venerdì 16 settembre 2011

Aquile, bisce e ratti (con noticina su embedded Rai)

Quando uccido qualcuno, non penso a chi uccido, ma a chi aiuto a vivere (D’Artagnan, nella “Maschera di Ferro” di Alessandro Dumas)


I crimini degli Stati Uniti sono stati sistematici, costanti, feroci, senza rimorsi, ma molto pochi ne hanno parlato. Devi concederlo all’America. Ha esercitato a livello mondiale una manipolazione clinica del potere, mascherandosi al tempo stesso da forza del bene universale. E’ un brillante, anche umoristico, atto di ipnosi, di altissimo successo. (Harold Pinter, Premio Nobel per la letteratura)

Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male e che le brave persone non facciano nulla. (Edmund Burke, statista irlandese, 1729-1797)


Quando siamo nel suo potere, il male non è percepito come male, ma come una necessità, perfino come un dovere. (Simone Weil, 1909-1943)

Ciao a tutti, ben trovati. Prima un po’ di notizie e relativi pensierini, poi la davvero fetida melma di embedded nostrani un po’ idioti che si vomitano addosso diffamando giornalisti onesti, per chiudere con il gran battage sul riconoscimento del micro-para-pseudo-stato palestinese all’ONU.

Non saranno aquile, ma ottimi falchetti sì, i compagni, Cobas in testa, che in questa settimana di planetarie botte all’impero e a sue cupole locali, hanno tratto insegnamento da greci, spagnoli, cileni, britannici, arabi e hanno difeso con la forza il diritto alla piazza e alla manifestazione contro i sempre più sadici miliziani di regime. Caro amico Giacché, autore del magnifico “La fabbrica del falso”, vero piede di porco per scardinare quella fabbrica, lanci rampogne e ingiurie ai quattro venti nei quali reprobi sacrosantamente hanno da noi incenerito vessilli USraeliani e pupazzi di killer in uniforme, simboli del genocidio planetario, o dai dei dementi a chi sfonda le vetrine del “falso” e della depredazione. Ti verrebbe di indirizzare lo stesso biasimo alle decine di migliaia di reprobi e dementi che fanno le stesse cose al Cairo, o in Bahrein, o nella Libia in cui si bruciano gli osceni stendardi colonial-monarchici? O, magari, ai compagni che tra il 1968 e il 1977, contro le mazzate e pallottole di Andreotti e di Cossiga, ribadivano a sassate il loro diritto alla parola non “falsa” e al loro habitat politico, la piazza, migliorando, pur sotto la ferula repressiva di Pecchioli e Berlinguer, un poco l’Italia? Ci si deve mettere in testa, alla mano di tutti gli esempi che si vogliono, che le ormai famigerate marce della pace, gli scioperi di poche ore, i cortei-processione, servono solo all’autoconsolazione e alla distr-azione, lasciano il tempo che trovano, non li caga nessuno. Non arrecano al nemico quel danno materiale e di immagine che è fondamentale, non solo per imporre ai media di parlarne, ma per imporre costi e ostacoli alla marcia verso lo Stato di polizia compiuto. Intanto è un dovere morale. Poi è l’unica scappatoia dall’annichilimento. A quando un paese in fiamme perché inorridito da una criminalità politico-economico-culturale organizzata che scuoia la società, uccide l’ecosistema e stermina popoli? Mi sa che, o adesso, o mai più.


Aquile
Partiamo con le notizie che ci danno soddisfazione e orgoglio. Nella Libia insozzata e insanguinata dai predoni e dai loro sgherri, a questi je stanno a mena’ alla grande. A Kabul, in bella e significativa simultaneità con i patrioti libici, i partigiani iraniani hanno colpito al cuore la masnada di serialkiller coloniali e autoctoni: due giorni di incontenibile attacchi alle superfortezze dei carnefici, ambasciata Usa e quartiere generale Nato. Razzi e panico nei quartieri bene, dove stanno rintanati, a fianco dell’élite narcotrafficante afghano-statunitense, le radio e le tv del “falso” (entrambe colpite), giornalisti e Ong fiancheggiatrici: quella società “civile” collaborazionista, cui i nostri pacifinti e le giornaliste del “manifesto” fanno trasfusioni di sangue riconoscendogli il ruolo di liberatori dai…Taliban. In tutto il paese, a dispetto delle ininterrotte stragi di droni e B52, i Taliban avanzano e controllano più territori. La capitale è uno scolapasta della sicurezza (con ascari addestrati a milioni di dollari, in aggiunta al miliardo speso dai soli Usa ogni mese dal 2001), attraverso i cui fori la Resistenza passa quando e come vuole. Il 2011 è già l’anno con il più alto numero di vittime Usa e Nato dall’inizio. Quella guerra è persa, anche se continuerà. Come in Iraq, dove il paese è strappato agli occupanti e ai fantocci da una forza di liberazione armata e civile che negli ultimi 12 mesi ha visto una crescita costante e un eccidio di sbirri e militari del regime. Per grottesco paradosso, quel paese è sottratto alle fauci dei “conquistatori” dagli stessi quisling da loro insediati, che lo hanno regalato all’Iran e tanto scocciano che, su input persiano, sostengono Bashar al Assad contro la bengasata tentata in Siria.

Alla faccia di una repressione inaudita degli attivisti della rivoluzione, con processi e arresti di massa, le manifestazioni milionarie del Cairo sono ripartite e crescono in maturità politica e coscienza geopolitica. Venerdì scorso una adunata di massa in piazza Tahrir ha saputo individuare il nuovo obiettivo nella trasformista Giunta Militare messa sul trono di Mubaraq dai terrorizzati Usa e ha esteso il suo raggio d’azione all’internazionalismo antisionista (implicitamente anti-Usa), con l’assalto e la devastazione dell’ambasciata dei nazisionisti. Questi, alla fine della bonifica, ci hanno offerto l’edificante ripetizione della fuga degli ultimi statunitensi dall’ambasciata a Saigon. Abbiamo visto i vessilli sionisti tirati giù e bruciati e abbiamo pensato ai sacrestani che da noi deplorano simili scostumatezze degli “estremisti”. Abbiamo visto decine di migliaia saltellare e applaudire. Chissà perché ci è venuta in mente la scenetta delle sei spie israeliane che, l’11 settembre 2001, al momento del crollo delle Torri, da lì vicino filmavano e giubilavano, saltellavano e applaudivano. (furono arrestati e, quatti quatti rilasciati: come si potrebbero infastidire gli specialisti della “Guerra al Terrore”?). Intanto continuavano a rimbombare gli scoppi del gasdotto per il quale scorre verso Israele il gas egiziano, venduto sottocosto ai beneficiari vuoi da Mubaraq, vuoi dai generali. Ha ragione James Petras quando scrive che l’offensiva Nato-Al Qaida contro la Libia era il tentativo occidentale di tamponare primavere arabe che, a dispetto di infiltrazioni, gattopardismi, repressione, in Tunisia, di più in Egitto, in Bahrein, di più in Yemen e anche altrove, non parevano normalizzabili e domabili. Occorreva una rappresentazione convincente, brutale, della potenza Nato. Occorreva innestare a Tripoli ladri in seconda per collocare in Africa il Comando Usa-Nato “Africom”, castigamatti continentale, cosa che Gheddafi aveva convinto tutti i paesi africani a rifiutare. Cairo, ambasciata israeliana
Cairo, ambasciata israeliana conquistata
Prima di arrivare alle aquile libiche, dalle sponde desolate della nostra abissale vergogna di fiancheggiatori sinistri delle barbarie, al lontano orizzonte scorgiamo ampi voli di Condor. Tutti i paesi dell’Alba, Alleanza Bolivariana dei Popoli dell’America Latina, aggiungendosi alla maggioranza di quelli africani e all’Unione Africana, hanno rifiutato di riconoscere l’osceno lupanare che è il Consiglio Nazionale di Transizione. Sono gli stessi paesi, più tanti altri, che, in rappresentanza della maggioranza dell’umanità, hanno ripetutamente chiesto la fine della carneficina, il negoziato, la mediazione, la riconciliazione. Sono i colombi viaggiatori che ci hanno portato quei frammenti di verità dalla Libia che ci hanno permesso di comporre il grande mosaico della verità, frantumato da menzogna, ferocia, voracità, complicità. Hanno ora esteso il loro appello di pace e giustizia, contro ogni ingerenza, contro l’analogo complotto contro la Siria.

Libia eroica, dunque viva. E viceversa.
Sono ora settimane che gli impavidi lanzichenecchi alqaidisti e gli specialisti degli squadroni della morte Nato starebbero assediando “le ultime roccaforti di Gheddafi” (che, secondo i satelliti russi, controlla il 75% del paese), emanando compassionevoli ultimatum. Sono settimane che i missili Nato, le bombe a grappolo su Sirte, le armi chimiche su Beni Walid, l’avvelenamento delle acque dovrebbero cancellare ogni presenza recalcitrante. Ma, grazie a una resistenza motivata nobilmente, per la libertà, la giustizia, la pace, la patria, il proprio leader, e dunque eroica, come già si era manifestata con 6 mesi di freno alla più potente macchina da guerra e di propaganda del pianeta, le tre “roccaforti”, seppure private di acqua, luce, farmaci, cibo (Convenzione di Ginevra, Tribunale Penale, dove siete?), seppure polverizzate, non si fanno prendere. Da una settimana i gaglioffi tagliagole blaterano di rese e di conquiste e intanto sono stati ricacciati dai combattenti, dalla popolazione Natomassacrata e dalla tribù Warfalla (1,5 milione) a oltre 12 km dalla città. Queste città saranno occupate alla fin fine, quando, con i coraggiosi “rivoluzionari” alle finestre dei sobborghi, la Nato le avrà parificate alla luna. I ricostruttori sono là, sulla spiaggia, pronti con la cazzuola e la forchetta in mano. E invece finirà come con l’Iraq, una sconfitta Nato di bassa intensità, di lunga durata, ma inesorabile. Come quella degli italiani di Mussolini e Graziani. Avendo sicuramente presente quanto i colonizzatori bianchi cristiani hanno inflitto al suo paese, alla vista di come i loro stermini di civili (un terzo della popolazione) siano ora elevati all’ennesima potenza dai nazisti Nato, peggiori degli originali, Muammar ha lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza e alla Comunità Internazionale perché la Nato salvi i civili, stavolta non per finta, cessando il macello di bombe e assedio. Ovviamente si tratta di provocazione, da lasciar cadere. Non è forse vero che è “da Gheddafi che arriva la minaccia” al popolo libico, all’Africa, al mondo?

