Quando i 5 Stelle stavano dove era giusto stare
Nei percorsi, nelle ricerche e nelle
denunce dei miei più recenti documentari – Fronte Italia-Partigiani del Duemila,
“L’Italia al tempo della peste” e “O la Troika o la vita” (trailer e
selezioni nel mio sito) – mi sono ripetutamente ritrovato a
fianco esponenti, attivisti, rappresentanti eletti del M5S. Più loro che di
qualsiasi altro partito. E’ un dato di fatto sul quale potete sbertucciarmi
quanto volete, ma è un dato di fatto. Che si trattasse del TAV in Valsusa e del
Terzo Valico, della base di guerra MUOS statunitense a Niscemi, del TAP e in
genere della devastazione ambientale e sociale provocata dal’ossessione fossile.
E se il referendum contro le trivelle, seppur mancando per poco il quorum,
aveva conseguito una maggioranza schiacciante degli anti-trivelle, il merito ne
è andato in gran misura a chi con le sue mobilitazioni di massa ne aveva
favorito l’esito, i 5 Stelle. In particolare, attivisti ed eletti 5 Stelle
hanno accompagnato e istruito me e la coautrice dei film, Sandra, negli approfondimenti
sul terremoto nelle Marche e nel Lazio (quelli che grazie al TAP verranno
squartati in coincidenza con le aree più sismiche), al punto che senza la loro
conoscenza-competenza-passione non ne saremmo mai venuti a capo. Al punto che
ne è fiorita un’amicizia rigogliosa in profondità e nel tempo.
Questi amici mi hanno espresso
stamane rabbia, delusione, frustrazione, dolore. La stessa dei disperati e
mortificati che in Puglia erano stati mandati in massa in Parlamento sull’onda
della loro adesione ai No Tap. Una rivolta di testa e di pancia, come è giusto
sempre che sia, contro quanto questo governo ha deciso su una delle più
nefaste, sporche e letali delle Grandi Opere. Grandi Opere, cioè grandi
devastazioni, ruberia, mafiosità. Altrettante battaglie dell’epopea guerresca
condotta contro l’Italia, le sue comunità, il suo ambiente, la sua salute, il
suo futuro, dai terminator che hanno governato nell’ultimo mezzo secolo, con
apoteosi cementificatrice ed avvelenatrice al tempo degli ultimi predecessori
dell’attuale governo. Quelli dello “Sblocca Italia”.
Quelli che se la godono quando il governo rovina un
altro po’ l’Italia
Lo ripeto ancora una volta: questo
non è il “mio governo”. Intanto non lo potrebbe mai essere finchè vi fosse un
capobastone come Salvini. Uno che anziché per la coda in Italia, la tragedia
emigrazione dovrebbe prenderla per la testa, in Africa, dove viene organizzata
da chi la pensa proprio come lui in termini di depredazione neoliberista. Uno
cui la decapitazione di un movimento di massa sacrosanto come quello No Tap ha
fatto secernere la stronzata: “Così gli
italiani avranno più gas a minor prezzo”. Per trovare un governo che vorrei
mio, dovrei tornare al 1870 e a Parigi, ai primi Soviet, a Cuba finchè c’era il
Che, al Burkina Faso di Thomas Sankara. Ma poi, vai a vedere. Ma di questo
governo so, con granitica certezza, che è mille volte peggio chi lo bombarda
giorno e notte di fiele e menzogne, a partire da quel sinistro “manifesto” in
osceno orgasmo davanti al TAP che si
farà, solo perché passa con i cingoli, oltreché su territorio, acqua e aria, su
integrità e forza politica dei 5 Stelle. E so anche che questo governo ha
provato, sta provando e sta facendo cose, magari pochine, magari timide, ma che
per quelli di prima, da Andreotti ad Andreotti, da Amato a D’Alema, da Prodi a
Renzi, sarebbero stati anatema, rovesciamento dei paradigmi, obbrobrio per le
fratellanze, vittoria del Maligno.
A testate contro il tram
Per cui, con tutte le ragioni vedute,
apprezzate o respinte, sostengo e penso che chi si proclama dalla parte degli
sfruttati e offesi, dei dominati, dovrebbe sostenerne le ragioni buone, anziché
gareggiare con i dominanti a chi meglio vitupera proprio quelle (perché
evidentemente dalla parte degli sfruttati e offesi proprio non sta). Per cui,
quando il Movimento 5 Stelle, componente fino a voto contrario ancora
preponderante nella maggioranza, alla faccia di cementifici, asfaltifici e capannoni
cari alla Lega, si precipita a testa bassa e senza casco contro il tram in
arrivo, lasciandosene maciullare e sgomberandogli la via al massacro di San
Foca, del Salento, del Centroitalia sismico sgarrato dal gasdotto, della
Padania bucherellata dagli stoccaggi in
regione sismogenetica, io sto con i miei amici 5 Stelle che piangono e urlano.
