Statue abbattute. “Chi controlla il passato, controlla
il futuro; chi controlla il presente controlla il passato” (George Orwell)
Covid-19: tocca agli studenti
Come spesso, diamo un’occhiata in casa e poi ce ne andiamo
fuori. In casa abbiamo fatto tremare i penati con la risata omerica, fatta però
tra denti digrignanti, innescata da un paio di labbra rosso-cardinale, con
sotto una ministra dell’Istruzione, dalle quali era uscito la formidabile, per
quanto lugubre, battuta di scolari sotto plexiglass. Affine ad Alcmeone che,
uccisa la madre, fu privata del senno dalle Erinni, Lucia Azzolina, avendo
ucciso l’Istruzione, madre sua e di tutti noi, aveva subito analoga sorte. E fu
la pazzia a dettarle deliri che solo degli irresponsabili come noi potevano
prendere per barzellette. Tipo, facciamo che metà studia da remoto, e l’altra
in presenza. E giù cataratte di ghignate.
Facciamo che voi entrare alle 8, voialtri alle 10, e voi laggiù a
mezzogiorno. E visto che studenti come pesci nella boccia di plexiglass non vi
stanno bene, facciamo che di plexiglass gli mettiamo solo una visiera da
astronauta.
Mancano duecentomila insegnanti? Abbiamo altrettanti
supplenti votati alla supplenza eterna E voi, ragazzi, andate a studiare sui
prati, sotto i ponti, a gennaio sul laghetto ghiacciato, nei cinema e nei
musei. Con plexiglas sul muso. Così, se ci cadete sopra, vi tagliate la
carotide, ma vi salvate dal virus. Quante alle aule di 13 ragazzi ben
distanziati, ne avremmo pronte centomila, ma solo dopo che Colao vi avrà
convinti che studiare da casa e su schermi vi permette di finire imbecilli e
squilibrati fin dalla terza media.
Ma non ce la dobbiamo prendere con due sfavillanti labbra
rosse, per quanto minchiate ne escano. Se guardiamo all’Azzolina e le sue
labbra come soggetto erotico le riconosciamo un ruolo assolutamente degno e la
distanziamo – è il dogma salvifico del tempo – dalle donne dalle cui labbra,
meno vermiglie, escono concetti e non minchiate. Del resto, ciò che determina i
borborigmi culturali che sgocciolano da quelle belle labbra, non è altro che quanto
una ministra di Conte, Zingaretti e di Maio, con rispettive task force di
illuminati, deve al magistero dell’OMS, cui tutti si sottopongono. Mascherine
inutili, no necessarie, no nocive; guanti indispensabili, no, che schifo, fanno
malissimo, clorochina si si si, clorochina no no no, clorichina si si si, test
sierologici buoni, test sierologici cattivissimi, gli asintomatici ti impestano
tutti, nessun contagio dagli asintomatici… A seconda dell’input che via via
prevale e dei talleri che via via arrivano da Bill Gates, o sono negati da
Trump. Cosa mai possiamo pretendere dalla bella Lucia quando a istruirla ci stanno dei cazzari col botto.
C’è rivoluzione colorata e rivoluzione colorata
Di “rivoluzioni colorate” contro governi non
integrati, quelle concepite, organizzate e finanziate da organismi del Deep
State USA per conto di globalizzatori imperiali e neoliberisti - CIA, NED, NSA,
la Open Society di Soros, USAID, Amnesty, HRW, Avaaz e altre ONG – ce ne sono o
di massa, che sfruttano rimostranze popolari, o di totalmente spurie. Di
queste, solitamente riconoscibilissime per i soggetti messi in campo, si sono
visti esempi in Libia, Siria, Serbia, Venezuela. Delle prime, il modello
storico è quello egiziano, prima di “primavere arabe” assai diverse tra loro,
le più recenti essendosi verificate in Libano, Algeria e Sudan. Al Cairo, una
rivolta popolare contro un tiranno installato dell’imperialismo, Hosni Mubaraq,
ma che era anche diretta contro i suoi sponsor in Occidente e Israele, fu
presto infiltrata da manipolatori di segno opposto e consegnata nelle mani dei
Fratelli Musulmani, storica opzione britannica e poi neocolonialista
L’esperienza, nata da elezioni boicottate da tutti
fuorchè dalla Fratellanza, vide eletto con il 17% dei voti l’integralista
Mohamed Al Morsi, che, prima di essere spazzato via da una nuova sollevazione
di massa, riuscì a imporre a cittadini, lavoratori e aderenti ad altre
confessioni un regime repressivo anche peggiore di quello del suo predecessore.
