Genova, conferenza sulla guerra e dintorni, proiezione del
documentario “ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO”, di Fulvio Grimaldi e dibattito.
Genova, conferenza sulla guerra e dintorni, proiezione del
documentario “ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO”, di Fulvio Grimaldi e dibattito.
https://www.youtube.com/watch?v=LIZCycoQ_Ac
Visione TV, Francesco
Toscano intervista Fulvio Grimaldi
Una panoramica su un altro versante del Grande Confronto del
quale un giornalismo sguattero, pigro, provinciale e superficiale, non sa
cogliere che gli aspetti apparentemente più clamorosi: l’Ucraina, un po’ di
Medioriente quando capita e poi gli interessi politico-economici del proprio editore
al tempo del draghismo euroatlantico di Giorgia Melonsky. Il resto è noia, tifo
e glamour.
Qui esaminiamo un arco della crisi che parte dal più grande
e conteso paese dell’Africa, il Sudan, per l’ennesima volta ributtato nel caos
da interessi neocoloniali, per arrivare al Pakistan, potenza nucleare di cruciale
importanza strategica, in piena rivolta popolare e all’orlo della guerra
civile.
Sta succedendo che con il Pakistan, il cui premier Imran Khan,
fautore del riscatto dei ceti più disagiati, ma soprattutto dell’indipendenza
del Pakistan e di rapporti di amicizia con Cina e Russia, è stato rimosso dal
parlamento manu militari, sta vivendo la più forte crisi dalla sua liberazione,
nel 1947,dal colonialismo britannico nel.
Confinante con India, Cina e Afghanistan, il Pakistan fa
parte di una cintura con la quale l’Occidente politico pensava di assediare da
sud Russia e Cina, in vista del da sempre agognato controllo sull’immenso
continente euroasiatico, conditio sine qua non, per il dominio sul
pianeta.
Ed è quella cintura, base detta di contenimento, ma
progettata per future operazioni di destabilizzazione, se non di attacco, che
si va sbriciolando. L’intervento della Cina in Medioriente, come mediatore di
una pacificazione tra grandi contendenti e rispettivi sponsor e alleati, ma
anche come partner più credibile e redditizio di quello atlantico, ha rotto l’incantesimo
di una regione a vita condannata al controllo statunitense.
Arabia Saudita e Iran hanno inaugurato rapporti costruttivi
sul piano geopolitico ed economico. Ne consegue il ritorno della Siria nel
consesso della Lega Araba, la probabile fine del massacro USA-saudita nello
Yemen, un generale disallineamento rispetto alle storiche egemonie
postcoloniali. La Turchia fa da tempo un suo gioco che si distacca dalle lealtà
dovute da un membro Nato di tale rilievo. L’Iran è saldamente in piedi, a
dispetto di rivoluzioni colorate e sanzioni. L’Afghanistan è perso ed è poco
credibile un recupero affidato ai tagliagole e terroristi dell’ISIS.
L’intera Indocina, memore di quanto ha subito dagli USA e di
cui ancora si lecca le ferite, mantiene una posizione diplomatica conciliante,
ma politicamente autonoma e più vicina ai BRICS che alla Nato.
A tutto questo prova a reagire l’Impero in prima istanza sul
piano militare. Insieme all’AUKUS, l’alleanza militare anglosassone USA-Australia-Regno
Unito, è andata configurandosi a Tokio, nella recente visita di Stoltenberg al
premier Kishida, la nuova NATO. Quella dell’Indopacifico.
E l’Italia? Ha mandato in quelle acque, per esercitazioni
congiunte, le migliori navi della nostra marina militare, Portaerei Cavour in
testa.
BECCATA
DEL PICCHIO Puntata 15
mble.com/v2nkfwo-beccata-del-picchio-phttps://ruuntata-15.html
Il picchio picchia:
Premierato di Melonsky per un premier che faccia il duce
per le guerre di un’Italia frantumata dalle Autonomie Differenziate.
Pacificando il Medioriente, la Cina sottrae la regione ai
giochi del dominio e del caos di USA, NATO e Israele (che si riduce a dare
colpi di coda all’impazzata).
Lo Stato più sanguinario della Storia, il Regno Unito, ci
riprova. Massimo fornitore, dopo gli USA (e ora anche dopo la Germania
degradata in Scholz) di strumenti del terrore e del genocidio all’Ucraina, fin
dal tentativo di eliminare i popoli russi del Donbass, ora fornisce missili di
lunga gittata, per colpire in Russia, e missili all’uranio impoverito. Chi,
come il sottoscritto, ha visto gli effetti di questi ordigni in Iraq e Serbia, ha
la certezza che, insieme, USA e Regno Unito sono un carcinoma da sradficare,
pena la metastasi globale.
La criminalità organizzata che gestisce, con il sostegno
di terroristi jihadisti, nazisti, neofascisti, mafie, la sedicente Comunità
Internazionale, preparato il terreno con “pandemia”, virus potenziati e sieri
contaminanti, ora inonda il mondo con le avanguardie degli utili idioti giovanili
impegnati a terrorizzarci con “l’emergenza clima” (a gestire la quale si
prepara anche l’OMS). Intanto, imbrattando e rovinando opere d’arte, sono
utilizzati per farci perdere ogni rispetto e identificazione nella nostra cultura,
fondamentale ai fini della rimozione della memoria e per la disponiblità a farsi
denaturare con l’I.A.
Israele ci mette del suo facendo navigare il popolo eletto
e i suoi estimatori su l’ennesima alta marea di sangue palestinese.
MAFIA-TERRORISMO,
FRATELLI GEMELLI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
La Genesi, “BECCATA DEL PICCHIO XIV”
https://rumble.com/v2m7gna-beccata-del-picchio-puntata-14.html
Le beccate del Picchi0 XIV, vanno a:bucare la corteccia di
menzogne che copre:
I connubi regimi-mafie-terrorismo che si
sono impadroniti di gran parte dell’Occidente Politico, detto “Comunità
Internazionale”, o Patto Atlantico-
Epicentro Italia di questa strategia a
partire dal 1945, Portella della Ginestra, con escalation a partire da Piazza
Fontana e fase decisivi costituente degli attentati del 1992-93. I gestori
Andreotti e Berlusconi.
