giovedì 11 agosto 2016

Lampo di luce sul verminaio



Rio 2016, l'atleta venezuelana Benitez:
«Non stringo la mano al golpista Temer»
Rio 2016, l'atleta venezuelana Benitez: «Non stringo la mano al golpista Temer»
Ricevo dall'ambasciata del Venezuela, tra la giornaliera mole di informazioni e analisi preziose che diffonde, diversamente da quella cubana che pare non abbia più nulla da dire, la notizia qui sotto che illumina di nobiltà, dignità, coraggio il mercimonio di corpi che si dice Olimpiadi, in corso in Brasile. I presstituti e le presstitute spedite a Rio per indurci in coma cerebrale rispetto a quanto succede nel mondo e nei nostri paesi attraverso la glorificazione di uno spettacolo corrotto fino all'osso, in un paese dalla classe politica ed economica corrotta fino all'osso, allestito da organizzazioni deputate corrotte fino all'osso, sotto il governo politico-pubblicitario di una cricca di golpisti corrotti fino all'osso. Golpisti che, sbranata il membro meno colpevole del loro circo dell'orrore, stanno sbranando l'intero paese sotto la copertura tessuta dai presstituti, radendo al suolo i diritti alla sopravvivenza, al lavoro, alla casa, all'istruzione, alla salute, all'ambiente.
Fatta sparire dalle strade, a forza di sequestri, carcere, uccisioni, la "feccia umana" il cui formicolare e protestare e lottare gli spettatori ricchi dei giochi dei ricchi turbava, ora si accingono a far sparire foreste e favelas, gli habitat dei brasiliani di troppo. Il tutto sotto l'egida e la guida del potente vicino a cui, dopo lo strappo indecente delle fasi Lula e Rousseff, si apprestano a restituire il paese e il petrolio nella ripristinata forma di cortile di casa SUA. Altro che BRICS. 
Partita integrando l'assedio militare, nucleare e propagandistico alla Russia con la montatura del doping tutto russo, facilitata da un paio di atleti rinnegati, bugiardi e corrotti e da un'agenzia della promozione del doping che si definisce antidoping, WAFA, strumento di manipolazione dell'atletica della IAAF, Federazione delle Associazioni Atletiche, capeggiato dalla spia britannica Sebastian Coe, l'Olimpiade di Rio è il depistaggio più osceno che uno sport mercenario del potere ha inflitto alla coscienza e alla razionalità del genere umano.
Non c'è Olimpiade degli ultimi decenni che non sia stata programmata e usata per espellere pezzi di società senza avere e potere, gentrificare quartieri, arricchire gli speculatori dei grandi eventi e delle grandi opere, tramortire conoscenze e consapevolezze, devastare ambienti urbani e naturali, promuovere la mercificazione dei corpi, del gioco, della competizione, di ogni aspetto della vita e, soprattutto, costituirsi in laboratorio della militarizzazione e dello Stato della sorveglianza totale. Stavolta è servita anche ad avvicinarci all'assalto alla Russia e, con ciò, arrivata Hillary, alla fine di tutto.
Venezuela, tu che ancora puoi, dacci più Alejandre Benitez.
Virginia Raggi, tieni duro.
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Olimpiadi. Il polemico gesto della schermitrice venezuelana, ex ministro dello Sport
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di Geraldina Colotti per Il Manifesto
