“Eccezionale vittoria del centrodestra in
Liguria: ha conquistato primo e secondo posto”. (www.spinoza.it)
“Ogni anno s’inventano un trucco
nuovo. Prendono uno dei loro ragazzi, ragazzi neri, e lo mettono al governo,
così può girare Washington con un sigaro in bocca. E siccome i suoi
problemi personali sono stati risolti,
sarà colui che dice al nostro popolo:”Guardate che progressi stiamo facendo,
sto a Washington, prendo il tè nella Casa Bianca. Sono il vostro portavoce,
sono il vostro leader. Mentre la nostra gente continua a vivere nei bassifondi
di Harlem, continuando a ricevere la peggiore forma di educazione”. (Malcolm X, discorso del 7 gennaio
1965 “Prospettive di libertà”)
Stavolta
inizio fuori dai soliti seminati su cui ci confrontiamo con gli interlocutori,
ma la cosa mi sta tremendamente a cuore. Sarà perché la Chiesa da duemila anni
imposta il rapporto adulti-bambini in termini di dominio e arbitrio (la
pedofilia ne è l’aspetto meno violento), questo paese è un gigantesco
postribolo in cui si prostituiscono bambini. Non bastava la vendita dei propri
figli ai pubblicitari del raggiro e della ruffianeria, con la proliferazione
inarrestabile di spot televisivi (proibiti nella maggioranza dei paesi) in cui
bambini, da pochi mesi (a volte feti) all’adolescenza, manipolati e decerebrati
a raccontar balle e stimolare consumi idioti, spapagalleggiano le virtù di quel
prodotto, o di quell’altro, a volte nocivi, in ispecie per loro, fingendo raccapriccianti
entusiasmi per quel pollo agli antibiotici, per quell’automobile paradisiaca,
superpotente sputacchiera di gas serra, per quella merendina ai grassi saturi.
Spot pacchiani, oltretutto, confezionati da pubblicitari ottusi e inetti.
Non bastava
che cervelli vergini e puliti venissero indottrinati da cinici impostori a
fingere, turlupinare, esaltare, cose di cui non hanno la minima cognizione, ma
la cui diffusione produce profitti, mentre intossica, deculturizza,
rincoglionisce. Un crimine contro l’infanzia, la morale, le responsabilità
degli educatori adulti, contro cui nessuna forza politica ha ancora sollevato
la minima obiezione, non ha sollevato il minimo sopracciglio. Ci infervoriamo,
alcuni, per i crimini contro l’umanità
inflitti a nazioni, migranti, Rom, cittadini poveri, ambiente, storia, cultura,
e restiamo apatici e silenti, inavvertiti, di fronte a questo stupro dei nostri
figli.
Cosa sarà di
questi bambini, che adulti diventeranno? Materiale avariato per le De Filippi e
le D’Urso, adulti addestrati al’ipocrisia (anche qui la Chiesa trionfa), alla
finzione, alla fregatura, alla paraculaggine. Dunque all’impotenza, se non al
teppismo, morale, etico, intellettuale, culturale. Materiale avariato, ma
formidabilmente idoneo anche per Renzi, dirigente scolastico supremo per conto
e su mandato dei padroni globalisti del tecno nazismo che sul volgo disperso
che nome non ha, e neppure autodeterminazione, identità, domina e prospera. Il
fuffarolo dell’annuncite, volgarotto ciarlatano cui, chissà perché, tutti,
compreso l’esperto Freccero, riconoscono grande talento comunicativo, si è
tramutato in picchiatore feroce e le cose le fa davvero: Jobs Act, Sblocca
Italia, La Buona Scuola, Italicum, mazzate ai giudici, riforma costituzionale,
guerre qua e là. A ritmo tale da lasciare tutti impietriti come Niobe, quando Apollo e Artemide le ammazzarono i 14 figli.
Tornando a
bomba, nel senso letterario del termine, di come l’Idra si avventi sui suoi
figli anche per farne carne da cannone, avevamo avuto già qualche percezione.
