di democrazia e di Carlo Giuliani, gratificati di un buffetto e di remunerativi contratti con società di sicurezza private i Gestapo in piazza, chiusi in carcere per anni coloro che difendevano il diritto e si battevano contro i criminali di guerra e contro l’umanità. Un piccolo passo per lo Stato di polizia, un grande passo per gli schiavisti del Terzo Millennio, così inaugurato

Non solo Berlusconi e Monti.
"Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione” .(Pier Paolo Pasolini). 

La questione è che i fascisti sono un problema solo laddove l'antifascismo reale è morto. E un antifascismo che si sveglia solo quando c'è un raduno di fasci per protestare è un antifascismo dimezzato. Da sempre i fascisti cercano di mimetizzarsi, perchè se affermassero apertamente lo schifo della loro ideologia verrebbero respinti da tutti. Il programma di Sansepolcro era quasi di sinistra, Mussolini si riempiva la bocca ad ogni discorso dell'Italia proletaria vs le plutocrazie, gli stessi nazisti avevano una bandiera che è evidentemente uno scimmiottamento della bandiera rossa, e mettevano persino nel nome la parola socialista. Dal '68 ad oggi non si contano i movimenti rossobruni (nazimaoisti, terza posizione, ecc.ecc.). La differenza qual è tra oggi e ieri? Che ieri chi andava in piazza, a sinistra, non lo faceva perchè era di moda, ma perché ci credeva e quindi sapeva cosa sono i fascisti, e se i nazimaoisti solo si sognavano di accodarsi a un corteo di sinistra prendevano tante di quelle mazzate che gli passava la voglia per sempre. Oggi dov'è la sinistra? Non c'è più, e quindi nessuno esprime solidarietà antimperialista alla Siria, al di fuori della rete, e nel mondo reale alle manifestazioni chi può cacciare i fascisti, che sono la maggioranza? Nessuno. Ma la colpa non è dei fascisti, è dei sedicenti comunisti, che sono peggio dei fascisti, supportando attivamente l'imperialismo della Nato. Sono peggio per lo stesso motivo per cui per il nemico è più prezioso un traditore, che ti pugnala alle spalle, di un suo soldato, che ti sta di fronte, e quindi lo puoi combattere ad armi pari. (Contributo di Amaryllide al mio blog) 

Suffragi. Universali? 
Le elezioni non te le fanno vincere più. Possibile che i risultati elettorali rovesciati nel loro contrario nella più Grande Democrazia del Mondo, in occasione del Bush Primo e del Bush Secondo, non ci abbiano convinto che la sinistra, che sia rossa, rosa, o grigia, non andrà mai più al potere dove il potere sia stato sequestrato dalle élites del pensiero unico e della globalizzazione capital-imperialista? Il campanello d’allarme non è stato suonato a stormo dagli insediamenti farseschi di fantocci del colonialismo come Djndjic in Serbia, il narcoterrorista Thaci in Kosovo, il narcopetroliere Karzai in Afghanistan, il tagliagole islamista Al Maliki in Iraq, l’ultrà islamista Morzi in Egitto, lo spione Jibril a Tripoli? Se non sono delinquenti non li vogliamo. Primo, ce li sentiamo affini, secondo, con tutti quegli scheletri nell’armadio, la catena dei ricatti s’allunga. E i colpi di Stato attuati in Honduras e Paraguay e ripetutamente tentati in Bolivia, Ecuador, Venezuela, non hanno cancellato o provato a cancellare risultati elettorali sgraditi ai signori delle banche, del complesso militar-industriale, e degli integralismi religiosi alleati? Trionfi elettorali resi possibili da uragani di masse in lotta di lunga durata. C’è, a monte, il dominio assoluto di questa associazione a delinquere planetaria sui mezzi d’informazione e sulla produzione „culturale“ che, in partenza, annulla il libero arbitrio e la presa di conoscenza-coscienza delle masse. Bambini resi succubi, ignoranti e immaturi fin dal primo giorno di un sistema scolastico menomato e pervertito in gerarchia aziendal-militare. C’è, a metà strada, la compravendita dei voti, il ricatto del voto utile (sempre al padrone), il clientelismo alimentato dalla miseria indotta ad arte, gli strepitosi premi di maggioranza che riducono le opposizioni a decorazione murale. E ci sono, a valle, i brogli. 
Quanto a noi, nessuno ha mai voluto andare a fondo delle „stranezze“ verificatesi nel 2006, quando Prodi stava a 10 punti di vantaggio il giorno prima e prevalse per un rotto della cuffia, abilmente allestito per una sollecita crisi, e nella notte impenetrabile del viminale i conteggi si bloccarono. Del resto neanche i vincitori defraudati da Bush e da quattro giudici complici sollevarono qualcosa di più di un ciglio. Il sistema Giano bifronte, dei partiti intercambiabili da finto conflitto, dei parenti-serpenti, va salvaguardato. 





