lunedì 30 agosto 2021

KABUL, IL TERRORISMO E’ SEMPRE LUI--- --- LA GLOBALIZZAZIONE E’ SEMPRE LEI


https://comedonchisciotte.org/fulvio-grimaldi-kabul-fuoco-amico-sancho-special/ 

Cari amici, questo è il link alla videointervista, integrata dalla notizia sul falso attentato a Kabul e sul vero “fuoco amico” americano e turco sulla folla all’aeroporto e sui propri commilitoni. Abbiamo avuto difficoltà con la connessione internet, per cui non abbiamo potuto mantenere la scadenza d’invio annunciata. In compenso, ora aggiungo qui un aggiornamento.

I troiani muoiono, i greci la danno a bere


E’ successo questo. I greci, stanchi dell’inutile, annosissimo, assedio di Troia, decisero (o fecero finta?) di rinunciare, abbandonare il terreno e tornare alle proprie navi. I troiani, tutti contenti di essersi ripreso il proprio territorio e aver salvato la patria, si diedero a riparare i danni e le rovine lasciate dagli invasori. Ma era stato tutto un grande inganno. I greci si nascosero in un grande cavallo chiamato ISIS e, brandendo spade, lance e fionde, si lanciarono sui troiani festanti e ne fecero a pezzi quasi 200. Nel gran trambusto, ahimè, si colpirono anche tra loro e ne fecero le spese 13. E’ da quel momento che si utilizza il termine “fuoco amico”.

Il che ci dimostra che la Storia, oltre e non essere maestra di nessuno e di niente, si ripete sempre. Sarà pure tirato per i capelli il parallelo tra il grande inganno compiuto dai greci a Troia e quello, emulo in sedicesimo dell’11 settembre, che gli americani hanno scombinato a Kabul. Ma il cavallo finto c’è, seppure sgangherato in questo caso e sono quegli svalvolati di Marines che, da Biden e dai suoi sherpa mediatici rivestiti di panni e ceffi dei tagliagole ISIS, hanno sparato sulla folla facendo secchi 190 fuggitivi, ansiosi di pacchia occidentale, e perfino 13 dei loro commilitoni.

Se sbaglio, meglio risbagliare

 

Kabul aeroporto

Fuor di metafora, ragazzi, occorre rimediare subito all’eccidio di memoria che oggi è il segno dello spirito del tempo, non meno degli eccidi di vite e di verità che sono la pratica secolare degli imperi e cronisti colonialisti. Non erano passate 48 ore dall’incidente di Kabul, pare scatenato nelle menti-grilletto dei militari USA e NATO da una presunta esplosione, che già si era tornati, prima alle formule dubitative e, poi, al “finta di niente”, al restauro del cavallo e al ripristino della “guerra al terrorismo” Al Qaida e ISIS da condurre tornando a eliminare afghani.

Il varco sulla realtà effettiva apertosi con l’improvvida trasmissione della BBC che, in un sussulto di antico giornalismo, riprendeva le testimonianze dei presenti e sopravvissuti all’aeroporto di Kabul. Video e voci che rivelavano tempesta di pallottole partita da militari USA e turchi che -. si diceva - avevano perso la brocca. E poi, addirittura un altrettanto sbroccato Pentagono che, lì per lì, balbettando confermava così: “non confermo e non smentisco”. Una BBC il cui sussulto deontologico (o era un modo per dare uno schiaffo agli USA arresi?) era arrivato a riportare la definitiva sentenza “tecnica” dei sanitari di Emergency. Esplosiva dichiarazione che gli erano capitati sotto i bisturi “tutte persone colpite dall’alto”, testa, spalle, torace, nessuna alle spalle. Alla luce della situazione topografica, nota a tutti per infinite riprese televisive, si trattava di conferma definitiva.

La propaganda……

I Marines e i turchi stavano in alto, sulle torri e sui terrazzi dell’aeroporto, la folla stava in basso, nel canale, mentre, nella narrazione bid-oniana dell’assalto terrorista, i jihadisti del cavallo finto erano venuti dal basso e avevano sparato alla schiena degli afghani che tentavano di varcare le barriere. Nessuno colpito alla schiena, tutti con pallottole alla testa e nelle spalle.

 

… e la realtà

E allora, per proseguire alla maniera del mito che, per sua natura, è indiscutibile, si dovevano punire i responsabili e, prima che un qualsiasi inquirente avesse vagheggiato un’inchiesta, o che anche solo uno OO7 avesse annusato le tracce dei colpevoli, ecco il drone e il missile e la vendetta e l’esecuzione della “mente” dell’attentato. 

Quando il colpevole colpisce l’innocente

Peccato che poi i locali della zona riferissero di donne e bambini fatti a pezzi da un drone. Ma sono solo indigeni e la conferma viene solo da un governo nuovo di cui si sa a priori che si tratta di malfattori e bugiardoni. E, visto che da giornali e schermi, persino da quelli della BBC opportunamente redarguita, ogni riferimento al cavallo finto era sparito e la trovatona dell’attacco jihadista era così stata recuperata, ecco la “guerra al terrorismo” poteva riprendere slancio. Con un altro drone, un altro missile e altri “responsabili jihadisti” inceneriti. Stavolta in forma di due donne e sei bambini.

A Washington l’Occidente tramonta? Gli esperti siamo noi!

E’ a questo punto che molti, rizzatisi in piedi dopo essersi accucciati sotto la mole dei “valori occidentali” che, banditi da Kabul, erano tornati ad abbattersi su di noi, hanno urlato “Non abbandoneremo l’Afghanistan”. Parole che perfino Luigino Di Maio ha pigolato. E, dal momento che gli USA, imbelli e mollaccioni, lo hanno abbandonato, a petto in fuori e voce stentorea, hanno proclamato “ci pensiamo noi”. E chi ci ha pensato, prima ancora che il generale lituano, il maresciallo tedesco, mon general francese, il nostro superdecorato (per l’Afghanistan!) Figliuolo e un sergente maltese, radunassero truppe e missili per rimediare al tramonto dell’Occidente come provocato da Washington? Finiti i bei tempi dell’orgoglio euroatlantico portato ovunque dai Bush, da Clinton, Obama, Hillary, della missione cristiana occidentale ci occuperemo noi e abbiamo già chi lo promette. 

Se ti sfugge il paese, non ti sfuggono i migranti


La nostra massima autorità, sofferta nella carne viva la Waterloo amerikana, ha dettato all’Europa la mobilitazione. “Occorre una difesa autonoma”, ha dichiarato, circondato da corazzieri in assetto antiterrorista. Ma poi, riflettendo sull’esito della sparatoria all’aeroporto e dei successivi droni anti-donne e anti-bimbi, ha aggiunto una bella tirata d’orecchi a chi, in Europa, queste centinaia di donne e ragazzi, sotto minaccia costante, se non di burka, di droni, non li vuole accogliere e sistemare. Come insegnano l’Africa o il Medioriente, un paese, se non lo fai sparire a forza di terrorismo e bombe, lo annienti portandogli via la gente. Oltretutto, se restassero a casa, potrebbero rischiare la sharìa, che è quasi peggio della mascherina distanziata. E, soprattutto, potrebbero aiutare i Taliban a ricostruire il paese, liberato dopo vent’anni di valori occidentali vissuti (si fa per dire) al suono dei missili e al profumo dell’oppio. Ma quest’ultima cosa, il Capo non l’ha detta.

La morale è quella solita. Quel popolo ci ha cacciato. Come con gli antipatizzanti di Libia, Siria, Iraq, noi ci togliamo d’impiccio. Poi ci mettiamo missili, bombe, droni e un bel po’ di ben pagati tagliateste e il popolo lo lasciamo bollire a fuoco lento. Non sarà il bel colonialismo d’antan, quando ci prendevamo interi paesi, mari, continenti e ne succhiavamo il sangue fino a quando quel sangue non si ribellò e vennero le lotte di liberazione di mezzo mondo. Abbiamo cambiato metodo, li facciamo ammalare. Di sanzioni, guerre civili, separatismi, bacilli, cure. Lo facciamo anche con i nostri, che sono troppi e, a volte, sono stati perfino riottosi.

Volevano, i Taliban, rifarsi lo Stato Nazione. Noi gli Stati nazionali non li vogliamo. Neanche tra gli alleati. Solo a casa nostra e in due o tre altri casi, dove per ora non se ne può fare a meno. Non vanno bene col colonialismo, né con quello vecchio, né con quello nuovo. Che oggi si chiama globalizzazione.


venerdì 27 agosto 2021

AFGHANISTAN- INIZIA LA STRATEGIA DEL CAOS (videointervista di Byoblu)

 

https://www.byoblu.com/2021/08/27/afghanistan-inizia-il-piano-b-la-strategia-del-caos-fulvio-grimaldi/ 

 


Per chi non l’avesse seguito su Byoblu, in diretta venerdì sera dalle 19.30, ecco il link all’intervista fattami da Virginia Camerieri, sull’Afghanistan nell’immediato dell’attentato all’aeroporto di Kabul rivendicato dall’ISIS.

