Manifestazione di una serie di forze politiche democratiche,
di movimenti contro la guerra, di oppositori alle aggressioni Nato, di antifascisti,
a Milano, San Babila, il 20 settembre, dalle 18. Mostriamo alla Siria che gli
antifascisti non la lasciano sola e che la sua difesa non può essere lasciata
in mano a rigurgiti dell’estrema destra.
A volte ritornano
Prima di tornare
a bomba, cioè alle manifestazioni per la Siria, quella buona di Milano e quella
zeppa di nazifascisti di Roma. Riporto il commento di uno dei miei
interlocutori più preparati e sulla palla. Capita che a Sarajevo, ove si svolse
la grande messa in scena “colorata”, o “di velluto” del primo lustro degli anni’90,
prodromo della distruzione della Serbia socialista e anti-Nato, sono tornati
coloro che avevano messo su la gigantesca farsa. Chi poteva governare una
grande kermesse a celebrazione dell’inganno più riuscito dell’intera vicenda
bosniaca (insieme a Srebrenica)? Ma chi se non i campioni assoluti della
“risoluzione non violenta dei conflitti” e di ogni ipocrisia pacifista internazionale,
la Comunità di Sant’Egidio? Comunità impicciona a vasto raggio, comandata da
Andrea Riccardi, membro del governo che fa tutte le guerre Nato. Comunità che, di
passaggio, gode del sostegno delle grandi banche armate e della convinta approvazione
di Hillary Clinton, nonché di un papa che, in Libano, nel paese più lacerato da
conflitti endemici intercomunitari, lietamente ha parlato giorni fa di “modello
di convivenza umana”. A seguito del ritorno a Sarajevo degli ingrigiti
non-violenti, i cui roboanti piagnistei sulla “città martire” allora produssero
il meglio dello strabismo pacifinto colorato, il TG1 ha fornito il solito
stanco, stereotipato, ma sempre venefico, rovesciamento dei termini della
realtà. Una velina da far invidia al Minculpop.
alex1 ha lasciato
un nuovo commento sul tuo post "Miseria
e Nobiltà tra Roma e Milano, tra Damasco e...":
Questa sera su "speciale Tg1" un vergognoso servizio sulla Bosnia, che riproponeva ancora le mistificazioni degli anni '90 tutte in chiave antiserba. La retorica di Srebrenica, le bombe su Saraievo (solo ed unicamente serbe), le donne stuprate (unicamente musulmane) e gli stupratori (unicamente serbi). I morti a Saraievo (per colpa dell'"assedio" serbo) lievitati a 12 mila. E tutto il resto, con donne presunte vittime di stupro che raccontano tranquillamente l'esperienza vissuta (grottesca una delle intervistate, dice di essere stata stuprata mentre era svenuta) Con l'aggravante che addirittura si dava enorme spazio a chi accusava la pace di Dayton di aver lasciato un pezzo di Bosnia ai serbi che l'abitavano. Insomma aver cacciato centinaia di migliaia di serbi dalla Bosnia e dalle Kraine era troppo poco. Ed una disgustosa esaltazione del disertore Divac, sfuggito alla cattura a Vienna per "presunti" crimini di guerra, mentre al generale Mladic la condanna del giornalista di "genocidio" va a prescindere dal processo cui pure è sottoposto. Anche se sembra non riescono a trovare testimoni contro di lui (perchè, secondo lui, alcuni intervistati, sarebbero "minacciati"). Vorrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che qualcuno voglia riaprire i conti con la repubblica serba di Bosnia o addirittura con la Serbia stessa. Il non volere abbassare definitivamente la testa da parte della nuova dirigenza serba, sul Kosovo o sulla Bosnia stessa, potrebbe innescare un nuovo attacco (diplomatico, economico o militare). Auspico una campagna di controinformazione su quella che secondo me è stata la campagna piu' massiccia e raffinata di disinformazione, con l'aiuto di tante pseudo-organizzazioni di diritti umani, da Amnesty a "donne in nero"…
Questa sera su "speciale Tg1" un vergognoso servizio sulla Bosnia, che riproponeva ancora le mistificazioni degli anni '90 tutte in chiave antiserba. La retorica di Srebrenica, le bombe su Saraievo (solo ed unicamente serbe), le donne stuprate (unicamente musulmane) e gli stupratori (unicamente serbi). I morti a Saraievo (per colpa dell'"assedio" serbo) lievitati a 12 mila. E tutto il resto, con donne presunte vittime di stupro che raccontano tranquillamente l'esperienza vissuta (grottesca una delle intervistate, dice di essere stata stuprata mentre era svenuta) Con l'aggravante che addirittura si dava enorme spazio a chi accusava la pace di Dayton di aver lasciato un pezzo di Bosnia ai serbi che l'abitavano. Insomma aver cacciato centinaia di migliaia di serbi dalla Bosnia e dalle Kraine era troppo poco. Ed una disgustosa esaltazione del disertore Divac, sfuggito alla cattura a Vienna per "presunti" crimini di guerra, mentre al generale Mladic