martedì 27 agosto 2013

L'APOCALISSE E I SUOI FRATELLI
Che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della Storia è la più importante delle lezioni che la Storia insegna. (Aldous Huxley)
Il peggiore peccato contro la mente umana è credere a fatti privi di prove. (Aldous Huxley)

Su “il manifesto” Fratello
Da sempre il nemico “interno”, cioè quello che reclama di collocarsi tra le tue file, magari per  buonafede tanto ignorante quanto presuntuosa, o piuttosto per scaltra impostura, o ancora per ottusità da calcificati dogmatismi, è da individuarsi come il più insidioso rispetto a chi ti si oppone frontalmente e senza remore. Nel “quotidiano comunista il manifesto” ritengo siano presenti tutte e tre le fattispecie. Me ne occupo sovente a dispetto del fatto che la sua presenza editoriale è da tempo agli sgoccioli, deludente fino all’esasperazione per chi riesce ad attenersi a una linea di aderenza alla realtà come rappresentata indefettibilmente da principi marxisti, in particolare dopo la brutale estromissione dei personaggi delle fasi iniziali, peraltro pure costoro inquinati da elementi delle tre categorie sopra elencate. Rimane uno zoccolo duro di poche migliaia di lettori in progressiva estinzione. Si aggrappano alla testata sedicente comunista e, o sono segnati dal fideismo cieco con cui ne ha eliminato l’autonomia critica la tradizione stalinista-togliattiana, in grado di farli attraversare disinvolti qualsiasi mutazione genetica, o non sono in grado di reperire fonti alternative, perlopiù non cartacee, o pensano che valga ancora la pena leggere quel giornale alla vista di uno sparuto numero di firme dignitose, marginali o esterne alla redazione, capeggiata dalla più inetta dei direttori susseguitesi nei decenni.

venerdì 23 agosto 2013

LE PRODEZZE IN SIRIA DEI FRATELLI DEI FRATELLI EGIZIANI

“Nei nostri sforzi di affrontare il nemico abbiamo dimenticato la nostra umanità. Abbiamo coscientemente annullato il valore della vita umana in Iraq e Afghanistan… abbiamo ucciso innocenti e, anziché accettarne la responsabilità, ci siamo nascosti dietro il velo della sicurezza nazionale e del segreto di Stato allo scopo di evitare di doverci giustificare. A Guantanamo teniamo rinchiusi da anni prigionieri mai processati, siamo stati ciechi davanti a torture ed esecuzioni, abbiamo commesso infiniti altri atti nel nome della guerra al terrorismo. Ma, come dice, Howard Zinn, non c’è bandiera tanto grande da poter coprire la vergogna di uccidere innocenti. Quando decisi di rivelare informazioni secretate, lo feci per amore del mio paese e rispetto per gli altri… Subirò la mia pena sapendo che a volte si deve pagare un prezzo elevato per vivere in una società libera. Pagherò volentieri questo prezzo se ciò significa che potremmo avere un paese concepito nella libertà e dedicato al presupposto che tutte le donne e tutti gli uomini sono nati uguali. (Bradley Manning)


(Dichiarazione del soldato Bradley Manning all’atto della sua condanna a 35 anni di prigione per aver diffuso informazioni su crimini di guerra Usa in Iraq, a partire dal video che mostra piloti d’elicottero mitragliare civili e giornalisti a Baghdad e gioirne. Prima del processo, condotto da un tribunale militare, il 25enne Manning è stato tenuto nudo in feroce isolamento e sottoposto a torture per 1.294 giorni. Salutiamo in lui un eroe della resistenza umana e auguriamo al suo compagno in eroismo umanitario, Edward Snowden, protetto dalla Russia, di sfuggire agli assassini della più grande macchina della morte mai esistita).



