sabato 28 maggio 2011

DALLA LIBIA CON AMOREFURORE

Tra Gheddafi e Mladic, l’onore di Tripoli, il disonore del “manifesto”



Torno da Tripoli, Libia, con nelle orecchie ancora lo schianto delle bombe che hanno incenerito, secondo la Nato, “otto navi da guerra di Gheddafi che sparavano sui civili di Misurata” che poi, quanto a quelle che ho visto esplodere e incenerirsi nel porto commerciale di Tripoli, erano due motoscafi della Guardia Costiera, fermi lì causa blocco navale Nato fin da quando li vedevo dal vicino albergo a metà aprile, e un cargo da trasporto pieno di rifornimenti per un popolo che si vuole gaza-izzare. Basta vedere le file chilometriche delle auto ai distributori di benzina, nel paese più ricco di petrolio di tutta l’Africa, per capire che paralisi e agonia tipo Gaza o Iraq è nei piani di chi dall’ONU era stato autorizzato soltanto a inibire voli e uccisione di civili. Le raffinerie erano già poche e ora sono in massima parte sotto controllo dei mercenari Nato di Bengasi. Si incomincia a non riuscire più a raggiungere la scuola, l’ospedale, il mercato, gli uffici, i parenti, il lavoro. E da fuori la grande armata Nato, che fa affogare i migranti in fuga dalla Libia perché l’aggressione gli ha fatto perdere lavoro, casa, scuola, sanità, dignità, blocca perfino la benzina per i trasporti privati (i mezzi armati corrono su nafta), come anche farmaci e soccorsi di ogni genere. Hanno imparato dall’assedio di Gerusalemme. Poi Goffredo da Buglione è entrato e ha ammazzato i morti di fame e di sete. Tutti.

E pensare che Gheddafi stava realizzando l’Ottava Meraviglia del Mondo, come la chiamavano i tecnici, pescando dal mare fossile sotterraneo di acqua dolce, con seimila chilometri di acquedotti a ragnatela su tutto il territorio, acqua d’irrigazione e potabile per sei milioni di libici e per mille anni. Già, sei milioni da decimare alla maniera di Graziani che, a forza di veleni nelle acque e iprite in testa, fece fuori un terzo della popolazione libica. Da decimare oggi quasi tutti, giacchè cinque milioni insistono a riconoscersi nel governo sovrano della Jamahiriya, repubblica popolare socialista delle masse, mentre solo un milione è sotto dominio dei tagliagole monarco-integralisti bengasiani che ogni due per tre, non avanzando di un metro causa deficienza di consenso popolare, invocano più bombe Nato sul proprio popolo. E di questo milione vai a sapere quanti di cuore e cervello e non per terrore da pogrom sostengono i vendipatria assoldati dai predatori planetari. Se è vero, come nessun organo d’informazione si è peritato di riportare, ma come abbiamo visto alla tv libica (voce da sopprimere), che a Bengasi è in corso una rivolta contro i “giovani rivoluzionari” del “manifesto” e che in tanti quartieri risventolano le bandiere verdi della libertà. Non è bastato, agli sgherri di Sarkozy e ai fantocci di Obama far fuggire 70mila persone dalla città, eliminare centinaia di famiglie che non condividevano una “rivoluzione” nel nome della Sharìa e di Bill Gates e sgozzare tutti i lavoratori neri incontrati per strada.



Viaggio verso casa e mi circondano gli spettri dei 19 morti ammazzati nel sonno la sera dopo il glorioso assalto alle barchette. “Colpito il compound di Gheddafi” con 15 incursioni in mezz’ora. Sarà. In quel caso hanno massacrato qualcuno delle migliaia di ragazzi, donne, patrioti, che ogni notte stanno lì a cantare e a sfidare nei luoghi-simbolo del loro leader, dove ovviamente non c’è più alcun bunker (quelli stanno tutti a Washington) e che è già stato sbriciolato ripetutamente, alla faccia di quegli impertinenti scudi umani. Ma, visto che il famoso compound, già bombardato dal pirata Reagan nel 1986, sta in mezzo alla città, magari hanno mirato proprio all’attraente agglomerato di case e di vite civili che lo circondano. Me lo fa immaginare, e nemmeno tanto a pene di segugio, quel palazzo polverizzato tra le cui macerie e disegni di bambini per terra e sugli alberi, tra le ultime mura sbrecciate ancora perpendicolari, avevo incontrato i resistenti Ali Mohamed Mansur, Nuri Ben Otman e Leila Salah Ashur. Il primo presidente del’Associazione di Amicizia Libia-Palestina, il secondo segretario dell’Associazione di Amicizia Italia-Libia (!), la terza presidente dell’Associazione delle Donne Libiche (“Con Gheddafi le donne di Libia sono diventate donne vere, da fantasmi che erano, sono diventate la componente di maggior peso della società”).

Già, quell’edificio, a due passi dal mio albergo, sulla passeggiata del lungoporto e in pieno nuovo quartiere residenziale, scaturito dal piano “650mila nuove case popolari” del governo Gheddafi, ora interrotto dalla missione umanitaria “protezione dei civili”, era frequentato da gente così. Era il palazzo che ospitava alcune delle organizzazioni che da noi si chiamano della “società civile”. Ovvio obiettivo per chi punta a “strutture militari e governative”. Bersaglio da privilegiare per quel gaglioffo britannico, comandante in capo, che annuncia “e ora diamoci dentro contro le infrastrutture di Gheddafi”. Quali infrastrutture più strategiche che dei bambini, magari orfani, magari down, magari disabili? C’erano quelli della Palestina (e si capisce l’accanimento della Nato, braccio armato anche di Sion), quelli delle amicizie con altri paesi (compresi i paesi che gli stanno infilando pugnalate nella schiena a protezione degli amici in zona che tagliano gole), quelle delle donne, quelli degli orfani, disabili e down da assistere e istruire. Ho una ripresa che fa la panoramica dall’insegna “Istituto per l’avanzamento dei bambini con sindrome down” al fondo del corridoio nel quale si rovesciano le macerie dei tetti sfondati e dal quale si intravvede il giardino dei giochi, ora frequentato da palme spezzate e ferraglia contorta. Civili da salvare. Sento dire: “I nostri bambini non sono più qui, si sono dispersi, chissà come faranno ora. Ma noi restiamo qui, tra mobili sfasciati e mura pericolanti, nelle polvere delle macerie. Siamo legati a questo posto, non diamo a nessuno la soddisfazione di lasciarlo, anche se ci scagliano altre bombe in testa. I bambini presto o tardi torneranno”. Così si parla dalla parte di Gheddafi.

Appunto, c’è società civile e società civile. Quella nostrana è melma collaborazionista, quella loro sono 2000 capitribù, in rappresentanza di tutte le tribù libiche, che a Tripoli hanno confermato la loro fedeltà al governo legittimo, smascherato l’ipocrisia dei salvatori di civili, denunciato gli ascari del nuovo colonialismo. Quella loro sono le migliaia di donne riunite in assemblea per respingere ricatti e divisioni, resistere in difesa del loro paese e delle conquiste realizzate, e che poi sono marciate sul fortino della sparuta stampa internazionale presente (stanno tutti a Bengasi), l’Hotel Rixos, per esigere che la si smetta con le menzogne, le falsità, gli occultamenti. Rintanati tra i cristalli e gli stucchi del loro dorato e ben protetto rifugio, i peripatetici dell’informazione a la carte colonialista, non hanno scritto un rigo o emesso un fiato. In testa alla marcia delle donne libiche un’intemerata italiana, Tiziana Gamannossi, unica imprenditrice che non si è fatta coniglio, o traffichina vorace alle porte di Bengasi. Uno straccetto di bandiera italiana da non sfregiare.



Qualcuno è sfuggito all’operazione “Civili da salvare” lanciata dalla risoluzione ONU 1973. Li incontro nel modernissimo ospedale “Al Khadra”, anch’esso in pieno centro: c’è un giovane con le gambe tagliate al ginocchio, la foto di Gheddafi sopra il letto e le dita degli arti residui levati a V; una bambina, Leila, di due anni, intubata e rotta dallo stomaco alla gola, un ragazzo in coma, più bende che pelle, attaccato a una macchina che fa bip-bip lentamente. E proprio allora un altro schianto, vicino, un altro ancora, corriamo sul balcone, filmo a mezzo chilometro, tra case e alberi una gigantesca nuvola di fumo nero. Altri missili a difesa dei civili. Accanto a me infermiere e pazienti, come sempre, inesorabilmente, sparano al cielo il grido della Libia: “Allah, Muammar, Libya u bas”. Dio, Muammar, Libia e nient’altro. Così è. Così sarà, che al “manifesto” dei “giovani rivoluzionari di Bengasi” piaccia o no.


Torno da Tripoli, dopo aver visitato alcune delle 70mila famiglie fuggite ai mercenari Nato e ora sistemate alla meglio nelle case degli operai stranieri fuggiti dopo la chiusura delle loro imprese. Ne hoincontrato uno, Nasser Ali Sajer Attagag, 29 anni, da Misurata, catturato il 18 marzo della forze lealiste del “Popolo in armi”. Dead man walking, è un morto che cammina, ce l’ho ancora in pancia con la sua faccia spenta e i suoi racconti dell’orrore, dei soldati libici sgozzati, tagliati a fette, appesi davanti al palazzo di giustizia, chiusi nel congelatore di una macelleria, delle famiglie pro-Gheddafi pestate a morte, delle loro figlie sequestrate, consegnate ai “giovani rivoluzionari”, violentate, i seni tagliati, morte dissanguate nel corso della “festa della rivoluzione. Ascolterete tutto, vedrete i documenti, nel prossimo documentario “Maledetta primavera – rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre Nato nel mondo arabo”. Un omaggio particolare a Rossana Rossanda e affini.



Torno da Tripoli e, non potendo fare a meno di leggere di Fincantieri e oscenità berlusconiane, scivolo sulla pagina-vomito del “manifesto”, redatta tutta da Tommaso de Francesco, a celebrazione della cattura di Radko Mladic, con tanto di box dedicato all’escort di Clinton e parca manidiforbice di Milosevic e della Serbia, Carla del Ponte, magistrato integerrimo del Tribunale Nato dell’Aja. Mladic e ancora l’infame balla di Srebrenica, a dispetto di tutte le prove che la smentiscono, a dispetto delle migliaia di ricomparsi dei presunti 8mila trucidati. Un soffietto di questo presunto difensore della Serbia a coloro che l’hanno sbranata, un gradino della scala al patibolo (lo faranno morire in carcere come Milosevic, incapaci di provare alcunché) per colui che, a differenza dei fascisti croati e bosniaci, cari alla marmaglia democratica sinistra-destra occidentale, non sterminava per accaparrarsi terre e beni altrui, ma difendeva l’unica vera autodeterminazione dei popoli di tutta la vicenda jugoslava. Mancano la parole. Se non per dire che tout se tien, le brigate internazionali invocate da Rossanda a sostegno degli sgherri Nato bengasiani, gli orgasmi sulla vendetta colonialista contro i patrioti della Jugoslavia socialista e sovrana, Vendola, il Forum Palestina, l’intera cloaca finto-pacifista e finto-dirittoumanista e le grasse risate della cupola necrocrata sul capolavoro finale del nostro taffazzismo.
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Analisi degli avvenimenti di Srebrenica


di Ed Herman, professore universitario americano, (ZMAG- USA)


(Traduzione dal francese di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)


Srebrenica. L'episodio è divenuto il simbolo del male, particolarmente del male Serbo. Viene descritto come “un orrore senza pari nella storia di Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale”, che ha visto l’esecuzione a sangue freddo “di almeno 8.000 fra giovani e uomini adulti musulmani.” [1]


Gli avvenimenti si sono svolti all’interno, o nei dintorni della città bosniaca di Srebrenica, fra il 10 e il 19 luglio 1995, quando la città è stata occupata dall’esercito Serbo Bosniaco (ASB), dopo aver combattuto e ucciso un gran numero di musulmani Bosniaci, dei quali non si conosce quanti siano morti nel corso degli scontri e quanti siano stati giustiziati.


È fuori dubbio che ci siano state delle esecuzioni, e che molti musulmani Bosniaci siano morti durante l’evacuazione di Srebrenica e nelle fasi successive.


Ma veramente quello che viene raramente messo in discussione, il problema più importante, è di sapere quanti fra quelli siano stati giustiziati, essendo dato che molti dei corpi ritrovati nelle sepolture sul posto sono di vittime dei combattimenti, e che una gran parte dei musulmani Bosniaci che erano scappati dalla città sono arrivati senza intoppi in territorio bosniaco musulmano. Alcuni cadaveri riesumati sono perfino dei numerosi Serbi ammazzati nel corso di razzie effettuate dai musulmani Bosniaci, mentre se ne andavano da Srebrenica nel corso degli anni che hanno preceduto il luglio 1995.


Il massacro di Srebrenica ha giocato un ruolo particolare nella politica occidentale di ristrutturazione della ex Jugoslavia, e più in generale nelle politiche di intervento.


Il massacro ha suscitato un ritorno di interesse in concomitanza con la commemorazione del suo decimo anniversario nel luglio 2005.


Viene citato costantemente come prova del “male Serbo” e delle volontà genocide della Serbia.


È servito per giustificare la punizione dei Serbi e di Milosevic, e nel contempo la guerra del 1999 della NATO contro la Serbia.


Inoltre ha fornito un alibi morale per le future guerre occidentali di vendetta, di proiezione di potere e di “liberazione”, dimostrando che esiste un male che l'Occidente può e deve sradicare.


Comunque, esistono tre elementi che avrebbero dovuto sollevare dei pesanti interrogativi a proposito del massacro, a quell’epoca e ancor oggi, cosa che non è mai avvenuta.
Il primo è che il massacro ha soddisfatto molto opportunamente le necessità politiche del governo Clinton, dei musulmani Bosniaci e dei Croati.
Il secondo è che già in precedenza si era tenuto conto, prima di Srebrenica (e si è continuato a farlo anche in seguito), di una serie di pretese atrocità serbe, rivelate regolarmente nei momenti strategici in cui si preparava un intervento violento degli Stati Uniti e del blocco della NATO, e perciò vi era la necessità di un solido sostegno dell’opinione pubblica e di relazioni pubbliche, atrocità che in seguito venivano dimostrate essere mai avvenute.
Il terzo è che le prove di un tale massacro, di almeno 8.000 fra giovani e uomini adulti, sono sempre state per lo meno poco attendibili.




Convenienza politica
Gli avvenimenti di Srebrenica, e le rivelazioni di un enorme massacro, hanno aiutato notevolmente il governo Clinton, la dirigenza bosniaca musulmana e le autorità croate.


Clinton, nel 1995, era stato incalzato allo stesso tempo dai mezzi di informazione e da Bob Dole per una azione più energica in favore dei musulmani Bosniaci, [2] e il suo governo ricercava attivamente la giustificazione per una politica più aggressiva.