Le ultime. A Tripoli gli invasori occupano solo due quartieri centrali. Innumerevoli sono le imboscate alle squadracce. E’ stato ucciso un ufficiale britannico. Il presidente Jalil e il suo governicchio, dilaniato tra islamisti e rinnegati, stanno rintanati al Ramisson Hotel, in prossimità del porto, via di fuga. L’ex-ministro della Giustizia che, passando disinvolto all’opposto del tema del suo dicastero, aveva sovrinteso al lavoro dei cacciatori di teste e di donne e, ora, gestisce la distribuzione delle spoglie tra l’orda di sciacalli interni ed esterni, non riesce nemmeno a tenere conferenze di stampa. Ne rimanda una dopo l’altra, tanto è il controllo di Tripoli e l’armonia all’interno del “regime”. Anche la colonna di Jalil è stata attaccata, tanto che il burattino era stato dato per ucciso. La brigata del redivivo (per l’undicesima volta) colonello Khamis al Gheddafi ha addirittura assaltato, all’aeroporto di Tripoli, il quartiere generale dei “ratti” e dei loro sponsor Nato. E’ la sede del governatore militare Nato, Abdelhakim Belhadj, il vecchio compare Cia, fondatore del Gruppo Libico Islamico di Combattimento, filiale di Al Qaida, negli ultimi vent’anni presente ovunque venisse dettato dagli ordini di servizio USraeliani. Fino a quanto costoro, per ridargli una verginità in vista dell’uso in Libia, lo hanno arrestato. Combattimenti sono in corso nell’area centrale, in quella tra Tripoli e la Tunisia, dove è stata liberata la contesa Zawiya, nell’Est tripolitano, poi nel Fezzan, in Cineraica da Brega a Tobruk. E qui, a Ras Lanuf, massimo centro petrolifero del paese, un’incredibile colpo di mano delle forze lealiste – esercito e, ora, volontari da tutto il paese – ha occupato per alcune ore la famosa raffineria, facendo fuori 17 ascari Nato e incrinando definitivamente quella che i volenterosi inviati occidentali avevano definito la “riconquistata sicurezza”. L’attacco è venuto di sorpresa, con una serie di veicoli in provenienza dal deserto, mentre quei farlocconi di “rivoluzionari” si paravano verso il mare. Fregati anche sul piano dell’intelligenza: la colonna faceva svettare le bandiere monarchiche fatte nuova bandiera nazionale. I rattonzoli ci hanno creduto e hanno aperto le braccia. Il finale è da humour nero. Da Bengasi a Tripoli e oltre, adesso si guarda con sgomento al deserto. Con la differenza che, stavolta, i tartari ci sono. E più ci sono e più danno una mano alla Siria (per la verità al mondo), cui una Nato sfiancata dalla Libia difficilmente riserverà il remake di Bengasi. Siamo sotto il 19 settembre, giorno in cui scade il mandato ONU di una no-flight-zone divenuta passaporto per l’inferno. La Nato cerca di farsi furba anch’essa: pare abbia preparato contingenti di mercenari travestiti da lealisti e spedito a nome di Gheddafi sms a molti libici, in vista di qualche efferatezza da infliggere a “liberatori e liberati”, attribuibile al “cane pazzo” e quindi sufficiente motivo per rinnovare il mandato e “proteggere i civili” con truppe di terra, mercenarie anche queste, ma di pelle bianca e con caschi blù in testa.



Ratti, bisce e chiaviche
La prima categoria è stata giustamente così qualificata da Muammar, padre della patria e guida morale e militare della nazione. E’ quell’accozzaglia di briganti messa insieme dalla Nato, a guida e pratica Usa, raspando il fondo del proprio mercenariato da mattanza: decerebrati fondamentalisti di Al Qaida, fratelli musulmani in servizio di complemento, fiduciari rinnegati del governo libico infiltrati e corrotti da anni, ladroni locali bulimici di libero mercato e privatizzazioni, contractors collaudati in bagni di sangue vari, mercenari tribali dell’Est e dell’Ovest, teppa razzista che, in un paese in cui era proibito dire “libico nero”, elimina i neri dalla faccia dei centri abitati trasformati in città fantasma, imbrattando le loro case con scritte come: “schiavi”, “negri”, “mercenari” (lo ha scritto anche il Wall Street Journal). Sono i diritti umani, cretino! Tutti costoro già si stanno scannando per il controllo di Tripoli: l’ho presa io, no, l’ho presa io. Quando non hanno preso un’emerita minchia, se non le macerie spianate dalla Nato.Tutti ora contro tutti in un magnifico Grand Guignol di vicendevole splatter. A quelli di Misurata, le belve che hanno fatto a pezzi e violentato civili e soldati per tre mesi, protetti dai protettori di civili, non gliene frega niente del CNT e di Jalil. Gli alkaidisti, che già avevano fatto fuori il comandante ex-gheddafiano Junis e ora hanno collocato a capo della capitale il fondatore del ramo Al Qaida “Libyan Islamic Fighting Group”, Belhadj, se la devono vedere con un CNT a guida di ex-gheddafiani, da cui le potenze occidentali pretendono che accantonino fino a nuova chiamata (Siria, Algeria) la teppa fondamentalista. Sui monti Nefusa, svuotati di popolazione dai villaggi bruciati e depredati, si stanno sparando due fazioni contrapposte di “liberatori”. Quelli che insieme avevano desertificato la città di Tawarga, vicino a Misurata, in cui il solito giornalista fuori linea anglosassone (Daily Telegraph) aveva constatato una distruzione alla Dresda, la scomparsa, per fuga ed eccidio, dei 10mila abitanti e vi aveva riconosciuto il modello Falluja applicato a tutti i centri abitati su cui si era abbattuta la ferocia dei “giovani rivoluzionari” di Rossanda e Co. Gli stessi pitbull da arteria femorale che, al guinzaglio delle Teste di cuoio Nato, a Misurata “liberata” hanno proseguito nei giorni scorsi la mattanza “giustiziando” con colpo alla nuca 85 prigionieri neri e 12 volontari internazionalisti serbi (la Serbia è stata l’unico paese a vedere una manifestazione di massa contro la Nato e a sostegno di Gheddafi).

Bisce, meglio crotali velenosi, sono quelli che hanno serpenteggiato per conto di cancellerie, consigli di amministrazione occidentali e organismi internazionali, e non per conto del proprio popolo, tra ministeri della Jamahirija socialista e i palazzi della dittatura finanziaria e militare euro-statunitense. Tocca conoscere meglio coloro ai quali la Nato ha affidato la democrazia e i diritti umani della prassi colonialista, edizione Terminator del XXI secolo. Abdul Jalil, ora presidente, in qualità di ministro della Giustizia dal 2007, aveva ordinato la liberazione di centinaia di terroristi del Gruppo Libico Islamico di Combattimento (Al Qaida), compreso l’attuale governatore di Tripoli, Abdelhakim Belhadj, reduce dagli sfracelli Nato tra Afghanistan e Jugoslavia, gente che negli ultimi 15 anni non aveva tralasciato occasione armata per distruggere lo Stato libico, imporre la sharìa, farne un emirato monarchico, uccidere Gheddafi. Naturalmente il previdente ministro aveva ogni ragione per fidarsi ciecamente del giuramento di questi briganti di “mai più prendere le armi contro la sacra Jamahirija”. Con ciò si guadagnava il ghigno soddisfatto dei futuri divoratori della Libia, come anche con il suo lavorìo sotterraneo per costruire, con consulenti delle multinazionali, la cornice legale per la presa di possesso da parte degli stessi delle risorse del paese. Cablogrammi diplomatici tra Jalil e il Dipartimento di Stato Usa rivelano l’entusiasmo nutrito dai progettisti del “regime change” per questo fellone. Aveva creato, finchè Gheddafi non lo ha scoperto e congelato, cancellando ogni proposito di privatizzazione strategica, una cupola di imprenditori libici – Commercial Law Development Programme - che si incontravano privatamente con funzionari e AD statunitensi e britannici per discutere le future privatizzazioni, a partire da scuola, sanità, petrolio, gas, beni comuni, acqua….