Gas stragista nella tradizione delle operazioni False Flag
Come ricorda Thierry Meyssan, il prestigioso informatore francese di Reseau Voltaire che, primo assoluto, ha smascherato l’epocale auto-attentato dell’11 settembre con l’inconfutabile saggio “L’incredibile menzogna”, l’ingegnosità dell’operazione “guerra planetaria e infinita al terrorismo”, pianificata dalla cupola capital-militar-finanziaria occidentale per realizzare la dittatura mondiale che agevoli il più grande trasferimento di ricchezza dal basso in alto, sta nel riuscito controllo su entrambi i corni del dilemma, del conflitto: l’amico, cioè la cosiddetta “comunità internazionale”, assoggettata allo Stato più potente, e il nemico all’uopo costruito, allevato e relativamente bene gestito. E’ il classico teatrino dei burattini, dove battaglie finte sono combattute da nemici di latta, appesi al filo di un unico burattinaio. Si tratta di trasformare l’illusione in realtà e far restare a bocca aperta i piccoli spettatori, situazione ottimale per estrargli dalla tasca la monetina. Dovesse esserci qualche ragazzetto più vispo che non se la beve e denuncia i fili da cui pendono quelli che se la danno di santa ragione, ecco che la claque ne tacita i sospetti. Tra noi adulti la claque che conforta l’illusionista si chiama concerto mediatico.

domenica 18 agosto 2013

Fratelli  Musulmani e fratelli d’Italia. Un gran bel deja vue.

Un saluto a tutti. Ben-ritrovati. Con un augurio di forza e tenuta. Passiamo all’ennesimo rovesciamento della realtà a cui concorrono, senza eccezioni, le falangi politico-mediatiche del pensiero unico universale. Dopo Libia e Siria, tornano in Egitto i “giovani rivoluzionari democratici”. Con barba.
 Cairo: pacifico Fratello Musulmano

Tutto già visto. L’imperialismo e i suoi mercenari sono monotonamente ripetitivi. Ci vuole tutta la forza della mignottesca unanimità politico-mediatica destre-sinistrati e della relativa dabbenaggine pubblica perché gli evidentissimi falsari, avallati nei primi giorni del marasma egiziano perfino da voci solitamente impeccabili, come Telesur e Russia Today (ma non dai siriani, che l’inversione della verità la vivono sulla pelle da tre anni) la passino liscia. Riferendosi alla rimozione di Morsi, ha detto Nicolas Maduro, presidente del Venezuela: “Nessuno può cancellare una Costituzione, solo il popolo può cambiare un presidente”. Giusto. Infatti è stato Morsi a cancellare la Costituzione assumendo poteri dittatoriali, ed è stato il popolo, a decine di milioni nelle strade, a cambiare il presidente”. L’errore di valutazione, che forse Chavez non avrebbe fatto, è parzialmente corretto quando Maduro prende le distanze dai Fratelli Musulmani  che “stanno pagando l’errore (?) di aver appoggiato la strategia del governo Usa nella regione”. E se l’hanno fatto, non è sacrosanto che il popolo passi dalla contraddizione principale, quella rappresentata da una forza politico-militare che si fa mercenaria dell’imperialismo, ad affrontare quella in questo momento secondaria, di un apparato militare costretto a divincolarsi tra condizionamenti Usa e irresistibile forza delle masse?

lunedì 22 luglio 2013

IL DIVINO P4 (e altri mazzapicchi imperiali)


Cari interlocutori, qui si chiude per il momento il blog. Ci rincontreremo dopo Ferragosto. Passatevela al meglio date le circostanze. Vi saluto con questa bella vignetta del grande Apicella.

Non c’è assurdità tanto palpabile che non possa essere impiantata fermamente nella testa umana se solo si incomincia ad inculcarla prima dei cinque anni d’età, ripetendola costantemente con l’aria della grande solennità. (Arthur Schopenhauer)
Per coloro che ostinatamente cercano la libertà, non v’è compito più urgente che quello di comprendere i meccanismi e le pratiche dell’indottrinamento. Sono di facile percezione in società formalmente totalitarie, molto meno nel sistema del “lavaggio del cervello in un quadro di libertà” al quale siamo assoggettati e nel quale troppo spesso serviamo come inconsapevoli strumenti. (Noam Chomsky)
Finché i leoni non avranno i loro storiografi, i racconti di caccia glorificheranno sempre il cacciatore. (Proverbio africano)