sabato 7 luglio 2012

Terrorismo impunito. Un libro.


Postfazione al libro “Il terrorismo impunito”, Zambon editore


Questo libro è utile, prezioso, necessario. Disfa tabù e assegna responsabilità inderogabili. Lacera le nebbie dell’ipocrisia collettiva, frutto di codardia, opportunismo, collusione. Mette sul banco degli imputati, in un maxiprocesso al confronto del quale quelli della mafia sono recite scolastiche, i protagonisti del terrorismo di Stato istituzionalizzato e diffuso nel mondo come paradigma delle nuove dominazioni. Soprattutto, rimettendo in piedi una realtà rovesciata nel suo contrario, codifica la differenza tra la violenza di chi aggredisce a torto e chi si difende a ragione.

Ho da aggiungere qualcosina anch’io che, credo, rientri a pieno titolo nel catalogo di questo terrorismo e della sua orripilante impunità. Andai in Palestina-Israele nel 1967, da inviato in quella guerra. Nell’avanzata di ciò che già allora era uno dei più potenti e protervi eserciti del mondo, forse non ancora tanto nell’efferatezza degli abusi, quanto nello Zeitgeist che andava consolidandosi in quelle sfere. Zeitgeist erede del cinismo verso chiunque contrastasse il legittimo  disegno di conquista sionista, che discendeva direttamente dalle imprese delle bande d’avanguardia, Stern, Irgun, Hagannah, ma che allora non era ancora condiviso, e me ne potei rendere conto tra tanti amici ebrei, da grandi settori della popolazione immigrata. L’impunità è ovviamente il fattore che ne ha promosso la diffusione, fino ad arrivare a quel 92% di cittadini israeliani che condivisero l’ecatombe di “Piombo Fuso” a Gaza.



martedì 3 luglio 2012

MAI CON FASCISTI O PARAFASCISTI, ANCHE SE SI DICONO ANTIMPERIALISTI




Dei compagni mi avevano invitato a una manifestazione per la Siria, con proiezione del mio docufilm "Armageddon sulla via di Damasco", il 14 luglio a Milano, assicurandomi il rifiuto alla partecipazione, oltre tutto organizzata e promossa, di gruppi che ritengo di destra e estrema destra, per quanto si dicano "antimperialisti". Scopro ora che gira un manifesto, dallo stile classicamente fascista, in cui viene menzionata la presenza alla manifestazione mia e del mio film. Non so se per accordo o per abuso sia stato possibile che altri personaggi abbiano potuto mettere il cappello sulla manifestazione. In queste condizioni la mia partecipazione all'evento è categoricamente esclusa.
Grazie alla sciagurata defezione delle sinistre, è stato possibile e tollerato che gruppi minoritari ritenuti di destra ed estrema destra, partecipassero alle manifestazioni per la Siria. Sempre a condizione di assoluta assenza di vessilli, simboli, slogan. In questo caso, Stato e Potenza assume addirittura la paternità pubblica dell'iniziativa, forse anche grazie alla dabbenaggine dei bene intenzionati. Io non ci sto.