Tra le Disneyland del degrado estetico e immaginifico e i videogiochi della
maniacale pedagogia dei mostri, delle stragi e atrocità (esaltate a ogni uscita
da tale Federico Ercole sul “manifesto”, irresponsabile facilitatore delle
industrie criminali che li creano e diffondono con l’obiettivo di allevare
tagliatori di teste e torturatori ovunque servano), ci si prendeva cura
dell’età dello sviluppo. Romanzi di formazione per futuri sbirri, marines,
jihadisti e politici terminator. Ora, a perfezionare lo psicoeffetto di videogiochi, film d’azione
e smartphone che asfaltano cervelli e ti isolano in una bolla di virtualità, si
è pensato opportuno passare a corpi reali, di bimbi e istruttori.
Dal preside al colonello
I primi
riterranno del tutto naturale e logico passare dalla ferula del preside-padrone
che li educa a servire lo sponsor aziendale, al missile intercontinentale del
militare comandante. Da qualche tempo, nella scuola ben avviata al paradiso
neoliberista dai sinistri Luigi
Berlinguer e Tullio De Mauro, si affacciano a istruire il pupo affascinanti
ufficiali in gallonata divisa delle varie Armi. Alle pecorelle, al cui
orizzonte non traspaiono che mattatoi, prospettano lavoro, sicurezza, carriera,
prosperità, prestigio e medaglie del Capo dello Stato. Saranno loro ad
allestire mattatoi agli altri, russi, musulmani, terroristi, alieni, finendo
poi, ma questo non si dice, trapassati da proiettili, o mangiati dall’uranio. E
siccome, servita un po’ la patria in mimetica, si può passare in polizia, i mattatoi
saranno aperti anche per i No Tav, No Muos, No Nato, No Triv, No TTIP… Niente
precariato, disoccupazione, sfratti, di
lavoro ce n’è, eccome.
Mentre a
Pisa facevamo le riprese per “L’Italia al tempo della peste”, davanti alla
caserma Gamerra, dove si addestrano quelle forze speciali che, a destinazione,
vengono chiamate “squadroni della morte”, un cittadino sconvolto mi racconta
delle iniziative di Comune e scuole, chiamata “Giornate della solidarietà”. Feste
giocose in cui si trascinano scolaresche nelle caserme e nei poligoni a
imparare come si ammazza anche meglio che nei videogiochi. Se il videogioco o
il film di sfracelli sono le elementari, la caserma dei corsi di morte è il
liceo. Gli esami di maturità si faranno sul campo.
Duce! Duce! Tanto è Rothschild che
comanda.
La strategia
che accomuna questi provvedimenti, osteggiati dai soli 5 Stelle, indica un
disegno che è quello di tutti i proconsoli imposti dalla Cupola alle marche
dell’Impero. Tra cacicchi scolastici, al servizio dei neoschiavisti aziendali, che
tengono in pugno insegnanti e studenti;
verticizzazione delle politiche dell’ambiente che, per mangiarsi territorio e
salute, tolgono di mezzo gli enti intermedi, più vicini al territorio (che i
5Stelle dovrebbero evitare di voler abolire, finendo col gettare il bambino con
l’acqua sporca): regioni, provincie, comuni, sovraintendenze, organizzazioni
sociali; legge elettorale che mette un cialtrone solo al comando, forte magari
del 20% dei voti (ridotti al 10% dall’astensione); senato dei nominati che elimina l’unico
controllo rimasto; le guerre che il piantone degli Usa va promuovendo
mascherandosi in Afghanistan da ardito incursore con tanto di targhetta
“Renzi-Forze Armate”, e tutto il resto, vogliono dire una sola cosa: regime
tecno nazista su una società lobotomizzata in cui la lotta di classe la fanno
dall’alto verso il basso e, nel basso, la fanno fare tra vittime che si divorano
a vicenda.
