lunedì 2 ottobre 2023

PULITORI ETNICI E VENDITORI DI PESCHE

 

PULITORI ETNICI E VENDITORI DI PESCHE

 


 

Fulvio Grimaldi: in Nagorno Karabakh (Artsakh in lingua armena) si è consumata una pulizia etnica

https://www.youtube.com/watch?v=qg3yCbj5O6w

 

In Artsakh, piccola nazione democratica armena millenaria, dal ’91 isolata all’interno dell’Azerbaijan autocratico, da trent’anni sotto il tacco chiodato della stessa dinastia, si è consumata una nuova “soluzione finale”. Gli ebrei si risentiranno del termine che vorrebbero riservato alla Shoah e allora chiamiamola “Nuova Nakba”, in parallelo con la catastrofe che ha colpito il popolo palestinese al momento dell’invasione /occupazione del 1948, estinguendone la nazione al pari di quanto ora è stato fatto agli armeni del Artsakh.

 

L’Occidente, altro nome per la NATO, aveva assistito cieco, sordo e muto al tentato genocidio degli ucraini russi da parte di un regime neonazista ucraino, installato con un colpo di Stato a guida USA, denominazione Obama-Clinton e manovalanza terroristica nazista. Poi si era svegliato di colpo, all’atto del salvataggio dall’estinzione di tali russi da parte di Mosca, ma solo per inveire contro “l’aggressione” da parte di una Russia assediata tutt’intorno ai propri confini da basi USA e per  portare in giro sugli scudi l’eroe di un nuovo nazismo da proiettare sul mondo intero.

 

In cambio, la parte europea della NATO, quella subordinata, aveva ottenuto di essere rescissa dalla Russia, dai suoi mercati di esportazione e dalle sue forniture energetiche che alla stessa Europa avevano garantito decenni di una prosperità ora avviata verso il baratro della recessione.irrimediabile.

 

Irrimediabile nonostante i 30 denari pagati all’Azerbaijan dittatoriale e violatore sistemico dei diritti umani in cambio di forniture di gas e petrolio, a parziale sostituzione di quelli persi nei fondali del Baltico grazie al botto CIA su quei gasdotti.

 

I silenzi e le spalle voltate sul Donbass si sono ripetuti pari pari nel genocidio, culturale e sociale, operato in questi giorni dal tiranno azero Aliyev, con il concorso delle armi israeliane, la potenza militare NATO della Turchia e la benedizione degli antropofagi di Washington. Zitte le ONG impegnate a salvare solo chi naviga, zitta l’ONU dei famigerati Caschi Blu, zitto il papa, davanti a questa Lepanto a rovescio dove i mori si mangiano i cristiani (a partire dalle loro terre e dai loro beni). Quelli che 100.000 profughi armeni (su 140.mila dello statarello dichiaratosi indipendente (con ragioni mille volte più fondate di quelli del Kosovo, strappato alla Serbia per impiantarvi la più grande base USA d’Europa), hanno dovuto lasciarsi dietro: case, scuole, ospedali, chiese, orti, campi, memorie.

 

Ma che fortuna che noi ci troviamo dalla parte illuminata della luna, quella della democrazia, dei diritti umani e bla bla bla.

 

Denn die einen sind im Dunkeln Und die anderen sind im Licht. Und man siehet die im Lichte, Die im Dunkeln sieht man nicht. “ Bertolt Brecht (copiate e incollate su Google)

 

L’altro tema, la pesca della bambina, marcia di zuccherosità, ruffianeria, intimidazione, trash. Cresciuta sull’albero nutrito dalla schiavitù di migranti accolti per garantire prezzi accessibili alla Grande Distribuzione e innaffiato dallo sfruttamento dei lavoratori (per il quale, questa qui, è sotto inchiesta).

 

Detto che, secondo le statistiche ci sono anche separati che stanno meglio di prima, compresi i figli, e che ci sono famiglie unite in cui ci si sbrana dalla mattina alla sera, la normalità oggi è quella dei separati e divorziati, circa la metà delle famiglie, compresi tutti quei nostri governanti che hanno lacrimato sulla bimbetta  e sul trio recitante, sciropposo quanto ricattatorio.

