New York
Renzo sente avvicinarsi sempre
piú il rumore, e vede spuntar dalla cantonata della chiesa un uomo che scoteva
un campanello: era un apparitore; e dietro a lui due cavalli che, allungando il
collo, e puntando le zampe, venivano avanti a fatica; e strascinato da quelli,
un carro di morti, e dopo quello un altro, e poi un altro e un altro; e di qua
e di là, monatti alle costole de' cavalli, spingendoli, a frustate, a punzoni,
a bestemmie. Eran que' cadaveri, la piú parte ignudi, alcuni mal involtati in
qualche cencio, ammonticchiati, intrecciati insieme, come un gruppo di serpi
che lentamente si svolgano al tepore della primavera; ché, a ogni intoppo, a
ogni scossa, si vedevan que' mucchi funesti tremolare e scompaginarsi
bruttamente, e ciondolar teste, e chiome verginali arrovesciarsi, e braccia
svincolarsi, e batter sulle rote, mostrando all'occhio già inorridito come un
tale spettacolo poteva divenire piú doloroso e piú sconcio… La cantilena infernale, mista al tintinnìo
de' campanelli, al cigolìo de' carri, al calpestìo de' cavalli, risonava nel
voto silenzioso delle strade, e, rimbombando nelle case, stringeva amaramente
il cuore de' pochi che ancor le abitavano. (Alessandro Manzoni, “I promessi
sposi”)
Errare è umano, perseverare è
Napolitano (Beppe Grillo)
La Siria, questo coraggioso paese
arabo, situato nel cuore di più di mille milioni di musulmani e il cui spirito
di lotta è proverbiale, ha dichiarato che resisterà fino all’ultimo respiro. (Fidel Castro)
Molti tra essi, per compiacere i
tiranni, per un pugno di monete, o perchè corrotti, o per bustarelle, stanno
tradendo e spargendo il sangue dei loro fratelli. (Emiliano
Zapata)
La peste: la “comunità
internazionale” governata dalla dittatura occulta di una cupola di antropfagi,
primatista storica mondiale di genocidi, crimini di guerra e contro l’umanità,
dallo sterminio dei non credenti a quella dei nativi d’America, dall’Africa a
Dresda e Monte Cassino,da Hiroshima e Nagasaki, dalla Palestina a Falluja,
dall’11 settembre e tutti gli attentati stragisti a seguire, fino ai gas di
Damasco.
Gli untori: i terroristi
del mercenariato militare e mediatico, dagli zombie jihadisti, Fratelli
Musulmani, Salafiti o Al Qaida che siano, ai fantocci dei regimi a partito
unico europei.
I monattii: coloro che ottundono la coscienza collettiva seppellendoci
sotto montagne di cadaveri tratti dal mare della menzogna, o dalla palude del
cerchiobottismo, compassionevole. Dalle giovanne botteri, promosse da
rigattiere del gossip a pret-a-porter dei
magazzini di Wall Street, ai flagellanti del pacifintismo, o dell’astuta
demenza dei trotzkisti, che traggono veleni paralizzanti dall’equa mescolanza
di torti e ragioni, vittime e carnefici. I né-né di “Fermiamo
la guerra , ma guardiamoci anche da quel criminale di Assad, di Milosevic, di Saddam, di Gheddafi, di
Putin, dell’Ayatollah…”
A Baghdad, nel ’91, sentivo una falsa infermiera, e vera figlia
dell’ambasciatore del Kuweit a Washington, singhiozzare sui bambini strappati
alle incubatrici dai soldati iracheni, e vedevo grandinate di missili disintegrare
bambini, donne, un popolo. Nello stesso anno, a Mogadiscio, stavo in mezzo al
popolo trionfatore su un tiranno che aveva dato il paese in comodato d’uso a
colonialisti di ritorno, predatori del mare e scaricatori di rifiuti mortali.
Gli assassini di Ilaria Alpi, sotto le mentite spoglie del primo “intervento
umanitario”, sconfitti sul campo, hanno poi provveduto a risistemare le cose
facendo uso di mercenari interni ed esterni (etiopici). A Belgrado udivo lo
scagnozzo Sofri e altri botoli del canile imperiale latrare su false bombe
serbe a Sarajevo, su false pulizie etniche, su falsi stragi di Racak e vedevo
scuole, ospedali, case, fabbriche disintegrate da bombe vere in arrivo da
Aviano, fino alla totale polverizzazione della Jugoslavia. Nel 2003, di nuovo a
Baghdad vedevo in tv il segretario di Stato Powell