venerdì 24 agosto 2018

“Svegliatevi, per favore” ----- MIGRANTI: SCAMBIO TRA UN BUONO E UN CATTIVO




 From: Marco Palombo
Sent: Friday, August 24, 2018 9:20 AM
To: comitatononato ; semprecontrolaguerra ; nowaroma ; Cicabum
Subject: (ListaNoNato) Catania, piccoli scontri ma censurati dai media al 100%
 Svegliatevi, per favore

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Ho ricevuto questo messaggio, anzi, questa sveglia da un amico e membro della mia stessa lista, che è quella No Nato. E ho risposto, in lista, con quanto scritto qua sotto. Ora amplio un po’ quella risposta e la inoltro a tutti i miei contatti, dato che il tema appare centrale nell’attuale dibattito di distrazione di massa dalle guerre imperiali, dai nostri 18 milioni di poveri e quasi, dalle cose buone che va facendo la componente 5 Stelle del governo. Mi indigna profondamente  che questa ondata di solidarietà amorosa e pietosa non si sia manifestata e mai si manifesti  per il genocidio nello, anzi, dello, Yemen e per quelli tentati un po’ ovunque dalle democrazie occidentali impegnate per i diritti umani. Mi hanno sollecitato a proposito anche le sagge e competenti osservazioni di un’amica giornalista che, come me e a differenza di altri, i paesi delle emigrazioni li conosce e sa valutare quello che succede al di là della cecità imposta dalla convinzione della propria moralissima bontà.

Ovviamente non troverete queste righe su Facebook, da cui sono bannato  da tre giorni e fino a mezzanotte, in vista della rimozione definitiva alla prossima volta che dico cose invise a chi mi ha segnalato a San Mark Zuckereberg e ai suoi monaci locali.

La sveglia a chi?
Il Ven 24 Ago 2018 12:48 Fulvio <fulvio.grimaldi@gmail.com> ha scritto:
Ma vedi un po’ di andare a svegliare i 26 paesi europei che se ne fottono e scaricano su Grecia e Italia, paesi da punire e disintegrare, un flusso “naturale” e “inarrestabile” (così lo chiamano i suoi promotori e credono i loro chierichietti) di emigranti determinato dalla strategia di svuotamento dell’Africa a vantaggio di multinazionali e mafie e Ong che campano sulla disperazione da loro causata. La Francia per esempio, dalle cui colonie arriva la maggioranza dei migranti, ha bisogno di continuare a infestare di jihadisti, militarizzare, depredare per le enormi ricchezze di quella regione (uranio, oro, diamanti, coltan, petrolio. ecc.), una ventina di paesi ex-colonie e ora ricolonizzati grazie alla condiscendenza degli accoglitori senza se e senza ma,  e poi di scaricare sui paesi europei alla deriva (soprattutto se governati da “populisti”) masse di giovani generazioni che potrebbero pretendere di realizzare da soli lo sviluppo dei loro paesi.

E visto che ci sei, vedi un po’ se riesci a svegliare anche i media e i tuoi compagnucci di PaP, che utilizzano le fandonie sulla “dittatura” eritrea e sul servizio militare a vita dei giovani di quel paese per impietosirci e farci fottere dal resto d’Europa. Parla un po’ con il collaboratore culturale eritreo, da me intervistato, presente agli interrogatori sulla concessione dell’asilo politico, che racconta che tale diritto viene concesso dagli esaminatori solo se il giovane dice di essere eritreo e di aver subito oppressione, torture e schiavitù militare perpetua. Oltre tutto, questi media e i loro utili idioti insistono su una propaganda diffamatoria obsoleta, impiegata da Obama in giù quando l’Eritrea era considerata un paese ostile all’Occidente, all’FMI e agli Usa. Ora che tutto si è aggiustato tra Usa, Etiopia, Eritrea e Somalia, quel discorso, oltrechè falso, è anche obsoleto per gli atlanto-sionisti e la loro sinistra (non nel senso di mancina) sinistra imperiale, alla “manifesto” e monadi “radicali” sparse, ma, inguacchiati come sono sulla fissa dell’accoglienza e sulla populistofobia. In ogni caso, perché i tormentati dalle presunte atrocità  del regime sulla propria gente non si chiedono perché la diaspora di quella gente continua a tornare in Eritrea, o per le vacanze, o per rimanerci, senza che gli venga torto un capello?



