Genova, conferenza sulla guerra e dintorni, proiezione del
documentario “ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO”, di Fulvio Grimaldi e dibattito.
Genova, conferenza sulla guerra e dintorni, proiezione del
documentario “ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO”, di Fulvio Grimaldi e dibattito.
https://www.youtube.com/watch?v=LIZCycoQ_Ac
Visione TV, Francesco
Toscano intervista Fulvio Grimaldi
Una panoramica su un altro versante del Grande Confronto del
quale un giornalismo sguattero, pigro, provinciale e superficiale, non sa
cogliere che gli aspetti apparentemente più clamorosi: l’Ucraina, un po’ di
Medioriente quando capita e poi gli interessi politico-economici del proprio editore
al tempo del draghismo euroatlantico di Giorgia Melonsky. Il resto è noia, tifo
e glamour.
Qui esaminiamo un arco della crisi che parte dal più grande
e conteso paese dell’Africa, il Sudan, per l’ennesima volta ributtato nel caos
da interessi neocoloniali, per arrivare al Pakistan, potenza nucleare di cruciale
importanza strategica, in piena rivolta popolare e all’orlo della guerra
civile.
Sta succedendo che con il Pakistan, il cui premier Imran Khan,
fautore del riscatto dei ceti più disagiati, ma soprattutto dell’indipendenza
del Pakistan e di rapporti di amicizia con Cina e Russia, è stato rimosso dal
parlamento manu militari, sta vivendo la più forte crisi dalla sua liberazione,
nel 1947,dal colonialismo britannico nel.
Confinante con India, Cina e Afghanistan, il Pakistan fa
parte di una cintura con la quale l’Occidente politico pensava di assediare da
sud Russia e Cina, in vista del da sempre agognato controllo sull’immenso
continente euroasiatico, conditio sine qua non, per il dominio sul
pianeta.
Ed è quella cintura, base detta di contenimento, ma
progettata per future operazioni di destabilizzazione, se non di attacco, che
si va sbriciolando. L’intervento della Cina in Medioriente, come mediatore di
una pacificazione tra grandi contendenti e rispettivi sponsor e alleati, ma
anche come partner più credibile e redditizio di quello atlantico, ha rotto l’incantesimo
di una regione a vita condannata al controllo statunitense.
Arabia Saudita e Iran hanno inaugurato rapporti costruttivi
sul piano geopolitico ed economico. Ne consegue il ritorno della Siria nel
consesso della Lega Araba, la probabile fine del massacro USA-saudita nello
Yemen, un generale disallineamento rispetto alle storiche egemonie
postcoloniali. La Turchia fa da tempo un suo gioco che si distacca dalle lealtà
dovute da un membro Nato di tale rilievo. L’Iran è saldamente in piedi, a
dispetto di rivoluzioni colorate e sanzioni. L’Afghanistan è perso ed è poco
credibile un recupero affidato ai tagliagole e terroristi dell’ISIS.
L’intera Indocina, memore di quanto ha subito dagli USA e di
cui ancora si lecca le ferite, mantiene una posizione diplomatica conciliante,
ma politicamente autonoma e più vicina ai BRICS che alla Nato.
A tutto questo prova a reagire l’Impero in prima istanza sul
piano militare. Insieme all’AUKUS, l’alleanza militare anglosassone USA-Australia-Regno
Unito, è andata configurandosi a Tokio, nella recente visita di Stoltenberg al
premier Kishida, la nuova NATO. Quella dell’Indopacifico.
E l’Italia? Ha mandato in quelle acque, per esercitazioni
congiunte, le migliori navi della nostra marina militare, Portaerei Cavour in
testa.
BECCATA
DEL PICCHIO Puntata 15
mble.com/v2nkfwo-beccata-del-picchio-phttps://ruuntata-15.html
Il picchio picchia:
Premierato di Melonsky per un premier che faccia il duce
per le guerre di un’Italia frantumata dalle Autonomie Differenziate.
