martedì 2 giugno 2020

Razzismo, non solo --- USA, UN VIRUS DI CLASSE PER LA GUERRA CIVILE --- Italia, virus morto, virus vivo?




 Medicina agli ordini, o Medicina libera
Si parva licet componere magnis (se ci è permesso di confrontare il piccolo con il grande), la bomba che ha messo in crisi l’assetto viraldispotico e tecnoscientifico del nostro paese si potrebbe definire la sineddoche della sollevazione popolare che sta mettendo a ferro e fuoco almeno 40 dei 50 Stati della Federazione nordamericana. Quanto alla bomba, se è perfettamente adeguato dare del “bomba” al generale Pappalardo, bravo a trasformare in oro di visibilità la paglia coltivata nei cervelli di un po’ di arrabbiati, i suoi gilet arancioni non sono che il mortaretto che deve distrarre dal grosso botto con cui altri hanno scardinato il castello di carte false su cui da quattro mesi si erge il coronavirus.uantoQ

Prima di addentrarci alle fiamme che bruciano quanto resta del più potente e violento paese del mondo, lasciatemi dire di questo ordigno finito tra i piedi dei congiurati col coltello ficcato nella schiena del popolo italiano. Tutto stava precedendo serenamente verso l’annunciata (e perciò programmata) seconda ondata della pandemia, vuoi a fine giugno, vuoi a ottobre, quando uno, che ai colleghi virologi da salotto tv e da comitato tecnico-scientifico, sta come l’Apollo del Belvedere sta ai finti Modigliani pescati a Livorno, decideva di dire basta! Il virus è morto, il virus non c’è più, lo spettacolo è finito, buonanotte ai musicanti.

Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva del S. Raffaele, sarà il medico di Berlusconi ma è anche il primatista italiano di studi epidemiologici pubblicati nelle più autorevoli riviste mediche del mondo. Subito confortato da un altro luminare della virologia, Luciano Gattinoni, trovandosi a corto di pazienti e di virus, ha dichiarato che il covid-19 aveva perso la sua carica e stava scomparendo e che quindi “la si facesse finita anche col terrorismo”. Lo ha confortato un coro di valutazioni uguali di colleghi di pari rango, tedeschi, statunitensi (dal Parnaso del MIT di Boston), di Oxford, compreso Matteo Bassetti, direttore per le malattie infettive del San Martino di Genova. Gente da corsia, da trincea, visto che per farci prigionieri ci hanno detto che siamo in guerra, da occhi negli occhi dei malati. Hanno tutti constatato che è successo quanto succedeva ogni anno, dai tempi dei nostri trisavoli, con tutte le influenze stagionali, senza che si siano mai proclamate pandemie, inventati decessi, imposti stati d’assedio nazionali e terrorismo politico-mediatico da farti morire, ma di paura. E che era ora di smetterla con i lockdown, anche perché stavano causando infinitamente più danno sanitario ed economico, che non lo stesso virus.


blob:https://www.facebook.com/c1a042e8-5dc4-4693-801b-899d7da88f83   (Zangrillo a Mezz’ora+)

Per quanto la cosa fosse corroborata dai numeri, non adulterati stavolta dall’inclusione proditoria di morti da eccesso di età, o da altri malanni, compresi quelli determinati da mancanza di cure, causa detenzione, la reazione è stata violentissima. Disturbati nei loro tragitti extra-clausura, da residenze di classe ai saloni delle conferenze stampa e, da lì, sugli altari approntati negli studi televisivi, dai quali lanciare apocalittiche visioni e strali punitivi contro gli scettici, i tecnoscienziati hanno reagito come un solo virus pandemico. Disciplinatamente supportati da una stampa che, dal manifesto ai giornaloni al Fatto Quotidiano, scatta non appena il Deep State, o Bilderberg, o Davos, si fanno sentire, reagiscono con elegante dialettica: “Stupidaggini, provocazione, sconcerto, Zangrillo ha sbagliato, crea solo confusione”.


Untori

Sono parole di una tecnoscienziata: Sandra Zampa (PD), esperta di Storia della Chiesa. Barbara Spinelli, sul Fatto Quotidiano, si è spinta fino a far tracimare un paginone di peana alla società futura retta dalla Scienza che, come proclama Burioni, è “unica e non democratica”. Degna apostola dei girotondi di Tsipras e figlia di quell’Altiero che, a Ventotene, vaticinava uno Stato autoritario e temeva che senza una bella guerra tra USA e URSS un’Unione Europea sarebbe stata difficile da fare. Ne va, per tutta una categoria, del prestigio acquisito, del potere accumulato, dei profitti vaccinari in prospettiva e, perché no, della cospicua tariffa per comparsata. E del ritorno nell’ombra di laboratori stiticamente finanziati.