 

Detto anche che un commerciante evasore del fisco e spietato sfruttatore di lavoratori non ha titoli per fare la morale a nessuno, resta il dato terrificante dello sfruttamento di bambini. Per recitare e vendere cose che non pensano e che non hanno, né capito, né deciso, si prostituiscono bambini. Complementi ai genitori prosseneti. Ottima lezione a una politicamente corretto (e moralmente abietto) dove il bambino è indotto a fingere, recitare, mentire, a favore di tutto, anche di pesche marce. Sarà un ottimo adulto dell’era Schwab. Ma noi siamo a posto: ci preoccupiamo dei feti. Sarà pure giusto, ma dei bambini manipolati e corrotti no?

sabato 30 settembre 2023

CHE ESTATE, RAGAZZI! La mia, la vostra, la loro

 


MONDOCANE-ECOMONDOCANE, prima puntata della terza serie

In onda domenica 21.30, lunedì 9.30, martedì 11.00, mercoledì 22.30, giovedì 10.00, sabato 16.30, domenica 09.00

Ci risiamo, anche questa è fatta e siamo ancora qua, io, voi, gli altri, il mondo bello o brutto e, ahinoi, soprattutto quello degli imbroglioni. Siamo ancora qua, tutti tranne Napolitano, detto Re Giorgio, e di tutti sicuramente non il migliore e neanche il meno peggio. Se ne parla malissimo in Mondocane, a dispetto dell’armata di corifei, celebranti, chierichietti, paggi, soci e conniventi che ne hanno impestato le onoranze funebri, a dispetto di quello che l’uomo ha fatto a Stato e popolo.

Quanto all’Italia, abbiamo continuato a farci ingannare, comandare, punire, sorvegliare, e, in parte, a resistere e contrattaccare, in alcuni casi con formidabile efficacia (vedere cosa si è combinato a Trento, pro tempore capoluogo della controffensiva, a dispetto del presidente problematico orsicida e lupicida e del sindaco origliante, spiante e devastante)

Quanto all’ospitalità offerta a giovanotti migranti, furbi o bisognosi o, perlopiù, istigati e illusi, tutti agilmente manovrati da chi vuol male alla terra loro, come alla nostra, e lo fa passare per accoglienza di potenziali naufraghi attratti dal pull factor ONG, non ci siamo fatti mancare niente. Fino a 2000 al giorno, compresi gli sberleffi di Germania e Francia, i cui gendarmi ci spernacchiano dalle loro frontiere serrate.

E’ stata una grande estate dell’informazione, maschere dei mercenari mediatici tirate giù da un capo all’altro del paese, da Palermo a Trento passando per Gambassi Terme. Sì, proprio Gambassi Terme, angolo antico d’Italia, ma vispissimo sul pezzo, di cui racconto le meraviglie umane e politiche.

 



A Trento, vera capitale dell’informazione libera – AlterFestival e Festa di Visione TV e rivista,.ma anche della lotta a uno dei ceppi che ci vuole mettere il Grande Reset, quello della sorveglianza/sudditanza a fini di dittatura tramite dati.

Il sistema ha reagito come il serpe pestato sulla coda: sputando il veleno della disinformazione e della censura. Esempio agghiacciante la RAI in camicia nera che taglia la lingua a uno – su tre – che ha azzardato accennare alla valanga di disastri provocati dal siero sperimentale. O il WWF, quella cosa carina fondata dai reali d’Inghilterra a proprio uso e consumo, che, tramite una sua addetta al clima, abbaia sui media contro i “negazionisti” che rifiutano di farsi fo infinocchiare da chi, esaurite le frodi tradizionali, ne inventa di nuove per fregarci una volta per tutte.

Nel mondo, scontata la farlocca controffensiva dei nazisti ucraini, ladroni, serialkiller e mercanti d’armi, abbiamo visto la sedicente “comunità internazionale” (NATO + Bergoglio) guardare dall’altra parte, quella del petrolio, quando un dittatore azero, con l’assist di turchi e israeliani, si è fatto consegnare. da un premier armeno rinnegato e venduto alla NATO, la millenaria comunità armena del Nagorno Karabak. 100.000 profughi su una popolazione di 120.000 in fuga da un nuovo genocidio. Si chiama pulizia etnica, nuova Nakba. Kosovari sì, armeni no. E la Russia sta a guardare.

Tutto il male NATO che viene a nuocere ha preso un formidabile testacoda davanti al muro alzato su una robusta base di mattoni pre-esistente: I BRICS, da cinque (Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile) a 11 e, presto, a 40., oltre metà del mondo. Bye bye NATO. Non saranno il Sol dell’avvenire, ma sono una pietra d’inciampo grande come il pianeta contro la marcia globalista e unipolare di una banda criminale e criptonazista, che da troppo tempo è stata lasciata fare

Amici spettatori, con i quali, in parte, quest’estate, ci siamo incontrati per le vie del mondo e ci siamo sorrisi e fatte le foto, c’è molta altra roba nella puntata. Ma, in chiusura, buttate l’occhio su una formidabile avventura che abbiamo vissuto io e il mio nipotino Milo di 14 anni. Vi verrà voglia di viverla anche voi, Ma tocca tenersi forte!

