Sono assolutamente d’accordo con Enzo Brandi e trovo che qualcuno sia sempre troppo superficiale e ingenuo e sistematicamente perda d’occhio il contesto. Troppo facile, troppo comodo.
Quanto al turpe “manifesto” basta vedere come l’emarginazione e censura alla storica corrispondente per l’America Latina, Geraldina Colotti, (di cui accetto che sia stata a volte troppo appiattita sulle posizioni del governo Maduro), proprio nel momento decisivo dell’assalto imperialista e reazionario-clericale al Venezuela bolivariano, sia stato sostituito oggi da quattro articoli del tutto cerchiobottisti, quando non implicitamente comprensivi nei confronti della sollevazione “popolare”, dei cui retroscena e strumenti (boicottaggio, imboscamento, terrorismo, paramilitarismo) si tace e, anzi, si suddividono equamente le oltre cento vittime, in stragrande maggioranza uccise dai terroristi, tra repressione e manifestanti contro. C’è un Serafini che attribuisce a Porto Alegre e agli inani ed equivoci Social Forum (Tobin Tax, uno 0,0 qualcosa al municipio) il grande movimento che avrebbe poi avuto come ricadute Chavez, Morales e gli altri, quando è vero il contrario e fu il Venezuela chavista a innescare la grande emancipazione culminata nell’A.L.B.A., mentre i portoalegrini diffidavano di Chavez, lo ostracizzavano e non hanno mai pronunciato la parola imperialismo (perciò cari a Bertinotti, quanto l’infiltrato subcomandante in Chapas). Diciamo che, come poi s'è visto, nei social forum si facevano le ciarle, a Caracas, La Paz, Quito, i fatti.
Qui ne va del popolo venezuelano e dell’intero movimento latinoamericano di cui ai quattro gazzettieri del manifesto poco cale, come poco gliene cale di analizzare e denunciare i vari complotti Usa e Cia di destabilizzazione (Honduras, Uruguay, Colombia, Argentina, Messico, Guatemala.....).
Personalmente avrei molte rimostranze da avanzare nei confronti di Maduro (corruzione boliborghese dilagante, mancata diversificazione produttiva dall’estrattivismo petrolifero, sordità nei confronti dei movimenti antagonisti bolivariani seri, mancate nazionalizzazioni della grande distribuzione e dei settori finanziari del boicottaggio. costanti compromessi al ribasso con il nemico che punta alla morte del bolivarismo, fiducia in un papa che invece innesca i suoi nazi-cardinali in loco....). Ma guai, oggi come oggi, di fronte al mostro Usa e al revanchismo di una destra clericofascista e, da sempre, golpista agli ordini della CIA, non schierarsi incondizionatamente dalla parte del governo e del popolo bolivariani. Quello che è stato realizzato a favore delle masse da sempre deprivate e sfruttate in Venezuela e, per contagio, in gran parte dell’America Latina, la luce di speranza accesa sul mondo intero assalito dalla necrofora globalizzazione imperialista neoliberista, hanno fatto della rivoluzione bolivariana l’episodio più avanzato di questo inizio millennio e il nuovo riscatto dopo le sconfitte di Zapata e i ripiegamenti dei Castro. Ciò che le forze dell’oscurantismo, della militarizzazione, del nuovo colonialismo, della decerebrazione di massa vorrebbero sostituirgli è esattamente quanto Orwell e Huxley hanno previsto e descritto. L’ulteriore avanzata della notte sul mondo.
Non diamo retta ai pesci in barile, agli sporchi opportunisti, i lanzichenecchi mediatici del sociocida Soros. Qualsiasi possano essere stati i limiti, evitabili e non, della resurrezione bolivariana, essa rappresenta un grandioso tentativo di arrestare la marcia della morte che l’umanità aveva intrapreso al suono dei pifferi della sua componente subumana. Non permettiamo che fallisca, che sia l’ultimo.
Tutto questo vale anche per l’eroica resistenza degli arabi che. dalla Libia all’Iraq, dalla Siria allo Yemen, si oppongono al ritorno dei barbari, sacrificandosi per noi tutti.
Quanto all'articolo "migranti" qui in fondo, pietismi, accoglienze indiscriminate, respingimenti indiscriminati, hanno tutti il difetto, in piena malafede, di ciurlare nel manico: di occultare l'immane, epocale operazione euroatlantico-talmudista di distruzione, a fini di depredazione, dell'Africa da ricolonizzare, grazie allo svuotamento delle sue generazioni giovani, e di messa in ginocchio di un'Europa del Sud che si sa avere nell'uscita da UE ed euro , dalla morsa euroatlantica e dalla partnership di pace e rispetto con l'Oriente, l'unica chance di sopravvivenza
Quanto all'articolo "migranti" qui in fondo, pietismi, accoglienze indiscriminate, respingimenti indiscriminati, hanno tutti il difetto, in piena malafede, di ciurlare nel manico: di occultare l'immane, epocale operazione euroatlantico-talmudista di distruzione, a fini di depredazione, dell'Africa da ricolonizzare, grazie allo svuotamento delle sue generazioni giovani, e di messa in ginocchio di un'Europa del Sud che si sa avere nell'uscita da UE ed euro , dalla morsa euroatlantica e dalla partnership di pace e rispetto con l'Oriente, l'unica chance di sopravvivenza
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From: brandienzo@libero.it
Sent: Sunday, July 30, 2017 10:39 AM
To: Marco Palombo
Cc: nowaroma ; comitatononato ; Fulvio ; piero.pagliani@gmail.com ; Alessandro Bianchi ; zambon@zambon.net ; mcspin@libero.it
Subject: R: Re: (ListaNoNato) R: [nowaroma] Liana Vita (Manifesto)- La missione in Libia viola il divieto di respingimenti
Infatti Haftar è l'unico esponente libico che in questo momento difenda in qualche modo l'indipendenza e la sovranità della Libia.
