venerdì 22 giugno 2018

HELLINIKO, disperazione ed eroismo


Manifestazione dei volontari di Helliniko

Seguito dell’articolo precedente su Grecia, Troika, migranti e ipocriti

Ho appena appreso che una delle più valide, coraggiose e utili  manifestazioni del volontariato greco, la Clinica autogestita di Helliniko ad Atene, è salva.
 Opera da quando è precipitata la crisi greca e con essa la sanità del paese, rimasta privilegio di pochi, privata di fondi, personale, mezzi, in virtù dei memorandum della Troika e della subalternità del governo Tsipras. Medici, infermieri, farmacisti e volontari di varia professionalità si sono impegnati a sopperire, per quanto possibile e con  l’aiuto di donatori anche stranieri, alle spaventose carenze della sanità pubblica fornendo tutti i servizi clinici e farmacologici a un numero incalcolabile di pazienti senza mezzi.

Ho descritto questa situazione e lo straordinario lavoro di questi miei generosi amici nel documentario “O la Troika o la Vita”.

 A inizio giugno agli operatori di Helliniko era stato intimato lo sgombero entro la fine del mese onde consentire ai proprietari dei terreni di rientrarne in possesso ai fini evidenti di una speculazione edilizia. Un soprassalto di coscienza del governo ha impedito questo esito scandaloso e tragico per le migliaia di persone soccorse. Agli eroici operatori di Helliniko verranno assicurati nuovi spazi e nuove strutture. Una vittoria della Resistenza.

 Chi ne è in grado concorra a mantenere in vita questa grande espressione della solidarietà umana che è, insieme, un’implacabile denuncia dell’assalto criminale alla Grecia, al Sud d’Europa e del mondo, condotto dall’Europa delle rapine bancarie, dello sfruttamento delle risorse umane ed economiche, della distruzione dei patrimoni storici, del debito abusivo che arricchisce i pochi  e uccide i tanti, dell’arma nichilista delle migrazioni indotte, dell’annientamento di sovranità e costituzioni e delle guerre di sterminio. http://www.mkiellinikou.org/en/2018/06/21/solidarity-is-the-strongest-weapon/

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La catastrofe della sanità e i suoi eroi
Polixeni Papalexi, farmacista con studi anche in Italia, mi ha fatto da guida nel percorso attraverso l’ambulatorio Helliniko. I magazzini dei farmaci donati da mezzo mondo, i reparti pediatrico, odontoiatrico, psicologico, radiologico, ortopedico… la segretaria con migliaia di cartelle cliniche. Ha chiuso la sua farmacia per impegnarsi nel volontariato a favore di chi, in Grecia, da Bruxelles, Berlino, Francoforte e dal FMI è stato privato del diritto alla salute, spesso al diritto alla vita, sempre al diritto alla dignità. Mi spiega la sua scelta.

“In piazza Syntagma c’è un albero dipinto di rosso: simboleggia il sangue di Dimitri, un mio collega farmacista che lì davanti s’è sparato un colpo in testa. Ha lasciato una lettera al governo in cui ha scritto che, essendo troppo vecchio per combattere in un paese tradito dai suoi dirigenti, sconfitto, non voleva neanche più viverci.”

Abbiamo messo su questa cosa perché si stava disfacendo l’intero sistema sanitario pubblico. C’era da coprire medicalmente e farmacologicamente queste persone che morivano. Milioni non poteva più permettersi cure e medicine. Sosteniamo anche col latte per i bambini 350 famiglie al mese. Sono tantissimi i malati di cancro. Gli ospedali non potevano offrire terapie perché le multinazionali vendevano i farmaci a prezzi inarrivabili. Dilaga anche il consumo di psicofarmaci, siamo un popolo in depressione collettiva…
..
La mia esperienza la metto al servizio di gente che ha bisogno, è finita la storia del lucro, per tutti noi qui è una scelta di vita e, nella Grecia di oggi, è una scelta profondamente politica…

Questa crisi è stata provocata deliberatamente, sappiamo chi sono i responsabili. Ridurci a lavorare per mezzo tozzo di pane, rubarci tutto. Ed è la stessa cosa che sta avvenendo piano piano anche in Italia. La gente viene messa in condizione di non avere il tempo per pensare più di tanto, perché deve sopravvivere- E questa è la cosa più tremenda, secondo me.”

 
Intervisto il Prof. Babis Zambakis, primario del Polo Oncologico di Atene


Non c’è soltanto Helliniko con i suoi volontari. I medici ospedalieri, ridotti all’osso dalla fuga dei cervelli – tanti giovani medici greci sono oggi in Germania -  e dal negato turnover, sono straordinari, lavorano in turni impossibili, sopperiscono alle infinite carenze umane e materiali. Ho incontrato il Prof. Babis Zambakis, primario del Polo Oncologico di Atene.

“Il memorandum della Troika ci ha imposto di tagliare i costi di ogni cosa, farmaci, materiali, apparecchiature, salari, il personale, tutto. Nel mio reparto l’età media dei medici è di 56 anni, il più anziano ne ha 69. I giovani se ne vanno tutti all’estero. L’UE ci dice che nessuno di noi deve lavorare più di 48 ore, ma ora, con questa riduzione dei numeri, lavoriamo volontariamente 60 ore alla settimana. Abbiamo sempre più pazienti e sempre meno medici. Pensi  che  si è costretti a operare pazienti dopo 36 ore di lavoro ininterrotto. A volte questo è fatale, non solo per il paziente….

Negli anni passati noi greci eravamo al traino degli eventi, Ora ci hanno posto in testa agli eventi. Siamo l’esperimento e a voi toccherà dopo di noi….

Certo potremmo tutti andare nel privato, c’è ancora qualcuno che ha i mezzi per curarsi a livelli alti. Potresti farti pagare riccamente, ma a me questo fa senso. Non si diventa medici per farsi rifilare dei soldi….

Il futuro? Nessun futuro. Nel mio reparto ci dovrebbero essere 11 dottorandi. Ne ho solo due. Quando avranno fatto gli esami di specializzazione non ne avrò più nessuno…. Se vogliamo avere un futuro, dobbiamo dare lavoro ai nostri figli. Ho un figlio, voglio che lavori in Grecia, vogliamo stare qua. Non perché sarei un nazionalista. Credo che ognuno debba vivere e contribuire al paese in cui è nato”,

3 commenti:

alex1 ha detto...

Come mai non escono più' i commenti?

alex1 ha detto...

Scusate l'argomento che non c'entra niente con l'eroica resistenza degli ateniesi alla Troika.
Pensate che i giornali mainstream potrebbero mai concedere nei titoli una giustificazione simile in una situazione a sessi invertiti? Nella migliore delle ipotesi si parlerebbe di castrazione chimica e leggi "di genere" ancor piu' dure.
https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/18_giugno_26/professoressa-lacrime-innamorata-errore-solo-ora-mi-rendo-conto-aed45956-790a-11e8-8

Anonimo ha detto...

Ultima della rubrica postfemminista "la 27 ora": Come si permette un uomodi spiegare alle giovani donne, esseri a lui superiori per intelligenza e sensibilita'? Coniato un nuovo termine per lapropaganda misandrica, "mansplanning".