giovedì 25 febbraio 2021

Videointervista di “comedonchisciotte” a “Mondocane” --- COVID, DRAGHI, 5 STELLE: IN QUARTA, QUINTA, SESTA, SUL TRABICCOLO CONTROMANO


https://youtu.be/3vfayJiYcCw 

https://comedonchisciotte.org/sancho4-fulvio HYPERLINK "https://comedonchisciotte.org/sancho4-fulvio-grimaldi-operazione-covid-il-piano-di-cancellazione-dellumano/" 

Un anno di Covid, un anno di guerra all'umano.

Il commento di comedonchisciotte

Puntata speciale, a un anno dallo scoppio della pandemia – così si scrive, ma si legge “dall’inizio dell’Operazione Covid”. In questa puntata densissima di contenuti e di significati, Fulvio Grimaldi fa parlare i dati, le cifre, gli scenari di questo primo anno di pandemia e ne dà una lettura spietata: il disastro pianificato dalle élites globaliste non è solo economico, ma umanitario. La “distruzione creativa” ha azzerato soprattutto il piano delle necessità immateriali, quelle che nutrono lo spirito e si fondano sulla socialità. Arte e sport e tutte le altre pratiche che esprimono la vitalità e lo spirito dell’uomo, non avranno posto nel Mondo Nuovo che questa guerra dei pochi contro i molti, dei capitali contro le vite, vuol creare.

Seguono approfondimenti su:

– Varianti e Vaccini: l’accoppiata mortale

– Greenwashing e legami con la mafia: la vera natura del governo Draghi

– Come Grillo ha sfruttato e distrutto il M5S

– La battaglia di Alex Schwazer continua

Conduce Massimo Cascone, produzione Bagony Snikett


Il commento mio

 


Il trabiccolo targato “governo” che, in una precedente intervista di “comedonchisciotte”, ho paragonato al carretto di Pinocchio trascinato da somari e guidato dall’Omino di burro bancariota, con a bordo tutto il misciume di speranzosi di paese dei balocchi, è dagli anni ’90 che procede contromano, facendo una serie di frontali e di testacoda. Fa un mucchio di vittime e tanti disastri, ma si rattoppa e procede. Mentre il paese dei balocchi si rivela, come suole nell'era digitale, un illusorio fenomeno virtuale, il trabiccolo si ritrova ad attraversare lande inusitate. Alle briglia omini di burro che si danno il cambio, il carro passa da terre semi-aride ad aride, a semidesertificate, a deserto pieno, privo di ogni forma di vita. Sempre avanti, verso la meta dei balocchi. Via via, scompaiono le oasi. Prima quella chiamata "Vacanza", poi la "Viaggi", la "Natale", la "Capodanno" e, ora, anche la "Pasqua".

Benvenuta Madame Variante

Variante inglese

Per invogliarci a procedere su un terreno tanto avverso, ci voleva qualcosa di ancora più avverso. I moltissimi e paurosi effetti associati a tale aggettivo nel caso dei vaccini, non sono bastati. Ora ce ne assicura la moltiplicazione il vaccino della Johnson & Johnson, perla di Big Pharma pregiatissima, anche per i massicci effetti penali realizzati, visto che curava i corpicini dei nostri bimbetti con talco mescolato a benefico amianto. Poca roba, comunque, al confronto della concorrente Pfizer, dal vaccino arrivato mezz'anno prima, grazie al salto delle prove, e proiettato al primo posto dalla forza di una delle più ricche e lunghe fedine penali dell'universo mondo (vedi Wikipedia).



Variante sudafricana

E non finisce qui. Alle variante di vaccini si sono accoppiate le varianti del Covid, quale ingrlese, quale brasiliana, quale sudafricana, quali le 240 (bum!) indiane. Il terrore che languiva e che si stava dissipando tra i malandrini degli incontri e degli spostamenti abbisognava, per rivivere ed espandersi, di varianti. Ora, tutti sappiamo da secoli che i virus, specialmente quello dell'influenza, oggi detto Covid 19, produce varianti a gogò. Epperò codeste sono sempre state affrontate dallo stesso vaccino (per un po' l'ho preso anch'io e mi sono preso le bronchiti, poi non più e niente più bronchiti) e non è successa nessuna apocalisse di restrizioni e sterminii economico-social-sanitari. Bravo gonzo! Costì mica siamo nei tempi dell'influenza! Costui, o grullo, l'è il Covid! Vai, pedalare!

  Variante brasiliana

Dal binario 21 al carro dell'Omino di burro

Da noi siamo fortunati. Abbiamo la famosa "semplificazione" dello Stato in azienda, anzi in consorzio di aziende, con tanto di good company e di bad company. La seconda essendo un paese dei balocchi virtuale, tutto fregature, ma che poi produce asini reali, destinati al mercato. Dove li si vende per fargli girare la macina, o rompersi le zampe nel Circo. Un po' come il paese dei balocchi ventilato ai migranti dalle ONG e che, poi, diventa il mercato dei raccoglitori di pomodori. 

La Good Company, da Draghi attraverso Ciampi, Prodi, D'ìAlema a Renzi e Conte, è lo Stato Azienda. A tener conto dei vari interessi, interni ed esterni, anche Stato Consorzio.  Nel Consiglio d'Amministrazione del Consorzio, ci sono i consiglieri: l'Homo Forbicus, Cottarelli, l'Homo Amanuensis (Giavazzi, lo "scriptwriter" per le lettere e i  programmi del direttore generale, Draghi), l'Homo Cementensis (Ramazzolo, responsabile Ambiente di Confindustria, ora capoufficio legislativo alla Transizione ecologica. Non ci sono parole). 

Di partenza in partenza


 

Non ci manca davvero la memoria del "Binario 21", dal quale si partiva per pessima destinazione. Siamo di nuovo a una partenza di cui non ci fanno sapere e capire il Gran Finale. Mi perdonino coloro che s'indignano per ogni paragone con l'ineguagliabile. Il finale, stavolta, riguarda proprio tutti. 

Come ci è noto da Collodi, l'Omino di burro conduce il tiro asinino per il morso del capofila. Ma colui che determina l'andamento e la direzione dei poveri animali è il cocchiere che sta a cassetta: "A cassetta stà il cocchier, né ci perde d’occhio, guarda dentro il cocchio poi sorride e chiude un occhio....

 


E' "l'homo biotecnologicus cingolatus" che tira le briglie, con suoi due paggi assistenti sui predellini posteriori, l'homo elettromagneticus e l'homo pecuniarius. Nella stentata metafora, avrete riconosciuto i ministri Cingolani, Colao e Franco. Da destinatari di quasi l'80% del malloppone europeo sono gli incaricati del governo vero, post-balocchi, che ci farà completare il viaggio, oltre le estreme oasi e fino alla destinazione del mondo perfetto, transumano, tutto onde, cavi, schermi e niente corpi. Ma con una montagna di cambiali imprescrittibili. Ha pensato a ricordercelo la successora di Draghi alla BCE (che fortuna! E' una donna!): "Non illudetevi che i debiti vi siano mai rimessi!"

 



Comunque, prima di morire essicati sulla duna dove l'unico filo verde è quello spinato, in cima alla quale, in un'aureola di luce, ci compariranno, sorridendo e strizzando l'occhio come il cocchiere del carro, il capocomico, Bill Gates e, tenuto per mano, il suo ragazzo di bottega, Speranza. Proviamo perlomeno a morire come in Spagna, dove non si dice "è morto", condizione fissa e definitiva, ma "esta muerto", vale a dire morto al momento, mica per sempre, solo una transizione. Alla faccia di quella tua "ecologica", caro Superministro Roberrto Cingolani. E di chi t'è strammuort.