Il mini-Pentagono italiota di
Crosetto-Melonsky tra bastonate sociali e fiscali ai cittadini, regali agli
sponsor ricchi, contributo al massicidio armato globale.
Perché in Francia sì e da noi niente?
Questione Landini.
Una staffetta della pace dura un giorno, il
referendum contro la guerra e le armi è per sempre.
CRIMINALITà
ORGANIZZATA
BYOBLU-MONDOCANE XXIII
La guerra dei terroristi al “terrore”, parte da noi nel 1969
e nel mondo l’11 settembre e va in escalation con la militarizzazione
planetaria decretata dalla Cupola con sede negli USA.
Bill Gates mascherinizza ed elettromagnetizza le mucche
contro quello che chiamano il “cambiamento climatico”. Un mondo senza CO2 destinato
a morte.
La Melensky rilancia il decreto Draghi che sansebastianizza
la Sardegna con 1.500 pale eoliche alte come la Tour Eiffel. Non bastava il 65%
di servitù militari inquinanti come una guerra mondiale.
La Francia massacra Macron, Melensky e i ricchi massacrano
l’Italia e i poveri.
3 anni di pandemia per cambiare il mondo creare nuovi
trilionari e miliardari e nuovi miliardi di morti di fame.
1.maggio di provocazioni del regime dei signori e di
depistaggi di furbi ai danni degli ingenui
In EcoMondocane , a parte le sevizie all’orsa carcerata e da
fucilare, una fantastica sinossi del medico Daniele Giovanardi su
tre anni di “pandemia”:cosa si sarebbe dovuto fare e cosa di sbagliato, o
infame, s’è fatto.
Canale 262: Domenica
20.30, lunedì 12.30, martedì 14.30, mercoledì 12.30, giovedì 14.30, venerdì
18.30, sabato 08.00
VISIONE TV
https://www.youtube.com/watch?v=jWdbKYI4cag
Cariamici, colleghi, compagni,
passsanti,
Con Francesco Toscano alla conduzione
e con Giulio Tarro, Angelo Distefano e la consigliera comunale di Pesaro
Lisetta Sperindei, abbiamo discusso della manifestazione a Pesaro contro il
progettato Centro Ricerche, o Biolab se preferite. Il sottoscritto era
accerchiato.
So benissimo che con la mia posizione
sull’evento, su chi l’ha organizzato e sul tema dei biolaboratori in Italia, mi
sono fatto un sacco di avversari, critici, se non nemici (a giudicare dalla
virulenza emotiva di certe reazioni). Succede quando si viola un tabù e quando
si demolisce un totem.
Il tabù è la paura del virus e,
subito dopo e insieme, del finto e pernicioso vaccino. Su questa paura si è
innestato un processo alle intenzioni, come quelli alle streghe nel Medioevo, o
ai no vax, no green pass, o “putiniani” oggi. Il tabù è la messa in discussione
di un fatto aprioristicamente affermato come certo: il biolab, allestito da
criminali provati, potrà produrre e diffondere virus letali, come Wuhan in
Cina. Il totem è la paura del virus che tanti accomuna e che di uno stato
d’animo collettivo fa rassicurante comunità. Tanto da oscurare ogni altra
priorità: la guerra, la truffa climatica, la dittatura OMS in arrivo, lo
sfascio programmato del paese con le famigerate autonomie degli egoisti, la
strategia su vari piani della depopolazione, l’assalto davvero feroce al lavoro
e ai lavoratori (1.maggio).
Quello di uscire dalla paura
collettiva di un dato fenomeno è una necessità che comporta l’allargamento
della propria visione del mondo e, dunque, una faticosa maturazione politica.
Restare legati a quella paura monotematica si risolve in psicosi e rischia di
essere manipolata da chi sa manipolare.
Sfatiamo il tabù. Si parla di biolab
come quelli ucraini che gli USA vorrebbero disseminare in Italia. Non c’è lo
straccio di un’indicazione che questo sia programmato, o stia succedendo. Ma
basta a terrorizzare. Si afferma che il Centro di Ricerche di Trieste, modello
di nequizia sanitaria, sarebbe impenetrabile e incontrollabile. E chissà quali
orrendi esprimenti vi si praticherebbero (ovviamente sempre al congiuntivo). E’
un clamoroso falso da attribuire alla mania di scoop di una inviata della
trasmissione “Fuori dal Coro”. Il centro triestino è aperto, visitabile da
giornalisti, scienziati, politici, addirittura scolaresche e del tutto sotto
controllo. Come tutti gli altri centri di ricerca. Si identifica ogni centro di
ricerche, dallo Spallanzani (benemerito) al S. Raffaele, come laboratorio di
armi biologiche che rischiano di essere utilizzate contro di noi, o che
rischiano di scappare in mezzo alla gente, come a Wuhan.
Su Wuhan, anche in funzione
geopolitica, si è raccontato tutto e il contrario di tutto. Su Fort Detrick, il
biolaboratorio delle Forze Armate USA, da cui effettivamente sono usciti agenti
patogeni (a partire dal lontano Antrace) e che ha dovuto essere chiuso, non
senza aver provocato epidemie di malattie respiratorie nella regione
(Maryland), né Fracassi, né altri hanno mai detto niente.
Lascio l’attenzione che vi resta alla
visione della trasmissione. Chiudo qui, come nel programma di Toscano, con
l’invito a superare il totem della paura, soprattutto quella senza basi
accertate, e a strafarsi piuttosto di rabbia, indignazione e coraggio. Contro
nemici certi, che non mancano. Quanto alle mie differenze rispetto al lavoro
del collega Fracassi, ci sarà presto modo di spiegarle.
IPOCRISIA
VentIcinqueaprilisti,
pacifisti, ecologisti, golaprofondisti…
BYOBLU-MONDOCANE XXII
Rischiando
di farmi dare del soggettone, ho iniziato il mio intervento, nella bella festa
del 25 aprile al Teatro Flavio di Roma, stonando una canzone partigiana in
sostituzione di “Bella Ciao”, ormai inutilizzabile per eccesso d’abuso di non
titolati. E’ quella che fa “Forza, che è giunta l’ora, infuria la battaglia
/ per conquistar la pace, per liberare l’Italia…”. Una modesta, ma
volenterosa risposta a chi del 25 aprile ha fatto scempio quanto della detta
canzone, scrivendosi addosso la massima di Francois de La Rochefoucauld:
“L’ipocrisia
è il tributo che il vizio paga alla virtù”.
