Quando, da Capitol Hill, Giove decise
di farsi Europa
Partiamo da
lontano e di corsa. In molti, compreso me, abbiamo spesso ricordato, alla mano
di documenti del governo e dell’intelligence Usa e degli esiti che in questi
erano racchiusi e programmati, che nella costruzione dell’Europa si sono
avvicendati e intrecciati i progetti geopolitici, gli interessi economici, i
messaggi culturali e gli assetti sociali
che Yalta ha sancito avrebbero dovuto costituire la governance in
Occidente. Assetti sociali e interessi economici che avrebbero assicurato al
proconsolato borghese europeo una quota
di minoranza nell’azionariato delle corporations
anglosassoni e relative banche, in cambio di una rete di protezione economica,
militare, culturale che le consentiva di trasferire ricchezza dai suoi popoli e
da quelli a compartecipazione coloniale dalla base della piramide alla sua
guglia. Si chiamano UE, BCE e Nato. Quest’ultima intesa alla difesa armata
della “supercorporation” che il presidente Eisenhower aveva definito “il
complesso militar-industriale”.
Complesso che oggi va aggiornato in Stato
Profondo Usa, composto dalla costellazione Pentagono, servizi di intelligence e
sicurezza, capitale finanziario e media.
Questi
ultimi passati da cani da guardia a sorveglianza sullo Stato, a cani da guardia
che controllano i propri lettori e spettatori. Media perlopiù agli ordini e
nella proprietà degli attori protagonisti del finanzcapitalismo, tipo Jeff Bezos,
o Blackrock Inc,o AT&T, tra i più grossi investitori del mondo. Il nostro
caporalato proconsolare nella Nato, in cambio di una rete di protezione
economica, militare, culturale che le consentiva di trasferire ricchezza dal
popolo allo zero virgola qualcosa, si sarebbe reso disponibile a fare da ruota
di scorta, palesemente contro gli interessi del continente che gli era stato
affidato, all’imperialismo delle potenze vincitrici.
Se non si
conosce questo retroterra, mantenutosi saldo sotto sorveglianza di Washington-Bruxelles
e del proconsolato partitico-accedemico-mediatico-ecclesiale nostrano, non si
capirebbero le origini e ragioni del tifone abbattutosi sul governo di 5Stelle
e Lega da ogni parete, angolo, interstizio, sottoscala di questo Stato e dell’UE, con una veemenza e
fregola di stringere gole che neanche e manco per niente ai tempi della resa
dei conti con il fascismo. E, visto che non-sorpresa?, nell’uragano saettano gli stessi venti e lampi
che si sprigionano pro Argento, pro Mimmo o’Curdu, pro Christine Ford e contro
chi ne mette in dubbio l’illibatezza al profumo di violetta. I missili arrivano
da oltreoceano, le cannonate dalla Commissione (“piccoli Mussolini”,
“Xenofobi”, “peggio della Grecia”) dove chi comanda più alza il gomito e più fa
alzare lo spread e inebriarsi le agenzie di rating (leggi: i portavoce della
Cupola). Con la lettera che vorrebbe stoppare il DEF, I draghi di Bruxelles e
di Francoforte (uno s’è precipitato addirittura in Quirinale, di nascosto dal
governo, cosa mai vista) hanno espettorato fiamme e fiele, diconsi “hate speeches”, sui barbari violatori di
dogmi e liturgie.
Non lo hanno mai
fatto quando altri avevano commesso le stesse sconsideratezze, tanti più
deficit, tanti più debiti, però con la differenza dirimente che le avevano
perpetrate a fini buoni: l’ordine globale dei soldi nella loro marcia unidirezionale
dal basso in alto. Qui, invece, tra reddito di cittadinanza, demolizione della
Fornero e altre intemperanze, si andava “in direzione ostinata e contraria”.
Guerra mondiale contro il governo
“più di destra della Repubblica”
All’arma
bianca i resti dei partiti che furono, con pagine al tritolo giornali e tivù.
Per il “manifesto”, un gufo anti-gialloverdi come Renzi non se l’era mai
trovato addosso, la bocciatura dell’UE è
equivalsa a un orgasmo come quelli che i vegliardi ricavano dalla memoria. Bersaglio
di tutti, “il governo più di destra della Repubblica” che, con maglio non
proprio dissimile dalle vecchie falce e martello, osa picconare l’ordine nato
dal ratto d’Europa. Ne danno testimonianza, nella gazzetta ormai monotematica (governo
di fascisti e razzisti) detta “manifesto” , mosca cocchiera dell’assalto
mediatico universale, con unanime
spirito conservatore, direttori, vicedirettori, editorialisti, cronisti,
correttori di bozze, poligrafici, portinai, strilloni.
