“È meglio avere
aspri nemici che amici che
sembrino affettuosi, perché quelli dicono spesso la verità, questi mai.” (Marco Porcio Catone)
Ci fottono e li paghiamo
La sineddoche è quell’artificio linguistico, figura
retorica, grazie al quale nel particolare si può intravvedere il totale. E’
l’uso della parte per il tutto e viceversa: senzatetto per senza casa, l’Italia
per gli italiani, portafoglio di vitello per pelle di vitello. In campo
mediatico, forzando, ma di poco, nella frase “la voce del padrone” si può
leggere, sia una vecchia casa discografica, sia tutta la TV, dalla RAI a La7 a
Mediaset, sia tutti i giornali, dal Corriere a Topolino. I giornali che la mia
modesta pensione mi consente di comprare e assolutamente non per stima o
affinità, anzi, sono “La Repubblica”, “il manifesto”, “La Verità” (per un’oncia
di opposizione) e “Il Fatto quotidiano”.
La spesa più irritante è quella per il mattinale, da me
involontariamente sovvenzionato, propagatore di certi precisi interessi
politici e geopolitici, che da quasi mezzo secolo turlupina i gonzi che si
credono ganzi, con la scritta “quotidiano comunista” sopra la testata.
Insisto a comprarlo perché, grazie alla sineddoche, leggendolo è come ascoltassi
CIA, FBI,.Pentagono, Open Society di Soros, Fondazioni Rockefeller e Ford,
Hillary Clinton, tutti in conclave.
Da Catone a catino
Da qualche tempo mi provoca inappetenza anche il quotidiano
di Travaglio, mascheratosi per un po’ da Catone il Censore nei confronti degli
inquilini dei piani alti, ma quando costoro si sono fatti madamigelli di quelli
dell’attico, ne è diventato il massimo celebrante. Già soffriva della neoplasia
di una pagina estera di qualità giornalistica infima e scritto con l’inchiostro
made in Pompeo. Ora siamo alla metastasi.
Torniamo un attimo a Catone
il Censore. “Non possiamo controllare le malelingue degli altri; ma una vita retta
ci consente di ignorarle”. Non lo
ascolto e continuo a versare quell’obolo spropositato di €1.50 al “manifesto”
per trarne indicazioni, più precise rispetto ad altri, di quanto la destra
mondialista, nella sua espressione sorosiana, pensa e architetta. lealtà assoluta
al sovrano. Nessuno le sa dare meglio del “manifesto”, scissosi dal PCI, per
dar libero sfogo ad anticomunismo e russofobia, per calmierare l’incipiente
rivolta sessantottina e per applicare il noto rossetto al suino imperialista.
“Il manifesto”,
un po’ di storia
Il “manifesto” si è subito
accreditato al Potere avvallando l’inganno delle BR “nati dall’album di
famiglia”, filiazione dall’odiato PCI, a dispetto di tutte le documentate e
politicamente evidenti derivazioni e sponsorizzazioni dallo Stato e dai suoi
servizi segreti, per mandato di altro Stato e altri servizi. Presto è
progredito nel supporto all’imperialismo con la formula delle “dittature
violatrici di diritti umani” inflitta a tutti i paesi aggrediti da USA e
Nato. Poi il supporto alla tratta di schiavi e schiave, a favore di
agrobusiness e multinazionali, operata con il traffico di migranti. Segue la
sostituzione della lotta di classe, oggi dei dominati ai dominanti, con la
propaganda di genere e LGBTQI+ (il + sta per coprofagia e pedofilia tipo Mario
Mieli?).
Ottemperando a ordini di servizi, perlopiù impartiti dal Deep State,
arrivano il superamento, tramite femminismi con le zanne, del contrasto al
capitalismo, l’abolizione della sovranità nazionale a favore di organismi
sovranazionali ademocratici e colonizzatori. Ma anche molto altro, sempre secondo gli
OdG della Cupola globalista finanzcapitalista, fino a farsi agitprop
dell’Operazione bio-tecno-fascista del Coronavirus e fino a gettare bidoni di
benzina, magari quella rubata a siriani, iracheni e venezuelani, su una
jacquerie statunitense travestita da antifascista e antirazzista.
