USA: onta del partito dell’odio, caro agli
odiatori nostrani
Trump, il più odiato dagli odiatori seriali. Nelle primarie
Democratiche dello Iowa ennesima vittoria di Trump, a dispetto dei tanti
ricatti accettati e subiti, sul duo Deep State-Partito Democratico delle
guerre al mondo, del Russiagate sgonfiato e dell’impeachment fallito. Ora il
presidente, vincitore tra i repubblicani con oltre il 90%, appare lanciato, dai
successi economici e dall’occupazione mai così alta, verso il secondo mandato.
Una presidenza che si spera più aderente alle promesse di distensione e
multilateralismo che avevano portato alla disfatta di Hillary, la gorgone
venerata dal “manifesto”.
La campagna del 2016, fu condotta dalla cosca Obama-Clinton
con una pletora di metodi sporchi contro il più o meno sinistro Bernie Sanders,
prima ancora che contro il pronosticato sconfitto Trump (per il quale fu
inventata la grottesca balla dell’intervento russo). Con il nuovo sabotaggio di
Sanders da parte del solito Comitato Nazionale Democratico, per eliminare un
concorrente sgradito al sistema plutocratico e guerrafondaio, i democratici
sono ricorsi a trucchi scandalosi, screditandosi davanti ai loro elettori e
facendo ridere il mondo intero. Un risultato che aveva subito visto vincere Sanders
(poi confermato per numero di voti) è stato oscurato per giorni di traccheggiamenti
e, poi, attraverso l’imbroglio di una app fornita da un miliardario sostenitore
del Partito Democratico, Reid Hoffman, stravolto a favore dell’outsider di
Sistema, Pete Buttigieg, per supposta prevalenza di delegati.
Il candidato “progressista” caro a Wall Street,
alle piattaforme e al “manifesto”
Chi è Buttigieg?
Ex-sindaco di una cittadina nell’Indiana, si definisce progressista ed è
finanziato da molti bonzi di Wall Street, gay dichiarato e militante LGBTQ, sostenitore
all’estero delle guerre USA, ma anche delle migrazioni di massa, e quindi di
Soros, del neoliberismo e delle assicurazioni private per la sanità in casa. Soprattutto
candidato preferito e amicissimo del re di Facebook che controlla tutti noi,
Zuckerberg. Con tali requisiti dai nostri sinistri è preferito all’”estremista radicale” Sanders, subito
abbandonato. E, con Marina Catucci ancora provata dalla dolorosa dissolvenza
della virago assassina della Libia, per cui tanto si era spesa, subito il “manifesto”
gli ha dedicato un ritrattino corredato di alloro e profumato d’incenso.
Tale è lo stato della democrazia nella nazione, guida
dell’Occidente. E tale è lo stato del “quotidiano comunista”. Se ne saranno
accorti i quattro scornacchiati ancora impegnati a fornirgli foglie di fico?
Buoni e cattivi per la “nazione eccezionale”
Come tutti sanno, gli Stati Uniti sono la “nazione
eccezionale”, cui è stato assegnato “il destino manifesto” di sostenere i buoni
e abbattere i cattivi. I buoni trovandosi dunque quasi tutti negli stessi Stati
Uniti, con particolare concentrazione tra i ricchi e i democratici e un anomalo
residuo di cattivi raggruppatisi attorno a Donald Trump e tutti gli altri
cattivi a rovinare il resto del mondo. Di buoni ne sono rispuntati alcuni in
America Latina, ce ne sono sempre stati parecchi in Europa, pochini nella
periferia dell’Asia, una ridotta di buoni rifugiatisi in qualche ONG. Scarseggiano,
i buoni, in Africa, quando non s’imbarcano su carovane e gommoni, mentre non ce
ne sono quasi in Medio Oriente, fatta eccezione per i curdi, meglio se femmine,
e mezza dozzina di corone arabe lucidate a petrolio.
Chiodo scaccia chiodo, odio scaccia “odio” e
bue odia asino
I maestri odiatori sono bravi quanto il bue che
dà del cornuto all’asino. Invertono i fattori dell’equazione, denunciando come
odiatori i da loro odiati perché divergenti dal pensiero unico – e fisso, come
certe stelle - degli odiatori. Nella colonia imperial-atlantista
dei media, dove al rintronamento degli allocchi convinti di essere “de sinistra”
ci pensa il “manifesto”, ci si è fatti le ossa in dieci anni di odio per i
5Stelle. Specialmente per certe anacronistiche pretese, come far passare
qualche soldo dall’alto, dove sta bene, al basso, dove è sprecato, o come
sconvolgere l’assetto sociale all’insegna del populista “la legge è uguale per
tutti”. Pessima legge antica che impedisce agli avvocati (e a certi giudici) di
guadagnarsi la pagnotta aiutando persone di buona famiglia, con nel curriculum
qualche marachella, a farla franca.