la condanna del giornalista di "genocidio" va a prescindere dal processo cui pure è sottoposto. Anche se sembra non riescono a trovare testimoni contro di lui (perchè, secondo lui, alcuni intervistati, sarebbero "minacciati"). Vorrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che qualcuno voglia riaprire i conti con la repubblica serba di Bosnia o addirittura con la Serbia stessa. Il non volere abbassare definitivamente la testa da parte della nuova dirigenza serba, sul Kosovo o sulla Bosnia stessa, potrebbe innescare un nuovo attacco (diplomatico, economico o militare). Auspico una campagna di controinformazione su quella che secondo me è stata la campagna piu' massiccia e raffinata di disinformazione, con l'aiuto di tante pseudo-organizzazioni di diritti umani, da Amnesty a "donne in nero"…
Alex1
… e dei peggiori mistificatori
emersi nell’occasione dalla solita sinistra sinistrata e che si sono fatti
traino di quel micidiale caravanserraglio di preti, frati, ex-lottacontinuisti,
tutine bianche padovane, Ong di ogni risma che, come ovunque, vi grufolavano per
succhiare finanziamenti, orde di
pacifinti, spie, provocatori, scippatori politici, prostitute mediatiche,
cerchiobottisti alla Remondino, sottobosco partitico bulimico di visibilità. Sarajevo come romanzaccio
di formazione per futuri “rivoluzionari colorati”, o “di velluto”, come
verranno chiamati i violentissimi destabilizzatori “non-violenti” di regimi
sgraditi all’imperialismo. Sarajevo come rappresentazione sacra con protagonista l’idolo
d’oro della “convivenza pacifica di etnie, confessioni e culture diverse”,
recitata da una turba di PR con zaino e sacco a pelo, sotto la meticolosa regia
di operativi occulti Nato-Vaticano-Arabia Saudita e servizi vassalli. Operativi che, per lo
scopo, esattamente opposto, di frantumare lo Stato multietnico,
multiconfessionale e multiculturale jugoslavo, con Belgrado e Sarajevo allora limpidi occhi
aperti sul mondo, sapientemente curavano la sinergia tra incursioni stragiste
da Aviano, razzie stragiste dei tagliagole Al Qaida coltivati in Afghanistan,
Cecenia, Kosovo, e fanteria pacifinta salmodiante a Sarajevo per far strage
della verità.
Era il 1992-1993, quando i pacifisti
Doc Woytila e Pannella (in mimetica ustascia!), s’intendevano con i fascisti di
Tudjman perche sradicassero dalla “Croazia” cattolica ogni traccia del milione
di serbi (ahiloro ortodossi e pure un po’ socialisti) che nella regione
vivevano da tempi immemorabili. Qui e poi in Bosnia e poi in Kosovo,
separazione, unità e indipendenza per tutti. Serbi esclusi. E per questo e
per lubrificare le vie del cielo per l’assalto Nato finale alla Serbia,
pellegrinavano i pellegrini di Sarajevo, dotati da manine colorate di binocoli made in
Langley, che vedevano solo cecchini serbi e vittime bosniache, massacri virtual-mediatici
di Srebrenica e non le orge di sangue del capo bosniaco Naser Oric con 3.500
civili serbi, in terra serba attorno a Srebrenica, assassinati e documentati. Per
Srebrenica, dove l’integralista islamico fascista Izetbegovic, caro
all’euromasnada di Sarajevo, aveva lasciato un ridotto presidio sacrificabile
alla superiorità serba e da cui aveva allontanato la massima parte delle sue
milizie, conviene vedere le liste elettorali attuali dei vicini centri
nell’attuale repubblica croato-bosniaca. Curiosamente vi si trovano,
miracolosamente resuscitati, gran parte di coloro che, a ogni ricorrenza, tra
prefiche piangenti e “testimoni oculari”, vengono elencati tra i “trucidati di
Mladic”. Onore
a Mladic e a Karadzic, grandi patrioti, difensori della migliore delle cause di
tutto il conflitto balcanico. Moriranno all’Aja
come Milosevic perché quei giudici, di marca collodiana in salsa Cia, non
riescono a provare le accuse necessarie a tenere sotto euroricatto una Serbia
tornata, alle ultime elezioni, a tirarsi un po’ su e a ricuperare un po’ di
dignità.
Tornando ai pontefici, è di ieri l’annuncio
che Ratzinger riceverà in pompa magna il rappresentante cristiano del
cosiddetto Consiglio Nazionale Siriano,
la banda di gangster insediata da Nato e monarchi del Golfo a Istanbul che
fomenta e dirige il mercenariato Al Qaida in Siria. Questo, alla faccia delle
comunità cristiane siriane (il 10% della popolazione) costrette a fuggire dai
propri quartieri dall’irruzione e dalle stragi dei miliziani del CNS. Tanto per
ribadire quanto al massimo cultore della vita, dallo spermatozoo all’oltretomba,
stanno a cuore le vite dei propri fedeli. Il dato è che, come quella Usa
attraverso non importa quale presidenza, la strategia del Vaticano è una e
costante nel tempo: dalla parte del potere. Più feroce è, meglio è.