 



 

giovedì 28 settembre 2023

IL GRANDE IMBROGLIO CONTRO L’ITALIA

 

I

Grazie ai servizi di complici subalterni italiani, politica, media, magistratura, con un grottesco processo basato esclusivamente su propaganda e testimoni costruiti, e autorizzato illegalmente dalla solita Corte Costituzionale, in mancanza degli element4i giuridici richiesti, riparte l’offensiva contro l’Italia dei nostri concorrenti, in questo caso proprio nemici.

Ancora una volta, dopo essere stato utilizzato da vivo, Giulio Regeni, ucciso dai propri mandanti che ne avevano constatato il fallimento di provocatore e destabilizzatore, viene messo in campo dai servizi segreti britannici (e italiani subordinati), tramite la storicamente alleata  Fratellanza Musulmana egiziana, per infliggere un grave danno al nostro paese.

L’operazione di queste forze a noi avverse, che, dalla caduta del regime integralista islamico di Morsi, contro l’Egitto si esprime anche attraverso il braccio terrorista della Fratellanza, specialmente nel Sinai, aveva lo scopo di neutralizzare, a vantaggio delle solite Sette Sorelle di memoria matteiana, la collaborazione tra ENI e il Cairo nello sfruttamento di ZOHR, il più vasto giacimento di idrocarburi del Mediterraneo al largo dell’Egitto.

La missione affidata dai britannici e dai loro agenti della Fratellanza a Cambridge a Regeni, già dipendente dalla multinazionale dello spionaggio Oxford Analytica e introdotto alla collaborazione con l’intelligence occidentale da un lungo corso negli appositi “Istituti del Mondo Unito”, aveva lo scopo di individuare, attraverso una dote iniziale di 10.000 dollari, di individuare entità in grado di scatenare una nuova destabilizzazione del più importante paese arabo (con Al Sisi sottrattosi al controllo anglosassone).

Incappato in un interlocutore egiziano al quale affidare la missione eversiva, un sindacalista che, insospettito, si era rivolto alle forze di sicurezza, Regeni aveva commesso l’imprudenza di rivelare attraverso un video i dettagli del “piano politico”.

Regeni viene trovato morto e torturato in piena Cairo nel giorno esatto dell’incontro tra Al Sisi e un’ampia delegazione governativa e industriale italiana, finalizzato a definire una serie di accordi di investimenti e cooperazione che includevano la gestione di Zhor.

Logica, retroterra formativo e occupazionale di Regeni, tutto il percorso tra Londra e il Cairo, mostrano l’evidenza di un’operazione di destabilizzazione dell’Egitto a danno dell’Italia e a beneficio dei suoi concorrenti.

A questi dati, di una concretezza inconfutabile e che sono stati ripetutamente illustrati sui mezzi di informazione e su un ineccepibile documentario egiziano (razzisticamente non preso in considerazione), l’apparato mediatico-politico italiano non ha mai voluto – e saputo – rispondere,. Con il solito Mentana e il suo foglio di pro



scrizione “Open” a suonare il piffero, si è limitato a ripetere all’infinito la narrazione del “martire umanitario della dittatura egiziana”. Ora l’operazione, della quale si è resa complice perfino la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, riparte. Interamente a danno del nostro paese. Una consuetudine, storica e attualissima, per i nostri gruppi dirigenti.

martedì 26 settembre 2023

DAL LAVROV ANTINAZISTA AL NAPOLITANO DELL’IMMORAL SUASION

 


Visione TV , “Dietro il Sipario”, Francesco Toscano e Enrica Perucchietti con Fulvio Grimaldi e Giammarco Landi

https://visionetv.it/rigurgiti-nazisti-in-italia-germania-e-giappone-dietro-il-sipario-talk-show/

https://youtu.be/6bBmnfGoUZo

Dove ci e vi intratteniamo partendo dall’invettiva del ministro degli Esteri Lavrov contro i rigurgiti nazisti in Italia, Germania, Giappone, la famigerata “Asse”, per completare il discorso sul totalitarismo dei “Quattro Cinici” che sempre ci riprovano e, di questi tempi,nell’Occidente NATO iniziano a ritrovarsi nelle vele venti non proprio favorevoli.