Ci si è data buona prova di sé nell’odio per chi non
condivide la liberazione di disperati dai loro paesi d’origine, dalle loro
comunità, terre, foreste e miniere, resa possibile su appuntamento (detto
naufragio) con i trafficanti. Quelli che insistono per rimanere, siriani, libici,
iracheni e molti altri, vanno odiati nel loro stesso interesse e, a questo
scopo ci si può avvalere di odiatori di complemento come Al Qaida, Isis e
curdi. Quanto agli arabi in generale, visto che tutti sono semiti e in
prevalenza musulmani, ecco che in questo caso licenza piena è accordata
all’antisemitismo e alla virtù laica dell’islamofobia.
Dall’odio, per Russi e Cinesi, nasce cosa. Magari
nucleare.
L’Ordine degli odiatori, ben visto anche in Vaticano, da
tempo si esercita alla grande sulla Russia. Vedrete cosa ci aspetta dalle
prossime presidenziali USA, se non dovesse passare uno pronto a sparare
l’atomica su Mosca. Dalle ceneri del Russiagate sorgerà l’Araba Fenice di Putin
che, in prima persona, hackererà tutti gli smartphone dei Democratici facendosi
passare per George Washington che dice agli elettori di votare Trump. Oggi,
però, visto l’esito funebre del meschinello Russiagate, l’odio, cavalcato al
volo un virus dal muso giallo, cattivissimo come dimostrano gli occhi a
mandorla, si riversa sulla Cina.
Per la Cina, nazione che si avvia all’egemonia
mondiale della comunicazione digitale e, con la Via della seta, alla
connessione infrastrutturale con mezzo mondo, per grandi scambi tra nazioni
sovrane, paura e odio sono al parossismo. E al nostro establishment
democristo-massonico-sorosiano, di arlecchini servitori di tutti i padroni, va
riconosciuto il primato dell’isteria allarmistica. Dichiarano di evitare il
panico e lo seminano a piene mani per quella che è con ogni evidenza la guerra
alla Cina, con i mezzi della diffamazione e del sabotaggio economico. I
media sono arrivati perfino a negare alla Cina e attribuire ai ricercatori
dello Spallanzani l’isolamento del Corona virus (mentre gli stessi scienziati
di quell’istituto, seri, hanno riconosciuto la primigenitura cinese. E il
Fatto Quotidiano, principe delle fake news atlanticiste, ha approfittato
del virus per pubblicare un paginone di veleni del ragazzo Yoshua Wong,
caposquadrista di Hong Kong e referente degli Elmetti Bianchi, specialisti di False
Flag chimiche in Siria, inventati e pagati dal colonialismo anglosassone.
Un’epidemia influenzale che nella Cina dalla
sanità gratuita, con1,4 miliardi di abitanti, sta arrivando a 500 vittime,
negli Stati Uniti dalla sanità a pagamento, con 327,2 milioni, nello stesso
periodo ne ha provocato10mila. In Cina si è reagito con
efficienza incredibile, isolando in pochi giorni il virus e allestendo un
sistema di isolamento e intervento sanitario (due ospedali da 1000 posti in
dieci giorni) da far crepare di invidia e odio chi sull’ebola in Congo e Africa
Occidentale e sul colera in Yemen, da anni ci fa affaroni minerari, petroliferi
e agroindustriali al costo di far fuori intere popolazioni.
Odio per il primo della classe?
Russia, Cina e loro complici, statuali e non, sono,
come confermano i militanti della nostra stampa embedded (messa a letto)
nelle alcove dell’Occidente, tutti paesi e genti di cui gli USA dovrebbero sbarazzarsi,
vuoi a forza di terroristi islamici, vuoi sommergendoli di odio globale, vuoi a
colpi di nuove atomiche “tattiche”, all’uopo ammodernate e già piazzate
tutt’intorno al continente. E pure tra i piedi nostri che, però, marciano in
entusiasmante sincrono con l’orologio degli scienziati, sul quale ora mancano
100 secondi alla mezzanotte nucleare. Tuttavia, con Conte, PD, la
CEI, le ONG, tutti gli altri, compresa la frazione M5S che ci ha ripensato,
compresi i sopravvissuti dei deprecati campi, non ci diamo il minimo pensiero
circa la nostra identità di bersaglio atomico e la conseguente eventualità di
precedere l’apocalissi promessaci da Greta. Siamo sempre stati un paese
felicemente spensierato.