USA: Pandemista contro antipandemista

Trump e Anthony Fauci

In America la situazione è un tantino più complessa. Anche lì ci sono gli amici di Big Pharma e associati di Bill Gates, capeggiati dall’apocalittico epidemiologo Anthony Fauci, della Task Force anti-virus, in duello all’ultimo sangue con Trump, sia per lo scetticismo di quest’ultimo sulla mostruosità genocida del virus, sia perché il presidente si sfondava di idrossoclorichina, nonostante che l’OMS l’avesse bandita (più che altro perché, secondo  molti efficace contro il corona, l’antimalarico ostacolava il trionfo del vaccino di Bill Gates a venire). Partiamo da cosa ci dicono i soliti media. Poi passiamo a certi dati.


Con differenziazioni che non sono che sfumature, la stampa italiana concorda sugli eccessi della polizia, ovviamente di Trump, sul permanere, con Trump, di un razzismo di fondo, però potenziato dai famigerati suprematisti bianchi, cari a Trump, alle cui violenze si opporrebbero i bravi, seppure un po’ anarchici, militanti di “Antifa” (organizzazione, presente in miniatura anche da noi, della galassia Ong di George Soros), avanguardia di un’America “liberal” (leggi Partito Democratico, leggi Deep State, FBI, CIA, NED, Rockefeller, Atlantic Council, Hillary e Bill Clinton, Melinda e Bill Gates, Kissinger). E a questo incendio, determinato dall’uccisione dell’afroamericano George Floyd in una quarantina di Stati USA, con gli immancabili saccheggi dei “teppisti ed estremisti”, con addirittura l’assedio alla Casa Bianca del detestabile Trump, uno solo è il rimedio. Il ritorno di Obama, sotto forma, sebbene piuttosto insenilita, di Joe Biden (ma si rimedierà facendo coppia con Hillary o, meglio, con Michelle Obama).


Una rivolta di sinistra che diventa di destra per la destra che si finge sinistra
E’ l’affresco della situazione dipinto dalla CNN e dalla stampa (Washington Post, New York Times, Wall Street Journal) con l’aggiunta di un particolare sul quale i nostri media sono ancora in ritardo. I disordini, la violenza sono fomentati da nient’altro che dalla Russia e da Putin. Tentativo maldestro di ravvivare il cadavere del Russiagate (come il bocca a bocca dei nostri “virologi” sul virus). Un’operazione obamiana  distrutta dal fallimento della montatura del procuratore Robert Mueller, dalla prova del complotto contro il consigliere per la Sicurezza Nazionale, generale Michael Flynn, e che ora pone a rischio di inchiesta e processo lo stesso Obama e il suo entourage di cospiratori anti-Trump. Quell’Obama  davanti al quale Donald Trump, con tutto quel che di bislacco e delittuoso si può attribuire all’uomo-pannocchia, pare un dilettante in fatto di guerre e crimini contro l’umanità: Iraq, Libia, Somalia, Siria, Afghanistan, Venezuela, Honduras, Ucraina, Georgia, Yemen, polizia USA militarizzata e decimatrice di afroamericani, droni Predator assassini ad abbattere “sospetti” in tutto il mondo, un milione e mezzo di immigrati espulsi (un record), torture CIA, eccetera eccetera, ad libitum. Probabilmente il peggio del peggio mai visto nella Casa Bianca.





Cosa c’è dietro una rivolta di proporzioni inedite negli USA dalle storiche lacerazioni etniche? Una rivolta che non risparmia che pochi Stati della Federazione, segnata da episodi di violenza, uccisioni, saccheggi. E le città più colpite, da Los Angeles a New York, da Chicago a Minneapolis, da Detroit a Dallas, da Denver a Baltimora, da Philadelphia a Washington DC, sono tutte governate dai Democratici. E tutte vedono in prima fila negli scontri gli squadristi di “Antifa”. E in molte di loro si scoprono cumuli bene ordinati di mattoni, là dove non era visibile nessuna attività edilizia, ma che sono serviti ottimamente a sfasciare teste e vetrine. Si tratta forse del caos che dovrebbe, insieme alla pandemia, far prendere alla rivolta contro il razzismo e la polizia una direzione contro chi, grazie ai successi economici, dopo le lunghe stagnazioni dell’era Bush-Obama, e avendo di fronte una cartuccia spenta come Biden, si avvia a rinnovare il mandato presidenziale?

 Non posso respirare”

Ricchi e poveri: l’evidenza che acceca
Chissà se è un caso che ad analisti e cronisti sfuggano dati che mettono l’intera vicenda in una luce diversa, abbagliante. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle, e ne vediamo i paralleli nel mondo, un’operazione di orchi contro gran parte del genere umano. Una pandemia, fabbricata a partire da una normale influenza, per costringere interi popoli alla spersonalizzazine e alla sottomissione assoluta in cambio di uno spaventoso arricchimento di pochi. Decine di milioni di persone precipitate nella povertà assoluta, economie nazionali rase al suolo, suicidi negli USA aumentati del 40%, una rapina di proporzioni senza precedenti ai danni del 99% dell’umanità.