 

Nella strategia  del caos, adottata come soluzione B nel caso che l’opzione A, la conquista e il dominio di un paese da parte dell’aggressore, fosse fallita, il terrorismo islamista è sempre a portata di mano, come lo è stato in tutte le guerre condotte negli ultimi anni in Nord Africa (Libia, Egitto e altri paesi) e in Medioriente (Iraq, Siria).

 

Dalle vicende degli ultimi decenni si evince, in un contesto storico generalmente occultato dall’informazione generalista, che l’ISIS e, prima di questa formazione del terrorismo, l’analoga Al Qaida, hanno fornito il pretesto per tutte le guerre d’aggressione condotte dagli Stati Uniti e dalla NATO a partire dagli attentati dell’11 settembre. Guerre peraltro previste dai Neocon sotto Bush Jr nel loro programma PNAC (Programma per il Nuovo Secolo Americano), formulato ben prima di quegli attentati. Le conclusioni che se ne possono trarre sono di una logica difficilmente discutibile.

 

E’ in atto una manovra mediatica che tenta di salvare la faccia al conquistatore sconfitto, reso inaffidabile e umiliato anche davanti ai propri alleati, e di deturpare quella del vincitore. Un’operazione di ripiego neocolonialista che vorrebbe preparare il terreno per una qualche forma di rimedio all’epocale tracollo. Si favoleggia di un accordo tra Stati Uniti (prima di Trump e poi di Biden) scaturito dai negoziati di Doha, in base al quale Washington avrebbe acconsentito al ritiro delle sue truppe, alla mortificante sconfitta  del suo governo fantoccio e delle rispettive armate, in cambio di un Afghanistan riconsegnato volontariamente ai Taliban. Costoro  in cambio si sarebbero impegnati a mettere il paese, con le sue grandi ricchezze minerarie, a disposizione degli interessi geostrategici e geopolitici americani. Con un solo colpo si riabilita l’Impero che per vent’anni ha massacrato e derubato il paese  e si demonizza ulteriormente il movimento di liberazione nazionale, passato dall’essere, oggi e sempre, una banda di orribili oscurantisti feroci e intolleranti, anche una scellerata compagnia di vendipatria e di complici dell’imperialismo occidentale.

 

Naturalmente i dati sul terreno, come la successione degli eventi negli ultimi decenni, come anche la virulenta reazione dei governi e dei gazzettieri subalterni agli USA al ritiro americano, bastano a togliere ogni credibilità a questa ipotesi.

 

Oggi lo strumento dell’ISIS, già importato in Afghanistan negli ultimi anni in funzione di sconvolgimento terroristico e anti-Taliban, viene rilanciato per un duplice obiettivo: intensificare la fuga dal paese dei suoi cittadini, di quelli più istruiti e formati, e rovesciare nuove ondate di profughi destabilizzanti sui paesi vicini (i malvisti Iran e Pakistan) e sull’Europa. E’ lo schema antinazionale della globalizzazione.

 

Mi auguro che gli argomenti e i contesti proposti nell’intervista possano apportare una misura di chiarezza su quanto va succedendo e su come strumentalmente lo si presenta all’opinione pubblica.

Byoblu, mia intervista sull'Afghanistan decontestualizzato e mistificato da balle e ballisti

 

 

 Alle 19.30 di questa sera, venerdì 27 agosto, su Byoblu (digitale terrestre) e poi sui suoi canali social, trasmissione di una mia intervista sugli ultimi sviluppi in Afghanistan, su falsità, invenzioni e nascondimenti, ma, soprattutto, sul quadro storico nel quale si inserisce la costruzione della “guerra all’Afghanistan” come tappa della grande “Guerra al terrorismo”, programmata dai neocon USA sotto Bush Jr nel famigerato Piano per il Nuovo Secolo Americano (PNAC)  e che poi è stata messa in atto a partire dagli attentati dell’11 settembre.

 

Circola una molto strumentale interpretazione dei recenti eventi afghani che ha come principale obiettivo di salvare la faccia a un imperialismo USA e NATO, impietosamente sconfitto anche in Afghanistan(dopo la luna serie di contraccolpi in Iraq, Libia, Siria, Egitto, Venezuela, Bolivia, Myanmar e andare), proponendo l’infantile versione di un accordo con i “terroristi islamici afghani” negoziato a Doha da Trump e attuato da Biden. Versione che serve a ridare Washington il ruolo di dominus degli eventi e ai Taliban quello dei presunti liberatori del paese che, sotto sotto, non sarebbero che pedine e complici delle strategie USA, ancora una volta i meglio fighi del bigoncio.

 

Naturalmente questa costruzione geopolitica sulla sabbia si sfarina alla prima constatazione dello spaventoso colpo inflitto dalla facile vittoria dei Taliban alla credibilità e autorevolezza dell’Impero e dei suoi ragazzi di bottega europei, alla ridicolizzazione di un potere fantoccio, politico e militare fallimentare, perché costruito sulla stessa corruzione e totale mancanza di sostegno popolare che inficia gli invasori.. Gli “effetti avversi” di questo crollo d’immagine e di perdita di potenza avranno visibili conseguenza disastrose interne agli USA, nelle regioni del mondo che si affidano alla “protezione” USA e NATO, e nelle forze di resistenza, ovviamente galvanizzate. Già  se ne intravvedono i segni nel totale scombussolamento dei gruppi dirigenti all’interno delle tradizionali alleanze.

 

Il tentativo di ovviare a un enorme fiasco dell’Occidente nel suo ennesimo, sanguinario e ottuso rilancio neocolonialista, tramite bombe, ladrocinio e ONG, come tale pianto, deplorato e subìto con incontenibile livore da tutti i gazzettieri dell’Impero come dai loro danti causa politici ed economici, è portato avanti senza basi fattuali e senza logica, oltreché con totale sconoscenza dei fondamenti sociali e culturali delle parti in contesa.

 

Il giornalismo d’accatto che si avventura in simili mistificazioni e che, di norma, si esprime nei residui circoli di una sinistra senza né sinistra, né capo, né coda, perfeziona poi la sua difesa di un “patto scellerato” tra Impero e Taliban, con un’altra via di fuga dalla realtà fattuale, evidente e pianificata: le drammatiche scene delle decine di migliaia di “disperati in fuga dai Taliban all’aeroporto di Kabul, sono l’unico elemento della vicenda sfuggito al controllo degli occupanti occidentali” (Franco Fracassi).

Simili analisti sembrano aver perso il lume che rischiara una lunga storia delle messe in scena allestite per gabbare il popolo credulone (ricordate la Piazza Verde di Tripoli ricostruita nel deserto del Qatar e che poi viene filmata mentre viene invasa da finte milizie ribelli islamiste!).

 

L’apocalisse umana dell’aeroporto di Kabul è stata con cura mediatica costruita facendo circolare la prospettiva di orrori talibani e di confortevoli sistemazioni in Occidente. Senza farci mancare la sceneggiata dell’aereo inseguito e assalito da cittadini afghani in fuga (spesso festanti e ridenti: vedere fotogramma dopo fotogramma), dei bimbetti lanciati in braccio ai Marines, è l’affannoso tentativo di riportare un’opinione pubblica smarrita a condividere le operazioni degli ex-occupanti del paese finalizzate a rifarsi della debacle. Cerca di rimediare alla figuraccia fatta con sconfitta e fuga, esponendo al mondo in commozione la tragedia di un popolo che cerca di salvarsi dall’orrore di un regime “che compie esecuzioni sommarie, dà la caccia alle magistrate donne per ucciderle, cerca i collaboratori casa per casa, violenta i cadaveri delle proprie vittime” (sic i nostri media).

 

Tra miopia e malafede si cerca di impietosire l’opinione pubblica occidentale (e dell’Iran) perché si acconci a farsi destabilizzare (progetto globalizzazione e Great Reset) da masse incontrollabili di profughi (si parla di milioni) che, al tempo stesso, come succede con tutto il fenomeno della tratta di migranti, privano i paesi d’origine delle generazioni giovani, dei suoi professionisti e quadri, ingegneri, insegnanti, medici, tecnici, indispensabili a ricostruire uno Stato Nazione (orribile prospettiva per i globalizzatori. Uno Stato che, magari in partnership con altri, svolga il ruolo che gli spetta davanti al proprio popolo e al consesso umano.

 

Poi, se dopotutto i Taliban, grazie all’appoggio popolare e al disgusto di tutti verso gli ex-occupanti narcotrafficanti e bombaroli, dovessero reggere, contenere le deportazioni e inserirsi in un rapporto produttivo con paesi vicini (e lontani), agli USA rimarrebbe sempre un’arma. Quella adoperata fin dall’11 settembre, in Europa e nel mondo: l’ISIS.

 

Fulvio

giovedì 26 agosto 2021

Le crisi umanitarie della globalizzazione --- --- DI TERRORISMO IN TERRORISMO --- QUEL numero non ce lo danno ---- DATECELO VOI ! --- Nel bombardamento quotidiano dei dati Covid, manca quello vero


Amici, stavolta siamo lunghissimi. Ma anche fondamentali, credo.