Essendo
la virtù quanto avvenne il 25 aprile 1945, il vizio tutti coloro che sotto
quella data hanno fatto germogliare la propria doppiezza, corruzione,
impostura, vertici dello Stato compresi. Ed essendo l’ipocrisia la ciambella
che li tiene a galla.
La
Cina fa scoppiare la pace in Medioriente e prova a ventilarla in Ucraina,
l’Occidente politico fa scoppiare guerre in un’Africa che promette di prendere
il largo dal neoclonialismo.
Un
presunto whistleblower di documenti CIA segretissimi, copre un disperato
tentativo di rimettere in riga le forze.
Il
Dalai Lama, stipendiato CIA, con la sua linguaccia da far succhiare ai bambini,
rivela di che pasta fosse fatta la tanto celebrata, quanto feroce tirannia
feudale pedofila dei monaci buddisti in Tibet.
E’
la segretaria ecologista, pacifista del partito della sinistra e dei
lavoratori? Quante sorprese! Inceneritore sì, armi al fantoccio despota di Kiev
sì, assassinio di un’orsa-mamma e dei suoi tre cuccioli sì. In compenso vanta
un’addetta al suo abbigliamento a 150 euro l’ora e al suo shopping a 300 euro
all’ora. E così che si porta avanti la causa dei disoccupati, dei precari, dei
15 milioni di poveri tra assoluti e quasi.
E
dopo aver squartato e avvelenato la Sardegna a forza di poligoni ed esplosioni,
non vogliamo farla partecipe dalla transizione ecologica? 700 pale eoliche in
terra e in mare, alte fino a 300 metri, a occupare una distesa pari a 10.000
campi di calcio. Fa bene agli umani, ai tonni, agli uccelli di passo, al
turismo.
E
molto altro.
In onda
domenica 30 aprile alle 20.30, poi lunedì alle 12.30, martedì alle 14.30,
mercoledì alle 12.30, giovedì alle 14.30, venerdì alle 18.30 e sabato alle
08.00.
LA
GENESI - BECCATA DEL PICCHIO XIII,
https://rumble.com/v2l2gei-beccata-del-picchio-puntata-13-verso-la-guerra-infinita.html
Fulvio Grimaldi, il picchio, dedica
le beccate di questa puntata alle variazioni abusive che si sono viste delle
celebrazioni del 25 aprile, nelle quali si è esibito chi da decenni non fa
altro che sotterrare i valori originari ricordati in quella data, accettando e
promuovendo nuove occupazioni straniere, nuove sottrazioni di sovranità, nuovi
totalitarismi, nuove guerre agli strati popolari e ad altre nazioni.
Altra fortissima beccata arriva
all’anticultura della militarizzazione di società, politica, comunicazione,
geopolitica come si esprime, oltre che nelle guerre guerreggiate, in una
prospettiva di guerra eterna, come risulta implicita nello spaventoso
incremento delle spese militari in tutto l’Occidente politico. Chi è massimo
protagonista e traino di questa corsa alle armi sono da sempre gli Stati Uniti,
la cui spesa militare è pari a quella dei dieci paesi successivi messi insieme.
Se il bilancio del Pentagono arriva a quasi mille miliardi e quello della NATO
a 1 trilione e 232 miliardi, l’Orso russo, cui i nostri falsari mediatici
attribuiscono ogni aggressività, impegna nel militare appena 86,4 miliardi.
Complessivamente il mondo è arrivato
a una spesa globale di 2.240 miliardi, più 3,7% rispetto a solo un anno prima.
Altra beccata, alla luce dei recenti
attentati al gasdotto Nord Stream, alla figlia del filosofo russo Alexander
Dugin, Daria, al blogger russo Tatarsky, all’Istituto di Cultura russo a Cipro
e ricordando l’uso terroristico di bande di mercenari, jihadiste o naziste,
punta a coloro che, a partire dall’attentato dell’11 settembre, fanno
sistematico ricorso al terrorismo in quella che chiamano “guerra al terrorismo”.
Immancabile e doverosa anche la
beccata alla Corte di Cassazione che, con l’assoluzione definitiva dei
responsabili, ha voluto affermare, contro ogni evidenza storica, che “non è mai
esistita la trattativa” che ha reso esponenti dello Stato partecipi della
cogestione con la mafia delle sorti di questo paese. Tragedie incluse. Addio
Terzo Potere.
A
MILANO CONTRO LE GUERRE
BECCATA
DEL PICCHIO XII, OCCHIO ALLE DISTRAZIONI DI MASSA
https://rumble.com/v2jljie-beccata-del-picchio-puntata-11.html
MILANO
Nei miei giri di promozione del referendum L’ITALIA RIPUDIA
LA GUERRA (portavoce del Comitato, Enzo Pennetta) che opera in coordinamento
con il Comitato “Generazioni future”, ho avuto la bella opportunità di
intervenire alla riuscitissima manifestazione di “Miracolo a Milano”, condotta
da Alessio Gasperini, nel capoluogo lombardo.
Come vedrà chi avrà il tempo e la disponibilità di guardare
il video, l’intervento prova a riunire puntini rappresentanti diverse e
variegate operazioni belliche contro di noi, non necessariamente tutte
impieganti armi esplosive. Si va dalla patologia necrofila dei manovratori
delle guerre Nato, che si succedono ininterrotte da decenni, alla strategia di
depopolazione perseguita dai poteri della transumanità che utilizzano strumenti
sanitari, manipolazioni gender, processi di disgregazione delle identità
individuali, collettive e nazionali, l’azzeramento culturale attraverso la
rimozione della memoria, l’annichilimento dell’intelligenza naturale mediante
l’universale applicazione di quella artificiale.
E non mancano i nomi degli autocrati finanzcapitalisti
responsabili dei crimini contro l’umanità che oggi i prosseneti mediatici ci
accreditano quali operativi della reggenza democratica globale.