IL DIVINO P4

Sotto la presidenza del P4 (Pomposo, Presuntuoso, Protervo, Prevaricatore) la legalità sta al diritto, interno ed esterno, come la pulce sta al mio bassotto. Un colle solo al comando, scriveva Padellaro su “Il Fatto” (unitamente alle solite cantonate sulla vicenda kazaka). E che comando! La differenza tra lui è un predecessore non meno autocratico è che quest’ultimo preferiva far eseguire i diktat da pendagli da forca in camicia nera, finiti alla forca e sotto i forconi. Gli incaricati di oggi sono pendagli da forca, scampati alla forca in assenza di forconi  (in termini figurati”, s’intende). Ma se non è zuppa, è pan bagnato. Nella divisione nazionale del lavoro, Capannelle-Letta fa il palo, Gassman-Berlusconi fa la rapina. Matteo Renzi si prepara alla ricettazione. Dall’altra parte dell’Atlantico, governatore di quella internazionale di divisioni del lavoro, don Rodrigo aspetta che i suoi Bravi gli consegnino il bottino.

giovedì 18 luglio 2013

CHI HA VIOLENTATO MALALA?



Vista l’umiltà che ha segnato la tua vita vedo quanto sia luminosa la luce che emani. A nome di tutti noi, lasciami solo dire che siamo di sicuro una nazione più gentile e cordiale per merito tuo e che non possiamo ringraziarti abbastanza. (Barack Obama a George Bush, 15/7/2013)

Strani sono i tempi in cui viviamo, quando ai vecchi e ai giovani si insegna in scuole della falsità. E quando l’unico uomo che ora dire la verità viene definito stolto e demente. (Platone)

Finchè la gente non si cura di esercitare la sua libertà, coloro che vogliono tiranneggiare lo faranno; i tiranni sono attivi e scatenati e, nel nome di qualsiasi dio, religione e altro, si impegneranno a mettere ceppi a uomini dormienti. (Voltaire)

Quando dico la verità, non è per convincere coloro che non la conoscono, ma per difendere quelli che la sanno. (William Blake)

La paura non ha l’abitudine di dire la verità. (Publio Cornelio Tacito)

Uomini che uccidono le donne, bianchi che salvano i non bianchi 
Dopo Yulija Timoshenko, già leader della “rivoluzione colorata” in Ucraina, condannata per aver truffato milioni di dollari su traffici di gas e altro, dopo Neda Soltan, che si finge sparata da agenti nella “rivoluzione verde” di Tehran, si sparge da sola finto sangue sul viso e risuscita in Germania; dopo Sakineh Ashtiani, condannata a morte, condanna sospesa, per aver avvelenato e fulminato il marito insieme all’amante e che si è detta destinata a una lapidazione che da anni è stata cancellata dai codici iraniani; dopo l’estradizione di moglie e figlia di un criminale kazako che ha rubato miliardi ed è inseguito dai mandati di cattura internazionali di quattro paesi, compreso il Regno Unito, ecco che la guerra a bassa intensità di Cia e Mossad ci propone un’altra martire di “dittatori” da abbattere e paesi da radere al suolo.

mercoledì 17 luglio 2013

ARPIE KAZAKE

L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, ai presenti come vuole. Ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sé. (Johann Wolfgang von Goethe)

Le Pussy Riot del Kazakistan e i loro mentori
Avete visto come è stata sotterrata la vicenda dello Stato canaglia capo e dei suoi crimini spionistici insieme a quella di uno, Edward Snowden che, a rischio di tutto, vita compresa, ha denudato questo orrido imperatore? E’ bastato che la polizia trattasse una donna con figlia alla stessa identica maniera di decine di migliaia di innocenti migranti per far esplodere un putiferio della stessa scatenata rabbiosità – e malafede – di quelli che avevano raso al suolo qualsiasi verità con i presunti martirii delle varie Neda Soltan, o Sakineh, o Pussy Riot in laica orgia nelle cattedrali, di iraniana e russa memoria. La signora kazaka Alma Shalabayeva e la signorina Alua, prelevati da un’orda di sgherri della Cancellieri e, nel giro di tre giorni, espulsi verso il loro paese. Senza, orrore!, che se ne fosse informato il presidente del Consiglio, cosa che, si sa, succede regolarmente con ognuno dei migliaia di senegalesi, somali, tunisini, polacchi, per ognuno dei quali viene meticolosamente sollecitato il potere riparatore del governo. Eppure la signora non era mica stata salvata, nuda, disidratata, in procinto di partorire, da un gommone alla deriva. Era entrata illegalmente in Italia con passaporto falso della Repubblica Centroafricana (!) e sotto falso nome, checché si cerchi di oscurare il dato rilevato dalle autorità preposte. La classica clandestina, secondo le simpatiche leggi bipartisan del nostro accogliente regime. Di lei si sono occupati ben tre magistrati, cosa non proprio abituale per i “soliti” clandestini.

