sabato 27 maggio 2023

venerdì 19 maggio 2023

DAL SUDAN AL PAKISTAN, ALL’IMPERO NON GLIENE VA BENE UNA

 

 https://youtu.be/LIZCycoQ_Ac

https://www.youtube.com/watch?v=LIZCycoQ_Ac

Visione TV,  Francesco Toscano intervista Fulvio Grimaldi

 

Una panoramica su un altro versante del Grande Confronto del quale un giornalismo sguattero, pigro, provinciale e superficiale, non sa cogliere che gli aspetti apparentemente più clamorosi: l’Ucraina, un po’ di Medioriente quando capita e poi gli interessi politico-economici del proprio editore al tempo del draghismo euroatlantico di Giorgia Melonsky. Il resto è noia, tifo e glamour.

Qui esaminiamo un arco della crisi che parte dal più grande e conteso paese dell’Africa, il Sudan, per l’ennesima volta ributtato nel caos da interessi neocoloniali, per arrivare al Pakistan, potenza nucleare di cruciale importanza strategica, in piena rivolta popolare e all’orlo della guerra civile.

Sta succedendo che con il Pakistan, il cui premier Imran Khan, fautore del riscatto dei ceti più disagiati, ma soprattutto dell’indipendenza del Pakistan e di rapporti di amicizia con Cina e Russia, è stato rimosso dal parlamento manu militari, sta vivendo la più forte crisi dalla sua liberazione, nel 1947,dal colonialismo britannico nel.

Confinante con India, Cina e Afghanistan, il Pakistan fa parte di una cintura con la quale l’Occidente politico pensava di assediare da sud Russia e Cina, in vista del da sempre agognato controllo sull’immenso continente euroasiatico, conditio sine qua non, per il dominio sul pianeta.

Ed è quella cintura, base detta di contenimento, ma progettata per future operazioni di destabilizzazione, se non di attacco, che si va sbriciolando. L’intervento della Cina in Medioriente, come mediatore di una pacificazione tra grandi contendenti e rispettivi sponsor e alleati, ma anche come partner più credibile e redditizio di quello atlantico, ha rotto l’incantesimo di una regione a vita condannata al controllo statunitense.

Arabia Saudita e Iran hanno inaugurato rapporti costruttivi sul piano geopolitico ed economico. Ne consegue il ritorno della Siria nel consesso della Lega Araba, la probabile fine del massacro USA-saudita nello Yemen, un generale disallineamento rispetto alle storiche egemonie postcoloniali. La Turchia fa da tempo un suo gioco che si distacca dalle lealtà dovute da un membro Nato di tale rilievo. L’Iran è saldamente in piedi, a dispetto di rivoluzioni colorate e sanzioni. L’Afghanistan è perso ed è poco credibile un recupero affidato ai tagliagole e terroristi dell’ISIS.

L’intera Indocina, memore di quanto ha subito dagli USA e di cui ancora si lecca le ferite, mantiene una posizione diplomatica conciliante, ma politicamente autonoma e più vicina ai BRICS che alla Nato.

A tutto questo prova a reagire l’Impero in prima istanza sul piano militare. Insieme all’AUKUS, l’alleanza militare anglosassone USA-Australia-Regno Unito, è andata configurandosi a Tokio, nella recente visita di Stoltenberg al premier Kishida, la nuova NATO. Quella dell’Indopacifico.

E l’Italia? Ha mandato in quelle acque, per esercitazioni congiunte, le migliori navi della nostra marina militare, Portaerei Cavour in testa.

 

 

lunedì 15 maggio 2023

BECCATA DEL PICCHIO Puntata 15

 


BECCATA DEL PICCHIO Puntata 15

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Il picchio picchia:

 

Premierato di Melonsky per un premier che faccia il duce per le guerre di un’Italia frantumata dalle Autonomie Differenziate.

 

Pacificando il Medioriente, la Cina sottrae la regione ai giochi del dominio e del caos di USA, NATO e Israele (che si riduce a dare colpi di coda all’impazzata).

