martedì 20 giugno 2017

M.O. = LAVIAMOCI LE MANI DAL FANGO CURDO E PROVIAMO A CAPIRCI QUALCOSA, PRIMA CHE SCOPPI TUTTO (e prima che "il manifesto" ci imbrogli ancora)



Parto e sarò lontano dal blog e da FB (non dai vostri interventi) per circa tre settimane. Il pezzo qui sotto è lungo. Avete il tempo per spezzettarne la lettura. O di saltarlo. Un saluto a tutti.

https://www.pandoratv.it/?p=16566

Il Presidente egiziano, Abd al-Fattah al-Sisi, in casa del lupo, a Riyadh,
alla presenza del Presidente USA, Donald Trump, glielo dice chiaro: “Il
terrorismo è occidentale”.

Il tema Al Sisi-Terrorismo riguarda la parte finale di questo post, quella sul “manifesto” e i suoi servigi all’imperialsionismo di guerra.

Londra, cristiani contro musulmani, come sunniti contro sciti: guerra civile=stato d’assedio, élite trionfante
Il mammasantissima della criminalità organizzata mondialista (qui in effigie) si frega le mani. Con l’ennesima punizione terroristica inflitta al Regno Unito per la sua uscita dall’UE, il solito veicolo stragista a economica e facile disposizione di qualsiasi sicario, cosciente o incosciente, stavolta antimusulmano, fornisce all’universo mondo occidentale, lanciato allo scontro di civiltà, il bonus supplementare del pretesto per una repressione ormai ultra-orwelliana. Se ne accorgeranno eventuali disperati, esasperati, sediziosi. Altro bonus dell’assalto alla moschea, il grattacielo, inceneritosi in 6 minuti insieme a cento inquilini per risparmiare le quattro sterline della verniciatura ignifuga, anzichè in gol è finito in tribuna, come il pallone del giocatore venduto. Non se ne parli più. Ora è tempo di prodromi di guerra civile: angli e sassoni contro tutti gli intrusi. Non ha funzionato forse molto bene con sciti e sunniti? E, prima, con cattolici e protestanti?

Tiriamo le somme. Trump celebrava la Brexit, ne vedeva motivazioni e sbocchi affini ai suoi e degli altri cosiddetti “populismi” sovranisti. Prometteva anche meno Nato e più Russia. Poi l’hanno messo in mezzo, il famigerato Stato Profondo, Cia, sinistri collateralisti, armieri e petrolieri e Trump non è più lui. E’ un pupazzetto di quelli e, per tenere a galla almeno la bananona aranciona, spara missili e minchiate a 360 gradi. Destino non difforme per la May, sua controfigura britannica che, tra coltellate e caroselli di camion, torri abitate che bruciano più rapide di uno zolfanello, dissolvenze elettorali, si ritrova alla prova del negoziato Brexit più esposta e inerme di Lady Godiva. Secondo voi, chi è che di tutto questo gioisce?

Saif al Islam Gheddafi libero. Con Haftar e i patrioti libici alla liberazione del paese
Poi, invece, ci sono due buone notizie. E, se non vi indignate, o anche se lo fate, ne aggiungerei una terza: il torero incornato dal toro in Francia, emblema di un aggiustamento morale e politico che qualcosa come 7 miliardi persone vorrebbero imporre a chi li incorna da secoli. E che quella testa di whisky di Hemingway, che sbavava in lettere e saliva su ogni corrida, riposi in pace. Una buona novella è la liberazione di Saif al Islam Gheddafi, figlio maggiore e successore designato del Grande Martire, da parte dei berberi di Zintan, alleati del generale Haftar, che a lui hanno consegnato Saif. Grottesca la reazione della Corte Penale Internazionale, nota per aver finora incriminato soltanto soggetti di pelle nera invisi all’Occidente: ne ha chiesto alle “autorità libiche” l’arresto e la consegna immediati.


Le “autorità libiche” (il magliaro Al Serraj ancorato al largo di Tripoli e la sua milizia di tagliagole e scuoiatori di neri a Misurata) vorrebbero bene assolvere all’ordine dello sponsor, tanto più che, già di loro, avevano condannato Saif all’impiccagione. Ma non possono, visto che il governo di Tobruk e Haftar, comandante delle Forze Armate Nazionali, gli stanno mettendo il sale sulla coda. Ben visti da Mosca e dal Cairo, i patrioti di Tobruk hanno riabilitato i gheddafiani e, forti di un consenso perciò crescente, hanno  conquistato i terminali petroliferi e si stanno riprendendo la Libia pezzo dopo pezzo. Nei giorni scorsi, con la conquista di Jufra, hanno liberato la regione centrale che dà accesso a Tripoli e a Sirte. E questa era la seconda notizia buona.