Le autorità Clintoniane si sono precipitate sulla scena di Srebrenica per confermare e rendere di pubblico dominio le affermazioni di un massacro, come più tardi, nel gennaio 1999, veniva fatto da William Walker. La pressante relazione presentata da Walker a Madeleine Albright l’aveva fatta esultare, tanto da esclamare: “La primavera è apparsa presto, quest’anno!” [3]


Srebrenica, in quell’estate del 1995, ha permesso all’autunno di “apparire prima” all’amministrazione Clinton!


I leaders Bosniaco-musulmani si erano battuti per anni per convincere le potenze della NATO di intervenire più energicamente in loro favore, e ci sono forti indicazioni che loro erano pronti non solo a mentire, ma anche a sacrificare i loro stessi concittadini e soldati per ottenere l’intervento (problemi trattati nella seconda parte).


Alcuni personaggi autorevoli musulmano-Bosniaci hanno dichiarato che il loro presidente, Alija Izetbegovic, aveva loro comunicato che Clinton aveva avvertito che l’intervento avrebbe avuto luogo solamente nel caso in cui i Serbi avessero ammazzato a Srebrenica più di 5.000 persone. [4] L'abbandono di Srebrenica da parte di una forza militare ben più consistente di quella degli attaccanti, e la ritirata che aveva reso vulnerabile questa forza superiore e che aveva comportato moltissime vittime in combattimento o nelle rese dei conti, avevano permesso di arrivare a quelle cifre che corrispondevano, più o meno, al criterio di Clinton.


Esistono le prove che la ritirata di Srebrenica non derivava da alcuna necessità militare, ma corrispondeva ad una decisione strategica, secondo la quale le perdite incorse erano un sacrificio obbligatorio in favore di una causa più importante. [5]


Le autorità Croate erano entusiaste di vedere che si svelava un massacro avvenuto a Srebrenica, poiché questo stornava l’attenzione dallo loro devastante pulizia etnica nella Bosnia occidentale, avvenuta ben prima, a spese dei Serbi e dei Musulmani di Bosnia, (pressoché completamente ignorata dai media Occidentali). [6] E questo avrebbe fornito una giustificazione per l’espulsione già pianificata di molte centinaia di migliaia di Serbi dalla regione della Krajina, in Croazia.
Questa operazione di pulizia etnica massiccia è stata condotta con l’approvazione degli Stati Uniti e il loro sostegno logistico, appena un mese dopo gli avvenimenti di Srebrenica, e ha probabilmente causato la morte di molti civili Serbi, che non avevano nulla a che vedere con le uccisioni di civili Bosniaci musulmani, avvenute in luglio nel settore di Srebrenica.


La maggior parte delle vittime musulmano-Bosniache erano combattenti, dato che i Serbi di Bosnia avevano messo al sicuro donne e bambini convogliandoli su autobus, cosa che i Croati non hanno fatto, ottenendo come risultato la morte di molte donne, bambini e vecchi, massacrati da loro nella Krajina.[7]
Il cinismo dei Croati era impressionante : “Le truppe delle Nazioni Unite hanno osservato con orrore i soldati Croati trascinare i cadaveri dei Serbi lungo la strada che fiancheggia il centro dell’ONU, imbottirli di pallottole di AK-47 e quindi schiacciarli sotto i cingoli di un carro armato.” [8] Ma di questo non si è fatta attenzione, vista l’esplosione di indignazione e di propaganda in seguito a Srebrenica, grazie ai grandi mezzi di informazione, il cui ruolo bellicista giocato durante le guerre Balcaniche era già solidamente collaudato. [9]
Anche il Tribunale Penale Internazionale per la Jugoslavia (TPIY) e le Nazioni Unite hanno giocato un ruolo importante nel consolidamento della narrazione standard del massacro di Srebrenica.


Dopo il suo esordio, il TPI è stato il braccio giuridico delle potenze della NATO che lo hanno creato, finanziato, utilizzato come strumento di polizia e di informazione, e di cui in contraccambio hanno beneficiato dei servigi che si aspettavano.[10]
Il TPI si è concentrato intensamente su Srebrenica e ha raccolto sedicenti conferme importanti, indipendenti dalla realtà del massacro, accompagnate da affermazioni di “genocidio” pianificato “utilizzabili in ambito giudiziario”.


Le Nazioni Unite non sono di meno coinvolte nelle esigenze delle potenze della NATO, ma anzi hanno fatto loro eco e, nella questione di Srebrenica, hanno assunto le posizioni pretese dagli Stati Uniti e dai loro alleati.[11]


L'interesse politico del massacro di Srebrenica non prova naturalmente che la narrazione dei fatti da parte dell’establishment sia erronea. Ma implica la necessità di essere prudenti e di diffidare delle falsificazioni e delle affermazioni esagerate. Questa vigilanza ha completamente fatto difetto nei resoconti sui fatti di Srebrenica diffusi dai mezzi di informazione.




Le menzogne senza tregua prima e dopo Srebrenica
Ad ogni tappa dello smantellamento della Jugoslavia e della sua pulizia etnica, come prima e durante la guerra della NATO per la provincia serba del Kosovo nel 1999, le menzogne propagandistiche hanno giocato un ruolo molto importante nel sostenere il conflitto e la giustificazione degli interventi antiserbi. Ci sono state menzogne per omissione e menzogne che hanno propagato informazioni ed impressioni false.


Una delle più gravi menzogne per omissione è stata la presentazione sistematica di comportamenti criminali come una specificità serba, senza aggiungere che questi comportamenti erano caratteristici anche dei Musulmani e dei Croati, per non parlare del complesso del conflitto.


Caso dopo caso, i media hanno descritto le aggressioni e le atrocità serbe, senza menzionare gli attacchi preliminari lanciati contro i Serbi nelle medesime città, quindi facendo passare le risposte dei Serbi come azioni non provocate di aggressione e di barbarie. Questo è risultato evidente fin dall’inizio degli scontri importanti del 1991 nella Repubblica di Croazia. Ad esempio, nella loro copertura degli avvenimenti nella città di Vukovar, in Croazia orientale, i media (e il TPI) hanno insistito esclusivamente sulla presa della città, avvenuta nell’autunno del 1991 da parte dell’esercito federale jugoslavo, ignorando completamente il massacro di Serbi che vivevano in quella zona compiuto nella primavera e nell’estate precedenti da parte delle truppe della Guardia Nazionale croata e di paramilitari.


Secondo Raymond K. Kent, “una parte considerevole della popolazione serba dell’importante città slavona di Vukovar è scomparsa, senza essere fuggita, e sono rimasti segnali di torture nelle vecchie catacombe austriache sotto la città, e ci sono prove di violenze e di assassini. I media occidentali, già fortemente impegnati nella demonizzazione dei Serbi, hanno scelto di ignorare questi fatti.” [12] Questo approccio tendenzioso e ingannevole è stata la pratica abituale dei grandi media e del TPI.
Altre menzogne per omissione sono state evidenti nell’aver messo in primo piano i campi di prigionia Serbo-bosniaci come quello di Omarska, descritti nei dettagli e con tanta indignazione, senza tenere conto del fatto che i Musulmani e i Croati avevano dei campi similari a Celebici, Tarcin, Livno, Bradina, Odzak e il campo Zetra di Sarajevo, fra gli altri, [13] con un numero di prigionieri e di installazioni del tutto confrontabili, ed un trattamento peggiore dei prigionieri. [14] Ma, a differenza dei Serbi, i Musulmani e i Croati hanno fatto ricorso ad agenzie competenti in relazioni pubbliche e si sono rifiutati di lasciare ispezionare le loro installazioni, e l’edificio di parzialità eretto ha fatto in modo che i media si interessassero solamente dei campi serbi. Folli affermazioni sulle condizioni di detenzione, tipo Auschwitz, nei “campi di concentramento” serbi sono state riprese dai giornalisti in servizi che hanno avvallato la propaganda diffusa dalle autorità musulmane e croate e dai loro incaricati in relazioni pubbliche.


Roy Gutman, che ha ricevuto il premio Pulitzer con John Burns per i suoi reportages sulla Bosnia nel 1993, si affidava quasi unicamente alle autorità musulmane e croate, a testimoni di dubbia credibilità e ad affermazioni inverosimili, ed è stato una fonte importante dello straordinario lavaggio dei cervelli, tendenzioso e menzognero, sui “campi di concentramento”. [15]


Il premio Pulitzer per John Burns si basava su una lunga intervista a Boris Herak, un prigioniero Serbo bosniaco, che era stato messo a disposizione sua, e di un cineasta finanziato da Soros, dai Musulmani di Bosnia. Qualche anno più tardi, Herak denunciava pubblicamente che era stato costretto a fornire la sua confessione altamente inverosimile e che aveva dovuto imparare a memoria pagine e pagine di menzogne. Proprio due delle sue presunte vittime sono risultate più tardi viventi.


Però, nel reportage su Herak, John Burns e il New York Times, (come pure il film finanziato da Soros), hanno trascurato di citare un particolare che sarebbe stato la rovina della loro credibilità : infatti, Herak accusava anche l’ex comandante dell’UNPROFOR, il generale canadese Lewis MacKenzie, di avere violentato una giovane musulmana in un bordello serbo. [16]


Questi due scandalosi premi Pulitzer sono la testimonianza della parzialità mediatica che regnava nel 1992-93.
In un recente attacco di curiosità, nel corso di una visita a Izetbegovic morente, Bernard Kouchner ha interrogato l’ex Capo di Stato della Bosnia sui campi di concentramento serbo-bosniaci. Izetbegovic gli ha reso la sorprendente confessione che l’informazione su questi campi era stata distorta allo scopo di ottenere dalla NATO il bombardamento contro i Serbi. [17] Questa confessione importante non ha avuto mai alcuna menzione da parte dei media americani o inglesi.


Una delle più spettacolari menzogne degli anni Novanta è stata quella riguardante il campo serbo di Trnopolje, visitato da giornalisti britannici della ITN nell’agosto 1992. Questi giornalisti hanno fotografato un certo Fikret Alic, mostrandolo emaciato e apparentemente rinchiuso dietro lo sbarramento di un campo di concentramento. In realtà, Fikret Alic si trovava in un campo di transito, era malato di tubercolosi ben prima di arrivare al campo, non rappresentava in alcun modo gli altri residenti del campo, e partiva poco tempo dopo per la Svezia. Inoltre, lo sbarramento circondava i fotografi, non venivano impediti i movimenti al fotografato. [18]


Ma questa foto particolarmente disonesta, che ha fatto il giro per tutto l’Occidente come prova dell’esistenza di un Auschwitz serbo, è stata accolta come prova di accusa dalle autorità della NATO, e ha fornito il fondamento per la creazione del TPI e della sua missione di combattere contro la malvagità dei Serbi.
Nel caso dell’assedio di Sarajevo, come nel caso dei conflitti intorno alle città “protette”, il governo musulmano bosniaco si è impegnato in un regolare programma di provocazioni contro i Serbi, condannandoli per le loro reazioni, mentendo sul numero delle vittime e cercando solitamente con successo di far addossare tutte le responsabilità sui Serbi.
Come ha dichiarato Tim Fenton : “Le asserzioni di massacri di musulmani Bosniaci seguivano subitamente come la notte segue il giorno : il più eloquente era il Primo Ministro musulmano Haris Silajdzic che affermava che le Nazioni Unite erano responsabili della morte di 70.000 persone a Bihac all’inizio del 1995, quando in quella zona non si avevano avuti praticamente combattimenti e il numero delle vittime era stato molto poco elevato.” [19]


Una rimarchevole caratteristica dello sforzo dei musulmani Bosniaci per demonizzare i Serbi, in vista di ottenere che la NATO corresse in loro soccorso con i bombardamenti, è stata la loro propensione ad ammazzare i loro stessi concittadini. L'esempio più eclatante è stato il bombardamento di civili di Sarajevo nel corso di tre massacri : nel 1992, il “massacro della panetteria”; nel 1994, il “massacro del mercato” di Markalé ; e nel 1995, il secondo “massacro del mercato”. Secondo la versione ufficiale, erano stati i Serbi i responsabili di queste atrocità, e bisogna ammettere che è difficile credere che le autorità musulmane abbiano trucidato il loro stesso popolo per ottenere un vantaggio politico, anche se i fatti sono tutti convergenti in questa direzione. Ma questi massacri sono stati l’oggetto di un “timing”, di una coordinazione temporale messa in atto per influenzare la decisione imminente degli Stati Uniti e della NATO per un intervento in favore dei musulmani Bosniaci.


Per altro, numerose autorità dell’ONU e comandanti militari occidentali hanno affermato che esistono forti presunzioni del fatto che i tre massacri siano stati pianificati e messi in esecuzione dai musulmani Bosniaci.[20] L'ufficiale dell’esercito USA John F. Sray, che si trovava sul posto in Bosnia al tempo di questi massacri e dirigeva la sezione dei servizi informativi americani a Sarajevo, ha fatto le stesse considerazioni, che gli incidenti, e la probabile implicazione delle autorità musulmano-Bosniache, “meritano un’inchiesta approfondita del Tribunale Penale Internazionale”. [21] Inutile dire che non è stato dato corso a nessuna inchiesta.


In una parola, l’analisi di questi tre massacri non fa riferimento alla teoria del complotto, ma trae la giusta conclusione, fondata su molteplici e attendibili constatazioni, alla quale nello stesso modo non si fa richiamo nei resoconti tendenziosi della storia recente dei Balcani. [22]


Tornando al caso di Srebrenica, prima e dopo, la manipolazione delle cifre è stata una pratica corrente, che ha contribuito a sostenere il resoconto dei fatti dominante.


Per la Bosnia, nel dicembre 1992, il governo musulmano Bosniaco ha tenuto conto di 128.444 morti militari e civili, un numero che è salito a 200.000 nel giugno 1993, poi a 250.000 nel 1994. [23] Queste cifre sono state fagocitate senza batter ciglio dai politici occidentali, dai media e dagli intellettuali che esaltano la guerra, con Clinton stesso che citava il numero di 250.000 in un discorso del novembre 1995.