Nel quadro delle nefandezze
pacifinte di Sarajevo, tra i comprimari del kolossal mediatico antiserbo merita
di essere ricordato Alex Langer, l’ebreo
sudtirolese convertito al cattointegralismo Tragicamente suicida, ma
ricostruito da utili idioti e amici del giaguaro come santo laico
dell’ecopacifismo. Uno di quei dirigenti di Lotta Continua (a suo tempo mi fece
un “processo politico” che neanche Torquemada) che furono tra i primi a
cogliere la direzione cambiata del vento e, dopo le mazzate scambiate con la
polizia tra il 1968 e il 1977, dal cavallo della rivoluzione violenta subito,
passarono all’integralismo nonviolento che ben si combinava con la
controffensiva padronale e il conseguente “riflusso”. Maestro Nonviolento del
33°grado, “più lento, più dolce, più profondo”, Langer fu il primo a
sollecitare i cacciabombardieri Nato in fremente attesa a muovere contro
Belgrado. Serbia delenda est. Né
seguì la carneficina che sappiamo. E, grazie agli auspici di Langer, i serbi ne
uscirono molto, ma molto peggio di prima. Effetto Langer-Nato, visibile anche
in Afghanistan, Iraq, Libia…
L’altro è Adriano Sofri, il rospo
canterino più grosso nella palude delle menzogne in cui veniva fatta affogare
Sarajevo. Dopo aver esaurito l’argomento “stupri serbi di massa” per evidente
mancanza di riscontri, s’inventò, su imbeccata tecnica di chi se ne intendeva,
due bombardamenti successivi “serbi”, “dei cetnici” diceva, sulla piazza del
mercato della città, con relativo massacro di decine di donne. Ma le granate
sulla piazza erano, sì, piovute dall’alto, ma, come accertò una commissione
d’inchiesta nientemeno che ONU, provenivano tutte dalle posizioni tenute dalle
milizie di Izetbegovic. Bombe bosniache su bosniaci e serbi e tutti. Alla
maniera degli attentati di “Al Qaida”. Sofri, pervicacemente, le attribuì e
continua ad attribuirle ai serbi. Si ispirano a lui quei bei tipi con barboni e
mitraglie israeliane, comandati da ufficiali turchi (come dimostrano quelli
catturati e perfino ammessi dai servizi israeliani sul loro sito Debka), che in Siria sparano in testa a
qualche centinaio di civili, bimbi di preferenza, mutilano e riprendono i corpi,
aspettano l’arrivo delle truppe lealiste e sbattono i filmati su Youtube con la
didascalia:”Le stragi di Assad”. Come definire un tipo simile, che tuttora
insiste a imbrattare il fogliaccio scalfariano con minchiate e perfidie
analoghe?
Che fai, mi quereli?
Ghedini e la pattuglia di avvocati
trafelati che devono rincorrere le continue violazioni di legge perpetrate dal
loro assistito hanno insegnato qualcosa a chi si trova con le spalle al muro:
querela, querela, qualcuno si spaventerà e zittirà. La querela come forma
moderna di terrorismo psicologico e di propaganda mediatica. Non importa se poi
va a buon fine. L’essenziale che il volgo pensi che sono tue le ragioni e le
armi micidiali della legge e che la controparte si ritiri intimidita, se non
altro per evitare perdite di tempo e di denaro. Esempio eclatante: le querele a
chi osava mettere in dubbio che Ruby fosse la nipote di Mubaraq, o a chi si
chiedeva ragione della misteriosa, improvvisa prosperità finanziaria del
principale del boss Vittorio Mangano. Qualcosa del genere mi è capitato per
aver osato affermare che Ruby non è la nipote di Mubaraq. Cioè, fuor da
metafora, per aver osato affermare, confermare, ribadire, che i protagonisti
della manifestazione per la Siria il 20 settembre a Roma e che sono elencati
nel relativo manifesto, sono ciò che dicono Wikipedia, una montagna di
documenti ufficiali e che dicono loro stessi di se stessi. Fascisti, quando non
nazisti. In ogni caso terminali di una tradizione ideologica antidemocratica,
reazionaria, colonialista (Germania: Namibia e Tanganika, Italia: Libia,
Somalia, Etiopia, Eritrea) e che i loro referenti di tale epoca avevano
decimato africani e arabi più di quanto avessero potuto Londra o Parigi E per
aver aggiunto che tale presenza su palchi o a tavole rotonde non si concilia
con la solidarietà a un popolo in lotta contro il fascismo fondamentalista e
quello Nato-Golfo. Per questo Ouday Ramadan, che vanta un collegio di 7 legali,
roba da far vergognare il guitto mannaro, mi ha annunciato querele.
Chi è Ouday Ramadan, detto Soso? Un
pidiellino che ricorre al classico strumento di lotta di classe dei padroni
detto querela? Macchè. E’ un siriano
trapiantato decenni fa in Italia, consigliere, immagino ottimo, del Partito dei
Comunisti Italiani in Toscana. Si qualifica per ogni dove e in ogni occasione
COMUNISTA STALINISTA. Così, con le maiuscole. Forse trascurando il fatto che
l’aggettivo qualificativo, magari magari,conveniva scriverlo in minuscolissimo.