Questo è un pezzo assolutamente legittimo e deontologicamente ineccepibile, basato su considerazioni logiche e dati oggettivi. Che, perciò, non verrà mai ammesso su Facebook e, se ci provassi, verrei immediatamente censurato, se non sospeso, se non escluso.

Ci dà la misura della democrazia, civiltà, libertà, verità, onestà nella quale siamo stati collocati e che sono gli stessi valori della cui presunta cancellazione gli stessi mandanti ed esecutori si lamentano ora per l'Afghanistan. Ci vuole poco a vedere la strategia unica che avanza su entrambe - "guerra al virus" e "guerra al terrorismo" - queste gigantesche mistificazioni.

Ora è la fase, nel caso dell'aggressione sanitaria e totalitarista all'umanità, per imporre l'annientamento finale tramite l'imposizione coatta, o da ricatto, dell'obbligo del rimedio peggiore del male presunto, Nel caso della cosidetta guerra al terrorismo siamo al  momento in cui dall'occupazione fallita si passa allo sradicamento e spostamento dei popoli. Eliminare Stati Nazione, identità, storia, invadendo e destabilizzando chi accoglie e privando delle proprie generazioni più giovani e formate chi subisce la deportazione. E' la globalizzazione, baby.

Dalle bombe di Pentagono-Nato (Figliuolo compreso), ai diritti umani (parassitari) delle ONG e di Amnesty

Non c'è stampa generalista che in entrambe queste campagne terroristiche dei globalizzatori non si sia fatta mercenariato, tipo ISIS, al servizio dei mandanti assisi sull'Olimpo. Ma se volete cogliere un'espressione in nuce dell'operazione che ci investe coglietela nel "manifesto", il foglio locale del Deep State che con più furia inconoclasta si lancia contro le fondamenta ontologiche dell'informazione. 

Nel numero del 25 agosto vi troverete una sfuriata contro il tradimento degli afghani commesso dall'Occidente, combinato all'appello all'accoglienza (deportazione) incondizionata di tutti coloro cui si assicura che si troveranno meglio nel mondo di Pfizer, con tanto di minaccia integrativa di imminente catastrofe climatica "se non si cambia tutto". Perfetto riferimento al "Great Reset". 

Chi poteva non riunire in un solo fascio (termine appropriato) le tre scuri del terrorismo di guerra, terrorismo da crisi umanitaria e terrorismo climatico, se non uno dei grandi "antifa" spurgato dal clan dirigenziale di Lotta Continua? Guido Viale.

Pfizer-Biontech, è fatta

Così Pfizer, la società farmaceutica più condannata dai tribunali USA per crimini contro la salute, con miliardi in ammende e risarcimenti, è riuscita a farsi riconoscere dalla FDA (Food and Drugs Administration), dopo un anno di abuso "d'emergenza e sperimentale" dei suoi cosiddetti vaccini su milioni di inermi cittadini, la definitiva approvazione del siero. Quella che, prima che tutto l'apparato sanitario mondiale finisse in mano a una banda di corrotti e corruttori, impegnati nella sottomissione e riduzione del genere umano, richiedeva una sperimentazione dai 5 ai 10 anni e test su centinaia di migliaia di soggetti (qui se la sono cavata con poche migliaia). L'incredibile pressione politico-finanziario-commerciale esercitata dal conglomerato farmaceutico digitale, con la decimazione, a volte anche fisica, delle più autorevoli e qualificate voci critiche, ha fatto sì che centinaia di milioni di persone fossero inoculate, con perfettamente prevedibili effetti avversi anche letali, con un composto "sperimentato" in meno di 18 mesi.

 

Dati ufficiali effetti avversi VAERS (USA) al 13 agosto 2021


Dati ufficiali UE (Eudravigilance) al 31 luglio 2021


Il grido di Barillari, l'appello di Byoblu e Visione TV

Il 29 luglio scorso Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio, in un documento video, molto opportunamente rilanciato da Byoblu, ha sconvolto coloro che si affidano al pallottiere Covid ufficiale, i cui numeri vengono fedelmente riferiti, in grande e minacciosa pompa, da tutti i media generalisti. Ha invece consolidato i dubbi e i sospetti che ogni essere raziocinante storicamente nutre a cospetto dei divulgatori di dogmi coercitivi, oggi detti pensiero unico. 

L'altamente meritoria ricerca di questo coraggioso consigliere, già 5 Stelle e ora con R2020 di Sara Cunial, deve però lasciare esterrefatti perfino coloro che hanno visto stravolgere vita e società nel nome di una procedura imposta a dispetto del suo carattere SPERIMENTALE e, dunque, a rischio di conseguenze non prevedibili.

Barillari ha rotto quel grande silenzio complice di tecnici, medici, politici, scienziati, giornalisti che dall'inizio della pandemia ci terrorizzano con gli effetti letali del virus e dall'inizio della vaccinazione ci persuadono ad affidarci a quello che era (fino alla compiacenza della FDA, cui segue quella UE dell'EMA e Italiana dell'AIFA), appunto, un esperimento. Un esperimento giustificato da un'emergenza asserita e proclamata e delle cui conseguenze a breve tutto si occulta e di quelle a medio e lungo termine nulla si sa e nulla si vuole dare a sapere

La sua ricerca nel Lazio ha fatto finalmente emergere quanto di pericoloso si annidi nella pratica vaccinale e quanto di irresponsabile nei suoi propagandisti. Gli effetti avversi, gravi fino alla morte, che si verificano e moltiplicano in tutto il mondo, si sono manifestati, ovviamente, anche nel Lazio e Barillari ce ne ha fornito un campionario impressionante. Ci ha anche illustrato i meccanismi, di occultamento e autocensura, per i quali i dati di questi eventi vengono minimizzati, soppressi e nascosti a un pubblico cui si impone un solo obbligo, "morale" secondo il capo della Chiesa e il capo di questa repubblica, l'obbligo della prima, seconda, terza e poi chissà di quante altre dosi.

Ringraziando Barillari per la lotta che sta conducendo anche a livello di Consiglio Regionale del Lazio, da solo contro un'assemblea unanime, mi sono permesso di riferire qui sotto di un'iniziativa che ha avuto risonanza nel blog di Visione Tv e che vorrebbe rafforzare la denuncia di Barillari e di tanti scienziati, soprattutto all'estero, con la testimonianza viva di coloro che quegli effetti li hanno subiti, o ne hanno conosciuto l'esito sui propri congiunti.  

Nascondono il dato che più conta: quello che ci permette di decidere Germania, 23.000 medici si oppongono

Quanti e quali sono gli effetti avversi subiti in seguito all'inoculazione di un vaccino anti-Covid 19? E' l'unico dato, nella quotidiana, martellante, elencazione dei numeri della pandemia, che ci viene negato. Perchè? Eppure ci sono gli organismi ufficiali degli Stati e dell'UE che, almeno parzialmente, gli effetti avversi li registra. 

Perchè non rimediare a questa incredibile mancanza con un intervento diretto, dal basso, di coloro che questi effetti, avversi, ma taciuti, li hanno subiti? O di coloro  che li hanno constatati sui loro congiunti?

Dal blog di Visione Tv abbiamo colto un geniale spunto dell’amico Gianluca e io mi sono premurato di rilanciarlo in sintonia con il sito. Vale la pena impegnarsi sull’iniziativa per il suo indiscutibile valore intrinseco di arma di contrasto alle falsità e strumentalizzazioni che tracimano dalla narrazione ufficiale Covid, l'unica consentita nei tempi in cui la Scienza, una certa scienza, è diventata fede e dogma. 

Per una volta, dopo quasi due anni di passivizzazione e assuefazione all’irrazionale e al palesemente disonesto impostici da una setta di sociopatici arrivati al potere grazie a un’ipnosi collettiva da paura senza precedenti dall'invenzione dell'inferno eterno, abbiamo l’opportunità di far sentire una voce cui nessuno potrà attribuire, come suole per le proteste di piazza, un carattere denigratorio e diffamatorio, tipo “negazionista, ultradestra, complottista, fascista, terrapiattista, untore”.

 

Regno Unito: morti e danni da vaccino al 4 agosto 2021

Paura indotta, che paralizza, e paura che fa reagire

Perché qui si tratta di numeri. Numeri tanto veri, quanto drammatici, tragici, occultati perché in controtendenza rispetto a quelli del terrore indotto. Numeri da terrore vero, concreto, fondato non su artifici propagandistici, ma sulla pelle abusata di esseri umani.  Numeri di cui Gianluca ha osato mettersi alla ricerca. Ne ha ricavato una sospensione di 30 giorni della sua presenza su FB. E pour cause: numeri di cui la possibile epifania sconvolgerebbe tutto lo story telling covisiano e vaccinista. Polverizzerebbe un assunto comunicativo che a quattro delinquenti assisi sull’Olimpo e ai loro utili idioti sguinzagliati nei bassifondi dell’umanità, permette il rilancio dell'accumulazione capitalista, con conseguente capacità di potere da usare per lo sterminio psicofisico cui stiamo assistendo da statue di sale, come Niobe davanti allo scempio dei suoi figli.