Meno elettori, più stato d’emergenza: si arriva alla perfezione
Una chiavica, invece, la notizia che dovrebbe far esultare il baffino bombardiere che di questi tempi si riciccia come antagonista di sinistra ovunque reperti museali autoqualificantisi di sinistra si assemblano per guardarsi in cagnesco, ma dichiararsi vicendevolmente ancora vivi. Ultimamente con Montanari e Falcone. Esprimendo una nausea che sorprende in una società come quella kosovara,  formatasi nelle provette tossiche dello scienziato pazzo Nato e non riconosciuta come Stato che da quattro scagnozzi della Nato, alle elezioni del 12 scorso ha votato appena il 41%. Quasi tanto miserrimi quanto quelli che si sono manifestati in Francia, dove si trattava di portare in parlamento un’armata di pitbull rothschildiani a guardia di colui che è stato messo lì a invertire la scelta degli affidati alla ghigliottina rispetto al 1792-1794. Ma statene certi, che a votare non ci vadano più se non corifei, chierichetti, sottopancia e parenti dei candidati, non turba minimamente  gli autoreggenti delle nostre sorti. Quello che conta è che tutti credano che lo stato d’emergenza, ormai perenne, serva a dargli sicurezza. Anzi, siccome non votano coloro, che alla fola secondo cui ogni 5 anni possono decidere liberamente chi li governerà non ci credono più e piuttosto hanno capito che ogni 5 anni sono chiamati a condividere, con persuasori occulti e manifesti, la scelta di chi li deruberà e schiaccerà, molto meglio che gli astenuti siano tanti. Di questo passo ci si disabituerà del tutto e quello che Napolitano, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni ci hanno fatto passare sulla testa dal 2013, senza chiederci né miao né bau nelle urne, sarà finalmente il perfezionamento della democrazia.

Presidente killer e trafficante di organi
Dimenticavo la notizia chiavica: il candidato premier eletto in Kosovo è Ramush Haradinaj, criminale di guerra, ricercato dalla giustizia di Belgrado e da tutti gli uomini perbene per aver trucidato, deportato, torturato migliaia di civili serbi, per aver dato fuoco a centinaia di monasteri ortodossi antichi, per aver trafficato in organi estratti ai prigionieri serbi. Conclamato narcogangster e serialkiller, è stato assolto dal Tribunale dell’Aja, una di quelle espressioni della civiltà giuridica occidentale che uccide in carcere chi non riesce a condannare e manda a reggere il destino degli umani chi ne ha fatti fuori di più. Da D’Alema, le cui bombe ho visto a Belgrado stroncare neonati nelle incubatrici e che batte le mani al Brancaccio per l’ennesima e, certo, decisiva “nuova sinistra”, a Macron, a Haradinaj, il cerchio si chiude.

Trump, Saud, Al Thani: tu, brutto terrorista!

In Medioriente le cose si ingarbugliano vieppiù. Non avevamo finito di chiederci cosa diavolo fosse piovuto in zucca a russi e iraniani ad Astana (dei turchi si capiva facile) quando crearono le famigerate zone di “riduzione del conflitto”, affidandole a turchi, curdi e mercenariato jihadista vario, alla faccia dell’integrità e sovranità siriane, che sul palcoscenico hanno preso a succedersi tanti di quei dei ex machina da far ammutolire qualsiasi analista.

Il colpo di scena più grosso è quello di Lucky Luciano che denuncia Al Capone per mafia a don Corleone. Donald Trump, successore di una combriccola di presidenti Usa che del terrorismo hanno fatto lo strumento principe per prendersi il mondo e disfarsi di mezza umanità, piomba a Riad e promette alla più sanguinaria monarchia del mondo 110 miliardi di strumenti per insistere nella loro pratica (specie in Yemen, dove opportunamente il colera, come negli Usa dei 18 milioni di pellerossa da eliminare, arrivato a 150mila casi, facilita il genocidio all’arma Nato, italiana compresa). In cambio i decapitatori principi dell’universo mondo, massimi fornitori, addestratori e finanziatori del terrorismo in tutti gli emisferi, devono unirsi al loro mandante nella lotta, quella vera, al terrorismo. Come? Strangolando il Qatar. Una specie di prepuzio della protrusione arabica, fino a ieri sotto le ali dello stesso mandante e padrino (don Corleone), azionista di buona caratura del terrorismo Isis, Al Qaida, califfati dei vari emisferi e relative affiliazioni.

Questione di gas

Cosa c’era di meglio, per i supermonarchi sauditi, che prendersela con il minuto prepuzio aggettante nel Golfo Persico, che da rana voleva gonfiarsi a bue e che, con quel “parvenu beduino” di Al Thani, la sua emittente Al Jazieera e i suoi scherani jihadisti, pretendeva di riportare tutto l’Islam sotto la ferula dei Fratelli Musulmani, sottraendolo all’egemonia wahabita della Casa di Saud? Senza contare – anzi, contando soprattutto – che quell’escrescenza peninsulare sta immersa nel più vasto giacimento di gas del mondo, che quel giacimento lo condivide in armonia con gli “orridi” iraniani, che da lì ambisce a farsi fornitore dell’Europa, a dispetto dei sauditi e degli israeliani e del loro nuovo gasdotto Israele-Cipro-Italia, con un altro gestito d’amore e d’accordo con i satanacci persiani, in combutta con i quali diverrebbe il primo fornitore di gas del mondo.

