martedì 28 maggio 2019

Esito della pantomima UE: cause ed effetti TUTTO UN PAESE NEL BUCO NERO INSIEME A CINQUE STELLE?



https://www.youtube.com/watch?v=H1rNagxuqF8   Interviste della Web-tv Byoblu (consigliata a tutti). Io ci sono dal minuto 35’20

Il gioco è, per i ragazzini come noi, il classico rimedio alla rabbia, al dolore, alla noia e alla tristezza. Purchè non sia un videogioco e lo si giochi in tanti. A rimediare allo scorno inflitto dai risultati a tutti coloro che non si sono fatti abbindolare dai monopolaristi dell’ordine imperiale esistente, né dai pigolii di una Sinistra che insiste a trasformare il voto in bolle di sapone, propongo il seguente giochino statistico: su cento, quali sono le cause in percentuali che assegniamo allo schianto dei 5 Stelle? Perché del resto non fa conto occuparci. In Europa è la conferma di una struttura che incarcera i popoli e non li fa parlare neanche dietro al vetro divisorio. Da noi è stato l’apice di una catastrofe meticolosamente preparata, da almeno trent’anni a questa parte. Ma anche da molto prima. Trasformeremo in calcolo le nostre valutazioni, a prescindere, ovviamente, dalle balle passate, presenti e future che, sul trapasso dei Cinque Stelle, verranno sparate dai vincitori, tutti delegati e commessi viaggiatori del Capitale Globalizzante, vuoi di marca George Soros (sinistre farlocche, avanzi di Storia e Verdi), vuoi tentacoli dello Stato Profondo militarfinanziario internazionale (tutti i partiti pro UE-Nato).

Ultradestra? Il bue, l’asino e le corna

”Il manifesto” nel giorno delle elezioni: con la Troika nel cuore

Sono quelli che, per esorcizzare il loro fare la spesa al servizio dell’élite, danno a tutti gli altri la qualifica di ultradestra, xenofobi, fascisti, pensando di salvare anima e voti mettendosi dal lato buono di una dicotomia che, dai tempi di Gaber, ha poco senso, ma molto nonsense. E’ la teppa benvestita, ben nutrita e mai sazia dei “da Macron a Tsipras”.

Qualcuno, come i Verdi, è stato rimesso in pista dai manovratori della nuova accumulazione capitalista green mimetizzati da bambina svedese. Dal sottoscala in cui erano stati ospitati, grazie alle loro ignavie e complicità di sistema (vedi i loro appoggi, o la loro indifferenza, al neoliberismo e a tutte le guerre: causa massima dello sturbo ambientale), per le quali erano più bravi socialdemocratici e conservatori, hanno ora spiccato il gran salto dal trampolino della paura collettiva per il degrado climatico. Vedrete come si agiteranno quando qualche popolo sotto sanzioni, per scaldarsi o cuocersi da mangiare, brucerà la sua foresta inquinando e contribuendo al disastro climatico.

Prima di giocare facciamo un punto: Salvini sta al 35%? Vuol dire che in Italia, al netto dei pochi che la fuffa la soffiano, c’è  un buon 30% che la fuffa se la beve. Perché se è vero che ci sono i sovranisti a cui l’UE sta sul pancreas – e si sa cosa fanno i tumori al pancreas – ci sono anche i sovranisti light, tutti chiacchiere e distintivo. Alla pari di quelli che considerano la categoria “sovranisti” evacuazione di topi di fogna. Tutti uniti in un unico squadrone cosmopolita  color arcobaleno. Quello di chi  marcia contro la sovranità politica per aprire la strada alla sovranità dei mercati.