In compenso, nel corso dei mesi in cui gran parte degli abitanti del Globo erano privati dei diritti fondamentali, incarcerati e ammutoliti dal terrore e da una repressione ultrafascista, con per esito nient’altro che la rovina personale e sociale, qualcuno ne ha tratto profitti senza pari nella storia degli arricchimenti. Che, comunque, sono sempre da rapina, a meno che non trovi la famosa pepita. Negli USA, ai 40 milioni che denunciano la perdita del lavoro e richiedono i buoni pasto per non morire di fame, si contrappone un pugno di miliardari che promette di evolversi in trilionari. Nel corso dei mesi tra inizio marzo e fine maggio, ce lo dice un rapporto firmato dall’Istituto di Studi Politici e dall’Associazione Americana per la Giustizia Fiscale, la ricchezza complessiva dei miliardari USA è cresciuta dai 2,948 trilioni di dollari ai 3,382 trilioni.

Volete che le folle di incazzati dei tanti ceti e delle tante etnie che tumultuano nelle città nordamericane non sappiano, non si siano accorti, non sia questa la molla che è saltata nella loro coscienza e che ne ha fatti corpi e parole lanciati contro il sistema?


 


Dai miliardi ai trilioni, dalla vita alla sopravvivenza
I 5 miliardari di punta, protagonisti delle opportunità commerciali offerte dal virus e dalle chiusure - Bezos, Gates, Zuckerberg, Buffett, Ellison – hanno guadagnato insieme 75,5 miliardi, un incremento del 19%. A conferma che i loro business erano i meglio piazzati per la pandemia, hanno catturato, in quei mesi, il 21% dell’aumento complessivo della ricchezza dei circa 600 miliardari USA. Per Forbes i 614 miliardari americani erano diventati 630 tra marzo e aprile, con un primato assoluto del lanciarazzi Elon Musk, di Tesla, il cui patrimonio è cresciuto del 48% (36 miliardi). Quello di Jeff Bezos, Amazon (vendite online, morte dei negozi), è aumentato di 35 miliardi (è la somma che il governo spende per l’istruzione), mentre Zuckerberg, Facebook (telematica per lavoro e studio da remoto), si è dovuto accontentare di 25 miliardi in più (la spesa dello Stato per l’assistenza alimentare ai poveri).

Se poi guardiamo ai ricchi del mondo intero, i 25 più ricchi (tra cui 16 statunitensi e 3 cinesi), che insieme valgono 1,5 trilioni di dollari, hanno guadagnato dai soli due mesi  di “pandemia” 255 miliardi. In tre, Bezos, Bill Gates, Warren Buffett, dispongono ora di una ricchezza che è pari a quella della metà dei 330 milioni di statunitensi, a simbolo e rappresentanza di un abominio di oligarchia che ha dato vita alla nazione più diseguale per distribuzione della ricchezza del mondo. L’Italia la segue dappresso. Un’oligarchia che, come i nostri Elkann, Cairo, De Benedetti, sa garantirsi lo scudo, non solo della magistratura (vedi la fogna della nostra Giustizia), ma ancora più totale quella dei media. Il solo Bill Gates si è assicurato per 9 milioni di dollari i servizi del sinistro “Guardian”, con 3 milioni quelli della NBC Universal, con 1 milione al Jazeera, con ben 49 il plauso della BBC. Altri, come Bezos e Elkann, fanno prima, i media se li comprano.

Curiosamente all’intero panopticum mediatico sono sfuggiti non solo gli effetti sulla composizione sociale di gran parte del mondo dell’Operazione Covid-19, sui ricchi in contrapposizione a quelli sui poveri: le due facce della stessa medaglia del capitalismo al tempo del coronavirus, dell’OMS, di Bill Gates e della sua cosca. Gli sono sfuggiti soprattutto i motivi per i quali centinaia di migliaia di persone, bianche, nere, brune, in quasi tutte le città statunitensi si sono messe a rumoreggiare e a scasinare nelle piazze. A partire dall’assassinio di un innocente da parte di un bruto in uniforme, in rappresentanza, però, di tutti i bruti che hanno dato vita a questi Stati Uniti d’America e che intendono mantenerla tale. Costi quel che costi.

Anche l’assalto al Venezuela irriducibilmente bolivariano e chavista. Anche la guerra alla Russia, per la quale gli USA si stanno al momento esercitando con decine di migliaia di uomini e mezzi in Polonia e tutt’intorno ai confini russi, a dispetto del coronavirus, di Trump e dei suoi che preferiscono la guerra alla Cina. In ogni caso, Di Maio si è dichiarato d’accordo con entrambi, la Nato, tutto. Degli altri non mette neanche conto parlare. Anche se nascosti da mascherine, sappiamo come la pensano. E cosa fanno. E non sarà un pappalardo a fermarli.




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