PICCHIO
Cosa c’è di vero e cosa di finto – e ipocrita – nella rissa
sulla “sostituzione etnica”. Chi c’è davvero dietro alle migrazioni di massa e
cosa se ne vuole ottenere. Che siano gli stessi delle guerre, della truffa
climatica, degli inceneritori, degli omogenitoriali con uteri in affitto, degli
occhi strizzati a mafie e speculatori, dell’assalto al Terzo Potere dello
Stato, quello giudiziario?
Perché (non) andare a Pesaro nel giorno mondiale della festa
del lavoro e dei lavoratori? Cosa preme di più? Un ipotetico Centro di Ricerca
pubblico, per ora garantitoci analogo più al nostro centro d’eccellenza Lazzaro
Spallanzani che a uno dei biolaboratori installati dagli USA di Biden in
Ucraina? O opporci a chi trascina noi e il mondo di guerra in guerra? O impedire
all’OMS di conferire un potere assoluto sulle nostre vite a un malfattore al
servizio dei Grandi Poteri? O bloccare un governo vendipatria che vuole
smembrare la nazione riducendola in piccoli frammenti?
La scelta è tra danno in atto e pericolo incombente, e
ipotetico rischio futuro.
Dove una scelta non si dà è in Trentino, dove un
autonominato giustiziere arriva addirittura ad assassinare una creatura
catturata, un prigioniero impossibilitato a nuocere, colpevole di avere difeso
la sua prole, piccoli ora incapaci di provvedere a se stessi e abbandonati a
morte sicura. Maurizio Fugatti, spari su innocenti. E quella dell’orsa,
costretta in un territorio che tu, uomo, hai sottratto ad altri viventi e
colonizzato, vale la vita tua, mia, di qualunque essere vivente. Essendo la
vita di una vittima, vale anche di più. Come quella di un qualsiasi
palestinese. Se siamo contro Biden, siamo contro Fugatti. A fianco della madre
del ragazzo ucciso.
FREMITI
NELLO STATO MAFIA: GILETTI, ORLANDI, PICCIOTTI VARI
Visione
TV con Francesco Toscano, Salvatore Borsellino, Aaron Pettinari, Fulvio
Grimaldi
https://www.youtube.com/watch?v=P2Gt5q2f3aI
FREMITI
NELLO STATO CANAGLIA: LA BUFALA DEI PENTAGON PAPERS
Intervista di Paolo Arigotti a Fulvio Grimaldi
(293)
4 chiacchiere con Fulvio Grimaldi - I pentagono papers - YouTube
Sembrerebbero argomenti vicinissimi a noi, ma distantissimi
tra loro. Se però diamo retta alla maestra delle maestre, Maria Montessori e
uniamo i puntini, troviamo il solito contesto nel quale, oltre ai burattini
sulla scena, vediamo anche i burattinai e il loro copione.
Cosa c’entra, con Giletti, Boiardo, Pietro Orlandi, la
bomba-petardo con cui si vorrebbe convincere i gonzi che una recluta
ventunenne, fissata di videogiochi, avrebbe sparso al vento (chiamiamo così il
New York Times, il Washington Post, la presunta agenzia investigativa
Bellingcat, e altri tentacoli dei servizi anglosassoni) segretissimi segreti
militari di Stato?
C’entra, perché quando si verifica un uragano tra cime
tempestose, sbattono le foglie anche lontani cespuglietti. Del resto è la
consuetudine che ce lo insegna: all’ombra del tumulto tra grandi, anche gli gnomi
da giardino si agitano. Questione di risonanza.
L’equazione impostaci nel 1945 è sempre quella. Stato
mafioso e mafia di Stato, dai tempi di Andreotti, condannato per mafia e poi prescritto
(e nel contempo muoiono ammazzati Aldo Moro, Albino Luciani e lo sfrucugliatore
di mafiastato e Vaticano Mino Pecorelli), ai tempi di Graviano-Delfino-Mori-Berlusconi
(e nel contempo ci fanno le stragi e non si uccide, ma si fa saltare, un
giornalista che ci mette il naso). Con in mezzo qualche variante, della quale
si occupano Licio Gelli e Gladio.
Ma le scosse all’organismo partono da lontano. La centrale
elettrica ha subito un terremoto. Che ha fatto saltare valvole e apparecchi di
sicurezza. La globalizzazione è andata a sbattere contro una formazione
geologica rocciosa la cui emersione dalle viscere della Storia è riverberata
intorno al mondo, producendo effetti dirompenti ovunque. Dall’accoppiamento Putin-Xi
Jinping a Mosca gran parte di un mondo sonnecchiante nella narcosi
globalizzante, si è svegliato e ha prodotto per partenogenesi tanti BRICS. Che,
per scambiarsi le cose hanno iniziato a buttare il biglietto verde e a
utilizzare quelli neri, gialli, rossi.
Problema. Per gli altri. Era sulla barchetta di carta e
cannoni, fatta con biglietti verdi, che veleggiava la globalizzazione con comandante,
partenza e arrivo unici e prefissati.
E siamo ai pizzini partiti dal Centro di Comando della CIA
(dal quale ovviamente nulla è mai trapelato, né può trapelare), fatti uscire dai
videogiochi dell’aviere del Massachusetts. E prontamente gonfiati e fatti
volare dalle pagine di Bellingcat (MI6) e dei fiduciari NYT e WP.
Uno ha rivelato che Zelensky e i suoi reparti SS sono messi
maluccio, per cui urge rompere quel maledetto tabù e far arrivare i lungamente
richiesti F-15 o F-16 USA, o i Mig 17 slovacchi e polacchi (già arrivati). Altri
due sono finiti a Pechino e al Cairo con le parole “Guardate che sappiamo
che state fornendo armi ai russi”. Un altro ancora l’ha ricevuto il serbo
Vucic con l’avviso “Lo diciamo ai tuoi soci russi che stai mandando armi
agli ucraini!”. Il socio ballerino NATO, Erdogan, è stato rimproverato per
rifornire di armi i decapitatori della Wagner, il Sudcorea per non fornire
abbastanza armi a Zelensky. La stessa Pechino, perché scoperta a rimpinzare
Putin di “armi letali”. E via avvertendo e minacciando.
Dunque, altro che whistle blower, o gola profonda. Accuratamente
improvvisata opera di disinformazione planetaria. Garantita, a dispetto della
rozzezza di chi mena colpi alla disperata, dal concorso unanime dei media.