In questo atto della commedia c’è chi fa sul serio e chi meno. Sul serio fanno i sauditi, che si vedono spuntare sotto casa un potenziale agglomerato del Golfo, Iran-Qatar, che, in tempi di petrolio calante e gas montante, è quanto di più letale quella monarchia possa temere, per quante tonnellate di armi Usa, Italiane, tedesche, Nato possa infilare in un esercito di coscritti immigrati, tanto demotivati che, per mettere sotto i più sfigati arabi del mondo, gli yemeniti, non gli sono bastati gli F16 e l’artiglieria manovrati da centrali Usa. Tanto più sul serio fanno questi pervertiti trogloditi dalle caverne d’oro per aver sentito sotto i piedi i fremiti sismici di metà paese a confessione scita. Già il Qatar se la fa con Iran e Turchia. L’Iran ha espresso il suo dissenso verso le misure prese da Usa, Saudia e Golfo. Truppe turche si sono piazzate in Qatar contro eventuali ideuzze saudite che intendessero accentuare l’embargo diplomatico ed economico con misure militari. E l’idea che possa spuntare nel deserto il fiore di un’intesa tra Fratelli Musulmani e sciti sparsi un po’ ovunque tra Afghanistan e Bab el Mandeb farebbe saltare parecchi tavoli.

Che gli Usa non vogliono vedere saltare. Tanto che, appena svaniti dalle specchiere di palazzo reale a Riad i riflessi della sua lampeggiante chioma e dissoltesi nell’etere i suoi anatemi contro il terrorismo del Qatar, a Trump il Pentagono ha fatto vendere allo stesso Qatar armi per 12 miliardi di dollari e Tillerson, segretario di Stato, ha detto “non facciamola troppo lunga con questa storia del Qatar sentina di ogni infamia”. Si erano ricordati di colpo che lì, nel prepuzio, ci sta la più grossa base militare Usa del Medioriente, con tutti i suoi 110mila marines. Finchè si scherza….

Usa, Saudia, Israele: per i curdi Padre, figlio e spirito santo.
Parrebbe, dunque, che ci sia molto fumo e poco arrosto. O, quanto meno, che un sacco di fumo non faccia ben vedere che cosa stia cuocendo. Più riconoscibili appaiono le vicende sul campo di battaglia. Decimando a tutto spiano le popolazioni irachene e siriane, oltre a spingerle a svuotare i loro paesi e, insieme ad altre, resettare l’Europa, gli Usa non recedono dall’intento di annientare queste nazioni frantumandole in “espressioni geografiche”. Con i mercenari curdi sostituiti a quelli Isis, curdi rivelatisi vera feccia etica e politica nel loro servizio agli straziatori della Siria, nell’amicizia dichiarata per Israele e, ora, nell’apprezzamento per il ruolo “antiterrorista” dei sauditi (incredibile ma vero), gli Usa stanno prendendo Raqqa e consolidando un loro protettorato nel nord-est della Siria.
Quella dei curdi amerikkkani, filosauditi e filoisraeliani, fatti passare dai collateralisti della “sinistra” e del “manifesto” per il fior fiore della democrazia partecipativa, socialista, femminista, è una delle vergogne supreme della storia, al pari del tradimento di certi capi del comunismo occidentale e di tutti i farlocconi finti-sinistri da sempre vezzeggiati da quel giornale e utilizzati per diseducare il pupo. Autentici prostituti, al pari di quelli iracheni, miserabile strumento di un nuovo colonialismo, stavolta genocida oltreché predatore; stupide zoccole di lenoni che se ne disfaranno al primo volgere dei venti; schiuma della storia, materiale da discarica che stinge anche sul tanto rispettato PKK turco, che da questa feccia non ha mai preso le distanze e si fa dichiarare madrepatria.

Grande è il disordine sotto il cielo. Di chi fidarsi?
Dando prova di incredibile resilienza, a sette anni dall’inizio dell’aggressione l’esercito arabo siriano,  a dispetto dei ricorrenti bombardamenti della coalizione Usa, qui come in Iraq addirittura con il criminale fosforo bianco, ha riconquistato larghe fasce di territorio nel deserto che unisce Siria e Iraq e pare possa riprendersi anche Deir Ezzor, centro strategico assediato dall’Isis dal 2013. Che si possa congetturare uno scambio Raqqa-Deir Ezzor concordato tra Usa e russi? E la svolta anti-Qatar, con turchi e iraniani uniti nel sostegno dello spuntone gassifero, modificherà il ruolo, fin qui scellerato, del Qatar in Siria? I jihadisti, sostituiti dai curdi e sotto tiro, quanto meno verbale, di sauditi e Usa, metteranno la coda tra le gambe e svaporeranno, o saranno adibiti ad altri compiti, tipo terrorismo stragista dove occorre? I britannici, da sempre affettuosi padrini dei Fratelli Musulmani, li molleranno per affinità anglosassone con gli Usa e rapporti di mercato e istituzioni con i Saud?

E i russi? Che assistono abbastanza passivi alle ricorrenti incursioni di israeliani e Usa contro civili ed esercito siriani, limitandosi a una deplorazione e a un’invocazione che non si faccia più. E che hanno sancito le aree di de-escalation sottratte al  governo di Damasco. Eppure sono impegnati nella guerra all’Isis. Eppure figurano da difensori della Siria e del diritto internazionale…Ora, finalmente, dopo lo scandaloso abbattimento di un jet siriano che stava operando contro l’avanzata della marmaglia curdo-statunitense su Deir Ezzor, la reazione russa pare diventare più dignitosa: qualsiasi intervento aereo della coalizione Usa al di qua dell’Eufrate (perché non al di là???) sarà legittimo bersaglio delle forze patriottiche. Se son rose fioriranno