O addirittura evitarlo. Son gusti. Questa sua qualifica e la sua manifesta
preoccupazione di fare qualcosa per il suo paese, colmando il vuoto spalancato
dalla diserzione dei sinistrati, gli ha a un certo punto offuscato la vista e
ha iniziato a vedere rosso, o quantomeno a non vedere, là dove c’era nero pece. C'è stato l’inciampo di una prima manifestazione romana a giugno,
formalmente dichiarata senza fascisti, ma a cui Ouday ha consentito la partecipazione
di certi giovanottelli in camicia bruna e con stendardi runici, intitolati
eloquentemente “Stato e Potenza”, i cui testi su siti e manifesti sono di una
univocità destra disarmante.
A Milano è seguito il tonfo dell’esibizione del nazifascista
confesso che ha chiuso il comizio lamentando la vittoria dei demoplutocrati sulla
civile Europa (leggi Germania e Italia; Franco in Spagna c’era ancora, evviva!).
A proposito, forse Ouday non si divertirebbe troppo a leggere cosa pensa degli
stalinisti come lui il protagonista della sua dimostrazione a Milano, il signor Valli,
combattente per la Siria libera nel segno delle Brigate Nere, i per lui
esemplari cacciatori di teste al servizio degli occupanti tedeschi:
Ma eleviamo il discorso! Il privilegio dell'ignoranza e il vanto dell'idiozia li lascio a chi cerca ancor oggi di ingannare i cervelli predicando la «pace». A coloro che usano termini ammuffiti come colonialismo e imperialismo. A quei sinistri che, in questa capitale lotta per la libertà, si adontano per l'intervento dei pro-siriani di altra parte politica. Trotzkisti. Leninisti. Stalinisti. Anarcoidi. Vermiciattoli. Gentucola. Affetta da blocchi mentali. Da blocchi culturali. Da blocchi psichici. Così, nel suo blog, parlò il Dr. Gianantonio Valli, camerata e partner dello stalinista sul variopinto palco di Milano.
Ma eleviamo il discorso! Il privilegio dell'ignoranza e il vanto dell'idiozia li lascio a chi cerca ancor oggi di ingannare i cervelli predicando la «pace». A coloro che usano termini ammuffiti come colonialismo e imperialismo. A quei sinistri che, in questa capitale lotta per la libertà, si adontano per l'intervento dei pro-siriani di altra parte politica. Trotzkisti. Leninisti. Stalinisti. Anarcoidi. Vermiciattoli. Gentucola. Affetta da blocchi mentali. Da blocchi culturali. Da blocchi psichici. Così, nel suo blog, parlò il Dr. Gianantonio Valli, camerata e partner dello stalinista sul variopinto palco di Milano.
Il tuffo finale Ouday l’ha compiuto, con doppio carpiato e
avvitamento, in vista di Roma, allineando, per presidi e tavole rotonde del
prossimo 20 settembre, i personaggi di cui potete rileggervi i dati
qualificanti nell’altro post: “Nazifascisti e farlocconi”.Gente con
affiliazioni e affinità tipo Casa Pound, Forza Nuova e altri detriti
sgaiattolati dall’immondezzaio della storia. Però con la correzione cosmetica
di un assessore mastelliano inquisito per uno scandalo di fondi sottratti ai
terremotati. Da tutti questi uomini d’onore non mi è per ora giunta
alcuna smentita. Stupefacentemente, il comunista stalinista, in una sua
risposta (vedi FB) ai miei rilievi e anche al franco sbertucciamento che mi
sono permesso nei confronti delle sue non proprio coerentissime avventure di
piazza, lazzi a mio parere concepiti in difesa del buon nome della Siria, nega
di aver mai avuto a che fare con Forza Nuova e Casa Pound (ma difende Stato e
Potenza). La cosa non può che far piacere, perché dimostra che i manifesti
delle manifestazioni da lui promosse, Ouday non li fa e nemmeno li legge.
Avviene tutto a sua insaputa, come l’acquisto della casa di Scaiola. Si passa
dal dolo alla colpa, visto che su questo terreno qualcuno vorrebbe incrociare
le armi.
Gente con affiliazioni e affinità
tipo Casa Pound, Forza Nuova e altri detriti sgaiattolati dall’immondezzaio
della storia. Però con la correzione cosmetica di un assessore mastelliano
inquisito per uno scandalo di fondi sottratti ai terremotati. Da tutti questi uomini d’onore non mi è per
ora giunta alcuna smentita. Stupefacentemente, il comunista stalinista, in una
sua risposta (vedi FB) ai miei rilievi e anche al franco sbertucciamento che mi
sono permesso nei confronti delle sue non proprio coerentissime avventure di
piazza, lazzi a mio parere concepiti in difesa del buon nome della Siria, nega
di aver mai avuto a che fare con Forza Nuova e Casa Pound (ma difende Stato e
Potenza). La cosa non può che far piacere, perché dimostra che i manifesti
delle manifestazioni da lui promosse, Ouday non li fa e nemmeno li legge.
