martedì 7 agosto 2018

ZITTO ! ---- Libertà di stampa, di opinione, di manifestazione del pensiero assassinata dai signori dei social ----- Rispondo con i miei documentari



“Ti è stato impedito di pubblicare elementi in via temporanea
Questo blocco temporaneo avrà una durata di 24 ore, durante le quali non potrai pubblicare su Facebook.
Se pubblicherai di nuovo contenuti che non rispettano i nostri standard, il tuo account  verrà bloccato per 3 giorni. Se in seguito si verificheranno ulteriori violazioni, il tuo account verrà bloccato per un periodo ancora più lungo.
Tieni presente che gli account delle persone che pubblicano ripetutamente contenuti non consentiti su Facebook potrebbero essere disattivati in modo permanente”.

NIENTE PAURA, NON SUCCEDE NIENTE A CHI CONDIVIDE I MIEI POST INCRIMINATI

Cari amici, questo è il comunicato che ho trovato ieri, martedì 7 agosto 2018, quando ho tentato di postare su Facebook l’intervento che trovate qui sotto. E’ probabile che il provvedimento si riferisce al mio articolo “Razzista (d)a chi?” nel quale non c’è un insulto, una calunnia, un falso, ma vi si menzionano, nelle loro funzioni e attività, personaggi sacri come Boldrini e Bonino, nel contesto di una denuncia di come l’uragano delle accuse di “razzismo” rappresenti il vero “discorso dell’odio” e serva come strumento di criminalizzazione degli oppositori dell’establishment. Per questo FB mi banna e minaccia altri provvedimenti, magari anche per altri articoli “inappropriati per i nostri standard”, senza neanche fornirmi le motivazioni, al di là dell’affermazione che avrei violato questi loro “standard” del tutto misteriosi. Standard del Signor Zuckerberg che lo hanno portato davanti a diverse commissioni d’inchiesta e inflitto cospicue multe per il “disinvolto” trattamento di dati personali (vedi lo scandalo della cessione a Cambridge Analytica).  Nel frattempo negli Usa una delle voci più autorevoli  e seguite di critica al governo Usa e alle sue guerre, Alex Jones del sito “Infowars”, è stato bannato da Youtube. L’ondata repressiva contro chi, nei social, osa contraddire e criticare l’immane flusso di fake news dei media di sistema, ha raggiunto questi livelli. Io denuncerò quanto inflittomi all’Ordine dei giornalisti e alla Federazione della Stampa, ma occorre una risposta collettiva.

In caso di ulteriore mia arbitraria esclusione da Facebook, ricordatevi che potete trovare i miei articoli sul sito www.fulviogrimaldicontroblog.info

Nel frattempo vi ripropongo alcuni dei miei lavori di documentazione filmografica su temi di bruciante attualità. La diffusione di questi documentari vuole essere una risposta all’ondata censoria e di solidarietà con chi subisce queste offese alla libertà di stampa, oltre a far circolare verità che l’élite considera sempre più intollerabile. Possono essere richiesti a fulvio.grimaldi@gmail.com





https://www.youtube.com/watch?v=EWwWPCGw6cI&t=314s (Trailer “O la Troika o la vita”)
https://www.youtube.com/watch?v=EWwWPCGw6cI (Trailer “Fronte Italia-Partigiani del 2000”)
https://www.youtube.com/watch?v=tFBAq6ulfOA&t=112s  (Trailer “L’Italia al tempo della peste – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi Crimini)

Recenti avvenimenti di grande portata, come l’ennesima strage di migranti dei campi pugliesi, il vero e proprio scontro sulle Grandi Opere (TAP e TAV) che minaccia di lacerare la coesione del governo detto gialloverde, la crescente minaccia israelo-statunitense di aggressione all’Iran dopo la sconfitta subita in Siria, hanno dato nuova attualità ad alcuni miei lavori che documentano nel dettaglio  origini, cause, responsabilità, effetti proprio di questi avvenimenti e sviluppi e del loro retroterra geopolitico.
Ripropongo dunque questi miei documentari di quattro dei quali potete vedere i trailer su youtube. Altri sono elencati nella colonna di destra del mio sito www.fulviogrimaldicontroblog.info. Per i dettagli su ordini e spedizioni dei Dvd, scrivere a fulvio.grimaldi@gmail.com. Vi risponderà l’incaricata della distribuzione.