Sardine, odio ch’a nullo odiato odiar perdona
Si vanno intanto estinguendo, e non per ragioni climatiche,
le Sardine, odiatori di ultima generazione, però con tanto bon ton. Del resto,
freschi di giornata a novembre, cosa vi aspettate di trovare sul banco tre mesi
dopo? Basta, per illustrarci l’ultima trovata del miliardario ebreo-ungherese
andata in putredine, la Sardina bolognese parlante, dall’ippodentatura e dalla
chioma arricciata a 2000 volt. Si erano specializzati in odio al profumo di
gelsomino per tutto ciò che, più rozzamente, odiavano i giusti, i buoni e i
beneducati. Santori, da odiatore dei regressivi contadini lucani e pescatori
dell’Adriatico, in quanto sostenitore di quante trivelle possano bucare
Basilicata e Adriatico, a odiatore di spericolati viaggiatori su ponti ASPI,
nel selfie con chi da autostrade, viadotti e guardrail trae miliardi pubblici e
morti private. A odiatore anche di indigeni renitenti al progresso, sempre nel
selfie con chi nelle pampas argentine, sottratte ai Mapuche, alleva pecore e
disleva popolazioni. Infine, a odiatore di passeggeri frettolosi, nel selfie
con chi fa di aeroporti, stazioni e autogrill dei suk disfunzionali per
fondisti affetti da shopping-dipendenza.
Chi di odio ferisce, di selfie perisce
Il bacio della morte a quest’ultimo tentacolino
del noto finanz-filantropo ungherese glie l’hanno dato Luciano Benetton e il
suo fotografo di corte Oliviero Toscani (“Ma a chi interessa che caschi un
ponte, smettiamola!” Così Toscani nella trasmissione
“Un giorno da pecora”, Radio1). Pensate come ci sono rimaste tutta la scemenzeria
e tutta la sorosianeria italiote, tutti uniti nell’odio per chi si rifiuta di
entrare nel gorgo del pensiero unico, da papà PD al pappagallino mediatico “il
manifesto”, fino all’intellighenzia de sinistra alla Marco Revelli o
Massimo Cacciari.
Legge uguale per tutti? Quando mai!
Esce da questa costellazione di smisurati buchi neri e di
pochi corpi luminosi un ulteriore flusso d’odio, di tale impeto da provocare la
rottura degli argini. E’ l’odio per un concetto che, dal Codice Napoleonico
in qua, rompe le palle con quell’utopia farraginosa e prevaricatrice
dell’ordine naturale delle cose che sarebbe “la legge è uguale per tutti”.
Utopia recuperata dal 1848 che offese principi
e papi e lanciata contro signorie e borghesie dai meritevolissimi di odio Cinquestelle, protettori
di barboni, lazzaroni e perdigiorno. Principio che i barbari del Nord hanno
tutti, non solo sancito, ma osservato e praticato come fosse, questa sì, legge
naturale. Da tempi immorabili hanno garantito l’assenza di una prescrizione
tale da allungare i processi fino a quando, dotati di avvocati e mezzi,
signorie e signori no ne uscissero intonsi e giustamente ricompensati. Tipo
Andreotti, col suo despotismo di velluto, sostenuto da mafia e Chiesa, tipo
strage di Viareggio, sterminio Eternit da amianto, Taranto avvelenata a morte,
Berlusconi degno follower di Andreotti, in una dinastia che si dipana dalla
nascita della Repubblica ad oggi.
C’è l’immenso grumo di odio per chi stravolgendo l’ordine
delle cose, nega immunità e impunità a chi la merita per censo e se l’è
guadagnata spendendo fior di quattrini a sostegno dell’irrinunciabile categoria
degli avvocati delle cause vinte. Un grumo malavitoso, mafioso e “civile”, con
la testa maleodorante del pesce infilataci a mo’ di vessillo, che, non si sa
come, era sfuggito allo schermo di equità giuridica con il quale certa Europa
copre i purulenti ristagni del suo malaffare, che scendendo per li rami, hanno
infettato un po’ tutta la nazione.