 



Domandina da orali alla Maturità (chi mai sa più scrivere): "Ma il Movimento 5 Stelle, maggioranza in parlamento, che fa?" Fa, fa. Chi di quà, sul damascato, chi di là, sullo strapuntino, chi oltre, in strada. Magari costoro si unissero e si muovessero, potrebbe ancora cambiar qualcosa. 

"Chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza"


martedì 23 febbraio 2021

Draghi: Atlantismo, Europeismo, Nato, pandemia, bio-tecno-totalitarismo e blà-blà-blà --- VIDEOFORUM DI VOX ITALIA TV: LA TIGRE E' DI CARTA

https://youtu.be/sPl1avzQLxw   



Forum di Vox Italia Tv  su Mario Draghi, nostro premier e Grande Visir alla Corte Imperiale. Chi è, chi non è, gnomo o gigante, il suo detto e soprattutto il NON detto. Partecipano il sottoscritto, Arnaldo Vitangeli, blogger "La Finanza sul Web"e Piergiorgio Gawronski, economista., intervistati da Francesco Toscano.

https://youtu.be/sPl1avzQLxw    

Mercoledì sera, sul sito di "comedonchisciotte", troverete una mia intervista che  diffonderò il giorno dopo sulla lista. Si occupa di una parte degli immensi danni materiali, fisici, morali e psicologici che l'operazione Coronavirus ha inflitto alla nostra vita, economia, salute, in alcune delle sue espressioni più gravi e più occultate. Poi le novità, apparenti e vere, che comporta l'apparizione del nuovo governo e la fenomenologia "Grillo contro Cinque Stelle"

Manlio Dinucci e le scelte possibili

Il giornalista e analista menzionato in questo titoletto è persona di grande competenza nella divulgazione politica, soprattutto delle mene militari dell'imperialismo. Il suo eccellente lavoro appare su numerosi canali, anche internazionali, dell'informazione "altra". Io, che di Dinucci sono amico, mi sono sempre chiesto perchè non abbia scrupoli a pubblicare le sue analisi e denunce, in una minuta e seminascosta rubrichetta settimanale, anche su "il manifesto". Si tratta del manifestissimo diffusore, pur nel suo piccolo, delle linee reazionarie dell'imperialismo su guerre, narrazioni diffamatrici di governi sgraditi all'atlantosionismo, manipolazione e traffico di migranti, ossessione gender, russofobia grottesca, avallo e  promozione di false flag, fake news e fake progressisti , tipo ONG, Greta, Sardine. Oggi, poi, particolarmente accanito nella sussunzione del delirio repressivo, anticostituzionale, conseguente alla narrazione padronale del "Covid 19.

 


Mi sono chiesto se fornire questa fogliolina di fico alla manovra mistificatoria del giornale che viola e offende, parola per parola, la sua abusiva testatina "Quotidiano comunista", potesse davvero dare un contributo all'informazione libera. Se una firma ostinata e contraria, mescolata alle tante del conformismo globalista imposto dai peggio dei peggio, potesse essere di qualche efficacia e dignità. E mi sono risposto: NO. Pensiamo ai furbastri 5Stelle che pensano di "condizionare dall'interno" la più impresentabile ammucchiata di paggi e vallette che abbia mai  imbrattato stanze istituzionali.

Meno male che ci siete voi

Scrivo questo perchè sono grato a siti di informazione onesta e coraggiosa, controcorrente e pesantemente ostacolata, perseguitata e negata, che ho la fortuna e l'onore di frequentare e di condividerne la coraggiosa e non agevole coerenza. Questo, in un momento in cui lo scontro di classe, oggi tra élite e popoli, come raccontato dall'informazione di servizio globalista e turbocapitalista, ha eliminato gran parte della resistenza umana possibile e mette a rischio l'integrità dei corpi e la coscienza delle menti di chi non si è fatto travolgere dalla menzogna e dalla paura da quella instillata.


E questo discorso vale, sia per coloro che esprimono una linea critica e contraria promuovendo la dialettica tra opinioni diverse, in prima linea di coloro cui l'ufficialità nega la voce, sia per gli organi social riservati   agli esclusi dalla comunicazione. Parlo di Byoblu, Come don Chisciotte, Vox Italia TV, Radio Gamma, contro.tv, e molti altri.

Tigri - e draghi - di carta


Da questi video vorrei trarre un punto specifico riguardante il nuovo "uomo solo" al comando. Quando Mao, il liberatore della Cina dal colonial-imperial-capitalismo, provò a incitare il suo popolo alla rivoluzione tratteggiando il nemico come una "tigre di carta", sbagliava? Nell'immediato, forse. Lo ha dimostrato l'ininterrotta avanzata di quella tigre, per quanto sempre più  cancerosa e butterata, però solo coontro i piccoli e i deboli, seppure a scapito delle rivoluzioni, più o meno realizzate, in casa e nel mondo. Nel medio e lungo termine, forse no. Visto che tre quarti di secolo, al di là del clamore delle armi e della propaganda, non sono bastati alla autoproclamata "comunità internazionale" - il 17 % dell'umanità - a mettere gli artigli sul resto del mondo. Anzi diversi di questi artigli le sono state mozzati.

Ora la narrazione dei mandanti, mandati e mandatari della Cupola bio-tecno-fascista, torna a presentarsi come processo ineluttabile, senza alternativa, tipo avvento del redentore. E di presunti tigrotti ne semina ovunque. A noi è toccato Mario Draghi e tutti si sono impressionati a constatarne le banco-vittorie conseguite e a udirne il ruggito al Senato e alla Camera. Di Mao non ce n'è purtroppo più. Ma il solito bambino anderseniano, sfuggito all'imbambolamento da cellulare, vista e ascoltata la tigre, ha esclamato "Ma è di carta!"

E aveva ragione, più di Mao. Dato che, a udire bene, il ruggito non era che un raglio e la tigre non era che un ologramma proiettato dal padrone e dai suoi servi sui muri delle pubbliche piazze e sulle pareti delle istituzioni. I crimini contro l'economia, il patrimonio e il benessere degli italiani, prima, e poi dell'Europa, culminati con l'assassinio della Grecia, resa mendicante e privata perfino del pane, li ha potuti compiere solo perchè inflitti a complici e poveretti ignari e ciechi. Il compito assegnatogli di rubare ogni cosa agli italiani gli fu assegnato, sul panfilo massonico-reale "Britannia", da Soros e predatori internazionali d'alto bordo che gli hanno detto cosa fare. Lo stesso vale per la piattezza e banalità del discorso di presentazione in Parlamento, nel quale gli unici fendenti li aveva scritti l'economista bocconiano Giavazzi, copiati indecorosamente, parola per parola, da un articolo dell'anno scorso. Il taumaturgo che copia! E da chi poi! Basta un Giavazzi qualunque, quello che al Tesoro, negli anni '90, gli insegnava l'economia dello squalo atlantico, perchè il gigante sia gigante solo perchè gli altri sono gnomi.

 


Restando nella metafora degli animali (chiedo perdono: sono tutti più bravi di Draghi), l'uomo che a molti sembra un alligatore, non è che un iguana rivestito di scaglie di coccodrillo. Se ha saputo dare gravi morsi ai tanti, è perchè le mascelle gliele muovevano i fili dei burattinai. Se l'è sempre presa, aiutato da sicari succubi, con i deboli e i manipolabili, bella forza! La sua lettera mosaica del 2011, che dettava al governo italiano come saccheggiare l'Italia e spogliare gli italiani, gli fu scritta da un suo maestro di nome Daniele Franco, che aveva le idee che a Draghi scarseggiavano. La forza nucleare del suo governo consiste in personaggi che sanno l'affar loro nei ministeri che contano, per marciare sulla via del Great Reset. Il resto è mafia, o suoi derivati. Tradizionale onorata società nella gestione comune del business nazionale. Bella forza!