Etichette applicate al complotto
anti-Trump per conto dei più accaniti e potenti fautori e profittatori del
razzismo e colonialismo di Stati Uniti e alleati. Il giornale si picca di
opporsi alla repressione nei territori occupati da Israele, senza peraltro mai
dirci che i poliziotti militarizzati da Obama, sotto Obama sono andati a scuola
da istruttori israeliani (di cui qui un’esemplificatrice immagine), a partire
da quelli dell’impostazione ginocchio sul collo vista a Indianapolis. Uno su otto dei
poliziotti di questa e di altre città sono stati istruiti da Yamam,
Polizia di Frontiera israeliana, destinata all’anti-terrorismo e meglio nota in
Palestina come squadrone della morte.
La “Comune” autonoma di Seattle
Pretendendo la derivazione dalla “Comune di Parigi” del
1971, prima democrazia socialista in Europa, dopo la Repubblica Romana del
1849, un gruppetto di “anarchici”, sotto le insegne care al “manifesto” e a
tutti gli altri portatori d’acqua del Deep State, “Antifa” e “Black
Life Matters (BLM), ha instaurato a Seattle, di dimenticata memoria
antiglobalista, il CHAZ, “Zona Autonoma di Capitol Hill”. Capitol Hill è
il nome di un quartiere derelitto e semiabbandonato. Lì, sotto gli occhi
benevoli di polizia e pompieri, di genia e con sindaco Democratici, si è
installato un regno del teppismo puro, caratterizzato da decine di ricoverati
per overdose, risse tra occupanti, furti da tenda a tenda, che un “tribunale
popolare” risolve con la sentenza “il giusto passaggio dai più ai meno
abbienti”, pestaggi di cittadini che protestano, incendi di esercizi che
invocano la polizia.
Più casino facciamo e meno, a novembre, vince Trump
Ora una squadra di bikers, tipo i famosi “Hell’s Angels”,
ha promesso di ripulire la zona e restituirla ai suoi abitanti. Un episodio
nella guerra civile vaticinata dal Partito Democratico e dai suoi filantropi,
finanziatori delle due organizzazioni sopra citate, al fine di creare le
condizioni in cui una nuova vittoria di Trump a novembre risulti impossibile. E
che, se dovesse verificarsi, data lo spessore di mariuolo incallito e di alzheimeriano,
di Joe Biden, candidato dei democratici e dei nostri PD e “manifesto”, lo
stesso Biden ha detto si debba affrontare “con risoluto intervento dei
militari contro Trump che, se dovesse perdere, sicuramente non mollerebbe”. Se
pensiamo cosa succede da noi, privati di parlamento e forniti di covid-19, app
di tracciamento, vaccini all’alluminio obbligatori, 5G, mascherine zeppe di
germi e Co2 e distanziamenti, riscontriamo una volta di più che tutto il mondo
è paese. Sanno già che la “seconda ondata arriva a ottobre, come sanno già che
Trump perde, o, semmai, vince con i brogli.
BLM e le Pantere Nere
Teniamo presente che questi sovvenzionatissimi e
vezzeggiatissimi BLM – quanto le “#MeToo” d’antan, sparatrici di querele per
fatti di trent’anni prima – rappresentano qualcosa che i movimenti di
liberazione neri di sessant’anni fa bollavano di depistaggio dalla questione di
base, il capitalismo. Quelli di oggi, con i mezzi forniti da Ford, Soros, fondazioni
varie, stanno ai Black Panther, a Malcolm X, o perfino a Luther King, come il
leone di gesso all’ingresso della villa stanno alla statua di Sacco e Vanzetti.
Interessante e anche il fatto che una
“FONDAZIONE BLACK LIVES MATTER”, che esiste da molto prima dei BLM, ha
dichiarato di non avere niente a che fare con questi, finanziati e gestiti
dalle più ricche banche e multinazionali e da Soros e li ha denunciati per
avergli rubato il nome!
I monumenti della Storia e quelli del
nichilista
Dal bombardamento di Monte Cassino e delle città d’arte
tedesche e italiane, da Vietnam e Cambogia rasi al suolo con tutti i loro
templi, dai monumenti e teatri distrutti in Serbia, da Palmira e Niniveh rase
al suolo, sappiamo che il nichilista ha bisogno di erodere, fino
all’annientamento, la memoria delle genti e della loro costituzione in nazioni,
con tutto ciò che il processo ha prodotto ed è costato per costruire
un’identità che unisca, rafforzi, garantisca un futuro di continuità della
specie che, senza, si riduce a fenomenologia episodica, transeunte, senza
tracce.