In Canada governo e parlamento festeggiano una cariatide nazista ucraina, reduce dai crimini compiuti con addosso la divisa delle SS. A Milano il sindaco piddino Sala celebra con una eulogistica mostra il battaglione nazista ucraino Azov, di cui ancora ieri ONU e OSCE denunciavano, rabbrividendo, le spaventose atrocità nei confronti della popolazione civile del Donbass (poi salvata dagli “invasori” russi). La nuova Madonna Pellegrina planetaria è un despota corrotto e sanguinario, Zelensky, che s’è venduto al padrone straniero un popolo che governa, senza opposizione e senza pietà, come fosse Himmler

L’ autoritarismo con camicia bruna sottopelle è in marcia da Washington a Kiev, da Tel Aviv  alla Roma del neofascista premierato, Totalitarismo politico, istituzionale, sociale, sanitario, culturale, insomma tecnonazista, necessitato da sempre, e oggi più che mai, dall’esasperazione di masse popolari, autoctone e colonializzate, a rischio di esplosione di fronte all’evidenza del proprio annichilimento, anche tramite trasferimento sempre più irrefrenabile di sovranità e ricchezze dal basso verso l’alto.

Non solo.

Il capitalismo divenuto finanziario e a totale egemonia privata, si è gangsterizzato e protegge la sua agonia storicamente determinata attraverso una dimensione senza precedenti di corruzione. Pensate al Nobel che ha massacrato o espropriato milioni mediante una mezza dozzina di guerre d’aggressione a popoli innocenti. E ha iniziato la pratica dell’esecuzioni extragiudiziarie fondate sul proprio “sospetto”. O a Joe Biden, riferimento politico e morale del nostro mondo, e al figlio Hunter, pendagli da forca per quello che hanno sottratto al proprio e ad altri popoli. Autentici delinquenti, corrotti e corruttori, ladri e sterminatori di legalità sono al governo di alcuni dei più importanti Stati dell’Occidente e, nelle periferie, mantengono alle proprie dipendenze vassalli della stessa risma.

Pensate a come in questo contesto programmi ora di inserirsi l’OMS, facendosi dittatore planetario sotto le mentite spoglie della cura della salute, del clima, dell’ecologia, del disagio sociale.

A difesa di un simile grumo di nequizia e abiezione occorre il controllo assoluto sulla parte dell’umanità che ne è vittima. Condizione di cui si sta rendendo conto, come reso evidente dai fatti di Francia, dell’Africa al secondo tempo della sua liberazione, dei BRICS e di certa America Latina.

La puntata si chiude con un giro di considerazioni sull’appena defunto così denominato “Re Giorgio”. Alla luce di quanto discusso prima, non si può che concludere, alla francese, con “tout se tient”. Teniamoci uniti e determinati anche noi. Più di loro, costi quel che costi..

martedì 12 settembre 2023

11 SETTEMBRE, IERI, OGGI. DOMANI?

 


 

VISIONE TV, “Dietro il sipario”: 22 anni di bugie

Enrica Perucchietti con Roberto Quaglia, Gianluca Marletta, Marco De Cousandcer e Fulvio Grimaldi

https://www.youtube.com/watch?v=DLrhD48v_nc

https://youtu.be/DLrhD48v_nc

 

Chiunque avesse una qualche idea di come gruppi dominanti degli Stati Uniti hanno agito storicamente per aprirsi la strada al controllo e alla predazione globali, vedendo in TV l’esecuzione dell’operazione Torri Gemelle e Pentagono, sarebbe sbottato “E anche questa se la sono fatta da soli”.

Sospetto che diventa convinzione a seguito sia delle ricerche, indagini, prove, testimonianze, accumulate da centinaia di esperti onesti, sia da quanto da quell’operazione, utilizzata come pretesto e giustificazione, è stato avviato, nell’immediato, come negli anni a venire, fino ad oggi. E oltre.

I partecipanti al forum sono tra i nostri maggiori analisti di quel fatto epocale, catastrofico, apocalittico, di un tasso criminale senza precedenti nella Storia e che nel corso dei decenni ha cambiato il mondo, assicurando il successo ad altre operazioni truffaldine, finalizzate al dominio globale, guerra territoriale, per le risorse, e psicofisico contro gli esseri umani: guerra (dei terroristi) al terrorismo, con distruzione totale di un paese dopo l’altro, militarizzazione di ogni aspetto della vita, pandemia, cambiamento climatico, rivoluzione gender, digitalizzazione, migrazioni indotte, cancel culture, russofobia, sinofobia.

Dalla nostra discussione emergono due considerazioni di fondo da tenere presenti al fine di una definitiva demistificazione di quella operazione e delle campagne che ne sono state in vari modi derivate e giustificate.

La presa d’atto, per molti difficilissima, che in Occidente siamo governati da esseri disumani, disposti e pronti a ucciderci: rendersi conto che siamo nel tempo in cui il genitore, quel genitore, uccide il figlio.