Di strettissima attualità è il recente “O la Troika o la vita – Non si uccidono così anche i paesi”(90’), realizzato con Sandra Paganini, che, partendo dalla distruzione della Grecia, per mano della cricca euroatlantica (UE, BCE, FMI, Berlino), sullo sfondo della geopolitica mondiale dell’imperialismo, illustra e analizza le aggressioni analoghe al nostro paese, alle sue comunità, alla sua salute, al suo ambiente, perpetrate nella complicità del governo Renzi: lo sfregio all’ecosistema e al patrimonio ambientale e storico del Salento programmato dal gasdotto TAP, di nessuna utilità per l’Italia per la sovrabbondanza delle forniture in atto, ma che, provenendo dall’Azerbaijan, paese cliente degli Usa, taglia fuori la Russia e il suo gas, per noi più conveniente sul piano economico e logistico. La ferita del TAP viene poi criminalmente completata dal gasdotto SNAM che deve portare l’idrocarburo al Nord, passando sulla faglia sismica che ha originato il disastro dell’Italia centrale e concentrandosi in una serie di megadepositi e impianti per l’iniezione del gas sottoterra, in zone ad ampio rischio sismogenetico. A questo si affianca la denuncia della spaventosa proliferazione di trivelle in terra e piattaforme di estrazione in mare tra Adriatico e Jonio, con enormi danni all’ecosistema marino, ittico e vegetale e all’integrità territoriale. Un ampio capitolo tratta delle gravissime responsabilità istituzionali per la malagestione del terremoto del 2016, degli scandalosi ritardi e della totale assenza di ricostruzione. Su tutti questi temi parlano poi gli esponenti della resistenza sociale alle aggressioni.


“Fronte Italia-Partigiani del Duemila” e “L’Italia al tempo della peste – grandi opere, grandi basi, grandi crimini” sono due documentari (ognuno di 90’), precedenti al primo rispettivamente di uno e di tre anni, che trattano in profondità gli aspetti deleteri di alcune delle Grandi Opere che la componente leghista dell’attuale governo vorrebbe realizzare. Sono lavori che denunciano altre devastazioni del territorio, lo sgretolamento della sovranità popolare, la guerra dei pochissimi contro i tanti. Protagonisti di “Fronte Italia” sono i devastatori della Val di Susa e dell’Appennino del Terzo Valico con l’inutile TAV e la risposta che ormai da oltre vent’anni gli oppone una popolazione che non si arrende, insieme a coloro che lottano contro la grande base satellitare di guerra Usa “MUOS” , che deve gestire le guerre in Africa e Medioriente, in Sicilia a Niscemi.  “L’Italia al tempo della peste” percorre l’intera penisola al seguito del grande movimento di lotta del “NO”, No Mose, No Grandi Navi, No Nato, No Basi, No Tap. No Triv... 

Capitoli specifici sono dedicati ancora al TAP nel Salento, al tragico espianto di ulivi che comporta e contro cui si batte la comunità salentina; alla terrificante devastazione ENI e Total della Basilicata, dove una regione dalle rare bellezze naturali e dalle pregiate produzioni ortofrutticole è stata inquinata e trasformata in una specie di stagno di residui chimici e petroliferi;  alla criminale aggressione a Venezia e alla sua laguna con le mostruose navi e il pernicioso Mose; e alla Sardegna infestata da basi Usa e Nato, dove si esercitano le forze armate e le società di armamenti di mezzo mondo, con il conseguente inquinamento dei territori e la morìa di persone e animali.


