Immagini: Micheletti sostenuto dagli sgherri della "scuola delle Americhe". La condizione alla quale si vorrebbe ricondurre la "repubblica delle banane".
Riproduco in calce un comunicato della Resistenza honduregna, che mi pare facilmente comprensibile anche per chi lo spagnolo non lo sa. In ogni caso internet fornisce strumenti per la traduzione, anche se scadenti.
Lasciatemi aggiungere una breve considerazione, sollecitata da quanto oggi i media tutti, sia degli utili idioti (sinistre), sia degli amici del giaguaro, pubblicano in prime o intere pagine (vedi, per es. L'Unità e Repubblica). La notiziona, intorno alla quale si percepisce la bava di chi la diffonde, è che la nota e famigerata blogger cubana "dissidente" Yoani Sanchez sarebbe stata sequestrata per alcuni minuti da tre sconosciuti che l'avrebbero trascinata nella loro macchina e poi malmenata. Il racconto, fatto dalla sola blogger, senza la minima traccia di violenze su faccia e corpo e non corroborata da neanche un testimone, puzza di provocazione lontana diecimila chilometri e dieci ore di volo. Figuratevi se i cubani son tanto idioti da mettere le mani su un personaggio che viene inalberato dal mondo capitalista-imperialista come vessillo della resistenza alla "sanguinaria dittatura di Fidel Castro", dopodichè non hanno neanche mai sfiorato con una piuma quei quattro dissidenti che per Bertinotti e ciurmaglia analoga erano "intellettuali e giornalisti per la libertà a Cuba", ma poi sono stati lasciati cadere in un opportuno dimenticatoio quando i cubani hanno potuto dimostrare che si trattava di mercenari prezzolati, mensilmente retribuiti dall'incaricato d'affari Usa, oltrettutto collegati alle centrali del terrorismo cubano a Miami. Nessuna, neanche delle più equivoche organizzazioni dei diritti umani ha mai potuto denunciare un solo caso di tortura a Cuba. In Honduras, al contrario, si tortura allegramente e massicciamente, sotto l'occhio sadico di emissari Usa come John Dimitri Negroponte e lo squadrista della morte Billy Joya.
Lascio ai lettori perspicaci e esperti di provocazioni tipo il "martirio" della Politovskaja, collaboratrice delle emittenti Cia "Radio Free Europe" e "Radio Liberty", tipo l'uccisione dell'inconsapevole iraniana Neda attribuita ai miliziani di Ahamdinejad e invece allestita, come si è dimostrato, da coloro che da Washington hanno allestito la "rivoluzione verde", o i pogrom dei venerati monaci buddisti, tipo ancora certe imprese delle nostrane infiltratissime BR, l'analisi del bucherellato racconto della Sanchez.
E li invito anche a vedere il quadro in cui si inserisce l'operazione Sanchez e che vide un perfetto sincronismo con il colpo di Stato e la sanguinaria dittatura Usa-oligarchia in Honduras, le sette basi d'assalto USA installate nella Colombia del narcofascista Uribe, le inziative di sabotaggio e destabilizzazione da parte di settori reazionari (purtroppo anche indigeni) in corso in Venezuela (dove si moltiplicano le infiltrazioni terroristiche di paramilitari colombiani), Bolivia, Ecuador, l'uragano propagandistico obamian-clintoniano contro Chavez e tutte le forze rivoluzionarie e progressiste in America Latina. E' partita la strategia imperialista per il recupero dell'America Latina perduta nel tempo in cui Bush prima e ora Obama erano e sono impegnati nel genocidio asiatico e mediorientale.