Potenza dei numeri! Sono quelli che di giorno in giorno,. di ora in ora, da tempi ormai immemorabili e per incalcolabili tempi futuri, marcano la vita con più accanimento di ogni altra scadenza. Sono quelli della paura indotta, la paura-panico da nemici invisibili e subduli, quella che deve evolversi in angoscia e impotenza.

Un numero che fonda la scelta sulla conoscenza.

Eppure ne basterebbe uno solo in più, detto magari anche una sola volta, ma a tutti, per spazzare via la paura paralizzante dell'ignoto e dell'incontrollabile e sostituirla con la paura sana, propria, fondata sul riconoscimento di un pericolo, di un nemico concreto e che stimola la difesa e la reazione. E' il numero più vero di tutti, forse l'unico vero: quello degli effetti nocivi che ti può causare la somministrazione di un presunto rimedio. Quello che ti porta a mettere in discussione l'intera architettura che sorregge le temperie nelle quali sei incastrato. Quello che ti rende essere umano dotato di libera scelta. Una dote, fondata su scienza e coscienza, aborrita da tutti i codificatori di dogmi.

 Quello che ti consente un confronto e di respingere l'apodittica e anche scellerata affermazione che del vaccino i benefici superano i rischi. E come se dalla tolda gridassero all'uomo in mare che la ciambella di salvataggio lanciatagli ha più probabilità di restare gonfia che di sgonfiarsi. La chiamano scienza.


 
Ininterrotte edizioni radio, tv, di stampa, grafici, statistiche, fino a penetrare nei bollettini parrocchialifumetti, nel gossip, nelle parole crociate, nei convegni. Ossessione compulsiva di subalterni mediatici, ansiosi di mostrarsi più realisti del re e che il gregge infantilizzato riecheggia potenziandone l’effetto angoscia, persuasione e disciplina. Tot nuovi “casi”, tot “positivi”, tot ricoverati, tot in terapia intensiva, tot sintomatici e tot no, tot vaccinati di una dose, tot di due, tot di terza, tot di nessuna (gli infami da rogo), tot morti (ovviamente “da Covid”, grazie al ben tarato tampone negato a nessuno, nemmeno al caduto dal quinto piano).

100 effetti avversi? Sì, ma 101 benefici

Non vi è mai capitato, tra il rumoreggiare indistinto e lontano di parole deseuete ed evanescenti, chissà come scappate al filo spinato dei numeri ammessi, tipo “effetti avversi”, “miocarditi, trombosi, cecità, paralisi, problemi renali”, addirittura “decesso” (rigorosamente al singolare, e solo se  inevitabile, visto che quello, dopo la siringata, è proprio morto e ha perfino un nome e addirittura parenti che lo sanno appena vaccinato!), di trovarvi annesso un numero. Un numeretto quanto meno alla pari con quegli altri numeri, quelli che ti devono paralizzare di paura e basta. Un numero  che dica al popolo costituzionalmente sovrano se alla “salvezza” garantita da Pfizer, Moderna, J&J, o Astrazeneca non sia succeduto qualcosa di poco salvifico.

Si tratta di un numero custodito meglio degli utili ricavati nella congiuntura Covid dal grande Big Tech, o dal potente Big Pharma. Anche perchè di quegli utili rivelerebbe, oltre al costo socio-economico, uno abbastanza imbarazzante: il costo in vite e in danni all'integrità psicofisica di singoli esseri umani, sacrificati in massa sull'altare della divinità Mammone. In particolare quelli giovani, storicamente insofferenti dell'esistente e del prestabilito. I numeri buoni devono mettere ordine tra quanto di sedizioso gli frulla tra le orecchie. L'ordine del credo. Quella della messa, tutti in piedi e osservanti, che il sommo sacerdote con la penna in capo celebra negli hub.

 


E, allora, se lacerassimo il velo di Maia,  se al nubifragio di numeri che giorno dopo giorno ci vorrebbero inchiodati alla colonna infame della nostra "irresponsabilità verso gli altri", opponessimo la carne viva dei nostri corpi compromessi, o azzerati dal vaccino? Da coloro che ci prendono per mattoncini Lego, da usare o scartare, per rifare il mondo all'insegna di un'Intelligenza artificiale che ponga i licantropi al sicuro di ogni contestazione.

Qualche medico e infermiere ha avuto l'integrità e il coraggio di segnalare danni e decessi da vaccino. Esistono agenzie ufficiali cui queste segnalazioni possono essere fatte. Possono, non devono. Anzi, meglio di no. Infatti non vengono sollecitate. Dipendono dalla buona volontà del sanitario, o del paziente, o del suo congiunto. Sono volontarie. Devono sfidare la disapprovazione del primario, o di altri. Nessuno si è azzardato a sfidare Big Pharma installando un meccanismo automatico di registrazione e segnalazione degli "effetti avversi", come sarebbe obbligo di ogni autorità sanitaria.

Non negli Stati Uniti e non nell'UE. Dove però esistono due enti ufficiali, VAERS e EUDRAVIGILANCE, incaricati di ricevere quelle segnalazioni volontarie e temerarie. E ne danno conto, ovviamente  per enorme difetto, data la volontarietà e i rischi che comporta. Decessi e altri danni alla salute, a migliaia, a decine di migliaia, di settimana in settimana. Tanti da rovesciare il calcolo "rischi-benefici" come propagandato dai vaccinari del 96% di sicurezza, nel suo contrario. Sempre precisando che, per il morto da vaccino con embolo, l'insicurezza, cioè il rischio, sono del 100%. 

La grandinata di effetti avversi che si verificano ogni giorno rimane come sospesa sopra le nostre teste. Trattenuta dall'ombrellone dei media, svapora nell'aria, salvo penetrare fino a qualche congiunto o amico per passaparola. E' che la segnalazione la fanno in pochi, medici, pazienti, infermieri: si rischia di essere malvisti nell'ambiente. E poi la pratica modulistica è talmente farraginosa da scoraggiare il più volenteroso. Anche perchè, spesso, l'AIFA le respinge perchè "prive si informazioni sufficienti". E così succede che l'AIFA sottostima di 100 volte gli eventi avversi: 82 ogni 100.000 dosi somministrate. Sapete quante ne segnala dai trial la stessa casa farmaceutica Moderna? 87.800 dopo la prima dose e 92.000 dopo la seconda. Ricordate chi dirige l'EMA, l'agenzia dei farmaci sovrana nell'UE? Emer Cooke, signora islandese che per una vita ha fatto la lobbista per Pfizer e altri colossi farmaceutici.

 

Morti da vaccini negli USA dal 1990 al 2021

Whatever it takes, pur di non darci quel numero

Avete mai visto questo numeretto sul Fatto Quotidiano, su Repubblica, Corriere, manifesto? E' mai su di voi è calato, in nome della deontologia, dagli schermi di Gruber, Formigli, Mentana? Che sia per non causarvi inutli preoccupazioni, qualche dubbio su cosa ne viene a versare oceani di soldi nelle fauci dei farmaceutici? O a dar retta a generaloni degli alpini esperti in civili ammazzati in  Afghanistan, ora impegnati con la siringa su bambinelli nostrani? O a piegare le ginocchia e congiungere le mani davanti agli oracolanti virologi tv, ognuno dei quali vanta più conflitti d'interessi di Draghi quando svendeva l'industria italiana alle multinazionali, o intimava  "whatever it takes" ai miserabili che non godevano del bail in e, con letterine BCE, ordinava al governo Italiano o l'austerity o la vita e a quello greco di far crepare i figli di Omero facendogli credere che così volevano gli dei (anticipazione della depopolazione di Bill Gates)?

Strappare il velo di Maya


Dare corpo, sangue e nome alle cifre di questi enti (ne cito una: ci sono stati negli USA più decessi da vaccino anti-Covid tra dicembre e aprile che nei precedenti trent'anni da TUTTI i vaccini allora somministrati) significherebbe estrarli dalla nebbia di un'informazionme "distratta" e rimettere il rapporto "rischi-benefici" su un piano di realtà.

Da lì l'idea, circolata nel blog di Visione TV e approvata dal suo direttore, Francesco Toscano, di raccogliere le testimonianze dirette di chi ha subito o visto subire gli effetti avversi dei vari vaccini. Occorrerebbe una dichiarazione in video di pochissimi minuti, con nome, cognome, luoghi, date e dati clinici. Già, tocca metterci la faccia. Ma non potranno contestarti. Anzi, a contestare loro e tutta la guerra all'umanità sarai tu. 