lunedì 15 luglio 2013

UN OPPIACEO CHIAMATO BERGOGLIO

Non credere a niente solo perchè lo dice un cosiddetto saggio. Non credere a niente solo perchè è un'opinione generalmente condivisa. Non credere a niente solo perchè lo si dice di origine divina.Non credere a niente, solo perchè qualcun altro lo crede. Crei solo a quello che tu stesso hai valutato e giudicato vero. (Siddharta)

Cito da un anonimo intelligente: “Ci hanno fregato con un papa”buono”, che sta simpatico a tutti, perfino agli atei. Ci hanno fregato ancora una volta”.  Il rinomato catto-medievalista di destra, Franco Cardini, tanto si è avviluppato tra le tenebre dei cicli cavallereschi e delle crociate, tra Jacopone da Todi e Fra’ Anselmo, da meritarsi la posizione d’onore nel “manifesto” tra i celebranti dell’adorazione mistica del papa a Lampedusa. Per il tripudio liturgico, con scene di estasi alla Santa Teresa, che precipitava come un Vayont da tutti gli schermi, con analoghi effetti catastrofici e radendo al suolo anche incolpevoli non credenti, il “manifesto”, non volendo essere da meno dei più accesi tribolanti, ha mobilitato l’intera redazione. Ha consentito che vi si incistasse perfino il già citato Stefano Liberti, presunto africanista, colmo di pietà per i migranti quanto elargitore di peana ai “giovani rivoluzionari” impiegati contro il popolo della moritura Libia. Ma nessun papa potrà negare al Cardini il privilegio degli eletti, elevati negli alti ranghi degli ordini cavallereschi della Santa Sede. Qui risplenderà in perpetuo nella luce del Signore accanto a don Nunzio Scarano, il lazzarone detto “Monsignor 500 euro”, Totò Cuffaro (Costantiniano di San Giorgio), Umberto Bossi con Bobo Maroni, Mussolini e Ciano, Massimo D’Alema, Gianni Letta (Ordine del Piano di Pio IX), Licio Gelli, Monsignor Marcinkus, Bruno Contrada (Santo Sepolcro), Renato Schifani, Roberto Formigoni (Cavalieri di Malta). Gli mancherà di costoro il merito di essere inquisito o condannato, ma tant’è, la misericordia della Chiesa è infinita.

OBAMA-OSAMA-EGITTO: FAR SPARIRE I MORTI FALSI E I VIVI VERI

La più faccia come il culo della settimana. Enrico Bondi, commissario Ilva e zerbino dei Riva: “Strage di tarantini per le troppe sigarette”. La più fetida della settimana. La teenager pakistana Malala, manipolata dalla Cia a 12 anni per blaterare proclami filo-americani, ferita da uno sparo misterioso che i Taliban hanno sempre negato, ora spedita all’ONU per propagandare la falsità che l’Islam non consente la scuola alle bambine. Esempio di stupro psicologico. La più chiavica della settimana. L’ebetino Renzi, archetipo di fuffarolo reazionario, dopo averla ottenuta dai banchieri scampaforca delle Cayman, dal delegato del popolo Briatore, dal padrino immortale di Arcore, ottiene l’investitura a rottamatore d’Italia anche da Angela Merkel. Ma passiamo alle cose serie.

Obama, tu uccidi un Osama morto
Il despotismo dell’oligarchia Usa, oramai al più alto tasso criminale del pianeta, assopitisi prontamente i sommessi rilievi della politica politicante e mediatica dei sub-briganti UE-Nato sullo stupro della democrazia e dei diritti umani (quelli veri) operata dal sistema di controllo e repressione totali del sistema “Prism”, non ha esitato un battito di ciglia per compiere un ulteriore passo verso l’annientamento della sovranità popolare. Giorni fa il regime dell’autocrate per conto terzi Bilderberg, Obama, ha fatto sparire dalla banca dati del Pentagono i dossier segreti relativi al raid dei Navy Seal, 2 maggio 2011, contro il presunto nascondiglio del presunto Osama bin Laden ad Abbotabad, Pakistan. Il resoconto di una delle più grottescamente bucherellate fandonie dell’era imperiale, dopo quella dell’11 settembre, è stato affidato agli impenetrabili caveau della Cia, a Langley. Da qui, diversamente da quanto avrebbe potuto essere preteso con i dati depositati nel Pentagono, nessun “Freedom of Information Act”, la legge che autorizza i cittadini a entrare in possesso di informazioni di Stato di pubblico interesse, potrà mai più esigerne la consegna e pubblicazione.

