venerdì 6 aprile 2012

Guenter Grass per tutti noi



Giorno della Terra: nazisionisti contro palestinese espropriato

Coloro che non si muovono non si accorgono delle loro catene
(Rosa Luxemburg)
Ogni qual volta ti trovi dalla parte della maggioranza, è tempo di fermarsi e riflettere.
(Mark Twain)


Buona Pasqua di resurrezione della più criminale fregatura della storia umana.


Ripropongo la recente poesia di Guenter Grass. C’è poco da aggiungere.


E intanto la fetecchia Abu Mazen dell’ANP, pur svergognato dai Palestine Papers che hanno rivelato la complicità della sua cosca mafiosa con il genocidio del popolo palestinese, mentre i nazisionisti moltiplicano gli insediamenti, obbedisce agli Usa e rilancia “negoziati” a perdere. E i rinnegati di Hamas e di tutte le organizzazioni palestinesi pugnalano alle spalle la Siria, ultimo baluardo dell’antisionismo in terra araba, per affidarsi alle cure e ai soldi del dittatore monarchico del Qatar, killer delle vere primavere arabe. E i filopalestinesi nostrani fanno kermesse pietistiche, agitando il coltello che anche loro brandiscono contro la Siria. Così non rimane che un tedesco onesto e uomo d’onore a dire quello che non si poteva dire meglio. Nemesi della storia.


Per questa poesia "Quello che deve essere detto", il grande scrittore e premio Nobel Günter Grass sta subendo in questi giorni gli attacchi più selvaggi e scomposti da parte dei soliti noti pennivendoli e lacché del pensiero unico.


Quello che deve essere detto - di Günter Grass

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt'al più le note a margine.

È l'affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un'atomica.

E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l'altro paese,
in cui da anni - anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?

Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d'uso corrente.

Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un'unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.

Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d'Israele
al quale sono e voglio restare legato.

Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
la potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi - come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.

E lo ammetto: non taccio più
perché dell'ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.(Il riferimento all’Iran è superfluo: sono anni che gli spioni dell’IAEA controllano  (N.d.r).

Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia (imperialsionista. Nd.r.) ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.

(traduzione di Claudio Groff dal blog di Annalisa Melandri http://www.annalisamelandri.it/2012/04/gunter-grass-quello-che-deve-essere-detto/)

14 commenti:

alex1 ha detto...

In questi giorni ricorre in ventesimo anniversario dell'inizio della guerra in Bosnia, quando cecchini appostati su di una delle torri di Saraievo iniziarono a sparare sulla folla che manifestava conro la secessione etnica dell'islamico fascista Izedbegovic. E' necessario ricordare ai piu' giovani quell'avvenimento per sottolinare la mistificazione dell'informazione, a mio avviso una delle piu' vergognose negli ultimi quarant'anni. Le stragi dei mujaddin taciute o giustificate come "reazione alla pulizia etnica", l'inversione delle attribuzione della responsabilita' della strage al mercato, gli accordi "di pace" mai applicati in toto, l'espulsione di oltre 40000 serbi da Saraievo, i processi asimmetrici del TPI, che giusto due giorni fa ha dichiarato il non luogo a procedere per la strage sionista Piombo fuso. Parlarne perche' la mistificazione di allora sostenuta attivamente anche dalla sinistra democratica Veltroniana del tempo venga smascherata e resa nota ai piu' giovani.
Buona Pasqua a tutti.
Alessandro

Fulvio ha detto...

Alessandro, fai benissimo a ricordare, nella solita melassa tossica delle ricorrenze, l'inversione della verità a proposito di Sarajevo e del resto. Per la precisione, non è il TPI che si è occupato della Jugoslavia, ma un altro tribunale Nato: quello specifico sulla Jugoslavia, incaricato dell'eliminazione fisica di imputati di cui non si riesce a provare alcuna colpa.

vivi ha detto...

Ciao Fulvio!
Ho letto solo ora l'aggiornamento al blog..
come sempre molto interessante..
Spero qualcuno sostenga il nobel :Guenter Grass.
GRAZIE DI TUTTO.
AUGURI A TE E A TUTTI

alex1 ha detto...

Hai ragione Fulvio, era il tribunale "ad hoc" per i crimini nella "ex Yugoslavia" gestito da Antonio Cassese e Carla Del Ponte.