Eritrea? Quale Eritrea?
Allora glielo ricordo io, prima di estendere il discorso sul mio blog fra qualche giorno. Del resto una anticipo sulla svolta a destra dell’Eritrea l’ho già pubblicata in due puntate. Manca quella sull’inevitabile alleanza, oltreché con gli etiopi tornati nell’ovile Usa dopo il flirt con i cinesi, con la marmaglia di venduti somali messi dagli statunitensi e clienti africani a capo di un albergo detto “governo”, padroni di qualche quartiere di Mogadiscio, mentre il resto viene razziato dalle truppe africane dell’Unisom (ONU) e bombardato dagli Usa e dalla Francia, con il pretesto di combattere gli Shabaab, resistenza islamica somala chiamata, ovviamente, “terrorista”.

Quello che con ogni evidenza è successo, nella connivenza o dabbenaggine del comandante della “Diciotti”, è un rastrellamento pianificato di giovanotti del Corno d’Africa, con l’indispensabile corredo strappacuore di qualche donna, magari incinta e di alcuni ragazzetti abbandonati, tutti definiti eritrei (e non lo sono che in parte), onde poter tappare la bocca a chi, come Salvini, li scopre tutti giovani, come ormai da tempo arrivano da Africa e Medioriente, tra i 15 e i 35 anni, nella migliore età produttiva e riproduttiva e in buone condizioni di salute. Condizioni rimosse dal rosario di orrori attribuiti ad alcuni paesi d’origine (Eritrea essenzialmente) e di transito (Libia sostanzialmente). Orrori che, sebbene tali da ridurre all’inedia, infliggere cicatrici, provocare disadattamenti psicologici pesanti, questi effetti non sembrano li abbiano lasciati né sul fisico, né sulla psiche dei nuovi arrivati. Andate a vedere. E poi andate anche a vedere cosa abbiano inflitto a fisico e spirito dei raccoglitori di pomodori, prostitute nigeriane, spacciatori marocchini,  le condizioni riservate ai migranti nel paese dell’accoglienza e “integrazione”. Facendo magari un confronto con il prima della migrazione.


Atrocità? Chi lo dice? Gli atroci
Mi daranno del cinico per dire queste cose. Io mi direi piuttosto diffidente rispetto all’informazione data da media e pezzi di politica che manifestamente (il termine non è scelto a caso) collaborano con i grandi gestori della ricolonizzazione tramite guerre, jihadismo terrorista, neoliberismo feroce, occupazione militare e strangolamento socio-economico. La mia amica mi ricorda i 2 milioni di africani accolti nella Libia di Gheddafi, dotati di tutti i diritti di cittadinanza, felici e prosperi. Ne sono stato testimone. Come sono stato testimone di quella “democrazia diretta” che oggi viene tanto derisa e vituperata dai soloni di una democrazia parlamentare che ci ha gratificato di lobby, mafie, malgoverno settantennale. 

Con l’uccisione di quella Libia e il linciaggio del suo capo per mano o per mandato di Hillary Clinton, la candidata a suo tempo sostenuta con passione dagli stessi ambienti dell’accoglienza senza se e senza ma, questi immigrati furono consegnati alla bestialità del jihadismo indigeno (Misurata) e importato. Quelli non trucidati costituiscono la maggioranza di coloro che  dal 2013 vengono imbarcati dai trafficanti e affidati alle Ong perché li scarichino da noi, o in Grecia. I racconti delle atrocità subite nei campi libici (a proposito perché l’ONU non spedisce ispezioni dappertutto, come in Siria, e magari Caschi Blu?), che sicuramente non sono villaggi vacanze, o durante i percorsi nel deserto, sono indispensabili perché la macchina del trasferimento, indotto e dunque coatto, di popolazioni continui a girare nel consenso di almeno la parte più ingenua o disonesta della società. Poi ovviamente ci sono i nuovi arrivi, sradicati dai paesi su cui si esercitano le devastazioni, militari, sociali ed economiche dell’Occidente.