Dalla padella alla brace

Altro punto. Tra i saggi e bene intenzionati a salvare capra e cavoli, più questi che quella, c’è un bel po’ di intellighenzia che si ritiene progressista perché auspica che, anziché a Salvini, i 5Stelle facciano da ruotino al PD. Immancabilmente “rigenerato”. Quello di Zingaretti, da De Luca e Pomicino a Calenda e Serracchiani, con al seguito una torma di insostituibili faccendieri che, inquisiti o condannati, dimostrano di saperci fare. E di conseguenza attribuiscono il merito della migliore stagione dei pentastellati al Di Maio ragionevole e pragmatico, un italiano vero, lontano  dai vaffa di Grillo, dalla passionalità di Dibba, dagli approfondimenti filosofici di Morra e dagli anatemi di Paola Taverna. In questo caso parla il loro irrazionale onirico cui ogni combinazione andrebbe bene, purchè  nel salotto con i divani Luigi XV non entrino bifolchi. Per cui non vogliono ammettere l’evidenza che, a dispetto del boom del momento, per retroterra catto-massonico-mafioso-atlantico e benevolenza della Cupola, la Lega di Salvini sta al PD di chiunque come la banda  dei Marsigliesi sta alla Quinta Armata
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Scrivono che in un partito normale, Di Maio si sarebbe dovuto dimettere la sera stessa del dimezzamento dei voti rispetto a 15 mesi fa. Lui e la sua squadra ne hanno fatto di cose buone, addirittura mai viste: intervento concreto in aiuto a poveri e senzalavoro, lotta concreta al malaffare, alla corruzione, al voto di scambio, prescrizione ristretta, stop al pensionamento a schiena rotta, stop alle trivelle, decreto dignità, il ministro Costa, l’incontro con i Gilet Gialli, vera avanguardia europea… Se gli metti accanto l’energumeno col mitra, lo sciropposo ma scaltro papà dei suoi figli cui dare il bacio della buonanotte, i catto-bigotti di Verona, il lingua in bocca con Casa Pound, la guerra atomica alla cannabis della salute, la difesa di malandrini dei suoi piani alti, l’assonanza dei suoi amministratori con quanto di "produttivo" è venuto su da Calabria e Sicilia, le ruspe sui Rom e sul suolo italiano, l’oculata coltivazione di una nuova tangentopoli dalle Alpi al Lilibeo… Di Maio ne esce come Pericle contro i Trenta Tiranni.

E allora perchè? Quelle che seguono sono le mie priorità. Voi rimaneggiatele, sottraete, aggiungete, come vi sconfinfera.

Cause della debacle e percentuali

Emigrare necesse est. Per Multinazionali e taxi del mare

Migranti 20% - Aver ceduto il sacrosanto discorso dei taxi del mare alla sceneggiata dei  “terroristi islamici” e dei “porti chiusi” di Salvini e aver abbandonato la denuncia dell’Operazione Migranti come tecnica colonialista per svuotare il Sud a vantaggio dei predatori del Nord, al discorso strumentale salviniano del razzismo e della xenofobia.

Ilva, Tap, Terzo Valico, autonomie regionali: 20% - Messi assieme all’insopportabile e ingiustificato  traccheggiare sul TAV, all’occhiolino alla Pedemontana e  ad altre devastazioni e rapine asfalto-cementizio-palazzinare, per le quali la Lega ha preso il testimone da PD e FI. Offuscata, se non spenta, una delle 5 stelle. La subalternità passiva alla frantumazione di un paese che ci ha messo secoli, opere e sangue per ritrovarsi e unirsi, con la secessione dei ricchi e servi delle potenze centrali, chiamata “autonomie differenziate”(Di Maio: “Sono d’accordo sulle autonomie di Lombardia e Veneto, dobbiamo studiarle”). Si tratta del bacio della morte alla liberazione degli italiani. Dopo quello degli imperatori, dei papi, di Mussolini, del Patto Atlantico con la criminalità organizzata e della UE.

Usa, Nato, UE, missioni militari, sanzioni alla Russia, politica estera in genere: 15% - Tutta la storia del Movimento, dagli inizi, rappresentava la ripresa di una strada che ai tempi di Moro era un viottolo e poi ha sbattuto contro stelle e strisce, stelle a sei punte e triangoli. Esame della possibilità dell’uscita dalla Nato, rifiuto della grottesca russofobia di un regime di aggressori e violatori dei diritti umani di mezza popolazione terrestre, atteggiamento perlomeno laico su Libia e Siria (poi rovinato da cerchiobottismi vari e da Conte sul Venezuela), critica radicale della gabbia UE e prospettiva di uscita dall’euro. Luci stellari nella notte del “volgo disperso che nome non ha e con un popolo e l’altro che sul collo gli sta”. Luci spente.