“Target Iran” è stato girato nell’Iran di Ahmadinejad, il presidente che ha preceduto l’attuale, Rouhani, e che aveva rifiutato di sottomettersi al diktat Usa-israeliano di bloccare lo sviluppo di energia nucleare a fini pacifici (energia e medicina), diktat invece accettato dal suo successore. Visitiamo un Iran, già allora sottoposto a sanzioni di cui gli Usa pretendono che siano osservate anche da tutti gli altri paesi (con perdite enormi per l’Italia, primo paese negli scambi con l’Iran) e, per questo, in drammatiche difficoltà sul piano economico e sanitario (a proposito dei diritti umani rivendicati dagli aggressori), che non hanno tuttavia piegato la volontà di resistere della popolazione e, al laico Ahmadinejad, di sollevare dalla povertà milioni di cittadini. Si scopre, contro ogni aspettativa, determinata dalle campagne diffamatorie dei media, un paese libero, cordiale, con aperti rapporti tra i sessi, ospitale, attento al suo patrimonio ambientale e archeologico, ricco di cultura e creatività artistica, i cui dirigenti e protagonisti ci illustrano un passato, sotto lo Shah, protetto dagli Usa, di incredibili misfatti nei confronti dell’opposizione repubblicana. 

Misfatti oggi affidati a forze che lavorano alla destabilizzazione del paese: la rivoluzione colorata del 2009, che voleva mettere in discussione la vittoria di Ahmadinejad; il terrorismo stragista del MEK (Mujahedin e Khalk), setta esoterica sanguinaria, armata e finanziata da Mossad e Cia, responsabile di infiniti attentati dinamitardi contro civili e di assassinii mirati;  la penetrazione, attraverso il confine con l’Afghanistan, di droga dai campi di oppio sotto contro delle forze d’occupazione americane, mirata a diffondere eroina nella popolazione iraniana. Ne esce un quadro completo dell’Iran, con la sua storia millenaria, la sua sofferenza, il suo orgoglio, le sue bellezze.

"L'Asse del Bene" racconta un viaggio attraverso la lotta vittoriosa di emancipazione sociale e politica dei paesi latinoamericani che si sono ribellati alla manomorta dell'imperialismo yankee e dell'oligarchia feudale che ne era il complice locale. La rivoluzione bolivariana di Hugo Chavez attraverso l'incredibile successione di conquiste sociali, il colpo di Stato fallito con cui gli Usa avevano tentato di rimuovere il presidente diventato faro per tutta l'America Latina; il rovesciamento di un regime autoritario secolare in Bolivia da parte di una coalizione indigeni-discendenti iberici guidata dall'indio Evo Morales, la conquista del potere in Ecuador da parte della "revolucion ciudadana" di Rafael Correa con la quale le ricchezze del paese sono tornati al popolo. E naturalmente, all'origine di tutta questa rivolta all'ordine coloniale costituito, Cuba. Ma Cuba per quello che era e che rappresentava, prima dell'attuale involuzione. Un documentario che indica la via e incoraggia la fiducia.


17 commenti:

Anonimo ha detto...