Per
quest’ultimo scenario, è stato inventato il ruolo di colui che sbraita verso
l’alto e mena al basso. Basta pensare al fantastico dono ai ricchi che è la sua
tassa flat del 15%. Matteo Salvini,
dal compito primario, condiviso con i
periodici conati di zombie di “sinistra” di sembrare vivi (da Landini a
Tsipras, dalle congreghe di teste d’uovo europeiste e filo-israeliane a
“Libertà e Giustizia”), di sottrarre consenso e voti ai 5Stelle, gli unici che
fanno paura, deve suscitare finta opposizione ed effettiva frantumazione della
coesione sociale. E’ la trovata del sistema chiamata a fingere di scassinare,
mentre si limita a pettinare i serpenti della Gorgone Medusa. Lo dimostra la
compatta, forsennata, incessante campagna elettorale che gli hanno fatto tutti
i Tg, talk show, giornali, in sinergia con le montature anti-Rom e
anti-migranti. Pensate all’asimmetria mirabolante tra l’ambaradan intorno alla
povera filippina schiacciata dall’auto dei Rom, e la discrezione sulle migliaia
di uccisi ogni anno da pirati della strada autoctoni! Del resto, questi zingari, gitani, nomadi o
stanziali, sono il popolo più perseguitato, diffamato, emarginato del mondo,
altro che gli ebrei. Cosa ci si aspettava da una simile trattamento, che ne
uscisse un esercito della salvezza?
A garanzia
di questa fenomenologia da “Untergang des
Abendlands” (“Il Tramonto dell’Occidente”, da noi: il tuffo nella fogna), i
gradi di gabelliere conferiti allo sguattero dagli enti di riferimento,
Bilderberg, Troika, Pentagono, Wall
Street con i padrini renziani Goldman Sachs e JPMorgan, la silente benevolenza
del papa e quella esplicita della CEI e, soprattutto, una co-governance
storica, ma oggi grandemente rafforzata, tra classe dirigente e criminalità
organizzata, che la si chiami mafia, o corruzione. Come concimata dai vari spurghi
del grande letamaio, da “Mafia Capitale” a “Mafia Genova”, a “Mafia Campania” a
“Mafia tutta Italia”, che sono poi le mafie minori, quelle delle corruttele da
tangentucole, lo strato di vermi nel cesto dei rettili, mentre la criminalità
organizzata per miliardi prospera nei
palazzi del potere e viene omaggiata ogni sera in televisione. Ne scaturiscono ovunque creature da catalogo
lombrosiano: l’accoppiata Renzi-De Luca o quella Squinzi-Salvini, vengono da quella catena di montaggio.
Come lo è il
linciaggio di Rosi Bindi che, per una volta nella vita, si è scapricciata, come
detta la legge, sui lestofanti del proprio partito. Linciaggio cui ha
partecipato a picconate quella foglia di fico avvizzita del cosiddetto garante
anti-corruzione, Raffaele Cantone. Uno uscito dall’alambicco del nostro
Frankenstein di borgata, ma accolto con
commossa gratitudine dal solito branco di boccaloni pronti a tuffarsi in
tutte le fonti inquinate che gli sgorghino dal tombino: Obama, Tsipras (nello
spappolamento della sua scadentissima delegazione italiota, il “compagno”
Curzio Maltese va ora aggrappando la sua europoltrona ai 5 Stelle!), Rodotà,
Hollande, Vendola, Ferrero, Fassina, Civati, Aung San Suu Khy, Mandela, Raul
Castro, Mattarella, Bergoglio… Reggicoda di illusionisti. Di solito, se hai lo
stomaco, li vedi far capolino tra i 72 lettori del “manifesto”. Gente che del
termine “imperialismo”, principio che pure di tutto è a capo, manifesta nei suoi
programmi una conoscenza quanto quella di un ideogramma mandarino.
Coalizione Sociale, elezioni, 5Stelle
Coalizione Sociale, elezioni, 5Stelle
“Colui che inganna troverà sempre
coloro che permettono di farsi ingannare” (Niccolò Machiavelli)
Ma come
fanno a illudersi, a rivoltolarsi nella perenne scoperta del buono nel sistema!