Chiedersi cosa sia successo prima del barcone
Chiudo con un’osservazione. A parte la Boldrini, tra coloro che stanno sgomitando, con radicali e sinistri vari, per arrivare davanti alle telecamere installate sulla “Diciotti” e che ha fatto la sua parte di dama  di S. Vincenzo da quelle parti, vorrei sapere quanti dei misericordiosi e solidali abbiano la benché minima conoscenza dei paesi africani e arabi dai quali provengono i “fuggitivi”. E perché vengano via da terra, casa, famiglia, habitat, comunità. L’Eritrea, per esempio, nella quale ho girato un documentario due anni fa che hanno visto coloro i quali oggi sanno cosa rispondere a chi abbaia contro la “dittatura”.
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Oggi quel paese sta cambiando pelle geopolitica e dunque sociale, ma resta un’infame calunnia l’accusa di Washington e del maggiordomo Onu di violazione di diritti umani, di servizio militare perenne. La leva durava al massimo 18 mesi, ma  si poteva essere richiamati dato che l’Etiopia minacciava e attuava continue aggressioni. In Israele il servizio dura tre anni e fino ai 50 anni, per i  continui richiami, ma ovviamente nulla da obiettare, anche se quel servizio da 70 anni infligge morte e distruzione a innocenti, anzi, a giusti. In ogni caso, qualsiasi regime africano poteva essere ritenuto responsabile di violazioni ben maggiori di quelle attribuite all’Eritrea, unico paese che rifiutava presenze militari straniere. Cosa tragicamente superata oggi, data la sua collaborazione allo sterminio degli yemeniti. Ne parlerò più in là.

Noi che quelle genti le abbiamo viste e vissute a casa loro, ci stracciamo le vesti, non perché Salvini li trattiene sulla nave, per ricatto non suo, ma sotto ricatto degli operatori globalisti dei trasferimenti e a sfregio di un’Europa cinica e delinquenziale, ma all’idea che una diga italiana secchi un fiume che ha nutrito per millenni una comunità di sessantamila persone in Etiopia e che le genti così da noi colpite finiscano al 90% nella nuova tratta degli schiavi. Già, perché fatevi fare il calcolo, non da qualche Ong, su quanti, tra i migranti giunti da noi si elevano al di sopra dello stato di schiavi. Con loro teniamo sotto anche i nostri: si chiama esercito industriale di riserva.

Amare gli africani  o chi li fa emigrare?
Noi quei paesi, quelle popolazioni, la loro cultura, l’attaccamento alle loro radici, la loro lotta di liberazione dal morso necrofago coloniale, condizione per costruire, su quelle radici ricuperate, il loro futuro, i loro progetti, la loro civiltà, li abbiamo conosciuti e anche amati. E per questo amore che, sacrosantamente diventa “hate speech”, discorso dell’odio, nei confronti di chi ne abusa, li sfrutta, ci campa sopra, ci costruisce la propria miserabile autocertificazione morale e politica, che scrivo, filmo e continuerò a scrivere e filmare. E all’autore del messaggino che ha innescato tutto questo suggerisco:
Svegliati per favore tu, Marco e, con il tuo cuore generoso, cerca di difendere l’Africa, i suoi abitanti, la sua cultura, la sua liberazione dal colonialismo ora di ritorno e dalla nuova tratta degli schiavi. Ché questo e null’altro è, mio caro solidale misericordioso.

Fulvio  

Schiavi impegnati in Qatar nei lavori per i Mondiali di calcio. Ne sono morti oltre duemila. Chi se ne occupa?


3 commenti:

Anonimo ha detto...