E con nessun’ altra ipocrita prefica.
Tantomeno con quegli emuli di Sisifo
che, giorno dopo giorno, edizione dopo edizione, articolo collaborazionista
dopo articolo consociativo, si devono affannare a risospingere in vetta e in bella vista la
testatina “quotidiano comunista”, mentre
inesorabilmente gli rirotola giù, sepolta da 15 pagine che quella
testatina la negano.
Penali, ma decchè!
Mi dimostreranno che ho torto, ma
non credo alla storia delle penali multimiliardarie che ci raderebbero al
suolo. Credo che abbiano la stessa funzione ricattatoria di quelle altre penali
che ci avrebbero lasciati tutti in mutande se solo avessimo osato strappare ad
Autostrade SpA la greppia della concessione. Penali dimostrate inesistenti. Dalle
parti di Melendugno, con le telecamere, siamo stati ripetutamente. E così anche
tra i boschi allora integri e le montagne ancora non sfregiate, tra Liguria e
Piemonte, del Terzo Valico. Terzo Valico (dopo due sottoutilizzati) dove alcuni
già pluri-inquisiti per malaffari di ogni genere insistono a volersi intascare
quei 6,5 miliardi per far arrivare una terza, inutile, ferrovia da Genova a…
Tortona: opera indispensabile ai collegamenti europei e transeuropei!
Tra gli ulivi orrendamente amputati,
sradicati, imbavagliati, che ricordano le immagini di soldati mutilati,
fasciati da bende insanguinate, abbandonati nelle trincee della Grande Guerra,
ho incontrato ragazzi, cittadini, consapevoli che attorno a questi cantieri di
lamiere e filo spinato, sotto le bastonate delle forze dell’Ordine Costituito e
i cingoli dei loro blindati, si giocavano quanto ancora sfuggiva al saccheggio
del mostro capitalglobalista. Come a Genova del G8. Come ad Aleppo. Come a
Gaza. Come a Caracas.
Gianluca Maggiore, portavoce del
Movimento No Tap, Marco Potì, sindaco ormai da sempre, da quando importa, di
Melendugno, due autentici eroi della resistenza umana , di quelli beato il
paese che ce li ha, parlano a lungo nei documentari citati. Insieme ad accademici,
militanti, geologi. E tutti hanno tutte le ragioni del mondo,
tecnico-scientifiche, morali, legali, legittime, biologiche. Perfino
geopolitiche. E Conte e Di Maio ciurlano nel manico quando ci piazzano davanti
il paravento delle penali da 20 miliardi. Esibissero i documenti a prova delle
stesse. Neghino che, come si è visto nel caso del Ponte Morandi, le
inadempienze, le malefatte, trucchi e frodi dei concessionari, le infiltrazioni
mafiose all’origine, i calcoli errati, le attestazioni false, possano
costituire materia di contestazione.
Ciò che non ti dicono: mica finisce in Salento
In ogni caso ci sono ragioni ancora
più stringenti. Quelle per le quali si sono ribellate le popolazioni lungo
tutto il percorso tracciato per quel dannato gas, inutile a noi (il consumo
previsto dal noto liberalizzatore Bersani anni fà si è ridotto di metà, altro
che TAP), catastrofico per l’ambiente, altamente lucrativo per chi lo vende
all’estero. Coloro che si sono mangiati la parola data alla Puglia e
all’ambiente, alle rinnovabili e all’onestà, com’è che non ti dicono niente su
quello che viene dopo la spiaggia e la macchia di San Foca? Mica finisce lì il
TAP. I giganteschi tubi, sempre a rischio di rottura ed esplosione, come
avvenuto anche da noi, accompagnano
sottoterra, fedelmente, la faglia sismica che ogni tanto fa saltare per aria
l’interno d’Italia. Ogni qualche chilometro sorgerebbe un mostruoso impianto di
decompressione o ricompressione del gas, o come diavolo si chiamano. Poi il gas
finisce in una demenziale concentrazione di impianti di stoccaggio nella bassa
padana, una dozzina nel raggio di pochi chilometri, a portata di sassata da
centri abitati e cascine, su terreni agricoli desertificati, dove un tempo
vivevano e lavoravano migliaia di famiglie. E non gli 8 addetti, otto, dei
singoli megaimpianti. Impianti che sparano il gas in arrivo nelle cavità del
sottosuolo dalle quali un tempo si estraeva altro gas e poi lo risucchiano per venderlo
ad austriaci, tedeschi, croati, olandesi. Il tutto, particolare non da poco,
anzi, drammatico, in zona notoriamente a rischio sismagenetico, cioè dove c’è
probabilità di grossi sgrulloni sismici (vedi mappa). Che ce l’abbiano messi
apposta lì? O solo perchè già c’erano i comodi
buchi fatti da Enrico Mattei sessant’anni fa?