 

Lo Stato più sanguinario della Storia, il Regno Unito, ci riprova. Massimo fornitore, dopo gli USA (e ora anche dopo la Germania degradata in Scholz) di strumenti del terrore e del genocidio all’Ucraina, fin dal tentativo di eliminare i popoli russi del Donbass, ora fornisce missili di lunga gittata, per colpire in Russia, e missili all’uranio impoverito. Chi, come il sottoscritto, ha visto gli effetti di questi ordigni in Iraq e Serbia, ha la certezza che, insieme, USA e Regno Unito sono un carcinoma da sradficare, pena la metastasi globale.

 

La criminalità organizzata che gestisce, con il sostegno di terroristi jihadisti, nazisti, neofascisti, mafie, la sedicente Comunità Internazionale, preparato il terreno con  “pandemia”, virus potenziati e sieri contaminanti, ora inonda il mondo con le avanguardie degli utili idioti giovanili impegnati a terrorizzarci con “l’emergenza clima” (a gestire la quale si prepara anche l’OMS). Intanto, imbrattando e rovinando opere d’arte, sono utilizzati per farci perdere ogni rispetto e identificazione nella nostra cultura, fondamentale ai fini della rimozione della memoria e per la disponiblità a farsi denaturare con l’I.A.

 

Israele ci mette del suo facendo navigare il popolo eletto e i suoi estimatori su l’ennesima alta marea di sangue palestinese.

mercoledì 10 maggio 2023

MAFIA-TERRORISMO, FRATELLI GEMELLI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

 

MAFIA-TERRORISMO, FRATELLI GEMELLI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

 



La Genesi, “BECCATA DEL PICCHIO XIV”

https://rumble.com/v2m7gna-beccata-del-picchio-puntata-14.html

 

Le beccate del Picchi0 XIV, vanno a:bucare la corteccia di menzogne che copre:

I connubi regimi-mafie-terrorismo che si sono impadroniti di gran parte dell’Occidente Politico, detto “Comunità Internazionale”, o Patto Atlantico-

 

Epicentro Italia di questa strategia a partire dal 1945, Portella della Ginestra, con escalation a partire da Piazza Fontana e fase decisivi costituente degli attentati del 1992-93. I gestori Andreotti e Berlusconi.

 

Il mini-Pentagono italiota di Crosetto-Melonsky tra bastonate sociali e fiscali ai cittadini, regali agli sponsor ricchi, contributo al massicidio armato globale.

 

Perché in Francia sì e da noi niente? Questione Landini.

 

Una staffetta della pace dura un giorno, il referendum contro la guerra e le armi è per sempre.

domenica 7 maggio 2023

CRIMINALITà ORGANIZZATA BYOBLU-MONDOCANE XXIII

 

 

CRIMINALITà ORGANIZZATA

BYOBLU-MONDOCANE XXIII

La guerra dei terroristi al “terrore”, parte da noi nel 1969 e nel mondo l’11 settembre e va in escalation con la militarizzazione planetaria decretata dalla Cupola con sede negli USA.

Bill Gates mascherinizza ed elettromagnetizza le mucche contro quello che chiamano il “cambiamento climatico”. Un mondo senza CO2 destinato a morte.

La Melensky rilancia il decreto Draghi che sansebastianizza la Sardegna con 1.500 pale eoliche alte come la Tour Eiffel. Non bastava il 65% di servitù militari inquinanti come una guerra mondiale.

La Francia massacra Macron, Melensky e i ricchi massacrano l’Italia e i poveri.

3 anni di pandemia per cambiare il mondo creare nuovi trilionari e miliardari e nuovi miliardi di morti di fame.

1.maggio di provocazioni del regime dei signori e di depistaggi di furbi ai danni degli ingenui

In EcoMondocane , a parte le sevizie all’orsa carcerata e da fucilare, una fantastica sinossi del medico Daniele Giovanardi su tre anni di “pandemia”:cosa si sarebbe dovuto fare e cosa di sbagliato, o infame, s’è fatto.