La missione navale italiota è solo un patetico tentativo del nostro governicchio targato PD di sostenere l'incerto "governo" Serraj di Tripoli, nostro alleato, e di opporsi in qualche modo all'attivismo molto più incisivo della Francia nella regione.
Illustriamo chiaramente le ragioni politiche del patetico intervento italiota e non facciamo finta di parlare solo di migranti.
La missione navale italiota è solo un patetico tentativo del nostro governicchio targato PD di sostenere l'incerto "governo" Serraj di Tripoli, nostro alleato, e di opporsi in qualche modo all'attivismo molto più incisivo della Francia nella regione.
Illustriamo chiaramente le ragioni politiche del patetico intervento italiota e non facciamo finta di parlare solo di migranti.
----Messaggio originale----
Da: "Marco Palombo"
Data: 30/07/2017 10.24
A: "brandienzo@libero.it"
Cc: "nowaroma", "comitatononato", "Fulvio", , "Alessandro Bianchi", "zambon@zambon.net"
Ogg: Re: (ListaNoNato) R: [nowaroma] Liana Vita (Manifesto)- La missione in Libia viola il divieto di respingimenti
Da: "Marco Palombo"
Data: 30/07/2017 10.24
A: "brandienzo@libero.it"
Cc: "nowaroma"
Ogg: Re: (ListaNoNato) R: [nowaroma] Liana Vita (Manifesto)- La missione in Libia viola il divieto di respingimenti
Haftar si è pronunciato contro la missione italiana, questa è molto fragile.
Purtroppo il Movimento 5 stelle per ora non ha detto una parola.
Ma è possibile che siate sempre così faziosi.
Il giorno 30 luglio 2017 10:19, 'brandienzo@libero.it' via ComitatoNoNato ha scritto:
Trovo l'articolo del Manifesto al solito evasivo e fuorviante, tutto impostato solo su sospette tematiche "umanitarie".
Nessuna analisi sulla drammatica situazione politica della Libia e sulle chiare responsabilità dell'imperialismo europeo e nordamericano. Quelli che oggi piangono sui "migranti" sono molte volte gli stessi che invitavano a distruggere la Libia, ovviamente sempre per ragioni "umanitarie" e per "la responsabilità di difendere i civili". Vero Rossanda? Vero Levy?
Nessuna analisi sulla drammatica situazione politica della Libia e sulle chiare responsabilità dell'imperialismo europeo e nordamericano. Quelli che oggi piangono sui "migranti" sono molte volte gli stessi che invitavano a distruggere la Libia, ovviamente sempre per ragioni "umanitarie" e per "la responsabilità di difendere i civili". Vero Rossanda? Vero Levy?
----Messaggio originale----
Da: "Marco Palombo"
Data: 30/07/2017 9.36
A: "Marco Palombo"
Ogg: [nowaroma] Liana Vita (Manifesto)- La missione in Libia viola il divieto di respingimenti
Da: "Marco Palombo"
Data: 30/07/2017 9.36
A: "Marco Palombo"
Ogg: [nowaroma] Liana Vita (Manifesto)- La missione in Libia viola il divieto di respingimenti
il Titolo che ho messo al post è la segnalazione sulla prima pagina del manifesto dell' articolo posto in una pagina interna.
M.P.
Missione senza tetto (costa 7 milioni) né legge internazionale
La missione Gentiloni. Il costo dell'invio di navi militari italiane in Libia non sarà inferiore a Mare Nostrum ma molto più pasticciata
M.P.
Missione senza tetto (costa 7 milioni) né legge internazionale
La missione Gentiloni. Il costo dell'invio di navi militari italiane in Libia non sarà inferiore a Mare Nostrum ma molto più pasticciata
Liana Vita
EDIZIONE DEL
30.07.2017
30.07.2017
PUBBLICATO
29.7.2017, 23:58
Innanzitutto serve un ripasso di diritto internazionale. Il principio di non-refoulement così come enunciato nella Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951 non lascia margini interpretativi: l’obbligo di non inviare un rifugiato, o un richiedente asilo, in un paese dove potrebbe essere a rischio di persecuzione, non è soggetto a restrizioni territoriali. Se non bastasse, una esplicita norma sul non respingimento è contenuta nell’art. 3 della Convenzione contro la tortura del 1984, che proibisce il trasferimento di una persona in un paese dove vi siano fondati motivi di ritenere che sarebbe in pericolo di subire tortura, arbitraria privazione della vita o altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti.