A proposito del gasdotto Snam dal
Salento a Tarvisio e dei grappoli di stoccaggi in Padania, quelli sicuramente
possono essere bloccati prima di procedere. Mica c’è un trattato internazionale
presuntamente inibitore! E se, alla luce dei rischi mortali al territorio e alla
gente, dell’ulteriore spintone idrocarburico al cambiamento climatico che ci
annega e arrostisce tutti, i motivi per bloccare tubi e depositi ci sono, tanti
e poderosi, perché Di Maio, Conte e Toninelli non bloccate quelli? I signori del
TAP facciano pure il loro tubo dall’Albania al fondomare davanti al Salento.
Non essendoci proseguio, si dovrebbero fermare lì. E nessuno pagherebbe penali.
E, forse, vedendo l’utilità di un tubo transasiatico che si ferma là dove
sguazzano bagnanti e che non ha dove e perché andare oltre, forse lo stesso TAP
si direbbe: ma chi me lo fa fare… E Salvini si accontenti delle bombolette di
gas che sicuramente gli regalerebbe Putin.
Sono gli Usa che ce lo chiedono
Andiamo, governo Conte-Di Maio, c’eravate tanto
simpatici (e ci voleva poco, dopo Renzi, Gentiloni, Calenda, Gelmini, Alfano,
Verdini, Orfini e caravanserraglio vario). Ditecelo che lo volete/dovete fare
perché ve l’hanno ingiunto, per bocca di Trump, i gestori della distruzione del
mondo per via climatica e bellica. Siete andati a Washington, vi hanno detto
che il TAP è strategico per il processo di inchiavardamento dell’Europa agli
Usa, perché fotte i russi e il loro gas tanto più economico e vicino (che dici Salvini,
amico di Putin?) e perchè elimina da un mondo da mondializzare a stelle e
strisce le ubbie sovraniste di un paese da quattro soldi.
Per imporre al cammino dell’umanità l’handicap di un
pianeta dalle ossa rotte e dal sangue avvelenato, per eliminare dalla scena
chiunque si frapponga al rullo compressore del necromillenarismo, questi hanno
bisogno di controllare ogni sorgente e ogni arteria, fino all’ultima venuzza,
dell’energia, civile e militare, fossile e nucleare. L’hanno fatta pagare a
Libia, Siria, Iraq, Somalia, Yemen, a milioni di vite e dai e dai. Vuoi che si
lascino privare di un tubo solo perché intossica un po’ di colonizzati e guasta
un po’ di spiagge e monti? Poi, se rimarrà ancora qualcosa, prima che debbano
trasferirsi su un altro pianeta, o in un Eden bunkerizzato sottoterra, vorranno
appropriarsi anche delle rinnovabili.
Eppure… eppure io me li ricordo, i Manlio Di Stefano e
Alessandro Di Battista, quando dicevano “ma
di questa cazzo di Nato cosa vogliamo fare”. Io c’ero. E mi sono sentito
contento di essere italiano. Bello sovranista, sotto cinque stelle.
10 commenti:
Molte persone per bene hanno perso anni ed anni su un progetto fallimentare, e che lo fosse era già evidente da tempo.
Occorre capire secondo me che non esiste una via d'uscita semplice, veloce e vincente, soprattutto in questo sistema MSM che non lascia filtrare nulla... la sovraesposizione mediatica di Lega e M5S negli anni scorsi non era un caso e oggi vediamo i nuovi tsiprioti all'opera, e dietro una platea di elettori confusi che non vogliono rassegnarsi all'idea di essere stati presi per i fondelli.