Dalla fine della guerra hanno a che fare con gli stessi e con i loro
riconoscibilissimi mandanti: Hanno manipolato le elezioni del ‘48, su
disposizione dell’OSS e poi della Cia hanno stretto un patto strategico con le
mafie, fatto le prove di restaurazione con Tambroni, De Lorenzo, Borghese,
alimentato un fiume di sangue con le stragi di Stato e di mafia, rimpannucciato
il fascismo, ammazzato Aldo Moro, allevato e tolto di mezzo Sindona, Calvi,
organizzato le BR, corrotto fino al midollo il PCI, messo Bertinotti a capo dei
detriti di quest’ultimo, fatto gli ascari di tutte le guerre, massacrato il
paese, depredato la sua popolazione, venduto beni comuni, storia, cultura,
identità, sovranità, futuro. E i loro, i nostri, figli. Ma non è poi l’Italia una
tessera particolarmente miserevole in un mosaico occidentale che è tutto una
fogna di inganno e corruzione?
E’ da tempo,
da quello che ho visto in Messico, Honduras, Serbia, Kosovo, soprattutto negli
Usa delle elezioni presidenziali da Bush in poi che non mi
fido più del sistema elettorale in uso in Occidente. E non c’era neanche
bisogno del ricupero peggiorativo della legge elettorale del 1922 da parte del reclutatore
di ministri e sottosegretari lestofanti, per capire che qui una sinistra vera,
un’opposizione autentica, non viene lasciata vincere più. La partita non solo è
truccata in partenza (da legge, circoscrizioni, manipolazione mediatica, voto comprato
e venduto) e all’arrivo (brogli) E’ pure tra squadre di una playstation
manovrata da un solo giocatore e che si limitano a battersi per chi occupa la
parte migliore della mangiatoia.
Sarebbe quindi
da sostenere una “coalizione sociale” che riunisca dal basso tutte le forze che
resistono e si battono per un’alternativa radicale. Ma, visto che a votare, di
riffa o di raffa, non ti fanno più vincere , a costo che votino in trenta, né Wall
Street, né Bilderberg, Aspen, Trilateral, Council of Foreign relations, il saltimbanco
toscano, l’alternativa è la forza in piazza. Chavez ha vinto al voto, ma
eravamo in America Latina e, però, ha dovuto difendere il risultato con il
blocco di massa dello Stato. Così Morales, Correa, Kirchner. Ma vi immaginate Revelli,
Ciotti, Rodotà, Bonsanti, Spinelli, i quaraquà della sinistra della nostrana “coalizione
sociale”, assediare Palazzo Chigi, occupare fabbriche e ferrovie, chiudere le
banche. Per il momento, dunque, non ci resta che il voto per i 5Stelle. Non li
faranno vincere, ma dalle loro battaglie nelle istituzioni non potrebbe sorgere,
comunque, un cambiamento dei rapporti di forza tale da contaminare le masse,
creare unità, rete, leadership, tra i vari focolai di rivolta e far giocare la
partita su un campo scelto da noi?
Da Tariz Aziz il laico a Haydar Al
Abadi lo scita
L’assassinio
di Tariq Aziz, ministro degli esteri e vice primo ministro, carta regale nel
mazzo Usa degli eliminandi iracheni, è stato per me che, in vari incontri, ne
avevo conosciuto l’intelligenza, l’idealismo, la passione per il suo paese e l’integrità,
un colpo al basso ventre. Era stato il mio direttore quando facevo il
corrispondente da Roma del quotidiano iracheno “Ath Thawra”. L’esecuzione strisciante di questo prigioniero di guerra,
classificato mostro e terrorista, corrisponde all’opzione giudiziaria di Obama
e dei suoi predecessori, riservata a nomi di rango sotto attenzione pubblica, come
Milosevic, Bobby Sands e, presto, Karadzic, Mladic, il pellerossa Leonard
Peltier, Mumia Abu Jamal… Quella
extragiudiziaria la praticano con i droni su invisibili e innominati: 60
vittime l’altro giorno di un funerale afghano. Migliaia in Yemen dove si
esercita, perfino con ordigni al neutrone israeliani, l’antica alleanza, in
questi giorni consacrata davanti al pubblico sotto l’ombrello Usa, tra teocrazie
assolutiste del Golfo (e relativi mercenari Isis e Al Qaida) e teocrazia
razzista di Tel Aviv (e relativi surrogati Isis e Al Qaida), l’avanguardia
genocida dell’Occidente in Medioriente.