 


Del resto, come può non essere di carta una tigre che in tutto il suo aggirarsi per la savana dei consigli d'amministrazione bancari, di esseri umani non ha la più pallida idea, non avendone mai incontrato uno. Ed essendosi spogliato, di salotto in salotto, di caveau in caveau, della propria, di umanità per diventare rettile e fingersi alligatore.

E pure la carta della tigre è sbrindellata. Tigre in virtù del fatto che così la vedono le bertucce quando, agghindato della pelle messagli addosso da Goldman Sachs, cerca di impressionarle. Draghi ricorda un certo Biden. Quello, in un suo comizio elettorale con parole come coriandoli, ha detto che, entro la sua ultima parola, sarebbero morti di Covid 200 milioni di americani. Questo, ripetendo la lezione del suggeritore bocconiano, quando, per un attimo, ha voluto aggiungervi un qualcosina di suo, ha trasformato in due milioni i 2000 ricoverati in terapia intensiva. Uno scivolone, d'accordo, che può capitare a chiunque. Specialmente a chi invecchia male. 


 


sabato 20 febbraio 2021

Un monoblocco mediatico-giuridico-geopolitico che fugge il confronto --- CHI ERA E COSA FACEVA GIULIO REGENI --- Una storia di occultamenti e tanti complici


https://youtu.be/rHg47241Q-I  Mia intervista di Byoblu su Giulio Regeni 


Manifestazione di Amnesty International: Regeni "prigoniero di coscienza", ma non Julian Assange, Nelson Mandela, o Chelsea Manning. Basterebbe questo.

In tre occasioni di un'unica strategia, la stampa italiana ha esibito l'eccellenza deontologica e pluralistica della sua informazione. Ricchezza di notizie e varietà di analisi che, di conseguenza, retribuiamo molto soddisfatti all'edicola, con l'abbonamento RAI e con il sovraprezzo sui nostri consumi che comporta la pubblicità nei media (perfino quella, che ci fa un po' vomitare, affidata a bimbetti resi mercenari delle marche e prostituiti dai genitori) .

Si tratta della valutazione mediatica, tanto diversificata che più variegata non si può di vari temi, ampiamente dibattuti. A partire dall'uomo Mario Draghi (banchiere, bancarellaro dei nostri beni pubblici, affossatore della Grecia, ma qui salvatore della patria); a seguire, nella pluralità dialettica delle opinioni, con la pandemia, che ha visto l'amichevole e chiarificatore confronto tra pro e contro; e a finire con l'approccio, davvero aperto e democratico, alle varie ipotesi che correttamente si possono avanzare sulla morte di Giulio Regeni. Confronto tra varie e opposte analisi che, oltre ai media, ha visto anche coinvolta una varietà multicolore di mondo politico, civile e delle pubbliche amministrazioni. Su Regeni sappiamo poco di cosa stesse facendo al Cairo, ma tutto sul ritrovamento in pieno giorno e piena strada, torturato e assassinato dal più stupido e autolesionista dei servizi di sicurezza del mondo.


A edicole e reti unificate


Dalla ricchezza e varietà di interpretazioni che hanno accompagnato, ormai da cinque anni, la complessa vicenda Regeni e il ruolo dell'Egitto e del suo governo, non si potrebbe pensare che si tratti di un nodo dello stesso filo multicolore in cui a valutazioni, anche opposte, sia consentita ampia cittadinanza? Invece: Regeni, giovane ricercatore dagli ottimi sentimenti, lo ha ammazzato e fatto torturare il dittatore Al Sisi. Punto e basta, zitti e mosca. Ma pure nella sua particolarità, esso fa parte di una strategia unica che allo stesso obiettivo è mirata: estrarre dal confronto una verità consolidata. Ho provato a dare un mio modesto contributo, con ripetute analisi dei fatti, retro-fatti e post-fatti, alcuni dei quali sfuggiti alla pur meticolosa e coscienziosa ricerca degli altri media. 

La risonanza di queste rivelazioni è stata enorme e diffusa, tanto che non ha meritato considerazione, o replica, da zero organi d'informazione (che qualche malevolo definisce "di propaganda"). E nemmeno dal presidente della Camera, Roberto Fico, quando gli ho indirizzato una lettera aperta in relazione alla da lui decisa rottura della Camera da lui presieduta con la Camera dei deputati egiziana. Una cosa che ha sconvolto un centinaio di milioni di egiziani. Ne ho parlato in una trasmissione degli ottimi informatori di "comedonchisciotte" e, ora, in questa intervista di Michele Crudelini di Byoblu. A questa aggiungo qualche riflessione conclusiva. Quanto al confronto chiesto a vari contradditori, hanno avuto lo stesso riscontro che viene riserevato dai virologi Galli, Ricciardi, Pregliasco, Crisanti ai medici e scienziati di rango assai più prestigioso di loro, ma, ahinoi, negazionisti.

 


L'ambiguità" è il pregio dei giornalisti intelligenti, che sanno mantenersi in equilibrio e sopra, o sotto, le parti. Una virtù nella quale eccelle il mediorientalista di lunga data Alberto Negri (già "la Stampa", ora "il manifesto"). L'ho incrociato alcune volte nel mondo arabo. Avrebbe dovuto dialogare con me in confronti pubblici, ma si è ritirato poche ore prima. Coraggioso, come tutti quelli con qualche dubbio sulle cose che dicono. Specie se messi a confronto con minus habentes, indegni di considerazione, che magari hanno alle spalle soltanto la BBC, la RAI, una decina di testate internazionali e nazionali. 

Ambiguità. dolce chimera sei tu

Nel giorno successivo alla mia intervista su Regeni, ha però fatto uno strappo: mi ha replicato indirettamente, rimproverando Draghi per non aver messo al centro delle sue presentazioni in parlamento, Regeni e il "crimine contro l'umanità del dittatore Al Sisi". Così s'è fatto scappare tra le righe, sia il collega Julian Assange, che Regno Unito e USA cercano di far morire da dieci anni in clausura, sia la decina di indizi che fanno la prova che Giulio Regeni, da quando cosciente, è stato un fedele apprendista e collaboratore di entità e ambienti delle varie intelligence occidentali. Antiamericano di provata fede, quando si tratta dei loro scagnozzi sauditi, lo parrebbe molto meno quando spende invettive, lacrime e articolesse a esaltazione dei curdi, scagnozzi degli USA e predatori di terre e popolazioni siriane.

Cosa hanno in comune le richieste di lockdown di un prof. Massimo Galli (il virologo dalla testa dondolante, ma mai per dubbi), le minacce di tale Erasmo Palazzolo, presidente di una del tutto onanistica "Commissione Parlamentare sul caso Regeni", o  ancora i bravi giornalisti investigatori con pista prescritta, come il caro Alberto Negri? E' che il primo coglie l'attimo della proliferazione di varianti micidiali per porre in atto la strategia annunciata dal premier Draghi su un rafforzamento delle politiche pro e anti virus di OMS-Bill Gates-Davos. E il secondo e il terzo colgono lo stesso attimo per votarsi al neo-Leviatano Draghi, sicuro prosecutore dell'intento commissariale di Palazzolo, come dell'intento geopolitico di Negri. Un intento inteso a togliere di mezzo "il dittatore" Al Sisi (condividendo tale obiettivo con i terroristi ISIS che imperversano contro i civili da Luxor al Sinai). Resta una domanda: eliminare Al Sisi perchè "assassino di Regeni", o non piuttosto eliminare l'Egitto, perchè liberatosi della quinta colonna della Fratellanza Musulmana, è anticolonialista anche in Libia e padrone, con l'ENI, del più grande giacimento di gas del Mediterraneo? Fatevi la domanda e datevi una risposta.