Con la successiva elezione del presidente Abdel Fattah Al Sisi, i moti popolari
cessarono e ai Fratelli, come ai loro padrini, non rimase che il ricorso al suo
braccio terrorista, l’Isis. Quello che “il manifesto”, sostenendo spie spedite
in Egitto dai servizi britannici, chiama “l’opposizione al despota Al Sisi”.
Gridare al razzismo, abbattere Trump
Colto fin dalle prime battute e nettamente percepita
da Trump e dal suo entourage e seguito politico-sociale, l’obiettivo delle
proteste divenne lo stesso presidente e il voto di novembre che rischia di
confermarne il mandato, a meno che non lo travolgano sconvolgimenti sociali
finalizzati ad aggravare un’economia che, a dispetto del covid-19, pare ancora
reggere meglio che in altri paesi. Apparvero, nel ruolo di capi, alcune
formazioni militarizzate legate al Partito Democratico e più direttamente
gestite dal governo parallelo USA, o Deep State. Quello che Trump, a
dispetto dei suoi accomodamenti, non lo ha mai digerito.
Come al tempo dei tumulti contro la vittoria di Trump
nel 2016 e la sconfitta della prediletta Hillary Clinton, continuatrice del
militarismo guerrafondaio e del golpismo dell’amministrazione Obama, sotto la
copertura della condivisibile parola d’ordine Assembramenti buoniantirazzista e
antifascista, presero la direzione della rivolta i “Black Lives Matter”
e gli “Antifa”. Entrambe organizzazioni che godono dei finanziamenti,
del supporto mediatico e del sostegno propagandistico di ambienti legati
all’obama-clintonismo, al Deep State, all’Intelligence. La prima delle
due è partita grazie a 33 milioni di dollari versatile da George Soros. Il
corrispettivo italiota sono le Sardine e utili idioti di pseudosinistra che si
sono ritrovati “contro il razzismo” a Piazza del Popolo, il 7 giugno. In queste
occasioni vedete molti pugni. Non sono quelli della rivoluzione. IL pugno
chiuso lo ha reinventato e pervertito Otpor, il gruppo anti-Milosevic di Soros
a Belgrado.
Le criptomilizie dell’élite
Vi figurano protagonisti eccelsi della ricchezza
americana e mondiale, quali la Open Society di Soros,Amazon, America
Express, Bank of America, Apple, Barclay’s Bank, BP, Citygroup, Coca Cola,
eBay, FILA, Goldman Sachs, Google, IBM, Ikea, Levi’s, Vuitton, Merck,
McDonald’s, Microsoft, Nike, Pepsi, Pfizer, Sanofi, Starbucks, Uber, Wall Mart.
Complessivamente le 279 maggiori multinazionali e banche Usa, compresi i
colossi farmaceutici e compresi alcuni tra i più spietati sfruttatori razzisti
del lavoro a basso costo e a pessimo ambiente. All’indirizzo unitario ci
pensano i Rockefeller, i Rotschild, i Soros, la cabala che si riunisce come
Bilderberg, o a Davos. A volte in Vaticano.
