La Spezia, comizio di Italia Sovrana e Popolare
La Spezia, la Marina, il Rigassificiatore, le discariche,
i tumori
A Spezia sono tornato per intervenire a una manifestazione
della campagna elettorale di ITALIA SOVRANA E POPOLARE, per la quale in Liguria
sono capolista al Senato.
Ho detto “tornato”, perché La Spezia la frequento da tanti
anni, per motivi famigliari e professionali. Questi ultimi si sono concentrati
sul fatto che Spezia è stata presa di mira, con il suo meraviglioso “Golfo dei
Poeti”, da malfattori e devastatori, politici e imprenditoriali, di ogni genere.
Tanto da essere una delle città con il più alto tasso di tumori d’Italia.
Merito di una serie di discariche sulle colline del Golfo in
cui sono state nascoste le sostanze più tossiche delle produzioni industriali e
urbane più disparate e disperanti. Merito delle navi cariche di rifiuti tossici
che partivano per la Somalia la quale, in cambio di farsi avvelenare, riceveva
armamenti. Merito della centrale ENEL a carbone le cui polveri si disperdevano
sul territorio e nei polmoni degli spezzini.
Crimini dei gruppi dirigenti nazionali e locali che contribuimmo
a scoprire e denunciare, insieme al Corpo delle Guardie Forestali (cancellato
da Renzi), quando ero al TG3. Allora si poteva…
Oggi l’affronto si rinnova e si estende, Non bastava che a
Spezia fosse stata imposta, fin da Cavour, una gigantesca servitù militare sotto
forma di Porto della Marina Militare che gli aveva confiscato parte del mare e
parte della costa.
Ora quel porto cresce, si dilata, nuovi moli, nuovi pontili,
più navi, più grandi, altri 40 ettari di mare, 600mila metri cubi di fondo
marino contaminato da dragare e riversare qua e là. L’ideale per la distruzione
completa di un porto destinato ai poeti, alla bellezza, alla salute e che
diventa il primo bersaglio di un qualche nemico, inevitabilmente da USA e NATO
provocato.
Basta? Non basta. A Panigaglia, sul braccio Ovest del Golfo,
è impiantato da anni un rigassificatore. Da anni un pericolo anche perché in
mezzo ad abitati e di difficilissimo accesso in caso di disastro. Relativamente
poco usato in passato, diventa strategico ora che siamo costretti a rinunciare
al gas russo e a rifornirci del gas da scisti statunitense, liquefatto,
trasportato e rigassificato. A Piombino, come qui a Panigaglia. Una bomba
ecologica, hanno detto. Ah no? I rigassificatori hanno una tendenza a
esplodere. E’ successo in Texas, a Freeport, il più grande impianto di gassificazione-liquefazione
degli Stati Uniti. E’ esploso il 9 giugno.
Da lì parte il gas da scisti, ricavato con esplosivo, acqua
e chimica dal sottosuolo, per l’Europa. L’esplosione ha ridotto di un quinto l’export
di gas USA verso di noi.
In compenso, che bravi, ci siamo “liberati alla dipendenza
dal gas russo”. Che non esplode e costa un decimo.
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