Il vittimismo dell’assassino.  L’enorme forza persuasiva e assoggettante del colpevole che si fa vittima innocente, ingiustamente colpita e, dunque, da difendere e sostenere in tutti i suoi moti e comportamenti. E’ stato lo strumento principale per diffondere in chi ne è stato colpito, passivizzazione, infantilizzazione, assoggettamento..

Tutto questo fortunatamente, tra a noi e nel mondo, è entrato in profonda crisi. A dispetto degli immani sforzi mistificatori del mercenariato mediatico.

 

mercoledì 6 settembre 2023

9MQ intervista a Fulolvio GrimaldI. Dai BRICS che cambiano il mondo al ritorno a Ustica

 


9MQ  con Marzia di Sessa intervista Fulvio Grimaldi

 

il link della diretta di oggi.

https://fb.watch/mTYoV1FRIt/

 

https://www.facebook.com/9MQWEBTV/videos/1156538295304746

 

Argomenti

 

Chi c’è dietro alla botta data a Macron da Repubblica, riesumando un Giuliano Amato per fargli dire quello che lui e quasi tutti hanno sempre detto sulla responsabilità NATO e probabilmente francese, nell’abbattimento nel 1980 su Ustica del DC9 di Itavia, con gli 81 passeggeri morti e altri testimoni successivamente fatti sparire in vari modi, insieme aile registrazioni radar e al diario di bordo della portaerei USA Saratoga, pure impegnata in quella battaglia notturna.

Fanno capolino, dati i referenti e padrini politici del quotidiano “rivelatore”, gli USA si Biden e Israele di Netaniahu, entrambi interessati a occupare gli spazi c he la Francia ha dovuto abbandonare grazie alle rivoluzioni anticoloniali di popolo africane, democraticamente interpretate dai militari di quei paesi.

 

E’ l’ultima guerra per procura quella che gli USA, con la Nato al guinzaglio, conducono in Ucraina, “fino all’ultimo ucraino” (e mercenari anonimi vari), contro la Russia? No, è l’ennesima, dopo le disfatte degli eserciti USA direttamente impegnati in Vietnam, Iraq e Afghanistan e che hanno provocato pericolosi contraccolpi in un’opinione pubblica dissuasa dalle guerre a forza di bare avvolte nella bandiera a stelle e strisce. Ai mandatari ucraini si affiancano quelli dell’ISIS e di varie Al Qaide nelle  guerre a Libia, Siria, alla resistenza irachena e nelle destabilizzazioni-stabilizzazioni colonialiste di vari altri Stati (ve di Boko Haram in Nigeria) e settori sociali corrotti, strumentalizzati e spesso militarizzati, come in Iran, o Myanmar.

 

L’aggressione al teatro romano di Sandro Torella, attore impegnato nel fronte antisistema, con minacce e improperi rivolti a lui e al direttore d’orchestra

Andrea Colombini, indica che, a partire da obiettivi non di primissima istanza politica organizzata e, anzi, non riconosciuti da molti come protagonisti dell’antagonismo politico, sociale e culturale, ci si muove sul piano del silenziamento di ogni opinione divergente rispetto alle operazioni in merito a clima, pandemie, dittatura OMS, guerre militari e sociali. Una risposta di popolo significativa alle manovre liberticide, realizzate però in maniera ben più feroce che con scritte sui muri  contro obiettivi secondari, si avrà il 9 settembre a Trento, città scelta come cavia per forme estreme di sorveglianza, controllo, repressione.

 

I BRICS, speranza dell’umanità. Il vertice dei BRICS, ora passati da 5 a 11 membri e in predicato di diventare un blocco di 40 paesi costituenti un’alternativa radicale alla contrapposizione dei blocchi sostenuta dall’imperialismo occidentale, prefigura il vero Nuovo Ordine Mondiale, basato su eguaglianza, diritto internazionale, rispetto reciproco, sovranità e collaborazione. Un blocco decisivo, visto che in quella sua configurazione accresciuta, rappresenta la quota maggioritaria della massa terrestre, della popolazione e del PIL mondiale. 

 

E Assange? Dopo molo tergiversare, i due maggiori partiti australiani, paese di cui Julian è cittadino, si sono risolti a perorarne la causa con la Casa Bianca. La risposta di Antony Blinken, Segretario di Stato e falco di prima classe, non ha tenuto conto neanche di questo prezioso alleato nel quadrante dell’Indopacifico anticinese. Non ci può essere indulgenza per chi ha denunciato la nudità dell’imperatore e ne ha esibito il corpo in decomposizione.