L'ex-responsabile del Dipartimento di Stato George Kenney ha fatto spesso riferimento a queste cifre, e si è meravigliato di constatare la credulità con cui i media le hanno accettate, senza la minima velleità di verificarle. La sua valutazione si è situata fra i 25.000 e i 60.000. [24]


Più di recente, uno studio patrocinato dal governo Norvegese ha fatto una valutazione di 80.000 morti, e una inchiesta del TPI stesso ha concluso su 102.000 vittime. [25] Ne’ l'uno ne’ l'altro di questi risultati è stato presentato dai mezzi di informazione USA, che avevano regolarmente infarcito i loro documenti con cifre all’ingrosso.
Una inflazione paragonabile è avvenuta nel 1999, durante i 78 giorni del bombardamento della NATO, con autorità americane di alto grado a fare menzione, in momenti diversi, di 100.000, 250.000 e 500.000 Albanesi del Kosovo trucidati da parte dei Serbi, ed utilizzare a sproposito il termine “genocidio” per descrivere le operazioni serbe in Kosovo. [26] A poco a poco, queste cifre sono state ricondotte a 11.000, e si sono fermate a questo livello, sebbene non siano stati trovati che 4.000 corpi nel corso di una delle più intense indagini condotte con metodi scientifici della storia, e che un numero imprecisato di questi corpi appartenevano a combattenti, a Serbi, o alle vittime dei bombardamenti americani.
Ma deve essere accettata come esatta la cifra di 11.000 morti, in quanto i membri della NATO e il TPI l'hanno dichiarata tale, e Michel Ignatieff ha dato assicurazioni ai lettori del New York Times che “la scoperta di questi 11.334 cadaveri dipendeva dal fatto che l’esercito e la polizia della Serbia li avessero o no rimossi.” [27]
Questo récital di sistematica disinformazione non prova necessariamente la falsità della versione ufficiale del massacro di Srebrenica. Ma richiama alla mente la necessità di esaminare con più attenzione le asserzioni, che tanto si sono dimostrate convenienti, un esame che i mezzi di informazione di massa si sono sempre rifiutati di fare.




Le affermazioni molto dubbie sul massacro
Al momento degli avvenimenti di Srebrenica del luglio 1995, lo scenario era stato ben collocato in modo tale che le affermazioni sul massacro sembrassero credibili.


Praticamente nessuno aveva smentito l’incessante serie di menzogne dei media, i processi di demonizzazione e di manicheismo “bene-contro-male” erano stati ottimamente collaudati, il TPI e i dirigenti dell’ONU osservavano alla lettera il programma degli USA e dei loro alleati, e i media seguivano pedissequamente le orme del loro bellicismo. Pertanto, sarebbe stato facile svelare le incrinature del contesto.
Un primo elemento del contesto avrebbe potuto essere quello di “zona protetta”, non altro che una frode : si supponeva che queste zone fossero disarmate. Ora non era vero nulla, e con la connivenza dell’ONU. [28] I musulmani Bosniaci le utilizzavano, a Srebrenica e altrove, come trampolini di lancio di attacchi contro i villaggi serbi dei dintorni. Nel corso dei tre anni che hanno preceduto il massacro, più di 1.000 civili Serbi sono stati ammazzati dalle forze musulmane in un gran numero di villaggi devastati. [29] Ben prima del luglio 1995, il comandante musulmano di Srebrenica Naser Oric aveva fatto vedere con fierezza ad alcuni giornalisti occidentali dei video che mostravano alcune delle sue vittime decapitate, e si vantava di questi assassini. [30]
Testimoniando davanti al TPI, il 12 febbraio 2004, il comandante militare delle Nazioni Unite in Bosnia nel 1992-93, il generale Philippe Morillon, ha ribadito la sua convinzione che l’attacco a Srebrenica era stato una “reazione diretta” ai massacri dei Serbi compiuti da Naser Oric e dalle sue forze nel 1992-93, massacri di cui Morillon era perfettamente a conoscenza. [31]


La testimonianza di Morillon non è stata di alcun interesse per i media occidentali, e quando il 28 marzo 2003 il TPI si è finalmente deciso a mettere sotto accusa Naser Oric, probabilmente per costruirsi una immagine di imparzialità giuridica, quest’ultimo è stato imputato per l’assassinio di soli sette Serbi che erano stati torturati e picchiati a morte dopo la loro cattura, e di avere distrutto alcuni villaggi della zona circostante presi a casaccio. Benché si fosse vantato apertamente con i giornalisti occidentali di avere massacrato dei civili Serbi, il TPI “non ha riscontrato alcuna prova di vittime civili durante gli attacchi a villaggi serbi nel suo teatro di operazioni”. [32]


Quando i Serbi di Bosnia si sono impadroniti di Srebrenica nel luglio 1995, veniva riferito che il 28.esimo reggimento dell’Esercito Musulmano Bosniaco (AMB), costituito da parecchie migliaia di uomini, se ne era già andato dalla città. [33] I media non si sono proprio domandati come una forza tanto importante potesse trovarsi in una “zona protetta” disarmata. Inoltre, avendo ignorato le angherie perpetrate in precedenza, promosse a partire dalla zona protetta, i media potevano adottare la versione ufficiale di un “genocidio” di una indicibile crudeltà, piuttosto che quella di una ritorsione, che i media hanno comunque ammesso per giustificare in parte la violenza esercitata dalle “vittime che vanno loro a genio” (come quella degli Albanesi che danno luogo ad espulsioni e ad uccisioni dei Serbi e dei Rom, dopo l’occupazione del Kosovo da parte della NATO).
Un secondo elemento del contesto è stata la possibile ragione politica della evacuazione di Srebrenica da parte di una forza in buona posizione difensiva, superiore numericamente all’attaccante Esercito Serbo Bosniaco (ASB), nel rapporto di sei o forse otto contro uno, ma che batteva in ritirata prima dell’assalto, e prima di tutto venivano ritirati i suoi comandanti da parte del governo musulmano Bosniaco. [34] Questa ritirata ha lasciato la popolazione senza protezione, e ha reso i quadri dell’Esercito AMB vulnerabili nel momento in cui si ritiravano in disordine verso le linee musulmano-Bosniache. Si trattava di una nuova manovra di auto-sacrificio da parte dei leaders in vista di produrre delle vittime, poteva essere per raggiungere l’obiettivo dei 5.000 morti fissato da Clinton, e indurre così la NATO ad un intervento più energico? I media non si sono mai posti questo interrogativo.


Gli avvenimenti di Srebrenica presentano sicuramente degli aspetti che rendono “plausibile” la versione della esecuzione di 8.000 fra “uomini adulti e giovani”. Fra questi aspetti vi è la confusione e l’incertezza rispetto alla sorte dei soldati musulmano-Bosniaci in fuga, alcuni erano riusciti a raggiungere Tuzla sani e salvi, altri erano finiti uccisi nei combattimenti, altri ancora erano stati fatti prigionieri. La cifra pari a 8.000 è stata fornita di primo acchito dalla Croce Rossa, basata su una rozza valutazione che l’ASB aveva catturato 3.000 uomini e che 5.000 dovevano essere considerati “scomparsi”. [35] È stato ben dimostrato che migliaia di “scomparsi” sono arrivati a Tuzla sani e salvi, o sono stati uccisi in combattimento. [36] Ma in una straordinaria trasformazione che testimonia dell’ardore di situare tutto il male dalla parte dei Serbi e di fare dei Musulmani delle vittime, per i mancanti all’appello sono state ignorate le categorie “arrivati sani e salvi” o “morti in combattimento”, e tutti i dispersi sono stati considerati come giustiziati!
Questa ingannevole conclusione è stata rinforzata dalla Croce Rossa, quando, facendo riferimento ai 5.000, li definisce come “semplicemente scomparsi”, non ha corretto questa qualificazione politicamente tendenziosa e non ha mai sottolineato, quantunque l’avesse riconosciuto, che “molte migliaia” di rifugiati erano arrivati nella Bosnia centrale. [37] Questa qualificazione ha ricevuto rinforzo anche dal rifiuto delle autorità musulmano-Bosniache di fornire i nominativi e il numero delle persone che si erano salvate senza intoppi. [38] Ma, nell’establishment occidentale esisteva una spiccata propensione non solo a non tenere conto di questi che erano giunti a buon porto, ma di ignorare perfino i morti in combattimento e a considerare tutti i cadaveri come vittime di esecuzioni.
In questo caso, la fede cieca è senza limiti : il reporter David Rohde ha visto un osso emergere da un sito di tombe nei pressi di Srebrenica, e ha saputo d’istinto che si trattava delle vestigia di una esecuzione e la prova effettiva di un “massacro”. [39]


La pratica corrente dei media è stata quella di passare dalla constatazione riconosciuta di migliaia di scomparsi, o dalla notizia di una esumazione di corpi in un sito, alla conclusione che così veniva dimostrata l’esecuzione di 8.000 persone. [40]


Con 8.000 esecuzioni e alcune migliaia di caduti in combattimento, si avrebbero dovuti trovare enormi siti di seppellimenti, e si sarebbero dovute accumulare tramite satellite le prove delle esecuzioni, dei seppellimenti ed eventualmente delle rimozioni dei corpi. Ma le ricerche nel settore di Srebrenica hanno avuto riscontri “dolorosamente deludenti”, con la scoperta, per tutto l’anno 1999, di soli 2.000 corpi, compresi quelli dei morti in battaglia e anche di Serbi, alcuni morti già prima del luglio 1995.


La scarsità di questi risultati ha condotto all’idea che i corpi fossero stati rimossi e riportati in altri luoghi, ma era un’idea difficilmente convincente, visto che dopo il luglio 1995 i Serbi erano stati sottoposti ad un’intensa pressione militare. Era il periodo in cui la NATO bombardava le posizioni serbe e gli eserciti musulmano e croato sviluppavano un’offensiva in direzione di Banja Luka. L'ASB era sulla difensiva ed era carente in modo preoccupante di equipaggiamenti e di rifornimenti, compreso il carburante. Mettere in piedi un’operazione di tali dimensioni di esumazioni, del trasporto e della risepoltura di migliaia di cadaveri sorpassava di molto i mezzi che l’esercito Serbo Bosniaco disponeva a quell’epoca. Di più, mettendo in esecuzione un programma di tale ampiezza, non potevano sperare di passare inosservati da parte del personale dell’OCSE, dei civili locali e delle osservazioni da satellite.


Il 10 ottobre 1995, ad una sessione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, Madeleine Albright ha mostrato delle foto satellitari, come parti di un dossier accusatorio dei Serbi in Bosnia. Una di queste foto mostrava delle persone, indicate come musulmani di Bosnia delle vicinanze di Srebrenica, radunate in uno stadio, ed un’altra, presumibilmente scattata poco dopo, che mostrava un campo nei pressi, con il terreno “rivoltato”. Queste foto non sono mai state rese pubbliche, ma anche se fossero state autentiche, non avrebbero potuto costituire una prova, ne’ di esecuzioni, ne’ di seppellimenti. Inoltre, benché il TPI assumesse come reale il “tentativo organizzato e globale” di dissimulare i cadaveri, e che David Rohde parlasse di un “gigantesco sforzo da parte dei Serbi di nascondere i corpi”, [41] ne’ la Albright, ne’ chiunque altro hanno mai mostrato uno straccio di foto satellitare di esecuzioni di persone, di seppellimenti o di dissotterramenti per spostare i cadaveri, o di camions che trasportassero da altre parti migliaia di cadaveri. Ossia, una mancanza flagrante di documentazione, malgrado gli avvertimenti di Madeleine Albright ai Serbi : “Noi vi terremo d’occhio !”, e malgrado che a quel tempo, durante l’estate 1995, i satelliti facessero almeno otto passaggi quotidiani e che i droni geostazionari potessero piazzarsi sopra la Bosnia e prendere fotografie ad alta definizione. [42] I grandi mezzi di comunicazione hanno considerato che queste lacune non interessavano per nulla.
Un gran numero di corpi erano stati ammassati a Tuzla, qualcosa come 7.500 cadaveri o più, molti in pessimo stato o a pezzi, la loro raccolta e la loro manipolazione incompatibili con le norme scientifiche professionali, la loro origine incerta, i loro legami con gli avvenimenti del luglio 1995 a Srebrenica lontani dall’essere provati e persino improbabili, [43] e la causa della loro morte generalmente non ben definita. È interessante notare, allorquando i Serbi venivano di continuo accusati di nascondere i corpi, che nessuno abbia suggerito che i musulmani Bosniaci, incaricati da lungo tempo della ricerca dei cadaveri, e per questo in grado di mettere in atto falsificazioni, potessero spostare dei corpi e quindi manipolare le informazioni.


È in corso un tentativo di utilizzare l’ADN per riunire i resti a Srebrenica, ma questo solleva numerosi problemi : a parte quelli delle procedure di investigazione e dell’integrità dei soggetti da esaminare, sarà di difficile risoluzione la differenziazione fra un’esecuzione e una morte in combattimento.
Inoltre, esistono degli elenchi di scomparsi, ma sono pieni di errori, con dei doppioni, con nomi di persone decedute prima del luglio 1995, che si erano allontanate per evitare di servire nell’Esercito Serbo di Bosnia, o che, in seguito, nel 1997 si sono iscritte nelle liste elettorali, e gli elenchi comprendono anche i morti in combattimento, i nomi di superstiti che si erano messi al sicuro o che erano stati fatti prigionieri, e che si sono fatti una nuova esistenza da altre parti. [44]


Per di più, la cifra di 8.000 è incompatibile con l’aritmetica elementare applicata a Srebrenica, prima e dopo il luglio 1995. Le persone che si sono spostate da Srebrenica, vale a dire i sopravvissuti al massacro che si sono fatti registrare all’inizio dell’agosto 1995 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal governo Bosniaco, ammontavano ad un totale di 35.632.


I musulmani che hanno potuto guadagnare le linee musulmane “senza che le loro famiglie fossero informate” erano perlomeno 2.000, e circa 2.000 sono stati uccisi nei combattimenti. Considerando un totale di 37.632 superstiti, più i 2.000 morti in combattimento, se aggiungiamo gli 8.000 giustiziati, la popolazione di Srebrenica prima della guerra raggiungerebbe i 47.000 abitanti, quando in realtà si avvicinava ai 37-40.000. (Il giudice del TPI Patricia Wald ha fatto una stima di 37.000).
Quindi, le cifre non concordano! [45]


Ci sono stati riscontri di uccisioni a Srebrenica, dove persone hanno affermato di esserne stati testimoni. In numero minore, alcuni di questi testimoni avevano dei conti politici da regolare o si rivelavano poco credibili. [46] Comunque, molte testimonianze erano attendibili e descrivevano senza dubbio avvenimenti orribili e reali. Ma si parla di qualche centinaio di esecuzioni, non di 8.000 o di un numero qualsivoglia si avvicini a questo.
Il solo testimone che ha preteso di avere partecipato direttamente ad un massacro di persone che superava il migliaio è stato Drazen Erdemovic, un Croato associato ad una banda di assassini mercenari, che avevano ricevuto un compenso di 12 chili di oro per i loro servigi in Bosnia e avevano finito, lui compreso, per andare a lavorare in Congo per il servizio informazioni Francese. La sua testimonianza è stata accettata, malgrado la sua inconsistenza e le sue contraddizioni, e malgrado il fatto che soffrisse di turbe mentali, al punto di essere stato esonerato dall’essere egli stesso processato, appena due settimane prima di essere ammesso come testimone, ma con la dispensa di essere contro interrogato.