 


Vogliamo provarci?


giovedì 18 febbraio 2021

"Come Don Chisciotte": intervista sull'Operazione Migranti, le"dittature", i "diritti umani" e la ciccia e la fuffa nel regime ---- Italia commissariata: da immunizzare al Covid, o alla politica? ---- IL MONDO NUOVO: FUORI GHEDDAFI, DENTRO DRAGHI


https://comedonchisciotte.org/sancho-3-fulvio-grimaldi-migranti-retorica-dellaccoglienza-pratica-della-schiavitu/ 

10 anni dall'uccisione della Libia e di Gheddafi

Alla chiacchierata su migranti, motivi  e obiettivi, aggiungo qualche riflessione su Gheddafi e sul perchè, ai suoi tempi, nessun "povero libico perseguitato" (e pochi altri) fosse mai fuggito a Lampedusa, mentre gli studenti libici studiavano gratis in mezzo mondo. L'11 febbraio 2011, a Bengasi, con l'assalto armato dei soliti mercenari jihadisti di USA e Nato a caserme e stazioni di polizia, iniziò l'ennesima, cosiddetta "primavera araba", stavolta contro il popolo libico e la sua sovranità. Terminò, dopo otto mesi di resistenza, guidata fino alla sua morte da Muammar Gheddafi, padre dell'indipendenza libica, con la totale frantumazione del paese più prospero dell'Africa e del mondo arabo.

  


 
C'è sorriso e sorriso

Alligatori e lucertole

Sotto la tunica, il Messia  non è che un altro cravattato, alla Ciampi, Dini, Amato, Prodi. Dirige un governo Rothschild, fatto da un nucleo di sicari della monarchizzazione globale, con un contorno di nullità innocue (PD-6Stelle) a fingere politica. Non è l'illusoria "tigre di carta" del grande Mao e se Draghi è considerato un alligatore, è solo perchè si è circondato di lucertoline e anfibi minori. Magari ora sta all'ultimo gradino prima del Colle (sempre che Mattarella gli ceda il posto), ma da Francoforte a Roma è stata una bella discesa. In banca al suo orecchio sussurravano la massoneria reale britannica e poi la Cupola tecno-bio-finanziaria, il cui spicchio italico è chiamato  a rafforzare con i famosi quattro o cinque pilastri tecnici. Ma ora è anche tenuto ad ascoltare le lobby. Quelle sempiterne dei mercatini domestici: Confindustria, sottobosco speculativo cattolico, grandoperisti e, nei punti di minore visibilità (gabinetti, consulenze, servizi, segretariati), mariuoli, maneggioni e spioni, garanti degli storici rapporti sottocoperta. 

Date queste basi, è chiaro che la Fiducia gli viene data sulla fiducia. Senza che abbia mai detto un'acca sul programma, i topini ciechi corrono ad assaggiare il formaggio. Si sa che ciò che conta, nella scelta dei banco-tecnocrati (Ciampi, Dini, Monti, Draghi) imposti dall'apposita "crisi", è  indebolire la democrazia attraverso l'annichilimento del parlamento e l'obsolescenza del voto. Sarà più facile così distribuire a chi conviene, subito, le grandi risorse UE in arrivo e, nel medio termine, grazie ai debiti che graveranno su ogni velleità, arrivare al Nuovo Orfdine Mondiale. 

L'ecotecnocrate del Green

La pietra angolare del nostro spicchio di Cupola si chiama Cingolani Roberto. Coerentemente coi suoi trascorsi tecnocratici e robotici, viene spedito a quel "Superministero della Transizione Ecologico-energetica" con cui Grillo ha chiesto di spegnere la stella "Ambiente" delle Cinque originarie. Il supertecnocrate del Superministero era il capo dell'Istituto Italiano di Tecnologia e del renzissimo Human Technopole, da erigere sulle ceneri della Fiera di Milano. Riceveva dallo Stato 100 e poi 150 milioni all'anno, da destinare alla ricerca, di cui, però, per la grande ira della senatrice a vita Elena Cattaneo, biologa, ben 450 milioni sono finiti nella tranquillità delle banche, a produrre interessi. L'ideale per un superministro del superministero dell'ambiente.

Mettere il nostro nuovo premier, non eletto, in capo a un parlamento onnicomprensivo e in fregola di sudditanza, ove chiunque obietti è messo all'indice, o alla colonna infame, signfica che siamo entrati, col vento dei partiti in poppa, nell'era del totalitarismo. Come ci si copre il culo?  Dando la caccia a fascismi fantasma. Porre un salvatore della patria così a confronto con uno come Muammar Gheddafi, gli conferisce la vera statura, diciamo, umana. Che c'entra? C'entra con la parte dell'intervista di "comedonchisciotte" in cui ci si occupa di migrazioni "provocate da persecuzioni e dittature".

C'era una volta uno Stato fondato sulle assemblee del popolo, con due milioni di immigrati e senza un emigrato


Muammar Gheddafi, giovane ufficiale ispirato dalla rivoluzione panaraba di Gamal Abdel Nasseri in Egitto, nel 1979 rovescia il potere coloniale britannico del fantoccio reale Idris. Esprimendo la volontà di riscatto del panarabismo arabo, laica e socialista, a spese della quinta colonna dei Fratelli Musulmani al rifuto del modello capitalista occidentale unisce l'impegno per l'indipendenza e l'autodeterminazione. Organizza la società sulla base della democrazia diretta, come formulata dalla "Terza Teoria" nel suo "Libro Verde".  Senza rivestire cariche formali, rimane padre della patria e leader idologico e morale fino al giorno del suo assassinio, ordinato dagli USA e, nello specifico da Hillary Clinton, che ne affida l'orrendo linciaggio a sicari jihadisti e sudamericani. I proventi del petrolio, gestiti  a favore della popolazione, assicurano ai libici, ridotti alla miseria e al sottosviluppo dai colonialisti italiani e britannici, un benesserre economico e un'uguaglianza sociale senza confronti nella regione e anche in molti paesi industrializzati.

Ancora oggi, i governi e i media, memori di un esempio di nazione che, unita alla sua guida, ha sconfitto la Quinta Colonna coloniale dei Fratelli Musulmani, si accanniscono sul liberatore della Libia.  Serve anche come foglia di fico sui crimini che hanno fatto letteralmente a pezzi un popolo civile e prospero. Persistono a rappresentare Gheddafi nelle forme diffamatortie più grottesche: dittatore sanguinario, torturatore, lussurioso e arraffatore di ricchezze, affamatore del popolo, cui avrebbe negato diritti, salute, istruzione. Un esempio di questi giorni, particolarmente ributtante, degno del giornalismo all'italiana, ha imbrattato due pagine del " Fatto quotidiano", quotidiano affetto da patologico suprematismo atlantista.

Un cattivo esempio da obliterare


 
La Libia libera di Gheddafi, al quale nessuna delle accuse diffamanti è applicabile, ha perfino saputo neutralizzare, accanto ai ripetuti bombardamenti angloamericani dagli anni '80, il tentativo britannico di giustificare un'aggressione grazie all'episodio di Lockerbie. Un Boeing Pan-Am venne abbattuto sopra Lockerbie in Scozia. Della evidente False Flag venne attribuito la colpa a due cittadini libici, presunti mandatari di Gheddafi. I successivi processi terminarono, dopo anni di propaganda, con l'assoluzione ordinata da un giudice britannico, che definì inchiesta e accuse "un'aberrazione giudiziaria".

Gheddafi, realizzando "l'ottava meraviglia del mondo" con  la rete di acquedotti da un mare fossile sotterraneo, assicurò, unico in Africa, acqua potabile a tutti i suoi cittadini e agricoltori. Riunì in nazione moderna e stabile, con la piena emancipazione delle donne (ora schiacciate dalla sharìa della Fratellanza),.le varie componenti tribali del paese, garantì sanità e istruzione di ogni grado gratuite e benessere attraverso la distribuzione diretta alle famiglie della ricchezza patrolifera. Ogni famiglia era dotata di casa, lavoro, vettura, ogni coppia veniva dotata, al momento del matrimonio, di un sussidio idoneo ad avviare la propria vita famigliare. 