Nello stesso 2007, l’attuale “premier” del governo-mattatoio, Mahmud Jibril, diventa capo dell’Istituto Nazionale per lo Sviluppo Economico e, grazie a questo incarico, procedendo col metodo Jalil, potè contribuire sott’acqua a spianare la strada alla privatizzazione dell’economia libica e a dare “il benvenuto alle imprese Usa”. Funzionari euroamericani si sono detti “estasiati” dei loro incontri con Jibril. Al quale si potrebbe anche riconoscere il merito della defezione di alcuni ambasciatori gaglioffi, visto che fu lui a far addestrare diplomatici libici da Programmi di Formazione Usa. Ora quei due li abbiamo visti a Tripoli, sul palco, affiancati sui due lati da Cameron e Sarkozy (Frattini sotto il tavolo), custodi e gendarmi della grottesca coppia di vendipatria, ad annunciare al popolo libico le magnifiche sorti e progressive del cannibalato globalizzante. Curioso che le telecamere non abbiano ripreso gli avvoltoi (chiedo scusa agli avvoltoi) avvinghiati alle spalle di chi gli faceva da trespolo: Cameron, Sarkozy, Jalil e Jibril. Sui loro becchi si leggeva FMI, BM, BCE, OMC. Sigle troppo difficili da decifrare agli occhi dei media alla Lucas Casella. Ma a sua volta Christine Lagarde, l’israelita che ha soffiato all’altro israelita, Strauss Kahn, eliminato da una femminista adescatrice, mignotta e narcotrafficante, la cupola della criminalità organizzata, l’FMI, ha esternato massicciamente sugli “aiuti” alla Libia in arrivo. La sera prima aveva fatto bunga bunga per festeggiare la rimozione delle banche panafricane con cui Gheddafi aveva sostenuto la liberazione del continente dal morso finanziario della cupola. Avevate casa, scuola, salute, terra, trasporti, acqua gratis? Toh!!! Quanto ai compari-rivali islamisti nel furto con scasso della Libia, la Nato farà in modo che si accontentino di gettare vetriolo in faccia alle donne che non indossano il jihab, alla maniera dell’alleato Massud, il “ Leone del Panshir”, e che si affianchino ad formazioni Cia-Mossad-Al Qaida in azione in Algeria, nel Maghreb, o in Siria, magari preceduti da altre di quelle “rivoluzioni colorate” per le quali vanno in deliquo la Nato e il suo fianco sinistro “nonviolento”.

Tra quelli che serpeggiano e s’insinuano tra le sinapsi disattente della nostra percezione del reale, scartata Human Rights Watch, quella del Viagra e degli stupri, troppo sionisticamente rozza nel suo collateralismo Nato, eccelle Amnesty International che purtroppo, come altre imprese dell’epistemologia cerchiobottista, si tira dietro anche qualche brava persona che pensa di lottare per i diritti umani. Esemplare la sua ultima uscita sulle intemperanze dei “ribelli” CNT. Un pigolìo sommesso, corredato di “probabilmente anche”, “ma anche”, “solo alcuni”, “possibili crimini”, “in misura molto minore”, riguardante, con molto ritardo e solo dopo le reiterate e concordi denunzie di inorriditi giornalisti e testimoni indipendenti, l’enormità delle efferatezze e stragi compiute dai mercenari Nato tra Bengasi e Tripoli. Tonitruanti ripetizioni, invece, nonostante l’inconsistenza provata, delle accuse a carico dei soldati lealisti, “autori della maggior parte degli abusi, attacchi indiscriminati, uccisioni di massa di prigionieri, torture, sparizioni forzate e arresti aribitrari ”. Un elenco agghiacciante che ha per fonte unicamente i falsari dei media occidentali e reazionari arabi e tutta la marmaglia che, non avanzando stuprando e massacrando, ha offerto queste giustificazioni al nazionicidio Nato. Si ripete quanto, a vista diretta e grazie a documenti audiovisivi e a confessioni anche da me stesso registrate (vedi il docufilm “Maledetta Primavera”), è stato commesso dai “giovani rivoluzionari” e specularmente attribuito ai gheddafiani: mercenari, bambini-soldato, stupri e conseguenti assassinii, esecuzioni a freddo, linciaggio di neri e non aderenti, smembramento di vittime, saccheggi, devastazioni, civili usati come scudi umani. Insomma tutto il repertorio che le compagnie di ventura hanno imparato da Abu Ghraib, Bagram, Israele, Falluja, Guantanamo, extraordinary renditions e carceri Nato della tortura e delle sparizioni. Cerchiobottismo alla “Diritti Umani” significa un buffetto alla botte e il martello pneumatico sul cerchio.

Papa alla sbarra
Dove lo mettiamo un pontefice, monarca più assoluto di tutti, che tace sullo stupro della Libia, come ha taciuto sugli abusi dei suoi chierici a danno di bambini? Tra bisce, ratti, o chiaviche? Fate voi. Mi va di menzionarlo perché i silenzi sui crimini della più grossa e longeva dittatura materiale e mentale nella storia umana trovano espressione anche nell’efferata istituzione clericale, impegnata, come del resto quella tibetana, nella violenza sui bambini. Dal battesimo alla pirateria sessuale. Ora sulla loro hubris è arrivata la mazzata di una piccola nemesi. Le associazioni di vittime degli abusi di preti cattolici hanno denunciato il papa, come supremo responsabile di una ferrea struttura societaria, e i cardinaloni Sodano, Bertone e Lavada (Congregazione della Fede) per il “diffuso e sistematico occultamento dei crimini sessuali in tutto il mondo”, per aver “rifiutato di collaborare con le autorità investigative e giudiziarie che tentavano di perseguire i sospettati”, per aver ”protetto i religiosi colpevoli e averli lasciati nel loro ufficio con il risultato di altri abusi e stupri”.
Ratzinger ha ricambiato gli innumerevoli favori fattigli dall’attuale governo, sacralizzando il metodo Berlusconi di rifiutarsi ai giudici. Alla Corte dell’Aja non si presenterà per, come dice Vauro, “divino impedimento”. E, statene certi, quel tribunale, sul cui banco degli imputati vengono schiaffati unicamente personaggi dalla pelle scura, odiosi a Bush e Obama, per l’indiziato non concepirà affatto l’accompagnamento coatto.

A seguire, la grande organizzazione dei reduci delle guerre Usa, “Veterans for Peace”, ha approvato a maggioranza assoluta la richiesta al Congresso di procedere all’Impeachment di Barack Obama per crimini di guerra. Non se ne farà nulla con gli Ocampo, Del Ponte e i Cassese che grufolano nei tribunali atlantici. Ma se ne parlerà, alla faccia dei velinari e degli embedded. Tra Afghanistan-Pakistan, Yemen, Somalia, Iraq e Libia, il quaquaraquà criptobianco di materiali probatori per qualunque accusa gli sia mossa sul modello Norimberga ne offrepiù di Berlusconi su Ruby e sulla mafia. Il problema sarà pure il burattino, ma molto di più lo sono i ventriloqui a cristalli liquidi che lo fanno recitare.

Chiaviche proprio
"Anche Gheddafi si è reso conto che stava perdendo la guerra della propaganda. Ed è corso ai ripari. Assoldando giornalisti, spin doctor e testimonial di ogni risma cui affidare la propria verità sugli avvenimenti in corso. In questa disperata guerra contro il tempo (e contro la Storia) ha avuto l’appoggio di alcune nazioni amiche (soprattutto Russia e Venezuela) ma anche di giornali, gruppi ed associazioni, sia di destra che di sinistra, che per motivi politici e ideologici, in nome spesso dell’anti-imperialismo e dell’anti-americanismo, si sono prontamente schierati dalla sua parte. Si è venuta così a creare una strana compagnia di giro, che vede mano nella mano Thierry Meyssan e il suo Reseau Voltaire, la tv russa all-news RT, Giulietto Chiesa e i suoi boys di Megachip, la passionaria italiana di Tripoli Tiziana Gamannossi, le veline-gheddafine dell’agenzia HostessWeb e un drappello sparuto di giornalisti pacifisti come Marinella Correggia e Fulvio Grimaldi, che a Tripoli si sono lasciati ingannare come pivelli, accontentandosi di vedere solo quello che faceva comodo al regime"
Vedasi: http://ferrivecchi.wordpress.com/2011/09/04/guerra-di-libia-vero-e-falso-in-rete/

Il nobile testo qui sopra è stato diffuso sul link indicato e in altri modi da tre esemplari di assoluto prestigio e merito della categoria giornalistica come si è andata evolvendo nei tempi della libertà d’informazione sotto dittatura della comunicazione e del conseguente mercenariato mediatico. Da questo postribolo si sono affacciati tre embedded di assoluta fiducia: Amedeo Ricucci , Cristiano Tinazzi (entrambi cavalli di razza della Rai berlusconizzata) e Massimo Mazza detto “Mazzetta” (nomen omen e, anche, nomina sunt consequentia rerum). Di Tinazzi mi fa un po’ senso occuparmi e quindi lo lascio lì, sul podio dei Donatelli d’oro per la diffamazione e la diffusione di notizie false e tendenziose. Lo squadrista non si rinnega mai: questo Tinazzi nel 1999 era candidato del neonazista Fronte Sociale Nazionale. Dal 2003 al 2006 ha bazzicato con la cosca Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Ogni cosa che da simile fogna viene rigurgitata è di un’evidenza Nato solare.