Le deposizioni di questo e di altri testimoni sono spesso state inficiate da una procedura di patteggiamento preventivo, secondo cui, se imputati, potevano negoziare una riduzione di pena in cambio della loro collaborazione con il Tribunale. [47]


Allo stesso tempo, è importante sottolineare il numero di osservatori imparziali che non hanno visto, ne’avuto riscontri minimi di un massacro, compresi i membri delle forze Olandesi presenti nella “zona protetta”, e di personaggi come Henry Wieland, il comandante del corpo investigativo dell’ONU sugli abusi contro i diritti dell’uomo, che non ha trovato alcun testimone oculare di atrocità dopo cinque giorni di interviste nell’ambito di 20.000 sopravvissuti di Srebrenica, riuniti nel campo profughi presso l’aeroporto di Tuzla. [48]




Anomalie
Una anomalia specifica per Srebrenica consiste nella stabilizzazione della cifra in 8.000 vittime musulmane Bosniache nel luglio 1995, e 8.000 sono rimaste a tutt’oggi, malgrado il carattere approssimativo della prima valutazione, malgrado le prove che molti, se non la maggior parte, dei 5000 “scomparsi” avevano raggiunto il territorio musulmano-bosniaco, o erano stati uccisi nei combattimenti, e malgrado l’incapacità di produrre testimonianze probatorie, nonostante i massicci tentativi per farlo.


In altre situazioni, come per la valutazione delle vittime degli attentati dell’11 settembre, o per la stessa dei morti in Bosnia o delle vittime dei bombardamenti sul Kosovo, le cifre sono state riviste al ribasso nel momento in cui i ritrovamenti dei corpi rendevano indifendibili le prime valutazioni sovradimensionate in modo esagerato. [49]


Ma, dato il suo ruolo politico fondamentale per gli Stati Uniti, per i Musulmani di Bosnia e per i Croati, e in ragione della fede quasi religiosa nell’esistenza delle atrocità che vi sarebbero state commesse, Srebrenica si è rivelata impermeabile ad ogni realtà. Dal primo giorno fino ad oggi, la cifra di 8.000 è stata considerata come una verità intangibile, la cui messa in dubbio deve essere considerata come una eresia e una apologia del demonio.


Un’altra anomalia che illustra il carattere sacrale, intoccabile e politicizzato del massacro nell’ideologia Occidentale, è stata la sua rapida qualificazione di “genocidio”.


In questo caso, il Tribunale ha giocato un ruolo decisivo, con la straordinaria credulità, con i psicologismi a briglia sciolta, e con l’incompetenza dei ragionamenti giuridici, che i giudici hanno manifestato esclusivamente nei confronti dei casi riguardanti i Serbi.


In materia di credulità, un giudice ha convalidato come fatto reale l’affermazione di un testimone, che i soldati Serbi avessero costretto un vecchio musulmano a mangiare il fegato del suo nipotino. [50] E i magistrati hanno ininterrottamente rievocato come cosa assodata l’esecuzione di 7.000 o 8.000 musulmani, riconoscendo nello stesso tempo che le loro informazioni “suggerivano” che la “maggioranza”dei 7-8.000 scomparsi non erano stati uccisi in combattimento, cosa che diminuiva sensibilmente la cifra accettata per vera. [51]
Il Tribunale ha risolto l’imbarazzante problema dei Serbi... autori di genocidio, che trasportano con autobus in zone sicure le donne e i bambini musulmani Bosniaci, affermando che l’avevano fatto per ragioni di pubbliche relazioni, ma, come ha sottolineato Michael Mandel, non commettere un atto criminale, malgrado il desiderio di attuarlo, viene definito come un “atto criminale non commesso”. [52] Il Tribunale non si è mai domandato perché i Serbi...autori di genocidio non abbiano accerchiato la città, prima di conquistarla, per impedire a migliaia di uomini di fuggire, e nemmeno perché i soldati musulmani Bosniaci abbiano abbandonato le loro donne, i loro bambini e tanti loro compagni feriti alla mercé dei Serbi, [53] e non ha mai evidenziato il fatto che 10.000 abitanti di Zvornik, principalmente musulmani, si siano messi al sicuro dalla guerra civile rifugiandosi nella stessa Serbia, come è stato attestato dal testimone di accusa Borislav Jovic. [54]
Fra le altre incoerenze degli argomenti dei magistrati del Tribunale, figura il concetto per il quale si tratta di genocidio quando vengono uccisi i componenti di un gruppo etnico con l’obiettivo di diminuirne nel futuro la popolazione, rendendo quindi quel gruppo non più visibile in una certa area. Si potrebbe volerli eliminare semplicemente per impedire di essere in seguito eliminati, ma la Corte conosce meglio la psicologia dei Serbi, e quindi questa non poteva essere la sola motivazione, bisognava che ci fosse uno scopo più sinistro. Il ragionamento del Tribunale, condotto sulla base psicologica favorevole all’accusa, è che ogni evento di eliminazione di un avversario può essere considerato come genocidio.
Sussiste inoltre il problema della definizione di gruppo etnico. I Serbi cercavano di eliminare tutti i musulmani di Bosnia, o i musulmani in generale? O solamente i musulmani di Sarajevo? I giudici hanno considerato che la stessa espulsione di musulmani da Sarajevo doveva essere considerata come genocidio, e hanno grosso modo assimilato il genocidio con la pulizia etnica. [55] Comunque, è importante sottolineare che il TPI non ha mai qualificato come “genocidio” la pulizia etnica di 250.000 Serbi dalla Krajina, sebbene in questo caso molte donne e bambini siano stati massacrati, e nonostante questa pulizia fosse stata applicata su un territorio più vasto e avesse causato più vittime civili che a Srebrenica. [56]
Il 10 agosto 1995, Madeleine Albright affermava a voce alta che “quasi 13.000 uomini, donne e bambini erano stati cacciati dai loro focolari” a Srebrenica. [57] Forse il Tribunale ha fatto propria l’impagabile formula di Richard Holbrooke che qualificava la Krajina come un caso di “espulsione involontaria”! [58] La parzialità risulta eclatante, la politicizzazione dell’istanza giuridica estrema.
La copertura mediatica degli avvenimenti di Srebrenica e nella Krajina ha seguito il medesimo schema ed illustra come i media abbiano differenziato le vittime buone da quelle cattive, a seconda della presa di posizione politica.
Erano i Serbi il bersaglio del governo USA, e questo governo appoggiava in modo massiccio il programma Croato di pulizia etnica nella Krajina, e perciò i media hanno gratificato Srebrenica di un trattamento esagerato e denso di indignazione, usando un linguaggio pieno di odio, lanciando appelli all’azione ed evocando al minimo il contesto. La Krajina, al contrario, non ha avuto il diritto che di un’attenzione debole e passeggera, scevra da ogni indignazione : la descrizione dettagliata della sorte delle vittime è stata ridotta al minimo, i modi per descrivere le rese dei conti sono stati neutri, e il contesto evocato ha reso gli avvenimenti degni di comprensione.


Il contrasto è stato tanto grossolano da risultare risibile: l’attacco su Srebrenica era “agghiacciante”, “assassino”, “selvaggio”, “criminalmente perpetrato a sangue freddo”, “genocida”, qualificato come “aggressione” e , ben inteso, come “pulizia etnica”; con la Krajina, nulla di paragonabile, perfino “pulizia etnica” risultava troppo. L'aggressione Croata non era che una grandiosa “rivolta” che “avrebbe indebolito il nemico”, una “offensiva lampo”, giustificata come una “risposta a Srebrenica” e un prodotto degli “eccessi” compiuti dai leaders Serbi.


Il Washington Post ha perfino citato l’ambasciatore USA in Croazia, Peter Galbraith, che ribadiva “l’esodo serbo non è una pulizia etnica”. [59] Il giornale non consentiva alcuna messa in dubbio di questo giudizio. Nei fatti, le operazioni croate in Krajina hanno fatto della Croazia il più etnicamente puro fra tutti gli stati componenti la ex Jugoslavia, benché l’occupazione del Kosovo da parte della NATO abbia consentito una pulizia che rivaleggia con la purificazione etnica della Croazia.


Un’altra anomalia nella questione di Srebrenica è l’accanimento posto nel perseguire davanti al Tribunale tutti i criminali (Serbi), e ad ottenere dei carnefici (Serbi), che riconoscessero volontariamente la loro colpevolezza, essendo la loro confessione una loro esigenza di giustizia e la condizione per la riconciliazione. Il problema è che la giustizia non può essere di parte, altrimenti cessa dall’essere giustizia, e allora rivela il suo vero volto di vendetta e di giustificazione di obiettivi politici. La pulizia etnica in Bosnia in alcun modo avveniva da una sola parte, e i morti per nazionalità non sono lontani dal corrispondere alle proporzioni della popolazione. [60]


I Serbi affermano, documenti alla mano, di aver avuto migliaia di morti per mano dei musulmani di Bosnia e dei gruppi di moudjahidin da costoro introdotti, ed anche per mano dei Croati, ed hanno il loro gruppo di investigazione alla ricerca di identificare i corpi di fosse comuni stimate nel numero di 73. [61] Queste vittime non hanno attirato l’attenzione dei media occidentali o del TPI.


L’eminente scienziato jugoslavo, il Dr. Zoran Stankovic, nel 1996 ha osservato che “il fatto che la sua squadra di lavoro avesse in precedenza identificato i corpi di 1.000 Serbi di Bosnia nella regione (di Srebrenica) non abbia riscosso alcun interesse da parte del procuratore Richard Goldstone.” [62]
Invece, si sente senza sosta la cantilena ripetitiva sulla tendenza dei Serbi di piangersi addosso e di lamentarsi, mentre le lamentazioni dei musulmani Bosniaci vengono considerate come quelle delle vittime vere e non sono mai paragonate a dei piagnistei.


Lontana dal contribuire alla riconciliazione, l’insistenza sulle vittime e sugli assassini di Srebrenica stimola l’odio e il nazionalismo, come la guerra e la violenza in Kosovo vi hanno esacerbato gli odi e le tensioni, e hanno dimostrato che l’obiettivo ostentato da Clinton di un Kosovo tollerante e multietnico equivaleva ad una farsa.
In Kosovo, la propaganda di parte e l’occupazione da parte della NATO hanno scatenato una incontrollabile violenza antiserba e antirom, antiturca e contro i dissidenti Albanesi, sostenuta dalla compiacenza delle autorità della NATO, che distolgono gli occhi quando i loro alleati, le pretese vittime, si prendono la loro rivincita e perseguono il loro obiettivo di sempre, quello della purificazione etnica. [63]
In Bosnia e in Serbia, i Serbi, senza tregua, sono stati denunciati ed umiliati, e i loro leaders e i loro comandanti militari puniti, mentre i criminali fra i musulmani Bosniaci, i Croati e i potenti della NATO (Clinton, Blair, Albright, Holbrooke, ecc.) non sono stati fatti oggetto di alcuna sanzione, ma, al contrario, alcuni fra costoro (Clinton et al.), sono presentati come campioni di giustizia. [64]


È evidente che l’intento di quelli che pretendono il castigo dei Serbi non è ne’ la giustizia ne’ la riconciliazione. Si tratta solo di unificare e consolidare la posizione dei musulmani di Bosnia, di schiacciare la Republika Srpska per eliminarla completamente come entità indipendente in Bosnia, di mantenere la Serbia in uno stato destrutturato, disorganizzato, di debolezza e di dipendenza dall’Occidente, e di continuare a presentare sotto una luce favorevole l’aggressione degli USA e della NATO e lo smantellamento della Jugoslavia.


Questo ultimo obiettivo richiede di distogliere l’attenzione dal ruolo di Clinton e dei musulmani di Bosnia nella costituzione di una testa di ponte di Al Qaeda nei Balcani, nella costruzione di un’alleanza fra Izetbegovic e Osama bin Laden, in appoggio alla “Dichiarazione islamica” che esprime l’ostilità verso lo Stato multietnico, [65] e per l’introduzione di 4.000 mudjahidin a condurre una guerra santa in Bosnia, con l’aiuto attivo del governo Clinton e dell’associazione UCK-Al Qaeda.
Questo aspetto della presa di posizione in favore dei musulmani di Bosnia ha sempre imbarazzato i produttori della propaganda di guerra, e l’imbarazzo è accresciuto dopo gli attentati dell’11 settembre. Il rapporto della Commissione USA sull’11 settembre afferma che due degli undici pirati dell’aria, Nawaf al Hazmi e Khalid al Mindhar, così come uno dei cervelli dell’attacco, Khalid
Sheikh Mohammed, hanno “combattuto” in Bosnia, e che Bin Laden aveva degli “uffici” a Zagabria e a Sarajevo. [66] Malgrado l’enorme copertura mediatica sull’11 settembre e su Al Qaeda, questi collegamenti non sono mai stati menzionati dai grandi mezzi di comunicazione e non hanno mai prodotto effetti sul proconsole in Bosnia Paddy Ashdown, che ha assistito ai funerali di Izetbegovic e che continua a prendere le parti dei musulmani Bosniaci.
Certamente, già dal 1993, i Serbi avevano denunciato le crudeltà ( e le decapitazioni) da parte dei moudjahidin, ma i media e il TPI non se ne sono mai interessati a quell’epoca, e non se ne interessano nemmeno oggi. Bisogna solo parlare di Srebrenica, dei musulmani di Bosnia come uniche vittime, e dei generosi soccorsi, comunque un po’ tardivi, recati da Clinton e dall’Occidente a questi disgraziati oppressi.
Ma i Serbi di Bosnia, non sono stati loro ad aver “confessato” di aver massacrato 8.000 civili? I media occidentali si sono impadroniti di questa “confessione”, dimostrando una volta di più la loro sottomissione all’agenda politica dei loro leaders. I Serbi hanno effettivamente pubblicato un rapporto su Srebrenica nel settembre 2002, [67] ma questo rapporto è stato respinto da Paddy Ashdown, per non essere sfociato in opportune e appropriate conclusioni. Il proconsole ha preteso un nuovo rapporto, congedando una carrettata di politici ed analisti della Republika Srpska, minacciando il governo per l’appoggio dato, e ha terminato con il fare redigere un testo da certuni che accettavano le conclusioni ufficialmente approvate. [68] Dunque, questo rapporto, pubblicato l’11 giugno 2004, è stato accolto dai media Occidentali come una conferma significativa della versione ufficiale.
Il refrain era che i Serbi avevano “ammesso” il massacro e che la questione era ormai regolata. Il divertente sta nel fatto che questo rapporto, imposto con la forza, è ben lontano dal riconoscere le 8.000 esecuzioni (non parla che di “ diverse migliaia”). La sola cosa che “prova” questo episodio è che la campagna Occidentale, destinata a far umiliare i Serbi vinti, non è terminata, nemmeno è giunta alla fine la credulità dei media e il loro assoggettarsi alla propaganda.