vorrei aggiungere alcuni punti di osservazione:
- ci sono articoli, gia dal 2017, di Haaretz che parla di trasferimenti di africani residenti in Israele, nel nord Africa e presumibilmente sulle rotte migratorie
- le suddette rotte migratorie sono ipercontrollate dalle navi della marina statunitense come la uss Iwo jima
- perché la cosiddetta diplomazia europea e soprattutto quella democratica e di sinistra non va 8non è andata) a parlare con i governi interessati, visto che eni e Impregilo possono, perché non organizzare una conferenza pubblica con le presidenze dei paesi africani, la scusa delle dittature non vale nel momento in cui l'ex presidente del Gambia -taumaturgo dell'aids col suo bastone magico- venne ricevuto alla casa bianca da Obama e moglie
- perché le ambasciate dei paesi africani non vengono richiamate dai vari paesi ospitanti o meglio espulse essendo rappresentanze di paesi -antidemocratici-
- a nessuno viene in mente che le collusioni con il controllo delle guerre non ortodosse si paga con l'espulsione dai paesi (vedi gli sciacallaggi di presunti nicaraguensi e venezuelani) tutt@ addestrat@ nei villaggi fantasma dei vari monarch project
- considerare l'africa come uno scenario in cui vige solo fame guerra terrorismo è razzismo puro ed è in questa crepa creata adhoc che si muovono i Salvini, le Meloni, le Mussolini, le Lepen. La costruzione diffusa di un pensiero unico sta tuttavia giovando alla occupazione di universitari/e degli ultimi venti anni (di pseudo sinistra) - un esempio di collusione al nuovo ordine economico- l'esaltazione di qualche settimana fa della riduzione di orario di lavoro(?) di una azienda neozelandese(!!) 4 ore per 5 giorni a parità di salario(!?) ; come non considerare quest'azienda che gestisce capitali e si occupa di consulenze finanziarie ed assicurazioni la foodora del capitale? se questo è l'esempio della conquista allora è tutto come in -la più bella giornata della mia vita- quando la condanna Svizzera si abbattè veemente sul popolino de Ròma. ecc ecc

Anonimo ha detto...

al lordo di tutti i giudizi, e al netto di tutti i pregiudizi, per capire l'organizzazione delle genti africane del proletariato emigrante -e non chi sceglie la migrazione per diventare parte dell'occidente bianco, magari con l'idea, legittima ma velleitaria se non di comodo di cambiare l'occidente e nello specifico l'italia romanica (che spesso trovò complicità nelle divisioni tribali nei luoghi colonizzati) bisognerebbe intendere che ogni cultura porta con sé il suo bagaglio ancestrale (tranne quella occidentale che rubò ai popoli stranieri occupati e a quelli preromanici della penisola più vulcanica del mondo , il segreto) - quindi il grande voodoo (né bene né male nel bene e nel male col bene e col male) dei batay haitiani, come ben raccontato da Mayra Montero in .da Haiti venne il sangue. quello stesso sangue su cui sciacallarono migliaia di ong nell'ultimo terremoto sotto la regìa del wise hollywodiano. Quando si prendono ad esempio le democrazie nordeuropee-tutte monarchiche, dovrebbero pensare le giovani menti italiche, che quelle sono le sedi delle più feroci multinazionali, ma se già Marx ne parlava nel manifesto, quello vero, inutile opporsi all'arroganza dell'imbuto mangiatoia degli sprar, i cui milioni avrebbero da tempo sistemato tutte le criticità dell'immigrazione, magari fornendo a chiunque arriva in Italia un passaporto vaticano e una casa vaticana nell'ottica di un concordato post-moderno, cosìcchè le genti africane avrebbero potuto tranquillamente visitare le terre di chi li occupò e soprattutto occupare i posti di chi ora, a stipendio garantito, si prodiga per abbonirli e occidentalizzarli. Quando la sinistra ecumenica del pane condiviso ridiventerà quella dello sforzo unitario capace di scendere in basso e in basso rimanere, allora le genti d'africa avranno risolto il peso del fardello.

http://vid.to/play/ignazio-buttitta-un-grandissimo-poeta-1/-o9IWXUcSEk

Unknown ha detto...

Io sono da quando er un giovane per l'Africa agli africaniin quanto ricca ma sfruttatta da tutti...Gli ostacoli allo sviluppo e il progresso del cosiddetto Sud del mondo è dovuto a cause intrinseche ed estrinsche sedimentate con il colonialismo militare ed oggi con il post colonialismo delle multinazionali capeggiate da logge e poteri occulti.
Credo che un processo di autonomia africana e del sud del mondo basato su istruzione, sviluppo sostenibili e governance delle proprie risorse umane ed energetiche nonché di pianificazione e realizzazione di infrastrutture stradali, aeri e portuari per favorire lo scambio sud-sud e poi quello in secondo piano sud-nord possa essere la soluzione appropriata per evitare i flussi migratori e il fenomeno di depredamento di queste aree ricche ma povere.