Ma quanto con ancora maggiore evidenza illustra la malafede e la strumentalità delllo "scandalo Sanchez" è il contemporaneo totale silenzio-connivenza con la pinochettata in corso in Honduras, dove gli Usa sostengono una feroce dittatura militare che, tra repressione e manipolazioni politiche, ha fatto oltre 27 morti, migliaia di feriti e mutilati, oltre cinquemila carcerati, la soppressione con leggi marizali e stati d'assedio di tutte le libertà costituzionali e di tutti i diritti umani. Il complotto Usa-oligarchi e militari honduregni, sostenuto da esperti israeliani degli squadroni della morte, è in atto, nell'urlante silenzio dei media, dal 28 giugno scorso ed è stato coronato da un finto "dialogo" al termine del quale il legittimo presidente destituito con la forza, Manuel Zelaya, resta imprigionato nell'ambasciata brasiliana assediata, il golpista fascista Roberto Micheletti ha preteso di costituire, lui, un governo "di riconciliazione e unità nazionale" per arrivare così a elezioni il 29 novembre da lui manipolate e dall'esercito golpista "controllate" e decine di migliaia di honduregni, riuniti nel Fronte di Resistenza, resistono nella strade al tentativo di rinnovare in America Latina i nefasti di Pinochet e Videla, dei Contras e delle invasioni Usa. Io non ho mai esitato di muovere critiche alle falle rivoluzionarie di Cuba, in quanto prima di tutto amico del popolo cubano e nemico di un imperialismo dal quale questo popolo da mezzo secolo eroicamente si difende. Ma basta questo confronto tra Sanchez e Honduras per assegnare alla blogger filo-Usa e ai suoi sicofanti il posto che meritano.
Mi auguro che gli amici di Cuba, soprattutto quelli organizzati , come anche le rappresentanze politiche e diplomatiche di Cuba, sappiano rispondere adeguatamente alla cialtroneria dei media e ai complotti contro la rivoluzione.
www.selvasorg.blogspot.com
Realismo mágico: Micheletti renuncia y se queda
Porque estás que te vas y te vas y te vas
y te vas y te vas y te vas y no te has ido...
bolero, Jose Alfredo Jimenez www.youtube.com/watch?v=3ZUPlE18VkM
Honduras: Oficialización del golpe
Etiquetas: EEUU/USA, Honduras
El Frente de Resistencia desconocerá el proceso electoral y sus resultados. Llama a todas las organizaciones de la Resistencia a nivel nacional para ejecutar las acciones de desconocimiento de la farsa electoral.
Tito Pulsinelli
Ahora es definitivo: Micheletti & asociados siguen por la misma ruta, tiran a la basura el acuerdo propiciado por T. Shannon, y con una operación de burda cosmética van a sacar del sombrero un “gobierno de unidad nacional”, con los mismos compadres y lacayos de siempre. Sin el regreso de Zelaya a la presidencia.
Borran el punto 5 del acuerdo recién alcanzado, que establece expresamente la restitución de Zelaya al puesto en que fue elegido por los electores, y marchan con trompetas y caradura hacia la farsa electoral. Con la anuencia del Departamento de Estado, su hipócrita diplomacia del doble carril, los servicios sucios del ex presidente chileno Ricardo Lagos y la bendición del cardenal de Tegucigalpa, han cocinado una burla grotesca a la ciudadanía de Honduras. Y a todas las instituciones internacionales que condenaron y cortaron la relaciones con los golpistas.
Sin Zelaya a la presidencia no habrá ningún gobierno creíble, mucho menos unitario, ni que pueda reconciliar la nación hondureña Sin Zelaya no habrá participación en el proceso electoral, que será una expresión minoritaria de los poderes fácticos y no involucrará la mayoría social. El Grupo de Río ya ha ratificado que la “unidad nacional” se alcanza con la aplicación integral de los acuerdos logrados. El punto 5 habla con claridad del regreso a Palacio de Zelaya.
Los actores ocultos del Tegucigolpe han siempre actuados inspirados en el “escenario Haití” (como este blog señaló desde el principio): uno de los comandantes de la base de Palmerola fue el protagonista del secuestro y deportación del presidente Aristide a Africa.
Ese secuestro culminó la reversión del proceso liberador de la isla antillana y la sucesiva desarticulación del movimento emancipador Lavalas. Estados Unidos lo logró después de un primer golpe y exilio de Aristide. Demasiadas coincidencias.