Neocolonialismo contro un'Africa unita


Insopportabile per i progetti di recupero colonialista delle grandi potenze, era soprattutto la politica di unità continentale proposta e in parte realizzata da Gheddafi per l'Africa. Una Banca comune degli Investimenti, una valuta unica che la sottraesse al ricatto del dollaro, strutture economiche e sociali integrate. Come poteva, nel mondo dei draghi e di altre figure mostruose, essere lasciato sopravvivere una simile Libia, un tale leader? A distruggerli furono messi in campo i soliti tagliateste dell'Islam mercenario dell'Occidente."Il Fatto Quotidiano", preceduti dalla "comunista" Rossana Rossanda, nobilitarono in "rivoluzionari", il terroristi oscurantisti e sanguinari assoldati dall'imperialismo.

 


 Di fronte ai 10 anni trascorsi dall'uccisione di Gheddafi e della sua Libia, le oscenità giornalistiche, con le quali si ammette ipocriticamente lo scempio compiuto dai propri sponsor, si perpetuano nel presente. Stavolta, a sostegno di un Quisling, Fratello Musulmano golpista, a Tripoli, che garantisca il ruolo disgregatore delle bande terroriste jihadiste e, con il campione Nato neottomano Erdogan, il blocco all'unica liberazione possibile. Quella del generale Haftar e delle tribù che lo sostengono insieme all'Egitto e alla Russia.

Hillary Clinton, che si sganasciò in Tv all'apprendere del linciaggio di Gheddafi, e la fu Rossana Rossanda, che all'americana fornì la ragione politico-morale per tale giubilo, gioieranno, nei rispettivi luoghi di abominio, del fatto che i poteri responsabili della sorte della Libia si siano oggi presi direttamente cura della dirimpettaia Italia. 

"Il manifesto" celebra le sue due sante patrone. 


E, per tirarci un po' su:

https://youtu.be/niGWmNEX3U4  Dopo una settimana di  manifestazioni e scontri nelle maggiori città olandesi, il Tribunale dell'Aja cancella come ingiustificato le misure restrittive del governo. La lotta vince.




lunedì 15 febbraio 2021

VIDEOINTERVISTA DI VOX ITALIA TV -------- Quando i draghi fecondano i grilli, viene fuori IL DRAGRILLO ---- Un Congresso di Vienna (1815) al digitale (e, per le femministe , come l'on.Boldrini, il ricordo di una grande donna irachena)

 Il Dragrillo

https://youtu.be/8MvGbj4I2YE  

Video forum di Francesco Toscano (Vox Italia TV), sul M5S dal tempo del Vaffa al tempo del “Draghi grillino” con il sottoscritto, Massimo Mazzucco, (contro.tv) e Guido Salerno Aletta (Italia Finanza)


All'intervista vorrei aggiungere una breve considerazione sui cambi di casacca e di indirizzo che hanno visto, magicamente, la gran parte del Movimento Cinque Stelle e tutta la Lega trasformarsi nel proprio contrario. Anzi, il parallelo va fatto con la metamorfosi vera e proprio subita da Gregor Samsa, il protagonista del racconto di Kafka, che, via via, si muta in scarafaggio.

Non erano, nelle temperie del turbine europeista, globalizzatore, neoliberista e finanzcapitalista a propulsione nucleare, sia i pentastellati che i leghisti l'alternativa contro la sopraffazione transnazionale delle banche, dei "Poteri forti"? Non erano stati il ceto medio con le sue articolazioni economiche e sociali, le piccole e medie imprese, l'artigianato, la vera patria da difendere, insieme alla sovranità, la tradizione, il tessuto socioculturale? E la Lega non aveva imposto i suoi valori, prima attraverso il pestaggio dei meridionali e di quelli ancora più meridionali e i sogni di secessione lombardoveneta e, poi, con noncurante paradosso, con l'Italia-nazione dalle frontiere salde e dall'antieuropeismo palpitante? 

Arriva Drago de'Draghi e subito appaiono, evocati miracolosamente dal taumaturgo, il Dragrillo e il salvinifico Dragogiussani che spara fiele dalla bocca e si dichiara europeo più di Carlo Magno. Delle medie e piccole imprese non restano che le ceneri, ultime quelle regalate da queste due magiche creature all'economia globalizzata: le cinque regioni di montagna che devono metà della loro vita alla neve e a chi la pratica. Con la coppia Speranza-Ricciardi, noblesse pandemica oblige. L'economicidio globale di queste cianfrusaglie polverose, dell'era giurassica analogica e poco smart, val bene una messa. Tanto più che la celebra qualcuno più vicino al papa di chiunque altro.

Iraq. Una donna in difesa delle "dittature" e della vita

 


Ouda Ammash, mambro el Consiglio della Rivoluzione, scienziata (la trovate nei miei documentari)

Ritorno un attimo sulla persona che, con una certa commozione, ho ricordato nell'intervista parlando delle migrazioni che, secondo la vulgata dei trafficanti di carne umana, sarebbero determinate, tra le altre cause (tutte determinate dall'Occidente colonialista) dalle "dittature" che, con le loro nequizie, produrebbero rifugiati. Profughi "politici" che fuggirebbero da persecuzioni, torture, razzismo, carceri, uccisioni. Pratiche che giustificherebbero, prima, le guerre d'aggressione e, poi, l'accoglienza dei fuggiaschi. Tutte pratiche, peraltro, di cui il primato storico e attuale spetta senza alcun dubbio agli Stati europei, agli USA e ai paesi che a questi obbediscono, o vi si adeguano.

Houda Ammash era giovane, sui 35 anni, quando tra un genocidio e l'altro dell'Iraq (1991-2021, Bush Sr., Clinton, Bush Jr., Obama, Trump), laureatasi in biologia all'Università del Missouri, presente con i suoi studi sulle più rinomate riviste, era uno dei cinquei membri del Consiglio della Rivoluzione, massimo organo dello Stato presieduto da Saddam Hussein. Paese più prospero e socialmente equo del Medioriente, l'Iraq era stato sottoposto a inenarrabili sofferenze e privazioni da guerre e sanzioni etichettate come diritti umani.

 Combattente delle "Forze di Mobilitazione popolare" che insieme all'esercito iracheno hanno sconfitto i mercenari USA dell'ISIS.

L'ho intervistata per tre giornali di cui ero corrispondente: "The Middle East" (Londra), "Baghdad Observer" e "Ath Thaura" (Baghdad). Riferendosi al dato "dittatura", utilizzato come pretesto, insieme alle inesistenti armi di distruzione di massa, per "liberared al dittatore il popolo iracheno"  (cioè da benessere, sovranità, unità, antimperialismo, antisionismo), la Prof. Ammash così mi rispose:

"La vorremmo tutti la democrazia, ma come fare? Da quando l'Iraq, negli anni '50, si liberò dal colonialismo britannico e poi si schierò per la libertà araba e dei palestinesi, il nostro popolo è in uno stato d'assedio permanente. Fanno di tutto per bloccarci il cammino verso la pace e la democrazia. Ci fanno guerra dopo guerra e, negli intervalli, ci bombardano distruggendo ogni cosa necessaria alla vita, infrastrutture, depositi di viveri, acquedotti. Cospirano per incitare parti del nostro popolo, di cui ci siamo sforzati a promuiovere sanità, istruzione, arte, cultura, a ribellarsi e frantumare lo Stato. Ci colmano di corrotti, provocatori, infiltrati, quinte colonne, spie, tutti riccamente pagati. Con le sanzioni ci tagliano viveri e farmaci. Come non impiegare una sorveglianza minuziosa, perfino asfissiante e misure più dure, per impedire che la società si sfaldi e il nemico della nazione prevalga?