Avviene tutto a sua insaputa, come l’acquisto della casa di Scaiola. Si passa
dal dolo alla colpa, visto che su questo terreno qualcuno vorrebbe incrociare
le armi.
Sono piccole miserie umane che molto
fanno male alla Siria che tutti amiamo e che sappiamo, per una lotta
cinquantennale contro il fascismo imperialsionista e per la propria esperienza
di popolo colonizzato e martirizzato dal padrone coloniale antico, non aver
proprio niente da spartire con chi di quel padrone si fa rivendicatore
ideologico e geopolitico. Miserie meno umane, ma abbastanza disumane, sono – e
qui con le querele ci sarebbe da ridere - le cose di sostanza che il mio interlocutore
inserisce nella sua risposta. Ne cito solo tre: il sottoscritto ha “origini geneticamente e politicamente
naziste” (papà, mamma, così sprovveduti da non aver aderito a quei regimi,
fate piovere dal vostro cielo indulgenze!); Ouday possiede “tutta la documentazione di miei attuali collaboratori,
avventurieri pagati da chissà chi”
(e qui la querela toccherebbe all’esercito di miei collaboratori: il bassotto
Ernesto, in primis, e poi la montatrice dei miei film e, infine, mia moglie,
cui, poveretta tocca rivedere i miei testi per eliminarne gli strafalcioni e
farmi qualche té). Tutti gli altri miei collaboratori, manager, produttori, PR,
agenti di Borsa, spin doctors alla
Casaleggio, animatrici notturne, guardiaspalle, sponsor, gelatai, si sono dati
all’inglese, terrorizzati dalle accuse dell’uomo che non frequenta Casa Pound,
Forza Nuova , la Destra (alleata di Berlusconi bombardiere della Libia), ma se
li mette sui manifesti e accanto sul palco. La ciliegina finale infilata in
cima alla torta, preparata per questa misera one-man-band che è la mia multinazionale, è un asso che mai manca nella
manica dei giocatori moderni: io sarei uno
che con la Causa trae dei profitti economici”.
Chi glie l’ha detto? Equitalia? I servizi, così pratici di infiltrati fascisti? Bombolo? Adesso vedo se è vero e, se è vero, avrei davvero svoltato. Tardi, ma meglio tardi che mai. Mi ci compro la villa al mare, che tra le tante mi manca, a condizione, però, che il buon Ouday voglia acquistare il mio ultimo docufilm (con una happy hour se la cava). Quello sulla Siria antimperialista, antifascista. Siria che di me non avrà un gran bisogno, ma che dei vermi che dal palco di Ouday, allora a Milano, inneggiavano al Terzo Reich, alla Repubblica Sociale e al Giappone imperiale, maestri d’ascia degli Usa di oggi, di bisogno non ne ha proprio nessuno. Anzi.
22 commenti:
Caro Fulvio,
aldilà della sacrosanta necessità politica e morale di non mischiarsi coi fascisti, che altro non sono che ratti come quelli di Bengasi, faccio appello alla tua preparazione sulla materia per chiederti se è da considerarsi assolutamente un dato incontrovertibile quello che la manifestazione del 20 settembre a Roma sia organizzata da fascisti. Leggendo al seguente link mi è sembrato di capire altro. Anche i manifesti che ho visto in giro per Roma non mi sembravano riprodurre la tipica iconografia fascista, mi sembravano più manifesti patriottici. Il motto era: La Siria non si tocca - Sovrana Laica e Socialista. Leggendo questo mi è venuto da pensare che in questo caso se i fascisti hanno egemonizzato la manifestazione si sono mimetizzati piuttosto bene.
Mi fai capire meglio per favore? Perchè avrei una gran voglia di scendere in piazza a difendere la Siria.
http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10353:la-siria-non-si-tocca-manifestazione-a-roma-il-20-settembre&catid=3:politica-estera&Itemid=35
Grazie
Ci tenevo a parlare della mistificazione di Saraievo, anche se la prima pagina è un onore per il mio post che forse non merito. La questione Bosnia - Serbia - Yugoslavia è stata per me un elemento di maturazione personale ed anche politica. Devo riconoscere il merito anche alle trasmissioni dell'epoca di Radio Città Aperta condotte da un attivista di nome Antonello e gli interventi di un ascoltatore croato istriano Ivan. La loro attenzione a questi avvenimenti e la quotidiana rassegna stampa ha contribuito a confutare tutti i luoghi comuni della vicenda. Ho avuto all'epoca diverse incomprensioni con amici e persone che pure stimavo per aver difeso le mie posizioni contro la propaganda anti yugoslava ed antiserba e confutato le solite tesi ( Milosevic uguali Hitler, serbi tutti criminali o complici, musulmani di saraievo martiri) che tanto andavano fra la sinistra veltroniana e troppi pseudopacifisti filoeuropeisti vari.
@anonimo
Occhio, che la specialità di questi è di travestirsi per guadagnare credibilità e infiltrarsi. Ma non ti bastano i dati che ho illustrato dei vari personaggi che interverranno e che sono elencati nel manifesto di convocazione (vedi post "Nazifascisti e farlocconi")? E'facile dire sovrana, laica e socialista. Sennò chi gli andrebbe dietro? E' da 40 anni che ci provano. Rileggiti le biografie e i siti dei partecipanti, anche su wikipedia.