 

Infine si parla di Trump e delle prospettive elettorali nel paese da cui ormai non potrà mai venire nulla di buono. Ma questo ascoltatevelo.

lunedì 21 agosto 2023

BENE FARE, PAURA NON AVERE Dove c’’è l’idea non c’è paura Dove c’è paura non c’è l’idea



https://www.youtube.com/watch?v=-lgDzSiFaq0

https://youtu.be/-lgDzSiFaq0

 

Titolo un po’ criptico quello di questa presentazione, che poi è anche il titolo dell’articolo che ho pubblicato su questo numero di “Visione-Un altro sguardo sul mondo”.

Per paura intendo ciò che tutti intendiamo: una condizione psicofisica di fronte a un qualcosa che si percepisce minaccioso, pericoloso. Condizione  che può essere positiva, se ci mette in atteggiamento di difesa e reazione; o negativa, se ci paralizza e ci toglie le capacità di rispondere adeguatamente all’evento.

La mia esperienza, tratta e maturata grazie alla frequentazione di situazioni che possono produrre paura, guerre, conflitti, catastrofi naturali, fenomeni che incombono, mi ha portato a smentire molti sociologi, psicologi, pediatri, sapientoni vari. Coloro che, denunciando gravi ripercussioni sanitarie, specie psichiche, traumatiche, in particolare sui bambini, “poveri innocenti”, di eventi drammatici o tragici, in qualche modo favoriscono e potenziano gli effetti nefasti che i promotori e responsabili di tali eventi si erano ripromessi. Magari in perfetta buonafede.

E’ che generalizzano, non distinguono, fanno di ogni erba quel fascio che in qualche modo conviene alla loro visione delle cose e, del caso, anche alle loro tasche. Che si è uno psichiatra infantile a fare, se non si diagnosticano pesanti traumi inflitti ai bambini dai costanti bombardamenti israeliani su Gaza, dalla vista di un loro fratello colpito e mutilato, dalla propria casa ridotta in briciole.

E, invece, no. Io a Gaza ci sono stato, tra la gente degli infiniti bombardamenti, delle famiglie sminuzzate, dal ritorno allo stato di cavernicoli, a sopravvivere tra le macerie di quella che era una dignitosa abitazione. Vorrei che vedeste il mio docufilm “Araba Fenice, il tuo nome è Gaza e ascoltaste quella ragazzina di 12 anni raccontarmi come la guerra israeliana detta “Piombo Fuso”, quella dei carri armati fin dentro le case, quella delle venti esplosioni al minuto, quella della decimazione di persone in fuga dalla piazza a forza di raffiche di mitraglia.

Quella ragazzina aveva la forza, la serenità, di una combattente. Aveva perso tutto, madre, fratello, zii, casa, infanzia. Aveva sofferto, soffriva, ma non era traumatizzata, resa inerme, disperata. Andava a scuola, che allora era diventata una tenda. Sapeva chi l’aveva colpita, e perché e sapeva ancora meglio che apparteneva a una gente, a una comunità, a un popolo che combatteva, intendeva restare in piedi. Sapeva che se non fosse andata a scuola, sarebbe stata sconfitta. Sapeva della Nakba, della terribile violenza degli invasori, di cosa avesse subito quel suo popolo e come era rimasto in piedi, lacero, sanguinante, ma con la luce dell’orizzonte, quello alle spalle e quello davanti,  negli occhi e nel cuore.

Aveva l’idea, non aveva paura. Se ne sarebbe vergognata, della paura, di fronte al suo popolo in resistenza. Stesso discorso per i ragazzi di Falls Roads, Belfast, Irlanda del Nord, generazione dopo generazione, per trent’anni. Stesso discorso per i siriani, massacrati e depredati da Obama, Trump, Biden, Israele, jihadisti. Stesso discorso, stessa “idea”, per i nostri partigiani, del Risorgimento e della Resistenza. Hanno l’idea, sanno chi gli è nemico e perché e che vita vuol dire resistenza. E viceversa. Altro che traumi. Resistere è anche felicità.

Quanto alla paura che c’è quando non c’è “l’idea”, basta pensare a chi correva alla disperata verso gli hub messi su dai mercanti e untori Pfizer o Moderna. Quelli che non avevano paura avevano un’idea. Si chiamava “No Vax”, o, quanto meno, “No Green Pass”.