Canale 262: Domenica 20.30, lunedì 12.30, martedì 14.30, mercoledì 12.30, giovedì 14.30, venerdì 18.30, sabato 08.00


mercoledì 3 maggio 2023

PESARO COME WUHAN, BUFALA O VERITA’

 


VISIONE TV

https://www.youtube.com/watch?v=jWdbKYI4cag

https://youtu.be/jWdbKYI4cag

Cariamici, colleghi, compagni, passsanti,

Con Francesco Toscano alla conduzione e con Giulio Tarro, Angelo Distefano e la consigliera comunale di Pesaro Lisetta Sperindei, abbiamo discusso della manifestazione a Pesaro contro il progettato Centro Ricerche, o Biolab se preferite. Il sottoscritto era accerchiato.

So benissimo che con la mia posizione sull’evento, su chi l’ha organizzato e sul tema dei biolaboratori in Italia, mi sono fatto un sacco di avversari, critici, se non nemici (a giudicare dalla virulenza emotiva di certe reazioni). Succede quando si viola un tabù e quando si demolisce un totem.

Il tabù è la paura del virus e, subito dopo e insieme, del finto e pernicioso vaccino. Su questa paura si è innestato un processo alle intenzioni, come quelli alle streghe nel Medioevo, o ai no vax, no green pass, o “putiniani” oggi. Il tabù è la messa in discussione di un fatto aprioristicamente affermato come certo: il biolab, allestito da criminali provati, potrà produrre e diffondere virus letali, come Wuhan in Cina. Il totem è la paura del virus che tanti accomuna e che di uno stato d’animo collettivo fa rassicurante comunità. Tanto da oscurare ogni altra priorità: la guerra, la truffa climatica, la dittatura OMS in arrivo, lo sfascio programmato del paese con le famigerate autonomie degli egoisti, la strategia su vari piani della depopolazione, l’assalto davvero feroce al lavoro e ai lavoratori (1.maggio).

Quello di uscire dalla paura collettiva di un dato fenomeno è una necessità che comporta l’allargamento della propria visione del mondo e, dunque, una faticosa maturazione politica. Restare legati a quella paura monotematica si risolve in psicosi e rischia di essere manipolata da chi sa manipolare.

Sfatiamo il tabù. Si parla di biolab come quelli ucraini che gli USA vorrebbero disseminare in Italia. Non c’è lo straccio di un’indicazione che questo sia programmato, o stia succedendo. Ma basta a terrorizzare. Si afferma che il Centro di Ricerche di Trieste, modello di nequizia sanitaria, sarebbe impenetrabile e incontrollabile. E chissà quali orrendi esprimenti vi si praticherebbero (ovviamente sempre al congiuntivo). E’ un clamoroso falso da attribuire alla mania di scoop di una inviata della trasmissione “Fuori dal Coro”. Il centro triestino è aperto, visitabile da giornalisti, scienziati, politici, addirittura scolaresche e del tutto sotto controllo. Come tutti gli altri centri di ricerca. Si identifica ogni centro di ricerche, dallo Spallanzani (benemerito) al S. Raffaele, come laboratorio di armi biologiche che rischiano di essere utilizzate contro di noi, o che rischiano di scappare in mezzo alla gente, come a Wuhan.

Su Wuhan, anche in funzione geopolitica, si è raccontato tutto e il contrario di tutto. Su Fort Detrick, il biolaboratorio delle Forze Armate USA, da cui effettivamente sono usciti agenti patogeni (a partire dal lontano Antrace) e che ha dovuto essere chiuso, non senza aver provocato epidemie di malattie respiratorie nella regione (Maryland), né Fracassi, né altri hanno mai detto niente.

Lascio l’attenzione che vi resta alla visione della trasmissione. Chiudo qui, come nel programma di Toscano, con l’invito a superare il totem della paura, soprattutto quella senza basi accertate, e a strafarsi piuttosto di rabbia, indignazione e coraggio. Contro nemici certi, che non mancano. Quanto alle mie differenze rispetto al lavoro del collega Fracassi, ci sarà presto modo di spiegarle.