Pacificando il Medioriente, la Cina sottrae la regione ai
giochi del dominio e del caos di USA, NATO e Israele (che si riduce a dare
colpi di coda all’impazzata).
Lo Stato più sanguinario della Storia, il Regno Unito, ci
riprova. Massimo fornitore, dopo gli USA (e ora anche dopo la Germania
degradata in Scholz) di strumenti del terrore e del genocidio all’Ucraina, fin
dal tentativo di eliminare i popoli russi del Donbass, ora fornisce missili di
lunga gittata, per colpire in Russia, e missili all’uranio impoverito. Chi,
come il sottoscritto, ha visto gli effetti di questi ordigni in Iraq e Serbia, ha
la certezza che, insieme, USA e Regno Unito sono un carcinoma da sradficare,
pena la metastasi globale.
La criminalità organizzata che gestisce, con il sostegno
di terroristi jihadisti, nazisti, neofascisti, mafie, la sedicente Comunità
Internazionale, preparato il terreno con “pandemia”, virus potenziati e sieri
contaminanti, ora inonda il mondo con le avanguardie degli utili idioti giovanili
impegnati a terrorizzarci con “l’emergenza clima” (a gestire la quale si
prepara anche l’OMS). Intanto, imbrattando e rovinando opere d’arte, sono
utilizzati per farci perdere ogni rispetto e identificazione nella nostra cultura,
fondamentale ai fini della rimozione della memoria e per la disponiblità a farsi
denaturare con l’I.A.
Israele ci mette del suo facendo navigare il popolo eletto
e i suoi estimatori su l’ennesima alta marea di sangue palestinese.
MAFIA-TERRORISMO,
FRATELLI GEMELLI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
La Genesi, “BECCATA DEL PICCHIO XIV”
https://rumble.com/v2m7gna-beccata-del-picchio-puntata-14.html
Le beccate del Picchi0 XIV, vanno a:bucare la corteccia di
menzogne che copre:
I connubi regimi-mafie-terrorismo che si
sono impadroniti di gran parte dell’Occidente Politico, detto “Comunità
Internazionale”, o Patto Atlantico-
Epicentro Italia di questa strategia a
partire dal 1945, Portella della Ginestra, con escalation a partire da Piazza
Fontana e fase decisivi costituente degli attentati del 1992-93. I gestori
Andreotti e Berlusconi.
Il mini-Pentagono italiota di
Crosetto-Melonsky tra bastonate sociali e fiscali ai cittadini, regali agli
sponsor ricchi, contributo al massicidio armato globale.
Perché in Francia sì e da noi niente?
Questione Landini.
Una staffetta della pace dura un giorno, il
referendum contro la guerra e le armi è per sempre.
CRIMINALITà
ORGANIZZATA
BYOBLU-MONDOCANE XXIII
La guerra dei terroristi al “terrore”, parte da noi nel 1969
e nel mondo l’11 settembre e va in escalation con la militarizzazione
planetaria decretata dalla Cupola con sede negli USA.
Bill Gates mascherinizza ed elettromagnetizza le mucche
contro quello che chiamano il “cambiamento climatico”. Un mondo senza CO2 destinato
a morte.
La Melensky rilancia il decreto Draghi che sansebastianizza
la Sardegna con 1.500 pale eoliche alte come la Tour Eiffel. Non bastava il 65%
di servitù militari inquinanti come una guerra mondiale.
La Francia massacra Macron, Melensky e i ricchi massacrano
l’Italia e i poveri.
3 anni di pandemia per cambiare il mondo creare nuovi
trilionari e miliardari e nuovi miliardi di morti di fame.
1.maggio di provocazioni del regime dei signori e di
depistaggi di furbi ai danni degli ingenui
In EcoMondocane , a parte le sevizie all’orsa carcerata e da
fucilare, una fantastica sinossi del medico Daniele Giovanardi su
tre anni di “pandemia”:cosa si sarebbe dovuto fare e cosa di sbagliato, o
infame, s’è fatto.