 

In nero il totale dei decessi, in rosso i decessi in eccesso dall'inizio delle vaccinazioni (inverno 2010-2021)


domenica 22 agosto 2021

IL SERPENTE OCCIDENTALE, PESTATO SULLA CODA, SCHIZZA VELENO (con videoforum Visione TV) --- Quando la guerra non ce la fa, ci pensa la crisi umanitaria

https://youtu.be/pB94AW5y62I   

“Visione TV “ – Forum sull’Afghanistan, con il sottoscritto (nel primo intervento, per un problemino tecnico, solo in foto), l’analista geopolitico Massimo Mazzucco di “Contro TV” e Fabrizio Vielmini, professore associato di politica internazionale all'Università di Webster



“Vent’anni di menzogne”
. E andare. Il titolo di un forum di Visione TV sull’Afghanistan, che esce dal seminato tossico della manipolazione propagandistica, si riferisce ai due decenni in cui il terrorismo imperialista ha imperversato "in presenza" sul paese a cui la geopolitica colonialista puntava come al “cuore del mondo”. Un titolo perfetto, ma che tralascia i quasi due secoli in cui i predecessori anglosassoni britannici dei successori anglosassoni angloamericani hanno ininterrottamente aggredito, dissanguato e vessato l’Afghanistan per negargli libertà e indipendenza. Non include i tre lustri di menzogne, calunnie e destabilizzazioni colorate, 1978 -1992, in cui varie fazioni jihadiste  sono state lanciate contro la nazione. Nazione che, con una rivoluzione di popolo, si era data un governo laico, socialista e antimperialista. 

Ma, come già è dato di vedere da una stampa che, raggiunto il fondo sull’Afghanistan durante i vent’anni di “democrazia” afghana, definita da bombe, devastazioni, predazioni della cosiddetta “società civile” collaborazionista, oggi scava nella cloaca maxima delle fake news all'affannosa ricerca di un ribaltamento almeno morale..

Gli altri che hanno perso e, a forza di balle, non vogliono farsene una ragione

 

Nato e i suoi eroi in Afghanistan

Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Spagna, Australia, un po' riserve dell'Impero, un po' sua carne da cannone, hanno imposto all'Afghanistan occupato, colonizzato e abusato dalle ONG (collaterali laici e religiosi di ogni colonialismo), la metà della media dei 60.000 soldati presenti (escludendo i numeri del "surge" di Obama). Vi hanno lasciato decine di miliardi sottratti al benessere dei propri cittadini, 3.596 propri morti (Italia 54), a complemento delle incalcolate (non ne vale la pena) centinaia di migliaia di vittime "indigene", servite alla depopolazione del paese (operazione che ora continua con la deportazione dei "collaboratori", o che si fanno passare per tali).

I buffoni di corte di questi stati fornitori e clienti, si ritrovano rasi a terra da una masnada di pastori di capre, magari con laurea, ma nemmeno cristiani, all'ombra del corpaccione imperiale appeso a un elicottero in fuga, con la corona rotolata tra le montagne del paese. "Paese dei giusti, tomba degli imperi", qualche storico lo aveva chiamato. E cosa fanno? Fanno quel che sanno fare i buffoni, prima allegroni, ora piagnoni. Smarriti e angosciati corrono di qua e di là, alla ricerca del trono nel vuoto di una corte che non c'è più. 

Il rantolo degli sconfitti: ma 'sti Taliban sono nemici o complici?

"il manifesto", martello pneumatico del Deep State

E si agitano, si affannano, strepitano, si rotolano, si mettono maschere di ogni foggia e colore. Chi inscena la farsa dei mostri di Mordor che stanno scorticando (quasi fossero mercenari ISIS-Al Qaida degli USA in Siria) il proprio popolo. Per cui va trovata qualche maniera per "terminarli" un'altra volta, come dopo che avevano abbattuto a cornate di capra le Torri Gemelle. Un qualche leone spelacchiato lo si trova sempre nel Panjshir e magari basta un altro trilione di dollari in armi ed emolumenti a rianimarlo. Nella valle dell'ex-Alleanza del Nord, già pigola il figlio dell'originario Leone del Panjshir, Massud, ansioso di insegnare ai Taliban il modello di democrazia del padre quando gettava vetriolo in faccia alle donne svelate.

Ma c'è un problema. Nessuna forza di liberazione, comprese le rispettate antifasciste, aveva mai cacciato lo straniero invasore e i suoi ascari locali in praticamente totale assenza di rappresaglie, vendette, punizioni, ad alto tasso di versamenti di sangue.  E allora ci si salva faccia e culo facendo passare i pastori di capre e relativa intellighenzia con Kalachnikov, tutt'altro che per patrioti, come i nostri partigiani, ma per raffinatissimi infingardi, doppiogiochisti, venduti al padrino massacratore imperialista. 

A chi il trampolino della rivoluzione digitale?

Il potere, arrivato con la sceneggiata di una vittoria a furor di popolo, quando arriveranno le multinazionali verrà chiuso in un pacchetto regalo e ridepositato ai piedi dell'imperatore. Pacchetto regalo con dentro ogni altro bene di cui è ricco il paese e di cui necessitano i tecnocrati del Grande Reset: Terre Rare, cadmio, litio, cobalto, rame, petrolio e andare. E' l'opzione al cianuro che fa da funambolico vicoletto di fuga dei sedicenti sinistri da una sconfitta che sentono come propria. Ne ho già parlato. E' il bacillo dei tardotrotzkisti, per i quali, quando la rivoluzione, o la resistenza all'imperialismo, la fa gente priva di falce e martello e bandiera rossa, ma magari con una mezzaluna e una bandiera verde, o nel nome di Bolivar e Zapata anzichè di Lenin, non va per niente bene. 

I pezzi forti per il cannoneggiamento di nequizie talibanesche, al quale siamo sottoposti e lo saremo finchè non interverranno stanchezza e rassegnazione, o un altro nemico da mostrificare, sono forniti dai soliti Amnesty International, HRW, MSF, Soros e affini (maestri di deontologia soprattutto per "il manifesto"). Sono usciti, con guizzo elegante e le debite istruzioni, dalle porte girevoli del Dipartimento di Stato, di NED, USAID, CIA, e da parenti ONG del ramo minore italiano, intitolato ai "diritti umani". Diritti umani che, quasi in esclusiva, sono quelli di migranti, LGBTQI+, donne in toto, curdi (specie se al servizio degli americani), medici e pazienti nell'attuale congiuntura,  discendenti e memorialisti di olocausti rigorosamente passati, Mimmo Lucano, Cecilia Strada, Laura Boldrini ed Emma Bonino.

 

Senza pudore. Come si fabbrica una crisi umanitaria

Così tutti a precipitarsi sull'aeroporto di Kabul, costruirvi spettacoli strazianti e scoprire immaginarie (ma domani utilizzabili) forze di resistenza. Crisi umanitaria creata a fini propagandistici dagli USA (con relativi unici morti nel paese), quella della sceneggiata all'aeroporto, finalizzata a oscurare una crisi umanitaria determinata davvero da vent'anni di "democrazia" a forza di stragi bombarole, di narcotraffico a controllo CIA e di malversazioni ONG. Volete qualche altro "effetto avverso" del vaccino "democrazia, emancipazione, sviluppo" regalato dai nostri militari e dalle ONG alla benedetta "società civile"? 

Vent'anni di terapia; effetti avversi

Aspettativa di vita scesa da 46 a 44 anni. Alfabetizzazione dal 36 al 28%. Mortalità infantile cresciuta dal 23 al 36% (dati ufficiali USA). Totale assenza di qualsiasi forma di sviluppo. Non è stata costruita una strada attraverso il paese. Come sanità c'è Emergency. Corruzione endemica e ritorno dei propri feudi ai signori della guerra e capibastone tribali. Miliardi in presunti aiuti finiti nelle tasche di una casta protetta di presunti governanti e amministratori. Produzione dell'oppio aumentata, sotto stretto controllo delle forze di occupazione, da 280 tonnellate nel 2001 (i Taliban l'avevano sradicato) a quasi 10.000 nel 2020 (il 90% della produzione mondiale). 

Oppio  utilizzato per finanziare le operazioni sporche dei servizi segreti occidentali, infiltrare droga per destabilizzare la società in Iran e Russia, soddisfare la produzione di opiacei di Big Pharma che ha creato negli USA un popolo di tossicodipendenti, venire incontro alla richiesta del mercato USA dell'eroina da sballo (68% del consumo mondiale). L'Italia ha contribuito con 20 miliardi e 500 milioni spesi per le FFAA dal 2004 ad oggi. Nonostante come siamo messi dopo l'effetto pandemia, ha in corso 40 missioni militari da oltre 80 milioni al giorno, missioni dette umanitarie nel senso dei diritti umani del complesso militarindustriale USA (che spende 10 volte quanto spende la Russia della "minaccia Putin").

Data l'incalcolata ricchezza mineraria dell'Afghanistan e la sua posizione al crocevia dell'Asia e, ora, i suoi deprecabili rapporti diplomatici ed economici con soggetti maleodoranti come la Cina, il Pakistan partner della Via della Seta, la Russia con i suoi amici islamici centroasiatici, perfino l'Iran e altri della periferia asiatica, l'ukase di Ursula von der Leyen "vi parliamo, ma non vi riconosciamo", come battuta risulta la migliore del giorno.