Fulvio, quanto spazio viene dato a forze politiche o intellettuali che CHIARAMENTE e senza furbizie di marketing (la propaganda di questo governo è tanto evidente quanto irritante) dicono la verità? Chi è oggi che vuole rimettere lo Stato al centro di tutto, denunciare i crimini e i genocidi di questo sistema capitalistico marcio, dove per legge divina è stabilito che poche persone possono arricchirsi all'infinito e prosciugare ogni energia del pianeta, umana, etica e morale? Nessuno, a nessuno viene dato spazio per dire queste cose in modo serio e razionale. Pure Hollywood non lascia filtrare nulla... non c'è un solo film o serie tv che immagini un mondo alternativo a questo (persino gli scenari apocalittici o la fantascienza ripropongono esattamente lo stesso sistema attuale): deve essere tutto seccato alla radice, perché noi dobbiamo convincerci che non esiste un'alternativa.
E' di questo che hanno paura i centri di potere che contano, non di Putin, non dei razzisti (il teatrino di questi mesi è veramente stucchevole), xenofobi, populisti e altre caricature varie buone solo a dividere le persone.
Occorre dire la verità, dimostrarla, spiegare e immaginare un'alternativa, senza le furbizie (mentire sapendo di mentire, guardando ai sondaggi) dei guru della comunicazione (i veri avvelenatori di pozzi dei giorni nostri)... o dei fini strateghi che hanno sempre il piano B pronto: ingoiatevi tutto, dicono o lasciano intendere, voi non lo sapete ma noi abbiano il piano B... vi togliamo ora diritti, ma poi vedrete il piano B...
Il prossimo governo gestirà la svendita del paese, probabilmente, nulla toglie però che quanto sta accadendo oggi non è soltanto un tradimento delle promesse elettorali (e in pochi mesi la lista è davvero lunga).
Non so chi oggi possa prendere in mano la situazione, del resto è stata fatta terra bruciata, sappiamo per certo che le attuali forze politiche non sono in grado di rappresentare un vero cambiamento (e non solo in Italia): la sinistra è inesistente, la destra crede molto ingenuamente che gli USA (la parte rappresentata da Trump) siano al loro fianco, come se gli USA possano avere alleati o "amici", e non solo semplici e utili idioti da sfruttare all'occorrenza - chissà poi perché le istanze del "sovranismo" riguardano sempre Francia e Germania, e mai gli USA, una ragione in più per dubitare della buona fede di chi se ne fa portavoce (con modalità tra l'altro non dissimili ai partiti anti-russi nell'est Europa, tanto patriottici e nazionalisti, quanto succubi delle politiche USA)?
Fanno bene in Puglia a protestare, e fanno bene a non perdonare nulla, questi non sono compromessi della politica: questo è un tradimento profondo e non rimarginabile.
Ho cercato risposte sul contratto di Governo messo a punto da Lega e sulla Tap ma non ne ho trovate. Il tema, così come quello sulle grandi opere, era stato pubblicamente evidenziato come uno di quelli su cui c’era più disaccordo per cui non era stato inserito nel contratto. Ora M5s e Lega hanno siglato un accordo di governo che prevedono punti importanti che devono essere rispettati. Ciò che non c’è sul contratto va valutato volta per volta e le promesse elettorali devono fare i conti con l’alleato di governo. Cosa dovrebbe fare Di Maio dopo aver fatto una soffertissima prima legge finanziaria, tutt’ora osteggiata dai poteri di Bruxelles e finalmente a favore del popolo? Rompere l’alleanza con la Lega sulla Tap per fare un favore enorme a tutto il sistema, al PD e a Berlusconi, tornando alle urne? Non mi sembra una via razionale e praticabile. Il gasdotto è stato approvato da altri governi e ora si trova in uno stato tale di avanzamento che tornare indietro costerebbe come un’altra finanziaria. Certo, sono sicuro che se i 5s avessero vinto con il 51% sarebbe stata tutta un’altra cosa, ma con i se non si fa la storia.
Importanti sviluppi a Torino per la mozione della TAV. Alcuni deputati hanno resistito alle pressioni di sindacati confindustria ed un fronte nutrito di Pro Tav per votare contro l'opera.
https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/10/29/news/protesta_pro_tav_di_imprese_e_sindacati_momenti_di_tensione_davanti_a_palazzo_civico-210306980/?ch_id=sfbk&src_id=8001&g_id=0&atier_id=00&ktgt=sfbk8001000&ref=fbbr
Sarà importante vedere se i vertici del M5S continueranno a restare ondivaghi adducendo a questioni di penali e di "impegni presi" o prenderanno una posizione. A questo punto devono scegliere, o di qua o di là.