Canale 262: Domenica
20.30, lunedì 12.30, martedì 14.30, mercoledì 12.30, giovedì 14.30, venerdì
18.30, sabato 08.00
VISIONE TV
https://www.youtube.com/watch?v=jWdbKYI4cag
Cariamici, colleghi, compagni,
passsanti,
Con Francesco Toscano alla conduzione
e con Giulio Tarro, Angelo Distefano e la consigliera comunale di Pesaro
Lisetta Sperindei, abbiamo discusso della manifestazione a Pesaro contro il
progettato Centro Ricerche, o Biolab se preferite. Il sottoscritto era
accerchiato.
So benissimo che con la mia posizione
sull’evento, su chi l’ha organizzato e sul tema dei biolaboratori in Italia, mi
sono fatto un sacco di avversari, critici, se non nemici (a giudicare dalla
virulenza emotiva di certe reazioni). Succede quando si viola un tabù e quando
si demolisce un totem.
Il tabù è la paura del virus e,
subito dopo e insieme, del finto e pernicioso vaccino. Su questa paura si è
innestato un processo alle intenzioni, come quelli alle streghe nel Medioevo, o
ai no vax, no green pass, o “putiniani” oggi. Il tabù è la messa in discussione
di un fatto aprioristicamente affermato come certo: il biolab, allestito da
criminali provati, potrà produrre e diffondere virus letali, come Wuhan in
Cina. Il totem è la paura del virus che tanti accomuna e che di uno stato
d’animo collettivo fa rassicurante comunità. Tanto da oscurare ogni altra
priorità: la guerra, la truffa climatica, la dittatura OMS in arrivo, lo
sfascio programmato del paese con le famigerate autonomie degli egoisti, la
strategia su vari piani della depopolazione, l’assalto davvero feroce al lavoro
e ai lavoratori (1.maggio).
Quello di uscire dalla paura
collettiva di un dato fenomeno è una necessità che comporta l’allargamento
della propria visione del mondo e, dunque, una faticosa maturazione politica.
Restare legati a quella paura monotematica si risolve in psicosi e rischia di
essere manipolata da chi sa manipolare.
Sfatiamo il tabù. Si parla di biolab
come quelli ucraini che gli USA vorrebbero disseminare in Italia. Non c’è lo
straccio di un’indicazione che questo sia programmato, o stia succedendo. Ma
basta a terrorizzare. Si afferma che il Centro di Ricerche di Trieste, modello
di nequizia sanitaria, sarebbe impenetrabile e incontrollabile. E chissà quali
orrendi esprimenti vi si praticherebbero (ovviamente sempre al congiuntivo). E’
un clamoroso falso da attribuire alla mania di scoop di una inviata della
trasmissione “Fuori dal Coro”. Il centro triestino è aperto, visitabile da
giornalisti, scienziati, politici, addirittura scolaresche e del tutto sotto
controllo. Come tutti gli altri centri di ricerca. Si identifica ogni centro di
ricerche, dallo Spallanzani (benemerito) al S. Raffaele, come laboratorio di
armi biologiche che rischiano di essere utilizzate contro di noi, o che
rischiano di scappare in mezzo alla gente, come a Wuhan.
Su Wuhan, anche in funzione
geopolitica, si è raccontato tutto e il contrario di tutto. Su Fort Detrick, il
biolaboratorio delle Forze Armate USA, da cui effettivamente sono usciti agenti
patogeni (a partire dal lontano Antrace) e che ha dovuto essere chiuso, non
senza aver provocato epidemie di malattie respiratorie nella regione
(Maryland), né Fracassi, né altri hanno mai detto niente.
Lascio l’attenzione che vi resta alla
visione della trasmissione. Chiudo qui, come nel programma di Toscano, con
l’invito a superare il totem della paura, soprattutto quella senza basi
accertate, e a strafarsi piuttosto di rabbia, indignazione e coraggio. Contro
nemici certi, che non mancano. Quanto alle mie differenze rispetto al lavoro
del collega Fracassi, ci sarà presto modo di spiegarle.