Le dirò un'altra cosa, più importante. La questione è storica, antropologica e culturale. Noi siamo popoli solo da pochissimo liberatisi dai despotismi imperiali e coloniali. Le glorie sumere, assiro-babilonesi, degli Abassidi, sono state seppellite. Abbiamo vissuto sotto lo stivale dei romani, dei mongoli, degli ottomani, dei britannici. Nessuna espressione politica si è mai stata consentita. Niente parlamenti, primi ministri, presidenti, elezioni, organi decisionali autentici. La politica la dettavano a Roma, Constantinopoli, Bisanzio, Istambul e Londra. Divisi in tribù, potevamo concorrere all'amministrazione del nostro territorio solo per quanto riguardava la giustizia minore, gli affari locali. E più di nominare un capotribù, nella persona più giusta, esperta, saggia, nulla potevamo.

Questa storia millennaria si era solidificata nel nostro agire possibile e nel nostro immaginario collettivo e quando ci siamo liberati e siamo diventati, con le nostre forze, nazione, questo sapevamo e dovevamo fare. Non c'era stata nessuna rivoluzione francese a insegnarci altro. Avevamo iniziato, nell'unico modo concessoci, il nostro cammino verso la modernità, dalla libertà della nazione verso la libertà dell'individuo. Voi, esportatori di "democrazia", non ce ne avete dato il tempo.

Così parlò Houda Ammash e ci ha dato una lezione da ripetere al mondo, specialmente quando si parli di guerra per la democrazia e di "dittatori". Tipo gli estremisti di destra che si definiscono di sinistra. Gli aggressori yankee chiamarono la scienziata patriota "Dott.ssa Antrace". Nel 2003, la inserirono nel famigerato mazzo di carte con gli esponenti del regime e le rispettive taglie, e la catturarono. La tennero in prigione per oltre due anni. Il titolo di "Dr. Anthrax", glielo affibiarono per punirla delle sue ricerche biologiche e mediche e le sue denunce al mondo degli effetti dell'uranio impoverito. Quelle conseguenze terribili alle quali Usa e complici (compresi noi), i "liberatori", hanno condannato gli iracheni per per l'oggi (aggiungendovi gli orrori ISIS)  e per le generazioni future. Nella Storia  figura come uno dei più grandi tra i crimini contro l'umanità mai compiuti. Tanto che Facebook, o altri,  mi cancellerebero dal social non appena osassi pubblicarne le immagini. L'ho illustrati nei miei documentari sull'Iraq, sulla sua forza, la sua bellezza, il suo dolore. 


   



    





ooooooooooooo








sabato 13 febbraio 2021

Sultano, Gran Visir e giannizzeri --- CHI SI RIVEDE: MONARCHIA E LESA MAESTA' --- E Youtube elimina il contradditorio


Fulvio Grimaldi: perché Google censura ComeDonChisciotte?


https://comedonchisciotte.org/fulvio-grimaldi-perche-google-censura-comedonchisciotte/ 

La mia risposta video ai tagliateste che ieri hanno rimosso immediatamente da Youtube l’intervista fattami da comedonchisciotte sull’"anno del drago" (e che siamo tornati a inviarvi e a trasferire su altro canale (RUMBLE). Un commento di Marco Di Mauro alla mia nuova intervista e, dopo, una breve integrazione sul tema “chi può parlare e chi no” nell’era di Biden e di Draghi.



 By  HYPERLINK "https://comedonchisciotte.org/author/bagonysnikett/" HYPERLINK  "https://comedonchisciotte.org/author/bagonysnikett/" On Feb 12, 2021  218

 Youtube censura ComeDonChisciotte

Anteprima di Sancho #3. 

YouTube, sottoinsieme del colosso di Mountain View, non ha aspettato a farci sapere che Sancho non gli piace. L’episodio #2, prontamente scovato come violatore degli imprescindibili (per chi comanda) indecifrabili (per chi produce contenuti) Standard della Community, è stato rimosso, a detta di YouTube, per aver parlato di vaccini, contrariamente ai pareri dell’OMS. C’è un unico problema: la puntata non affronta mai questo tema. Ovviamente, lo sapevamo: dopo le aperte censure al presidente degli USA, come potevamo noi, i picari dell’informazione libera, essere esentati?

In tempi come nostri, e lo affermiamo senza remore, esser censurati è un segno di merito. L’internet libera, quella dell’informazione senza limiti, del giornalismo partecipativo, esiste ancora. Da mercoledì 17 in poi, Sancho uscirà solo su Rumble e Dailymotion.

Ma quali sono i reali scenari e interessi di potere che si celano dietro la nuova censura Tech? Quali i reali motivi della censura di Google a Comedonchisciotte? Ne parliamo un po’ con Fulvio Grimaldi, che non la manda a dire neanche al cartello dei GAFAM. Il tema della censura logaritmica, troppo ampio per un’anteprima, lo approfondiremo nelle prossime puntate.

Nella Puntata #3 vi sveleremo tutti gli altarini dietro al dramma dell’emigrazione.

Buona visione!

Marco Di Mauro

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Da Fulvio

Da cane da guardia a cane da guardia

 



Ricordate la riforma "democratica" di papa Roncalli? Lo spostamento dell'altare in avanti? Da prete con la fronte a dio e le spalle ai fedeli, a prete con le spalle a dio e la fronte ai fedeli. Simbolicamente cambia tutto: prima delegato del popolo verso l'onnipotente, cui trasmette le istanze (richieste) del primo, poi rappresentante di dio che ne trasmette le istanze (disposizioni) al popolo. Di seguito la stampa. Si passa da portavoce del cittadino (suo cane da guardia che sorveglia il potere), a portaordini dei poteri (cane da guardia che minaccia il cittadino). 

Vi ho già comunicato, poche ore fa, che, come aveva adocchiato il video della mia intervista sull’inizio dell’era Draghi e dei suoi commensali e servitori, il logaritmo di Facebook, o i suoi occhiuti controllori dei permessi d’accesso, avevano fatto calare la lama della ghigliottina censoria. Quella entrata negli ultimi tempi in uso talmente frequente da abbisognare di costante supporto lubrificante. Il video, inserito in un mio testo del tutto equivalente sul piano dell’irriverenza verso i tabù che separano i probi dai reprobi, è stato rimosso. Lo scritto di accompagno, no. Si sono affidati al nuovo Zeitgeist, indotto nelle generazioni recenti, per cui si legge poco, ma si guarda molto.

I bravissimi amici di Come Don Chisciotte hanno rimediato immediatamente, dimostrando al logaritmo e ai bigliettai di Facebook, che i tempi del monopolio con la falce sono finiti e che le alternative crescono rigogliose.Tanto che un bel po’ di gente è trasmigrata altrove, via dai digitalsovrani GAFA, pretesisi signori della Terra e apostoli dell’unico dio, riducendone, come plus-disvalore, anche i colossali guiderdoni.

Voglio solo rilevare come una comunicazione di massa, superiore a tutte le altre per diffusione, imponenza e profitti, messa in piedi da gente che alle origini della mossa erano ragazzotti start up, abbia potuto imporre all’umanità quello che equivale a un colpo di Stato in ognuno dei 196 Stati del mondo. I governanti, magari sono rimasti gli stessi, o usciti dalla stessa schiatta, ma delle piattaforme sono diventati figuranti ed esecutori. Pensate alle non-tasse di cui questo Moloch si nutre. 