La fase 2 del Tegucigolpe, apunta al maquillaje acelerado de la fuerzas golpistas para que sean mas presentables, y puedan proceder al “fraude electoral anunciado". Buscan un reconocimiento internacional un poquito mas amplio del actual, limitado a Estados Unidos e Israel. ¿Quién participará activamente a ese fraude? Cuentan de obtener asi un tiempo adicional, suficiente para lograr lo que no han podido hasta hoy: desarticular, dividir, reprimir y subyugar el Frente Nacional contra el golpe.
En otras palabras, una estrategia siempre finalizada al factor tiempo, con la ilusión de poder remover el problema que está implantado en el centro nervioso y en el corazón de Honduras: proceso constituyente Esto, los golpistas y sus patrocinantes del norte, no han podido borrarlo. Tampoco la fuerza social que lo respalda, crecida en experiencia, determinación, conciencia de la fuerza acumulada, articulación interna y –por primera vez- también internacional.
Honduras no es Haití, Mel Zelaya no está en Africa. La resistencia ha conseguido una victoria táctica, y va en busca de la afirmación estratégica, con flexibilidad y capacidad de innovación.
El mundo, y aquello que no han perdido la decencia, deben seguir apoyando las gestas de los hijos de Morazán y de Lempira.
Realismo mágico: Micheletti renuncia y se queda
Porque estás que te vas y te vas y te vas
y te vas y te vas y te vas y no te has ido...
bolero, Jose Alfredo Jimenez www.youtube.com/watch?v=3ZUPlE18VkM
Honduras: Oficialización del golpe
Etiquetas: EEUU/USA, Honduras
El Frente de Resistencia desconocerá el proceso electoral y sus resultados. Llama a todas las organizaciones de la Resistencia a nivel nacional para ejecutar las acciones de desconocimiento de la farsa electoral.
Tito Pulsinelli
Ahora es definitivo: Micheletti & asociados siguen por la misma ruta, tiran a la basura el acuerdo propiciado por T. Shannon, y con una operación de burda cosmética van a sacar del sombrero un “gobierno de unidad nacional”, con los mismos compadres y lacayos de siempre. Sin el regreso de Zelaya a la presidencia.
Borran el punto 5 del acuerdo recién alcanzado, que establece expresamente la restitución de Zelaya al puesto en que fue elegido por los electores, y marchan con trompetas y caradura hacia la farsa electoral. Con la anuencia del Departamento de Estado, su hipócrita diplomacia del doble carril, los servicios sucios del ex presidente chileno Ricardo Lagos y la bendición del cardenal de Tegucigalpa, han cocinado una burla grotesca a la ciudadanía de Honduras. Y a todas las instituciones internacionales que condenaron y cortaron la relaciones con los golpistas.
Sin Zelaya a la presidencia no habrá ningún gobierno creíble, mucho menos unitario, ni que pueda reconciliar la nación hondureña Sin Zelaya no habrá participación en el proceso electoral, que será una expresión minoritaria de los poderes fácticos y no involucrará la mayoría social. El Grupo de Río ya ha ratificado que la “unidad nacional” se alcanza con la aplicación integral de los acuerdos logrados. El punto 5 habla con claridad del regreso a Palacio de Zelaya.
Los actores ocultos del Tegucigolpe han siempre actuados inspirados en el “escenario Haití” (como este blog señaló desde el principio): uno de los comandantes de la base de Palmerola fue el protagonista del secuestro y deportación del presidente Aristide a Africa.
Ese secuestro culminó la reversión del proceso liberador de la isla antillana y la sucesiva desarticulación del movimento emancipador Lavalas. Estados Unidos lo logró después de un primer golpe y exilio de Aristide. Demasiadas coincidencias.
La fase 2 del Tegucigolpe, apunta al maquillaje acelerado de la fuerzas golpistas para que sean mas presentables, y puedan proceder al “fraude electoral anunciado". Buscan un reconocimiento internacional un poquito mas amplio del actual, limitado a Estados Unidos e Israel. ¿Quién participará activamente a ese fraude? Cuentan de obtener asi un tiempo adicional, suficiente para lograr lo que no han podido hasta hoy: desarticular, dividir, reprimir y subyugar el Frente Nacional contra el golpe.