Le stragi sul lavoro e per il lavoro hanno assediato per secoli le vite delle genti della campagna e nei secoli si era stabilita e definita quella che è stata la lotta per le terre. Il ventennio fascista ai suoi albori aveva illuso le masse contadine e la storia insegna come finì. Dagli anni del dopoguerra, stigmatizzati nell’eccidio di Portella e da molti altri nelle terre del sud Italia, l’antico mantra era –la terra a chi la lavora- . Siano bianchi italiani, africani, cingalesi, sikh o dell’est Europa, la sensazione è che oggi il/la bracciante non sia più parte del territorio (anche al nord nelle epoche della raccolta vi erano spostamenti da regione a regione per il riso come per l’uva o il grano ecc) non sia più comunità non sia più popolo, ma esclusivamente l’ultima occupazione possibile e conseguentemente esclusa da diritti basilari succube della concorrenza interna più spietata, almeno fino alla strage di turno. Le lotte contadine dei –veri sud del mondo- hanno sempre orientato l’obiettivo verso l’appropriazione della terra (strumento di produzione del capitale) mentre le trattative tariffarie e dei diritti (secondari?) come abitazione e trasporto, non erano considerati proprio perché avulsi all’obiettivo primario. Il caporalato, secolare modo di gestione del latifondismo, se superato per legge e consuetudine porterebbe solo ad uno spostamento delle produzioni che sono e rimarrebbero comunque necessità della grande distribuzione. Comprensibile è la necessità dei c.d. nuovi schiavi –paga giusta e regolare-alloggio dignitoso-orario legale – tuttavia ciò riporterebbe alle penose e storiche sconfitte del sindacalismo agrario italiano, quello per cui le campagne si svuotarono e si riempirono i nuovi centri del sistema produttivo- le fabbriche in primis ed i cantieri edili che produssero quel boom di cui ancora si sente l’eco nella distruzione dei territori e della vivibilità della civile epoca contemporanea. L’occupazione delle terre, processo politico complesso e che necessità di una solida struttura politico-sociale, sarebbe l’unica via – altra sarebbe l’esproprio delle terre oggetto di caporalato (connivenza statale e sindacale evidente nelle aree depresse ad hoc tali da caricare il tutto sulla parola mafia) e redistribuzione equa e programmatica (l’accusa di maoismo sarebbe risibile ma possibile). Alla fine la domanda è : dov’è finito il sud Italia dell’osannato brigantaggio da tarantella con sfumature antigaribaldine? Più provocatoriamente; chi si ricorda dei ridicoli forconi che volevano salvare il sud? Avranno ambedue le fazioni votato Salvini? Personalmente credo che i primi, stiano organizzando la notte della taranta-ammaestrata- mentre i secondi affittano i campi alla cocacola per la fanta italiana e alle ditte che pavoneggiano sul pomodoro eccellenza italiana, dal 1492 circa.

Anonimo ha detto...

oltre una vera riforma agraria, oltre un processo decennale per mafia e conseguente assegnazione alla nuova teologia della liberazione del popolo di Assisi

Cumpagni di viaggiu - Ignazio Buttitta

Stasira li cimi di l’arbuli
chi mòvinu la testa e li vrazza
parranu d’amuri a la terra
e io li sentu
Sunnu li paroli di sempri
chi vui scurdastivu,
cumpagni di viaggiu
nudi e pilusi,
in transitu dintra gaggi di ferru.
Unn’è chi ghiti a càdiri
si nuddu v’accumpagna
e la scienza è in guerra contru l’omu?
Cu vi jetta li riti
mentri u marusu munta;
siddu i nostromi da puisia
un tempu piscatura di baleni,
ora piscanu a lenza
nni l’acqua marcia di li paludi?
Cumpagni di viaggiu,
si pirdistivu u cori pa strata;
turnati nnarreri a circallu
si non siti già orbi.
Si u suttirrastuvu chi morti
nte campi di battagghia;
jiti a svrudicallu
si non feti nto sangu.
Si ristò a bruciari
nte càmmiri a gas;
curriti a cogghiri a cìnniri
e mittitila a cuvari nto pettu.
Lu me straziu è pi vui stasira,
e li paroli d’amuri
càdinu nterra
comu stiddi astutati.
Non vurria chi mai turnassi
una sira la stissa.







Anonimo ha detto...

È tutta una burla. Prima li illudono, poi li sfruttano, poi li sindacalizzano e li fanno votare. Un ricambio di clientela. E poi mi chiedo: i cinesi con le valigie di euri chi li ha fatti entrare e detassati?

Dott.0

alex1 ha detto...