Alex1
Ricordo Radio Città Aperta. Io dal '99 ne ho scritto da Belgrado su "Liberazione", finchè il caporedattore trotzkista, Cannavò, non ha iniziato a cestinare i miei reportage perchè troppo "filo-Milosevic". Quando, tre giorni prima del suo arresto, feci l'ultima intervista a Slobo, davvero uno scoop, Liberazione, Curzi e Gagliardi rifiutarono di pubblicarla.La pubblicò poi il Corriere della Sera!!!
pacifisti?non capiscono però dileggiano
http://www.cloroalclero.com/?p=10710
Ciao Fulvio,
Come al solito in troppa sinistra si riesce ad essere piu' realista del re. Ricordo che un periodo anche in RAI l'intervista ad un leader politico anche "sgradevole" era comunque uno scoop. Poi dalla metà degli '90 e ancora di piu' da quel famoso 9/11 molto è cambiato nell'informazione. Alle parole del "nemico" non si da piu' spazio, anzi spesso le accuse a chi gli muove guerra sono di "avere fatto affari con loro" Anche io nel '99 leggevo "Liberazione" e spesso anche il "Manifesto", i quali dopo un iniziale allineamento con i pacifinti antiserbi si erano in parte smarcati, entrando spesso in aperta polemica con loro durante la guerra del Kossovo. Ma è durato poco.
Alessandro
ACHTUNG!
La manifestazione di domani a Milano per la Siria è stata spostata da piazza San Babila a piazza Fontana (speriamo bene...)
Per informazioni http://comitatocontrolaguerramilano.blogspot.it/
io del '99 mi ricordo quando alla manifestazione di aviano tentammo di aggredire quei farlocchi di socialismo rivoluzionario (antiserbi)al grido di scappa scappa scappa l'uck...
Caro Grimaldi,
avendo un amico regalatomi il libro "In viaggio con Alex", biografia di Langer, ed avendola trovata smaccatamente apologetica, avevo giusto intenzione di chiederle un cameo sul personaggio, che sospettavo avesse conosciuto..Touche'! In proposito, non chiedo altro..che tempismo!
Le chiedo invece, e a tutti coloro che contribuiscono coi commenti, cosa ne pensate di questa..analisi della "famosa"intervista vero/falsa di Kissinger..si parla di una cosa del 2010, della paventata e'decisa terza guerra mondiale, dell'italia sotto cenura militare dal 2010..fatto al quale se non sbaglio nemmeno Grimaldi ha mai accennato. Il tutto scritto da tale Sergio di Cori Modigliani, che scrive come uno che la sa lunga...sul web non ho trovato notizie su di lui se non che ha fatto lo sceneggiatore per Twenty Century Fox per vent'anni...da una rapida occhiata al suo blog, sembra uno informato...ma appunto i farlocconi parafascisti sono abili a mascherarsi (vedi Siria Laica e socialista). Ne sapete qualcosa? Che ne dite dell'articolo? E dell'Autore? Scusate magari arrivo tardi, ma meglio confrontarsi sulle fonti.
Grazie a tutti, buon lavoro.
P.s. Quiggiu', da dove scrivo (Tanzania) venti di guerra col Malawi per i confini del lago Nyasa (lago malawi), sotto le acque del quale guarda caso prospezioni di compagnie inglesi e sudafricane han trovato gas e chissa'cosa..i giornali qualche giorno fa titolavano grosso e maiuscolo "Il costo della guerra", "Ma noi siamo pronti" ecc ecc..oddio, mi rendo ocnto che questo angolo di mondo non e'la priorita' planetaria, pero'okkio..
Grazie a Grimaldi e ai lettori
Edoardo http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10830
@Edoardo.
Rapidamente, perchè sono in partenza. Anzittutto l'intervista è ovviamente un'operazione di intossicazione. Kissinger mai e poi mai si sarebbe esposto in questo modo per lui distruttivo. E' probabile che quelle cose le pensi e qualcuno s'è divertito a fargliele dire. Ha il retrogusto dell'avvertimento mafioso a chi pensa che ci si possa salvare dal mostro imperialista. Cognome dell'autore e natura dell'operazione fanno sospettare una matrice ben precisa.
@rossoallosso
quella di Cloro è la solita solfa dell'"andiamo oltre la dicotomia destra-sinistra". Questa, o è scema, o è l'ennesima "volemose bene" che fotte la sinistra. Comunque, stanno reagendo come morsi dalla tarantola. E questo significa che abbiamo denudato il re (re, si fa per dire).
almeno qualcuno non si limita alle parole
http://english.al-akhbar.com/content/irish-parliament-pushes-ban-illegal-israeli-products
Ieri sono fortunatamente riuscito a partecipare alla manifestazione in piazza Fontana a Milano contro l’aggressione alla Siria.
