https://youtu.be/8MvGbj4I2YE
Video forum di Francesco Toscano (Vox Italia TV), sul M5S dal tempo del Vaffa al tempo del “Draghi grillino” con il sottoscritto, Massimo Mazzucco, (contro.tv) e Guido Salerno Aletta (Italia Finanza)
All'intervista vorrei aggiungere una breve considerazione sui cambi di casacca e di indirizzo che hanno visto, magicamente, la gran parte del Movimento Cinque Stelle e tutta la Lega trasformarsi nel proprio contrario. Anzi, il parallelo va fatto con la metamorfosi vera e proprio subita da Gregor Samsa, il protagonista del racconto di Kafka, che, via via, si muta in scarafaggio.
Non erano, nelle temperie del turbine europeista, globalizzatore, neoliberista e finanzcapitalista a propulsione nucleare, sia i pentastellati che i leghisti l'alternativa contro la sopraffazione transnazionale delle banche, dei "Poteri forti"? Non erano stati il ceto medio con le sue articolazioni economiche e sociali, le piccole e medie imprese, l'artigianato, la vera patria da difendere, insieme alla sovranità, la tradizione, il tessuto socioculturale? E la Lega non aveva imposto i suoi valori, prima attraverso il pestaggio dei meridionali e di quelli ancora più meridionali e i sogni di secessione lombardoveneta e, poi, con noncurante paradosso, con l'Italia-nazione dalle frontiere salde e dall'antieuropeismo palpitante?
Arriva Drago de'Draghi e subito appaiono, evocati miracolosamente dal taumaturgo, il Dragrillo e il salvinifico Dragogiussani che spara fiele dalla bocca e si dichiara europeo più di Carlo Magno. Delle medie e piccole imprese non restano che le ceneri, ultime quelle regalate da queste due magiche creature all'economia globalizzata: le cinque regioni di montagna che devono metà della loro vita alla neve e a chi la pratica. Con la coppia Speranza-Ricciardi, noblesse pandemica oblige. L'economicidio globale di queste cianfrusaglie polverose, dell'era giurassica analogica e poco smart, val bene una messa. Tanto più che la celebra qualcuno più vicino al papa di chiunque altro.
Iraq. Una donna in difesa delle "dittature" e della vita
Ouda Ammash, mambro el Consiglio della Rivoluzione, scienziata (la trovate nei miei documentari)
Ritorno un attimo sulla persona che, con una certa commozione, ho ricordato nell'intervista parlando delle migrazioni che, secondo la vulgata dei trafficanti di carne umana, sarebbero determinate, tra le altre cause (tutte determinate dall'Occidente colonialista) dalle "dittature" che, con le loro nequizie, produrebbero rifugiati. Profughi "politici" che fuggirebbero da persecuzioni, torture, razzismo, carceri, uccisioni. Pratiche che giustificherebbero, prima, le guerre d'aggressione e, poi, l'accoglienza dei fuggiaschi. Tutte pratiche, peraltro, di cui il primato storico e attuale spetta senza alcun dubbio agli Stati europei, agli USA e ai paesi che a questi obbediscono, o vi si adeguano.
Houda Ammash era giovane, sui 35 anni, quando tra un genocidio e l'altro dell'Iraq (1991-2021, Bush Sr., Clinton, Bush Jr., Obama, Trump), laureatasi in biologia all'Università del Missouri, presente con i suoi studi sulle più rinomate riviste, era uno dei cinquei membri del Consiglio della Rivoluzione, massimo organo dello Stato presieduto da Saddam Hussein. Paese più prospero e socialmente equo del Medioriente, l'Iraq era stato sottoposto a inenarrabili sofferenze e privazioni da guerre e sanzioni etichettate come diritti umani.
L'ho intervistata per tre giornali di cui ero corrispondente: "The Middle East" (Londra), "Baghdad Observer" e "Ath Thaura" (Baghdad). Riferendosi al dato "dittatura", utilizzato come pretesto, insieme alle inesistenti armi di distruzione di massa, per "liberared al dittatore il popolo iracheno" (cioè da benessere, sovranità, unità, antimperialismo, antisionismo), la Prof. Ammash così mi rispose:
"La vorremmo tutti la democrazia, ma come fare? Da quando l'Iraq, negli anni '50, si liberò dal colonialismo britannico e poi si schierò per la libertà araba e dei palestinesi, il nostro popolo è in uno stato d'assedio permanente. Fanno di tutto per bloccarci il cammino verso la pace e la democrazia. Ci fanno guerra dopo guerra e, negli intervalli, ci bombardano distruggendo ogni cosa necessaria alla vita, infrastrutture, depositi di viveri, acquedotti. Cospirano per incitare parti del nostro popolo, di cui ci siamo sforzati a promuiovere sanità, istruzione, arte, cultura, a ribellarsi e frantumare lo Stato. Ci colmano di corrotti, provocatori, infiltrati, quinte colonne, spie, tutti riccamente pagati. Con le sanzioni ci tagliano viveri e farmaci. Come non impiegare una sorveglianza minuziosa, perfino asfissiante e misure più dure, per impedire che la società si sfaldi e il nemico della nazione prevalga?
Le dirò un'altra cosa, più importante. La questione è storica, antropologica e culturale. Noi siamo popoli solo da pochissimo liberatisi dai despotismi imperiali e coloniali. Le glorie sumere, assiro-babilonesi, degli Abassidi, sono state seppellite. Abbiamo vissuto sotto lo stivale dei romani, dei mongoli, degli ottomani, dei britannici. Nessuna espressione politica si è mai stata consentita. Niente parlamenti, primi ministri, presidenti, elezioni, organi decisionali autentici. La politica la dettavano a Roma, Constantinopoli, Bisanzio, Istambul e Londra. Divisi in tribù, potevamo concorrere all'amministrazione del nostro territorio solo per quanto riguardava la giustizia minore, gli affari locali. E più di nominare un capotribù, nella persona più giusta, esperta, saggia, nulla potevamo.
Questa storia millennaria si era solidificata nel nostro agire possibile e nel nostro immaginario collettivo e quando ci siamo liberati e siamo diventati, con le nostre forze, nazione, questo sapevamo e dovevamo fare. Non c'era stata nessuna rivoluzione francese a insegnarci altro. Avevamo iniziato, nell'unico modo concessoci, il nostro cammino verso la modernità, dalla libertà della nazione verso la libertà dell'individuo. Voi, esportatori di "democrazia", non ce ne avete dato il tempo.
Così parlò Houda Ammash e ci ha dato una lezione da ripetere al mondo, specialmente quando si parli di guerra per la democrazia e di "dittatori". Tipo gli estremisti di destra che si definiscono di sinistra. Gli aggressori yankee chiamarono la scienziata patriota "Dott.ssa Antrace". Nel 2003, la inserirono nel famigerato mazzo di carte con gli esponenti del regime e le rispettive taglie, e la catturarono. La tennero in prigione per oltre due anni. Il titolo di "Dr. Anthrax", glielo affibiarono per punirla delle sue ricerche biologiche e mediche e le sue denunce al mondo degli effetti dell'uranio impoverito. Quelle conseguenze terribili alle quali Usa e complici (compresi noi), i "liberatori", hanno condannato gli iracheni per per l'oggi (aggiungendovi gli orrori ISIS) e per le generazioni future. Nella Storia figura come uno dei più grandi tra i crimini contro l'umanità mai compiuti. Tanto che Facebook, o altri, mi cancellerebero dal social non appena osassi pubblicarne le immagini. L'ho illustrati nei miei documentari sull'Iraq, sulla sua forza, la sua bellezza, il suo dolore.
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