 


 

venerdì 20 agosto 2021

COMUNISTI? --- QUANDO LA SCLEROSI IDEOLOGICA E LA SUBALTERNITA' BIO-TECNOLOGICA FANNO TRADIRE MARX E LENIN...

...che in numerosi scritti sostenevano come il nemico principale fosse l'imperialismo e come, dunque, perfino i feudatari indiani e latinoamericani andavano sostenuti nella  lotta contro il colonialismo britannico e spagnolo e per l'indipendenza, bene primario.

 


Dei bravissimi compagni, tuttora comunisti, in uno della dozzina di minuscoli partitini che si fregiano dell’illustre nome, dai quali molte volte sono stato invitato a presentare miei documentari sulle recenti guerre, dal Vietnam alla Jugoslavia, dal Medioriente all’America Latina, mi vorrebbero per una conferenza sull’Afghanistan. Mi hanno chiesto di fargli avere i materiali che ho dedicato ai recenti avvenimenti (www.fulviogrimaldicontroblog.info) e mi hanno fatto avere questa loro assurda locandina, destinata a denigrare la lotta vincente di tutto un popolo e far piacere unicamente ai colonialisti in fuga, seviziatori del paese per vent'anni. Al punto di introdurvi, a rimedio al proprio falimento, il loro mercenariato di tagliagole ISIS e di contractors.

Non hanno neppure il colossale, epocale danno, economico, politico, sociale e soprattutto di immagine nell'opinione mondiale di una simile sconfitta e cacciata dal paese delle cui immense risorse mineraria (indispensabili per le nuove tecnologie) volevano appropriarsi. Sono arrivati alla grottesca conclusione - autentico omaggio a USA e NATO - di rappresentare una resistenza indomita di due decenni come una finzione alle dipendenze dell'imperialismo. 

Sulla base di cosa? Primo, di un'avversione pseudo-dirittoumanista ai Taliban, stile Boldrini-Soros, da portatori di una cultura occidentale della quale hanno assorbito le ipocrisie eurocentriste e tutte le menzogne propagandistiche. Secondo, del fatto che dopo vent'anni di insuccessi americani e stragi di afghani da bombardamenti (almeno 350.000 vittime), i Taliban hanno costretto Trump e poi Biden al negoziato. Dei cui esiti tutto resta da vedere, anche alla luce dell'importante ruolo che nello scacchiere stanno svolgendo potenze amiche come Cina e Russia.

Naturalmente, data le posizioni del tutto opposte sulla fuga degli USA e dei loro fantocci e sulla vittoria di popolo conseguita dai Taliban, ogni collaborazione risulta esclusa. 

Ma inoltro la mia risposta a questi che, nonostante il madornale errore, restano amici, per esprimere ancora una volta tutta la mia desolata disillusione sull’incapacità di coloro che un tempo rappresentavano la speranza e gli obiettivi delle masse. Erano eredi di un 1917 e di un 1789 e di quelle lotte rivoluzionarie, per uscire da una visione subalterna e sclerotica su chi siano amici e nemici, sia quanto alla globalizzazione bio-tecnologica-totalitaria, sia quanto alla geopolitica imperiale e alla resistenza dei popoli.

 Ecco la mia risposta all'invito alla conferenza sull'Afghanistan

 


Ti invio del materiale – interviste e scritti miei – sull’Afghanistan. Del resto si trovano nel mio blog, www.fulviogrimaldicontrolbog.info, su Facebook, Telegram e VK.

 Non credo che lo apprezzerai e vorrai farne uso, anche in vista di una mia presentazione a Zagarolo, dato che esprime una visione e un’analisi nettamente diversa e opposta alla vostra che ritengo tragicamente sbagliata.

Il fatto che un occupante sia costretto a una fuga indecorosa, dimostrazione del consenso che il movimento di liberazione nazionale Taliban vanta presso la stragrande maggioranza della popolazione, smentisce tutte le teorie di una subalternità dei Taliban agli USA. Che sono addirittura ridicole, alla luce del colpo epocale inferto a Biden e all’imperialismo occidentale da una debacle che più catastrofica non  poteva essere. Come si evince anche dai disperati e livorosi clamori e dalle geremiadi del verminaio politico-mediatico degli utili idioti e amici del giaguaro.

Il semplicismo con cui si considerano gli accordi di Doha una resa dei Taliban agli USA rivela una scarsissima competenza geopolitica e una visione infantilmente schematica dei rapporti di forza che, sempre, si esprimono tra scontri e negoziati.

Da una posizione di assoluta forza dei Taliban, sostenuti dal popolo davanti a un governicchio fantoccio di ladri e corrotti, dopo vent’anni di stragi e di insuccessi di USA e NATO, saggiamente i Taliban, vedendo il nemico in posizione di debolezza e mancanza di opzioni, per porre fine a questo strazio del loro popolo, hanno deciso di negoziare. Per lo più si deve ricordare che Trump voleva a tutti i livelli porre termine alle "inutili guerre infinite" degli USA e della Nato.

 


Si vedrà quali sono i termini del negoziato. Probabilmente ci saranno delle aperture dei Taliban agli interessi economici USA, bisognerebbe vedere a quali condizioni  e soprattutto in quale quadro dei rapporti e investimenti di Cina e Russia, rispettosi della sovranità degli Stati.

Gli USA sono inguaiati in tutto il mondo, dall’America Latina al Medioriente, le loro rivoluzioni colorate e i colpi di Stato falliscono da Hong Kong al Myanmar, dall'ISIS lanciato contro Iraq e Siria ai contraccolpi in America Latina. Se dal loro ritiro ricaveranno qualche partecipazione all’enorme ricchezza mineraria afghana, in subordine a Cina e Russia, sarà già tanto e varrà bene la fine dell’incenerimento degli afghani, donne col burka comprese, mediante missili e le bombe USA e NATO, noi compresi.

Quanto a gente dipendente dal dollaro USA (quelli del governo afghano sono tutti in banche USA e ora sono stati congelati da Biden, tanto è padrino dei Taliban!), converrebbe che i comunisti si occupassero di quanto è successo in Vietnam e va succedendo a Cuba. Dove il "dollaro USA" è riuscito e, rispettivamente, va riuscendo ad assicurarsi nuovi servi. 


giovedì 19 agosto 2021

AFGHANISTAN: OMINICCHI, PIGLIAINCULO E QUAQUARAQUA’

 GOOD MORNING AFGHANISTAN - UN VIETNAM AL QUADRATO

Diretta streaming con il giornalista e scrittore FULVIO GRIMALDI.

Tema: Oppio, Petrolio e tombe.  All’Impero non resta che il caos.

Conduce STEFANO BECCIOLINI.


https://www.becciolininetwork.com/2021/08/15/afghanistanallimpero-non-resta-che-il-caos/ 

Da Facebook:

https://www.facebook.com/100652334681130/posts/563137125099313/ 

WebRadio:

https://www.spreaker.com/episode/46122816 


AFGHANISTAN: OMINICCHI, PIGLIAINCULO E QUAQUARAQUA’


Cari amici e interlocutori, sugli sconvolgimenti rivoluzionari nell’Afghanistan e sulle onde che questo tsunami suscita nel resto del mondo, spunta sempre qualcosa di nuovo da rilevare, capire, spiegare, nel male e nel bene della vicenda. Quindi permettetemi di aggiungere a questa videointervista qualche ulteriore considerazione, stavolta sollecitatami da una delle peggiori categorie politiche e umane che si manifestano nei periodi di conflitto e crisi: i sinistri collaborazionisti.

Scendono in campo le “sinistre” a vocazione collaborazionista, razzista e colonialista

Sciascia li chiamava “uomini, mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà”. Sostantivi  che valgono ovviamente, il movimento delle donne permettendo, anche al femminile. A coloro che si aggirano nel post-Afghanistan liberato in preda a furori impotenti e spasmodici sforzi di trovarvi una spiegazione salvifica, quale di quei termini assegnare è libera scelta. Il primo, “uomini”, va comunque riservato ai Taliban e agli afghani che li hanno portati alla liberazione.    

Li riconoscete, questi soggetti inchiodati da Sciascia, dall’untuosità di un’ipocrisia che si ammanta di umanitarismo, solidarismo, accoglienza, mentre sui punti strategici della questione, la globalizzazione del bio-tecno-globalismo finanziario in chiave colonialista, conferma, appunto, i punti: chi sono i nemici e chi gli amici. per quanto a volte maldestri i secondi. I primi sono i terroristi, i secondi quelli che invadono e bombardano nel nome dei diritti umani, specie delle donne malvestite. Le fonti a sostegno, sancite tali per autoproclamazione, sono perlopiù Amnesty International, Human Rights Watch, Save the Children, Intersos, e altri corpi celesti della costellazione CIA-NED-USAID-Dipartimento di Stato e satelliti ONG (porte girevoli con tutti). Il relativo parallelo sanitario si chiama OMS, CDC, EMA, AIFA, et cetera.

Al momento l’ordine di servizio per contrastare la figuraccia subita dall’Occidente neocolonialista, liberista, sedicente cristiano, guerrafondaio ed egemonista, impone due direttrici d’intervento politico-propagandista. 