A parte la consolatoria considerazione che anche quattro gatti i ratti li prendono lo stesso e i complimenti a Fulvio non solo per i contenuti del suo discorso, a cui siamo abituati, ma anche per la “vis oratoria”, vorrei aggiungere solo un paio di note di “colore”. Uno nerissimo e l’altro indefinibile (ma un’idea ce l’avrei…).
Sull’aiuola della piazza c’è la targa commemorativa di Pinelli posta dagli anarchici, che ne ricorda l’uccisione il 16/12/1969. Accanto c’è quella fatta mettere da Gabriele Albertini per cui è semplicemente “morto tragicamente” il 15/12/1969. Non sono d’accordo neppure sulla data…
A metà manifestazione è arrivato uno che sono quasi sicuro fosse Vittorio Agnoletto. Ha scambiato poche parole con un tizio ed è sparito. Una prece.
Tornando verso la metropolitana ho percorso via Dante, addobbata con le bandiere dei paesi partecipanti all’Expo. Quella siriana (vera) è ancora al suo posto. Speriamo che duri.
A Fulvio.. aripjate vedi nero ovunque!
mi rigirava nel cervello,una speranza sempre celata per scaramanzia,quello strano silenzio dopo la morte di un ambasciatore,la fretta con cui si è attribuita la colpa ad al qaida,droni nei cieli della Libia, manifestanti pacifici con "scorta aerea",un atto come una parola d'ordine e la Libia torna VERDE.un tributo anche alla resistenza di Assad e del suo suo popolo che di fatto ha svuotato dai ratti la Libia.
Infine un omaggio a Gheddafi,questi liberi e fieri libici sono suoi figli
Caro Grimaldi,
Lei certamente sarà ancora in contatto con degli iracheni Suoi amici e compagni di lotta, magari baathisti o semplicemente patrioti.
Come giustifica davanti a loro il Suo appoggio all'Iran khomeinista e al regime filo-iraniano di Assad ?
E loro, cosa Le dicono ?
Sono curioso.
ciao fulvio,
mi permetto di rispondere al sig. marco b che non arrivo a qualificare come provocatore nel senso stretto ma sicuramente uno che pone domande provocatorie.
Qualche tempo fa Fulvio riportò in testa ad uno dei suoi post una bella frase di Lenin che, ahimè, non coinosco a memoria ma che credo sia stata tratta da Imperialismo stadio supremo del capitalismo (corriggetemi se sbaglio come diceva Papa Woy-CiA-la). La frase diceva semplicemente che era giusto schierarsi a fianco anche dei più retrogradi governanti dei paesi sotto attacco del colonialismo - ricordo forse il re afghano? - contro le potenze coloniali. Naturalmente, aggiungo io, senza sposarne la loro ideologia, forma di stato ecc. Ma appoggiandone, laddove vi sia, la loro lotta per l'indipendenza nazionale.
Seguendo il suo discorso quindi un antimperialista non doveva appoggiare la Yugoslavia -Serbia perchè troppo nazionalista? O Saddam perchè troppo espansionista? O Gaddafi perchè troppo berlusconiano? O i curdi perchè troppo strumentalizzati dall'occidente quando necessario?
Di fronte ad un aggressione coloniale è nostro compito sostenere quegli stati, ma soprattutto quei popoli, che si oppongono al dominio imperialista del globo da parte degli usa, dell'occidente e del sionismo. Poi nessuno è perfetto ne i seguaci di Khomeini, che hanno massacrato migliaia di comunisti, ne il governo di assad che ha invaso l'iraq con la coalizione.....
Cosa suggerisce di fare lei? Equidistanza? O supporto dei partiti rivoluzionari vetero trozkisti come quel tardointernazionalista di Ferrando?
@marco, andrea
Direi che Andrea ha risposto con efficacia e sintesi alla domanda provocatoria, ma giustificata, di Marco. Aggiungo solo che mi sembra naturale essere schierati con chi è aggredito, l'lraq da Iran e Siria in collusione con la Nato (cosa da me incessantemente denunciata), la Siria e l'Iran dai reazionari sunniti, dagli invasati salafiti sotto l'ombrello Nato. Il che non mi impedisce di ribadire la critica a Iran e Siria per l'idiozia delle loro politiche anti-irachene. Che comunque hanno radici complesse, storiche, religiose, ideologiche. Le cose si muovono e a volte si rovesciano nel loro contrario, caro Marco. Cosa dovrei fare oggi, tenere il muso a Iran e Siria perchè complici dell'aggressione all'Iraq, mentre vengono fatti a pezzi dal Grande Cannibale?
Qualche ulteriore considerazione sulle manifestazioni per la Siria di Milano e Roma. Se avessi potuto scegliere sarei comunque andato a quella di Milano, sinceramente antimperialista e antifascista. Ma se abitassi a Roma, io che sono un cittadino qualunque (mi definirei un “passante”) davanti a Montecitorio ci sarei andato, riservandomi la facoltà di portare via il culo qualora i fascisti organizzatori avessero cagato fuori dal bulacco. Fulvio ha fatto benissimo ad andare a Milano: lui non è un signor nessuno, ha la facoltà, la capacità e la responsabilità di informare i cittadini e, nei limiti dell’umanamente possibile, di essere coerente. Però se a noi gente comune il convento non passa altro che una manifestazione discutibile ma giustamente mirata, farci un salto con riserva mi sembra ragionevole.