A Stato e Potenza.

In allegato il vostro manifesto per l'iniziativa del 14 luglio a Milano.
Sono stato invitato a questa manifestazione da persone, compagni, che condividono la mia posizione politica.
Che non è la vostra.
Non so come sia stato possibile, per abuso o per accordo, che una manifestazione della sinistra antimperialista per la Siria abbia potuto avere il cappello della vostra organizzazione.
Non ne sono stato informato e non condivido l'eventuale decisione di farvi partecipare.
Di conseguenza vi diffido dall'utilizzare il mio nome e il mio film nella promozione dell'evento e in qualsiasi comunicazione.
Nulla vieta che voi manifestiate per la Siria, ma personalmente non accetto la commistione indicata.
Attendo un riscontro che mi comunichi l'immediata rimozione del mio nome e dei miei lavori.
Ovviamente non consento che il mio docufilm "Armageddon sulla via di Damasco", protetto da copy right, 
venga proiettato nell'iniziativa in oggetto, o in qualsiasi altra vostra iniziativa.

Quanto sopra verrà diffuso in rete e ovunque.

Fulvio Grimaldi
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Cari amici, ricevo questo manifesto di Eurasia e Stato e Potenza. Evidentemente questa gente ha messo il cappello su una manifestazione che pensavo organizzata da voi, compagni, senza presenza di fascisti o simili. Non posso partecipare a una manifestazione pubblicizzata in tal modo e con questi personaggi presenti e addirittura protagonisti. Perciò vi prego di cancellare la mia partecipazione e, soprattutto, diffidare gli autori del manifesto dall'inserire il mio nome e il mio film. Ne va della mia credibilità tra decine di migliaia di persone e quindi del mio lavoro a favore della causa siriana e di tutte le cause antimperialiste.

Fulvio

domenica 1 luglio 2012

TERTIUM NON DATUR. Neanche per l'Irlanda, l'Europa, tutto.

Il modo più sicuro per corrompere un giovane è quello di insegnargli che vanno stimati di più coloro che la pensano allo stesso modo, che quelli che la pensano diversamente. (Friedrich Nietzsche)

Coloro che chiudono gli occhi sulla realtà non fanno che sollecitare la propria distruzione. Chiunque insista a rimanere in uno stato di innocenza, quando l'innocenza è morta da tempo, si trasforma in mostro. (James Baldwin, scrittore, saggista, critico sociale)

La parte terribile, fredda, crudele è Wall Street. Fiumi d'oro la collegano con tutta la Terra e la morte li accompagna. Lì, come in nessun altro posto, senti una totale assenza dello spirito: mandrie di uomini che non sanno contare oltre tre, altre mandrie che non ce la fanno oltre sei, disprezzo per la scienza pura e rispetto demoniacale per il presente. La cosa terribile è che le folle che riempiono la via credono che il mondo sarà sempre lo stesso e che è loro dovere far funzionare l'enorme macchina, giorno e notte, per sempre. (Federico Garcia Lorca)



Muore il mondo La celebre tartaruga gigante delle Galapagos è morta. Era famosa perché ultima della sua specie. Oggi entra nello sterminato necrologio per l’estinzione di quel terzo delle specie che, dopo un paio di secoli dovuti al rispetto per Darwin, abbiamo saputo togliere di mezzo, insieme al loro (indispensabile a noi) habitat. I creazionisti, che collocano un vecchio barbuto iroso in mezzo all’universo di miliardi di galassie, buchi neri, pulsar e Avatar, ne attribuiranno la scomparsa alla saggezza distributrice di questa replica del Vitello d’oro. Barbuto trifronte che, oltre tutto, con i suoi impasti è arrivato in ritardo (22/9/3760 a.C., secondo l’ebraismo rabbinico), quando da centinaia di migliaia di anni sulla Terra scorrazzavano uomini e ominidi discesi da un corto circuito cellulare. Alcuni, come Monti, ne sono l’esito patologico.