Ritorno a Sarajevo (dei cappellani
militari)
E qui non
posso non chiedermi se non si rendano conto della corda che offrono a questi
boia coloro che, nel “manifesto” e dintorni, insistono, contro tutte le
evidenze, ad avallare la perfida bufala di Srebrenica, con un paginone per il
papa, campione di “platitudes”
buoniste da tre soldi al chilo, che va a rinnovare la fola di “Sarajevo città
martire assediata dai serbi”, trascurando le bande fasciste di Itzetbegovic e
Tudjman e i tagliagole di Osama bin Laden in Kosovo e Bosnia. Ma anche i
100mila serbi cacciati dalla città e i 100mila bosgnacchi che ne hanno preso le case e i mestieri.
Cianciano di nazionalismi, fanatismi
religiosi ed etnicismi, come causa della disgregazione jugoslava, mettendo
tutti sullo stesso piano, sorvolando sulla matrice di tutto questo, che era il
disegno imperialista, con assist vaticani, di squartare una nazione dal modello
politico e sociale “sbagliato”. Gettando nello stesso calderone, ma i serbi, “ultranazionalisti”,
più in basso, chi difendeva una grande conquista di civiltà, e chi l’ha voluta
polverizzare (leggetevi Tommaso De Francesco).
Salto sul carro delle vittime
Mi si
potrebbe accusare di trasformismo. I più tenaci e pazienti dei miei
interlocutori si ricorderanno di cosa andavo scrivendo di Saddam e dell’Iraq
fin dagli anni ’70, quando ebbi la fortuna di conoscere quel paese che non era
secondo per emancipazione umana, specie in istruzione, sanità e vitalità
culturale, a molti paesi cosiddetti sviluppati e che, assieme all’Iran, era
visto dagli ex-colonizzatori come il massimo ostacolo alla ricolonizzazione.
Era dura la fatica di contrastare l’alluvione di diffamazioni e falsificazioni che su questi paesi e la loro leadership antimperialista si abbatteva. Io stavo
con l’Iraq e con Saddam, anche nel confronto con i persiani di Khomeini. Del
resto lo scontro fratricida tra popoli che, per millenni, tra Nabucodonosor e
Ciro il Grande, avevano condiviso una stessa civiltà, lo aveva istigato USraele.
Ma la coalizione anti-irachena di imperialismo-sionismo occidentale, satrapi
del Golfo e Tehran (con tragicamente anche la Siria) imponeva quella scelta. Rafforzata alla vista
di come i governanti installati a Baghdad dagli occupanti ottusamente andavano discriminando
la componente sunnita, laddove Saddam aveva saputo mantenere un equo equilibrio
tra le due comunità e i cristiani (negli alti gradi dell’esercito e perfino ai
vertici dello Stato, gli sciti erano addirittura maggioranza)
Il frutto
avvelenato di quella malapolitica che, sotto il premier Al Maliki, era arrivata
a reprimere nel sangue (2008-2012) le proteste dei sunniti, è stata la
collaborazione di questi con gli ascari imperiali dell’Isis. Oggi il quadro si
è rovesciato e di fronte allo squartamento di Siria e Iraq, in funzione
anti-iraniana e anti-russa, la scelta di collocarsi a fianco di Baghdad, delle
milizie scite e dell’Iran, non è da voltagabbana, ma è di riaggiustamento di
strategie, tattiche e obiettivi contro
il nemico principale. All’obiettivo, in parte già realizzato con l’incessante
rafforzamento finanziario, logistico e armato dei collusi-collisi Al Qaida(Al Nusra)
e Stato islamico da parte dei mandanti del Golfo e di USraele, ora padroni di
metà Siria e di quella parte dell’lraq che nei progetti storici dell’imperialismo-sionismo
punta alla tripartizione dell’Iraq e alla polverizzazione della Siria, si
oppone il cosiddetto arco scita (con l’adesione di numerose tribù sunnite),
guidato dall’Iran e sostenuto da Russia e buona parte del Sud del mondo. Nessun
dubbio che sia Marx, che Engels, che Lenin, avrebbero condiviso la nostra
scelta.