Segni che la situazione sta sfuggendo di mano a quelli dei
pizzini dell’aviere Jack Teixeira. Una crisi di nervi che si ripercuote su di
noi col tentativo di stabilizzare questo mattoncino Lego nella sua storica
funzione di contribuire a tenere in piedi il palazzo, o Grande Carcere. E
quando perfino un’altissima figura come il Capo dello Stato si precipita nel
paese più istericamente guerrafondaio della costellazione a stelle e strisce,
la Polonia, ad avallare la sceneggiatura holliwoodiana del Jack the Ripper
russo che stermina bambini e decapita prigionieri, si capisce perché, anche qui
da noi, i nanetti da giardino si agitino.
Il resto nelle trasmissioni. Con meno oscure e forzate
metafore.
La mobilitazione per la liberazione di Julian Assange, il
giornalista che con il suo Wikileaks ha smascherato menzogne, occultamenti e
delitti del cartello criminale imperiale, sta mettendo in crisi l’intero
apparato dell’informazione manipolata e pilotata.
Nel quarto anniversario della sua cattura da parte della
polizia inglese, che a forza lo ha estratto dall’ambasciata dell’Ecuador in cui
era stato prima accolto e poi sequestrato e dopo quattro anni dio inumano
trattamento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, diventano
inarrestabili nel mondo.
Il muro dell’omertà e della viltà dell’informazione
generalista si va sgretolando. L’enormità del sopruso inflitto a un giornalista
che non ha fatto che il suo dovere, e il significato che tale sopruso comporta
per la libertà di stampa nel mondo, occidentale, dominato dalle oligarchie
dell’informazione, ha fatto breccia anche tra chi prima esitava a unire la sua
voce alla protesta.
Da Roma a Milano, da Londra a New York, da Canberra a
Berlino e Parigi, si succedono presidi, cortei, flashmob, convegni per esigere
la liberazione di questo nostro martire della libertà.
Il proposito di estradarlo negli USA e farlo rinchiudere a
vita, silenziando per sempre lui e tutte le voci libere nel mondo diventa, con
ogni mobilitazione, un crimine sempre più difficile da realizzare, anche per la
sedicente “patria della democrazia”.
Crolla la sistemazione imperialista del Medioriente
LA PAX CINESE CONTRO LE GUERRE ATLANTOSIONISTE
https://www.youtube.com/watch?v=-s5VZgnGD70
Partiamo
dal fatto, consolidato da Storia, cronaca, logica ed esperienza personale, che
di quanto emana, anzi rigurgita, da CIA, MI6 (i servizi esteri britannici),
Mossad e Shin Bet (il servizio interno israeliano) è sistematicamente inteso a
prenderci per le chiappe. E’ falso 10 volte su 10 e, anche fosse vero, diventa
falso per le intenzioni recondite che cela.
Poi
ogni tanto inciampano. La pietra d’inciampo, l’altro giorno, è stato il povero
nostro connazionale Alessandro Parini che, sulla sua pelle, ha fatto
un’esperienza diretta dell’ospitalità israeliana.
Prima
la polizia sparacchiona locale ammette che il ragazzo è stato colpito da un
proiettile, che tale proiettile si trova conficcato nel corpo di Parini e
precisamente nella gamba, anzi no, nella testa. Passano poche ore, arriva ad
affrontare l’immane imbarazzo della verità, il più esperto servizio segreto
domestico del mondo: “Non c’è nessuna pallottola, nè nella gamba, né nella
testa, ma il giovane è stato ucciso dall’immancabile terrorista arabo,
lanciatosi a velocità folle sul gruppo di turisti”.
C’è
poi quel supertifoso del Tel Aviv, tale Stefano Piazza di “La Verità”
(encomiabile giornale per quello che scrive contro il complotto Covid) che
bonifica le bugie dello Shin Bet mettendoci il carico da 90: “E’ uscito
dalla macchina e ha sparato all’impazzata”. Fa il paio con quanto, travolto
dall’orgasmo sionista, aveva scritto sulla moschea di Al Aqsa, stuprata dai
militari israeliani: “Nella moschea si erano asserragliati militanti armati
fino ai denti”. E’ uno che non teme il ridicolo tombale, quello che con una
risata seppellisce lo scribacchino.
Che
non conosceva. Per lui avrebbe potuto anche essere fratelli arabi del Kuweit, o
di Beirut. O magari suoi cugini. E non era nemmeno un terrorista, tantomeno un
estremista. Pacifico negoziante di giocattoli, che con la moglie faceva anche
le pulizie in scuole israeliane, arabo dei dintorni di Tel Aviv, da una vita in
pacifica convivenza con gli israeliani ebrei, e pure cittadino israeliano.
Cosa
raccontano i suoi parenti? Che, padre di sei figli, erano notti che non dormiva
per qualche grossa preoccupazione finanziaria. Che non aveva mai fatto niente,
né di politico, né di militante (e la polizia conferma), che deve aver sbandato
e quindi fatto finire la macchina sul gruppo di turisti.
Sarò
inguaribilmente fazioso, ma è da oltre sessant’anni che bazzico da quelle parti
e mi risulta, personalmente e generalmente, che se vogliamo stabilire una
relazione aritmetica, le verità israeliane stanno a quelle palestinesi nel
rapporto di 1 a cento. Sulla falsariga del rapporto tra quanto dicono Zelensky
o Biden e quanto dice Putin. Non sempre subito, ma dopo un po’ ci sono sempre
le prove.
Nell’intervista,
ricordato quanto hanno fatto Netaniahu e il camerata Ben Gvir ai palestinesi
negli ultimi giorni (settimane, mesi, anni, decenni…) per distogliere gli occhi
dei concittadini dalle malefatte loro e di tutto il regime (senza riuscirci, a
quanto pare oggi), diamo un’occhiata geopolitica all’insieme della regione. Vedendo
cose che ai Netaniahu e soci atlantici e atlanticisti devono essere andate di
traverso come niente dai tempi delle botte date da Pancho Villa ai soldati
yankee invasori.
Ed
è anche per questo che la giunta di Tel Aviv ha scatenato, o minacciato,
l’inferno su palestinesi, siriani, iraniani. Gesti mossi dall’ira, più che dal
raziocinio. Già, perchè arrivano in ritardo sulla crepa apertasi nella regione
e che minaccia di inghiottire sia la Grande Israele, sia tutte le basi
americane: la pax cinese.