Conclusione
Il “massacro di Srebrenica” è il più grande trionfo del lavaggio dei cervelli rispetto alle guerre dei Balcani. Altre asserzioni e menzogne hanno giocato il loro ruolo nei conflitti Balcanici, ma comunque hanno occupato un rango modesto nel repertorio propagandistico rispetto alla menzogna sul massacro di Srebrenica, che le sorpassa tutte per il suo potere altamente simbolico, nonostante la concorrenza di tante altre falsità (Racak, il massacro di Markalé, il rifiuto serbo di negoziare a Rambouillet, i 250.000 morti di Bosnia, la conquista della Grande Serbia come elemento motore delle guerre Balcaniche). [69] Srebrenica rappresenta il simbolo della malvagità dei Serbi e della sofferenza dei musulmani di Bosnia, come della giustezza dello smantellamento della Jugoslavia e degli interventi Occidentali, che comprendono i bombardamenti e l’occupazione della Bosnia e del Kosovo.
Disgraziatamente, non esiste alcun legame fra questo trionfo della propaganda, e la verità e la giustizia. La negazione della verità si incarna nel fatto che la prima valutazione di 8.000 morti, compresi i 5.000 “scomparsi” che avevano abbandonato Srebrenica per ricongiungersi alle linee Bosniaco-musulmane, è stata tenuta per valida anche dopo che si era rapidamente stabilito che in molte migliaia avevano raggiunto quelle linee, e che migliaia di altri erano morti nei combattimenti. Ad oggi, questa cifra bella tonda resta intoccabile, anche di fronte all’incapacità di trovare i corpi dei giustiziati e malgrado l’assenza della pur minima foto satellitare che mostri delle esecuzioni, dei cadaveri, delle persone che scavano, o dei camions che trasportano dei corpi per rimuoverli e risseppellirli.
A questo riguardo, i media si sono ben guardati di porsi degli interrogativi, nonostante la promessa di Madeleine Albright dell’agosto 1995 : “Noi vi terremo d’occhio”. La dichiarazione dell’Albright, e le foto che all’epoca è andata in giro a mostrare, hanno distolto l’attenzione dal “massacro della Krajina” avvenuto nella Krajina croata, una pulizia etnica di una crudeltà ben più importante che a Srebrenica, comportando meno combattimenti effettivi che a Srebrenica, una purificazione fatta di aggressioni, di omicidi e di espulsioni di civili indifesi. A Srebrenica, i Serbi di Bosnia hanno portato al sicuro le donne e i bambini, e non esiste alcuna prova che ne abbiano uccisi [70]; invece nella Krajina non è stata organizzata alcuna separazione di questo genere e si stima in 368 il numero di donne e bambini massacrati, con numerosi infelici troppo anziani o infermi per scappare. [71]


Il successo della propaganda può essere misurato dal fatto che i media non hanno mai evocato la possibilità che l’intensità dell’attenzione rivolta al massacro di Srebrenica sia servita per mascherare il “massacro della Krajina”, che è immediatamente seguito, e che ha ricevuto il sostegno degli Stati Uniti. Per i media, Srebrenica ha contribuito a provocare la Krajina, e i Serbi hanno meritato quello che gli è capitato. [72]
I media hanno giocato un ruolo importante nel trionfo della propaganda che è stato il massacro di Srebrenica. Come abbiamo detto in precedenza, nel 1991 i media sono divenuti i complici del bellicismo, e tutte le regole dell’obiettività sono scomparse, per fare posto al loro sostegno servile di una politica pro musulmani di Bosnia e contro i Serbi.


Prendendo in considerazione i reportages di Christine Amanpour, e di altri, riguardanti i combattimenti intorno a Gorazde, già nell’ottobre 1995 il tenente colonnello dell’esercito USA John Sray aveva messo per iscritto che le informazioni “erano deprivate di qualsiasi parvenza di verità”, che gli Americani dovevano subire un “monumento di disinformazione”, che “l’America non era stata mai tanto deplorevolmente ingannata” dopo la guerra del Vietnam, e che la percezione popolare sulla Bosnia “era stata manipolata da una prolifica macchina di propaganda che è riuscita a congegnare fatti illusori per sostenere gli scopi dei musulmani.” [73] La macchina della propaganda ha conquistato i liberali e una grande parte della sinistra negli Stati Uniti, che hanno avvallato la versione dominante dei Serbi malvagi alla ricerca di egemonie, che hanno fatto ricorso a strategie brutali e di genocidio, e che hanno portato alla rovina l’oasi multietnica che esisteva in precedenza in Bosnia, un’oasi governata da Osama bin Laden e dal suo amico ed alleato Alija Izetbegovic e, secondo una tardiva correzione apportata da Clinton, Holbrooke e dalla Albright, strettamente collegata all’Iran, alla Turchia e all’Arabia Saudita!


La coalizione bellicista liberale-di-sinistra doveva demonizzare i Serbi per giustificare la guerra imperiale, e questo è stato fatto impregnandosi dell’insieme delle menzogne e dei miti che hanno costituito la versione ufficiale. [74] Questo amalgama di “missili da crociera della sinistra (MCG)” [75] e di liberali ha molto contribuito allo sviluppo della tesi dell’“intervento umanitario”, che è consistito nell’aggredire i Serbi a tutto vantaggio dell’Esercito di Liberazione del Kosovo, e, nei fatti, ha preparato il terreno per le guerre di “liberazione” di Bush.


Il massacro di Srebrenica ha aiutato a convincere i liberali e il MCG per la crociata nei Balcani e ha fornito loro la giustificazione morale per il sostegno dei loro paesi e dei loro alleati all’espansionismo imperiale.


L'ex-responsabile dell'ONU Cedric Thornberry, in un testo del 1996, ha annotato : “Messa in evidenza da un certo numero di mezzi di comunicazione internazionali liberali, la presa di posizione è che i Serbi sono gli unici mascalzoni”. Già nel 1993, presso il quartier generale delle Nazioni Unite, egli aveva lanciato l’avvertimento in questi termini: “Mettetevi al riparo, la falsificazione è in corso!”. [76] In effetti, la manipolazione era già in corso, anche se era ancora tacita, ma si stava infiltrando nelle relazioni fra governo, i media e il TPI. La menzogna ha contribuito a fare del massacro di Srebrenica il simbolo del male e, con l’aiuto della “giustizia”del Tribunale e il sostegno dei liberali e del MCG, ha fornito una giustificazione dell’aggressione USA-NATO e dello smembramento della Jugoslavia, e più in generale dell’“intervento umanitario”.


Cosa si può domandare di più ad un sistema di propaganda?

60 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra te e Borghezio nessuna differenza!!!!

Direi che ora mai sei in buona compagnia, che triste fine.

Il Libia, come mai Ghedaffi invece di sparare sugli insorti, non ha mai accettato delle libere elezioni e il popolo decida liberamente chi li deve governare.

Ti dimentichi di spiegarlo.

Quando un bel tuo post negazionista sul olocausto?

Fulvio, sei completamente andato alla deriva, mi spiace tanto.

Carlos Hernadez.

P.S. sicuramente censurerai questo mio commento ma fa lo stesso, spero che ti faccia riflettere.

baccini.g ha detto...

Caro Grimaldi, bentornato. Ciò che riferisci dalla Libia è atroce ma l'imperialismo, specialmente sotto apparenze "democratiche " ci ha purtroppo abituato alle più inaudite atrocità.Sono molto addolorato per i bambini uccisi o mutilati, mi fa rabbia e schifo che i bambini palestinesi che lì avevano rifugio e aiuto siano stati colpiti per la continuazione del genocidio palestinese da parte di Israele tramite la Nato.Ho sempre più ammirazione per la forza, la resistenza del popolo libico, un grande popolo che dà lezione al mondo intero.Parlando d'altro ho letto su Repubblica un vomitevole fondo di Sofri che grondava, oltre che falsità inaudite su Srebrenica
e Mladic,e continuava col trito clichè del popolo Serbo assassino e
che si piangerebbe addosso quando colto in castagna nelle sue presunte malefatte, a differenza delle lacrime "dignitose e addolorate" delle presunte vere vittime , croati e musulmani; ma lasciamo perdere questi individui fecali che sparano cazzate a spron battuto e vengono tranquillamente creduti dai destrisinistri...è un macello.Grazie della tua informazione indispensabile. Saluti.

Giovanni Baccini.

Anonimo ha detto...

Egr. Carlos Hernandez il popolo libico ha deciso liberamente chi li deve governare, ed è Gheddafi, le piaccia o no. E' inutile venire qua e ripetere lo stesso mantra pro-rivoluzionario dei traditori occidentali. Non ci casca nessuno sui manifestanti pacifici sterminati da gheddafi. La verità è che un paio di tribù libiche, con l'aiuto dei traditori occidentali, hanno preso le armi e tentato un golpe armato, che non è riuscito. Golpe avallato da molti ex collaboratori (ex ministri ed ex ambasciatori) di gheddafi, che sono talmente inetti d'aver creduto di fare da soli. Invece sono così incapaci che ogni tre per due sono in tutte le tv occidentali ad invocare più bombardamenti contro il loro stesso popolo. Vergognosi topi di fogna. Potranno avere la meglio nel breve periodo, ma alla lunga saranno fatti fuori tutti dal popolo libico. Lei, carlos hernandez, torni pure a scodinzolare per il suo padrone assassino.
Gianni

Anonimo ha detto...

libia.

ma come facciamo a sapere se davvero 5 milioni di libici sono certamente a favore di gheddafi?

come facciamo a sapere se davvero i ribelli hanno trucidato i soldati regolari libici?
i media non ne riportano testimonianza.

bosnia.
dove sono i corpi degli 8 mila infossati?
i loro nomi?
alle fosse ardeatine ci sono i nomi dei trucidati, e a srebrenica?

mladic.
perchè il governo serbo lo ha protetto fino ad ora?
perché è stato "preso" solo ora?
perché il governo serbo, con la massima urgenza ha chiesto alla u.e. di entrare nell'unione ora che hanno catturato mladic?
ma lo hanno catturato per giudicarlo, oppure come arma di ricatto per entrare in europa?


saluti

alberto

corrado-jeli ha detto...

le sparate negazioniste su Srebrenica se le poteva pure risparmiare, secondo me. Lei è uno con le palle, mi sembra un tantinello manicheo: tutto ciò che è vagamente anti-imperialista è da santificare e glorificare...
Così rischia di fare come i sionisti negatori della nakba con cui sto litigando in questi giorni su internet

Anonimo ha detto...

Carlos Hernandez le consiglio di leggere e rileggere all'infinito questo pezzo di Grimaldi ed anche di studiare la Storia prima di biascicare di elezioni e democrazia. Dallo stile del commento si percepisce un errore di fondo nell'impostazione del pensiero. Sostituendo al freno corticale l'impulso gonadico si può solo fare confusione e sparare banalità.
La smetta di pensare col pene e fare sesso col cervello.
Fabrizio

alex1 ha detto...

Per Anonimo: Servire la verita' non e' mai una triste fine. E' triste capovolgere l'evidenza come fai tu sulla Libia forse sai (e sei in malafede) o forse non sai (e dovresti avere l'umilta' di informarti) che i "rivoluzionari golpisti" guidati da un ex ministro della giustizia ed altri rinnegati della nomenklatura ma ben foraggiati da Francia ed Inghilterra non solo non hanno in programma elezioni, ma hanno addirittura rifiutato il cessate il fuoco dell'Unione Africana. Il loro programma e' guerra di conquista fino alla fine, eliminazione fisica di tutti i quadri della repubblica libica e delle sue strutture politiche e sociali (hai presenti i primi video in cui essi mostravano cappi ed evidenti gesti di tagliare la gola?) richiesta di maggiori bombardamenti della Nato. Un po' come Francisco Franco in Spagna nel 1936 che guarda caso era appoggiato anch'esso da bombardieri ed eserciti di importanti potenze (fra cui l'Italia...). Altro che libere elezioni!
Svegliati!

Anonimo ha detto...

Una buona letteratura sulla fabbrica dei genocidi:

http://musictravel.free.fr/political/political.htm

Fabrizio

Fulvio ha detto...

Sull'anonimo che parla di Borghezio, lascio al mio senso delle proporzioni una risata e la decisione di non rispondere.
Quanto alle domande di Alberto, mi stupisce che lui si aspetti dai media che pubblichino le atrocità dei ribelli contro i soldati, i neri e i pro-gheddafiani. E' ironia o ingenuità. Di queste atrocità il governo libico ha diffuso innumerevoli documentazioni visive e testimonianze. E tu pensi che i media di guerra si taglino le palle pubblicando queste cose? Ma le troverai solo nel mio prossimo documentario.
Fulvio

Fulvio ha detto...

Alex1
Complimenti per l'intelligente sintesi.
Corrado-jeli
Se vuole le faccio altre sparate negazioniste, valide per quasi tutte le pistole fumanti fabbricate per giustificare un'aggressione, un'occupazione, una predazione e altri crimini contro l'umanità. Ma forse non vale la pena, visto che nel mio post lei s'è fermato prima del saggio su Srebrenica. Di fronte a una maggiore disponibilità a rivoltare il suo materasso, le avrei mandato altre documentazioni sull' "eccidio" di Mladic. Ma forse conviene non turbarla.
Fulvio

Fulvio ha detto...

Grazie a chi ha salutato il mio ritorno e il modesto scritto che ho prodotto. Grazie per stare ndalla parte dei giusti, delle vittime, dei resistenti all'Asse del Male.
Fulvio

davide ha detto...

Non è che ci voglia molto a stare dalla tua parte,ma anche di altri che su internet o con i loro libri sposano la causa principale e fondamentale della lotta al colonialismo euroatlantista.
Timisoara cadaveri trasfugati dagli obitori per farli diventare vittime del regime,srebrenica la stessa schifosa canzone.Melodia che piace assai al rebelde carlos,lo lasciamo stonare con la compagnia di democretini,zavorra pleonastica e omicidia di ogni puro istinto e ragione comunista e di difesa delle Nazioni indipendenti
Oh,meraviglioso pirla:da noi si fanno le elezioni,ma ti pare che vi sia il lavoro assicurato?Non ti pare che attraverso la precarietà si proletarizzi la piccola borghesia e di renda insicuri e ricattabili i lavoratori?Oh maginifico esaltante bigolo:non ti pare che nella tua democrazia il contentino della libertà di espressione,parola,stampa,crolli miseramente davanti al Pensiero Unico del colonialismo democratico?Dove senti o leggi o vedi i vari Grimaldi,Losurdo e altri che danno notizie altre rispetto ai soliti coglionazzi quinte colonne del pensiero euroatlantista?
Di rebeldi come te ne farei a meno,come di pennivendoli stile Manifesto.