Da come la nostra popolazione si è sottomessa,
obbediente e terrorizzata, alle falcidie di libertà, diritti umani e civili,
salute, solidarietà sociale, autodeterminazione, commissionata dalla cosca
tecnoscientifica internazionale e domestica al Conte Pippo, non dovremmo meravigliarci
di come tante brave persone si siano fatte trascinare in piazza da manipolatori
di questa risma. Che tutto avevano in testa fuorchè razzismo e fascismo, ma invece
l’eliminazione dell’inaffidabile testamatta Trump che, al di là dei toni da
sconquasso imminente, mai si decideva ad andar giù davvero pesante con Russia,
Cina, Iran, Libia, Siria. Anzi, iniziava a preparare il ritiro delle truppe USA
da Afghanistan, Iraq e Germania, tutte indispensabili per la guerra a Putin. E,
gravissimo, si faceva beffe dell’apocalisse pandemica e tagliava i fondi ai commandos
OMS di Bill Gates.
A questo punto, però, non è dribblabile la domanda di
come si siano fatti abbindolare centinaia di migliaia di bravi americani, che avevano
assistito rassegnati alla violenza razzista della polizia, cronica sotto tutte
le amministrazioni federali e statuali, mentre abbruttiva la società in cui
vivevano, riflettendo altre violenze, sociali ed economiche. Come stavolta si siano
fatti trascinare a una rivolta che è diventata il clou della campagna
elettorale dei nemici di Donald Trump: il partito democratico e tutto
l’apparato militar-finanziario-digitale che, dal fallimentare Russiagate,
all’epifania di un imbroglione senile, butterato dagli scandali ucraini e
altri, come l’impresentabile Joe Biden candidato presidenziale, ha condotto una
guerra senza tregua a chi si teme possa rivincere le elezioni.
Assembramenti buoni, assembramenti cattivi, razzisti
di complemento e razzisti in sevizio permanente effettivo.
Una chiave di lettura la dà, nel nostro piccolo, la
discrepanza che caratterizza i plausi e i biasimi indirizzati dal nostro
establishment destro-“sinistro”, e comunque imperialista, rispettivamente agli
assembramenti. “cattivi”, quelli di chi si oppone alle manipolazioni e
privazioni, di portata epocale, della falsa pandemia, e “buoni” quelli di chi urla
“abbasso il razzismo” (e intende “abbasso Trump”), o “viva la
democrazia” (intendendo il ritorno del colonialismo anglosassone a Hong
Kong).
La sollevazione nordamericana senza precedenti, con
le sue più modeste ricadute europee, per i suoi agenti potrebbe anche sfociare
in guerra civile, letale per le chances di Trump a novembre e prodromo di uno
Stato di Polizia auspicato a livello mondiale dai gestori della pandemia. Uno
stato d’emergenza permanente che sospenda il processo elettorale e favorisca la
rimozione forzata del presidente. Ma più che altro, nei vari Stati americani
coinvolti (tutti governati dai Democratici), come a Berlino, Londra, Parigi,
Roma, le manifestazioni hanno lo strategicamente prezioso effetto collaterale
di mettere il razzista cartonato al posto del razzista in carne, ossa, uniforme,
consiglio d’amministrazione, servizio segreto, Stato.
Con l’inginocchiarsi di eroi della convivenza umana, come
i soliti VIP di servizio nello sport e a Hollywood, e come la speaker del
Senato Nancy Pelosi e i suoi, tutti virulentemente guerrafondai, dall’Iraq 1991
in poi; o con le invettive contro Trump di Bush Junior, quello delle Torri
Gemelle, o del mega-imbroglione e spergiuro Colin Powell, ministro della Difesa
che truffò il mondo intero sulle armi di distruzione di massa di Saddam, ora si
permette di sollevare l’indice contro Trump, siamo al parossismo
dell’ipocrisia. E capiamo il tasso di depistaggio insito nei tumulti in corso.
Come ne è segnata al massimo grado l’intera Operazione Covid-19.