Dite
quello che vi pare della Cina, ma qui Xi Jinping ha inflitto ai maniaci delle
provocazioni e aggressioni, una lezione da farli restare in ginocchio sui
fagioli per il resto dell’impero cadente. Il superamento del conflitto nelle
varie aree del Medioriente, tenuto in vita per gestire l’ordine, anzi il
disordine locale (e la vendita di armi), avvicinatosi con la stretta di mano,
realizzata a Pechino, tra i due giganti della regione, Iran e Arabia Saudita
(con al seguito monarchie e Stati laici soddisfattissimi), rischia di mettere
fuori gioco sia l’imperialismo necolonialista euroamericano, sia il ruolo
israeliano di pivot regionale (e oltre) per chi deve vivere e chi deve morire.
I
dettagli nell’intervista.
Colpi di coda contro la
pace “cinese” in un Medioriente che cambia faccia… e la cambia al mondo
Ostacolato
nella manovra contro la magistratura, portata avanti nel quadro della lotta
della comunità NATO per eliminare due dei tre Poteri, legislativo e
giudiziario, isolato nella sua bellicosità dalla rimessa in questione, per mano
della Cina, degli storici conflitti nella regione, il regime parafascista di
Netaniahu e Ben Gvir, pratica il solito diversivo della guerra ai palestinesi e
alla Siria, in atto, e di quella annunciata contro l’Iran.
Dopo
la ripetuta irruzione nella Moschea di Al Aqsa, terzo luogo sacro dell’Islam,
in violazione di tutte le convenzioni, con pestaggi, ferimenti e arresti di
centinaia di fedeli inermi in preghiera, l’esercito israeliano ha lanciato la
sfida alle modeste risposte praticate da Hamas da Gaza e dal Libano, con alcune
decine di razzi, sostanzialmente inoffensivi
Ha
colpito i campi profughi palestinesi in Libano, campi della disperazione e
dell’abbandono, da cui afferma siano partiti i razzi, ma ha evitato di lanciare
missili sulle basi di Hezbollah, memore delle due sconfitte subite da queste
milizie volontarie nelle due invasioni del 2000 e 2006. Ma ha raso al suolo
l’inerme Gaza, polverizzando di nuovo edifici di abitazione, ospedali, una
scuola, infrastrutture produttive e dei servizi basilari.
Questa
feroce escalation non deve essere attribuita solo agli istinti razzisti e al regime di apartheid che non possono non
essere attribuiti al regime di Netaniahu e Ben Gvir. Segue a una progressiva
intensificazione delle misure repressive (che vedono, tra le altre violazioni
dei diritti umani, 1000 palestinesi detenuti da anni senza processo e senza
accuse. Invasioni di abitati palestinesi, in particolare nel campo profughi di
Jenin e nella città di Nablus, si sono succedute, provocando decine di morti e
centinaia di feriti, Ovviamente, quel poco che, con mezzi praticamente
inesistenti, i palestinesi riescono ad opporre agli assalti di uno degli
eserciti più potenti del mondo, come anche le reazioni spontanee di popolazioni
esasperate e senza speranza, meritano in Israele, come nella nostra sedicente
Comunità Internazionale, la qualifica di terrorismo.
Tutto
questo succede nella totale immunità dello Stato dei soli ebrei, come si
definisce costituzionalmente Israele, in faccia a 7,5 milioni di palestinesi
(tra cittadini di Israele e cittadini di niente), tollerato dallo stesso
Occidente politico che riversa i beni, le armi, i soldi dei propri cittadini,
per quanto malmessi, nella tirannia guerrafondaia di Kiev.
“Comunità
internazionale” che, con ogni evidenza condivide la prospettiva del regime
israeliano di uno Stato monocratico, vale a dire del solo potere esecutivo,
affrancatosi dagli altri due. In Ucraina questo progetto è realizzato, da noi,
in Francia, negli USA, in Israele, ci stanno lavorando. Sarebbe il Grande
Reset. Per cui, piena comprensione a Netaniahu, Ben Gvir, all’esercito di
occupazione e ai suoi paramilitari delle colonie, se con il diversivo
dell’aggressione ai palestinesi, queste forze del Nuovo Ordine cercano di
distogliere la popolazione ebraica dalle sue potenti proteste contro il
governo.
Ma
sicuramente l’escalation di Netaniahu è determinata anche da un altro movente. Il
risolutivo – per una prospettiva di pace e stabilizzazione - intervento
diplomatico della Cina in Medio Oriente ha profondamente alterato i fin qui
consolidati equilibri geopolitici regionali. A netto scapito di chi vi agiva da
manovratore dei fili, USA, Israele e, in misura, minore l’UE, e con grande
vantaggio di chi si muoveva per superare tensioni e conflitti.
La ripresa dei rapporti diplomatici
tra i due grandi protagonisti dell’annoso scontro strategico (ma fatto passare
per religioso), Iran e Arabia Saudita, sancita a Pechino grazie alla mediazione
di Xi Jinping, con annessi accordi per reciproci investimenti economici e un
comune apparato di sicurezza per la regione, cambia le cose nel Medioriente,
con effetti su tutta la geopolitica mondiale.
Le ricadute sono
incalcolabili. Si ripercuotono beneficamente su tutti i conflitti che da anni e
decenni divampano in Medioriente, con per protagonisti, diretti o dietro le
quinte, questi due stati, Iran e Arabia Saudita, che si affrontavano per interposte
milizie, armamenti e finanziamenti. In Siria gli aggressori, a parte i
bombardamenti e l’occupazione curdo-statunitense del Nord Est e i jihadisti
protetti dai turchi a Idlib, sono le bande terroriste addestrate e armate dagli
USA e finanziate dai sauditi e dagli Emirati. In Yemen i sauditi e Abu Dhabi,
guidati dai radar e dall’intelligence USA, bombardano da 8 anni (300.000 morti,
quasi tutti civili, distruzioni inenarrabili, colera e fame) e Tehran sostiene la
lotta di liberazione degli Houthi. In Libano i sauditi agiscono per interposte
fazioni musulmane e cristiane per controllare il paese, già cassaforte della
regione, ed eliminare dalla scena l’unica vera forza di difesa nazionale, gli Hezbollah,
che se la devono vedere anche con Israele.