Anonimo ha detto...

vorrei fare una domanda: ma chi oggi è ancora disposto ad essere antisemita?

io credo che l'antisemitismo sia una favola che solo il nazismo ha reso vera con la sua psicopatica dottrina.
oggi, parlare di antisemitismo è improprio, perché al limite si può parlare di antisionismo ed essere antisionisti significa essere non dalla parte sistematica dei palestinesi, ma dalla parte di chi pensa che la dottrina egemonica ed espansiva dello stato sedicente ebraico nel medio oriente sia funesta per la civile convivenza tra i popoli.
grass è questo che voleva dire con la sua poesia ma il benpensantismo degli intellettuali di oggi impedisce all'opinione pubblica di argomentare in tal senso per cui ognuno che attacchi israele è tacciato strumentalmente come razzista ed antisemita.
ed è completamente sbagliato credere che essere contro israele significhi essere contro gli ebrei, perché lo stato israeliano non è uno stato confessionale, ma uno stato laico ove non risiedono solo i presunti discendenti di davide, ma anche semiti di stirpe non ebrea; inoltre vi risiedono persone di stirpe slava, germanica, italica etc etc.
israele dunque è uno stato secolare criticabile la cui politica di espansione non può essere sottaciuta anzi deve essere combattuta dialetticamente perché dalla fine della seconda guerra mondiale esso è stata una delle cause dell'instabilità di tutta la regione medio orientale.
che il popolo ebraico abbia poi diritto a una terra è una mistificazione, perché dopo la distruzione del tempio di gerusalemme del 70 dc lo stato ebraico, già sotto il dominio di roma, ha cessato definitivamente di essere tale e il suo popolo è divenuto popolo di tutte le nazioni.
purtroppo a causa del cristianesimo gli ebrei sono stati perseguitati ingiustamente fino al raggiungimento del culmine nell'asse hitler-pioXII.

domanda:
ma se non vi fosse stata la persecuzione degli ebrei saremmo qui oggi a parlare di stato ebraico?

saluti

alberto

Fulvio ha detto...

Alberto, tutto giusto. Ma è improprio parlare di antisemitismo, arma imperialista di distruzione di massa, anche perchè ci sono 300 milioni di semiti arabi e pochissimi semiti ebrei.

Anonimo ha detto...

E bravo Grass, ma forse è il caso che andiate a rivedere cosa diceva vent'anni fa, non credo abbia cambiato idea.
Piero

Mauro Murta ha detto...

Come ho già detto in questa e in altre sedi, di questi tempi non prendersi almeno un’accusa di antisemitismo significa non avere combinato un cazzo di buono nella vita.
Günter Grass appartiene a quella sparuta schiera di intellettuali che non peggiorano invecchiando e, per questo, dobbiamo tenercelo stretto. Certo, forse ha già in parte ritrattato. Magari poteva depurare il suo poema da qualche incrostazione di supponenza occidentale-imperialista, come quel “popolo iraniano soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato”, frase che avrebbe potuto tranquillamente pronunciare Corradino Mineo in una delle sue omelie pagate in shekel.
Comunque, un Premio Nobel che osa sottrarsi a mettere la firma sulle bombe a grappolo israeliane può riabilitarsi agli occhi della “comunità internazionale” solo strozzando con le sue mani un bambino palestinese. E, visto che ha 85 anni, abbiamo buone possibilità di non perdere anche lui.

Mauro Murta

alex1 ha detto...

Riguardo alla posizione di Gras, bisogna dire che non fa una piega. Se avesse detto le stesse identiche cose a carico dell'Iran o di qualunque altro stato dell'"asse del male" sarebbe stato ricoperto di encomi da tutta la stampa mainstream di destra e di sinistra. Il nostro sistema occidentale e democratico pretende non solo l'esclusiva delle armi piu' avanzate e letali ma anche il diritto ad usarle preventivamente contro chiunque possa costituire una "minaccia" od ostacolo allo "sviluppo della democrazia". Venendo su scala piu' piccola questo si riporta anche nel diritto di una ronda di vigilanza alla sicurezza di un quartiere bene della Florida di seguire armato un ragazzo nero che passava di li e sparargli in pieno petto (dopo averlo probabilmente provocato). Spero che questo scrittore riceva la massima solidarieta', ha preso una posizione di denuncia non ideologica ma coraggiosa perche' controcorrente.

Fulvio ha detto...

E bravo Piero. Ti posso dire che chissenefrega di cosa ha detto vent'anni fa? Mai detto tu stronzate vent'anni fa? Tutti abbiamo detto stronzate vent'anni, cinquant'anni fa. E allora? Possibile che non si possa festeggiare in pace un grosso contributo che un intellettuale di fama mondiale ha dato allo smerdamento dei nazisionisti? Che acredine inutile e elitarista.

Anonimo ha detto...

@ anonimo: ma cosa stai dicendo??
@Fulvio : proprio così...bravo

libertàvigilata ha detto...

Finalmente un libro da leggere tutto d'un fiato!

vivi ha detto...

Finalmente un buon libro da leggere!!
grazie Fulvio!!

un abbraccio e un saluto(anche al bassotto E.)

alex1 ha detto...

Per Mario Murta,

Non serve che Gunter Gras arrivi a tanto, bastera' una pubblica autocritica e che appoggi Israele nella sua prossima scorribanda militare,sia bombardamento di Libano o Gaza giustificandolo come "difesa dell'unica democrazia in Medio Oriente" contro "l'incivilta' dei popoli e dei paesi confinanti dominati da tiranni" ed allora tutto tornera' a posto. Ma spero che non lo fara'.

Alessandro