La situazione è precipitata quando è divenuto manifesto, come non poteva non divenire dato il marchio di fabbrica, i proventi e gli obiettivi, che i nuovi burattinai avevano deciso di far vincere sempre solo una e sempre la stessa, tra le burattinerie in campo. Due delle quali, le grosse e decisive, in lotta mortale se si debba, o no, cambiare il mondo e abolire l’umanità. A quelli che l'apocalisse chiamano innovazione basta dire che chi dice qualunque cosa diversa è uno che nega la parola di dio, cioè dell'OMS. L'hanno fatto con me e donchisciotte in questo caso, quando dell'OMS non si era detta una parola. L'hanno fatto con tutta l'opposizione a Biden. Facendo lo spiritoso, dico che è il "grimaldello" della dittatura.

A chi la sovranità?

Un gruppazzo di tecno-saltimbanchi, senz’arte né parte in campo morale, culturale, scientifico, storico e ideologico, aspetti che dovrebbero stare alla base della politica intesa come Polis, facendosi beffe di tutto questo, hanno raccattato talleri a miliardi. Li hanno succhiati dalla nostra ossessione di mostrarci, collegarci e comunicarci. Visto che denaro e potere sono diventati sinonimi, ora fanno il bello (si fa per dire) e il cattivo tempo in tutto il mondo. Salvo in quelle parti che si sono tirate fuori e a questi manipolatori dai due pesi e due misure, quanto al diritto di comunicare, hanno sostituito strumenti propri. Spesso, oggi come oggi a Tehran, in Myanmar, in Cina, in tanti paesi, a coloro che ritenevano di dettare l’agenda della società, hanno mostrato la porta. A mia memoria, il primo è Stato Orban in Ungheria, in coerenza con la sua cacciata delle ONG e degli istituti di George Soros. 

Ciò che viene messo in discussione dalle pretese di imporre un dominio fondato sugli interessi propri e di una precisa fazione con essi collusa, sono tre entità che al momento vediamo traballare sul filo stese sopra le nostre teste: l’uguaglianza, la verità, la sovranità. Suonano come “Libertè, Egalitè, Fraternitè”, non vi pare?

Naturalmente, o piuttosto innaturalmente, coloro che si dovrebbero opporre in prima istanza, anche perché ne viene compromessa alla base la funzione e l’esistenza, non battono ciglio. Anzi, da perfetti idioti, si fregano le mani. Parlo della stampa, anzi dei media, dei MSM, “mainstream media”. E della loro riduzione a merli che dal balcone rifischiano la musica dei signori e signorotti digitali. Di questo, moltissimi cittadini stanno prendendo conoscenza e coscienza.

Pochi, invece, si accorgono, a forza delle cialtronerie di voltagabbana, vendipatria, trasformisti, soccorritori dei vincitori, che perfino le vittime dei falsari della realtà, detti giornalisti, hanno perso il loro difensore istituzionale, il sindacato e l’Ordine. Anche se nulla più stupisce, dopo aver visto l’ex-fracassone FIOM e ora cacicco CGIL, Maurizio Landini, rivestirsi con la giacchetta di Draghi e mettersi in testa i cotillon.

Abbiamo visto in piazza, con striscioni Amnesty per il noto Regeni, il capo della Federazione Nazionale della Stampa, Beppe Giulietti. Abbiamo pure visto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, alla conferenza di fine anno del premier Conte chiudere il microfono a una giornalista che faceva il mestiere delle domande scomode. Vi ponete ancora dei dubbi? Tipo, com’è che i due, garanti massimi della libertà di stampa e del giornalismo corretto, non hanno fiatato quando i loro protetti si crogiolavano a vedere il presidente degli Stati Uniti (e tutto il suo seguito) cancellato dai social? Com’è che si tacciano, quando uno Zuckerberg qualunque taglia, a un giornalista di strada come me, la lingua? Oppure cava gli occhi ai cittadini che si permettono di guardare dove gli pare.

Infine, com’è che, col silenzio-assenso di questi nostri rappresentanti, i colleghi su giornaloni e Tv possano ricordare impunemente, seppure di volata, che chi ha fatto fuori la Grecia è stato nominato dal Ministro della Difesa al tempo della guerra alla Serbia (1999)? Ma se uno, pure ex-BBC, ex-RAI ed ex-dignitose testate, completa il discorso ricordando che fu allora che i serbi si disfecero sotto le bombe, anche all’uranio, con conseguenze sui bimbi di decenni dopo, si ritrova con la museruola sulla mascherina? 

Il punto è questo. Ciao a tutti. 


giovedì 11 febbraio 2021

AAAAH ANNAMO BBENE! --- A Washington un topastro malridotto alla testa di una camarilla di draghi --- A Roma un drago alla testa di una camarilla di topastri malridotti

https://comedonchisciotte.org/sancho-2-mario-draghi-ovvero-lomino-di-burro/

Trovate il video su questo link. Da Youtube è stato rimosso senza spiegazioni.

In questa videointervista di "donchisciotte", fattami da Massimo e curata da Marco, si parla del chi, come e perchè relativi all' Uomo Fortissimo incoronato dai Forti Poteri e poi intronato dalle forze politiche, tutte raccolte in un'unica famiglia festante. Vi si accenna alla Davos del Grande Reset, Magna Carta di tutti gli attori in campo, e anche a tutti quegli eretici, fuori dalla cosiddetta "comunità internazionale", tipo Russia e amici, che se ne vanno per conto loro. Qui aggiungo su carta (anzi, ahimè, su schermo), qualche dato e considerazione che, nella pur ampia intervista, non ci stavano.

 

 

Mario Draghi e Guido Carli,  Mario Draghi e Christine Lagarde

Un mio amico bollava di morfonazismo chi deduce dalla faccia la natura del soggetto. Io credo, invece, che la faccia spesso diventa ciò che uno è stato.

Si parva licet....

Il mondo, almeno in Occidente, è meraviglioso. Nella capitale della "nazione eccezionale" dal "destino manifesto", la nuova caput mundi, viene incoronato un vecchietto un po' fuso, ma capace di sfruttare la fantastica False Flag  di Capitol Hill, degna dell'11 settembre, o di Charlie Hebdo. Come programmato dai soliti neocon, alla vittima dell'operazione, riferimento politico per metà degli americani, la panzana viene addebitata all'avversario, e ne consegue un altro tentativo di impeachment, grottesco quanto quello della bufala Russiagate. Impeachment che qualche maligno complottista ritiene  da infliggere piuittosto al Deep State oggi in carica che, come il suo terminale italiano, da tempo si è disfatto della Costituzione e, poi, si sarebbe rubato le elezioni. Nazione davvero eccezionale, dove si dà esempio di democrazia e solidarietà nazionale insegnando a metà del popolo a considerare "Terroristi domestici" l'altra metà.

E noi, come ininterrottamente dal 1943, le corriamo dietro e ci illuminiamo di  riflessi della sua gloria. Nella caput mundi moderna  è tornata la consorteria di salvatori delle nazioni del mondo. Nazioni riscattate mediante liquidazione immediata, Siria, Libia, Iraq, Yemen e andare; o differita da sanzioni, tipo Iran, Bielorussia, Venezuela, Nicaragua, Afghanistan, Cuba e andare; o nazificate come Ucraina, o colorate come a Hong Kong. A imitazione, nella caput mundi antica, un salvatore della Serbia a forza di bombe all'uranio e a grappolo (ministro della Difesa con D'Alema), ricupera e ci fregala un salvatore che la Cupola del soldo era riuscita a sistemare a Francoforte. L'Eletto l'aveva liberata dell'immane peso di essere, grazie al sangue e al lavoro di alcune generazioni, la settima potenza industriale. Da Francoforte ha allargato il salvataggio all'Europa del Sud ed  è anche corso a salvare la Grecia,  che ha liberato addirittura del male di vivere.


Le penne  col fucile a custodia del filo nero con i nodi

Tutto questo ci è stato illustrato e onorato dal concorso dei media che coadiuvano, con quelli loro, di salvataggi, la grande manovra di recupero di naufraghi. In questo caso, nientemento che la salvezza dell'integrità psico-morale di tutti noi, utilizzando il più classico degli strumenti: il campo di rieducazione in veste di plotone d'esecuzione.  