«Sono una donna, sono una militante politica e sono di sinistra, appoggio la democrazia e la giustizia, non stringo la mano a un golpista». Un gesto annunciato, quello della schermitrice venezuelana Alejandra Benitez, che alla cerimonia d’apertura dei Giochi non ha salutato il presidente a interim, Michel Temer, con grande storno delle destre latinoamericane. Poco prima, Benitez aveva spiegato ai giornalisti il perché della sua decisione e annunciato un incontro con Dilma Rousseff (la quale ha rifiutato di partecipare in seconda fila alla cerimonia d’apertura).
Alla domanda sulla procedura d’impeachmet, che ha sospeso Dilma dall’incarico, l’atleta venezuelana ha risposto: «E’ terribile quel che stiamo vedendo: un colpo di stato che si sta legittimando, bisognerebbe fare di più per impedirlo. Io, come donna, ritengo che il golpe sia stato anche un gesto maschilista, patriarcale, contro la presidente. In politica, come nello sport, certi uomini credono di poter relegare le donne in secondo piano». Benitez, 36 anni, è stata ministro dello Sport del governo Maduro nel 2013. Animalista e femminista, militante del Psuv durante i governi Chavez e deputata, lavora nei quartieri poveri ed è impegnata nella difesa dei diritti delle donne e della comunità Lgbt all’interno dello sport.
Benitez è alla sua quarta partecipazione alle Olimpiadi. Gli 87 atleti venezuelani che partecipano a Rio (61 uomini e 26 donne) testimoniano del grande sforzo compiuto dal paese bolivariano in questi anni nei confronti dei giovani («la generazione d’oro», come li chiama il presidente»), che hanno accesso completamente gratuito a tutti i servizi e all’insegnamento. «Nonostante tutte le difficoltà che ci troviamo ad affrontare, nonostante tutti gli attacchi e la caduta del prezzo del petrolio – ha detto ancora Benitez – anche quest’anno le risorse per lo sport e la cultura sono state mantenute e anche aumentate. Lo sport ha una grande funzione sociale».
Benitez, che fa parte del gabinetto di lavoro di Maduro e accompagna diversi progetti di reinserimento nelle carceri venezuelane, a Rio ha vinto il primo degli incontri di scherma e perso di misura il secondo. Per ora, il Venezuela ha totalizzato un buon risultato nella boxe e nella ginnastica.
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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti alla Benitez. Inutile dire che nessun media ha riportato la notizia, sono troppo occupati a celebrare la prima storica medaglia del Kosovo. Hanno già giudicato il riconoscimento della federazione kosovara come una legittimizzazione dell'indipendenza. Proprio ieri mi sono imbattuto in un articolo dove l'autrice, ripercorrendo la storia del Kosovo, ripeteva le solite balle mediatiche: il "dittatore" Milosevic che scatenò una brutale repressione "contro il popolo kosovaro mietendo innumerevoli vittime tra cui donne e bambini innocenti" e le "fosse comuni in cui erano stati ammassati i corpi di migliaia di cittadini kosovari che avevano osato ribellarsi all'esercito serbo". Parla anche di "prigionieri torturati in veri e propri campi di concentramento" anche se di questo non ho mai sentito parlare, forse si confondeva con le balle sulla Bosnia. Ovviamente nessun riferimento ai crimini dell'Uck e alla VERA pulizia etnica che scatenarono dopo il ritiro dell'esercito federale. Inoltre non riportava alcun dato sulle vittime, anche se ho notato che ancora parecchi commentatori parlano di 12/15.000 morti albanesi quando persino Wikipedia riporta la cifra di 6.000 morti equamente divisi tra Serbi e Albanesi.