Ecco come il mito dei "politically correct" Saviano dopo aver sputato sugli accordi con il "dittatore" libico del 2008, parlando addirittura dei traffici "illegali" di petrolio (?) ringrazia l'altro mito, amica di Soros, "piu' europesita degli europeisti","piu' liberista dei liberisti" tale Madre Teresa devota alla UE, di nome Bonino. Dio li fa poi li accopppia?

Le motovedette date alla Libia andranno ai miliziani. Non salveranno nessuna vita perché la Libia non ha uno Stato!

Dal 2008, ovvero da quando Gheddafi e Berlusconi firmarono il trattato di Amicizia e Cooperazione, sostenendo la Libia, sosteniamo traffici illegali di petrolio, droga, persone. Da Berlusconi al Pd, al sedicente Governo del Cambiamento, i nostri governi alimentano le mafie libiche. Per bloccare gli scafisti c'è un'unica soluzione, riaprire i visti, ma dopo le tante chiacchiere sui porti chiusi e gli sbarchi zero, chi avrà il coraggio di dirvelo?

È per questo che non smetterò mai di ringraziare Emma Bonino. La ringrazio per la sua competenza, per le sue conoscenze e per la grande esperienza che, con parole semplici, riesce sempre a trasmetterci.
Noi che parliamo di apertura di canali legali di ingresso controllati non siamo buonisti, ma legalitari.

E ora, vi prego, prima di iniziare a insultare, come per abitudine fate con chi la pensa diversamente da voi, prendetevi 10 minuti e mezzo per ascoltare le parole di Emma Bonino. E trattenetevi, perché gli insulti qualificano chi li fa, non chi li riceve.

maurizio ha detto...

perche' tu nel tuo piccolo che fai?
non censuri?
se uno viene neltuo blog e senza offendere esprime punti di vista
divergenti che so' sull'origine dei 5stelle (casaleggio sasoon grillo), sopra gli al shababb somali, su ustica , sullo "svuotamento dell'africa",o su altri temi trattati nei tuoi lunghi "polpettoni"
e tu non li pubblichi non stai agendo molto diversamente dai padroni del discorso.


io comunque i tuoi doc consiglio sempre di vederli.

Buon Ferragosto caro fulvio,
buona rivoluzione con i sanculotti della zanzara;
io vado a rilleggermi il carteggio pike mazzini

Fulvio Grimaldi ha detto...

Maurizio@
E no, io "nel mio piccolo" non faccio. Se non pubblico commenti è o perchè contengono linguaggio inaccettabile, ingiurie, provocazioni, vere e proprie stronzate o motivi per conseguenze legali. Vedere per credere.

maurizio ha detto...

ma figuriamoci,
con quello che posti tu' o in generale i commenti che si trovano su qualsiasi blog ,facebook,twitter ,ect
due righe di commenti metterebbero a rischio il blog.

tanti saluti fulvio
mi rimetto a studiare i frattali va' che e' meglio.

di nuovo buon ferragosto anche ai tuoi bassotti

Alex1 ha detto...

L'Argentina ha rifiutato la legge sull'aborto. Sembra che ci siano stati scontri in piazza. Anni fa ero a favore dell'aborto senza se e senza ma, oggi vedo nella sua applicazione ed approccio culturale una sorta di "arma di genere ". La donna può sempre rifiutare la maternità anche abbandonando il neonato ma al padre la possibilità di rifiutare la paternità con le sue responsabilità se una donna gliela impone. Sbaglio? (Non è una domanda provocatoria ma un vero e proprio dubbio).

Anonimo ha detto...

http://aurorasito.altervista.org/?p=1892

alex1 ha detto...

Mi correggo: al padre la possibilità di rifiutare la paternità non gli viene concessa se una donnaglielo impone.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Anonimo@
Non so proprio cosa c'entri quel link con questo sito. In ogni caso non pubblicherò più link che non siano accompagnati da due parole sul contenuto di cui si tratta.

Anonimo ha detto...

https://www.imolaoggi.it/2017/12/09/appello-per-pietro-palau-gravemente-malato-ingiustamente-detenuto-in-grecia/

alex1 ha detto...