Il discorso vale per chi oggi butta giù monumenti e che,
inesorabilmente, “il manifesto”, privo di distinguo, esalta ed esorta a proseguire.
Perché, nelle parole su quel giornale del pensatore Alessandro Portelli, “la
Storia è anche fatta di oblio e di cancellazioni”. Cosa che farebbe molto
comodo al “manifesto” e alla criptodestra che si definisce sinistra. Noi,
convinti dall’assunto, vorremmo collaborare, fornendo esempi di altre
turpitudini del passato che potrebbero inquinare la nostra via dell’oblio
(ringrazio di alcuni suggerimenti il nobile RT).
Lavoro da fare
Casa Bianca. Esempio
di feroce razzismo è la Casa Bianca, sia per il suo nome, sia perché venne
eretta e abitata da gente che possedeva schiavi neri, Si dovrebbe, anzi, radere
al suolo l’intero Stato di Washington DC, visto che è nato sul genocidio
dell’etnia nativa ed è intitolato nientemeno che a Cristoforo Colombo (District
of Columbia).
Scacchi.
Allegoria di violenza razzista, visto che i bianchi devono essere sempre mossi
per primi.
Piramidi.
Ricordano in eterno agli israeliani che i loro antenati furono schiavizzati dai
faraoni e che furono costruite da milioni di schiavi neri.
Shakespeare. Non
basta la raffigurazione razzista e malevola di un protagonista nero, Otello,
rappresentato come un facilmente manipolabile suicida e assassino di donne.
Senza dimenticare la vile misogenia e maniacale transphobia dell’opera “La
bisbetica domata”. L’autore va radiato dalla Storia e la sua Royal
Shakespeare Company dispersa al vento.
Carte di Poker.
Siano maledette per aver escluso del tutto i semi e le figure bianche: segno di
razzismo di ritorno, speculare a quello contro gli altri colori.
George Bernard Shaw.
Impropriamente venerato come massimo commediografo irlandese, ma autore
razzista eugenetico di “Pigmalione” e “Androclo e il leone” , che
apertamente aveva elogiato ur-razzisti come Hitler e Mussolini.
Zucchero. La
sostanza dolcificante di cui insistiamo a fare uso sebbene resa possibile dal
lavoro degli schiavi e definita migliore quando “bianca” e “raffinata”.
Colosseo. Nel
quale si esalta il transgenico già ricordata in “Androclo e il leone”, ma
soprattutto per secoli si è praticato lo spettacolo razzista e specista del
massacro di schiavi e di specie definite belve.
La Moschea Blu. La
più spettacolare e offensiva struttura del mondo islamico, eretta dall’impero
ottomano al quale si deve il crimine di aver utilizzato per costruirla lavoro
forzato rastrellato in Africa, Asia e Balcani, costretto poi addirittura a
combattere le guerre dei sultani e califfi. Quanto a schiavismo, c’è poi il
raccapricciante esempio del costruttore della moschea, Ahmed, che usava abusare
di minorenni, addirittura bambine, per generare figli. Ma forse questo ci porta
troppo vicino a un certo giornalista italiano. Lasciamo perdere.
Foto Italico e Colosseo Quadrato. Da
ridurre in polvere perchè costruiti sotto l’egida e l’impulso del dittatore
razzista che ha sterminato bruni e neri in varie parti dell’Africa. E coloro
che, infangandosi di complicità col razzismo e arrivando a dichiarare,
definendo questi “capolavori universali dell’architettura italiana” e che “il
fascismo ha fatto qualcosa di buono” (frase che per i bio-tecno-digital-fascisti merita il rogo), siano condannati a traghettare in
perpetuo convocati naufraghi africani verso Lampedusa.
Scipione. Detto
l’Africano in spregio agli africani che, invasa l’Italia dalle Alpi, anziché
essere accolti come ospiti graditi a Roma, furono spietatamente macellati per
puro odio della loro origine e del loro colore.
Mi fermo. Lascio alla vostra immaginazione la prosecuzione
di un ripulisti che, procedendo come dovrebbe, ci libererebbe tutti dalle
infamie dei padri e ci renderebbe d’un colpo solo i primi abitanti della Terra.
Vergini come l’acqua del Dio Po. Con dietro un mondo ripulito da razzisti e
cattivi di ogni genere e il presente sanificato da Bill Gates. Del doman non
v’è certezza.
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