Quanto al Ricucci, l’ex-collega Rai lo incontrai a Tripoli, a maggio, nell’ufficio della Fact Finding Commission messa in piedi da Tiziana Gamannossi, coraggiosa imprenditrice italiana, per gettare nelle fauci degli embedded qualche osso di verità. Rimasto ovviamente immasticabile per i destinatari. Ricucci si arruffianava la FFC e Tiziana per essere agevolato alla calunnia e alla menzogna nella sua puntatina a Tripoli. Uscito dall’intento con in bocca le ossa rotte delle migliaia di civili trucidati dai suoi mandanti, la polvere di scuole, case e ospedali frantumati e con brani di pelle di gheddafiani e neri scuoiati, arrostiti e appesi, li ha tosto sputati per andarsi poi a sciacquare la bocca con le veline Nato su eroismi e trionfi ribelli e nefandezze delle “milizie” gheddafiane. Da queste altezze fisiologiche e morali, ha poi assegnato al soldo di Gheddafi “giornalisti, spin doctor (falsari) e testimonial di ogni risma”: le televisioni russe e venezuelane (e magari i satelliti che hanno sbugiardato la fola dei bombardamenti di Muammar sulla propria gente e Amnesty e i giornalisti anglosassoni che, per quanto strabici, hanno adocchiato barbarie bengasiane), che ovviamente la Nato ha mancato di bombardare come quelle libiche; la “compagnia di giro che comprende Giulietto Chiesa e i suoi boys di Megachip, Tiziana, Marinella Correggia (con Dinucci, l’ultima trincea di decenza nel “manifesto”) e, oddio, il sottoscritto.
Alla luce del “soldo di Gheddafi” che ci inonda la cassaforte, dove sostano anche le spese da noi sostenute di magra tasca propria per andare in Libia e venirne, saranno naturalmente poca cosa gli stipendi e i “benefits” Rai dei nostri attenti critici. Comprendiamo l’ardente matrice del loro intervento: l’invidia. Noi ricchi e vezzeggiati in prima squadra, loro miserelli in banchina. Conclude le contumelie – per noi una decorazione alla nostra verità -, la commiserazione: “Correggia e Grimaldi a Tripoli si sono lasciati ingannare come pivelli, accontentandosi di vedere solo quello che faceva comodo al regime”. Ingannati come pivelli dalle macerie sulla scuola dei bambini down, dagli arti mozzi degli estratti dalle macerie, dalle madri piegate in due con la foto del figlio in grembo, dalle mille e mille facce sorridenti che facevano da scudi umani a Bab el Azizieh per il loro leader, cioè il loro paese. Tutte comparse di regime.

Grazie, Ricucci, ci hai raccomandato per la lista nera della Digos e dei Ros. Complici dei terroristi uguale terroristi. Sei astuto, Ricucci, alla Roberto Saviano: ti sei costruito una moderata credibilità infilando nel clandestino “Rai Educational” un servizio su alcune balle troppo grossolane sparate dai pifferai Nato nei primi giorni. Come il Saviano anticamorra e filosionista, hai sventolato questo vessillo di probità sulle truffe da perpetrare poi. E’ il metodo Obama. In ogni caso preferiamo “pivelli” a delatori e infami. Quanto a come tu non ti sei lasciato ingannare, ma hai disciplinatamente ingannato in prima persona, ti rispondano le vittime di chi ti manda: i bambini squartati, le donne violentate e fatte a pezzi, i villaggi bruciati, le sezioni di libici e africani neri appese ai ponti, la mattanza di Tripoli, quanto resta, dopo le bombe a grappolo e l’acqua avvelenata, di Sirte, gli acquedotti distrutti, i miei amici di Tripoli, Zlitan, Beni Walid, decimati dal fuoco dal cielo e dalle orde di invasati, i detriti materiali, sociali e culturali di un paese florido, esempio al mondo di una democrazia partecipativa e diretta, di una giustizia sociale, di una dignità, che sono il sogno degli oppressi. Ma tu che ne sai. Che hai visto?

Stato palestinese. Quale?
Divampano sull’evento epocale, non le polemiche, i pro e i contro, ma semplicemente la celebrazione festosa dell’imminente riconoscimento dello Stato palestinese. Se non al Consiglio di Sicurezza, dove veta l’obeso sicario di Israele, almeno dalla maggioranza degli Stati membri, in modo da passare da “osservatore” a “Stato osservatore”, magari Stato-non-membro. Stato riconosciuto, governo riconosciuto. Il governo e l’ANP, Autorità Nazionale Palestinese. Cioè la più corrotta e rinnegata ciurmaglia mai apparsa sulla scena palestinese. Sono loro che si sono inventati questa operazione. Di pura propaganda e immagine. Tale da raccogliere attenzione e consensi internazionali (Nato?)? No, tale da affossare per secoli una soluzione giusta, definitiva, di inclusione, antirazzista e antintegralista: lo Stato Unico. Quello di cui fu propositore antesignano proprio Muammar Gheddafi, con i suoi 40mila rifugiati palestinesi (i meglio trattati e integrati di tutto il mondo arabo, oggi oggetto di pogrom come i neri) e a cui aderì il meglio dell’intellettualità ebraica, a cominciare da Ilan Pappe, filo palestinese e pacifista internazionale.

Israele sbatte le sciabole. Ci sarà pure la divisione tra falchi e colombe nel governo del fascista Netaniahu e del nazista Lieberman (non si fanno mancare niente), tra chi li vorrebbe cacciare tutti, quei palestinesi inesistenti, per Eretz Israel monoetnico (con tutti quegli europei?) e monoconfessionale, e chi vuole la stessa roba, ma con la gradualità necessaria all’assorbimento internazionale, passando per quello “Stato” – ha-ha-ha! – che c’è adesso: una miriade di tessere sparpagliate, che il puzzle non lo completeranno mai, un’acqua ridotta a rigagnolo perché Israele possa far “fiorire il deserto”, strade di separazione tra mezzo milione di coloni aizzati al linciaggio e 1, 5 milioni di palestinesi, 20 parlamentari democraticamente eletti in carcere e altri 10mila detenuti, senza processo, a tempo indeterminato. Spesso torturati. Mentre Israele vocifera, un po’ effettivamente per farsi sentire nel deserto diplomatico e d’opinione pubblica che gli ha creato attorno la sua apocalittica strategia della violenza e del crimine, ci si muove zitti zitti verso una convivenza con il 12% (meno il muro) sbrindellato di Palestina. A ciò serve prepararsi: raddoppiare il ritmo delle costruzioni nelle colonie, incrementarne gli abitanti, tutti con lo schioppo (quello palestinese sta in mano solo a terroristi), terrorizzare i villaggi palestinesi con incursioni che li distolgano dal difendere le loro terre, i loro ulivi, i loro piccoli pozzi (che poi i coloni porteranno a 800 metri di profondità, succhiando tutto il resto). Quanto alla “sicurezza”, alla liquidazione degli scontenti , ci penserà la ben collaudata sinergia tra truppe nazisioniste e poliziotti palestinesi addestrati e pagati dagli Usa.

Nel 1948 l’ONU divise la Palestina dei palestinesi tra un Israele invasore e aggressore e un popolo autoctono: 78% e 22% poi ridotto a 17, a 12, a 10. Non stabilì i confini. Ora li stabilisce, per la Palestina, il governo degli occupanti, avendo intanto inferto un muro in profondità al corpo palestinese e occupato tutta la terra che costeggia il Giordano (dove ci sono l’acqua e le terre fertili). Il controllo dei “confini” sarà di Israele come di un cerchio attorno alla botticella. Sul cielo dei palestinesi non si discute nemmeno. Il mare non c’è più da tempo. Dal 1948 il popolo titolare di questa terra è decimato, seviziato, espropriato, espulso. Nell’impunità e nella benigna osservazione mondiali. Da più di un secolo questi blaterano di una Grande Israele e fanno fuori, in Palestina e in giro per il mondo, chi non condivide e chi non condivide neppure il planeticidio reso possibile dai due paradigmi su cui si regge il rudere imperialista-sionista: “scontro di civiltà” e “guerra al terrorismo” .

Se l’ONU riconosce quella mezza sega di “Stato osservatore”, ci sarà uno tsunami benpensante e puntiglioso mondiale di “ma che cosa vogliono ancora questi!”, nell’ipotesi che la collusione ANP-Israele-Usa-UE non abbia tappato la bocca, o fermato la mano a qualche irriducibile. Se i cinque milioni e passa di palestinesi che, dai loro campi e dalle loro lontananze, non cessano di mirare alla propria patria, dovessero provocare turbolenze, ci saranno i nuovi regimi in fieri di Siria, Libia, Egitto, Libano e i vecchi amici di Giordania, Golfo e simili, a ricondurli alla moderazione. Questa ANP, questo regime nazisionista, questa confraternita della bella morte occidentale, li terranno apolidi, esclusi, defuturizzati, fino a quando non si saranno estinti. Il crimine Palestina durerà, pseudostato o non pseudostato, durerà il fanatismo integralista ebraico, durerà l’occupazione, durerà l’agonia. E la soluzione si farà sanguisuga delle ultime energie di resistenza. O no.

Tutte le fazioni palestinesi all’interno dell’OLP (dove Hamas e altri non ci sono), buone o “cattive”, sostengono l’iniziativa del quisling Abu Mazen, per quanto alcune di esse, di origine marxista come FPLP e FDLP, dovrebbero individuare qualche contraddizione nell’erezione di uno Stato etnicamente e confessionalmente pulito accanto all’altro. Pare che soffrano della stessa malattia terminale delle sinistre europee. Si oppongono Hamas e la Jihad. Ma l’eccezione, dopo l’unanimità palestinese realizzata nel penoso e autolesionistico sostegno ai mercenari in Libia e nel tradimento di una Libia che da sempre era schierata per la Palestina, lo Stato Unico, e contro Israele con il suo codazzo di satrapi arabi, non consola. Noi restiamo per una Palestina araba che ospiti tanti ebrei quanti si dispongano a vivere in pace, rispetto, solidarietà con gli autoctoni di quella terra.