venerdì 5 luglio 2013

RIVOLUZIONI, GOLPISTI, PIRATI, PAPI


Un uomo che punta a un beneficio apparente e che immediatamente procede a dissociarlo dalla questione di cosa sia giusto, si dimostra in errore e immorale. Un tale atteggiamento è il parente stretto di assassinii, avvelenamenti, manipolazione di volontà, furti, malversazione di denaro pubblico e il rovinoso sfruttamento di cittadini di Roma e delle provincie. Un ulteriore effetto è l’appassionato desiderio di ricchezze eccessive, di insopportabile tirannia, e, alla fine, della conquista dispotica di liberi Stati. Questi desideri sono i più orribili e ripugnanti che si possano immaginare. L’intelligenza pervertita di uomini animati da tali sentimenti è in grado di comprendere i vantaggi materiali, ma non le punizioni. Non intendo punizioni stabilite dalla legge, poiché a queste spesso sfuggono. Intendo la più terribile delle punizioni: il proprio degrado. (Marco Tullio Cicerone)

Grilli straparlanti
Puntuale come la comparsa alla porta di casa ogni lunedì del venefico testimone di Jehova, al primo cenno di sommovimento anti-sistema salta fuori il pierino con la formuletta collaudata: “E’ tutto opera della Cia, del Mossad, della NED, di Soros, insomma dell’onnipresente, onnisciente, onnipotente padrone del mondo cui nulla sfugge, tutto controlla, ogni cosa muove”. Si tratta degli ossessi dell’imperialcapitalismo che, a livello conscio, riducono a epifenomeno ontologico ogni idea che classi e popoli possano, in autonomia antagonistica, combinare alcunché contro il Golem decretato dalla storia come dato perenne e ineludibile. A livello inconscio, sono innamorati folli del Golem e hanno una paura fottuta delle masse.

martedì 2 luglio 2013

"TUTTO IL MONDO STA ESPLODENDO..." Datagate e controffensiva imperiale


Grato m’è il sonno e più l’esser di sasso mentre lo scorno e la vergogna dura. (Michelangelo Buonarotti)

Non è misura di salute l’essere bene inserito in una società profondamente ammalata. (Jiddu Krishnamurti)

Guardateci. Tutto è arretrato. Ogni cosa è sottosopra. I medici distruggono la salute, i giuristi distruggono la giustizia, le università distruggono la conoscenza, i governi distruggono la libertà, i media distruggono l’informazione e la religione distrugge lo spirito. (Michael Ellner)

L’Occidente ha vinto il mondo non per la superiorità delle idee o dei valori o della religione, ma piuttosto per la sua superiorità nell’applicare la violenza organizzata. (Samuel P. Hungtinton)

Egitto, Turchia, Brasile. E noi?

Avete notato la differenza nel trattamento, da parte dell’inciucio strategico mediatico-politico, delle insurrezioni in Turchia, Egitto, Brasile? E quella tra le loro manifestazioni  e le nostre? Chiave di interpretazione della differenza: obnubilamento ideologico e geopolitica imperiale che tutti unisce. Nel caso di Turchia ed Egitto, manifestazioni e perfino scontri durissimi, violenze, bottiglie incendiarie, suscitano indulgenza e comprensione: dall’altra parte c’è un regime di ferocia repressiva e… islamico. E degli insorti si dice del laicismo e della democrazia, mica della devastazione sociale di un neoliberismo imposto da noi. Noi, invece, siamo Occidente civile e cristiano e così, anche se un po’ meno, il Brasile, fulgida stella dei BRICS, governato dall’erede del socialista Lula, non più colonia Usa. E allora da noi, come in Brasile, chi difende il suo diritto alla piazza, all’espressione, all’opposizione, è contaminato, se non sabotato, dalle solite “frange estremiste”, dai “provocatori violenti”, dagli amici del giaguaro. Oppure non è altro che una massa senza capo né coda manovrata dai soliti noti.