venerdì 4 marzo 2016

MEGABALLE DI SABRATA

E' necessario reagire all'uragano di falsità, ignoranza, depistaggi, disinformazione che si abbatte sull'opinione pubblica dai vari "esperti", politici, militari, spie, provocatori che imperversano nei talk show, tg e giornali.
 
Se la logica, il cui prodest e la storia costituiscono un criterio di valutazione, l'uccisione dei due italiani a Sabrata e la continuata detenzione degli altri due costituiscono un chiaro e feroce messaggio al governo italiano e ai suoi piani relativi all'intervento in Libia.
Per gli uni si tratterebbe di un pretesto architettato per incitarci, insieme agli alleati Nato (del resto già presenti sul campo), a intervenire in forze, superando esitazioni e riserve, specialmente nell'opinione pubblica.

Per gli altri sarebbe invece un avvertimento a Roma di non intervenire.
Per i fessi sarebbe vero quello che ambigui personaggi in divisa a Sabrata stanno raccontando, cioè la balla dello scontro armato tra milizie filo-Tripoli (o esercito di Tripoli) di Sabrata con elementi dell'Isis in cui gli italiani sarebbero stati colpiti accidentalmente, o perchè usati come scudi umani.

Tutti si scordano dello scenario complessivo.
Non c'è dubbio che di messaggio a Roma si tratti. E di ricatto per mezzo dei due italiani ancora sequestrati.. Ma va visto in continuità sia con l'attacco al consolato italiano in Egitto dell'anno scorso, sia con gli accordi Cairo-Roma-ENI, relativi allo sfruttamento del gas egiziano nel Mediterraneo, sia con la maggiore inclinazione italiana verso il governo laico di Tobruk e il generale Khalifa Haftar, sponsorizzati dall'Egitto, sia con l'assassinio di Giulio Regeni, fatto ritrovare.torturato ai piedi di Al Sisi nel giorno in cui la delegazione italiana al Cairo doveva firmare una serie di accordi industriali, finanziari e relativi al gas.

Alla luce del fatto che i Fratelli Musulmani, da sempre manovalanza anti-araba del colonialismo e oggi fiduciari del Qatar, conducono la sanguinosa campagna terroristica in Sinai e nell'Egitto, governano a Tripoli, sono cugini se non padrini delle bande di tagliagole di Misurata e di tutte le formazioni jihadiste in Medioriente, sono i più probabili esecutori dell'operazione Regeni, l'episodio di Misurata credo debba essere collocato nella campagna sion-imperialista contro l'Egitto e il suo ruolo in Libia e nel quadro delle rivalità inter-Nato (in particolare Francia e Regno Unito contro Italia) per il ruolo di protagonisti nella riconquista della Libia e del suo petrolio.

Insomma, l'Italia se ne stia fuori dai giochi e, in ogni caso, non si azzardi di collaborare con Egitto e Tobruk a una soluzione anti-Fratellanza del nodo libico.


Rinvio anche al mio ultimo post sul blog www.fulviogrimaldicontroblog.info su Regeni e dintorni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tutto e il contrario di tutto sarebbe possibile, così come che i servizi italiani, ovviamente presenti in Egitto così come in altri paesi, sapessero già tutto ed abbiano usato il tutto proprio per stendere un tetro tappeto di lutti per favorire gli accordi delle lobbies italiane come fosse un 'contentino riparatore' ai danni delle vittime. Strategia da non sottovalutare un po' come le organizzazioni non governative che a conti fatti guadagnano visibilità e convenzioni proprio laddove le trame internazionali inaspriscono i conflitti sociali in una sorta di 'rendita del martirio' mentre in occidente non vi è traccia delle stesse, evidentemente già onuzzate governizzate e sindacalizzate.

https://www.eni.com/it_EX/eni4expo/pages/eng/somalia-country-card.html