Guerra Usa all’Europa
Cinquantamila
nuovi arrivi di migranti, quest’anno, dai territori incendiati dall’imperialismo,
quasi tutti in Italia. Se ne prevedono altre centinaia di migliaia. Davanti ai
loro subalterni europei, al vertice dei 7 Grandi Delinquenti in Baviera, il
ferro di lancia americano dei neocolonialisti del governo mondiale gongola alla
riuscita del progetto di destabilizzazione e indebolimento dell’UE mediante
questa invasione di disperati dalla difficile sostenibilità economica e sociale.
Munizione per le armi della lacerazione sociale brandite da fasciorazzisti come
Salvini e del ricatto dell’imperatore nei confronti delle proprie marche. Come
è l’assedio alla Russia. Surreale la denuncia del vertice di una Russia
aggressiva in Ucraina, mentre l’intero arco degli Stati esteuropei vede il
pullulare di esercitazioni Nato esplicitamente orientate alla guerra contro
Mosca e mentre il naziregime di Kiev, violando gli accordi di Minsk, ai quali Russia
e Donbass si attengono, scatena nuovamente le riarmate bande dei battaglioni
nazisti, nobilitati da istruttori Usa in Guardia Nazionale, contro il presidio
patriottico e antimperialista di Donetz e Lugansk. Ricattata dai valori della “democrazia”
occidentali a schierarsi contro il partner e vicino naturale e di enorme
potenzialità economica, con l’intensificazione di sanzioni che la colpiscono più
che la stessa Russia, allontanata dalla prospettiva di sfuggire alla morsa degli
avvoltoi finanziari sovranazionali e di
inserirsi nei progetti bancari ed economici alternativi che vanno riunendo
Russia, Cina e gran parte del mondo, gli Usa costringono gli europei a
sbranarsi da soli.
E qui la
dedica di chiusura va a tale Simone Pieranni, del solito quotidiano
(anti)comunista “il manifesto”, che, oltre a sforzarsi di mettere su piani
paralleli chi resiste al fascismo e chi lo impone, insozza la memoria di Alexei
Mozgovoy, eroico comandante comunista della brigata “Fantasma”, ammazzato dagli
scavatori nazisti di fosse comuni. Pieranni insuffla nelle menti leggere dei
suoi lettori velenose diffamazioni sui resistenti delle repubbliche popolari.
Sottolinea la sensibilità ai diritti
umani dimostrata dal proconsole Usa Poroshenko nell’autorizzare un Gay Pride di
cento persone che hanno un chiaro senso delle priorità e stigmatizza i nazi di
Privy Sector che quel corteo assalgono. Mentre nulla ha da osservare sul genocidio a
cui Poroshenko spedisce gli stessi suoi tagliagole in Donbass, o contro la
nomina del georgiano e neo-ucraino Saakashvili a governatore di Odessa. La
città già onorata dai jihadisti con croce uncinata quando hanno fatto bruciare
vivo un centinaio di civili antifascisti e dunque degna del despota e ladrone
inseguito dalla giustizia del suo paese, ma mito dell’Occidente per essere
stato l’antesignano della guerra alla Russia. Un segnale inconfondibile delle
intenzioni dell’Occidente. Con l’UE di nuovo, e come a Belgrado, incatenata al
carro di guerra della Nato che, prima ancora della Russia, si propone di
devastare l’Europa. E non vogliamo uscirne, da questa Europa gestita da sicari
imperiali contro i propri popoli, incominciando a uscire dalla Nato?
Per le
firme: noguerranonato@gmail.com.