Che ci volete fare siamo delle cattivissime bestiacce e ai vostri dissidenti,eroi della libertà con sede nella casa bianca,alle vostre rivoluzioni colorate e indignados,preferiamo i Gheddafi,Milosevic,Luckashenko,Putin.
Per voi il destino invece è quello di recarvi velocemente verso l'albergo Martov,in via Spazzatura della Storia.
Con simpatia ed affetto

Anonimo ha detto...

ho deciso per principio di non credere a priori a nessuna fonte mediatica, sia essa giornalistica-televisiva sia della rete.

tuttavia, il fatto di leggere fulvio grimaldi risulta essere un'anomalia, perché almeno lui fa un report su quello che ha visto e sentito; altri invece hanno solo delle imbeccate.

interessante l'intervista su famiglia cristiana di tiziana gamannossi, leggetela, a meno che crediate sia una spia bolscevica pagata da gheddafi; lo può essere? bene ammettiamolo che sia, ma non ne abbiamo le prove.

a fulvio grimaldi.
non sono ingenuo o ironico quando mi faccio quelle domande: cerco di usare lo stesso metodo che immagino muove la tua indagine: fare domande non significa non credere a ciò che scrivi, ma significa indagare a fondo per eliminare qualsiasi possibilità di inganno; nessuno ha la verità in tasca e non è logico credere sempre e tutto ciò che potrebbe o non, far piacere credere.

ad ogni modo aspettiamo il tuo documento sulla libia.

srebrenica.
nel web ci sono fior di documenti che mettono in discussione l'avvenuta strage, non negano a priori che essa sia avvenuta, ne mettono in risalto alcune contraddizioni e reticenze, le quali aprono dei sospetti sulla versione ufficiale.

leggere in questo sito http://www.resistenze.org/sito/te/po/bs/pobs4e07.htm

e su questo:http://www.cnj.it/documentazione/srebrenica.htm

non bisogna giudicare se non prima di aver studiato il caso; questo vale per il divulgatore giornalistico che per il lettore: il lettore è in dovere di controllare le sue fonti come il giornalista le sue: è una questione di metodo, di puntiglio e di onestà intellettuale: merce rara di questi tempi.

saluti

alberto

Anonimo ha detto...

ammazza che bugie che racconti!

Anonimo ha detto...

Gentile Grimaldi,
seguo il suo scrivere da qualche mese oramai e mi permetto una critica che spero interpreterà per quel che è:
a volte capita che lei faccia riferimento a fatti noti, concernenti la falsità di molte affermazioni effettuate dai mezzi di comunicazione di massa.
Ecco, sarebbe interessante poter avere, in questi casi, dei riferimenti alla documentazione, le cosiddette fonti, che sbugiarda le versioni ufficiali.
Da un lato per pararsi il fianco da accuse di comportarsi come i mezzi di comunicazione di massa o di non essere credibili, dall'altro per dare, a chi la segue, gli strumenti per diffondere elementi di realtà nella nostra società della rappresentazione.
Per dirla in maniera più semplice: durante una discussione un "vai a studiare" accompagnato da una lista di referenze è l'unico argomento valido.
Saluti.

Anonimo ha detto...

http://www.cnj.it/documentazione/srebrenica.htm#dossier

rossoallosso ha detto...

Ringrazio Fulvio per le informazioni di prima mano e sempre puntuali,sicuramente la sua professionalità sarà adeguatamente retribuita,lo immagino ricco sfondato coi dollari elargiti dal fu dittatore Slobo e dai resistenti messicani e pure Gheddafi ti avrà coperto d'oro,tutti per perorare la loro causa perchè si sa che è Fulvio Grimaldi a scrivere i libri di storia.
Quando Fulvio denunciava la verità sulla rivoluzione ai danni di Ceausescu tutti lo presero per visionario e ci vollero decenni per sapere come veramente andarono le cose,
per chi le volesse conoscere non legga i libri di storia perchè quelli li scrive Fulvio Grimaldi

Beppino De Zan

Anonimo ha detto...

Gianniiiiiiiii! Anch’Io Gianno! I $oliti carlos piagnSiteioni che ci credono cojoni… mi son fatt* svariate indagini sul cosiddetto olocausto….! Sono convint* che gli ebrei che sono stati fatti fuori, insieme a comunisti anarchici zingari handicappati omosessuali ed altri, cui non hanno dato nessuna altrui casa sottraendola ai legittimi proprietari, sono stati denunciati dai loro $ion.correligionari che sapevano bene loro quali fossero i cognomi di origine ebraica!
I carlos sono convinti, illudendosi, che tutti abbocchino alle loro menzogne tipo le fictions sarah yara melania, straripanti prima in tv, poi radio, poi giornali ed ora udite udite anche in neapolitan di saclà, kapò delle firze armite e gorante della pro.c.ostituzione, mentre hanno subito dimenticato elisa benedetti, perché assassinata VERAMENTE.
O’locausto, katyn, timisoara, srebrenica, 09.11.2001, ecc, tutti imbrogli girati ad Hollywood….se vi capita di vedere il film “danni collaterali”usa 2001, con il nazi.iarnold, vedrete che la scena del sequestrato con gli infasciati-kalashikoff-tti, è uguale alla seconda che fecero apparire su tutte le tv in occasione del massacro $ion.u$a in Iraq!
Certo, anche Fabrizio... m'inchino...alla sua competenza anatomica ed al suo spirito!

carola ha detto...

Ben tornato,anche se purtroppo come al solito si legge solo di morte e atrocità.

Sono contenta che Alberto in un verso o nell'altro si ponga delle domande,è un punto di partenza c'è anche chi non se le pone e nulla gli frega di sapere.

La verità?...per chi non può accertarsi di vedere con i propri occhi diventa una chimera e un cruccio.

Eppure un modo esiste per trovarla...

Ricky ha detto...

A Fulvio, ripijate...
Grimaldi come sempre grida alla manipolazione e poi ne diventa l'attore principale. Riguardo alla Libia, non capisco perchè il fantomatico Nasser da lui incontrato debba essere credibile e chi denuncia le oscenità dell'esercito lealista dica solo menzogne. Non capisco il perchè di tutta questa propaganda a senso unico a favore di Gaddafi (le notizie dei 2000 capi tribù e delle manifestazioni "multitudinarie" e "spontanee" sono perlomeno gonfiate se non false), questo embedded job fatto stando a Tripoli evitando di parlare con qualsiasi persona che sta ad est di Misurata come fossero tutti untori della peste CIA e NATO (tutti, badate bene, dal primo all'ultimo) questo negare qualsiasi opposizione civile e capace di pensiero proprio contro un regime di assassini che di socialista non ha NULLA (se si ascoltano bene i discorsi di Gaddafi si evince chiaramente che disprezza il concetto di democrazia perchè considera il suo popolo inadatto ad essa).
Con questo non nego affatto la mostruosità dell'intervento occidentale, è che gente come Grimaldi non si rende conto di sostenere un potere dominante assassino solo perchè si dice anti imperialista.
Ma la vera mostruosità viene nell' apologia di Ratko Mladic, un razzista omicida considerato un "patriota" (e qui Grimaldi si colloca a lato di un triste figuro come Borghezio) stigmatizzando con un lungo panegirico sull'entità della strage di Srebrenica, mostrando una incredibile mancanza di "pietas" umana, come se a morire invece di 8 mila fossero stati 80 potesse cambiare la tragedia che è stata quella strage per le persone che l'hanno sofferta e le responsabilità di quel porco militare nazionalista.

Anonimo ha detto...

grimaldi ma hai davvero visto due motoscafi? no perchè erano 6 navi di cui una fregata della marina militare, tutte armate con lanciamissili e cannoni. ti hanno preso in giro o hai fatto finta di non vedere?

Anonimo ha detto...

Caro Amico, ...la fauna si è scatenata.... ai tempi di Srebrenica, leggevo la carta per il cesso a mo di quotidiano e guardavo appassionato l'elettrodomestico quadrato..... son passati anni...... chissa' ancora quante finte verità ho nei meandri della mia mente....... l'augurio che possa riprenderti celermente e tornare a ruggire più forte di prima,..... per chi ha sposato il pensiero difforme della verità "tout court", 15 giorni senza notizie sono un po' troppi....

anche la puttana " giletti" è andata a bengasi a fare il suo reportage.....da vomito....ma caro Fulvio ...la verità per i miei e Tuoi compatrioti sarà solo quella !!!!

all'amico Carlos...... sveglia!!!!!! democrazia non è sinonimo di libertà!!!!! e se proprio vuole, mi spieghi la dittatura cosa è!!! mi spiace che l'abbiano insultata, preferirei distruggerla con la forza della logica!!!!!!!


Fulvio in bocca al lupo, per le costole ed affini...

Napoli 30 maggio 2011
Renato Piacentino

Fulvio ha detto...

Rossoallosso.
Cos'è, una spiritosaggine?

Ricky in varie apparizioni.
Questo Ricky insiste a ripresentarsi sotto varie forme, forse pensando che così fa massa. Un suo primo intervento, identico a quello ora pubblicato, l'avevo cancellato per la comprensibile ragione che le stronzate della disinformazione necrocratica e cleptocratica sono già sufficientemente apparecchiate su tutti i mezzi di informazione, dei quali l'uno e trino Ricky o è vittima, o è compare nel ruolo patetico di palo. Sulla rabbiosa quanto debolissima strombettata delle più trite bufole Nato c'è solo da versare una lacrima di incontenibile sghignazzo. Quanto alla potenza militare navale di Gheddafi, ebbene io c'ero sulla banchina del porto di Tripoli, a dieci metri dalle imbarcazioni che bruciavano,ed ero l'unico giornalista occidentale presente. L'uno e trino si faceva le pippe sui giornali dell'Impero.Le fregate superarmate erano due misere motovedette e un cargo di provviste, ferme lì da quando le avevo viste e filmate dal mio albergo a 400 metri in aprile. Secondo lo sponsor dell'uno e trino, la Nato, stavano invece cannoneggiando i poveri civili di Misurata. Quelli che io avevo incontrato profughi (70mila famiglie), fuggiti dagli orrori dei mercenari. Poi della "confessione" del ribelle di Misurata sugli assassini, gli stupri, gli smembramenti, le impiaccagioni compiute dai ribelli uno può fare quello che vuole. (Peccato però che ci sono le immagini), almeno quanto le gazzette Nato hanno fatto dei racconti apocalittici dei golpisti di Bengasi sulle malefatte di Gheddafi. Questi, poi, presi pari pari dal manuale già impiegato per Ceausescu, Milosevic, Saddam, Mladic... A proposito del quale e di Srebrenica, rimane degno di sghignazzo anche l'incapacità analfabetica del personaggio di dare un'occhiata alla montagna di documentazione corretta su Srebrenica, per quanto celata dietro alla discarica tossica dell'informazione imperiale. Il livore della sua terminologia nasconde il vuoto delle argomentazioni. In ogni modo, ora basta con cretini e provocatori. L'uno e trino ha avuto più di quanto meritasse. Gli mancano solo gli sputi dei massacrati dalle bombe Nato e delle loro famiglie.
Fulvio

rossoallosso ha detto...

Certo Fulvio,
è il paradosso di Rossoallosso ;-)
non vorrai mi metta a discutere con chi confonde elezioni con libertà o chi parla di Serbia senza conoscere i Serbi
http://www.eurasia-rivista.org/9601/9601/

San Ernesto de la higuera ha detto...

caro ricki, mi piacerebbe ci si incontrasse personalmente cosi' ti potrei dare un po' di democratia..gia' che ci sei porta anche gli amici del manifesto, cosi' facciamo filotto!

Mauro Murta ha detto...

Devo ammettere che, ai tempi della guerra in Jugoslavia, avevo pochissima simpatia per i serbi. Mi parevano parenti dei leghisti, razzisti verso i musulmani e con il pallino della pulizia etnica. Non mi ero ancora reso conto che nei giornali e nelle televisioni delle “democrazie” occidentali ogni briciola di verità, quando hai la fortuna di trovarla, è sempre etichettata come complottista, bolscevica e finanche fascista.
C’è voluta internet per smontare i vecchi miti della sinistra in salsa occidentale (…i cristiani sono cattivi, quindi i musulmani sono buoni. Ma questi cristiani sono comunisti. No, ex comunisti, altrimenti non sarebbero cristiani. Ah ecco, allora sono cattivi…).
La propaganda imperiale ha costruito una perfetta macchina del consenso, tarata sui valori cari ai “progressisti” da happy hour che trovano più comodo e à la page indignarsi per le donne col burqa che per quelle disintegrate dai droni.
Dopo vent’anni di genocidi umanitari si può dire tranquillamente che chiunque finisca nel mirino dell’Occidente, fosse anche Belzebù in persona, merita stima e rispetto. E chi, anche non senza qualche ragione, come i curdi, ne sia sostenuto, finisce senza appello tra i foraggiatori della Bestia.
Carlos Hernandez e Ricky (ma che bel nomignolo da organizzatore di rave party!) ci ripropinano la sbobba riscaldata della “democrazia” e delle “libere elezioni”, come se fossero il punto di arrivo della civiltà. Continuate a farvi clisteri di democrazia made in USA, dove tutte le idee sono rispettabili, tanto quelle davvero giuste sono sempre marginali, mentre le più oscene e balzane, con un po’ di propaganda ben studiata, prima o poi fanno sempre comodo. Per quanto mi riguarda la vera democrazia è quando non si possono valicare certi limiti (svendere le proprie risorse alle multinazionali, accettare basi imperiali sul proprio territorio, riconoscere Israele…).
L’Occidente, purtroppo, non ha mai ricevuto serie minacce di annientamento se non per sua stessa mano (speriamo!) dagli “stati canaglia” che invece devono lottare ogni giorno per sopravvivere. E se questi, per allontanare la fine, devono liberarsi di qualche “oppositore”, saranno stati sempre troppo teneri.

Mauro Murta

alex1 ha detto...

Ciao Fulvio,
Da un sito americano, la MSN emergono diverse interpretazione che confermano quello che dici sul bombardamento del porto di Tripoli. Pur essendo un organo che simpatizza velatamente con i ribelli, ma non al punto di capovolgere la realta', nell'articolo c'era un intervista ad un comandante militare che affermava che in realta' l'obiettivo non era quello di impedire alle navi militari di minare il porto di Misurata ma semplicemente quello di impedire, con le navi affondate l'utilizzo del porto per far giungere generi alimentari e di prima necessita' ed aumentarne il prezzo per i cittadini, minando il loro sostegno al governo. Fra l'altro lo stesso sito affermava che i golpisti, grazie ai bombardamenti NATO hanno si esteso la zona occupata fino a 10 - 15 km dal Misurata, ma che non riescono ad avanzare piu' di tanto perche' sono pochi, solo circa tremila. Altro che rivolta di popolo! Se questo puo' essere di soddisfazione, ci sono diversi blogger statunitensi che sono contro la guerra Nato, accusano Obama di aver autorizzato una guerra senza l'aprrovazione del congresso e molti di loro affermano apertamente di preferire il regime comunque laico e moderno di Gheddafi a quello dei golpisti integralisti di Bengasi.
Quanto ai serbi,in un altro articolo la cattura di Mladic viene vista come tentativo dei serbi di uscire dallo stato di "pariah" (parole testuali) d'Europa, dopo le continue umiliazioni, non ultima quella del riconoscere il Kossovo come stato dei narcotrafficanti.
Ti auguro buon lavoro, e ti invito ad ignorare quelli che fanno aperte provocazioni.
Ciao Alessandro

sempremison ha detto...

alRosso, guarda che fulvio l'ha già detto una volta ( a me) che non vuole link a siti fasci come quello di Lattanzio.
Visto che questo non è il nostro blog forse è meglio levarsi le scarpe e accontentare il padrone di casa, non credi ?