Le variabili sono parecchie. E così le domande in attesa di risposta. Però le spine ci sono e pungenti. Azzardo, io, una variabile. La risposta che i russi hanno annunciato nel caso che gli invasori Usa e i pulitori etnici curdi continuassero a colpire le truppe siriane – risposta difensiva che per il “manifesto”  si deve definire “minaccia” – potrebbe essere uno zuccherino offerto a Damasco per l’ormai evidente abbandono dell’impegno all’integrità territoriale del paese. Con il progetto di costituzione “decentralizzata” (leggi spartizione) fatto circolare a inizio anno e l’istituzione delle quattro aree di de-escalation lasciate in mano a turchi, jihadisti e curdi, ci sarebbero buoni motivi per sospettare che tra russi e Usa si sia arrivati a un tacito accordo sul male minore per entrambi: la divisione del paese in sfere d’influenza. Fine della Siria libera, indipendente, laica, sovrana, democratica. La domanda è se gli altri ci stanno.

Spartizione sottobanco? Chi ci sta e chi no.

Gli altri sono Damasco, che ha già manifestato una sua autonomia in merito attaccando la coalizione Usa-curdi-Isis in avvicinamento dalle parti di Raqqa; l’Iran, che, per la prima volta, ha tirato missili sull’Isis a Deir Ezzor; gli Hezbollah che hanno liberato aree sul confine siro-iracheno e i turchi che stanno con chiunque stia contro i curdi. Sullo sfondo anche il Qatar, in odio ai concorrenti del Golfo, con però la libertà di manovra che (non) gli concede quella grande base Usa. Usa, Sauditi con satrapi minori e Israele, la triade fine-del mondo arabo (e non solo), questi sviluppi non li avevano calcolati e ora gli tocca vedere se, pur di far fuori il renitente Iran, gli conviene giocarsi il più forte contraente militare alleato, la Turchia, gia contrappostasi vigorosamente con l’invio di truppe in Qatar. In Iran, poi, va visto chi tiene il mattarello, se il filoccidentale neoliberista Rouhani, o la Guida Khamenei con le Guardie della Rivoluzione impegnate in Siria sul terreno.

L’Egitto di Al Sisi e “il manifesto” degli utili compatibili
Poi c’è l’Egitto. Tanto detestato dai sinistri quanto questi, in logico sequitur, se ne stanno ammansiti, e perfino compiaciuti, agli ordini del giorno dei feldmarescialli imperiali. Nell’organo della sinistra imperialista, “il manifesto”, riescono a convivere, senza attriti e peli sullo stomaco (che nel caso dovrebbero essere setole), da un lato gente che in geopolitica fornisce viveri politici e supporto morale alle armate di quei feldmarescialli e, dall’altro, un crocchietto di comunisti,antimperialisti, terzomondisti e filo palestinesi. Schierarsi con i palestinesi è giusto, ma, nella loro attuale inoffensività, assolutamente tollerabile. Sostenere i progressisti dell’America Latina non importuna né l’ENI, né il nostro turismo. Fare il bignamino, in fondo alla penultima, dell’armamentario terrestre, aereo, navale, spaziale, nucleare di Usa e Nato, non disturberebbe neanche la rivista della Pinotti, “Analisi Difesa”.


Decisivo per questa gazzetta dei “valori occidentali” e per il nulla osta che conta, è condividere tutto quello che pensa, dice e fa Soros, far passare l’emergenzialista post-nazista Macron teneramente per “centrista”, spendersi appassionatamente per Hillary, far l’occhiolino a Fassina&Fratoianni e l’occhiolone a Pisapia-Bersani, esaltare come martire la spia Regeni, lanciare brigate internazionali rossandiane contro la Libia, deformare ogni governo ostico alla civiltà euroatlantica in feroce dittatura, lubrificare con l’ipocrisia della solidarietà lo spopolamento del Sud del mondo per mano di Soros, Ong e F16 Usa-Nato  e puntellare qualsiasi truffa, menzogna, false flag, che l’Impero s’inventi per sodomizzare qualcuno. Ogni nefandezza è salva se piangi sugli esodati, o brandisci la CGIL, o dai dello xenofobo, dell’omofobo, del populista a chi non si accompagna a Vladimir Luxuria o non picchia in testa agli euroscettici. Ma l’appartamento in cui si fanno riunioni contro l’ascensore che manca, o le barriere architettoniche, o perché il cortile accolga 32 senegalesi, o per protestare contro il chiasso che  fanno le parate Nato, è perfettamente integrabile in un edificio dal cui terrazzo si spara sulla folla.

Dicevo dell’Egitto e chiudo. In apertura vi ho invitato a visitare questo link

E’ uno straordinario intervento del presidente egiziano, Al Sisi, quello che sostiene Haftar e i gheddafiani in Libia, al vertice Usa-arabo di Riad. E’ una denuncia articolata, veemente e completa del terrorismo e di chi lo ha inventato, se ne serve, lo recluta, lo finanzia, lo addestra ne promuove i genocidi e la distruzione di popoli e nazioni. Sono le cose che noialtri “complottisti”, populisti, sovranisti, eversori anti-establishment e, parlando seriamente, onesti comunicatori e autentici antimperialisti, denunciamo da anni. Venendo dal capo del più influente e importante paese arabo e africano, piagato dal terrorismo dei Fratelli musulmani-Isis da quando il popolo egiziano si era liberato del despota islamista Morsi, l’accusa di Al Sisi e un atto di coraggio fenomenale e di verità incontestabile. Notare nel video le reazioni di Trump e di Re Salman, a cui Al Sisi quelle accuse le ha lanciate in faccia.