Anonimo@
L'errore, imperdonabile per rafforza l'accusa strumentale di incompetenza, è stato aver giurato e spergiurato per anni che la TAP l'avrebbero bloccata.
Altro errore capitale, aver promesso agli Usa di farlo, il Tap, quando si diceva che si era contrari alle sanzioni alla Russia.
Altro Anonimo@
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Direi che è comodo invocare la rivoluzione socialista e, quando non si verifica che un passetto in direzione anti-neoliberismo, strapparsi le vesti.
Vogliamo capire con quali forze ci si deve misurare?
Eppoi: se ti avvicini a Putin muori, altro che non avere paura di lui. E' l'ossessione prima dei mondialisti.
Ps. Ho scritto alcuni deputati. In realtà sono consiglieri del Consiglio Comunale.
Putin è perfettamente integrato in un sistema globalista, molte delle iniziative euroasiatiche in realtà mimano ciò che è avvenuto in Europa. Non è un caso che cinesi e russi siano contrari in linea di principio a barriere commerciali. L'avversione a Putin è per questioni molto più pragmatiche e non ideologiche.
Comunque ok... la TAP ... le penali, la TAV, i vaccini, etc... continuiamo a prenderci in giro, tanto ormai è evidente che votare non serve più a nulla, se poi si arriva a questo.
Dire che il TAP non può essere toccato per via di impegni presi prima è calpestare il concetto stesso di democrazia e affermare l'inutilità della politica.
Quando saremo messi di fronte a problematiche ancora più grandi, è facile immaginare quali saranno le reazioni di questa politica: l'esempio lo abbiamo in Grecia, ma facciamo pure finta che non sia così e continuiamo a sperare in qualche Deus Ex Machina.
Quanto però accadrà il disastro, perché accadrà, non ci saranno più idee e prospettive.
Io non vedo comunque alcun passetto in direzione anti-neoliberismo... dove sarebbe? Nei minijobs alla tedesca che si stanno per attivare? Nella flat tax?
Di nazionalizzare hanno fatto chiaramente intendere che non se ne parla nemmeno.
Scusate la franchezza... ma che cosa vi aspettate da questo governo, concretamente?
Anonimo#
Vabbè io al momento non ho nè la voglia, nè il tempo per tornare per l'ennesima volta ad elencare provvedimenti di questo governo che nessun altro prima di questo s'è sognato. Poca roba rispetto alle attese, speranze, pretese, ma roba. Chi non vuole vedere è evidente che non guarda. Che Putin sia integrato o meno, non è un mistero per nessuno. O hai sentito qualcuno chiamarlo bolscevico?
Ma ti posso garantire, perchè io con certuni mi mischio, che non c'è siriano perbene che non gli sia grato. E anche l'80% dei russi. Vale anche per quelli della Crimea e, dovrebbe, per noi tutti, nella misura in cui lui, pragmaticamente, fa da argine.
Eppoi mi basta vedere il branco , da sinistra a destra, che questo governo lo vuole sbranare per sapere come valutare la situazione.
@Fulvio
Io non ho criticato Putin, anzi lo ammiro per la sua lungimiranza ed il suo equilibrio (dimostrato non solo in Siria)... ho soltanto scritto che lui non è l'alternativa al globalismo e a questo sistema marcio, ma una delle tante parti in gioco (ora in difficoltà e sotto forte pressione). Specularmente si potrebbe dire dei cinesi, che anzi, sotto molti punti di vista appaiono a volte più inquietanti dei falchi genocidi di Washington. Purtroppo non ci sono alternative ora. Non ci sono intellettuali forti che aprono nuove prospettive, o sbaglio?
Putin in questo contesto appare come quello più "normale" in questo momento.
Mah sui provvedimenti di questo governo io non ne ricordo di significativi, ma magari sbaglio io. Per provvedimenti intendo cose pubblicate in Gazzetta Ufficiale e con decreti attuativi a corredo, non proclami di nuove leggi, perché di quelle ne abbiamo un paio almeno ogni giorno (questo governo fa innegabilmente propaganda e io lo trovo personalmente molto-molto irritante e fastidioso, soprattutto da parte di chi professa il cambiamento... un caso sui tanti quello di dare nomignoli ai decreti, proprio come facevano Monti e Renzi).