29.7.2017, 23:58
Innanzitutto serve un ripasso di diritto internazionale. Il principio di non-refoulement così come enunciato nella Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951 non lascia margini interpretativi: l’obbligo di non inviare un rifugiato, o un richiedente asilo, in un paese dove potrebbe essere a rischio di persecuzione, non è soggetto a restrizioni territoriali. Se non bastasse, una esplicita norma sul non respingimento è contenuta nell’art. 3 della Convenzione contro la tortura del 1984, che proibisce il trasferimento di una persona in un paese dove vi siano fondati motivi di ritenere che sarebbe in pericolo di subire tortura, arbitraria privazione della vita o altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti.
Anche l’art. 19 della Carta dei diritti fondamentale dell’Unione Europea è molto chiara: il divieto di respingimento non può in alcun modo essere aggirato, neanche quando si chiamano i respingimenti in maniera diversa, e cioè azioni di soccorso in mare oppure operazioni tese a stroncare il traffico di persone. Così dice la Corte europea dei diritti umani nella parte finale della sentenza di condanna all’Italia nel 2012 sul caso Hirsi-Jamaa e altri, definendo illegali i respingimenti verso la Libia del 2009.
E già in una sentenza del 2001 la Cedu aveva sostenuto che la competenza giurisdizionale di uno Stato può essere estesa extra-territorialmente se quello Stato «attraverso l’effettivo controllo del territorio in questione e dei suoi abitanti all’estero come conseguenza di occupazione militare o attraverso il consenso, l’invito o l’acquiescenza del governo di quel territorio, esercita tutti o parte dei pubblici poteri che di norma sono esercitati da quel governo».
E, più recentemente, il regolamento istitutivo dell’agenzia Frontex del 2014 specifica ulteriormente che gli Stati membri impegnati a prestare assistenza a qualunque natante o persona in pericolo in mare e durante un’operazione marittima, devono assicurare che le rispettive unità partecipanti si attengano all’obbligo internazionale di non respingimento, indipendentemente dalla cittadinanza o dalla situazione giuridica dell’interessato o dalle circostanze in cui si trova.
Rispolverati i fondamentali, la domanda è: può tutto questo impianto di diritto internazionale essere accantonato – e di fatto scavalcato – se a fare il lavoro sporco davanti alle coste di Tripoli non saranno i mezzi della Marina militare italiana ma il più esile – e tutto da mettere in piedi – dispositivo della Guardia costiera libica?
Immaginare lo scenario che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi in quel tratto di Mediterraneo evoca immagini terribili o drammaticamente comiche, se non stessimo parlando di esseri umani disperati e già duramente provati da quanto subito in Libia prima di imbarcarsi: gommoni carichi di donne, uomini e bambini in mare, senza motore, alla deriva, in attesa che vengano prima intercettati dalle nostre navi militari e poi avvicinati dalle motovedette libiche per essere riportati indietro in modo che tecnicamente non si possa parlare di respingimento. E una volta in Libia? A chi verranno riconsegnati? Ci saranno i campi delle organizzazioni internazionali? Ci saranno i funzionari europei pronti a raccogliere le richieste di asilo e a smistare i richiedenti nei diversi Stati europei? Domande a cui oggi evidentemente non si può dare una risposta.
Tutto ciò sempre che la situazione in mare non sia grave e i gommoni non stiano per affondare, circostanza che comporterebbe invece l’obbligo immediato da parte dei nostri militari di intervenire, come tra l’altro orgogliosamente fatto finora. E a quel punto? Non potremmo riportare i profughi in Libia e, secondo quanto previsto dal diritto del mare, ci si dirigerebbe in Italia, luogo sicuro più vicino.
Il piano del governo Gentiloni dovrebbe costare circa 7 milioni di euro al mese, cifra di poco inferiore al costo mensile dell’operazione Mare Nostrum. Un dettaglio su cui interrogarsi profondamente di fronte alla svolta rischiosa e irresponsabile che si sta attuando.
2 commenti:
I fatti del Venezuela dimostrano l'impossibilità di intaccare una narrazione oramai divenuta granitica, sia sul MSM che nei mezzi alternativi, come i social networks, che si rivelano sempre più come un potente mezzo di propaganda e manipolazione e non piuttosto come una possibile arma da utilizzare contro il "sistema".
Le "notizie" sul MSM ormai sono un misto di autoironia, umorismo involontario e/o salmi domenicali... se non ci fossero migliaia di vittime di mezzo, sofferenze di interi popoli e distruzioni di nazioni, ci sarebbe pure da ridere e di gusto nella lettura/visione dei quotidiani, online e offline.
Intanto il clown in USA minaccia sanzioni a tutte le nazioni del pianeta, Israele escluso ovviamente, per i governi USA lo stato ebraico è un po' come il Papa per i (pseudo)cristiani.
El papa, o meglio... "hell papa"... ha condannato apertamente la costituente.
Questo la dice lunga sul nostro abile gesuita fra massone, altroché vicario di Cristo sulla terra. Quello é l'impostura fatta persona.
Max
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