Le piazze serbe sembrano sapere bene che Mladic non è una carogna.

Mi domando e spero se è ancora vivo Duffy con tutte le bunker buster che gli sganciano in testa ogni notte, da giorni.
Come fa, se ce la fa, a cavarsela ?

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Medvedev offrendo la pace con l'esilio, oltre a testare di sponda la sopravvivenza del Colonnello per conto dei suoi burattinai sionisti, lancia il solito messaggio ambiguo dalla Russia, nella quale la Pravda online invece elogia senza riserve Duffy.
Com'è che Putin s'è lasciato infilare nel fianco questa spina tossica ?
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Mi domando anche: se a Gheddafi arrivano aiuti, da dove e come riuscirebbe a farli passare?
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Sentito dei 5 francesi, più il morto, ostaggio dei ribelli ? Non si capisce perchè li trattengono, ma devono averli beccati a fare qualche gioco molto sporco, altrimenti che senso ha ?

Giovanni ha detto...

Caro Fulvio,
ultimamente ho viaggiato parecchio, in crociera è vero, ma come crew si vedono molte più cose e si conoscono molte più persone che come passeggero.. ora a casa in malattia ho ripreso a seguire il suo blog... e la trovo ancora più indemoniato di prima...
al che le dico un paio di cose:
1) innanzitutto grazie per il suo lavoro accurato e sincero di contro informazione che ci permette di avere una visione del mondo se non più chiara almeno più completa.
2) lei è troppo prolisso nei suoi articoli ... prolisso e non prosaico come ho sbagliato a scrivere qualche mese fa..
3) il suo lavoro mi ha aiutato a rispondere alle domande poste da Alberto: dove sono le prove? lui chiede... le prove ce le sta dicendo lei;
tutto dipende dalla fiducia nella fonte. all'inizio ritenevo che lei fosse parziale e che ciò fosse sbagliato (cfr video in cui scaglia pietre contro tank israeliano dicendo "ecco cosa fa un giornalista imparziale") poi ho capito che la sua parzialità sta nell'essere imparziale dando la notizia vera e che i dubbi in merito vengono sollevati in base a un rapporto numerico.
provo a spiegare meglio
nessuno obbietta le notizie date dai media xkè esse combaciando tra loro si confermano a vicenda;
le notizie che lei dà sono il capovolgimento esatto di quelle dei media ( "della realtà" ) quindi lei ha torto - questo è il primo pensiero che ci hanno insegnato a formulare: dove c'è il numero c'è la verità.. il che non è affatto vero come Mazzini insegna ne' I Doveri dell'Uomo.
da qui dovremmo capire che lei è tanto parziale quanto lo sono i mass media che sono, seppure "undercover", politicizzati quanto lei è...
E' solo una questione di fiducia.. Con la riserva della mia coscienza io mi fido di lei e dei suoi scritti … a parte quelli contro Uniti&Diversi … 
Spero domani di avere il piacere di conoscerla di persona, onorandoci a Genova della sua presenza.
Buona serata
Giovanni Bonafin

Anonimo ha detto...

Buonasera, questo è un ottimo video sulle rivoluzioni "democratiche" e su come si svolgono
Saluti
Gianni
http://www.youtube.com/watch?v=p9BB-O7S9Xs&feature=player_embedded

Filippo Bovo ha detto...

Per vent'anni non s'è parlato dei cadaveri di Timisoara, trafugati dagli obitori e spacciati per vittime del regime. Ricordo ancora la storia di quella donna incinta a cui le guardie della Securitate, secondo i nostri giornalisti malati di necrofilia, avevano strappato il feto della figlia dopo averla sventrata. Una grandissima balla che servì a commuovere l'opinione pubblica e a dipingere i Ceausescu come dei mostri. Solo adesso si comincia a dire come andarono veramente le cose: tempo addietro ho visto un documentario in tv dove si riconosceva che quella contro Ceausescu fu tutta una montatura, altro che rivoluzione di popolo contro le efferatezze del regime. Peccato però che nel frattempo siano passati più di 20 anni, che Ceausescu sia morto e seppellito e che della Romania abbiano fatto tutto quello che volevano...
Poi ci sono stati i 300 bambini del Kuwait, lasciati morire fuori dalle incubatrici dal cattivissimo Saddam (ricordo che ai bambini delle elementari in Occidente veniva fatto credere che Saddam significasse Diavolo), anche quella una grandissima baggianata utile però a commuovere il popolo bove per avere l'assenso a fare la guerra del Golfo.
L'elenco delle efferatezza da Cinecittà è lungo.
Mi domando soltanto quali saranno i prossimi bersagli delle future campagne d'odio orchestrate dall'Impero, funzionali a propiziare invasioni militari, destabilizzazioni dall'interno e dall'esterno e colpi di Stato. Il Venezuela (già nel 2002, in occasione del golpe, attribuirono a Chavez una sanguinosa repressione di piazza la cui responsabilità invece era dei golpisti sostenuti da Bush e Aznar)? Cuba? L'Ecuador? La Bolivia? L'Iran? La Corea del Nord? L'Eritrea?
P. S. Carissimo Fulvio, anche questa volta hai fatto un ottimo lavoro: altro che scritto modesto! Buon lavoro con il documentario e rimettiti in forma presto con le costole!
Ciao, Filippo.

Anonimo ha detto...

Grazie Fulvio per il lavoro di controinformazione sul campo che stai facendo.

Sei pressoche' l'unico che rompe la propaganda della dittatura della borghesia che regna sovrana nell'occidente capitalistico e che ormai ha conquistato anche ideologicamente gran parte della sinistra italiana, un tempo comunista.

Complimenti!

Pablo Genova

Fulvio ha detto...

Sono proprio fiero e contento dei miei interlocutori. I loro interventi sono ottimi, intelligente, autonomi, seri e spesso molto ben scritti. A volte mi fanno sentire poco all'altezza. Sono contributi che illuminano la scena e le menti. Grazie Filippo, Mauro, Alex1, Giovanni, rossoallosso, sempremison, tutti... Stiamo diventando una bella conventicola. Perdonatemi se spesso non rispondo come meriterebbero i vostri stimoli, ma sono in giro a presentare documentari e poi a casa impegnato allo spasimo nella lavorazione del film libico.
Ciao in amicizia,
Fulvio

rossoallosso ha detto...

@Sempremison
io non so nemmeno chi sia questo Lattanzio,a me interessa far sapere a chi di dovere chi sono i serbi,forse avrei dovuto linkare l'articolo originale
http://www.zenes.org/
ma chi si sarebbe preso la briga di leggerlo?
avrei voluto linkare anche l'articolo
dove si legge la tardiva confessione della spia CIA in merito al colpo di stato in Romania ma l'ho perso è un peccato perchè questa,come dice Renato,è storia mica sò cazzi.
A me non interessa sapere se uno è rosso,rossobruno,totalmente nero o grigio, non mi interessa sapere cosa porta una persona a giustificare una guerra solo in base a preconcetti ideologici,poichè tale persona è irrecuperabile,a me interessa aiutare Fulvio a stabilire la verità ora non fra vent'anni

Mauro Murta ha detto...

Scusate se lo rimando ma non sono sicuro che sia arrivato.
Devo ammettere che, ai tempi della guerra in Jugoslavia, avevo pochissima simpatia per i serbi. Mi parevano parenti dei leghisti, razzisti verso i musulmani e con il pallino della pulizia etnica. Non mi ero ancora reso conto che nei giornali e nelle televisioni delle “democrazie” occidentali ogni briciola di verità, quando hai la fortuna di trovarla, è sempre etichettata come complottista, bolscevica e finanche fascista.
C’è voluta internet per smontare i vecchi miti della sinistra in salsa occidentale (…i cristiani sono cattivi, quindi i musulmani sono buoni. Ma questi cristiani sono comunisti. No, ex comunisti, altrimenti non sarebbero cristiani. Ah ecco, allora sono cattivi…).
La propaganda imperiale ha costruito una perfetta macchina del consenso, tarata sui valori cari ai “progressisti” da happy hour che trovano più comodo e à la page indignarsi per le donne col burqa che per quelle disintegrate dai droni.
Dopo vent’anni di genocidi umanitari si può dire tranquillamente che chiunque finisca nel mirino dell’Occidente, fosse anche Belzebù in persona, merita stima e rispetto. E chi, anche non senza qualche ragione, come i curdi, ne sia sostenuto, finisce senza appello tra i foraggiatori della Bestia.
Carlos Hernandez e Ricky (ma che bel nomignolo da organizzatore di rave party!) ci ripropinano la sbobba riscaldata della “democrazia” e delle “libere elezioni”, come se fossero il punto di arrivo della civiltà. Continuate a farvi clisteri di democrazia made in USA, dove tutte le idee sono rispettabili, tanto quelle davvero giuste sono sempre marginali, mentre le più oscene e balzane, con un po’ di propaganda ben studiata, prima o poi fanno sempre comodo. Per quanto mi riguarda la vera democrazia è quando non si possono valicare certi limiti (svendere le proprie risorse alle multinazionali, accettare basi imperiali sul proprio territorio, riconoscere Israele…).
L’Occidente, purtroppo, non ha mai ricevuto serie minacce di annientamento se non per sua stessa mano (speriamo!) dagli “stati canaglia” che invece devono lottare ogni giorno per sopravvivere. E se questi, per allontanare la fine, devono liberarsi di qualche “oppositore”, saranno stati sempre troppo teneri.

Mauro Murta

rossoallosso ha detto...

Il genocidio di Srebrenica. Un falso

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=28708

Andrea ha detto...

Ciao Fulvio, pur ritenendo di avere una posizione abbastanza corretta, non avevo mai approfondito la questione di Sebrenica, il tuo intervento mi servirà da spunto per togliere un'altra fettina di prosciutto dagli occhi, in attesa di tempi migliori..

un saluto!
Andrea

ventopiumoso ha detto...

l'originale dell'intervento dettagliatissimo di ed herman riportato da fulvio è qui.
il sito in cui si trova l'articolo, o saggio storico, comunque ricco di note e riferimenti alle fonti, è una raccolta di tutta la documentazione possibile su srebrenica.

una piccolissima e del tutto incompleta raccolta di video sulla libia si trova qui. (scusate la "pubblicità") :)

saluti a tutti

alex1 ha detto...

Ciao Fulvio,
inervengo ancora
ma mi sembra che gli avvenimenti drammatici si susseguano senza tregua. In Afghanistan continua la mattanza, dopo l'uccisione di una dozzina di bambini, ecco la risposta della Nato alle rimostranze di Karzai, che forse fra un po' diventera' anche lui "defiant", cioe' ribelle.
"NATO: Hits on Afghan houses to continue"
Statement follows warning by President Karzai that alliance forces risk becoming seen as 'occupying force'
In sostanza,la NATO dice: continuiamo a bombardare dove e come ci pare, anche le case. E' chiaro che l'imperialismo vuole stabilizzarsi in pianta stabile in Afghanistan, che a Karzai piaccia o meno. E guarda caso L'Afghanistan e' vicino sia alla Russia ed alla Cina. Questa e' un'osservazione banale, ma importante per chi vede ancora la "guerra al terrorismo" nella retorica che gira nell'establishment anche a sinistra
Alessandro

Anonimo ha detto...

complimenti Fulvio per il grande lavoro svolto.
Pierangelo

alex1 ha detto...

Questo e' un pezzo dell'articolo di Lorenzo Cremonesi del 10 aprile scorso sul "Corriere della Sera" che certo non e' un giornale filo libico, (ma a volte e' piu' credibile di molti pacifinti che scrivono sul "Manifesto") a fare un po' di chiarezza su questa guerra e su quanto sia sporca l'aggressione alla comunita' libica:
"Ma è proprio dopo Ras Lanuf che il Sahara irrompe prepotente sino al Mediterraneo. Rommel, Montgomery, Greaziani, durante la Seconda Guerra Mondiale dovettero fare i conti con il "collo di bottiglia" costituito dal passaggio dell'oasi di Agheila, costretto tra il mare e le marcite nel deserto. Ben Jawad e Nufelia sono due piccoli villaggi a ovest di Ras Lanuf, dove la popolazione non sta affatto in massa con la rivoluzione, tutt'altro. Qui i soldatini dei ribelli erano spaventati, non osavano entrare da soli nelle vie laterali, restavano in gruppo lungo la provinciale. Ogni tanto sparavano ai passanti sospetti. E davano fuoco alle case dei "terroristi" pro-Gheddafi. Così, senza processo, senza prove: giustizia sommaria. "Perchè bruciate quelle ville?", ho chiesto un paio di volte. "Ci stanno i collaborazionisti della dittatura", mi è stato risposto. I soldati di Gheddafi si sono dimostrati molto più forti, organizzati e determinati di quanto si pensasse in un primo tempo. Sono libici pronti a morire per il rais, che ai ribelli piaccia o meno. E' stato stupefacente il loro coraggio dopo il bombardamento dei Mirage francesi sulla colonna corazzata alle porte di Bengasi il 19 marzo. "
Questo in risposta ai Carlos Hernandez sul suo concetto di "democrazia" e di "libere elezioni" ed a Corrado.
Certo, lo stesso Corriere in un video servizio su Mladic ha praticamente gia scritto la sua sentenza di condanna anticipando il TPI, parlando di non precisate "testimonianze", ma ha dovuto ammettere che i fatti di Srebenica sono stati una crudele ritorsione per le stragi di contadini serbi compiute dalle truppe di Izedbegovic, che trovavano comodo rifugio nelle zone protette dall'ONU.
A proposito, sul Manifesto c'e' un gran tifo per il "gruppo 31" in Russia. Sai dirci nulla?
Ciao
Alessandro

Anonimo ha detto...

@mauro murta
bellissimo l'esempio di chi si scandalizza della donna col burqua
e non del drone che l'incenerisce.
Conta piu' una frase del genere che dibattiti di ore.
A proposito della democrazia,il grande inganno e' far credere che il massimo privilegio che si possa offrire ad un essere umano sia potere
mettere un foglio in un'urna per scegliere quello che sembra meno peggio tra 2 stronzi che faranno piu' o meno le stesse politiche concesse da organismi banditeschi sovranazionali,ovviamente non eletti.Naturalmente diritto al lavoro con un'equa retribuzione,diritti dei lavoratori,assistenza sanitaria gratuita,istruzione,diritto alla casa sono sempre piu' un'optional.
I diritti alla ricchezza ed allo sperpero sono invece dovuti alla PARTITOCRAZIA,termine che utilizziamo con nonchalance mentre e' agghiacciante come sia una negazione assoluta della tanto "agognata" democrazia.
In termini molto,ma molto terra terra ,se uno non ha neanche da mangiare con quel foglio da infilare nell'urna non ci si puo' pulire neanche il culo.Preferisco un "regime"che assicuri un'esistenza dignitosa ai propri cittadini alle false democrazie che opprimono dei sudditi sfruttati all'osso.
Luca.

davide ha detto...