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Ricevo e inoltro

Appello per il 15 Ottobre 2011.
Posted on settembre 7, 2011
Dopo oltre sei mesi dal suo inizio, sembra non avere fine la guerra della NATO contro la Giamahiria di Muammar Gheddafi: migliaia di morti causati dai bombardamenti dal cielo contro la popolazione e le infrastrutture civili, uso di elicotteri Apache e droni, mercenari e truppe speciali, rifornimenti di armi micidiali e di ultima generazione ai terroristi qaedisti di Bengasi, tutti insieme non sono stati sufficienti per avere la meglio sull’eroica resistenza del popolo libico guidato da Muammar Gheddafi. I grandi media della NATO continuano a fare propaganda proclamando la vittoria da settimane, se non da mesi; eppure dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che si tratta di disinformazione strategica a scopi militari. La realtà è che nei sobborghi di Tripoli, a Sirte come a Bani Walid, la resistenza continua, rifiutando la resa e il tradimento!
L’Italia, a cui è stato ordinato di partecipare al conflitto – anche contro i suoi interessi - dal suo padrone d’oltreoceano, per mezzo dei suoi politici servi e traditori continua a giustificare la partecipazione militare alla guerra in Libia con la disgustosa retorica dell’”azione umanitaria a difesa dei civili”.
“La Libia è invece vittima di un’ennesima aggressione della Nato, politicamente per nulla diversa da quella contro la Serbia nel 1999 e da quella contro l’Iraq nel 2003, per scopi totalmente geopolitici (approvvigionamento petrolifero e insediamento di un governo non ostile a Washington) e geo-strategici (espansione della sfera d’influenza della Nato, attraverso il comando Africom), volti al contenimento di potenze rivali nei fondamentali scenari del Vicino Oriente e del Mediterraneo”. (testo ripreso da qui)
Contemporaneamente all’azione di aggressione militare alla Libia iniziata a Marzo, si è scatenata la macchina mediatica della NATO contro la Siria di Assad, replicando lo stesso schema utilizzato dalla propaganda di guerra contro Gheddafi per giustificare moralmente l’intervento militare di fronte all’opinione pubblica occidentale, invocando una nuova “azione umanitaria in difesa dei civili”: Assad sarebbe un feroce dittatore autore di abominevoli repressioni contro la popolazione civile che vuole democrazia e libertà; Assad sarebbe un uomo politicamente finito odiato dal suo popolo, etc,.etc. Non importa che i disordini siano in realtà dovuti anche qui a terrorismo armato guidato da componenti esterne alla società siriana; no, le falsità dei media della NATO sono fondamentali per spianare la strada alle sanzioni economiche, alle menzognere risoluzioni dell’ONU e, in ultimo, all’aggressione militare funzionale alle mire strategiche dell’occidente euro-atlantico. Come per la Libia, l’Italia ha seguito e segue supinamente passo dopo passo l’escalation pianificata dalla NATO contro la Siria e tutto fa pensare che l’ “Italian Repubblic” non si sottrarrà a partecipare ad una nuova aggressione militare contro un paese sovrano, laico e socialista, se le verrà ordinato di farlo dai suoi padroni di Washington e Londra. E dopo la Libia e la Siria, sarà il turno dell’Algeria, o magari della Russia, come auspicato dal senatore americano, ex candidato alla presidenza, John McCain? Dove condurranno l’Italia le strategie guerrafondaie di quei paesi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, che guidano e la fanno da padroni nella NATO?
“Come per la Libia, anche nel caso della Siria, nessun movimento, partito o gruppo è riuscito ad alzare una voce forte e decisa contro questo nuovo tentativo di aggressione, tanto più a sinistra e nel mondo tradizionalmente “pacifista”, dove si è sostenuta la linea imperialista e neo-colonialista imposta da Obama, da Cameron e da Sarkozy. Preso atto del fallimento storico e politico di queste componenti della società civile, e dell’impossibilità per le ragioni anti-imperialiste e della sovranità nazionale di avere una seria rappresentanza all’interno di istituzioni e grandi organi di stampa” (testo ripreso da qui), alcuni membri del comitato promotore della mobilitazione del 30 agosto 2011 hanno deciso di dare continuità all’aggregazione di forze ed intenti di quella manifestazione, allargandone la piattaforma, per organizzare un nuovo presidio unitario in difesa della Giamahiria e della Repubblica Araba di Siria contro la NATO.
E’ perciò convocato un :
PRESIDIO A MILANO,
DAVANTI AL CONSOLATO GENERALE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA,
SABATO 15 OTTOBRE 2011,
DALLE 15.30 ALLE 17.30, CON CONCENTRAMENTO ALLE ORE 16.30,
PER CHIEDERE:
1.L’immediato ritiro delle forze militari italiane dalla missione criminale in Libia e da tutte le missioni per conto della Nato e degli Stati Uniti d’America;
2.Il ritiro di tutte le forze armate americane dalle basi militari in Italia, dall’Europa e dal Medio Oriente;
3. La fine di qualsiasi tipo di sostegno dell’Italia alle azioni terroristiche in Siria e ai tentativi di destabilizzazione del paese da parte della NATO.
4. Le dimissioni dei politici italiani servi della NATO e degli USA, come Napolitano, Frattini, La Russa e Berlusconi, che per esaudire i desideri atlantici continuano a violare l’art. 11 della Costituzione attaccando militarmente la Libia e attuando la destabilizzazione della Siria progettandone l’aggressione militare.
PER MANIFESTARE:
1. Il nostro appoggio all’eroica resistenza della Giamahiria di Muammar Gheddafi e della popolazione libica di fronte ai mercenari, ai tagliagole jihadistii, alle bombe e alle truppe speciali della NATO.
2. Il nostro sostegno alla Siria del presidente Assad, vittima degli attacchi terroristici delle bande criminali jihadiste fomentate dall’occidente e dalle squallide campagne mediatiche dei media della NATO.
3. Al mondo, ma soprattutto al popolo libico e siriano, che c’è un’Italia che non dorme e non subisce passivamente i diktat della NATO e che si ribella alle sue logiche criminali, che disprezza i propri politici servi e traditori e che vuole al più presto ristabilire dei rapporti di amicizia e cooperazione con la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista e con la Repubblica Araba di Siria.

PER ADERIRE SCRIVERE A : sabato15ottobre@libero.it
- Modalità di svolgimento, luogo e regole del presidio
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51 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo su tutto tranne che sull'attacco al Papa, la Chiesa ha avuto in passato un grande potere ma oggi anche la Chiesa e' sotto attacco, e gli attaccanti sono coloro che da ormai tanti decenni detengono il vero potere, chi sono questi poteri e' facilmente comprensibile ma e' difficilissimo poterli nominare senza essere denunciati.

Il cattolicesimo sta per essere liquidato da quel potere "laico", finanziario e massonico che domina l'Europa e gli Stati Uniti, l'attacco alla Chiesa e' iniziato col "risorgimento" finanziato e voluto dalla massoneria inglese e sta finendo vittoriosamente oggi attraverso continui e persistenti attacchi provenienti dai mass media di mezzo mondo (mass media quasi tutti controllati da i soliti finti laici di cui sopra).

Purtroppo la Chiesa invece di contrastare a viso aperto questi poteri occulti (ma nemmeno tanto occulti) preferisce continuare a vivacchiare per non perdere alcune posizioni acquisite.

Il mondo non sara' migliore una volta liquidata la Chiesa Cattolica ma sara' molto peggiore poiche' sara' stata abbattuta l'ultima barriera contro la barbarie ed il nichilismo.

Tanto per fare un esempio la Chiesa oggi e' l'unico o quasi organismo che ha levato alta la sua voce contro lo strisciante e subdolo tentativo di legalizzare un'eugenetica razzista che non ha nulla da invidiare a quella tentata da Adolf Hitler, la Chiesa oggi e' l'unico o quasi organismo che alza la sua voce contro i deliri di onnipotenza di novelli santoni in camicie bianco che vorrebbero manipolare gli esseri umani cosi' come oggi maniponano i topi da laboratorio, attenzione quindi a non cadere nel tranello architettato dagli stessi uomini e dagli stessi poteri che attualmente stanno facendo la guerra a mezzo mondo.

Andrea Rossi

Anonimo ha detto...

N'ani... li turkiiiii!!!!!
Afghanistan, Libya: malfiction $ionU$A: spari doppiati armi puntate da ferme sul nulla... testine...vordì kecce lestate appià ah ah ah!

giovanni ha detto...

la NATO sta preparando una trappola per il 18/09/2011.
La NATO ha comprato equipaggiamento per rendersi uguale all’esercito libico (è un crimine di guerra), dopo di che, ha mandato a tutti i libici un sms (fingendo di essere il governo di Gheddafi) per spingerli ad uscire e combattere il 18/09: la NATO farà il massacro e il giorno dopo l’ONU avrà la scusa per prolungare il mandato (risoluzione 1973). Questo è il loro piano. DIFFONDETE

davide ha detto...

quello che smaschera i ratti dell'imperialismo è che si oppongono sempre e comunque a Stati Sovrani dove la popolazione aveva :cibo,lavoro,casa,sanità,istruzione,garantite.Mancavano tutte quelle libertà tarocche e spesso inutilizzabili tipici dei regimi liberali.Così si crea il mostro,e si manda gli ascari del pensiero e parola imperialista,li si traveste da imparziali e vai con il colonialismo
Peggio un ingenuo o un colonialista?Direi il secondo,e purtroppo fa pure la vittima.
Ma io,pur non essendo concorde su alcuni punti politici,mi tengo Grimaldi tutta la vita piuttosto che i tre amigos!
Uè,sono dieci righe..visto?

rossoallosso ha detto...

bella risposta alle scimmiette disabili che ti hanno infangato,sicuramente mai hanno visto il tuo documentario,loro preferiscono i film di John Wayne.
L'entrata in scena dei caschi blu è l'inizio della fine,sarà guerra ad oltranza,un tutti contro tutti con l'onu pronta a girarsi dall'altra parte salvo essere attentissima se a intervenire sarà la resistenza libica.
troppe volte lo abbiamo visto

Fulvio ha detto...

Chiedo scusa, mi è saltato inavvertitamente un commento di anonimo su questo post, relativo alla parte relativa al papa e alla sua organizzazione. Prego l'interlocutore di rinviarmelo.

rossoallosso ha detto...

i residenti di Bani Walid festeggiano dopo il ritiro dei ribelli

http://www.youtube.com/watch?v=LXin1nqoHT0

Fulvio ha detto...