Preparata dalle aperture alla
Siria di Assad, perno di tutta la conflittualità Mediorientale, da parte di Egitto,
Oman, Lega Araba, e ora anche Emirati, la ripresa di rapporti normali tra
Arabia Saudita e Iran, grandissimo merito della Cina (che, come per l’Ucraina e,
più in generale, con la Via della seta, si muove lungo l’asse della
multipolarità e della coesistenza, cambia le carte in tavola. Sottraendo quelle
decisive per la “strategia del caos” a USA, Regno Unito, UE.
Potrebbe essere una
rimodulazione in positivo delle sorti dei popoli di questa regione e dei loro
rapporti reciproci. Netaniahu, con la sua arma di distrazione di massa,
che si unisce a quella di distruzione di massa, praticata da 70 anni su
palestinesi e popoli arabi vicini, per assicurare il dominio all’imperialismo,
è contro questa prospettiva che ha scatenato le sue provocazioni contro i
palestinesi, la Siria e l’Iran.
GANGS
OF NEW YORK
La corte
distrettuale di Manhattan incrimina Donald Trump
Visione TV –
Conduce Francesco Toscano. Partecipano Giammarco Landi e, dagli USA, Umberto
Pascali
Fallite
le operazioni Russiagate e Capitol Hill, rimanevano le elezioni truccate a
favore di Biden. Fallito, con la sua candidatura alle presidenziali del 2024,
per le quali risulta già il favorito, il tentativo di eliminarlo dalla scena
politica, restava la via giudiziaria.
L’aspetto
grottesco nel quale sprofonda l’intera operazione, è la natura ibrida e quindi
compromessa in partenza, del sistema giudiziario USA, nel quale i magistrati sono
esponenti di partito e, come nel caso del Procuratore di Manhattan, sono
obbligati a fornire risposte a chi li ha fatti eleggere. E’ la clamorosa
negazione del principio della divisione dei Poteri, alla base della democrazia.
Alvin
Bragg, procuratore distrettuale di Manhattan, è iscritto al partito Democratico
e, quindi, infeudato alle manovre dei famigli di Biden e dei suoi alleati Neocon
per impedire a Trump di costituire un’alternativa, probabilmente vincente, alle
prossime elezioni. Infatti, dopo l’incriminazione, i sondaggi indicano un’ulteriore
impennata del sostegno all’ex-presidente.
La
clamorosa disparità di trattamento di media e magistratura tra Trump e Biden,
sommerso da infiniti scandali di corruzione insieme al figlio Hunter, dei cui
misfatti, rivelati dal suo computer, autorità di polizia e giudiziarie
impediscono la pubblicazione e l’incriminazione.
I
risvolti interni e internazionali di un conflitto tra Trump e l’establishment
al potere, sul piano delle politiche economiche (banche, farmaceutici,
industria militare, delocalizzatori, contro industria manufatturiera
nazionale), come sulle strategie geopolitiche (globalismo, unipolarismo contro
multipolarismo e distensione).
Donald
Trump non è un eroe dell’emancipazione dei popoli. Durante la sua presidenza ha
subito condizionamenti anche pesanti e ha compiuto scelte dagli effetti negativi,
a partire da Medioriente e America Latina. E’ da vedere se sono da attribuire a
iniziativa autonoma, o a costrizioni che rimandano alla fine dei due Kennedy.
Ma il ruolo assunto dalla Cina a fianco della Russia di Putin e i suoi
clamorosi successi nella mediazione per la fine dei conflitti in Medioriente,
insieme alla crescita del ruolo dei BRICS, potrebbero contribuire a creare un’ambiente
favorevole agli obiettivi di pace che Trump ha annunciato di voler perseguire nel
caso di una sua nuova presidenza.
Fulvio
COLPO
DI STATO MONDIALE
OMS, NUOVO TRATTATO PANDEMICO INTERNAZIONALE, NUOVO
REGOLAMENTO SANITARIO INTERNAZIONALE, UN DIRETTORE GENERALE DA INCRIMINARE PER
IL PRESENTE COME PER IL SUO PASSATO
Visione
TV https://youtu.be/OpZcdtzkb5U
Con Daniele Giovanardi, Marco Rizzo e Fulvio Grimaldi.
Conduce Francesco Toscano.
Quello che, quatti quatti, gli abbondantemente sovvenzionati
funzionari dell’OMS, sotto gli occhi dei benefattori di Big Pharma, governi
amici, Bill Gates, stanno complottando a Ginevra, è la definitiva fine di ogni
sovranità statale e autodeterminazione degli individui e delle comunità. A
governare il mondo nelle sue manifestazioni di vita, salute, prevenzione, cura,
in ogni suo aspetto, sarà l’organismo transnazionale non eletto - e nemmeno ONU – legittimato da niente e
nessuno se non da se stesso e dai poteri globalisti del Grande Reset.
Tutto quello che concerne la proclamazione dello stato
d’emergenza e relative restrizioni, sorveglianza, punizioni, costrizioni,
produzione e distribuzione di farmaci e rispettivi obblighi sarà, a totale
arbitrio, in capo a un uomo solo al comando: il feldmaresciallo Tedros Adhanom
Ghebrejsus, al secondo mandato da direttore generale dell’ente.
Sono in corso di elaborazione e verranno sottoposti al voto
dell’Assemblea Sanitaria Mondiale (quella dei paesi infelicemente aderenti
all’OMS) il nuovo Trattato Sanitario Internazionale e l’aggiornato (rispetto al
2005) Regolamento Sanitario Internazionale. Per il primo ci vorrà una
maggioranza dei due terzi per l’approvazione, per il secondo, quello
micidialmente decisivo, solo la maggioranza semplice.
Dopodichè sarà la dittatura mondiale di un gaglioffo
arrampicatore tigrino, neppure medico, che la eserciterà nel segno del
malaffare, della corruzione, dell’allineamento con i poteri della Cupola, dei
veri e propri delitti che hanno caratterizzato la sua carriera da Ministro
della Salute e poi degli Esteri del regime etiopico tra il 2000 e il 2018.