@Anonimo
Infatti nel contratto di governo di cose concrete e fondamentali ce ne sono davvero poche, a memoria non riesco a ricordarne una che non vada oltre dichiarazioni di principio e molto generiche, se non quelle più discutibili e nefaste (come la flat tax e i mini jobs... scusate ma non riesco a chiamarlo reddito di cittadinanza).
Una sì... le sanzioni alla Russia che erano da eliminare... peccato però che il governo sia nato grazie alla benedizione USA e che quindi ministri e politiche siano stati conformati a quanto il tutore politico richiedeva.
Quindi mi e vi chiedo, ma concretamente, a cosa serve questo governo? A coprire per 5 anni i principali problemi per lasciarli irrisolti?
D'accordo diversamente arriverebbero i liquidatori, ma è sufficiente questo per accontentarsi? In questo modo si disillude la gente, non si permette loro di capire le ragioni principali che poi originano le crisi che viviamo (e che Fulvio ha spesso così bene raccontato) e piuttosto li si indirizza verso altri (i leghisti sono maestri nel distrarre l'attenzione dei cittadini, prima con la favola padana e indipendentista, e tutta la ridicola retorica celtica, ora con invettive contro gli immigrati in generale, facendo finta di non sapere da che cosa sono originati i flussi migratori)
Io sono sempre stato molto favorevole all'attivismo e non ho problemi a riconoscere i meriti della base del M5S, ma il problema non sono ovviamente loro.
Comunque fare affidamento su una classe politica che si è dimostrata inaffidabile, e sperare che le cose possano cambiare, la vedo dura.
Poi è ovvio che non ci sono molte alternative pronte, anzi non ce ne sono proprio, ma almeno cerchiamo di capire e di fare capire e non gettiamo energie in progetti che sono fallati in partenza.
PS. Scusa Fulvio il commento precedente potrebbe essere partito non anonimo, in tal caso per cortesia cancellalo
È incredibile come girando le reti nazionali e cercando qualche trasmissione decente mi trovo talk show su La7 Rai 3 RAI 2 dove è un continuo coretto contro il governo, ma i temi sono sempre gli stessi. Come le conclusioni : la colpa dei guai di oggi e di quelli prossimi futuri è sempre del M5S. Chiamati anche dalla stampa nazionale con i soliti aggettivi dispregiativi "grillini", "gialloverdi" "pentaleghisti" "incompetenti" "adepti del comico". Prima in una trasmissione sulla riforma delle pensioni con la Fornero presente, il conduttore rinfaccia ad una esponente M5S di aver promesso la quota 100 senza precisare che chi va in pensione 5 anni prima del massimo avrebbe una riduzione del 18% sul massimo della pensione (ma va?) dimenticandosi che prima, con la riforma della ministra rugosa chi smetteva di lavorare prima, magari perché licenzato non prendeva nulla fino all'età pensionabile. Poi la discussione sulla TAV è sulla Tap. Al di là dei limiti di questo paese movimento, che si evidenziano anche oggi, resta il fatto che poche volte la stampa è la Ue si è avventata come un solo uomo. Probabilmente stanno ottenendo più di quanto i finanziari UE e Bce vogliano concedere.
Ciò che confonde le acque è il sostegno di Trump ai movimenti sovranisti europei. Il nostro stesso governo riesce a sopravvivere proprio grazie a quel sostegno che gli permette anche di ricostruire, sul piano internazionale, la capacità di intessere proficue relazioni internazionali assumendo in molte occasioni un ruolo diplomatico di spicco, ruolo a cui i governi di sinistra avevano rinunciato per una scelta di vassallaggio. Il destino del sovranismo europeo si gioca tutto sulla partita aperta dagli USA in base alla strategia che vuole la rottura del fronte euroasiatico puntando allo sganciamento della Russia di Putin e dove all’Italia è stata dato il compito di trascinarla in un’alleanza con l’occidentale. Starà a Putin approfittare dell’apertura dell’Italia per portarla progressivamente nell’orbita euroasiatica, possibilità che, in realtà, si sta già prospettando visto gli ultimi accordi con la Cina e quelli con la Russia stessa. Il sovranismo europeo ha un futuro solo sotto l'ombrello euroasiatico. Se resta agganciato alla strategia Bannon-Trump potrà sopravvivere solo fino a che gli USA lo riterranno utile strumento per scardinare l'alleanza sino-russa e ridisegnare il ruolo internazionale dell'Europa. Quindi per quanto riguarda il futuro della nostra nazione la questione centrale resta quella dell'uscita dalla NATO.
Posta un commento