https://www.youtube.com/watch?v=CNlYI6WjyUc
In questa nona puntata del libero programma di lotta e di governo "Sancho", con il collega Massimo Cascone e il regista Giulio Bona ci aggiriamo nei bassifondi di un impero anglosassone-UE, militare-finanziario-criminale, e negli altifondi di popoli vittime, ma vivi e resistenti, con ipoteca sul futuro dettata dalla Storia. Una volta che saranno neutralizzati gli strumenti terroristici utilizzati per la tecnica vampiro-capitalista dell'estrazione di sangue da masse soggiogate o narcotizzate, per ultimo la manomissione di vita e salute, la fanfara dell'Impero dovrà passare dalle note dell'assalto a quelle del Silenzio.
Usciamo dalla morta gora di un Occidente che manifesta i primi fermenti di consapevolezza e determinazione, per i quali i nostri proconsoli ("Laboratorio Italia" The Washington Post) stanno passando dalla circonvenzione di incapace allo squadrismo repressivo violento e vediamo in che condizioni si trova quella che il grande Mao, un po' prematuramente, degradava in "tigre di carta".
Una carta che ha ancora tali riserve di acciaio e fuoco e virus, da poterci sotterrare tutti, ma a cui, per l'intanto, popoli su popoli, tutti ovviamente "canaglia", "golpisti", "dittatoriali", "fomentatori di terrorismo", stanno avvicinando micce accese.
Dal 1945 gli Stati Uniti non vincono una delle guerre che ininterrottamente scatenano. Al meglio schiacciano un'isoletta caraibica (Grenada), o affidano al Regno Unito l'impennata dei macellai argentini sulle Isole Malvinas (Falkland per i colonialisti), o si lasciano dietro un caos che paralizzi la vittima, ma che non giova neanche al carnefice.
A quest'impero della cieca violenza, dell'incoltura, della grettezza vampiresca, manca un futuro soprattutto perchè i suoi colossali armamenti sono schierati attorno a un vuoti. Gli manca l'idea, un'idea attorno alla quale muovere se stesso e il suo popolo verso l'avvenire. Quella che si chiama idea-forza.
In questo contesto le forze del contrasto, della resistenza e della controffensiva non hanno più i segni ideologici distintivi della sinistre d'antan. Che anzi si sono prestate a fare da tapirulà al trasporto delle truppe armate, politiche e verbali. Quasi ovunque l'opposizione all'Impero e alla strategia che gli viene ordinata dal Grande Puparo, ha segni inediti, controversi, da cogliere.
Ma di tutto questo ci occuperemo nella prossima puntata di "Sancho"..
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