Grazie all'ottimo e comprensivo Davide.
Quanto a Andrea Rossi, che in un primo tempo era scomparso dalla posta, purtroppo non concordo proprio su niente. Non solo una massoneria, allora repubblicana, democratica e antimperialista, non solo gli inglesi per motivi di geopolitica che facevano comodo all'unità d'Italia e quindi all'eliminazione di tutti i tumori feudali, compreso quello papale, ma il popolo si rivoltò con entusiasmo contro l'abnorme, brutale, sanguinario potere millenario degli illusionisti e strizzacervelli cattolici. Ma quale Chiesa sotto attacco dai poteri finanziari! Si tratta dei soliti galli della stessa razza, mafia, IOR, cupola finanziaria mondiale, che collaborano o si beccano per il controllo e l'aumento del bottino sottratto all'umanità. Non c'è un momento nella storia di questa Chiesa che non la veda collusa con i peggiori poteri del momento, da Giustiniano a Hitler-Mussolini. Ma quello che più conta è che questa Chiesa ha corrotto nel profondo antropologico gli italiani: paura, terrorismo, senso di colpa,corruzione del rapporto con nascita, vita, natura, morte, obbedienza assoluta pena orrori sempiterni, trasformismo, ipocrisia. Si tratta di un mostro ertosi sulle ceneri delle civiltà pagane. Non c'è salvezza se non ce ne liberiamo. Sono stato troppo lungo anch'io. Chiedo venia.

davide ha detto...

credo che senza chiesa cattolica il mondo non sia nè peggiore nè migliore.O meglio:potrà essere vissuto come cosa tragica da chi è credente,ma al resto e ci metto pure i cattolici per convenienza..importerebbe sega.Ti dirò Andrea che non ho nulla contro la chiesa strumento di controllo,essendo essa uno stato è stata abilissima a fare proseliti,propaganda e tutto il resto.Va detto che è simile al colonialismo imperialista dei regimi liberali-che ha sempre sostenuto-nell'ipocrisia assoluta e totalitaria della parola e del pensiero.Con i poveretti a parole,ma con i riccastri massonici negli affari.Dirai così fan tutti..Appunto,non penso che si sentirebbe la mancanza di un membro della compagnia.Nichilismo e barbarie le si battono con la razionalità e la preparazione politica.Il comunismo potrebbe funzionare come altri metodi.Il laicismo e ateismo servono per quella doverosa distanza che non mi fa ritenere perfetta la chiesa o l'ideologia,ma necesaria per alcuni scopi.Ammetto anche che dovrò studiare meglio la storia delle religioni,tempo e vita permettendo!
Ciao un ateo dubbioso

Fulvio ha detto...

Attenzione: commenti di oggi, 17/9 di Davide e di rossoallosso, aprendoli trovo la scritta "impossibile trovare il messaggio". Cosa succede?

mazzetta ha detto...

sono “Mazzetta”, quello del "nomen omen e, anche, nomina sunt consequentia rerum"

Prima di tutto ti faccio notare che non ho affatto diffuso iattraverso il mio blog ol testo che hai indicato, che semmai è stato linkato in abbondanza da chi come te ci si è infuriato

Così come ti prego di ritirare la definizione di embedded, a parte che che non sono mai stato su un teatro di guerra, non ho mai preso un euro per esprimere i miei pensieri, ho cominciato da poco a guadagnare qualche spicciolo, ma purtroppo son proprio spiccioli e non provengono da qualcuno che possa lontanamente essere spacciato per chi embeddaquel che ti pare, io sono embeddato da solo a casina mia

E da casina mia scrivo di quello che vedo passare da questo schermo. Ho visto passare delle porcate e ne ho riferito.

Poi, solo poi, sono stato citato da altri, nel frattempo ero già stato coperto d'insulti e pure minacciato dai nazionalsocialcosi o quello che sono

Ora, sinceremente non ci tengo a ripartire per un altro giro (nel mezzo mi sono sukato anche la gheddafina e i suoi amici, i tuoi amici sionisti, qualche poliziotto impazzito e gli amici di un latitante più vari ed eventuali) e non ho nessun interesse a discutere delle tue convenzioni o dei tuoi pezzi, ho già dato, davvero.

Però fammi la cortesia di correggere i due errori che ti ho segnalato e che mi riguardano, alla quale aggiungo una preghiera.

Tu di me non sai nulla, forse anche meno, evita perciò di sparare a caso con il rischio d'incorrere in figure sgradevoli e, se possibile: dopo che hai corretto quel che ti ho chiesto di correggere, dimenticati che esisto.

Grazie

mazzetta ha detto...

sono “Mazzetta”, quello del "nomen omen e, anche, nomina sunt consequentia rerum"

Prima di tutto ti faccio notare che non ho affatto diffuso attraverso il mio blog il testo che hai indicato, che semmai è stato linkato in abbondanza da chi come te ci si è infuriato

Così come ti prego di ritirare la definizione di embedded, a parte che che non sono mai stato su un teatro di guerra, non ho mai preso un euro per esprimere i miei pensieri, ho cominciato da poco a guadagnare qualche spicciolo, ma purtroppo son proprio spiccioli e non provengono da qualcuno che possa lontanamente essere spacciato per chi embeddaquel che ti pare, io sono embeddato da solo a casina mia

E da casina mia scrivo di quello che vedo passare da questo schermo. Ho visto passare delle porcate e ne ho riferito.

Poi, solo poi, sono stato citato da altri, nel frattempo ero già stato coperto d'insulti e pure minacciato dai nazionalsocialcosi o quello che sono

Ora, sinceremente non ci tengo a ripartire per un altro giro (nel mezzo mi sono sukato anche la gheddafina e i suoi amici, i tuoi amici sionisti, qualche poliziotto impazzito e gli amici di un latitante più vari ed eventuali) e non ho nessun interesse a discutere delle tue convenzioni o dei tuoi pezzi, ho già dato, davvero.

Però fammi la cortesia di correggere i due errori che ti ho segnalato e che mi riguardano (magari dovresti anche riconsiderare l'avermi dato della chiavica, ma gli insulti mi turbano meno delle falsità) alla quale aggiungo una preghiera.

Tu di me non sai nulla, forse anche meno, evita perciò di sparare a caso con il rischio d'incorrere in figure sgradevoli e, se possibile: dopo che hai corretto quel che ti ho chiesto di correggere, dimenticati che esisto.

Grazie, saluti e speriamo a mai più

rossoallosso ha detto...

ieri 16 set, ricorrevano i 29 anni di Sabra and Shatila,un video in memoria

http://sabbah.biz/mt/archives/2011/09/16/sabra-shatila-massacre/

rossoallosso ha detto...

rischio una lettura un pò forzata del ruolo turco in Libia.
se è vero che la Turchia ha paracudutato(o si appresta a farlo) beni di prima necessità a BaniWalid è possibile che giochi il ruolo di poliziotto buono per inchiappettare meglio la resistenza libica?

Fulvio ha detto...

A Mazzetta: non ho nessuna difficoltà ad accettare che tu non abbia diffuso dal tuo blog quelle calunnie, ma altre te ne sono sgorgate in abbondanza. Lascio la constatazione a chiunque ti voglia visitare. Quanto all'embedded, crtedo che oggi ne sia accettato l'uso esteso: non solo chi segue truppe militari al passo con queste. Comunque ritirerò la qualifica non appena avrai ritirato la frasetta, assai più rigorosa, di "tuoi amici sionisti". Non vorrei provocarli: sparano.

mazzetta ha detto...

"i tuoi amici sionisti" era riferito a una nota categoria di rompiballe, il riferimento agli amici era nel senso che credo tu capisca bene a chi mi riferisco, scoppiati come le altre categorie citate

per il resto è un problema tuo, se a te sembra normale mantenere sul tuo blog cose che sai essere false, non è un mio problema, chiunque può rendersi conto che sono false facilmente

quanto alle altre calunnie che avrei scritto, numerose, mi piacerebbe sapere cosa ti stai inventando o a cosa alludi con quella frase

non mi piace chi si comporta così, se hai qualcosa da dire dilla, altrimenti evita queste sciicchezze, per favore

quanto all'embedded, ancora, ti chiedo di spiegarmi l'uso esteso che intendi tu, e in che modo io rientrerei nella definizione

io sono abituato a prendermi la responsabilità di quello che scrivo, gradirei tu facessi altrettanto senza prendermi per il culo e senza dilatare all'infinito questa discussione

ti ho chiesto di correggere alcune falsità, che tu lo faccia o meno è quello che m'interessa, quello che t'inventi per non farlo non m'interessa, se non nella misura in cui sono altre balle aggiunte alle balle, capirai che spasso

grazie

mazzetta ha detto...

"i tuoi amici sionisti" era riferito a una nota categoria di rompiballe, il riferimento agli amici era nel senso che credo tu capisca bene a chi mi riferisco, scoppiati come le altre categorie citate

per il resto è un problema tuo, se a te sembra normale mantenere sul tuo blog cose che sai essere false, non è un mio problema, chiunque può rendersi conto che sono false facilmente

quanto alle altre calunnie che avrei scritto, numerose, mi piacerebbe sapere cosa ti stai inventando o a cosa alludi con quella frase

non mi piace chi si comporta così, se hai qualcosa da dire dilla, altrimenti evita queste sciicchezze, per favore

quanto all'embedded, ancora, ti chiedo di spiegarmi l'uso esteso che intendi tu, e in che modo io rientrerei nella definizione

io sono abituato a prendermi la responsabilità di quello che scrivo, gradirei tu facessi altrettanto senza prendermi per il culo e senza dilatare all'infinito questa discussione

ti ho chiesto di correggere alcune falsità, che tu lo faccia o meno è quello che m'interessa, quello che t'inventi per non farlo non m'interessa, se non nella misura in cui sono altre balle aggiunte alle balle, capirai che spasso

grazie

Fulvio ha detto...

