Non
è che Mentana sia credibile. Un Ordine dei Giornalisti che davvero salvaguardasse
professione e deontologia, come minimo lo avrebbe sottoposto a provvedimento
disciplinare. Non tanto, o non solo, per un telegiornale che più fazioso e
mistificatorio non potrebbe concepirsi, quanto per quella sua testata online, OPEN,
dove mandatari esperti di diffamazione e
delazione, virtuosi della “character assassination”, autodefinitisi factcheckers,
propagano menzogne e azzerano verità.
Nel
caso di Enrico Mentana si tratta di un primato nel millantato credito di giornalismo,
ma lo stesso mio apprezzamento vale alla pari per i direttori e le grandi firme
di tutti i giornaloni/giornalacci italiani, su carta o su schermo. E’ la stampa
2.0, Bellezza, quella del cane da guardia che si è voltato dalla parte opposta.
Ieri
sera, però, nel suo TG principe, alle 20.00, per una volta Mentana è stato
capace di fornirci un’informazione verace, corretta, indiscutibile, confermatrice
della realtà e anche, per taluni, ritardatari, rivelatrice.
E’
stato nel salottino con Jean-Luc Melenchon, leader del cosiddetto radicalismo di
sinistra (così detto da tutti per esorcizzare che ne compaia una vera) di La France insoumise che, per una volta, il Tg di Cairo-Mentana ci ha
permesso il confronto diretto e non adulterato della realtà. Un confronto facilitato
dai sorrisi, compiacimenti, consensi, tenerezze, che i due si scambiavano in un
tripudio di simpatia e concordia e per una durata del servizio che ha superato perfino
quella con Zelensky.
Quando poi
Melenchon, tributato ogni apprezzamento al compagno De Magistris (bravo
magistrato, ma non rimpianto sindaco taglia-alberi di Napoli) e ai suoi
boyscout di Unione Popolare (ex-PaP), si è spontaneamente avventato sul
tema-principe del cronista NATO Mentana, Ucraina e Russia, siamo arrivati al
quasi lingua-in-bocca tra i due sodali e abbiamo visto il bassottarello Enrico
allungarsi di 20 centimetri.
Ecco che dagli schermi
de la 7 e sotto lo sguardo ammirato, quasi orgasmatico, del giornaliere NATO,
ci è balzata addosso la realtà. La verità, cioè, di chi è chi e cosa ci
rappresenta.
Come se il programma
elettorale diffuso dagli insoumises napoletani ci avesse lasciato qualche dubbio.
Incredibili anticipatori del transizionista ministro Cingolani, per nettarsi di
ogni residuo di sinistra, hanno disciplinatamente scelto la doccia con acqua
semitiepida, ma di rose. Per non scottare nessuno.
Ah no? Guardate qua
e giudicate voi. No, non è il programma di Comunione e Liberazione, e nemmeno
quello delle Pie Donne del Sagrato. Guardate bene il logo. E’ il programma
antagonista della sinistra radicale. Dai, forza, andiamo tutti a “lottare
contro la povertà” e a “perseguire la
pace e la democrazia in Europa e nel mondo”! Con tanto di UE, Biden e NATO?
Ma che c’entra! Sempre quelli che scassano la minchia col pelo nell’uovo…..
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