Il modello più avanzato è quella della rete La7, oggi, come fosse Natale, inghirlandata di festoni e striscioni pro-Draghi. Ne siete pratici: al centro, seduto nel vuoto, la vittima (nell'ordine temporale: un razzista, un omofobo, un negazionista e, oggi, il dissidente rispetto all'unità nazionale draghina. Mettiamo, uno che ha definito quest'ultima una montagna di panna montata con sopra la ciliegina preparata  dalla regina di Biancaneve. Lontano, o in alto, quattro esecutori di una sentenza già scritta dal conduttore, comandante del plotone che, alto in piedi, incombe sul malcapitato come la Moira. Non vi vengono in mente Floris, Gruber, Formigli, Zoro, Giletti? E il loro corredo fisso di fucilatori: Telese, Gramellini, Franco, Padellaro, Travaglio, Capua, Scansi, Da Milano, Severgnini, Giannini... 

 


Se guardiamo un po' più in là del nostro rassegnato conformismo, cosa che s'è provato di fare nell'intervista, possiamo constatare che nulla accade e tutto viene fatto accadere. E che questi qua arrivano da lontano e vanno lontano, con lo sguardo fisso al traguardo del Nuovo Ordine Mondiale. Mentre noialtri ci esauriamo in un eterno presente. Siamo come quelli che, in caserma per esercitarsi, marciano sul posto. O come, sempre gli stessi, che vedono nella trama uno scoppiettìo di colpi di scena, quando, invece, non si tratta che di nodi lungo lo stesso filo nero. 

Quelli con il presente per orizzonte e quelli il contrario

Tralasciamo lo storico remoto, che pure ci sta. Abbiamo già detto degli anni '90 e primi 2000 in cui, a partire dalla massoneria bancaria internazionale riunita sul "Britannia" con Draghi, s'è fatto fuori il patrimonio pubblico industriale e finanziario con i vari Dini, Ciampi, Carli, Prodi, Amato, D'Alema. Si trattava di ridurre alla ragione del nuovo turbocapitalismo, cioè al terzo mondo, un paese dominante geograficamente nel Mediterraneo. Si è proseguto sotto vari governi del primo decennio, fino ad arrivare a Mario Monti che, anche sotto la copertura di un'altra pandemia (H1N1), farlocca pure quella, mise in pratica le intimazioni di J.P. Morgan e della BCE con Draghi e Trichet, superando le timidezze dei pasticcioni renitenti Berlusconi-Tremonti.


 

Essendoci ancora un po' di vitalità nel popolo italiano, come espressosi nel Movimento 5 Stelle (oggi 5 Svolte), pur avendo subito il Jobs Act, altro nodo del filo nero, l'assalto alla Costituzione dell'apprendista stregone da Rignano si schiantò e il suo tentativo di tombare quanto resta del Belpaese sotto il decreto Sblocca Italia non ebbe seguito. Occorreva un altro shock, forse un'altra pandemia, terrorizzante, passivizzante e sociocida, ma meglio organizzata e blindata da una Grande Armada. Il superinfiltrato Grillo reperì, nello studio legale dei più "elevati" italianofoni della finanza mondiale, tale Giuseppe Conte. Altri ci fecero arrivare una pandemia presentata un po' meglio di  quella della febbre porcina del 2009. Così si potè ricominciare dai risultati conseguiti dal Draghi del Britannia a partire dal 1992 e proiettarsi verso il traguardo del Great Reset bio-tecno-fascista, stavolta tra due ali di folla festante, che neanche la fine del rozzo fascismo  di primo pelo.

 

Ride bene chi ride


Le cose da fare subito subito

Da qui al 2023, il bancarellista della Grecia e dei nostri gioielli di famiglia dovrà provvedere anche a quanto concordato col collega Klaus Schwab, fondatore del Forum Economico Mondiale e col depopolatore vaccinale Bill Gates, nel loro Grande Reset.

1) Agricoltura: nel nome del "Green", via il contadino e la piccola e media azienda agricola a favore dell'agrobusiness, il cui "verde" si chiama feudalesimo latifondista, coltivi intensivi, semi sterili e Bayer-Monsanto

2) Pubblica Amministrazione (diffamata come "Burocrazia") e relativi garantiti. Le garanzie, lo anticipò già l'apprendista stregone, non hanno posto nella privatizzazione e derogalamentazione universaliì. Per massima parte può essere gestita da robot e digitale (vedi le biglietterie alle stazioni, vedi gli sportelli chiusi delle banche). Il resto va in remoto. Almeno il 14% degli occupati italiani, oltre 3 milioni, si ritroveranno a dare bruscolini ai piccioni (quando non se li dovranno mangiare loro stessi).

3) Scuole private d'élite, vista la collaborazione della Chiesa sopratutto quella cattolica e, per il resto, studio da remoto. La massima parte degli insegnanti è obsoleta e verrà assorbita dalle catene multinazionalivdi istituti privati, alberghi, ristoranti, distributori di cibo omologato.

4) Medicina. Idem, da remoto. Senza contaminanti contatti tra medico e paziente (se non per infilarti un ago tossico)

5) Occasionale e limitata riapertura di luoghi della cultura e dello sport, fino al loro definitivo trasferimento sul virtuale domestico.

5) Digitalizzazione e vaccinazione da completare fino all'ultimo pastore nel Supramonte. 

6) Migranti quanti ce ne servono per fare il minestrone che si pappa la governance globale.

Da qui al 2023 si avvierà il processo. Ma l'uomo è efficiente e ci porterà molto avanti col lavoro. Visto come stanno andando le cose, ce lo godremmo anche dopo le nuove elezioni. Sempre che si facciano. Per i tecnici, politici veri della politica del dollaro, le elezioni sono ridondanti quanto i politici finti della politica della gente. Basta farsi uscire dalla manica un'emergenza.

Una razza tre facce

 


Del resto Salvini, che poi è stato lontano dai propositi di Draghi & Co solo per i capricci su migranti e pensioni, è rientrato a vele spiegate, la sinistra è un palloncino persosi nell'orizzonte, i patrioti fratelli d'Italia faranno opposizione solo quando si tratta di ricuperare assassini in divisa di pescatori indiani, o nostri pescatori rubacchioni in acque altrui, o nostre spie bruciate ed eliminate dai mandanti. Se uno steward del San Paolo può gestire la politica estera italiana,  un comico infliggere alla nazione la più grande truffa dai tempi dello sbarco sulla Luna, uno Zingaretti presentarsi come politico e chi lavora in questi giornali  e in questa Tv farsi passare per giornalista, il Totò che si vendeva la Fontana di Trevi è un principiante.   



 Quando poi Di Maio ha concesso che Draghi gli ha "fatto una buona impressione" e Grillo ha rivelato "pensavo di incontrare un drago e ho trovato un grillino", il gioco era fatto. E' bastato quel drago a convincere coloro che si stavano sbranando per il bottino dei 209 miliardi UE, a star buoni e accontentarsi di quanto sarebbe caduto dalla tavola. Al banchetto e ai commensali ci avrebbe pensato lui.

C'è chi ci precede 

Il parlamento tedesco ha passato una legge conclusiva di tutto: in ogni dispositivo elettronico di ogni cittadino sarà autorizzato l'impianto di un Trojan che, a fini preventivi e deduttivi, farà di lui ciò che ha fatto dell'ottimo magistrato Luca Palamara.

C'è chi sa rispondere

https://youtu.be/XgCUnmVJe9s  

Contadini tedeschi a Berlino, 8 febbraio. Da 3 settimane in marcia, contro l'agricoltura (e il  cibo) del Great Reset. Girano la città con i trattori, ci dormono, assistiti dai cittadini e dai volontari della Demokratisscher Wiederstand (Resistenza Democratica)