Ciò detto vorrei confrontare le due manifestazioni, non sugli interventi oratori che a Milano erano ottimi mentre a Roma non ne ho idea, ma sull’immagine che, a giudicare dai filmati in rete, a Roma mi pare sia stata più efficace. A Milano accanto alle bandiere siriane c’erano quelle palestinesi, della pace e di associazioni varie. Niente da eccepire, ma oltre a queste c’era solo una bandiera cubana. Come giustamente ci insegna Fulvio citando la Montessori, le connessioni sono importanti e tra Cuba e la Siria ce ne sono in abbondanza. Ma nessuno mi toglie dalla testa che in questo contesto portare la bandiera cubana sia un atto quasi pavloviano, una specie di logo che forse può attirare un neo-alternativo che torna dal laboratorio di piercing ma non un “passante”.
A Roma c’erano bandiere siriane, italiane e ritratti di Assad. In situazioni normali quando vedo il tricolore mi corre subito la mano all’accendino, ma vedere la nostra bandiera per una volta sottratta alla retorica patriottarda dei colonizzati contenti e giustamente affiancata ad una che ci spacciano per nemica è un grande sollievo per me e, penso, uno stimolo a farsi domande per i famosi passanti. Per non parlare del ritratto di Assad che , almeno uno solo piccino piccino, una manifestazione che vorrebbe gemellarsi con quelle che avvengono in Siria dovrebbe avere.
Mauro Murta
Fulvio,
la complicità dell'Iran nel genocidio iracheno non si è affatto esaurita con l'invasione USA ma continua TUTTORA.
Anzi, attualmente sono gli sgherri di Teheran a detenere il potere assoluto in Iraq e a tenere sotto scacco il Grande Cannibale che ha un disperato bisogno di loro per dividere e indebolire la Resistenza baathista cosi da tenere il paese (e l'intera area mediorientale) colonizzata.
Le riconosco pienamente il merito di essere stato, in passato, uno dei pochissimi e preziosi giornalisti in rete ad aver denunciato questa complicità.
Lei ha ragione adesso di difendere l'Iran da un'eventuale aggressione armata degli USA per il motivo che cita dell'obbligo morale di sostenere gli oppressi sempre e comunque, indipendentemente dalla natura teocratica del regime.
Il punto è che lei, mentre giustamente si schiera a fianco dell'Iran rivale degli USA, ad un certo punto ha smesso inspiegabilmente di parlare dell'opera di disgregazione del popolo e della Resistenza irachena ad opera dello stesso Iran.
Sembra che a lei dell'eredità di Saddam Hussein e di ciò che resta del Pan-Arabismo non gliene importi improvvisamente più niente.
Per questo le chiedevo cosa dicono i suoi compagni baathisti iracheni (se ne ha ancora) del suo abbandono della loro causa che pure fino a qualche tempo fa lei considerava di vitale importanza per la lotta anti-imperialista.
Il discorso di Lenin lei lo sta mettendo in pratica solo a metà, giustamente difendendo l'autodeterminazione dello stato iraniano, ma non spendendo più una parola da molto tempo per i danni forse irreversibili che il khomeinismo ha arrecato all'identità socialista araba.
O crede che la Resistenza irachena sia morta e che quindi noi anti-imperialisti dobbiamo rivolgere le nostre speranze unicamente all'Iran ?
Sarebbe davvero molto triste, non trova ?
Perché non scrive una lettera aperta agli arabi spiegando la sua posizione ?
Non è una provocazione, ho molto rispetto per lei e mi interessa molto capire l'evoluzione del suo pensiero.
Grazie dell'attenzione.
Marco
@ancora marcob
Lei mette il carro davanti ai buoi e non legge bene le mie cose.Ho impegnato viaggi, lavori, film,per illustrare ciò che lei dice su Iran e Iraq. Anche sulle stragi confessionali e politiche operate dai succedanei sciti al potere Nato-persiano. Ne sono pieni i miei libri e il blog. Ma di blog ne ho uno e di priorità ancora più urgenti tante. Gli iracheni, fuori e dentro l'Iraq lo sanno. E non mi chiedono di ripeterlo ogni volta che prendo in mano la penna. Certe forzature polemiche lasciano il tempo che trovano e sono segno di sterile e unilaterale monotematicità.
@mauro murta
Comunque, per conto mio, trascuri il fatto che Montecitorio avveniva sotto l'egemonia di falsificatori nazifascisti. Infrequentabili. Come cerco di spiegare nel nuovo post. Quanto alle bandiere, che ci fosse quella siriana, della Siria del Baath, di Assad e della resistenza, è grasso che cola e, poi, non siamo contro le personalizzazioni? Ci vuole sempre la faccia di Gheddafi o dice tutto una bandiera verde? Inoltre, abbi indulgenza per certe prudenze, è solo l'inizio. A essere troppo esigenti, come s'è visto, si stringe in mano niente.
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