Non stupisce per niente che “il manifesto”, capogita delle spedizioni mediatiche contro l’Egitto laico e indipendente, Egitto oggi amico di Mosca e della Libia liberata, ne abbia tratto lo spunto, con la stridula voce dei suoi cantori sorosiani, per rovesciare sul paese e sul suo presidente l’ennesima caterva di calunnie e menzogne. Pretesto, come giorni prima con la Russia, la messa sotto sorveglianza delle Ong. Niente che possa essere confrontato con la repressione delle Ong israeliane che sostengono i diritti dei palestinesi, tipo Betselem. Alle Ong in Egitto, come a quelle i n Russia, Venezuela, Ungheria, che sappiamo essere ciò che i missionari erano per i colonialisti, si registrino e denuncino i fondi che ricevono dall’estero. Ed evitino di utilizzarli per operare in favore di potenze nemiche, alla maniera del Regeni, l’operativo di una multinazionale dello spionaggio e degli squadroni della morte.  Chissà se Soros ne sarà contento. Dopotutto risparmia.

20 commenti:

Rossana ha detto...

….E come si fa ad indignarsi! W il toro!E’ questa “poltiglia primordiale” nella quale siamo immersi che al contrario deve offenderci. E se, come diceva Ovidio, la violenza sugli animali e’ propedeutica alla violenza sugli uomini, il risultato e’ davvero sotto gli occhi di Tutti. C’e’ poco da speculare: siamo tutti vittime e meri oggetti, al pari del toro o dei polli di allevamento! O c’e’ qualcuno che ancora ha il coraggio di risentirsi per questo parallelismo?
Grazie Fulvio per questa tua considerazione “ taurina “ che con il contesto che ci hai ancora una volta appassionatamente narrato e’ perfettamente pertinente!
Rossana

Anonimo ha detto...

Condivido tutto tranne il riferimento al torero morto.
Capisco che , in tempi di veganesimo e di animalismo spicciolo dato in pasto alle masse (ci si e' buttato perfino Berlusconi ...), io sono controcorrente ed assolutamente fuori moda . D'altronde lo sono anche per la dittatura LGBT , e per il politically correct in generale.Per questo mi stupisce un po' , caro Fulvio , il tuo commento.Commento che fara' felice qualcuno di questi nazi-vegani che vanno per la maggiore.E puntuale e' arrivato il commento di una tizia , che si chiede chi abbia il "coraggio" di risentirsi per il parallelismo uomo - toro o uomo pollo . Io non mi risento affatto, la giudico solo un'immane cazzata .
Tornando alle cose serie :
Se vogliamo rispettare le tradizioni dei popoli , non credo che quello spagnolo abbia meno diritti di altri .Al di la' dell'uso e consumo per turisti, ancora molti Spagnoli si riconoscono in questa antica tradizione . Non riesco quindi a vedere in un torero come un criminale degno della pena capitale, cosi' come non riesco ad esempio a vederlo in un cacciatore che uccide un cinghiale o una lepre per mangiarsela.
E tanto meno chi mangia carne o pesce.
Io mangio carne e pesce , se qualcuno fa scelte diverse nessun problema. Purche' non mi vengano a rompere i coglioni.Ripeto che di politically correct e di diktat piu' o meno verdi ne ho le palle piene . Come voglio avere la libertà' di vaccinarmi o meno , voglio avere la liberta' di fumarmi un cazzo di sigaretta,bermi un bicchiere di vino o mangiarmi una bistecca o del cinghiale .
Altrimenti mi sembra che facciamo proprio il gioco di chi ci vuole imporre quanti gr. di zuccheri, grassi e sale dobbiamo mangiare, quanti respiri al minuto e cosi' via.
Scusa la digressione, ti saluto con immutata stima ed affetto.
Luca.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Luca@ Fai di ogni erba un fascio ed esci rovinosamente dal seminato. I vegani e altri fanatici non c'entrano una bella mazza. Concordo con il rispetto e il valore pari di ogni vita e mi metto volentieri nei panni del pollo ingabbiato e gonfiato e del toro massacrato dal sadismo del torero e dei suoi spettatori. Le tradizioni non valgono un cazzo in quanto tali. Valgono se sono buone. E gli spagnoli farebbero bene a uscire dal loro istinto di morte che, tra l'altro, ha genocidato l'America Latina. Forse ti converrebbe prenderti un cane, meglio un bassotto, e capirne ogni tanto gli occhi, la coda, le feste, la tristezza. Il resto è solo malinconia per certi fenomeni di antropocentrismo. Le cazzate tienile per te e abbi rispetto per chi non condivide le tue gerarchie un po' fascistelle.

alex1 ha detto...

