giovedì 9 novembre 2023

GAZA --- --- SION-EURO-ATLANTISMO: SI SALVI CHI PUO’

 


 


GAZA

SION-EURO-ATLANTISMO: SI SALVI CHI PUO’

 

Visione TV-Dietro il Sipario

https://www.youtube.com/watch?v=Aw67PgWDPg4

https://youtu.be/Aw67PgWDPg4

Francesco Toscano ed Enrica Perucchietti con Simona Mangiante, Luca Marfè e Fulvio Grimaldi

 

Al di là della psicosi sanguinaria del Sionazismo, storicamente genocida e infanticida dai tempi di Isaia, la cui profezia di massacrare tutti gli Amaleciti Netaniahu ha promesso di realizzare, c’è da capire perché tutto questo è stato fatto succedere adesso e per andare dove.

C’è l’aspetto di rilevanza minore che riguarda la sorte di tre presidenti, ognuno con l’acqua alla gola. Biden aumenta la spedizione di armamenti letali tecnologicamente avanzati e, al tempo stesso, dà mostra di auspicare una qualche tregua, forme di protezione dei civili e bla bla bla. Deve stare ai compiti geopolitici assegnatigli da chi lo ha messo lì. Dall’altro lato, pensa di raccattare consenso tra un elettorato stufo di guerre e Israele, in vista delle presidenziali (alle quali, sciancato mentalmente com’è, non lo faranno arrivare.

Netaniahu si sbatte per la propria sopravvivenza politica, alla quale è disposto di sacrificare qualche milione di palestinesi, sopravvivenza minacciata da una rivolta del popolo ebraico geloso di una sua monocultura democratica per cui non gradisce l’abolizione della magistratura.

Infine, fa pena e voltastomaco il già politicamente rottamato Mahmoud Abbas (Abu Mazen), tirannello dell’ANP, che è riuscito a stare a galla a dispetto di essere il primo collaboratore di Israele in zona e grazie al fatto che non ha mai più consentito elezioni nei territori occupati, dopo la stravittoria di Hamas nel 2006. Qualcuno vorrebbe prendere questa mummia è farne il leader palestinese complice dell’obliterazione di un popolo che ha dimostrato di stare con Hamas “costi quel che costi”. Dà l’idea della lungimiranza di certi strateghi.

Dalla tattica di sopravvivenza di questi rottami della Storia e avanzi di galera della contemporaneità, passiamo alla grande strategia della sopravvivenza di colui che è stato dal 1945, grazie alla guerra fredda e al ruolo di valletta dell’Europa, il mazzabubù dei regolamenti in un paio di emisferi (Ovest e Nord). Non gliene va più bene una. Tutte le guerre dei vent’anni (dall’11 settembre) per la globalizzazione, o perse, o finite a schifìo. Potenza economica dissipata a forza di delocalizzare, stampare carta velina fatta passare per moneta, dissanguare la società e forza di trilioni per armi e guerre, esportare quasi più niente e importare quasi tutto, indebitarsi fino al punto di non poter rimborsare più nemmeno il portiere del palazzo.

Soluzione “metti in ginocchio la Russia” svaporata e risolta nel suo contrario. Cina prima sul filo di lana dello sviluppo e di parecchie lunghezze. Un “Terzo Mondo” che veleggia forte e rapido grazie ad altri venti in altre direzioni. Cina che scompiglia il gioco del divide et impera in Medioriente mettendo d’accordo Saudìa e Iran.

Rimaneva la carta “Abramo”, in effetti promettente e risolutrice. Non fosse stato per la Palestina e Hamas. Si erano detti a Washington e aveva fatto l’eco Bruxelles: la Cina fa il testimone di nozze tra Raisi e Bin Salman? Noi lo faremo tra Netaniahu e gli sceicchi, tutti della stessa pasta totalitarista nel fronte dei ricchi.

Togliendo chirurgicamente di mezzo la piaga purulenta del conflitto israelo-palestinese, creando il pantheon energetico-tecnologico-dollaroso di Abramo (Israele-Emirati-Bahrein-Marocco-Sudan e presto Arabia Saudita e, quindi, tutti gli altri), si poteva ripartire col controllo sull’80% dell’energia del mondo a propria disposizione e manipolazione. Altro che Opec e russi. E al diavolo la farsa della transizione ecologica.

Hamas gli ha fatto sgambetto. Il costo è l’immane sofferenza dei palestinesi. L’umanità gliene dovrà essere grata finchè dura sul pianeta.

Non finisce qui. Nel senso che nella trasmissione c’è molto altro. A partire, ancora una volta, dal terrorismo del 7 ottobre. Che è tutto israeliano.

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