Come togliersi d’impiccio perseguendo la globalizzazione

1) Esasperare la diffamazione, tanto più virulenta quanto più bruciante è la sconfitta, del movimento di liberazione afghano, secondo la doppia linea: a) “burattini di Biden”, per cui tutto rientrerebbe nell’ordine trionfale dell’impero; b) “tagliagole terroristi, stupratori e femminicidi”, con l’Occidente ignavo che permette il ritorno di donne e uomini afghani nel “medioevo islamico” (in tal modo privati perfino della protezione chimico-genica dei diritti umani )

2) volgere la catastrofe colonialista in successo globalista, utilizzando il “dramma dei profughi in fuga dalla tirannia oscurantista”. Più lungimirante e meno idiota quest’ultima, finalizzata a potenziare la strategia globalista del trasferimento di popolazioni a fini di de-identificazione culturale e de-potenziamento politico, sociale ed economico. Non vuoi che con un milione di giovani afghani in età riproduttiva e lavorativa, accolti soprattutto in Europa, in aggiunta al mezzo milione ammazzato dalle bombe e dai loro effetti collaterali (gli è andate pure di lusso se pensi ai tre milioni e andare di vietnamiti rimossi da guerra, napalm e Agente Orange) e con un governo di “burattini di Biden”, non si aprano opportunità meravigliose alle multinazionali dei minerali e dell’oppio che abbondano nel paese? E indovinate chi non è subito scattato, in assenza di ONG, Casarini, MSF e Cecilia Strada nel Mare d'Arabia, se non quelli dei "corridoi umanitari" papisti, Caritas e S.Egidio.

Dunque, dopo la milionata di siriani in trasferta in Europa e così sottratti alla resistenza di quel paese e di cui si è debitori al mercenariato ISIS-Al Qaida di USA e NATO, milionate di afghani da sradicare e trasformare in manodopera a basso costo, accanto a magrebini, saheliani, mediorientali, somali, senegalesi. Operazione di cui si era fatto operativo anche il “santo subito” Gino Strada, medico benemerito, vate del globalismo accoglitore sollecitato da George Soros e padre nobilissimo di una figlia attualmente impegnata direttamente nella tratta nel Mediterraneo.



Mastica livore amaro “il manifesto” che, fino a poche ore prima di una ventata Taliban che su tutto è passata senza colpo ferire, resa possibile solo grazie a un consenso universale e al discredito totale degli occupanti bombaroli, dei loro quisling ladroni e delle nostre ONG parassite, puntava sul suo presidente “laico”. Eroe dell’emancipazione afghana, Ashraf Ghani, che, nella fuga immediata e indecorosa, lasciava sacchi di dollari e oro sulla pista dell’aeroporto. Gli esperti di Afghanistan del giornale si sono rivelati diligenti allievi di Madeleine Albright, ministra degli esteri di Bush, che definiva 500.000 bambini uccisi da Usa e Nato in Iraq un prezzo giusto. Su quella guerra sono invecchiati ribadendo che donne liberate dal burka valgono bene le decine di migliaia di donne liberate da missili e bombe. E sanzioni. Non solo in Afghanistan, ovviamente, si tratta di questione di principio per le democrazie. Come per Hillary Clinton quando si scompisciava di risate all’idea che Gheddafi era morto, squartato dai miliziani della democrazia.

Quando le circostanze ti invitano alla figura di merda

Sfida l’immaginazione più fervida cosa ominicchi politici e quaquaraquà mediatici s’inventano per allineare la loro narrazione a qualcosa che salvi la faccia al mondo criminale nel quale militano. Dall’inane Di Maio, rotto a ogni ignominia di incoerenza, che, dalla spiaggia pugliese, in costume da bagno, giura “non abbandoneremo l’Afghanistan”, sicuro di consolare milioni di donne in burka e spaventando a morte i Taliban. Allo spassoso Molinari del sinistro Repubblica, detto lo “stereotipo talmudista”, che ancora insiste sull’attacco saudita-pakistano alle Torri Gemelle per cui andava attaccato l’Afghanistan. Da Macron, irrimediabilmente sempre più Micron, che impedirà, tutto da solo, la “ricostituzione di un santuario terrorista” in Afghanistan, dimenticandosi di quello che lui e Biden hanno nei propri magazzini, a Draghi che, impudico e fuori misura come sempre, ha cianciato dei nostri 50 morti e 700 feriti, “eroi impegnati in operazioni contro il terrorismo e in migliaia di opere umanitarie che lasceranno una traccia profonda nella società afghana”. Tanto profonda che ci sono passati i taliban come fosse un’autostrada. Galli della Loggia, il nostrano Bernard Henry Levi degli orgasmi bellici, non si fa capace della “risorgenza di una “barbarie sconfitta vent’anni fa” (sic) ed è prontissimo all’armiamoci e partite per la rivincita. Vinta subito anche questa, ma da protrarre per altri vent’anni. 

Restando nell’ambito di una categoria che a forza di invettive, anatemi, previsioni apocalittiche sulle nequizie a venire dei Taliban , disperatamente si affanna a far credere al suo pubblico che i buoni siamo noi, sulla scala dei quozienti di intelligenza si scende a livelli abissali. Padellaro, abbandonata per un attimo la miccia del rogo per gli eretici della nuova fede scientifica, eleva la sua prosa a lirismi tragici, da caduta di Troia, Si sforza, ma trova l’impresa impossibile, di “scovare barlumi di umanità sotto le barbe incolte dei talebani”, e resta atterrito davanti all’obbrobrio di classe per cui, “alla tavolata nel palazzo desertificato, gli sguatteri sono diventati di colpo padroni”. Il noto fustigatore resta in bilico tra chi sia più abietto tra i rigurgiti disumani del rifiuto a Figliuolo e lo spurgo medievale dei cultori della Sharìa. 

(Mi viene un confronto: ma al Fratello Musulmano Morsi che, da presidente egiziano, impose la Sharìa a una nazione storicamente laica e poi ne venne cacciato a furor di popolo, com’è che non si sono riservate le forsennate scomuniche oggi lanciate ai Taliban? Anzi le si sono spostate sul successore Al Sisi - attribuendogli addirittura l'assassinio di Giulio Regeni - che aveva ripristinato la laicità dello Stato e la pluralità delle confessioni?)

I Taliban per la sinistra furba? Un ossimoro: terroristi anti-occidentali, ma anche burattini di Biden

A coronamento degli imbecilli in perfetta malafede che danno del terrorista alle vittime del terrorismo da loro sostenuto, c’è l’imbecille in acrobatica buonafede che pensa di riscattare il suo antimperialismo a difesa degli “sventurati donne e uomini afghani”, dando ai Taliban dei “burattini di Biden”, utili idioti, o amici del giaguaro che siano. Un affascinante esempio di razzismo occidentocentrico, ma anche di capra e cavoli, di piede in due staffe. La capra e la staffa dell’antimperialismo e i cavoli e la staffa dei diritti umani, delle donne, dei bambini  riprecipitati nel "medioevo taliban”.

Ignari di ogni elementare geopolitica e soprattutto di come vengono affrontati i rapporti di forza, tra scontro e mediazione, il disorientato verminaio dei sinistri destri interpreta il dialogo iniziato e concluso da Trump e  messo in atto da Biden come la dimostrazione che i Taliban, pur restando bruti e nemici dell'Occidente, si sono venduti al nemico e ora si prestano a farne i “burattini”. 

I Taliban hanno di fronte un aggressore che per vent’anni ha maciullato il paese, da tempo nettamente sconfitto sul piano del consenso, odiato dal popolo per la casta di corrotti vendipatria installati a Kabul, inetto quanto a un anche minimo miglioramento delle condizioni economiche e social della popolazione, militarmente battuto a priori, dispensatore di soldi a ONG parassitarie impegnate a coltivare un ceto di cultori dei “valori occidentali”. Quale sarebbe una forza di liberazione nazionale raziocinante che non approfittasse dalla debolezza, della stanchezza, dell’isolamento nell’opinione pubblica anche domestica,  per dialogare e raggiungere una soluzione che ponesse fine al massacro e sancisse la riconquistata sovranità? 

Succederà quanto succederà. Forse i Taliban si acconceranno, come i vietnamiti, a una conversione da quanto hanno in mente a quanto hanno in mente le multinazionali capitaliste. Forse la vicenda afghana prenderà una piega diversa. Intanto la Storia e l’immaginario collettivo dicono che ha vinto la volontà di liberazione, ha vinto il popolo, e hanno perso il colonialismo, l’élite e l’eterna pretesa occidentale di interferire e decidere, a proprio vantaggio e secondo i propri paradigmi, la sorte di altri paesi. 