 

sabato 12 agosto 2023

L’AFRICA PRENDE IL LARGO NETANIAHU SI RIFA’ SU PALESTINESI E SIRIA LONDRA DEPORTA, NOI ACCOGLIAMO TRENTO, PARTE IL CONTRATTACCO

 


https://youtu.be/bhNOhSsvG9I

https://www.youtube.com/watch?v=bhNOhSsvG9I

Visione TV, “Il grimaldello”: Enrica Perucchietti e Fulvio Grimaldi sui fatti della settimana

Dal Sahel parte la seconda Liberazione Africana, dopo la rivincita neocolonialista per l’indipendenza strappata sessant’anni fa. Verso il bagno di sangue di una guerra di imperialisti, ontologicamente genocidi, e mercenariato politico-militare locale, contro popolazioni all’alba della rivoluzione continentale. Di chi è la democrazia, dei fantocci installati al sottopotere a forza di ricatti, finti nemici, manipolazioni, o di militari che, esprimendo la volontà del popolo in piedi, cacciano ladri, predatori di risorse e assassini stranieri?

Il popolo di Israele è da mesi in rivolta contro il proprio regime, a difesa della salvaguardia della democrazia, della divisione dei poteri e del controllo della Giustizia sull’operato dei politici. Ma è una democrazia che vale per 10 milioni di ebrei immigrati, in una società a carattere suprematista e razzista, e non per 6,5 milioni di palestinesi autoctoni (più 1,7 milioni di profughi in attesa di rientro).

Nella crisi che colpisce il regime razzista di Netaniahu, Ben Gvir e Smotrich, la soluzione è quella classica: un nemico esterno, palestinesi e siriani, da radere al suolo e far sprofondare nel sangue.

Londra si conferma regina della ferocia colonialista. Ormai non più praticata su popolazione assoggettate a forza di Guardie Scozzesi, Compagnie delle Indie, Vicerè e Gurka, bensì rinchiudendo su un atollo fuori dal mondo quelle che volessero rifarsi di secoli di colonialismo, anelando alle bianche scogliere di Dover. L’Africa è rimasta perplessa davanti al progetto di scaricare questa umanità sul fedele protettorato Ruanda? E allora si fa come con Napoleone: esclusione definitiva dal contesto umano e planetario su un’isola, Ascensione, a 1.800 km dall’Africa e a 2,300 km dall’America Latina. C’est plus facil…

I paesi potenti, Francia, Regno Unito, USA cacciano “intrusi” a pedate, nel Canale, a Ventimiglia, sul Rio Bravo con i “cacciatori di teste”. Quelli deboli e sottomessi accolgono. 1000 “disperati” al giorno a Lampedusa, quasi 100.000 in Italia dall’inizio dell’anno, 2000 annegati. Le terre lasciate? Il destino post-sbarco? Ecchissenefrega. Occorre cancellare storia, futuro, identità. Loro e nostra. Lo chiamano meticciato.

Trento laboratorio. Della totale obliterazione della privatezza mediante sorveglianza – e punizione - di movimenti, parole, espressioni, comportamenti. Dell’impunità di stravolgere e contaminare un assetto territoriale, ambientale, urbano, a vantaggio di speculazione, spreco, profitto. Dell’incatenamento di ogni tuo frammento di vita e identità al potere di banche e gendarmi. Della libertà di uccidere prigionieri, perfino orsi. Se ne occuperà il prossimo “grimaldello”

lunedì 7 agosto 2023

Immunità/impunità: i destini paralleli dei Biden e di Crosetto --- NIGER, IL COLONIALISMO ALLE SUPPLEMENTARI --- Facciata dello pfizerista Bassetti

 



Visione TV, Rassegna stampa di Enrica Perucchietti con Fulvio Grimaldi

https://www.youtube.com/watch?v=qmAw2da-B88

https://youtu.be/qmAw2da-B88

 

Narrativa mainstream degli avvenimenti del mondo e di casa nostra alla prova di un “altro sguardo sul mondo”. Dallo guerra, forse, tra chi non si vuole più far fregare e chi non vuole restare al buio (Niger-Francia), al più grosso protagonista del più grosso conflitto d’interessi di casa nostra e al più corrotto clan presidenziale mai visto negli USA (Crosetto-Biden).

 

giovedì 3 agosto 2023

L’Africa, non tutti si fanno indurre a emigrare. MOSCA-ALGERI-SAHEL, NO AL NEOCOLONIALISMO Il rischio di un conflitto continentale

 


VISIONE TV, Marco D’Agostino intervista Fulvio Grimaldi

https://www.youtube.com/watch?v=kt-UkOMvnOc

https://youtu.be/kt-UkOMvnOc

 

L’unico paese del Sahel rimasto nell’orbita euro-atlantica è la Mauritania. Mali, Niger, Burkina Faso, Guinea sono in piena sollevazione anti-coloniale (Francia, USA, UE, Italia). Il Sudan, a cui le cospirazioni neocolonialiste hanno strappato il Sud Sudan, dove si trovano le risorse petrolifere, e dal quale si tenta da anni di separare le vaste regioni del Darfur, del Kordofan e della Nubia, è in preda a violenti rivolgimenti in cui si confrontano forze militari e sociali interne e attori esterni.