Il resto l’abbiamo già subito sulla pelle, a miliardi, sotto
la ferula dell’OMS e dei suoi sicari locali tra il 2020 e oggi. La natura
criminale di quella operazione nel segno della pandemia di un virus
contraffatto e di composti tossici inoculati forzatamente a grandi e perfino a
piccini, naturalmente immuni, sta venendo allo scoperto e ne stanno acquisendo
conoscenza masse crescenti di testimoni e, ahimè, di vittime.
Quello dell’OMS è un tentativo di riprendere quota e
rilanciare il progetto. Perfettamente in linea con i colpi di coda che sta
menando l’impero globalista in bancarotta.
Corre a tutti l’obbligo, per la salvezza della specie, umana
e altra, di impegnare ogni sforzo nella lotta alla programmata dittatura pseudosanitaria
mondiale e, in parallelo, al suo corollario costituito dall’imposizione della
guerra come elemento normale della vita dei popoli. Nessun elemento aggiuntivo,
a rischio di fungere da arma di distrazione di massa, deve minare la centralità
di questi fronti di lotta.
BANNATO PER LESA
SCHLEIN
Anche senza insulti,
dileggi, caricature, sarcasmi, la figlioccia italo-svizzero-statunitense di
Davos, Washington e Bruxelles è diventata un’INTOCCABILE.
Carriera trionfale
assicurata.
https://www.youtube.com/live/DvuPsKLOvK0?feature=share …
Ciao,
Come forse già saprai, le nostre
Norme della community
(https://blogger.com/go/contentpolicy)
descrivono i limiti di ciò che
consentiamo, e non consentiamo,
su Blogger. Abbiamo ricevuto una richiesta
di revisione per il tuo post
intitolato " SCHLEIN, UN ALTRO
PASSO VERSO
IL GRANDE RESET". Abbiamo
stabilito che viola le nostre norme e abbiamo
eliminato il post, in precedenza
all'indirizzo
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2023/03/schlein-un-altro-passo-verso-il-grande.html.
Perché il tuo post del blog è
stato rimosso?
I tuoi contenuti hanno violato le
nostre norme relative ai Contenuti
ingannevoli. Per ulteriori
informazioni, visita la pagina sulle nostre
Norme della community tramite il
link fornito in questa email.
NESSUN POTERE ALLO STATO, TANTO MENO AL
POPOLO. TUTTO IL POTERE AL DIRETTORE GENERALE DELL’OMS
Proclamazione di emergenze globali a totale
arbitrio dell’OMS, sulla base di rischi anche solo potenziali, giudicati tali
dall’OMS.
Leggi, misure, imposizioni, obblighi, restrizioni
non più decretati dalle autorità nazionali, ma dall’OMS.
Direttive sulla produzione, distribuzione e
autorizzazione di farmaci emanate unicamente dall’OMS.
Autorizzazioni a movimenti e viaggi riservate
esclusivamente all’OMS.
Controllo dell’informazione ed eliminazione
delle “Fake News” di esclusiva pertinenza dell’OMS.
Emergenze proclamate dall’OMS anche per
ragioni non strettamente sanitarie, ma anche climatiche e comunque afferenti al
“benessere della popolazione”.
I progetti di modifica del Trattato Sanitario
Internazionale e del Regolamento Sanitario Internazionale, attualmente in
elaborazione all’OMS a Ginevra, prefigurano un mondo distopico in cui la nostra
esperienza recente della dittatura sanitaria via vaccino Covid e quella, più
distante, dei regimi nazifascisti e dittatoriali in America Latina, appariranno
come modesti stage propedeutici per quanto vorranno apparecchiare i signori del
farmaco su mandato dei poteri impegnati nel Grande Reset.
Fulvio
https://rumble.com/v2ekztu-beccata-del-picchio-8-puntata.html
400
soldati italiani sono morti, 8000 sono malati, ma ai nostri generali, affetti
da Crosettite acuta, non gliene potrebbe fregare di meno, anche perché sono
loro che li hanno mandati a morire, senza protezione, tra le schegge, le
polveri radioattive, i residui tossici delle bombe all’uranio da loro lanciate
(o fatte esplodere) su Iraq, Jugoslavia, Somalia, Sardegna (ospitanti: i
poligoni).
E
ancora molto di meno, anzi del tutto, gliene potrebbe fregare a questi crosettisti,
ontologicamente irresponsabili e impunibili, dei milioni di iracheni, o
bosniaci, o serbi, uccisi, o frantumati nella salute per secoli, spesso neonati. Tanto più che ora la guerra ci
viene presentata come normale e inevitabile, pure giusta. Genocidi ma buoni,
nel nome dei diritti umani.
La
regola, nel tempo dei diritti umani, è questa. La propagano i caricatori di
munizioni mediatici, come la nota Francesca Mannocchi, formidabile icona di a
cosa si è ridotto il giornalismo in Italia, annosa sviata in Ucraina, dove fa
volare mongolfiere di balle, che applica il rossetto sul muso orripilante dei
missili all’uranio, ora elargiti anche agli spendibilissimi ucraini: non sono
poi tanto nocivi….
E’
gente allevata nel pollaio di Klaus Schwab, scopritore e addestratore di Young
Global Leaders da destinare all’esecuzione strisciante, o istantanea, a seconda
dei mezzi idonei, dei popoli che sono stati mandati a mutilare, contaminare,
uccidere.
Si
annuncia la decima giornata di mobilitazione e blocco totale in Francia e, sollevandosi
sulle sterminate folle lame di ghigliottine cartonate, torna possente l’immagine,
lì sotto, di Luigi XVI e di colei che voleva nutrire con brioches i morti di
fame che si accalcavano sotto gli ori e le ostriche di Versailles. Siamo alle
solite: Parigi val bene una rivoluzione. 300 città in fiamme reali e
metaforiche, 3 milioni in piedi e in movimento. Ed è alle soglie la decima giornata.
A dispetto delle teste civili fracassate dai flic, degli arresti e,
soprattutto, dei tagli di busta paga, susseguitisi di festa di lotta in festa
di lotta.
E
in Germania si prende nota. Bloccati treni, trasporti urbani, aeroporti. Da noi
ancora nulla. C’è Crosetto che ci tiene a bada con i suoi comitati per la “Diffusione
e valorizzazione della cultura della Difesa”. Del resto,, siamo messi tanto
bene.