Volevo tenere un basso profilo sulla questione del torero, ma non posso non dare ragione a Luca nei confronti della commentatrice sopra che dice "W il toro". Forse tale commentatrice non lo direbbe se vivesse in un ambiente dove la possibilita' di essere attaccati da animali selvatici e pericolosi fosse meno remota. Un toro che carica non e' un dolce gattino da salotto od un cagnolino domestico. Le tradizioni passano si modificano con I tempi, ma non credo che possiamo imporre gli usi ad altri popoli in quanto un giorno anche il nostro Palio di Siena (anch'esso con aspetti morali non sempre limpidi) od il calcio fiorentino (con tanto di risse) potrebbe subire la cancellazione per motivi morali.
Non ho mai capito molto la corrida ne' tanto meno la corsa assurda con I tori a Pamplona ma rispetto chi trova in quel rituale un aspetto importante della natura umana. Ha ragione Luca a dire che quel torero non merita l'epiteto di assassino. Forse sprovveduto ed imprudente si. L'umanita' non ha fatto un passo avanti dopo la morte di questo sfortunato torero. Se un giorno gli uomini della Spagna rifiuteranno le corride, non potro' che ben accettare una loro decisione in tal senso. Ma deve essere una loro decisione. I tori saranno macellati in mattatoio ed i toreri faranno altro o spettacoli circensi. Non ha senso forse rischiare la vita per uno spettacolo usato per lo piu' ad uso turistico? Forse no, ma allora perche' non abolire tutte le esibizioni dove ci sono seri rischi per l'incolumita' dei partecipanti? Come ad esempio, il pugilato, che nonostante le varie precauzioni presentate negli anni procura ancora morti, per lo piu' giovani? Mao Tse Tung lo aboli' anche a suo tempo, quando gli incontri clandestini ed i giri di denaro erano fonte di rovina per I boxer e corruzione per la societa'. Questo approccio tendenzialmente misantropo l'ho rilevato nelle volte che ho discusso anche con onesti vegani/animalisti. Di solito viene fuori, fra le varie ragioni anche degne di ascolto (l'impatto sull'ambiente degli allevamenti, la salute umana) sempre l'aspetto etico, secondo il quale l'uomo dovrebbe vivere di vegetali, dovrebbe mangiare solo quello che puo' cacciare (che potrebbe forse avere senso per mantenere l'equilibrio delle specie) e trovare, ma cacciare senza alcuna arma (a quel punto gli chiesi se il leone avrebbe cacciato la gazzella senza artigli). Il tutto spiegatomi in una visione del mondo "al naturale" che praticamente riportare l'uomo all'eta' della pietra. Sono contrario fortemente a chi utilizza la visione dell'"uomo cattivo" e dell'animale che dovrebbe vivere "nel suo ambiente" senza essere minimamente "disturbato" dall'uomo per alcun motivo. E' una mia visione antropocentrica, ma credo che se I nostri antenati, che hanno duramente lottato per conquistare spazi da vivere ed un minimo di acqua potabile, non lo fossero stati almeno un po', probabilmente non staremmo qua a parlarne. Al massimo in una grotta.

Anonimo ha detto...

Continuo a non condividere la soddisfazione per il torero morto, come non condividerei la soddisfazione per un cacciatore o un pescatore morto.
Concordo invece con la reprimenda, che merito pienamente, dopo essermi letto a mente fredda.E' assolutamente vero, ho fatto un'intervento arrogante e stupido .Chiedo scusa soprattutto a Rossana, pur essendo distante dalle sue posizioni.
Luca.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1@ Ho già espresso il mio dissenso da queste posizioni antropocentriche che poi sono all'origine degli abusi e disastri ecologici. Ripeto, manca la volontà di assumere il punto di vista dell'altro. soprattutto quando ci si sente superiori. La sofferenza del vitello che vive tra torture un minimo pezzo della vita che gli spetta, la foia assassina del cacciatore che non uccide per sopravvivere ma perchè si diverte, il coniglio in gabbia accecato dagli esperimenti cosmetici, i tori drogati, tenuti al buio per irrompere accecati nel sole, essere debilitati dai picadores che gli tagliano i nervi del collo perchè non possano alzare la testa e vedere il loro seviziatore, il bellimbusto che umilia, ferisce e uccide un animale incapacitato, tutta barbarie cristiane retrograde, robaccia affine ai jihadisti e chi li manda. Ripeto, Viva il toro!

Rossana ha detto...

Sapevo benissimo che il mio commento avrebbe suscitato aspre critiche, e magari aperto l’annosa diatriba tra “Animalisti” e “ Umanisti”. Altre volte avrei voluto intervenire su argomenti simili, evidenziati da Fulvio nei suoi articoli, ma mi sono astenuta consapevole di poter scatenare critiche o ilarita’ . Essere accomunata a modaioli edonisti in cerca di una qualche visibilita’ puo’ essere molto spiacevole…. Comunque sia questa non e’ la sede per la difesa ad personam.
Dicesi SEMPLICEMENTE Empatia e Immedesimazione Quella nei confronti del Toro. La stessa che aveva provato Tolstoj quando abbandono’ la caccia ( e detto per inciso, divento’ vegetariano ) o Nitzsche quando bacio’ il cavallo. Ma il caso ha voluto che l’empatia sia appannaggio anche del piu’ comune e ordinario uomo della strada; non e’ necessario essere dei geni, dei letterati o degli artisti per venirne attrati. E’ ad uso e consumo di tutti! E’ gratis! Ma ha un effetto collaterale: fa soffrire! E si, puo’ far soffrire anche molto… E’ un evento avverso al quale non ci si puo’ sottrarre. Chiunque abbia perso il proprio animale o visto – o anche soltanto immaginato - lo strazio di una mucca portata al macello lo sa. Il vaccino contro questo dolore dell’anima non esiste! Di contro ci sono moltitudini di individui che, per difendersi da questo “morbo empatico”, sbrigativamente si trincerano nella piu’ sbrigativa delle asserzioni: “ …Sono dei fanatici!
Scale di valori e graduatorie si lascino a concorsisti e similia. Con le teorie della presunta superiorita’ si e’ andati “ avanti “ per secoli giustificando ogni nefandezza .C’e’ sempre qualcuno inferiore e c’e’ sempre qualcuno superiore... patrizi e plebei, uomo bianco e uomo nero, uomo bianco e Indiani…ricchi e poveri etc etc etc
A NESSUNO piace soffrire, a NESSUNO piace essere torturato o seviziato, a NESSUNO piace essere incarcerato e picchiato, a NESSUNO piace essere abbandonato, a NESSUNO piace essere ucciso! A NESSUNO…Ivi compreso il nostro toro che – lo ha gia’ detto Fulvio, ma repetita juvant – e’ ( come tutti i tori delle corride ) martoriato appositamente prima di entrare nell’arena, sia per renderlo aggressivo ( ai fini di uno spettacolo piu’ emozionante ) sia per renderlo al contempo meno letale per i simpatici toreri…Ma sai, le tradizioni!