Date un'occhiata al secondo intervento del Mazzetta e poi al suo blog in merito alla questione http://mazzetta.splinder.com/post/25473331/quei-rossobruni-che-difendono-gheddafi.
Vedrete una mazzettata alla grande di cerchiobottismo tra Nato-mercenari, cioè le ragioni dell'imperialismo, e "difensori di Gheddafi", cioè le ragioni della Libia: il modello è il più grezzo né-né, la Nato è brutta, ma Gheddafi è peggio e i suoi sostenitori sono gonzi e tutti nel pugno dei fascisti. A questo soggetto, che si divincola dopo avermi dato dell'"amico dei sionisti", è assegnato il compito dell'infame: utilizzare un equilibrio da trecartista per colpire alle spalle l'opinione libera, testimoniata, documentata, che sbaracca il menzognificio degli embedded. Per farlo ci mette tutti, cioè la stragrande maggioranza di coloro che da sinistra difendono Gheddafi e la libera Libia, sotto l'ombrello nero dei "rossobruni" che, come si sa, s'infilano ovunque ci sia da rosicchiare formaggio di credibilità. Un embedded in maschera che non nasconde la sua protervia maschilista irridendo alle "gheddafine". Ragazze la cui dignità e lucidità in fatto di comprensione delle parti in conflitto, qualsiasi sia il loro mestiere, ha smerdato l'ignavia collateralista delle sinistre e dei mazzetta. Con un simile virtuoso della disinformazione (vedi anche lo stereotipo imperiale sui "complottisti" negazionisti dell'11 settembre)questo blog non ha più nulla a che fare.

Fulvio ha detto...

Aggiungo su Mazzetta.
Quanto alle contumelie che questo indignado lancia, al pari di tutti gli embedded in difficoltà dei main stream media, contro Thierry Meyssan, uno dei migliori analisti e giornalisti investigativi del mondo, demolitore della panzana 11/9 e contro suoi colleghi non incorporati, coerentemente si mette in coda a quei giornalisti CIA anglosassoni che al Roxy li hanno minacciato di morte all'arrivo della teppaglia bengasiana. Dopo aver passato oltre due mesi sotto le bombe a descrivere i metodi Nato per salvare i civili e aver guardato in faccia alla realtà libica e gheddafiana, Thierry ha dovuto essere messo in salvo dalla Croce Rossa. Mazzetta si smazzetti di nuovo le sue tre carte. Di pubblico da minchionare sono piene le piazze.

mazzetta ha detto...

va bene, ho capito, inutile dilungarsi, sei un ballista incapace di correggersi persino quando commette errori evidenti, grazie per la dimostrazione.

lasciamo solo aggiungere che non hai capito un cazzo, di me, del riferimento ai sionisti e anche di molto altro, sei solo un miserabile che insulta a caso incapace poi di chiedere scusa, una disgrazia per chiunque abbia la sventura di condividere il tuo campo e la sfrotuna di leggersi i tuoi fantasiosi pipponi

salutami i tuoi fantasmi

Claudio ha detto...

Mazza e Ricucci (di cui ricordo il penoso servizio, trasmesso da Minoli) sono riusciti a farsi scavalcare a destra da bei tipi come Giuliano Ferrara, Sergio Romano, Carlo Panella, Giudò Rampoldi.
Se davvero nessuno li paga, non posso che compatirli. Io non le scriverei mai certe schifezze gratis.

Anonimo ha detto...

the three rimbedded: amodeo ricKIucci, cristiAmo stiKazzi, mazzetta CIA fretta....

Anonimo ha detto...

Mazzetta, venga a darmi una mano a zappare la terra, che forse le riesce meglio. Il giornalismo lo lasci a Lizzie Phelan, Rolando Segura,Mahdi Darius Nazemroaya......(tutti pallonari dalla Libia)


Giuseppe

alex1 ha detto...

Riguardo ai tre giornalisti che accusano tutti quelli che hanno cercato di rompere il muro di disinformazione RAI - NATO durante qusti mesi non credo ci sia molto da aggiungere. Del resto sul loro blog hanno avuto pane per i loro denti da parte di molti lettori e da parte di molti accusati. Trovo pero' allucinanti le minaccie a Therry Meyssan da parte di tanti pseudogiornalisti NATO all'arrivo della soldataglia collaborazionista. Credo sia un fatto da evidenziare di piu' forse anche con nomi e cognomi di tali "gentiluomini" che si spacciano per professionisti dell'informazione, ma che la guerra la fanno con la penna e con la delazione prima di tutto contro i giornalisti veri.Come pure e' da sottolineare che il Corriere della Sera pubblichi una risposta del compiaciuto Levy per la Libia "riconquistata alla democrazia occidentale". Tale asservimento alla lobby Levyista Sarkosysta e' veramente indegno.
Spero che la Libia li smentisca alla grande.
Alessandro

rossoallosso ha detto...

chissa che ne pensano i libici dei pistolotti di Mazzetta e delle nostre bombe per salvarli da Gheddafi,dovrebbe andare a leggerli in piazza a Sirte per sapere le sue ragioni sono anche le loro

Mauro Murta ha detto...

Dai Fulvio, staccagli la spina.
Uno che, dopo aver espettorato ettolitri di livore su chiunque, incluso chi gli dà gli avanzi sotto il tavolo, piagnucola "non hai capito un cazzo di me" come una fidanzata isterica, merita una pietosa eutanasia.

Mauro Murta

Anonimo ha detto...

"Dear" Mazzetta non c'è bisogno di leggere i "pipponi" di Grimaldi per capire chi racconta balle e chi invece cerca la verità. Basta leggere la Repubblica di oggi (19 settembre) per capire, certo, fra le righe, quanto la resistenza popolare stia difendendo strenuamente un paese sovrano. Il loro paese, la Libia di Gheddafi, libera e socialista da orde di neo-colonizzatori. Denuncia se sei onesto l'uso di gas mostarda da parte della Nato a Bani Walid e Sirte, gli abusi sui prigionieri, il blocco della Croce Rossa, gli omicidi di massa di civili, donne e bambini, i bombardamenti a tappeto sulle città. Coglione!
Fabrizio

Filippo Bovo ha detto...

E fu così che il mazzetta venne preso a mazzate... Come dice il detto, i pifferai di montagna vennero per suonare e furono suonati...
Beh, lasciamo perdere questi poveri cristi e occupiamoci di cose serie: link molto interessante:
http://resistencialibia.info/
Ciao, Filippo.
P.S: come sempre, complimenti a Fulvio per l'ottimo articolo.

davide ha detto...

Onde evitare di trascinarci in tifoserie,accuse,diffamazioni,vorrei solo fare una semplice domanda ai sostenitori della libertà contro il dittatore Gheddafi

Davvero sostenete un Cnt che non riesce a prendere Sirte,che anzi si scazzano tra di loro,che quando vengono lasciati soli senza l'aiuto della nato subiscono pesantissime sconfitte!
Affidereste una nazione a costoro?

alex1 ha detto...

Per Davide: onestamente le tue motivazioni non misembrano delle piu' nobili. Cioe' non bisogna avere fiducia del CNT perche' non sono abbastanza bravi da metterla in quel posto ai libici, a sbaragliarli e fregargli le risorse naturali (quelle finanziarie sono state rapinate direttamente dalle banche "democratiche con piu' efficienza) a vantaggio degli stati neocolonialisti? A me sono bastati pochi giorni, vedere l'appoggio della Francia di Sarkozi-Levy e del Qatar per intuire la natura di questa "rivolta". Le immagini dei golpisti con manifesti patibolari in mezzo a citta' deserte e semidistrutte ed un bambino di 11-12 anni che faceva il vigile con tanto di divisa nella "liberata" Bengasi mi hanno solo confermato i loro metodi e le loro intenzioni.
Alessandro

davide ha detto...

alessandro:io non ho mai sostenuto quella banda di lestofanti e i loro padroni.Era una domanda-provocazione per quelli che dal primo momento hanno scelto quei delinquenti,contro un grande leader come Gheddafi.
Visto i grandissimi insuccessi,le lotte intestine,il sadismo contro quelli che considerano "nemici",chiedevo ai ricucci di codesto mondo,dove fossero migliori rispetto ad altri
Come è possibile inventare massacri per Gheddafi e non denunciare quelli dei banditi di bengasi.Che peraltro militarmente non contano un cazzo.
Molto probabilmente non mi son spiegato bene.

Anonimo ha detto...

Avevo inviato un commento di apprezzamento verso alcuni avvocati francesi che hanno denunciato sarkozy per crimini contro l'umanità. Evidentemente si è perso nei buchi web. Penso che sia doveroso per appoggiare la resistenza libica condurre questo tipo di azioni a livello giuridico, magari anche da noi, pur sapendo bene che non troveranno molto spazio. Serve a mettere paletti- per quanto fragili -istituzionalmente e a rendere meno silenziosa quella maggioranza inerme che non sente non parla non vede. Anche la denuncia al papa ha un suo peso sulla questione della chiesa pedofila. Piccoli ma importanti passi.

alex1 ha detto...

Per Davide: scusami, non avevo colto la provocazione e l'ironia. Il fatto e' che di considerazioni di questo tipo, senza ironia, ne ho sentite tante, sopratutto da una certa sinistra democraticamente corretta. Rileggendo i tuoi commenti non ho avuto dubbi slla tua posizione di condanna a questa guerra di rapina.
Alessandro

Anonimo ha detto...