Evento epocale, dagli effetti incalcolabili. Se poi le cose dovessero andare diversamente da come i frustrati dei “burattini di Biden” prevedono e vaticinano e i Taliban dovessero tornare a essere i responsabili dell'11 settembre e di tutto il resto, ci vorrà molto poco per far spuntare un afghano, ben istruito alla bisogna dalle solite agenzie, che faccia saltare per aria un collegio di suore a Parigi, a Boston, o a Berlino. Ridando vigore e motivazione alla più grande bufala del millennio, gemella di quella sanitaria: la guerra al terrorismo. E confortando gli imbecilli nella loro avversione ai Taliban, o terroristi anti-Biden, o burattini di Biden. Noialtri, da Piazza Fontana a Falcone e Borsellino e alle Torri Gemelle, chi siano i terroristi lo abbiamo capito da mo'.


domenica 15 agosto 2021

QUEL numero non ce lo danno ---- DATECELO VOI ! --- Nel terrorismo quotidiano dei dati Covid, manca quello vero

 


 


Dati  UE da dicembre ad aprile

Quanti e quali sono gli effetti avversi subiti in seguito all'inoculazione di un vaccino anti-Covid 19? E' l'unico dato, nella quotidiana, martellante, elencazione dei numeri della pandemia, che ci viene negato. Perchè? Eppure ci sono gli organismi ufficiali degli Stati e dell'UE che, almeno parzialmente, gli effetti avversi li registra. 

Perchè non rimediare a questa incredibile mancanza con un intervento diretto, dal basso, di coloro che questi effetti, avversi, ma taciuti, li hanno subiti? O di coloro  che li hanno constatati sui loro congiunti?

Dal blog di Visione Tv abbiamo colto un geniale spunto dell’amico Gianluca e io mi sono premurato di rilanciarlo in sintonia con il sito. Vale la pena impegnarsi sull’iniziativa per il suo indiscutibile valore intrinseco di arma di contrasto alle falsità e strumentalizzazioni che tracimano dalla narrazione ufficiale Covid, l'unica consentita nei tempi in cui la Scienza, una certa scienza, è diventata fede e dogma. 

Per una volta, dopo quasi due anni di passivizzazione e assuefazione all’irrazionale e al palesemente disonesto impostici da una setta di sociopatici arrivati al potere grazie a un’ipnosi collettiva da paura senza precedenti nella storia umana, abbiamo l’opportunità di far sentire una voce cui nessuno potrà attribuire, come suole per le proteste di piazza, un carattere denigratorio e diffamatorio, tipo “negazionista, ultradestra, complottista, fascista, terrapiattista, untore”.

 


EU, da dicembre a giugno 2021

Perché qui si tratta di numeri. Numeri tanto veri, quanto drammatici, tragici, occultati perché in controtendenza rispetto a quelli del terrore indotto. Numeri da terrore vero, concreto, fondato non su artifici propagandistici, ma sulla pelle abusata di esseri umani.  Numeri di cui Gianluca ha osato mettersi alla ricerca. Ne ha ricavato una sospensione di 30 giorni della sua presenza su FB. E pour cause: numeri di cui la possibile epifania sconvolgerebbe tutto lo story telling covisiano e vaccinista, rovesciando un assunto comunicativo che a quattro delinquenti assisi sull’Olimpo, e ai loro utili idioti sguinzagliati nei bassifondi dell’umanità, permette quell’accumulazione capitalista di denaro e di conseguente capacità di sterminio psicofisico cui stiamo assistendo da statue di sale, come Niobe davanti allo scempio dei suoi figli.

Potenza dei numeri! Eppure ne basterebbe uno solo, detto una sola volta, ma a tutti, a dissolvere l’effetto di esplosione nucleare su un’Hiroshima grande come il mondo assegnato ai quotidiani numeri della Protezione Civile che associazioni a delinquere mediaticamente sparano addosso a una nostra sistemazione prostrata che non lo è mai a sufficienza.

Bollettini radio, tv, di stampa, grafici, statistiche, che non risparmiano bollettini parrocchiali (il papa ci tiene), fumetti o parole crociate, emananti da organismi ufficiali in evidente condizione di ossessione compulsiva e che il gregge infantilizzato riecheggia al suo interno potenziandone l’effetto angoscia, persuasione e disciplina. Tot nuovi “casi”, tot “positivi”, tot ricoverati, tot in terapia intensiva, tot sintomatici e tot no, tot vaccinati di una dose, tot di due, tot di terza, tot di nessuna (gli infami da rogo), tot morti (ovviamente “da Covid”, grazie al benevolo tampone all’oncologico terminale e a quello che si è gettato dal balcone per troppo Speranza).

Non vi è mai capitato, tra il rumoreggiare indistinto e lontano di parole evanescenti, come “effetti avversi”, “miocarditi, trombosi, cecità, paralisi, problemi renali”, addirittura “decesso” (rigorosamente al singolare, e solo se  inevitabile, visto che quell/a è proprio morto dopo la siringata e ha anche un nome), di trovare tra questa superfetazione di numeri anche quello che forse vi interesserebbe di più? Un numeretto che dica a quegli imbecilli di cittadini dubbiosi se qualcosa di brutto sia successo, e a quanti, dopo la “salvezza” garantita e il consenso informato con Pfizer, Moderna, J&J, o Astrazeneca.




Esiti clinici USA al 21/5/21

Si tratta di cifre custodite meglio degli utili ricavati nella congiuntura Covid e sistemati in un paradiso fiscale dal grande Big Tech, o dal potente Big Pharma. Anche perchè di quegli utili rivelerebbero un elemento vagamente imbarazzante: oltre a quello economico e sociale, già spaventoso, il costo in vite e in danni all'integrità psicofisica di singoli esseri umani, sacrificati in massa sull'altare della divinità Mammone.

E, allora, se lacerassimo il velo di Maia,  se al nubifragio di numeri che giorno dopo giorno ci vorrebbero inchiodati alla colonna infame della nostra irresponsabilità verso gli altri, opponessimo la carne viva dei nostri corpi compromessi, o azzerati dal vaccino? Da coloro che ci prendono per mattoncini Lego, da usare o scartare, per rifare il mondo all'insegna di un'Intelligenza artificiale a misura di licantropi?

Qualche medico e infermiere ha avuto l'integrità e il coraggio di segnalare danni e decessi da vaccino. Esistono agenzie ufficiali cui queste segnalazioni possono essere fatte. Possono, non devono. Anzi, meglio di no. Infatti non vengono sollecitate. Dipendono dalla buona volontà del sanitario, o del paziente, o del suo congiunto. Sono volontarie. Devono sfidare la disapprovazione del primario, o di altri. Nessuno si è azzardato a sfidare Big Pharma installando un meccanismo automatico di registrazione e senalazione degli "effetti avversi".

Non negli Stati Uniti e non nell'UE. Dove però esistono due enti ufficiali, VAERS e EUDRAVIGILANCE, incaricati di ricevere quelle segnalazioni volontarie e temerarie. E ne danno conto. Decessi e altri danni alla salute, a migliaia, a decine di migliaia, di settimana in settimana. Tanti da rovesciare il calcolo "rischi-benefici" come propagandato dai vaccinari del 96% di sicurezza, nel suo contrario. Sempre precisando che, per il morto da vaccino con embolo, l'insicurezza, cioè il rischio, è risultata del 100%. 

Morti da vaccini negli USA dal 1990 al 2021

Avete mai visto questo numeretto sul Fatto Quotidiano, su Repubblica, Corriere, manifesto? E' mai su di voi è calato, in nome della deontologia, dagli schermi di Gruber, Formigli, Mentana? Che sia per non causarvi inutli preoccupazioni, qualche dubbio su cosa ne viene a versare oceani di soldi nelle fauci dei farmaceutici? O a dar retta a generaloni degli alpini esperti in civili ammazzati in  Afghanistan, ora impegnati con la siringa su bambinelli nostrani? O a piegare le ginocchia e congiungere le mani davanti agli oracolanti virologi tv, ognuno dei quali vanta più conflitti d'interessi di Draghi quando svendeva l'industria italiana alle multinazionali, o intimava  "whatever it takes" ai miserabili che non godevano del bail in e, con letterine BCE, ordinava al governo Italiano o l'austerity o la vita e a quello greco di far crepare i figli di Omero facendogli credere che così volevano gli dei (anticipazione della depopolazione di Bill Gates)?

Dare corpo, sangue e nome alle cifre di questi enti (ne cito una: ci sono stati negli USA più decessi da vaccino anti-Covid tra dicembre e aprile che nei precedenti trent'anni da TUTTI i vaccini allora somministrati) significherebbe estrarli dalla nebbia di un'informazionme "distratta" e rimettere il rapporto "rischi-benefici" su un piano di realtà.

Da lì l'idea, circolata nel blog di Visione TV e approvata dal suo direttore, Francesco Toscano, di raccogliere le testimonianze dirette di chi ha subito o visto subire gli effetti avversi dei vari vaccini. Occorrerebbe una dichiarazione in video di pochissimi minuti, con nome, cognome, luoghi, date e dati clinici. Già, tocca metterci la faccia. Ma non potranno contestarti. Anzi, a contestare loro e tutta la guerra all'umanità sarai tu. 

 In nero il totale dei decessi, in rosso i decessi in eccesso dall'inizio delle vaccinazioni (inverno 2010-2021)