En otras palabras, una estrategia siempre finalizada al factor tiempo, con la ilusión de poder remover el problema que está implantado en el centro nervioso y en el corazón de Honduras: proceso constituyente Esto, los golpistas y sus patrocinantes del norte, no han podido borrarlo. Tampoco la fuerza social que lo respalda, crecida en experiencia, determinación, conciencia de la fuerza acumulada, articulación interna y –por primera vez- también internacional.
Honduras no es Haití, Mel Zelaya no está en Africa. La resistencia ha conseguido una victoria táctica, y va en busca de la afirmación estratégica, con flexibilidad y capacidad de innovación.
El mundo, y aquello que no han perdido la decencia, deben seguir apoyando las gestas de los hijos de Morazán y de Lempira.
4 commenti:
Un altro caso di Democretinismo.Questa sanchez poi è davvero patetica e ridicola,una macchietta come moltissimi bloggers "ribelli" ben finanziati dalla cia.La sua fortuna è che in occidente c'è bisogno di ripulirsi la coscienza- dai piani condor,alle sporche guerre nei vari vietnam,iraq,afghanistan- e allora eccola:l'eroina a uso e consumo occidentale.
Oggi poi è la festa di San Democretino,con il crollo del muro son crollati anche i cervelli!
http://www.granma.cu/italiano/2009/noviembre/sabado7/annessione-colombia-stati-uniti.html
Articolo di Fidel puntualissimo sull'annessione della Colombia agli Stati Uniti. Solidarietà con Venezuela Bolivia Ecuador direttamente minacciati. Solidarietà con l'Honduras che combatte contro il golpe. A fianco dei popoli di tutto il Sud America e con i popoli del Sud del mondo in lotta contro l'imperialismo yankeisraeliano. Fred
ho letto della Sanchez su televideo Rai. evidentemente col tempo mi sono scafato perche' non ho creduto un solo secondo che la notizia fosse vera. il problema tuttavia sono i milioni di persone che al contrario ci credono. e qui che siamo perdenti, noi che per vie diverse abbiamo imparato a riconoscere i personaggi che ballano sul palcoscenico e anche quelli dietro le quinte. non abbiamo visibilita'. non ce l'ha Fulvio che di mestiere fa il giornalista, figuriamoci il sottoscritto che fa tutt'altro. personalmente quando ho parlato e fatto circolare notizie di contro-informazione(come si diceva ai miei tempi)nel piccolo gruppo di amici ho esaurito la possibilita' di rendere visibile "la verita". si comprende benissimo quindi perche' gli illuminati abbiano il controllo dei media. comunque caro Fulvio, vai avanti! è sempre un piacere leggerti.
Carissmo Fulvio,
ti invio il testo del massaggio che ho mandato per posta elettronica
alla signora Yoani Sanchez. Io spero solo che lei sia manipolata dalla
CIA e non ci metta troppo del suo.
A presto,
Giorgio Stern
Gentile Signora,
mi scuso se non mi esprimo in spagnolo, lingua che purtroppo non
conosco, voglio tuttavia dirLe che Lei è molto fortunata a vivere a
Cuba, perchè se fosse palestinese, a quest'ora non solo sarebbe stata
imprigionata dagli isrealiani, ma nessuno avrebbe più notizie di Lei.
Certo saprà che Israele, la nazione più colonialista del mondo, è uno
Stato mantenuto completamente dagli Stati Uniti.
Le auguro di sopportare di vivere in un'isola che certamente non ha
molta ricchezza, ma dove nessuno muore di fame (come nella maggior parte
di paesi del mondo, Stati Uniti e Italia compresi).
Si goda la Sua bella isola e comprenda anche le ragioni del Suo popolo e
del Suo Governo, da sessant'anni illegalmente sottoposti ad embargo
dalla "liberty USA".
Suo
Giorgio Stern
Trieste - Italia
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