5 commenti:
C'è un problema di base al risolvere i problemi che sono sociali, politici, culturali, economici.... sono tutti problemi così giganteschi e intessuti dalle relazioni ampissime della società che spesso la maggioranza è manipolabile da chi ha i mezzi per manipolarla
la democrazia funziona certo ma funziona se l'informazione che arriva e l'ampia selezione e interpretazione delle informazioni stesse permette alla ampia maggioranza di capire seriamente quali sono i suoi interessi legittimi e di farli valere e difendere....
se la democrazia formale come ci ricorda Grimaldi e decine di altri giornalisti viene costantemente boicottata da quelle elite e potenti e ricchi che dispongono di risorse incredibili, cosa rimane?
Bella e purtroppo verissima la frase : Duce, Duce ma tanto comanda Rothschild.... tanti credono alle solite banalità taumaturgiche di qualche figura ridicola e carismatica che risolverà i nostri problemi e farà giustizia a tutti i livelli.... ma dove vivono questi creduloni???
La finanza è ampiamente distaccata dall'economia reale e l'economia che conta (quella dei mega profitti delle multinazionali) è iper sfruttamento per fare i profitti che fanno
e loro comandano e dettano direzione degli eventi
o si ingrippa il sistema o il sistema comunque si ingripperà ma quando la redistribuzione della ricchezza, del reddito e quindi delle risorse materiali renderà probabile non una rivoluzione a favore della maggioranza ma sarà probabile un vero e proprio Governo del Pianeta dei pochi contro tutti gli altri (già adesso avviene ma non in modo completo)
se almeno come cittadini facessimo uno sforzo per capire e agire senza essere dei Don Chisciotte ma almeno se miliardi vanno nella direzione opposta nel loro piccolo del sistema che li stritola, forse il sistema deve smetterla di stritolarli!!!
Io ho vissuto varie situazioni conflittuali nella mia piccola vita, devo dire che due volte (raramente, molto raramente) quando la maggioranza è rimasta compatta e solidale.... ha vinto
lo dico senza esagerare....ma nel 90% ho visto le piccolezze personali devastare tutti
speriamo che tutti noi saliamo in coscienza e libertà, almeno un poco
Ricordando Tarek Aziz, un leader equilibrato, che ha dimostrato negli anni seguiti alla prima guerra del Golfo la sua diplomazia per tentare di far togliere le inique sanzioni all'Iraq, processato più volte con imputazioni diverse fino ad ottenere la sentenza desiderata (fra esecuzioni giudiziarie, assassini, morti sospette,detenzioni senza fine c'è da dire che dal 2003 ad oggi è stata eleminata l'intera classe dirigente di uno stato moderno) onestamente non riesco a stare dalla parte di chi, anche se combatte contro l'Isis, ha consentito questa esecuzione differita, tenendolo in carcere nonostante le sue già cattive condizioni di salute. Avrebbe dovuto quanto meno amnistiarlo.
Un interessante articolo di Guido Olimpo sul Corriere della sera sull'avanzata dei curdi "democratically correct" del ypg, a differenza di altre formazioni non sufficientemente antisiriane, in zone al confine con la Turchia, strategiche per il passaggio di mezzi e "volontari". Si riconosce il ruolo dei raid NATO per tali successi, raid stranamente assenti per fermare l'Isis nel sud a Palmira, e il redattore si esalta quando spiega dell'alleanza con i "ribelli moderati" dell'esercito " libero siriano" ed Al Nushra auspicandosi che tale alleanza regga per il futuro e che apra nuove prospettive. Spero che tale entusiasmo partigiano sia presto smentito dai fatti.
Interessanti i dati inconfutabili di Dezzani sul Movimento 5 stelle....
Ottimo articolo, caro Fulvio. Aggiungerei un fatto raccapricciante a proposito di bambini: che fine fanno i 5/600 bambini che spariscono per sempre ogni anno in Italia? Se ha ragione l'avv. Franceschetti dovremmo davvero prendere le armi e aprire il fuoco. Sostiene infatti l'avvocato che questi bimbi vengono uccisi durante rituali massonici e in alcuni casi mangiati, dipende dal rituale. Ma nessuno si fa domande, nessuna trasmissione ne parla. La polizia di stato ha un nucleo di agenti deputati al fenomeno delle sparizioni ma non ci sono risultati. I sacrifici umani risalgono alla notte dei tempi ma a me pare che questa notte perduti tutt'ora.
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