Giulietto chiesa dice che il sito "aurora" portato in un precedente commento e' inquinato. Non saprei Piuttosto una questione mi ha fatto riflettere. Sul treno ho letto il "Corriere della Sera" e c'e' un'intervista a tutta pagina con Alex Zanotelli. Parla di una vita dedicata agli "ultimi", le terribili prigioni libiche ed il loro lavoro fra le bidonvilles, e sembra tutto bello, ma in un punto si tradisce: rivolgendosi agli industriali per il suo appello per l'accoglienza di migranti dice piu' o meno :"le fabbriche sono quasi vuote, con il calo demografico chi volete che lavori chino sulle vostre macchine?"
In pratica il migrante deve essere utile una "risorsa" da sfruttare, per favorire la competitivita' delle imprese, magari per fregare proprio quelle imprese che esistono sulle terre di provenienza. Meglio farsi sfruttare qui che laggiù insomma. Che ne dite?

Fulvio Grimaldi ha detto...

Alex1@
Ottima osservazione, Alex. Il missionario comboniano s'è scoperto fornitore dell'esercito industriale di riserva, indispensabile come la disoccupazione al capitalismo.

alex1 ha detto...

Ieri sera su La7 con Telese e la "zanzara" Parenzo era ospite Philippe Daverio. Dopo una serie di considerazioni piu' o meno valide l'ospite ha detto che il "nefasto" risultato elettorale e' stato conseguente alla "mentalita' assistenzialista" di epoca borbonica del Sud. Salvo considerare che e' stato proprio il processo di spoliazione iniziato con i Savoia che ha privato quelle terre delle migliori risorse, anche umane, e della capacita' di intraprendere. Daverio ha addirittura parlato di "voti di questuanti" quelli ottenuti dal M5S con un qualche contenuto imbarazzo di Telese. questi intellettualisti, di solito quasi tutti in forza al PD insultano gli elettori che non condividono la loro supponenza e poi si stupiscono che la gente si allontana. Meglio parlare di "hacker russi" e del loro possibile influenzare le elezioni.

Anonimo ha detto...

D'Averio come Giuliano
David Amato ex socialista
appartenente ad una casta
di intoccabili-non criticabili che sempre si
riciclano in qualcos'altro.
Io comunque sto lontano
dalla malavita organizzata
e non seguo i loro canali di propaganda.

Ferdinando E.

alex1 ha detto...

Un aspetto positivo. Corbyn, il leader laburista inglese, e' stato ampiamente criticato dai "politically correct" (sentivo anche il blog di Nicola Porro che lo ha definito come indegno) per aver portato fiori sulle lapidi dei leader palestinesi assassinati dal Mossad e dalle bombe sioniste a Tunisi. Sembra che non si sia accorto che fra i morti assassinati c'erano due esponenti di "Settembre nero" assassinati nel 1991. Apriti cielo! Nessuno ha precisato che l'azione di Monaco, sia pura violenta dei fedayn, e' finita in tragedia per il rifiuto assoluto dei fascisionisti di allora, quelli dei tanto osannati da una certa sinistra Dayan, Golda Meyer, Sharon, di aprire una qualunque trattativa per lo scambio di prigionieri. Ma sopratutto nessuno ha precisato che ai terroristi sionisti di ben piu' ampia portata che hanno portato morti anche in Italia con i vari attentati e killeraggi (e morti italiani, come gli aviatori di Argo 16 ed il carabiniere a servizio dell'ambasciata palestinese a Roma), sono dedicate vie e piazze, senza scandalo alcuno di nessuno. Corbyn mi comincia a stare simpatico, non e' piu' filo UE senza se e senza ma, non ci conto troppo ma finalmente qualcosa a sinistra si stacca dalla palude mielosa del conformista filo UE e per difendere le varie ong ed accoliti accogli migranti, salvo lasciarli ai caporali, basta siano entrati in Italia.