Per i lettori di questo blog e’ naturale - giustamente - condannare Razzismo, Dispotismo , Prevaricazione e via discorrendo; non accade invece altrettanto nei confronti dello Specismo. Eppure sono tutte brutte facce della stessa orrida medaglia: sfruttamento e dominio del piu’ forte sul piu’ debole. Se non fa leva l’ empatia almeno un po’ di coerenza dovrebbe valere!
Postilla per i fanatici delle graduatorie…
Vi ricordate il film “ La guerra dei mondi “ tratto dall’omonimo libro? Gli alieni che invadono il pianeta Terra e si pappano gli umani?
Occhio! Se arrivano i Marziani – ERGO Esseri superiori nostro malgrado - perche’ arrivare sulla terra non e’ propriamente uno scherzo - incrociate le dita e sperate che siano buoni e vegetariani, o se non altro semplicemente vegetariani anche se cattivi, diversamente finiamo tutti come ingrediente esotico delle loro minestre!
Rossana

Fulvio Grimaldi ha detto...

Rossana@
Incantevole, inconfutabile, strepitosa Rossana. Grazie!

Anonimo ha detto...

Io non credo che a nessuno dei lettori di questo blog piaccia veder soffrire un animale.Sull'empatia per gli animali mi trovi d'accordo , Rossana.Cosa diversa e' pero' gioire della morte di un essere umano.Personalmente non andrei mai a vedere una corrida , vorrei che ci fossero controlli tesi ad eliminare le atrocita' nei confronti di animali destinati ai macelli ( peggiori le loro condizioni di quelle dei tori per la corrida ...).Pero' io la carne e il pesce li mangio.Devo sentirmi per questo assimilato ad un serial killer dell ''Isis ?...
Il passo successivo qual e' , sperare nella morte di chi mangia una polpetta o un'orata?
Io non ci sto, senza voler lanciare anatemi , ma neanche sentendo di meritarmeli ...
Luca.

Alex1 ha detto...

Non posso che essere d'accordo con Luca. A parte il voler mettere sullo stesso piano il genere umano e tutte le specie, incluse quelle che non potrebbero avere alcuna relazione con l'uomo, non vedo come si possa dire di avere simpatia per la vita di tutti gli esseri viventi e poi gioire per le sofferenze di un essere umano solo per delle scelte di vita personali che non si condivide. Dico a Rossana che metterei la sua vita comunque al di sopra di quella di un toro se dovesse essere attaccata da quest'ultimo, a prescindere.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1 @ Quando si incomincia a mettere un sopra e un sotto, siamo già in cammino verso il precipizio.

alex1 ha detto...

Nel frattempo un sopra ed un sotto continuano a metterlo fra umani: dai recenti omicidi di uomini da parte di donne conviventi, per I quali non solo istituzioni ed associazioni "antiviolenza" tacciono ed articoli in piccoli riquadri che contestualizzano in un vero o presunto disagio dell'assassina una sorta di "giustificazione" od attenuante, (con qualche commento soddisfatti da "tifosi del genere oppresso") ma addirittura l'uccisione di un miliziano (o presunto tale) a Mosul da parte di un soldato canadese viene riportata come un impresa sportiva. Il nuovo record di distanza dalla quale si puo' uccidere un uomo, circa 3 km e mezzo che supera il precedente. Con tanto di tempo di percorrenza del proiettile, poco meno di dieci secondi. E quello che il cecchino vedrebbe, una nuvoletta di polvere e sangue. I "cecchini" tanto esecrati quando difendevano la loro terra e vestivano le divise serbe, adesso diventeranno dei campioni da ammirare e portare come esempio? come Bolt e Phelps? Il tutto dipende dalla divisa che portano?

Ali ha detto...

Chi crede alla superiorità e all'inferiorità è fondamentalmnte un razzista. Io credo nella diversità. Ma non posso fare a meno di pensare che l'uomo è la bestia più feroce e più stupida nella sua convinzione di essere all'apice del creato. Forse siamo solo un esperimento di Madre Natura tra i meno riusciti e che verrà spazzato via quando Lei lo deciderà.

alex1 ha detto...