Legulei, avvocaticchi, giudici tipo quello del
paese di Acchiappacitrulli, che manda in galera Pinocchio in quanto osa
denunciare il furto dei signori Gatto e Volpe, sinistri da bassifondi
sorosiani, persino presunti custodi della Costituzione che, se ci fosse una
Corte Costituzionale senza gli Amato, li manderebbe per stracci, garantisti nel
nome di una civiltà giuridica come quella di colui che disse “la loi c’est
moi”, tutto un universo mediatico con le tastiere lubrificate a odio per il
volgo, si sono avventate sul primo ministro in assoluto che si sente ed è della
Giustizia. Odio di avvocati terrorizzati, ancora più che dalla
prescrizione bloccata, dalla riduzione dei tempi del processo penale, a cui
Bonafede sta pure lavorando. Quanti studi chiuderanno scomparsa la greppia?
C’è una dimostrazione di odio di classe che, a sentirsi tale
classe minacciata nel privilegio di poter tarare la bilancia del diritto a suo
favore e in odio ai burini da basso, è quella che si va consumando nel
parlamento della più alta percentuale di malavitosi, corrotti, corruttori,
pregiudicati, processati, inquisiti, denunciati, mafiosi dell’intera Europa.
Tutti, nelle varie forme partitiche e col supporto del sistema mediatico
dell’odio sinistro e destro, all’assalto di Bonafede, come il prussiano Blücher con la sua cavalleria
contro Napoleone (e fu Waterloo e la restaurazione).
Si sono fatti le beffe, gli odiatori, ma anche
presunti sodali e simpatizzanti, della parola d’ordine “onestà”, centrale tra
tutte le leggi mosaiche su cui si è fondato il MoVimento. Perno epocale di una
scelta di civiltà. Inscindibile dalla parola libertà. Molte
delle idee guida sono state dimenticate, lasciate nel fosso al lato della via,
addirittura tradite. Ma quella è una delle rimaste, intatte e robuste. E’
intorno a questo fulcro che ci si gioca un futuro alla Benetton, o alla Davigo.
Qualcuno parla di M5S “residuale”. Ce ne fossero. L’errore peggiore? Il via
libera al traghettatore consacrato alla camicia nera Padre Pio. Traghettatore
da un principio di civiltà e uguaglianza a uno prono a ogni rivalsa vandeana.
Proprio come quei traghettatori che “salvano” deportati dalla patria, con gli
strumenti del ricatto e dell’illusione, e consegnati alla schiavitù in terra aliena
con lo strumento della carità.
Fuori dal palazzo, a parte lo strepitio tossico degli
odiatori di carta e schermo, c’è silenzio. La gente guarda ammutolita. Quando
non si sente paralizzata dal Coronavirus. E’ paura, rassegnazione, è
sospensione davanti alla porta della tua squadra minacciata dal goal? A
sostegno dei Cinquestelle e di questa lotta, come occorse al tempo del TAV, altro
nodo cruciale troppo leggermente lasciato sciogliere, occorrerebbe una Valsusa
di dimensioni nazionali, una mobilitazione di piazza in piazza, tribunale in
tribunale, scuola in scuola, rete in rete, a difesa di Bonafede e dei suoi.
Per non lasciarli soli, anche rispetto a chi finge di stare di qua, mentre sta
già di là. Come si sono fatti lasciare soli al tempo del TAV. Altro che legulei
e chi si spippazza trovando mille peli in ogni uovo e scambiando per nemico del
popolo il M5S anziché tutti gli altri. O quelli che, più bravi dei Nobel che
hanno scisso l’atomo, scindono in mille frammenti di buono, o meno buono, o
difettoso, quanto i pentastellati hanno fatto o vogliono fare, a dispetto delle
cadute e inversioni di marcia: reddito di cittadinanza, decreto dignità, quota
100, revoca autostrade, stop trivelle, spazzacorrotti, taglio pensioni d’oro,
taglio vitalizi…..
Ora gli odiatori di queste cose le vogliono
cancellare tutte. Chi invochiamo? I grilli parlanti, le Sardine, Bersani, papa
Francesco, o la civilissima UE, territorio di eunuchi, briganti e lobby dell’odio?
1 commento:
La cina dalla sanità gratuita è una falsità madornale. Senza soldi si muore in Cina. Leva credibilità a tutto il resto dell'articolo. Peccato.
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