Zero organizzazione, zero cultura collettiva, zero teoria della società e dello Stato: 30% - Con la fissa casaleggiana della rete, del tessuto connettivo digitale e basta, con il totem impenetrabile di Rousseau, si è azzerato il corpo vivo del movimento e dei suoi componenti. Si sono defisicizzati i rapporti umani tra attivisti, rappresentanti, elettori, gente. Si è arrivati addirittura a liquidare quel minimo di struttura di base che erano i meet-up (anglicismo burino). Un partito in cui chi lo vive non vive gli altri, non ha sedi per stare assieme agli altri, non sa valutare gli altri e non si sa far valutare, non scherza, mangia, beve, pensa, dibatte, organizza con gli altri, non fa assemblee, non produce comitati a nessun livello,  non elabora cultura, e quindi non si dota di teoria, di visione del mondo, di strategia e tattica. Fa solo un favore ai sociocidi di Silicon Valley. E al capo che soffre il contradditorio.

La campagna dei media coalizzati nella diffamazione e nelle fake news sui 5 Stelle: 10% (ma anche molto di più se si potesse andare oltre 100) - Ci vorrebbe Diogene con la sua laterna a trovare un solo organo di informazione di diffusione nazionale che non abbia partecipato alla canea di vituperi, falsità, distorsioni contro questa presenza che, per quanto inficiata da quanto detto sopra, rappresenta tuttavia un’intollerabile minaccia potenziale all’ordine stabilito tra dominati e dominanti. Un’opposizione alla strategia della crescente diseguaglianza sociale, fino alla riduzione a zero del potere decisionale delle masse, al seppellimento di ogni identità collettiva, statale, nazionale, storicamente determinata, nella tomba della globalizzazione gestita al di fuori e contro i principi della libera e decisiva volontà popolare. A quando un mezzo di diffusione di massa? Un foglietto stampato, un microfono radiofonico, una telecamera, un dazebao, qualche bacheca?


Colui cui una macchietta campano-salernitana dava del “personaggetto” e che si è ritrovato in forza di non si sa quale processo decisionale “capo politico”, vicepremier e ministro di ben tre dicasteri - segno di sindrome di onnipotenza o di carenza di figure potabili ? -  5% (a essere buoni) -  Un Di Maio a cui tutti abbiamo riconosciuto qualità politica e abilità dialettica (grazie, anche, a oppositori di scarsa valenza) quando era uno tra i primi intra pares, al suo posto nel concerto con altri di maggiore estensione culturale e ricchezza emotiva: un buon flautista tra violini, bassi, trombe e organi. Da solo si è trovato con il suo flauto a  doversi confrontare con i frastuoni amplificati di una batteria da sette piatti e nove tamburi. L’insistere su un abbigliamento che non indossano più neanche bancari e agenti immobiliari ha fatto sorridere i marpioni che sanno adeguarsi in fretta a magliette, jeans e colletti aperti, ha fatto guardare i giovani da un’altra parte e ha fatto peggio di chi si travisa da poliziotto, pompiere, o pastore sardo. Poi, non capendo che se uno vuol stare dentro alla sedicente civiltà dell’immagine, deve muoversi con la velocità e l'eleganza di Fregoli, ha commesso due peccati mortali: ha baciato la teca di San Gennaro e si è sbaciucchiato con la fidanzata davanti agli obiettivi del peggio giornalino scandal-gossiparo su piazza. Gente che aveva il buon gusto di stare con i 5 Stelle, non la ritrovi a forza di rincorrere Barbara D’Urso o Alfonso Signorini.

E ora che succede?
Con il fiato sul collo, fetido come non mai, delle lobby benevolenti, sponsorizzanti e paganti, ma anche per autonoma congenita incultura e istinto predatorio, la Lega ha già proclamato da tutte le sue bocche di fuoco che IL TAV – E MOLTO ALTRO –  SI FARA’ ! Il che significa contratto di governo coriandolizzato e sputo in faccia alla Valle a tutte le valli, ai monti, ai piani, alle acque, al loro vissuto, ai loro viventi. Che fa il M5S che all’osservanza del contratto, a questo punto è diventato il gancio di un macellaio, ha appeso la vita del governo? Ottempererà all’escatologia del “SI”, da fine del mondo, o terrà duro sui “NO”, che fin qui hanno saputo lasciare un po’ di vita e bellezza alla nostra casa?