@Ali.Liberissimo di vederla come vuoi. Pero' ti voglio ricordare che se l'uomo e' in fondo anche esso un animale, con i suoi istinti spesso primordiali e violenti, soltanto mediati da usi ed educazione sociale, i quali tuttavia hanno percorso un periodo relativamente breve della storia del mondo (pensiamoci,cosa sono ventimila anni rispetto all'evoluzione della terra e delle altre specie?) e' pur sempre l'unica specie che si e' almeno posta la questione ambientale e di sopravvivenza degli animali e piante in via di estinzione. E dell'inquinamento dell'ambiente. Non senza contraddizioni peraltro. Ma nessun altro animale si fermerebbe dal cacciare uno degli ultimi esemplari esistenti, o di consumare l'ultima risorsa di acqua esistente nella sua zona. Le contraddizioni ancora esistenti fra uomo e natura sono dovute non tanto ad una perfida natura umana, ma alla sua organizzazione sociale, al suo modo di produzione, al fatto che una piccola minoranza, forse meno del 5% della popolazione, puo' di diritto o di fatto disporre della maggioranza delle risorse naturali esistenti nel mondo. E di poterle utilizzare non solo per soddisfare le necessita' umane, ma anche e sopratutto per estrarne profitto. Tuttavia io cerco di restare umano, finche' mi riesce. E di denunciare dove posso queste contraddizioni che la Storia, prima o poi, vedra' superate.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1@
Ben ritrovati tu e tutti quanti.
L'uomo è piuttosto l'unica specie che ha provocato la devastazione dell'ambiente naturale, lo ha inquinato, cementificato, sterilizzato, esaurito, sottratto ai suoi titolari animali con gravissimo danno per tutte le specie. Gli animali hanno sempre avuto un istintivo riguardo per l'equilibrio naturale, autolimitandosi e utilizzando in maniera razionale le risorse. Restare "umani" con queste premesse significa accelerare la fine del pianeta. Io preferisco ispirarmi al mio bassotto e ai suoi simili. Comunque, ancora una volta, viva il toro!

alex1 ha detto...

Caro Fulvio, l'uomo ha inquinato e devastato,certo, con gravi conseguenze per la natura e per se stesso. Ma questo fenomeno esiste solo da cento massimo centocinquanta anni. Prima l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente non esisteva o riguardava pochissime aree del pianeta, visto che la popolazione umana era limitata a poco più di un miliardo e sopratutto non aveva neanche i mezzi per compiere disastri. Era troppo impegnata nella lotta per la sua sopravvivenza. Il tutto è cominciato con l'industrializzazione e con l'accumulo di enormi capitali. Gli uomini inquinano certo, ma non tutti gli uomini lo fanno, e non allo stesso modo. Non siamo noi che abbiamo scelto questo modo di vivere, di bere acqua da bottiglie di plastica che vengono buttate e spesso neanche riciclate. Un giorno l'uomo potrà rivedere questo modello sbilanciato, quando tutti gli uomini potranno liberarsi dai lacci della produzione ad ogni costo e dal profitto. Io continuo a sperare nell'uomo, nonostante tutto.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1@
Ok, caro Alex, ma non é proprio così. L'intero centroitalia è stato disboscato da Roma per le sue flotti. Lo stesso ha fatto Venezia mille anni dopo con il Cansiglio e altre aree del Veneto. Da sempre l'uomo ruba spazio all'habitat degli altri esseri viventi, suoi simili e non. Essendo un colonizzatore è un devastatore. In questo modo mi sembra che operino solo i ratti. Ma se ne stanno nelle fogne mentre noi occupiamo terra, aria e acqua.

Ali ha detto...

Le altre specie viventi uccidono per avere il necessario e per la propria sopravvivenza. In questo modo rispettano l'equilibrio della natura. E questa è la saggezza. Noi li uccidiamo e devastiamo l'ambiente anche per avere il superfluo e l'inutile (o spesso per pura imbecillità).Uccidiamo sia loro che i nostri simili per pregiudizio e ignoranza perchè con tutta la cultura che pensiamo di avere è infinitamente di più quello che non sappiamo.

alex1 ha detto...

Ok Fulvio, so la storia del Cansiglio, fra l'altro molti imputano a quel disboscamento la rinuncia della Serenissima a costruire una flotta adeguata per affrontare l'oceano, cosa che avrebbe definitivamente limitato lo sviluppo del traffico con le Americhe e con le Indie. Tuttavia il danno era comunque reversibile, in quanto sarebbe stato possibile un rimboschimento parziale dello stesso. Allora però non c'erano le risorse e forse neanche l'approccio culturale per questo. Il danno era diverso dagli sversamenti di inquinanti e di materiali radioattivi che continuano a fare danni all'ambiente ed alle popolazioni dopo anni di distanza, come ben sappiamo per vicende anche italiane. Non era la fine dell'isola di Bikini, l'inquinamento del fiume Seveso e i danni della terra dei fuochi. Inoltre il legname del Cansiglio è per lo più servito anche per la realizzazione dei pali di fondazione dei palazzi storici più belli che possiamo ancora ammirare a Venezia. Un uso tutto sommato ancora nobile.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1@
Vero. Resta il fatto che ogni antropizzazione, o quasi, è coincisa, per il bene o per il male (per gli altri viventi sempre per il male), con sottrazioni, espropri e danni alla natura e alla sua biodiversità, condizione fondamentale di equilibrio e sopravvivenza.