L’altro grande paese dell’area, la Nigeria, principale giacimento di idrocarburi del continente, formalmente in rapporti privilegiati con l’Occidente che lo governa attraverso le grandi compagnie petrolifere, è scosso da anni da una guerriglia feroce di segno jihadista, Boko Haram. Un terrorismo con ogni evidenza fomentato da interessi neocoloniali intesi a frantumare l’unità anche di questa grande potenza africana. Divide et impera. Per ribadire l’allineamento agli interessi dei suoi clienti, il regime nigeriano ha tagliato al Niger la corrente elettrica, il 70% del fabbisogno di quel paese.

Stanno per compiersi i sette giorni dell’ultimatum imposto al Niger, cuore strategico della regione, detentore dei due terzi delle riserve d’uranio che tengono in piedi il sistema energetico della Francia (e in parte dell’Italia che dalla Francia è approvvigionata). La minaccia dell’ECOWAS, organizzazione economica dei paesi dell’Africa Occidentale, di intervenire militarmente contro la rivoluzione nazionale, sociale e militare, in atto in Niger (dopo quelle vittoriose di Mali, Burkina Faso e Guinea Conacry), sta andando in collisione con un fronte composto non solo da rivoltosi del Sahel. Cosa che è servita a farla parzialmente rientrare.

E’ entrata in campo, clamorosamente, l’Algeria, terza grande potenza della regione, la storicamente più coerente sul piano dell’anticolonialismo (si ricordi il suo rifiuto di sostenere le aggressioni alla Libia e alla Siria e l’espulsione di Damasco dalla Lega Araba, ora rientrata grazie ai buoni uffici della Cina e dell’Egitto). E accanto all’Algeria c’è ora, vistosamente, la Russia. Apparentemente in divergenza dalla sua iniziale condanna del rivolgimento a Niamey. Sviluppi che sembrano aver fatto rientrare i propositi più bellicosi dello schieramento neocoloniale capeggiato da Francia, Usa e UE: La sua articolazione locale, l’ECOWAS, è addivenuta a più miti consigli: da ieri si trova a Niamey, per un negoziato con il governo militare uscito dalla sollevazione popolare.

Dopo lo sbattere di sciabole, poco gradito anche nel resto del Continente, a partire da Egitto e Sudafrica, si incomincia a parlare di mediazione. Forse gli armaioli d’Occidente, che già assaporavano l’emersione di nuovi mercati, dovranno ancora limitare le proprie aspettative di profitti all’ Ucraina. E il merito, qui, non è solo della compatta risposta alle minacce di restaurazione violenta da parte dei più significativi paesi della regione, Mali, Chad, Burkina Faso, ma anche della freddezza di molti altri. Lo è soprattutto dell’entrata in campo dell’Algeria, massima potenza militare del continente, e al distacco, rispetto alle minacce di intervento, di Egitto, Sudan, Sudafrica e di molti altri Stati africani.

Al vertice russo-africano di luglio a S. Pietroburgo, al quale, a dispetto dei tentativi euroatlantici di dissuasione, hanno partecipato 50 Stati africani su 54, ha partecipato il primo ministro algerino. Era stato preceduto a giugno dall’incontro con Putin del presidente, Abdelmadjid Tebboune, e al vertice è seguito in questi giorni un incontro con le massime autorità militari russe, compreso il ministro della Difesa Shoigu, del Capo di Stato Maggiore algerino. Sul tavolo, nuovi accordi di cooperazione militare.

L’Algeria, sopravvissuta alle aggressioni neocolonialiste tramite la guerra civile islamista degli anni ’90 e la rivoluzione colorata del 2019, vanta, grazie agli armamenti fornitile da Mosca, l’esercito più moderno e potente della regione. Per dissuadere l’ECOWAS e i suoi sponsor locali ed esterni dall’intervenire in Mali in favore del fantoccio francofilo spodestato e per ricostituire la base militare franco-italo-tedesco-statunitense, servirebbero altro che gli strumenti dell’ECOWAS. Dovrebbero entrare in campo il Marocco, storico e virulento rivale regionale di Algeri, la Nigeria, qualche altro “protettorato” africano e le bombe di Parigi. Entreranno?