Resta lì, appeso, sotto la guida di uno che è diventato l’icona della sconfitta, per demerito suo e per merito unicamente del fuoco nemico dei falsari mediatici? Vandea impegnata dai suoi padroni a spazzare via qualsiasi elemento osi alterare l’ordine disciplinato del loro giardino potato e liftato all’italiana, fosse anche solo un busto con la cravatta.

Ragazzi siamo messi male. Hanno vinto dappertutto i malfattori. Sottobraccio agli abusatori d’ufficio in servizio permanente effettivo. Il vuoto a rendere consegnato dai risultati elettorali ha mostrato in che considerazione gli italiani tenessero i naufraghi del barcone “La Sinistra”. E per quanto essi hanno fatto per le Ong, nessuna di queste è corsa in loro soccorso. Verranno, le Ong, quando quell’1,7% potrà essere traghettato, come un qualsiasi rifugiato, dal barchino al porto tornato sicuro grazie al comandante Zingaretti.



Se i 5 Stelle restano con quello che ormai è diventato un Gozilla al quadrato, vengono asfaltati. Li masticherà vivi e li sputerà morti. Se escono non governeranno più per quattro lustri e il monopolarismo PD-Lega-FI, da larghe intese o finta opposizione, sfascerà quel che resta dell’Italia, con gli sfasciati che avranno perso ogni speranza e fiducia in un’alternanza vera. TINA, come non mai. Ma se continui a nasconderti dietro l’argine che  dici di essere contro le oscenità del partner, ricordati degli argini di New Orleans ai tempi di Katrina: saltarono, furono fatti saltare, la città finì sott’acqua e non fu mai più quella. Qui ci travolgeranno onde anomali come Tav, Flat Tax, sblocca ruspe, l’Italia frantumata in contee, trivelle in terra e mare, mazzate e carcere per chi si esprime male, ma rosari per tutti gli altri. Vuoi vedere che i vescovi si accomoderanno?

 In un solo sviluppo c’è  da sperare: che il troppo stroppi e che dal seme piantato da Grillo  crescano stavolta non alberi, ma boschi di alberi in fervido dialogo tra loro. Come suole tra alberi vivi. T.I.N.A., non c’è alternativa, vale, però in un altro senso rispetto alla Thatcher: o opposizione o morte.


Del resto, una cosa so, da lunga e intensa esperienza personale sul campo della mia professione e attività politica. Che nel corpo dei militanti, attivisti, sostenitori, simpatizzanti e votanti 5 Stelle c’è molto del meglio dell’umanità italiana. In termini di pulizia morale, onestà, buonafede, serietà e altruismo, visione del mondo. A volte addirittura con un livello culturale, una perspicacia politica, una preparazione teorica, in parte condivisa dal corpo parlamentare (quello sopravvissuto a certe selezioni a capocchia), che non hanno confronti da nessun’altra parte. Chi fino ad ora aveva trasformato il principio di uno vale uno in uno vale tutti, saprà recepire a valorizzare questa ricchezza? Si ricordi che se 1,5 milioni di voti 5 Stelle sono transitati alla Lega, fraintendendo la guerra ai migranti per guerra alle migrazioni e prendendo per buono i ringhi contro l’UE, 5 milioni si sono astenuti perché non s’è fatto ciò che si doveva e poteva fare. Si ricordi anche che può succedere che ci si consideri un uomo solo al comando, come Coppi in maglia rosa, e si finisca coll’essere un uomo solo in coda, come Malabrocca in maglia nera. Il quale Malabrocca, poi, dal Giro s’è ritirato.

Aggiungo. Una sinistra o, comunque la vogliate chiamare, una forza che sta con i bassotti contro gli altotti e che perciò avesse a cuore davvero la sorte dei dominati e sfruttati avrebbe sostenuto i 5 Stelle nelle molte cose buone e inedite, contro le depravazioni salviniane. Ma talmente odiavano i 5 Stelle, ladri dei loro ideali, da addirittura godere dei codardi oltraggi che ricevevano da Salvini. Da sempre preferiscono correre da soli per giocare a chi ce l’ha più lungo. Cioè più corto, come osserva Andrea Scanzi sul FQ.