Quando li vedi sclerare nei centri commerciali con i lavoratori-ladri e fannulloni-perchè non trovano l'ultimo modello di i pad,perchè pretendono di cambiare materiale dopo i tempi di scadenza,quando con l'arroganza dei poveretti gonfiandosi il petto urlano:"IO SONO UN CLIENTE" e pregano santa striscia la notizia che protegga i loro acquisti e li salvi dai maghi che loro stessi mantengono andando a farsi leggere il futuro,invece che costruirlo.Quando ti dicono che qui si vive bene :voti,hai tanti partiti da scegliere e poi dopo due secondi:tutti questi cazzi di partiti da votare,sti ladroni!

Quando ti guardano con orrore se sei comunista, e per loro vuol dire anche aver votato prodi,quando li vedi bearsi della loro ignoranza e del loro non sapere un cazzo,quando svendono il loro sapere per trovare un nuovo padrone che li mantenga al caldo,quando se la prendono con :stati canaglia,razze terroriste e fanatiche,quando c'è Red Ronnie,quando dalle barricate sono passate alle leccate,quando brindano entusiasti per i lavori di dissidenti traditori della patria che distruggono dall'interno un sistema politico,facendo pagare la loro libertà al popolo,ma guai se tu da occidentale critiche aspramente in occidente le nostre democraizie...Bè,amico non avere dubbi ti trovi in una DEMOCRAZIA EUROATLANTISTA,che culo!

Anonimo ha detto...

Caro Fulvio Grimaldi,
sono Claudio Martini ed ero presente all'incontro di Genova, con altri amici di Alternativa, dedicato Messico. Mi ha sconcertato il peso che, nel successivo dibattito, ha assunto la questione Marcos. Il documentario mostrava qualcosa di inaudito, enorme, terribile, e questi hanno concentrato la loro attenzione soltanto su un dettaglio della narrazione; il dettaglio che era loro più caro.
A questi turisti della Rivoluzione, quali sono gli psudo-zapatisti nostrani, non importa nulla nè del Messico, nè di altri paesi. Hanno tempo e attenzione solo per fumisterie ideologiche e altri "sogni", che poco hanno a che fare con i popoli in via di eliminazione.
Siamo messi malissimo. Siamo pochi e dovremmo sostenerci l'un l'altro. Spero che in futuro tra te e la mia organizzazione, presieduta da Giulietto Chiesa, ci possa essere una lunga e proficua collaborazione.
buon montaggio

Maurizio ha detto...

L'ONU accusa di crimini di Guerra i golpisti libici.. si può far finta di non vedere nulla ma fino ad un certo punto..

rossoallosso ha detto...

abbiamo la "pistola fumante"in Pakistan stavano girando un film

http://translate.google.com/translate?sl=auto&tl=it&u=http://www.presstv.ir/detail/182787.html

Sacrabolt ha detto...

I volenterosi avvoltoi della Libia lasciano sempre aperto un canale di comunicazione...


19 marzo - un Hercules C 130 della US Air Force, numero di identificazione
00-1934, manda un breve messaggio in chiaro in arabo ed inglese sulla frequenza riservata alle emergenze; è stato casualmente intercettato domenica da un radioamatore olandese... «Non lasciate gli ormeggi, non salpate perché il governo libico sta disubbidendo alle Nazioni Unite e se lascerete i porti violando il blocco navale, sarete attaccati e distrutti ».


21 marzo, Ore 20.05 - Bombardato il porto.


Non sarà troppo benevolo lasciare la scelta se essere bombardati in mare o in porto?

Filippo Bovo ha detto...

Pare che in queste ore per le strade di Bengasi ci siano nuove manifestazioni popolari che chiedono la fine del Consiglio Nazionale Transitorio. Non oso immaginare in che modo i "ribelli" staranno cercando di reprimerle. L'escalation è cominciata ieri dopo l'esplosione di una bomba davanti all'Hotel Tibesti, quindi ve ne sono state altre che hanno mandato all'altro mondo un po' di consiglieri militari francesi, inglesi e tedeschi. Domani è venerdì e dopo la preghiera sono sicuro che lo scontro si farà ancora più feroce. I libici non ne possono davvero più del governo dei ribelli e dei suoi spalleggiatori d'Occidente.
La storia c'insegna come finirono le Crociate: ammazzarono un sacco di gente per stabilire dei regni cristiani che pian piano, uno alla volta, caddero tutti sotto la spinta della popolazione ostile al dominio straniero. Sarà così anche stavolta, perchè sempre di una Crociata si tratta. Allora bisognava impadronirsi delle rotte commerciali con la scusa del Santo Sepolcro, oggi del petrolio con la scusa dei diritti umani, ma non c'è differenza. E i libici, contrariamente a quanto credono nell'emisfero occidentale, non sono fessi.

davide ha detto...

più che al petrolio,tema superficiale anche se giusto,credo che tutte queste rivoluzioni colorate e made cia,mossad e compagnia bella siano indirizzate a indebolire la Cina.
Visto che i buoni,liberi,umani,democratici non dimenticano come la nazione abbia reagito contro le quinte colonne e i soliti dissidenti pagati dal colonialismo euroatlantista in quel di Tien a men.
Auguro a questi criminali schifosamente ipocriti di essere inceneriti dal Drago di Pechino

smpremison ha detto...

Certo Davide! Cina e Russia.
Io sono convinto che hanno piani di guerra proiettati nei secoli dei secoli : sistemi computerizzati di simulazione che possno aggiornare in tempo reale - come in un videogame sofisticatissimo. All'università anni fa ci hanno dato un assaggio di quello che riescono a fare. Ci hanno fatto vedere le applicazioni civili naturalmente.

http://www.unsorrisoperognilacrima.blogspot.com ha detto...

non sto comprando più il manifesto e mi dispiace, perchè qualche fascio che mi guardava storto lo beccavo sempre (lavoro a giurisprudenza, università di tor vergata, sorta di succursale di casapound!!!). Ma quella pagina del manifesto su Mladic, davvero, non l'ho sopportata. Così come non ho sopportato l'atteggiamento sulla Libia. Ma almeno, avevo la sensazione di un feroce dibattito interno. Su Mladic, no. Ho avuto la sensazione dell'omologazione al pensiero unico. Che porta abbonamenti...
Vi mando un breve filmato girato a Kragujevac, la Torino dei Balcani, la chiamavano.... un villaggio profughi, dal 99... gente che Mladic non ha potuto proteggere. Era già latitante, mentre andavano liberi personaggi come Naser Oric, il vero boia di Srebrenica... o andavano a colazione con la Allbright, personaggi come l'attuale "premier" albanese kosovaro, Hashim Tachi, trafficanti di organi umani espiantati ai serbi ma pure agli albanesi juogoslavisti (guardate la storia di un certo Ibraj Musa, ex partigiano al quale l'Uck ha ammazzato 3 figli, morto da profugo a Nis). Tutta gente oggi accreditata presso le occidentali e democratiche cancellerie.
http://www.youtube.com/watch?v=rtKDRLr5PVQ
Il video serve a raccogliere fondi per i bambini del villaggio profughi di Trmbas, Kragujevac, Serbia.
Grazie Fulvio.
Alessandro

Maurizio ha detto...

Il Drago di Pechino non incenerisce, aspetta.. questi stupidi si inceneriscono da soli. Non esiste modo alcuno non perdere questo scontro con Tripoli, non c'è modo per loro di ricavarne altri vantaggi se non la solita soluzione alla CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE DELLE ARMI. Sembra una barzelletta ma è così, l'economia necessita di un periodico consumo di armi. Inoltre serve anche per testarne di nuove.

Il problema, nostro e loro, è che questa gente che comanda nelle stanze dei bottoni è DAVVERO pericolosamente ignorante, basti pensare che un analfabeta come Calderoli o La Russa (o tutti gli altri) grazie a questa cosa sporca (diceva Gaber, io aggiungo fuorviante e vanagloriosa) che chiamiamo democrazia (e che lo è nel più sublime dei modi) può effettivamente trovarsi a prendere DECISIONI.

I militari poi sono retrogradi per definizione.. e non CAPISCONO (nel senso che PROPRIO non capiscono) che la violenza non è la soluzione a tutto (quando si ritiene che l'abbiano capito, in realtà si tratta solo di quei casi in cui arrivano - bontà loro - a distinguere la violenza esercitata da quella minacciata).

Agli affaristi, che poi son quelli che fanno girare la giostra, non gliene frega niente di Gheddafi, a loro basta fare affari.. chi vende armi non spera che la guerra sia breve, chi vende servizi all'esercito idem.. e tutti gli altri sono così accecati dalla necessità VAMPIRESCA di profitto immediato che se ne infischiano di mettere in piedi "castelli" che non possono beneficiare nè ai loro discendenti nè a loro stessi se non per qualche tempo. E' un fatto assodato. Questa gente non pensa, non PUO' pensare ai risvolti politici.. sociali.. macchè..

C'è da dire che per fortuna il popolino è anche più imbecille di così e in questo modo son tutti contenti. E quando questa "civiltà" collasserà su se stessa, le masse che oggi votano contro il nucleare, saranno appassionate sostenitrici di bombardamenti atomici pur di riavere il benessere perduto.

E forse ancora il Drago sta a guardare..

Anonimo ha detto...

tutte le guerre son disumane
vani i vinti e i vincitori
un insieme di uomini e donne
con ferocia immane
si son giocati i loro cuori.

distrugger abitazioni
uccider innocenti
ecco la natura verace della guerra: annientare i sentimenti

il potere della merce, il potere dell'inganno
è scaturigine dell'irreversibil danno
e finché donne e uomini non lo capiranno
in questa valle planetaria
non vi sarà nessun scevro d'affanno.



saluti

alberto

Geronimo ha detto...

Gli assassini NATO trasportano armi su navi passeggeri dalla Sardegna.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/06/04/news/missili-e-razzi-imbarcati-sulle-navi-passeggeri-di-saremar-e-tirrenia-4364688

Anonimo ha detto...

oggi hanno blaterato alla radio 3 di quanto sono cattivi sti' cinesi che hanno fatto fuori i poveri studenti martiri di piazza tien an men... pare che oggi sia la ricorrenza dell'antesignana delle rivoluzuzioni colorate ODIO L'ARANCIO apparso la prima volta in luogo del rosso proprio sul manifesto! Se gheddafi avesse cinesato subito le V colonne coi carrarmati...Io non attacco mai, ma se mi attaccano, posso e so distruggere! e non mi sento affatto cattiv*! c'è da fare una scelta: o Noi o loro! io scelgo NOI!

OBAnama ha greciato marPionne che con i nostri soldi, ex cassaintegrazione, s'è comprato la maggiorPanza della decottissima chrysler! esportazione di capitali ad atlantide!

4 SI PER DIRE BASTA!

Anonimo ha detto...

bha, sta storia che Russia e Cina siano delle superpotenze con dei pensieri lungimiranti, ed è per questo che stanno a guardare, mi puzza tanto di mega bufala. L'unico che era riuscito a contrapporsi alla superpotenza americana era stato Stalin, chi ha succeduto ha piano piano perso di volontà e combattività. Basta vedere come è stata smembrata l'ex Unione Sovietica e nessuno che abbia mai fatto niente per ricomporla se non geograficamente, quantomeno militarmente. Sulla Cina invece, nutro dei fortissimi dubbi sulla sua volontà di contrastare gli USA, visto che se crolla l'america crollano anche loro per via del debito pubblico americano che loro possiedono. Anzi, secondo me la Cina ha sempre giocato CONTRO la fu Unione Sovietica, non vedo perchè ora dovrebbe allearsi. Ecco, l'unica cosa da sperare è che sorga un nuovo 1936 e un nuovo Stalin, altrimenti accontentiamoci di vivere dentro l'imperialismo.
Gianni

davide ha detto...

Gianni non posso che condividere le lodi a Stalin,nondimeno non essendo ancora nei terreni di jurassic park,credo che il ritorno apprezzatissimo del Baffone sia lungi dal manifestarsi.
Il declino dell'Unione è dovuta alla distensione e a Kruscev che non era sicuramente un malinkov o molotov,ma una sorta di Gorbaciov in erba.Vedi il famoso rapporto del 56 fatto a pezzi dall'ottimo Losurdo.
Guardando il mondo di oggi è innegabile che essendo differentissimo nel contesto storico,politico,economico,di quello che ha visto protagonista il padre del comunismo mondiale,si debba rivedere certi termini:La Cina e L'america avranno pur sempre un rapporto ambiguo,ma basato sul posizionamento mondiale.
Il nemico principale ,proprio per il versante economico è la Cina,l'unica ad avere un partito comunista capace di resistere ai tempi e a respingere con forza le infiltrazioni delle quinte colonne dai tempi di tien a men o come cavolo si scrive.
Guardo con grandissimo favore anche alla biellorussia,luckaschenko è un straordinario leader politico
La Russia attuale ha un problema e non di poco in Medvedev,perchè Putin aveva ricostruito l'indipendenza e autonomia russa devastata dagli oligarchi.
Credo che in questi tempi la storia sia assai complessa,Stalin avrebbe sicuramente compreso-anche perchè la cina entrò in crisi con la russia di kruscev proprio in difesa di un certo stalinismo-questi tempi e quali son gli alleati migliori
Colonialismo euroatlantista contro Stati Canaglia o Meglio Nuove Potenze.Questo il campo di battaglia,queste le scelte,i tempi lo esigono e non accettano troppe sottigliezze nel rompere il cappello in quattro
Per questo:cina,russia,biellorussia,cuba,iran,libia,corea del nord,siria,venezuela,bolivia,ecuador,vanno difesi dai disegni di invasione e occupazione americani,sionisti,francesi,inglesi,tedeschi

rossoallosso ha detto...

sicuramente a parole le "superpotenze" sembrano nemici,salvo fare accordi sottobanco perchè l'obiettivo è comune accapararsi anche tramite diverse strategie le risorse energetiche mondiali calpestando stati sovrani indipendenti,veri nemici del pensiero unico globale.
è un bilanciamento di contrappesi che non ha nulla di nobile,l'uomo non è al centro della lotta,anzi è visto come merce e come tale buttato nel calderone come sacrificio al dio danaro

Anonimo ha detto...

Fulvio
i commenti come quello di Hernandez non vanno censurati. I lettori devono sapere quanto è pieno il mondo di stronzi.
Ciao.Piero

Anonimo ha detto...

Ma di questo ridicolo imbratta pagine che svolge il suo ruolo da buffone sul Corriere (giornale che ormai ha meno autorevolezza di Pornella 2000) che cosa ci puoi dire Fulvio?

http://blog.corriere.it/notedalfronte/2011/06/il_ridicolo_della_propaganda_d.html