E’ successa
una cosa gravissima, intollerabile, che minaccia l’ordine del cosmo come
allestito fin dai predecessori degli attuali reggenti e messo in questione solo
nel breve arco che va dal 1968 al 1977: la piramide che s'inclina e minaccia di rovesciarsi, il sistema di trasferimento della
ricchezza dal basso verso l’alto, come concordato con la mafia e relativi
referenti politici da allora ad oggi, fin dallo sbarco americano del ’43. Un “popolo
disperso che nome non ha” s’è stufato di essere “non donna di provincie ma
bordello”, s’è dato un nome, da inaudita sovranista ha rivendicato la sua provincia nell’ordine
globale e, il 4 marzo 2018, ha votato diverso e dissonante. Ne è scaturito un
governo affatto differente rispetto a quelli di tutta la storia prima. Un
governo casinaro, di opposti e affini, di sguaiataggini e tonfi (verdi) e
farloccherie e cedimenti (gialli), ma anche di provvedimenti solo sognati e che,
per la prima volta, ha provato, timidamente, debolmente, a rovesciare il paradigma
e restituire qual cosina del maltolto. Dai soldi strappati agli eurolicantropi
non benefit e guiderdoni alla cricca del 10% che ha la ricchezza del 50% (a
proposito del disarmante “dove prendere
i soldi?”), ma stampelle a chi zoppica. Dei 5,5 milioni di persone in miseria,
dei 12 che non si possono curare, dei 18 che hanno un piede nella povertà e
l’altro periclitante al limite, di cui non gliene doveva fregare niente a chi
era proposto al famoso trasferimento globalista da sotto a sopra, da chi suda a
chi sta al fresco,dalla natura al cemento, dalla pace alla guerra, dall’aria al
gas, qualcuno un gialloverde, più giallo che verde, ha iniziato a occuparsi. Abominio!
Ad
accapigliarsi su chi schiuma di più e meglio ci sono tutti, da Propaganda Live
in giù. L’intero cuccuzzaro dei talkshow, dei TG, dei programmi d’opinione, di
intrattenimento, di schifo, gli esposti nelle vetrine del Grande Fratello, gli
spiaggiati sulle isole delle baruffe al perizoma, le strisce dei coltivatori di
pensieri importanti, quelli delle inchieste che non sbagliano mai bersaglio, con
le rispettive compagnie di giro in transito dall’uno all’altro. Oltre
ovviamente agli scontatissimi ripetitori
a stelle e strisce e stella di David sulle antenne di carta stampata.
Il turbamento
è pari all’ira. E l’OSS (Office of
Strategic Services) allora, e il
colonello Donovan che impostò
l’Italia postfascista come doveva essere facendo da lenone tra toro-Giove ed
Europa?? E tutti soldi da lui e poi dalla Cia riversanti nei movimenti
paneuropei? E allora il piano Marshall, foriero dell’americanizzazione di
colture e produzioni? E Yalta e De Gasperi e i suoi nipotini tutti chiesa,
servizi e strategie della tensione? E poi, in assenza di opposizione vera o
finta, la stretta alla cinghia per opera delle Larghe Intese, di Monti, degli
euroligarchi dalle porte girevoli tra Commissione e banche, un luminoso cammino
verso la più forte diseguaglianza sociale d’Europa, la corruzione più grande
d’Europa e la 70esima nel mondo, l’evasione degli amici degli amici a 270 miliardi l’anno? E i migranti estirpati dalle loro terre per
abbattere un po’ i costi e non avere problemi nelle miniere d’oro, o per lo
spostamento di popolazioni in vista della diga, o nella destinazione di terre
dell’autosufficienza a feudi Monsanto dall’intensità in estensione e
tossicità ? Tutto inutile? E vuoi che
non succeda un Casamicciola?
4 commenti:
Quindi che cosa ci accadrà secondo Lei? Un false flag?
Anonimo@
L'unica risposta razionale è boh. Comunque metteranno in campo tutto quello che di tossico hanno a disposizione Bruxelles, Draghi, le agenzie di rating e i media del panico. Poi, alle elezioni europee si vedrà.
Più debito si traduce in più interessi. Ci guadagnano sempre i soliti usurai. Diverso sarebbe il discorso se avessero imposto tasse sui patrimoni o una seria lotta all'elusione fiscale di ricchi che fanno affari in Italia e pagano le tasse in Lussemburgo o a Londra. Stanno solo facendo più debito sperando che ci si metta tutti a consumare compulsivamente, produrre di più ( per estrarre più profitti). In questi giorni ho avuto due offerte di lavoro, tutte con contratto a progetto (niente ferie e malattia). Non ho notato un miglioramento dei diritti dei lavoratori.
Sperare di vedere oggi i miglioramenti è poco più di un illusione. Solo fra alcuni mesi si può sperare di vedere qualche miglioramento, comunque limitato. Se la classe lavoratrice non ritorna a pungolare i vertici sindacali fino ad ora appiattiti sulle posizioni dei precedenti governi amici grandi progressi non si avranno.
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