Il ginocchio sul collo di 7,3 miliardi di George
Floyd, neri, bianchi, gialli, bruni
Gli Usa hanno condotto in media una guerra all’anno
da quanto il bubbone si è installato nel Nuovo Mondo. A dispetto del virus, le
proseguono in Afghanistan, Siria, Iraq, Libia, Somalia, Yemen, Africa e le
minacciano a Russia, Cina, Venezuela e Iran.. A forza di crimini inflitti ad
altri, ma costati al suo stesso popolo ha accumulato un debito di 26 trilioni,
70.000 dollari a persona, il più grande della Storia, ma che, a forza di
impunità, non pagherà mai. Da Bush padre, attraverso Clinton, Bush il minore,
Obama fino a Trump, il Deep State che li ha espressi tutti, salvo l’ultimo,
governa uno Stato che conduce sette guerre pubbliche e una trentina di occulte,
per milioni di morti e oceani di distruzione. Impone sanzioni a nazioni libere
che mirano al genocidio. Opera colpi di Stato militari o colorati ovunque ci si
distacchi dagli ordini di servizio delle élites. Impone ai governanti Nato di
sabotare gli interessi del proprio paese per favorire quelli degli Usa e della
Cupola, di cui è l’arma principale. Per cui, in piena reclamata pandemia
mortale, manda il suo esercito a imperversare in Europa lungo la frontiera
russa.
Coloro che utilizzano i mezzi più efferati per
ridurre in quantità e qualità la specie umana, le specie viventi, appartengono
in stragrande maggioranza a questo Stato e alla stessa confessione. Perseguono
un Nuovo Ordine Mondiale totalitario, disumano, transumano, basato su un
iper-bio-tecno-fascismo, in cui è permesso di vegetare solo all’uomo digitale,
sanitarizzato, distanziato dalla sua specie e dalla natura. L’uomo-macchina.
Con il 4,5% della popolazione mondiale, ha una forza
armata delle dimensioni e dei costi pari a quelle degli undici paesi che lo
seguono e che arrivano al 50% dell’umanità. Ha il più alto numero di suicidi,
omicidi, tossicodipendenti (oppiacei e psicofarmaci), malati da farmaci, assassinati
da polizia, carcerati pro capita, del mondo (2,3 milioni, di cui i neri, il 13%
della popolazione, sono il 50%). Forma i suoi giovani a perpetuare la “nazione
eccezionale” con un’educazione alla violenza sociale e bellica, a forza di film,
spettacoli, gare e videogiochi di devastazione e stragi.
Ora questa nazione decapita e rovescia le statue dei
benemeriti di ieri, oggi malfattori. A buttare giù qualche necro-simbolo della
“civiltà” occidentale, tipo Cristoforo Colombo, si prova pure comprensione. Se
non fosse che chi approva tali “rimozioni”, punta a rimuovere la Storia intera.
Elemento fastidioso nell’immaginario collettivo dei popoli, e, soprattutto, di
quelli oppressi: la memoria. Senza la quale è molto più facile manipolare la
gente. Giudicare personaggi di ieri con i criteri di oggi, perlopiù balordi o
falsi, ma politicamente corretti, serve a questo, a recidere il passato, le
radici.
E, comunque, sempre meglio protestare contro lontani
morti, buttandone giù le statue, che, diononvoglia, contro gli attuali innumerevoli
crimini di guerra e contro l’umanità dell’Occidente. Le élites del Potere sono
estasiate di tanta rivolta. Di solito l’incitamento a una folla decapitatrice,
inferocita per altra causa, viene da chi di quell’altra causa è responsabile.
Non per nulla il nostro organetto del Deep State, “il manifesto”, mette
in pagina ben tre articoli di peana ai distruttori di monumenti. Lasciando
che si taglino teste di marmo, si conta di evitare che gli si taglino quelle
vere.
P.S.
Io che ho vissuto nelle città tedesche come Dresda,
mentre Winston Churchill le inceneriva
con tutta la gente dentro; io che ho per terza patria l’Iraq,
polverizzato dagli eredi ed emuli di Churchill, che già ne aveva gasato la
popolazione settant’anni prima; io che ho frequentato i luoghi e gli esseri
viventi in tanta parte del mondo, mentre venivano devastati dai
simil-Churchill, dell’imbrattamento della statua del mostro da parte dei suoi
stessi concittadini, non posso che essere felice.
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