A proposito di Milosevic: quando ho saputo che è stato prosciolto mi è tornato in mente questo sito http://www.ecn.org/reds/mondo/europa/balcani/balcaninazioni.html
Gestito da gente che si definisce "sinistra antagonista" critica la NATO ma attacca anche duramente il "regime" di Milosevic. In alcuni articoli chiamano in causa anche te Fulvio e la tua collaborazione con Dragos Kalajic, da loro definito un fascista amico di Milosevic. Dicono di non capire la tua ammirazione per Slobo mentre molti giovani Jugoslavi combattevano contro di lui. Ti accusano inoltre di avere demonizzato la "rivoluzione di ottobre" con la quale, secondo loro, "il popolo serbo si è sollevato ed ha con successo spazzato via uno dei peggiori regimi di questi anni".
Alla fine i fatti ti danno ragione Fulvio.

alex1 ha detto...

Non vi sembra che si ripeta per Aleppo la propaganda ONG di "Assedio del Regime" di necessari "interventi umanitari, non negoziabili con il regime di Damasco" (come dichiarato da un loro portavoce sul Corriere della sera) proprio come fu per Saraievo ed in misura minore per Misurata "Citta' martiri"? L'Ong come apripista per un ulteriore e diretto intervento di Guerra? La cosa triste che leggo ogni tanto su vari commenti ancora per denigrare i serbi,"massacratori di altre etnie" e di Miloscevic come "piccolo Hitler dei balcani"...e che pochi ancora sanno la vera storia dei conflitti nei Balcani?

Fulvio Grimaldi ha detto...

anonimo@
Mi ricordo di quei utili idioti, tgracimavano anche dal PRC che per poco non mi crocefisse.
Sì, a volte il tempo riesce a darti ragione. Ma di rado, giacchè la storia la scrive il leone e non la gazzella.
Pensa ai mistrattati Nerone e Caligola, grandissimi imperatori dalla parte del popolo. Pensa alle balle del popolo ebraico su cui si sta costruendo la fine dell'umanità.

Anonimo ha detto...

Ciao Fulvio,

queste olimpiadi NON le guardo proprio. TUTTI Fuori da Matrix, adesso basta!

Max

Anonimo ha detto...

Fulvio Grimaldi@ a proposito di utili idioti ti segnalo il blog di un certo Luca leone
http://lucaleone.blogspot.it/ Autore di diversi libri su Srebrenica (di cui l'ultimo con prefazione di Carla Del Ponte) ed affiliato ad Amnesty International, gira per l'Italia raccontando agli studenti che a Srebrenica i serbi hanno ucciso 10.701 musulmani. Non so come sia arrivato a queste cifre, ma quando qualcuno gli fa notare che gli scavi finora condotti smentiscono questi numeri lui replica che i serbi hanno usato i camion forniti dall'ONU per trasportare i corpi in altre località. Sempre secondo lui durante i temporali autunnali continuano ad emergere nuovi corpi. Mi sembra in buona fede ma vedendo i suoi contatti qualche dubbio mi viene. Cosa ne pensi?

alex1@ capisco come ti senti. Due anni fa ho letto un reportage sul Kosovo sul Fatto Quotidiano e ricordo che nei commenti due utenti sostenevano che il Kosovo è sempre stato albanese. Secondo loro gli Illiri, antichi abitanti dei Balcani, sono gli antenati degli attuali albanesi e gli "invasori" Slavi (quindi secondo la loro logica Serbi) sono arrivati solo dopo, nel VI/VII secolo. Purtroppo mi era capitato anni fa di avere una discussione con un kosovaro albanese che sosteneva le stesse cose ed aggiungeva che le attuali chiese ortodosse in realtà erano moschee che i cattivissimi serbi avevevano poi convertito in chiese. Uno dei due utenti chiudeva poi il commento augurandosi una futura riunificazione del Kosovo con l'Albania per (parole sue) "rendere giustizia alla Storia".

Intanto l'Occidente sta nuovamente cercando di riaccende la guerra civile Ucraina (anche se noi sappiamo bene che non è mai veramente finita). Ieri ho visto un servizio del Tg3 dove la giornalista prima si lamentava delle nuove manovre russe e poi chiudeva dicendo "in caso di guerra sappiamo tutti quale delle due parti avrebbe la peggio". Non ho capito se si riferiva all'Ucraina o se insinuava (sperava?) che in caso di guerra aperta la NATO interverrebbe a difesa dello stato aggredito spazzando via la Russia. Se fosse vera la seconda bisognerebbe ricordarle che fine hanno fatto Carlo XII, Napoleone e Hitler.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Anonimo@
La gigantesca truffa di Srebrenica, inventata per tenere i serbi nell'angolo e giustificare i crimini della Nato e dei bosniaci con Al Qaida, è stata smascherata da tantissimi ricercatori e analisti. Del tizio in questione c'è una granitica certezza: che è un provocatore in perfetta malafede.
Quanto alle moschee diventate chiese, basta vederne l'architettura e leggere i documenti della loro costruzione per mettersi a ridere.

La parte che avrebbe la peggio, secondo la cronista del TG3, è riferita, con apprensione, all'Ucraina, data la sproporzione con la Russia.