Ma è proprio un bell'imbusto "mister yes we can". Dopo aver contribuito a mesi di bombardamenti sulla Libia compreso uranio impoverito e gas mostarda monsanto, ora il nostro premio nobel "preventivo" ordina che la nato continui a bombardare ed uccidere civili fino a quando "Gheddafi minaccerà la popolazione". E noi a guardare, come le stelle!!!
Fabrizio

rossoallosso ha detto...

Il nuovo medioevo europeo,vassalli valvassori,valvassini,vaff....

http://www.altrenotizie.org/esteri/4300-terroristi-ospiti-di-madrid.html

alex1 ha detto...

Attentato in Turchia. Strana concomitanza di tempi, la Turchia sta rompendo con Israele, decide di paracadutare viveri ai libici assediati e presi per fame dagli esportatori di democrazia occidentale, ma sopratutto entra in contrasto con la UE per l'annosa questione di Cipro. A pensare male...Domani sara' probabilmente giustiziato in Georgia un condannato a morte dopo quasi vent'anni di carcere e due esecuzioni sospese all'ultimo momento. Nonstante sette testimoni hanno ritrattato le accuse, affermando di avere subito pressioni dalla polizia, la stampa lo tratta solo come "caso umanitario" contro la pena di morte.Siamo sicuri che la societa' occidentale abbia molta civilta' da esportare? (E' solo un mio dubbio...)
Alessandro

davide ha detto...

Non c'è problema,capita sopratutto in rete di avere delle incomprensioni.
La NATO ha deciso di rimanere 3 mesi in più in quel di Libia.
I pezzenti a cui vorrebbero affidare il paese sono divisi e si fanno la lotta tra di loro,per non parlare delle sacrosante pedate in culo che ricevono dalle gloriose forze lealiste.
Poi qualcuno fa la lista dei buoni- tutti democratici in salsa Nato- e i cattivi- noi gheddafiani- ma guardassero a chi affiderebbero il paese.

Fulvio ha detto...

Alessandro
Noi sono duemila anni, o poco meno, che esportiamo barbarie e inciviltà, violenza e morte, siamo la feccia della Terra, a dispetto di Leonardo e Garibaldi, Dante. Gramsci e Pascoli che ci hanno provato. Il botto in Turchia è da attribuire, per concorso infinito di indizi e di cui bono, al solito Mossad.

Anonimo ha detto...

La Turchia... hmmm...
A parte lo scazzo con Israele si comporta malissimo su tutti i fronti. Non c'è da fidarsi, okkio !
Magari sta solo fingendo di contrastare i sionisti per tenere buona la propria popolazione, altrimenti non ha molto senso.

Ciao
SMS

rossoallosso ha detto...

Visto che sono state impropriamente tirate in ballo le "gheddafine"vorrei ricordare il ruolo delle donne libiche in questa guerra che assieme ai neri sono le principali vittime ma soprattutto l'importante ruolo,lo sanno pure i "topi",che investono nella resistenza.
Inoltre vorrei chiedere a chi sapesse rispondere qualcosa in merito all'arresto da parte di Chavez dei baschi furisciti da Cuba,mi pare che tutto denunci legami CIA/ETA,é possibile?

Filippo Bovo ha detto...

Le brutte notizie, purtroppo, non mancano mai: dopo l'Unione Africana, adesso anche il Sudafrica riconosce il Consiglio Nazionale Transitorio come governo legittimo (!!!) della Libia...

davide ha detto...

non è poco lo scazzo con Israele,per questo ho simpatia per la Turchia sotto questo aspetto.Il resto fa parte delle geostrategie che non seguono la morale immacolata dei militanti,ma quella spicciola e politica delle nazioni che devono posizionarsi nel sistema mondiale.Certe volte fanno cose che potranno piacerci,altre volte no.Il nemico per ora rimane il colonialismo delle democrazie liberali.Poi vedremo

Sergio ha detto...

Ciao Fulvio
So di essere fuori tema, anche se quando si parla di Rivoluzionari non lo si è mai, vorrei comunque mettere all'attenzione per lo meno di te e dei tuoi lettori un fatto tragico, che mi sembra nessun giornale abbia riportato,e non mi meraviglia, il giorno 7 ottobre, dopo 13 anni passati ingiustamente nelle carceri usa, uno dei 5 eroi cubani, Rene Gonzales Sehverert finisce la sua ingiusta pena, ma come d'incanto e senza nessuna base giuridica spuntano altri 3 anni di libertà vigilata da scontarsi negli usa senza la possibiltà di ritornare a Cuba come da lui richiesto, se la cosa non fosse tragica ed estremamente pericolosa per la sua incolumità ci sarebbe da ridere nel leggere l'appendice a questa disposizione, che letteralmente recita: "Come condizione speciale addizionale della libertà provvisoria, si proibisce all'accusato di avvicinarsi o visitare luoghi specifici dove si sa che sono frequentati da individui o gruppi terroristici" ogni commento è superfluo.
Ciao e buon lavoro

Anonimo ha detto...

Mhh, secondo me la Turchia sta per prendere il posto di Israele come cane da guardia del medio oriente. Ormai il regime sionista è mal visto ovunque e dunque gli USA si affideranno a degli islamici per controllare a dovere altri islamici. Non per niente la Turchia è la prima ad aiutare gli USA a cercare di rovesciare la Siria. Davvero cattive notizie, mi spiace.
Gianni

Filippo Bovo ha detto...

Rossoalrosso, a memoria mia c'erano collegamenti fra ETA e CIA ai tempi degli attentati che accelerarono la fine del regime franchista (assassinio di Carrero Blanco, delfino di Franco, nel '73: Volontè ci fece il bellissimo film "Ogro").

rossoallosso ha detto...

Grazie Filippo,lo chiedevo perchè c'è ancora chi si meraviglia del "modus operandi" CIA eppure è sempre il medesimo,teste di legno.
Mi chiedevo dove sono Amnesty International e Human Rights Watch dopo l'annuncio NATO di prolungare per ben tre mesi i bombardamenti,teste di c...

Anonimo ha detto...

Si racconta che in febbraio Moussa Ibrahim entrasse in una tenda di Bengasi dove vendevano oggetti esotici. Vide un ratto di bronzo molto particolare e ne chiese il prezzo. "12$ il pezzo, 100 $ la storia" gli rispose il commerciante. Prese solo il pezzo s si incammonò verso il mare. Dalle fogne e dai tombini uscirono presto dei ratti che incominciarono a seguirlo. Furono presto centinaia e poi migliaia, tanto che si mise a corerre spaventato. Arrivato al mare gettò il ratto di bronzo il più lontano possibile e tutti i topi si tuffarono per seguirlo. Così Moussa tornò dal commerciante, che gli chiese: " Sei tornato per sapere la storia ? " -
" No. Ne hai un altro ?"

Fulvio ha detto...

Anonimo di Mussa Ibrahim: Simpatico, ispirato al Pifferaio di Hamelin...

Anonimo ha detto...

Riassumo certi argomenti che ho sentito, in questo ed altri siti pro-gheddafiani.

Sui ribelli o insorti:
- sono armati e finanziati da paesi stranieri
- mancano di unità, essendo divisi in fazioni in contrasto tra loro
- una parte di essi è impregnata di un’ideologia religiosa
- quando una zona viene liberata, compiono vendette sommarie contro gli ex-gerarchi del regime
- sono alleati di Usa, Gran Bretagna e Francia
- quindi non sono altro che “banditi”, “traditori” e “terroristi”

Sul regime o governo di Gheddafi:
- era autoritario e liberticida, tuttavia ha costruito un certo benessere e lo stato sociale
- ha sempre difeso il paese dagli interessi stranieri
- il suo leader ha goduto di un grande consenso, come dimostrano certe manifestazioni di piazza
- era anti-americano e ostile agli ebrei
- gli eserciti nemici che lo combattono compiono bombardamenti aerei indiscriminati, che uccidono civili
- la liberal-democrazia è un’invenzione delle pluto-crazie, un modello che va superato in favore di una “vera” partecipazione delle masse nello Stato

Scusate, ma siamo nella Libia del 2011 o nell’Italia del 1944 ?!

Per la cronaca, l’articolo di Ricucci, continuava così: “Ognuno è libero di pensarla come vuole, su questa sporca guerra in Libia. Ma rispondere alla propaganda con la propaganda è stupido e basta. Si può essere infatti contro l’intervento della Nato, denunciarne la logica neo-coloniale o i tragici effetti collaterali, e non per questo bisogna bersi come oro colato le menzogne di Gheddafi e la propaganda dei suoi scagnozzi”.

MDF ha detto...

Españistán y su Justicia. Familia perseguida y acosada desde el año 2001 (¿dónde se escondió la llamada Democracia y el tan cacareado Estado de Derecho?):

http://aims.selfip.org/~zzz_AQ8OVAPXU62DG7YC/doc/cap_0700.htm

alex1 ha detto...

Per Anonimo del 47 commento: ti potrei rispondere che siamo nell'Italia del 1911, quando un regime liberale, con il consenso di buona parte dell'opinione pubblica e della stampa, salvo una componente dei socialisti, inizio' una guerra coloniale di conquista per la "quarta sponda" brutale che duro' fino agli anni '30. Oppure con la Spagna 36-39 dove potenze esterne appoggiarono i golpisti contro una legittima repubblica. Ma non importa molto. Il commento finale di Ricucci con il termine "scagnozzi" lascia intendere come costui giudica la resistenza di chi si oppone alla guerra di conquista. Cioe' "La guerra e' della Nato e' brutta ma quelli che resistono armi in pugno sono ancora piu' brutti". Un lavarsene le mani che giudico indecoroso.